Estensimetri o Strain Gauges



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Estensimetri o Strain Gauges Sforzi e deformazioni in un corpo elastico Consideriamo un parallelepipedo di materiale W H F dove è la lunghezza e S = W H è la sezione. Definiamo sforzo (stress) il rapporto tra la forza applicata e la sezione del corpo ( = F S ), e deformazione (strain) la variazione relativa di lunghezza (ε = ). Se il materiale è elastico la deformazione è proporzionale allo sforzo: ε ε = E dove E è chiamato modulo di Young. Anche per materiali elastici si ha un limite al massimo sforzo applicabile per mantenere la proporzionalità tra sforzo e deformazione Campo elastico ε ε è il limite della deformazione elastica, e dipende dal materiale. Per i metalli ε < 2 %. Quando una barra è tesa la lunghezza aumenta, quindi e si contrae la sezione Definiamo il rapporto di Poisson ν dipende dal materiale, di solito si ha Per i metalli più comuni (Cu, Fe, acciaio) > 0 W < 0 H < 0 ν = W W / = H H / 0,25 < ν < 0,4 0,3 < ν < 0,35 = 10-6 viene chiamato 1 microstrain. Il microstrain è l unità di misura normalmente impiegata per le misure di deformazione. Strain gauges 1

Principio di funzionamento degli estensimetri Conduttore Oggetto che si deforma a resistenza del conduttore vale R = ρ S dove ρ è la resistività del conduttore. a variazione relativa di resistenza è (per piccole variazioni) R = S S + ρ ρ ma la variazione relativa della sezione si può scrivere come Si ha quindi Per i metalli più comuni ν = 0,3 0,35, quindi S S = W W + H H = 2ν R = ρ (1 + 2ν) + ρ R = (1,6 1,7) + ρ ρ In alcuni metalli (soprattutto i e leghe di i) si ha forte effetto piezoresistivo, cioè variazione di resistività causata dalla deformazione: ρ = ρ 0 (1 + β) dove β è il coefficiente di piezoresistività. Si trova perciò quindi ρ ρ = β R = [ [ ] ρ 1 + 2ν + ρ / = 1 + 2ν + β ε ] = [1 + 2ν + βe] o strain gauge trasduce una variazione relativa di lunghezza ( ) in una variazione relativa di resistenza ( R ), ed è caratterizzato dal Gauge Factor valori più comuni: G = 1,8 2,2 G = R / = 1 + 2ν + βe = (1,6 1,7) + βe tipi speciali: G = 2 3,5 (leghe i Cu e i Fe Cr) con ickel si arriva a G = 12 Strain gauges 2

Per l uso pratico si vuole l estensimetro con R non troppo piccola di piccole dimensioni montabile solidalmente con il pezzo da misurare In passato venivano realizzati con filo conduttore incollato su un supporto isolante e adesivo Contatto Asse trasversale Asse principale Contatto Foglio isolato e adesivo si aveva G T Gauge factor trasversale = G P Gauge factor principale lunghezza tratti trasversali lunghezza tratti longitudinali 5 % Gli attuali strain gauges sono realizzati con litografia su strato metallico: e sono quindi sottili (2 µm 10 µm) e con tratti trasversali larghi in modo da avere G T G P 0,1 %. Altri vantaggi degli strain gauges litografici sono: precisione (piccole tolleranze di produzione) riproducibilità (strain gauges matched) piccole dimensioni del foglio di supporto ampia superficie esposta (disperde bene il calore) ampi contatti terminali I valori tipici della resistenza sono tra 50 Ω e 2 kω; sono disponibili anche tipi speciali con R > 10 kω. Strain gauges 3

Effetti di temperatura e loro compensazione e variazioni di R per effetti termici sono date da: R = α T T con α 4 10-3 / C, mentre le variazioni di R per deformazioni sono date da R = G F ε con G F 2. Quindi una T = 1 C ha effetto equivalente a ε 2000 microstrain. Occorre perciò compensare le variazioni dovute a T utilizzando due sensori identici ( matched strain gauges ) entrambi esposti alla stessa temperatura T, ma solo uno soggetto a deformazione: sensore di sensore per deformazione compensazione Uno schema per la compensazione termica nel ponte di Wheatstone è: V A + R 1 V U R 3 a variazione T produce variazioni C e D uguali, mentre la deformazione ε produce solo variazioni di. Verifichiamo la compensazione (trattando come differenziali le piccole variazioni): ( RD V U R ) [ 3 f(t,ε) R ] 3 + R 1 + R 3 R 1 + R 3 con Si può calcolare quindi f(t,ε) = (T,ε) (T) + (T,ε) } C (T) d { df V U [ D (ε) + D (T)] + df = d { [ df df d D (ε) + d d dt + df ] } d T = d dt { [ d ( + ) 2 D(ε) + ( + ) 2 dt { [ RC D (ε) 1 d ( + ) 2 + ( + ) 2 dt d ( + ) 2 dt ] } T 1 d ( + ) 2 dt = ] T } alla temperatura di riferimento iniziale si ha = e d dt Si trova perciò = d dt, quindi il termine in T è nullo. Strain gauges 4 V U ( 1 + ) 2 D (ε) 4 D (ε) 4 G 4 Gε

Si possono usare vari schemi per la compensazione termica nel ponte di Wheatstone. Altri schemi utilizzano coppie di strain gauges matched per misurare separatamente deformazioni di estensione e deformazioni di flessioni di parti meccaniche. Altri sistemi con due o più strain gauges sono usati per misurare deformazioni più complesse (torsioni di alberi, deformazioni di lastre piane, ecc...). Strain gauges a semiconduttore In questi sensori l effetto piezoresistivo è molto intenso dipendente dal materiale e dal drogaggio dipendente dalla temperatura dipendente dallo sforzo, quindi con effetti di non linearità (la linearità si mantiene fino a circa 4000 microstrain) Inoltre la resistività è fortemente dipendente dalla temperatura. I vantaggi sono l elevata sensibilità e l elevato valore del gauge factor: G F = 100 300. Gli svantaggi sono le non linearità e le dipendenze dalla temperatura. Preamplificatori e apparati di misura per strain gauges Per gli strain gauges la situazione è molto simile a quella vista e discussa per le termoresistenze, e quindi vengono impiegati preamplificatori e tecniche di misura del tutto simili. Strain gauges 5