Acque di falda Indagine sulla situazione nel pordenonese



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❸ AZIENDA PER I SERVIZI SANITARI N.6 FRIULI OCCIDENTALE B O O K S E I Acque di falda Indagine sulla situazione nel pordenonese ❸ B O O K S E I Considerazioni idrogeologiche AZIENDA PER I SERVIZI SANITARI N.6 FRIULI OCCIDENTALI Acque sotterranee, un bene da proteggere Rete pozzi di monitoraggio Valutazione complessiva parametri analitici Allegati 3

BookSei 3 Collana di Quaderni Scientifici dell Azienda per i Servizi Sanitari n. 6 Friuli Occidentale Direttore Generale Ing. Giulio De Antoni Direttore Sanitario Dr. Marco Castelletto Direttore Amministrativo Dr. Renato Andreazza Coordinatore Servizi Sociali Dr.ssa Maria Bonato Comitato Editoriale (responsabile) Dr. Marco Castelletto Lucio Bomben Gianni Cavallini Angelo Cassin Roberto Celotto Maddalena Coletti Giulio Camillo De Gregorio Pier Giorgio Della Puppa Andrea Flego Mario Fogolin Anna Furlan Ferruccio Giaccherini Salvatore Guarneri Flavia Munari Coordinamento Editoriale Anna Maria Falcetta Luca Sbrogiò Micaela Vocella Progetto Grafico Omar Cescut Patrizio A. De Mattio Stampa Tipografia Sartor Pordenone Copywright Azienda per i Servizi Sanitari n. 6 Friuli Occidentale Booksei 3 Acque di falda: indagine sulla situazione nel pordenonese Quaderni del DIP/PMP n. 1 ISBN 88-900235 - 3-8

AZIENDA PER I SERVIZI SANITARI N.6 FRIULI OCCIDENTALE ❸ B O O K S E I

Presentazione Booksei n. 3 Acque potabili ing. Giulio De Antoni Direttore Generale ASS n. 6 Friuli Occidentale La Provincia di Pordenone è nota per le sue abbondanti acque. L acqua ne segna i confini (il Tagliamento), entra nella toponomastica (Pordenone - Portus Naonis, Fiume Veneto, Fontanafredda, Sesto al Reghena, ecc,), ne caratterizza il paesaggio (il Livenza a Sacile e a Polcenigo, la Valcellina, i guadi), ne traccia la storia (il Vajont). Alla copiosità delle acque di superfice fa riscontro un ampia riserva sotterranea, abbondante quanto preziosa. È infatti ad essa che si fa ricorso per l uso potabile attraverso una fitta rete di pozzi pubblici e privati. La tutela di questa ricchezza è ovviamente un compito dell intera comunità. È però responsabilità dell Azienda sanitaria il costante monitoraggio della sua qualità, il giudizio di potabilità e, in ultima analisi, la sensibilizzazione di amministratori e cittadini alla sua oculata gestione. Il terzo numero della collana scientifica dell ASS n. 6 Friuli Occidentale affronta dunque un argomento tradizionalmente afferente l area della sanità pubblica: le acque potabili. È un argomento di primaria importanza per la tutela della salute dei cittadini cui l Azienda Sanitaria, tramite le sue articolazioni operative Dipartimento di Prevenzione e Presidio Multizonale di Prevenzione, dedica particolare attenzione. 3 B O O K S E I

Presentazione Acque di falda: indagine sulla situazione nel pordenonese si rivolge in modo particolare agli amministratori pubblici, ai quali fornisce un quadro preciso della situazione che spazia dai dati geologici alla qualità chimica e microbiologica delle acque erogate nei Comuni della Provincia. È il frutto delle accurate analisi condotte dal personale addetto del Presidio Multizonale di Prevenzione di Pordenone nel corso della loro forse poco nota routine operativa. Ad una prima parte introduttiva, segue un ampia documentazione, prova della serietà scientifica del lavoro svolto. La situazione descritta presenta aspetti contrastanti. Da un punto di vista quantitativo, la disponibilità d acqua erogata attraverso le strutture pubbliche o approvvigionata in maniera autonoma, pur sufficiente, non è tale da giustificare eventuali sprechi. Da un punto di vista qualitativo, le acque superficiali risultano a maggior rischio di inquinamento, mentre le falde di attingimento profondo sono di sicura qualità. L analisi dei dati dunque, se da un verso è utile ai fini di una corretta informazione degli utenti, dall altro impegna l Azienda sanitaria, in collaborazione con la neo costituita ARPA (Agenzia Regionale per la Protezione dell Ambiente) e gli amministratori locali, a continuare l opera di sorveglianza e tutela delle acque. Ringrazio infine il Responsabile del Dipartimento di Prevenzione, dott. Gianni Cavallini, il Responsabile del Presidio Multizonale di Prevenzione e curatore del volume, dott. Alberto Carniel, il Consorzio Interregionale Acquedotto Basso Livenza e quanti a vario titolo hanno collaborato alla sua realizzazione per l encomiabile impegno profuso nel rendere disponibili in modo completo e approfondito una ricca e soprattutto utile messe di dati. B O O K S E I 4

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Booksei n. 3 Quaderni del DIP / PMP n. 1 a cura di Alberto Carniel Comitato di Redazione Responsabile Alberto Carniel Clorinda Del Bianco, Anita Zanin DIPARTIMENTO DI PREVENZIONE Responsabile Gianni Cavallini Azienda per i Servizi Sanitari n. 6 Friuli Occidentale - PMP Via delle Acque 28, 33170 Pordenone Tel. 0434.26324/5/6 - Fax 0434.521872 3

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Sommario Acque sotterranee, un bene da proteggere 11 a cura di Gianni Cavallini e Alberto Carniel ACQUE DI FALDA: INDAGINE SULLA SITUAZIONE NEL PORDENONESE 13 Valutazione della qualità delle acque profonde utilizzate per approvvigionamento idrico ad uso potabile a cura di Alberto Carniel n Considerazioni idrogeologiche 13 n Rete pozzi di monitoraggio 15 Prima fase - Individuazione dei punti di controllo Seconda fase - Indagini analitiche n Valutazione complessiva parametri analitici 16 Temperatura delle acque Parametri di composizione delle acque Presenza di composti indesiderabili nelle acque Microinquinanti organici e inorganici Aspetti microbiologici delle acque n Allegati 27 Figure e tabelle B O O K S E I 8

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Acque sotterranee ACQUE SOTTERRANEE Un bene da proteggere Dott. Gianni Cavallini Responsabile DIP Dott. Alberto Carniel Responsabile PMP ASS n. 6 Friuli Occidentale Per oltre il 70% l approvvigionamento idrico della provincia di Pordenone trova alimentazione dalle falde acquifere presenti nel territorio pordenonese attraverso strutture pubbliche di emungimento e distribuzione e attraverso la terebrazione di pozzi ad uso domestico nelle zone non servite da acquedotto (circa il 30% della popolazione provinciale). Esiste quindi nel territorio provinciale un grande numero di pozzi privati (circa 30.000) per i quali risulta difficoltoso ed economicamente oneroso un regolare controllo della potabilità dell acqua consumata, così come invece previsto dall articolo 9 della LR 28/91 secondo la quale i proprietari ed i possessori di pozzi privati utilizzati per il prelievo di acque destinate al consumo umano sono tenuti, almeno una volta all anno e a loro spese, a sottoporre i pozzi e le acque utilizzate a controlli sanitari. Nelle more della completa attuazione della predetta normativa il controllo dell acqua usata dalla popolazione che ricorre all approvvigionamento idrico individuale deve essere assicurato da un monitoraggio, il più completo ed esaustivo possibile, sui principali acquiferi di attingimento. Solamente una precisa conoscenza della provenienza delle acque profonde, della loro direzione di spostamento e delle portate potrà permettere l individuazione di un reticolo di punti di prelievo rappresentativo della realtà idrologica del territorio. Tale reticolo, qualora costantemente monitorato potrà consentire, con uno sforzo analitico ed economico sostenibile, un sufficiente controllo igienico-sanitario delle acque sotterranee supportando l Autorità Sanitaria, nelle proprie competenze di valutazione e autorizzazione. B O O K S E I 10

Acque sotterranee Gli obiettivi proposti e realizzati mediante l esecuzione del presente studio sono i seguenti: a) definire le caratteristiche fisico-chimiche e microbiologiche degli acquiferi della Destra Tagliamento; verranno a tal fine condotte analisi atte a valutare anche la presenza di microinquinanti organici e inorganici e di altri indicatori microbiologici; b) valutare mediante confronto con i referti analitici precedenti gli andamenti nel tempo di alcuni inquinanti significativi (ammoniaca, nitriti, nitrati, metalli pesanti, erbicidi e solventi clorurati) allo scopo di delineare dinamiche di concentrazione; c) consentire l individuazione delle sorgenti di inquinamento; d) individuare se e fino a quale profondità si rilevano fenomeni di compromissione e di degrado del patrimonio idrico regionale; e) proporre il posizionamento sul territorio di un reticolo di pozzi spia che consenta, attraverso un loro continuo controllo, di garantire la qualità delle acque destinate al consumo umano nel Basso Friuli e nella Destra Tagliamento; f) monitorare la qualità delle acque nella zona di ricarica di falda. Si ritiene che la ricerca presentata in questa pubblicazione offra importanti elementi di conoscenza ed informazione sullo stato delle acque potabili sotterranee nella provincia di Pordenone e indichi un modello di controllo e monitoraggio da applicare per garantirne il mantenimento dei requisiti di qualità che deve essere garantita ad un bene così prezioso. Pordenone, giugno 1999 11 B O O K S E I

Acque di falda Acque di falda: indagine sulla situazione nel pordenonese Valutazione della qualità delle acque profonde utilizzate per approvviggionamento idrico ad uso potabile a cura di Alberto Carniel Il vecchio asino quando va alla fonte per bere e truova l acqua intorbidata, non avrà mai sì gran sete che non s astenga di bere e aspetti ch essa acqua si rischiari. (Leonardo da Vinci) Considerazioni idrogeologiche La pianura friulana è costituita da una potente coltre di materiali alluvionali dalle caratteristiche granulometriche molto variabili: l Alta pianura (quella cioè a monte della linea delle risorgive) è costituita in assoluta prevalenza da ghiaie più o meno grossolane e talora cementate, le cui dimensioni vanno gradualmente diminuendo da monte verso valle. La Bassa pianura (la porzione di pianura friulana posta a valle della linea delle risorgive) è invece costituita da materiali più fini, in sostanza da livelli ghiaioso-sabbiosi alternati a livelli limo-argillosi. Il passaggio dalle ghiaie dell alta pianura ai livelli più fini della bassa è naturalmente graduale ed irregolare. Da un punto di vista idrogeologico, il territorio provinciale pianeggiante di Pordenone può quindi essere indicativamente suddiviso in due zone: alta e media pianura, a monte della linea delle risorgive; bassa pianura, a sud della linea delle risorgive. Alberto Carniel Chimico - Responsabile del PMP dell A.S.S. n. 6 Friuli Occidentale - Pordenone B O O K S E I 12

Acque di falda Il materasso ghiaioso che costituisce il conoide di Pordenone è caratterizzato da una altissima permeabilità ed ha una superficie approssimativamente di 460 km 2. Nella parte settentrionale è delimitato dalle Prealpi, rispettivamente ad est e ad ovest dai fiumi Tagliamento e Livenza e confinato a sud dalla linea delle risorgive, per un volume complessivo di materiale alluvionale di circa un centinaio di km 3. Lo spessore di tale materasso ghiaioso varia dai 300 m che si trovano ai piedi delle Prealpi fino ai 40 m prima della zona delle risorgive. Secondo fonti bibliografiche questo enorme serbatoio contiene un volume d acqua di circa 2500 milioni di metri cubi in movimento verso valle, alla velocità relativamente elevata stimata a circa 20 metri/giorno nei suoi strati più superficiali. Per quanto riguarda la permeabilità di tali materiali alluvionali grossolani vengono indicati valori del coefficiente di permeabilità K di poco più di una decina di centimetri al secondo. Valore questo elevatissimo ricavato deduttivamente da alcuni Autori sulla base delle velocità di deflusso della falda. Per lo stesso corpo geologico vengono stimati valori di porosità del 5% come valore medio tra le porosità molto più elevate della parte superficiale e quelle inferiori del fondo del conoide. Dalla linea delle risorgive fuoriesce una portata valutabile in circa 1 m 3 /secondo per chilometro lineare e quindi di circa 30 m 3 /secondo per l intero arco di risorgive interessato dall alimentazione dal conoide (approssimativamente da Sacile a Casarsa). (Mosetti, 1989) Sulla base delle valutazioni sovraesposte si può stimare che il tempo di residenza dell acqua nell acquifero ospitato dal conoide sia calcolabile in 3-4 anni. Il materasso ghiaioso è uniforme fino a grande profondità, senza intercalazioni di sorta nella parte alta del conoide. Verso le risorgive, invece, in profondità cominciano ad apparire intercalazioni argillose che aumentano sempre di più, in frequenza e potenza, verso valle. La fascia stessa delle risorgive è determinata da un lembo argilloso continuo in senso orizzontale, che dalla quota del piano di campagna si spinge verso il basso e crea una vera barriera alle acque, costringendole ad emergere. In profondità sono presenti alcuni deboli livelli di materiale sedimentario più poroso (ghiaie o sabbie) che permettono lo scorrimento delle acque sotterranee, seppur in modo lento ed in debole quantità; sono queste le falde artesiane che sono appunto ospitate in digitazioni permeabili immesse nell argilla (figura 1). Secondo Mosetti, la parte di acqua che va ad alimentare le falde profonde artesiane sotto la linea della risorgiva è valutabile in circa 6 m 3 /sec. In estrema sintesi, mentre nell alta pianura è presente un unica e potente falda contenuta nelle ghiaie, nella bassa pianura esistono numerose falde artesiane più o meno nettamente separate fra loro e contenute negli orizzonti ghiaioso-sabbiosi. Per quanto riguarda l alimentazione idrica dell acquifero contenuto nel conoide, oltre alla infiltrazione diretta delle acque di pioggia, si distinguono gli apporti fluviali che caratterizzano tre zone (Stefanini S., 1972): a) alimentazione dal bacino del Cansiglio, nella parte ovest; b) alimentazione dei fiumi Cellina e Meduna, nella vasta zona centrale; c) alimentazione dal fiume Tagliamento, in una striscia longitudinale di circa 10 chilometri dall asse del fiume; cui vanno aggiunte le acque di irrigazione distribuite dal Consorzio Cellina Meduna derivanti principalmente dal Lago di Barcis (Cellina) e dal Lago di Tramonti (Meduna) (figura 2). Per quanto riguarda gli aspetti quantitativi dell apporto delle acque di pioggia all alimentazione dell acquifero per via diretta o attraverso i bacini imbriferi dei fiumi interessati, si riporta 13 B O O K S E I

Acque di falda in figura 3 l andamento nell ultimo quinquennio delle precipitazioni nelle stazioni ubicate nei Comuni di Pordenone, Polcenigo, Claut e Vito d Asio. Con maggior dettaglio viene riportata in figura 4 l andamento storico della piovosità annuale, nel Comune di Pordenone, nel periodo 1953-1995. Un fenomeno particolarmente significativo riguarda la artesianità dei pozzi che si riscontra in alcuni Comuni con la presenza di una rilevante percentuale di pozzi così detti zampillanti a risalienza naturale che sono principalmente diffusi nella parte Sud-Orientale della Provincia e in particolare nei Comuni di Pordenone, Azzano Decimo, Zoppola, Fiume Veneto, S. Vito al Tagliamento, Casarsa della Delizia, Morsano, Cordovado, ecc. Lo zampillamento ha portate variabili a seconda anche della profondità e della zona, stimabili comunque da 0,2 a 1 e più litri/secondo. Lo studio della Direzione Regionale dell Ambiente Censimento dei pozzi per l approvvigionamento idrico ad uso privato nei Comuni di Fiume Veneto, Pordenone e Zoppola, redatto dalla Ditta GEOS snc di Trieste nel 1994, individua in questi soli tre Comuni l esistenza di 2667 pozzi artesiani a risalienza naturale zampillanti con un prelievo giornaliero stimato in 106.403 m 3 /giorno pari a 1231 litri/secondo. A queste ingenti quantità vanno sommate anche le portate zampillanti degli altri Comuni sopracitati arrivando ad un autentico fiume di acqua molto pregiata e di grandi qualità igienico-sanitarie che viene dispersa nell ambiente senza beneficio alcuno e con depauperamento ad esaurimento degli acquiferi profondi. A titolo di esempio, per utilizzare la tendenza generale all utilizzo di falde sempre più protette e profonde, si riporta per i Comuni di Zoppola (figura 5) e Fiume Veneto (figura 6) una elaborazione grafica riguardante il valore percentuale del numero di pozzi, ad alta profondità e rispettivamente a bassa profondità, terebrati in ciascun anno nel periodo 1985-1994. Nella tabella 1 si riportano i dati quantitativi di maggior interesse riguardanti il numero di pozzi e le falde più usate relativamente ai più importanti Comuni del pordenonese secondo uno studio effettuato da un gruppo di lavoro presso la Direzione Regionale Ambiente nell anno 1994 per la stesura dei regolamenti operativi della predetta Legge 28/91. RETE POZZI DI MONITORAGGIO PRIMA FASE - Individuazione dei punti di controllo 1. Elaborazione dati pregressi Dall esame ed elaborazione di tutte le analisi di acque di pozzi pubblici e privati eseguite presso questo PMP nel decennio 1985-1994, sono stati considerati nei singoli Comuni, i pozzi per i quali era nota la profondità e nei quali erano state eseguite sufficienti analisi di caratterizzazione e di composizione, ottenendone una massa di quasi 4000 referti d analisi. 2. Individuazione degli acquiferi Per ciascun Comune sono stati elaborati i dati di cui al punto 1. in funzione delle profondità di attingimento; se ne sono ricavati degli elenchi che hanno evidenziato raggruppamenti di numeri elevati di campioni in corrispondenza ad alcuni valori di profondità. Tale elaborazione ha consentito di evidenziare per ciascun Comune interessato sia la consistenza totale del numero di campioni analizzati nel periodo 1985/94, sia la profondità degli acquiferi maggiormente utilizzati (tabella 2). B O O K S E I 14

Acque di falda 3. Selezione dei pozzi per la costituzione della rete di controllo Sulla base dei documenti di cui ai punti 1. e 2. e avendo a mente l entità di popolazione interessata all approvvigionamento autonomo attraverso i pozzi, in carenza totale o parziale di servizio pubblico di acquedotto, sono stati individuati 20 Comuni, nei quali è stata ravvisata consistente presenza e utilizzo di pozzi ad uso privato. In allegato si riporta un sunto delle indicazioni emerse (tabella 3). 4. Rilevamento e scelta dei singoli pozzi nei 20 Comuni individuati Personale direttivo di questo PMP, in collaborazione con le strutture tecniche e sanitarie locali ha identificato, con sopralluoghi in ciascun Comune, un congruo numero di ubicazioni di pozzi, alle varie profondità individuate al punto 3. di cui fosse in primo luogo certa la profondità e anche fosse esplicitata la disponibilità del proprietario a consentire il campionamento. Complessivamente sono stati individuati 158 pozzi con i predetti requisiti. 5. Consulenza dell Università di Trieste Per l identificazione definitiva, secondo Comune, località e profondità del numero di pozzi necessario e sufficiente al monitoraggio di cui al progetto, sono stati raggiunti accordi di collaborazione scientifica con la Facoltà di Geologia dell Università di Trieste nelle persone del prof. Giorgetti e del Prof. Stefanini. Gli esperti geologi dell Università dopo una serie di incontri con i sottoscritti responsabili di progetto e dopo l esame della documentazione tecnica predisposta dal PMP hanno individuato dagli elenchi dei pozzi disponibili la lista definitiva dei pozzi spia rappresentativi degli acquiferi maggiormente utilizzati dalla popolazione. L elenco dei 45 pozzi campionati è riportato nella tabella 4. SECONDA FASE - Indagini analitiche 1. Campionamenti È stato dato avvio e completato il campionamento delle rete di pozzi di monitoraggio assicurando una frequenza di campionamento tale da concentrare il periodo dei prelievi nell arco di 10 settimane circa. Per la raccolta dei campioni, in funzione dei parametri analitici da eseguire, sono stati utilizzati materiali e contenitori condizionati secondo buone tecniche di laboratorio. 2. Analisi Per ciascun campione, in ottemperanza al programma a suo tempo predisposto, è stata eseguita analisi di n. 68 parametri chimici e microbiologici. 3. Proseguimento indagini Sulla base dei risultati raggiunti e secondo quanto previsto esplicitamente nel programma di analisi, per i successivi cicli quadrimestrali di monitoraggio, sono stati selezionati i parametri analitici di maggior interesse e significatività per il completamento delle indagini. VALUTAZIONE COMPLESSIVA PARAMETRI ANALITICI Come previsto nella progettazione della presente indagine, sono state eseguite n. 4 serie di prelevamenti nei seguenti periodi: MARZO - GIUGNO 1996 SETTEMBRE - DICEMBRE 1996 MARZO - APRILE 1997 MAGGIO - GIUGNO 1997 eseguendo sui campioni le previste analisi complete di tipo C4. 15 B O O K S E I

Acque di falda In generale sono stati prelevati n.180 campioni per un totale di 13.050 determinazioni analitiche fisiche, chimiche e microbiologiche. In allegato alla presente relazione (annesso 1) si riporta, per ogni pozzo, una tabella riassuntiva dei più significativi parametri analitici; sono stati infatti selezionati 22 parametri indicatori, sia delle caratteristiche di composizione che di eventuale contaminazione chimica, che rispondessero alle seguenti caratteristiche: 1. parametri che fossero stati eseguiti in tutte quattro le serie di prelevamento; 2. parametri i cui dati analitici risultassero generalmente superiori al limite di rivelabilità del metodo analitico. Su tale serie di dati è stata condotta una ulteriore elaborazione calcolando per i 22 parametri significativi prima citati e per ciascun pozzo i seguenti parametri statistici: valore medio deviazione standard coefficiente di variazione percentuale Lo scopo di questa elaborazione matematica è di verificare la costanza dei valori analitici dell acqua di un pozzo nell arco dei due anni dell indagine. Eventuali sensibili variazioni dei dati di composizione o di inquinamento dell acqua possono indicare l inadeguatezza delle tecniche analitiche utilizzate, ovvero soprattutto nel caso dei parametri di inquinamento, una evoluzione dei valori dell analita a seguito di avvenimenti esterni quali la dispersione nell ambiente degli inquinanti o l andamento delle precipitazioni. Sulla base dei risultati analitici, in generale possono essere fatte le seguenti considerazioni riguardanti la variabilità della concentrazione degli analiti per ciascun pozzo, nell ambito dei quattro prelievi effettuati. Inoltre, per una migliore rappresentazione della situazione qualitativa delle acque potabili in provincia di Pordenone, si sono utilizzati i dati di archivio del PMP e relative elaborazioni. Temperatura delle acque A) La temperatura delle acque profonde ha generalmente variazioni assai limitate e comunque indipendenti dall andamento stagionale. Infatti, nella gran parte dei casi, le deviazioni standard relative risultano al di sotto del 10% del valore medio. Alcuni valori più alti possono essere ascritti a prelievi effettuati lontano dalla bocca di erogazione e dove quindi le condizioni ambientali possono aver causato variazioni più alte. Da un punto di vista generale i valori medi più bassi della temperatura dell acqua sono stati riscontrati nei pozzi meno profondi (valore minimo 12 C nel pozzo n. 46 a Cordenons e valore massimo 17,3 C nel pozzo n.19 a Brugnera). Parametri di composizione delle acque B) I parametri conducibilità e durezza, indicatori della composizione salina delle acque, presentano una buona costanza dei risultati analitici con una variazione quasi sempre contenuta entro il 5% del valore medio. Tale situazione è tipica delle acque profonde non facilmente soggette a fenomeni di diluizione del carico anionico e cationico. I valori più elevati di salinità sono riscontrabili nei pozzi appartenenti alla falda freatica e a minor profondità. I valori più bassi sono invece rintracciabili nelle falde artesiane profonde. B O O K S E I 16

Acque di falda Un annotazione a parte deve essere fatta per gli acquiferi direttamente ravvenati in toto o in parte dal fiume Tagliamento, le cui acque sono caratterizzate da una rilevante presenza di solfati e metalli alcalino terrosi. L influenza di questo fiume sugli acquiferi della Destra Tagliamento può infatti essere monitorato adottando come tracciante la presenza di stronzio e secondo la pubblicazione di Carniel et al., 1988; tale ravvenamento si estende per una fascia di circa 7 km a ovest dell asse del fiume (figura 7). I valori di concentrazione stronzio, più elevati nella presente indagine, sono stati infatti riscontrati nei Comuni di S. Giorgio della Richinvelda (937 µg/l), Casarsa della Delizia e S. Vito al Tagliamento. Anche per questo parametro le variazioni di concentrazione sono molto contenute risultando generalmente la deviazione standard relativa al di sotto del 5% del valore massimo. Per il parametro solfati, valgono le stesse considerazioni sopra espresse di piccola variabilità anche se deve essere evidenziato il fenomeno della assenza o comunque della concentrazione molto bassa, in acque anche profonde derivanti da falde di tipo torboso e definibili con caratteristiche riducenti dove infatti non è rilevabile presenza di composti ossigenati dell azoto e dello zolfo. La concentrazione più elevata di solfati è stata riscontrata in Comune di S. Giorgio della Richinvelda (140 mg/l) nello stesso pozzo in cui è stata rilevata la maggior concentrazione di stronzio. C) I parametri calcio e magnesio, indicatori della durezza dell acqua e quindi della sua composizione, presentano anch essi come era atteso, una bassa variabilità rispetto al valore medio, anche in questo caso generalmente inferiore al 5%. I valori della durezza calcica e magnesiaca, come noto, rivestono importanza per l utilizzabilità dell acqua in generale, es. per la capacità di incrostazione degli impianti termici e anche per un risvolto di tipo ambientale, generalmente poco considerato, qual è il consumo dei tensioattivi che è tanto più elevato quanto maggiore è la durezza dell acqua; difatti le case produttrici di detersivi per uso domestico indicano i dosaggi in funzione di 3 tipologie di acqua: dolce durezza < 15 F mediadurezza 15 25 F dura durezza > 25 F In generale, considerando l alimentazione idrica da acquedotti o pozzi della provincia di Pordenone, le tipologie di acqua utilizzate dalla popolazione a scopo potabile sono rappresentate nella illustrazione grafica di figura 8 (Carniel et al., 1992). Alle acque dolci viene ovviamente correlato un più basso dosaggio di detersivo. È quindi auspicabile che la popolazione sia informata della durezza generalmente bassa della acque utilizzate, soprattutto quelle fornite attraverso gli acquedotti, e si arrivi quindi ad un contenimento dei consumi di detersivo con evidenti benefici di tipo ambientale. D) Tra gli elementi minori nella composizione dell acqua vi sono sodio e potassio le cui concentrazioni risultano sempre molto basse e di conseguenza i valori di deviazione standard percentuale, riportati nelle tabelle dell annesso 1, risultano a volte anche elevati più per effetto di calcolo matematico che per effettiva e significativa variabilità. Per quanto attiene il sodio, in particolare, i valori sono quasi sempre risultati di gran lunga inferiori ai 20 mg/l indicati per una dieta a basso tenore di sodio. Fanno eccezione i pozzi derivanti da falde di natura torbosa nei Comuni di Prata di Pordenone, Brugnera, Azzano Decimo, dove le concentrazioni possono arrivare anche a qualche decina di mg/l. E) Nel corso della prima serie di prelevamenti si è proceduto all analisi per la ricerca del fluoro inorganico considerata l importanza di tale sostanza ai fini della profilassi dentaria, ritrovando concentrazioni mediamente molto basse e molto al di sotto del limite massimo ammesso 17 B O O K S E I

Acque di falda nelle acque potabili. I valori più elevati si ritrovano generalmente, nella provincia di Pordenone, in pozzi che attingono da falde artesiane di tipo torboso quali quelle che si trovano nei Comuni di Prata di Pordenone, Brugnera, Azzano Decimo, ecc. Infatti il valore più elevato, nel corso della presente indagine, corrisponde a un pozzo di 130 metri in Comune di Prata di Pordenone (190 µg/l). Più in generale, nel corso di una indagine di questo PMP relativa all anno 1992 (Carniel et al., 1992), la disponibilità del fluoro nell acqua potabile ad uso umano distribuita dagli acquedotti pubblici o attinta attraverso pozzi privati, viene riassunta nella illustrazione grafica (figura 9), dove vengono identificate 4 fasce di concentrazione per la presenza di fluoro. Presenza di composti indesiderabili nelle acque F) In alcune zone della parte meridionale della Provincia di Pordenone le falde acquifere sono caratterizzate dalla presenza di ammoniaca e ferro dovuta a condizioni geopedologiche particolari con riferimento alla natura torbosa dei terreni che alloggiano le acque di falda (figura 10). In tale situazione si ha un ambiente riducente, privo di ossigeno e con presenza di anidride carbonica e metano. Occasionalmente si sviluppa anche acido solfidrico responsabile del caratteristico odore di uova marce. Un altro effetto delle capacità riducenti dei suoli torbosi è di trasformare tutti i composti azotati, naturalmente presenti nelle acque, in ammoniaca. La stessa natura riducente del suolo torboso è responsabile della trasformazione del ferro trivalente (insolubile) in ferro bivalente (solubile) e in definitiva della sua presenza nelle acque captate in pozzi di questo genere. Sotto l aspetto igienico-sanitario la presenza di ammoniaca e ferro, qualora ascrivibile ad un origine geopedologica, non deve dare preoccupazione alcuna stante l assenza di significato tossicologico di tali parametri. Infatti, il DPCM 45/85 sulla applicazione di una norma CEE sulla qualità delle acque potabili, alla voce ammoniaca dà il limite di 0,5 mg/l precisando però che il valore limite indicato può essere ragionevolmente superato solo quando si accerti che l ammoniaca è di origine geologica e che l acqua in origine non presenta indici di contaminazione biologica. Il nuovo DPR 236/88 ha tuttavia eliminato questa interpretazione permissiva ribadendo l invalicabilità dei limiti. A maggior riprova della inesistenza di pericoli sanitari per l uso dell acqua con ammoniaca e ferro (di origine geologica) si può fare riferimento ad un DM del 1992 dove per acque con tali caratteristiche possono essere date deroghe fino a 10 mg/l per l ammoniaca (contro un limite di 0,5 mg/l) e fino a 1 mg/l per il ferro (contro un limite di 0,2 mg/l) evidenziando quindi questa possibilità di deroga un totale assenza di pericolo di tali composti nell acqua potabile derivante da queste falde di natura torbosa. Tuttavia va rilevato che in certe condizioni, valori elevati di azoto ammoniacale possono favorire la crescita di flora saprofita e fenomeni di corrosione delle tubazioni, mentre il ferro può causare alterazione dei caratteri organolettici dell acqua e la formazione di macchie sui sanitari e sulla biancheria. Le proposte di modifica (attualmente allo stato di bozza) del DPR 236/88 sembrano introdurre una certa elasticità per il parametro ferro qualora sia di origine naturale. Come previsto nella presente indagine, pozzi positivi per la presenza di ammoniaca e ferro sono stati ritrovati nei Comuni di Azzano Decimo, Brugnera, Caneva, Porcia, Prata di Pordenone, Sacile e Sesto al Reghena, con concentrazioni variabili fino a 4,6 mg/l di ammoniaca nel pozzo n.18 a Brugnera. Contemporaneamente il ferro presentava una concentrazione media massima di 1,5 mg/l nello stesso pozzo n. 18 di Brugnera. B O O K S E I 18

Acque di falda È utile segnalare che, sulla base di conoscenze generali di questo PMP, situazioni analoghe di falde di natura torbosa sono riscontrabili anche in parte o in toto nei territori comunali di Chions, Cordovado, Fiume Veneto, Fontanafredda, Pasiano di Pordenone, Pordenone e Pravisdomini (figura 10). Per questi due parametri una situazione particolare va segnalata per il pozzo n. 119, in Comune di Sacile, dove i valori medi di ammoniaca e ferro risultano rispettivamente di 16,28 e 2,25 mg/l; tuttavia per questo pozzo specifico il quadro analitico complessivo di tale acqua è assolutamente anomalo nei suoi parametri di composizione e si ritiene avulso dal quadro idrologico considerato nella presente indagine. G) Nel quadro delle indagini sugli inquinanti di origine agricola uno dei punti di interesse è costituito dalla presenza dei nitrati nelle acque delle falde esaminate. Qualunque forma di azoto, organica o inorganica, apportata al terreno per scopi agricoli o per effetto della degradazione dei materiali di origine animale e vegetale o per apporto delle acque di pioggia (circa 15 kg/ha per anno nella zona di Pordenone, secondo una studio effettuato da questo PMP nel 1991), subisce una trasformazione nelle forme più direttamente assimilabili dalle piante quali l ammoniaca e i nitrati. Della frazione non direttamente assorbita per l accrescimento vegetale, una parte viene dispersa nell atmosfera come ammoniaca e una parte, sottoforma di nitrati, percola attraverso i terreni fino a raggiungere le falde e in particolare la falda freatica che rappresenta l acquifero maggiormente a rischio. La presenza di nitrati nelle acque di falda è quindi soggetta ad accumulo e deve essere per legge contenuta entro il limite di 50 mg/l. In figura 11 sono state rappresentate le concentrazioni medie di nitrati (NO - 3 ) riscontrate nei pozzi oggetto della presente indagine. Appare evidente che le maggiori concentrazioni sono state rinvenute nei pozzi a minor profondità nella parte inferiore della media e alta pianura pordenonese. I valori medi più elevati sono quelli rinvenuti nel pozzo n. 113, in Comune di Roveredo in Piano (34,1 mg/l), nel pozzo n. 38 in Comune di Cordenons (31,3 mg/l), nel pozzo n. 58 in Comune di Fontanafredda (31,3 mg/l) e nel pozzo n. 25 in Comune di Caneva (30,0 mg/l). Nella zona al di sotto della linea delle risorgive rappresentata nella figura 11, le concentrazioni sono molto inferiori e i nitrati risultano addirittura assenti nella parte sud-ovest della provincia per effetto dei terreni torbosi riducenti e che hanno consumato ogni forma ossigenata di azoto e zolfo. In figura 12 viene rappresentato l andamento delle concentrazioni dei nitrati nei pozzi, oggetto della presente indagine, raffrontando i valori ritrovati nella prima serie di prelievi (primo quadrimestre 1996) e ultima serie di prelievi (secondo trimestre 1997) e considerando le sole variazioni superiori +/ 5%. Dal grafico si evince che in più della metà dei casi (51%) si è verificato un aumento della concentrazione dei nitrati. Per alcuni dei pozzi esaminati sono risultati disponibili dati, riferiti ad anni precedenti, ricavandone un andamento nel tempo riportato nelle figure 13, 14, 15, 16 e 17. Dall esame dei grafici, accanto a situazioni di palese e costante aumento della concentrazione dei nitrati (pozzo n. 2 di Aviano, pozzo n. 42 di Cordenons e n. 101 di Pordenone), bisogna anche segnalare situazioni di contenuto inalterato di nitrati come nei pozzi n. 121 di S.Giorgio Richinvelda e n. 154 di Zoppola. H) Le norme comunitarie in tema di potabilità delle acque hanno stabilito limiti molto severi (0,1 µg/l) per la presenza dei residui di prodotti fitosanitari utilizzati in agricoltura. Tra questi, per la grande diffusione nell utilizzo agricolo nel territorio regionale e per la relativamente alta persistenza nei terreni, si ritengono particolarmente pericolosi gli erbicidi quali triazine e acetamidi. In particolare l atrazina è risultato il principio attivo più spesso ritrovato nelle acque di falda, 19 B O O K S E I

Acque di falda tuttavia negli ultimi anni in alcuni pozzi della provincia di Pordenone sono stati rinvenuti altri erbicidi quali terbutilazina, alaclor, metolaclor, simazina. Fin dal 1986, anno di entrata in vigore delle norme europee sulla potabilità dell acqua, il PMP di Pordenone ha attivato una rete di monitoraggio di 132 pozzi distribuiti sul territorio di pianura pordenonese per la ricerca di residui di erbicidi (figura 18). Per una valutazione della presenza di atrazina negli acquiferi del pordenonese, si sono elaborati i dati dell anno 1987 relativi alle concentrazioni nei pozzi della rete di profondità superiore a 15 metri e in quelli ritenuti maggiormente a rischio di profondità inferiore a 15 metri (figura 19-20). In tali indagini la scelta dei pozzi è avvenuta su segnalazione delle Autorità Sanitarie Locali in base a criteri di disponibilità e accessibilità e di distribuzione territoriale, non essendo quindi adeguatamente accertata la rappresentatività delle falde. Nel corso della presente indagine (serie di 45 pozzi identificati col concorso della facoltà di Geologia dell Università di Trieste), si è allargata la ricerca analitica al parametro deetilatrazina, un metabolita dell erbicida atrazina, secondo le indicazioni pervenute dal Ministero della Sanità nel giugno del 1996. Il 40% dei 45 pozzi esaminati è risultato negativo per il parametro somma di atrazina e deetilatrazina, mentre il 20% è risultato eccedere il relativo limite di 0,1 µg/l così come illustrato nella elaborazione in figura 21. La rappresentazione dei valori di concentrazione con riferimento alle ubicazioni dei pozzi (figura 22), evidenzia una distribuzione dei valori più alti nella parte inferiore centrale del conoide di Pordenone con quasi totale assenza di erbicidi nei pozzi artesiani al di sotto della linea delle risorgive. Vengono così confermate le ipotesi della maggior vulnerabilità dell acquifero ospitato nel conoide nella sua parte centrale altamente permeabile, dove è maggiormente diffusa la pratica agricola in generale e maidicola in particolare mentre sulle fasce orientali e occidentali, per il ravvenamento dovuto rispettivamente al Tagliamento e al bacino del Cansiglio, si ritrovano generalmente acque a minor livello di contaminazione da erbicidi. Per dare verifica a tale presentazione della situazione sono stati elaborati i risultati analitici di atrazina e deetilatrazina derivanti dalle analisi condotte dal PMP di Pordenone nel corso degli anni 1996 e 1997 su pozzi privati e pubblici in alcuni Comuni della Provincia. In figura 23 sono elaborati i dati del Comune di Pordenone dove si evidenzia che il 40% dei pozzi (su 422 esaminati) ha concentrazioni di erbicidi superiore al limite di accettabilità e solo il 13% ne risulta esente. Risultati molto simili riscontrati negli elaborati per i Comuni di Cordenons, Fontanafredda e Porcia dove la parte di pozzi eccedente il limite di 0,1 µg/l di erbicidi varia dal 30 al 37% (figure 24, 25, 26). Diversa è la situazione nel Comune di Zoppola dove ha influenza il ravvenamento dal Tagliamento e dove solo il 18% dei pozzi risulta fuori del limite di accettabilità (figura 27). Tale influenza di acque diverse da quelle del conoide è ancora più evidente nel comune di Casarsa dove nessun pozzo è finora risultato con concentrazioni superiori al limite (figura 28). Vengono anche confermati i dati di maggior tutela delle falde artesiane in pressione, situate sotto la linea delle risorgive, il cui molto più lento ricambio offre maggiori garanzie circa la possibilità di una percolazione diretta e improvvisa di inquinanti sparsi nell ambiente e sul suolo agricolo in particolare. B O O K S E I 20

Acque di falda I dati elaborati graficamente sono riferiti alle analisi eseguite nel periodo 1996 e primo semestre 1997. Da allora la situazione può essere peggiorata in alcuni dei Comuni considerati. I) Nel quadro di approfonditi controlli, previsti dalle normative in tema di potabilità dell acqua, a partire dal marzo 1987, è stata rilevata nell acquifero freatico che alimenta l acquedotto di Fontanafredda, la presenza di tricloroetilene (TCE), tetracloroetilene (PCE) e 1.1.1. tricloroetano, in concentrazione superiori ai limiti previsti dalle disposizioni di legge. L area dove le concentrazioni sono anomale occupa una estesa banda allineata in senso meridiano, compresa tra Aviano a nord e le risorgive a sud, nel tratto tra Porcia e Fontanafredda. Già dai primi accertamenti analitici si è delineato un quadro dell inquinamento preoccupante e delicato, caratterizzato dai seguenti elementi: particolare pericolosità e concentrazione delle sostanze inquinanti; delicata funzione idrogeologica esercitata dall acquifero freatico indifferenziato nell alimentazione idrica delle popolazioni; attingimento multiuso in atto dallo stesso acquifero; notevole estensione dell area contaminata. Le indagini, eseguite attraverso la terebrazione di pozzi spia lunga la direzione prevalente di esponimento della falda, hanno portato alla identificazione della zona da cui procedeva l inquinamento stanti gli elevati livelli riscontrati immediatamente a valle e l assenza di inquinamento immediatamente a monte. In figura 29 vengono riportati i pozzi spia utilizzati nell indagine e in figura 30 viene illustrata la zona interessata, così come è stata mappata nel corso dei primi mesi di indagine. Nel corso degli anni successivi sono continuate le operazioni di monitaraggio, in parte destinate a seguire lo sviluppo dell inquinamento e in parte mirate all individuazione di eventuali interventi di bonifica. Complessivamente sono stati analizzati oltre 2000 campioni per la ricerca del tetracloroetilene, del 1.1.1. tricloroetano e del tricloroetilene. A distanza di 10 anni, l inquinamento è tuttora presente negli acquiferi inquinati e l esame dell andamento delle concentrazioni suggerisce che il fenomeno è in attenuazione nei pozzi spia riferiti alla parte alta del conoide mentre, al contrario, qualche segnale di aumento della presenza di PCE è stato individuato in alcuni pozzi artesiani a valle della linea delle risorgive. Quanto sopra descritto può essere evidenziato dall esame delle seguenti elaborazioni grafiche della concentrazione di solventi clorurati in alcuni pozzi spia scelti lungo l asse centrale della zona interessata: pozzo spia n. 7 - Aviano (figura 31) È il più vicino alla sorgente dell inquinamento e ha sempre presentato i valori più elevati. Si nota senz altro una diminuzione della concentrazione nel corso degli anni con evidenti variabilità a testimonianza di una situazione di inquinamento ancora presente e in evoluzione. pozzo spia n. 4 - Aviano (figura 32) In questo caso è ben evidenziata una tendenza alla diminuzione a partire dai primi anni fino alla situazione di oggi. pozzo ex acquedotto Forcate - Fontanafredda (figura 33) Anche in questo caso valgono le considerazioni fatte per il pozzo spia n. 4 segnalando che dopo un periodo iniziale, dal 1987 al 1988, c è stato un aumento di PCE seguito da un calo ben evidente negli ultimi anni. Interessa, in particolare, vedere un andamento della concentrazione, in questo pozzo, nei primi mesi di indagine così come illustrato in figura 35. Appare evidente che il 21 B O O K S E I

Acque di falda fenomeno nel marzo 87 pur già iniziato era ancora nella sua prima fase di aumento fino ai valori massimi registrati nei primi mesi del 1988. pozzo Condominio via Cavour - Porcia (figura 34) In questo pozzo situato al di sopra della linea delle risorgive, dopo una fase iniziale di calo delle concentrazioni, si è notato dopo il 1993 un aumento dei valori medi annuali a indicazione di una ritardata diffusione degli inquinanti nelle falde artesiane profonde a velocità di circolazione sicuramente molto inferiore rispetto all acquifero ospitato nel conoide di Pordenone cui appartengono pozzi spia precedentemente descritti. Nel corso dei primi anni di indagine è stata evidenziata una situazione apparentemente contraddittoria riguardante la presenza di tricloroetilene (TCE) accanto all inquinante principale tetraclorietilene (PCE); infatti, nei pozzi spia vicini alla fonte di inquinamento la concentrazione di PCE risultava in rapporto molto grande rispetto alla piccola concentrazione reperibile di TCE. Al contrario, nei pozzi spia più lontani, il rapporto PCE su TCE diventava sensibilmente più basso facendo ipotizzare una possibile ulteriore fonte di contaminazione, diversa da quella riscontrata nella zona industriale di Aviano, e dalla quale ci fosse un immissione di TCE nella stessa falda. Tale situazione è raffigurata nell elaborazione grafica (figura 36) dove viene calcolato in vari periodi (anni 1987-1992) il valore del rapporto PCE su TCE in funzione della distanza dalla zona sorgente di contaminazione in Comune di Aviano. Nel tentativo di fare chiarezza su questo non secondario aspetto, circa la presenza di tetracloroetilene e tricloroetilene, il PMP di Pordenone ha svolto, basandosi anche su ipotesi apparse nella letteratura scientifica, specifiche indagini sul destino del PCE presente in un terreno in funzione del tempo. I risultati degli esami di questo PMP evidenziano, nelle condizioni assunte per l esperimento (15 C; in terreno simulante), un calo della concentrazione di PCE e un corrispondente aumento della concentrazione di TCE dopo un periodo di incubazione di circa un mese, così come ad esempio viene evidenziato nella figura 37 (Carniel et al., 1990). Le conclusioni tratte da questa indagine sono in pieno accordo con i risultati sperimentali delle analisi sui pozzi giustificando cioè il graduale aumento di TCE in funzione della distanza e quindi dei tempi di permanenza nel terreno del PCE presente all origine. Nel corso delle analisi, condotte all inizio del 1997, si è proceduto a prelievi di acque di risorgiva in Comune di Porcia su alcuni piccoli corsi d acqua che si originano dalla linea delle risorgive traendo alimentazione dall acquifero contaminato, così come illustrato in figura 38. Contemporaneamente si è proceduto a una valutazione, anche se approssimata, delle portate delle rogge nel punto di campionamento. La situazione che ne emerge viene riassunta in tabella 6, dove viene indicata la quantità giornaliera di TETRACLOROETILENE fuoriuscente attraverso le risorgive, risultando dalla stima predetta una quantità di oltre 3 chili al giorno. Tuttavia, una valutazione complessiva del bilancio di tali solventi fuoriusciti nel corso degli anni e quindi immessi a suo tempo molto più a monte ad Aviano nell acquifero, deve tener conto che nei primi anni di inquinamento le concentrazioni risultavano molto più elevate, così come risulta dall esempio delle risorgive Bagnador, riportate in figura 39. Considerata l approssimazione di stima di tali misure non si può arrivare ad esprimere una cifra precisa, tuttavia si può sostenere che l inquinamento da PCE ha riguardato all origine quantità molto ingenti di tale sostanza e dell ordine di diverse tonnellate. B O O K S E I 22

Acque di falda Microinquinanti organici e inorganici L) Nella prima serie di prelevamenti è stata data particolare importanza alla ricerca di sostanze organiche la cui presenza, anche a livello di tracce minime, potrebbe significare uno stato di contaminazione potenzialmente molto pericolosa. Sono state analizzati 30 componenti appartenenti alle seguenti famiglie di composti chimici: idrocarburi disciolti e emulsionati tensioattivi anionici solventi aromatici fenoli insetticidi cloro-organici idrocarburi aromatici policiclici La ricerca di tutti questi composti ha dato esito negativo in tutti i pozzi esaminati. Fa eccezione un solo campione, prelevato nella zona industriale in Comune di Porcia (pozzo n. 78), dove in una occasione (apr 1996) è stata rinvenuta presenza di tracce di fenoli. Le analisi eseguite in questo stesso pozzo nelle serie successive hanno invece dato esito negativo. Nel corso dell indagine è stata effettuata anche la determinazione della sostanza organica totale presente nel campione attraverso la misura del TOC (Total Organic Carbon). Nell 85% dei pozzi la concentrazione media di TOC è risultata inferiore a 1 mg/l C. Concentrazioni superiori a 1 mg/l (13% dei pozzi) sono state rinvenute nelle acque provenienti dalle falde di natura torbosa caratterizzate da presenza di acidi umici e fulvici. Il valore medio più alto riscontrato è di 6,2 mg/l C rilevato nel pozzo n.119 di Sacile. In tabella 7 sono riportati i valori medi del TOC nei 45 pozzi. Secondo l esperienza acquisita da questo PMP sulla base di numerose analisi eseguite su acque di falda del pordenonese, è stato possibile stabilire un rapporto tra il valore di ossidabilità (parametro 24 della tabella allegata al DPR 236/88) misurato in mg/l O2 e il TOC espresso come mg/l C. Tale rapporto ossidabilità/ TOC è risultato per le acque di falda a composizione normale, equivalente a 1,57. Altri microinquinanti organici quali i solventi clorurati e gli erbicidi hanno avuto già la specifica e soprariportata elaborazione e valutazione. Molta importanza riveste anche la ricerca di metalli tossici o indesiderabili che segnalano una situazione di inquinamento della falda utilizzata ovvero fenomeni di cessione da parte di tubazioni e altri materiali di contatto durante l emungimento e l erogazione dell acqua. Sono stati analizzati i seguenti elementi: arsenico, bario, boro (solo nelle ultime tre serie di prelevamenti), cadmio, cromo, mercurio (solo nella prima serie di prelevamenti), nichel, piombo, rame, zinco. L arsenico è risultato sempre assente. Il mercurio, la cui ricerca è stata effettuata nella sola prima serie di prelevamenti, è risultato sempre assente. Il piombo è stato rinvenuto in tracce minime, inferiori a 0,01 mg/l, in 19 campioni su 180 significando tuttavia che tali valori molto bassi sono appena superiori alla soglia di rilevabilità strumentale e in ogni caso su concentrazioni molto lontane dal limite di accettabilità di 0,05 mg/l fissato per le acque potabili. In una sola occasione (giugno 1997) nel pozzo n. 25 di Caneva la concentrazione di piombo è risultata appena superiore, arrivando a 0,017 mg/l. 23 B O O K S E I

Acque di falda Il nichel è risultato sempre assente con la sola eccezione di quattro campioni su 180 dove le concentrazioni, tuttavia, sono estremamente basse appena al di sopra della soglia di rilevabilità (0,002-0,011 mg/l) e comunque lontanissime dal limite di accettabilità di 0,05 mg/l. Lo zinco risulta spesso positivo nei campioni esaminati anche se la sua presenza in linea di massima deve essere riferita a cessione dei tubi zincati che costituiscono il pozzo di emungimento o le tubazioni di distribuzione. Nella figura 40 si è graficata la distribuzione percentuale delle varie concentrazioni nei 180 campioni analizzati. Nel 31% dei campioni lo zinco è risultato assente; nel 44% la concentrazione di zinco è risultata inferiore al valore guida per le acque potabili di 0,1 mg/l. Nel 21% il valore è risultato compreso tra 0,1 e 0,5 mg/l. Una concentrazione superiore a 0,5 mg/l è stata rinvenuta nel 4% dei campioni. In nessun caso, per lo zinco, è stato superato il limite imperativo di 3 mg/l fissato per le acque potabili. Il cromo è risultato sempre assente. Il rame è risultato assente nella maggior parte dei campioni. Le concentrazioni rilevate in 39 dei 180 campioni, sono estremamente basse, appena al di sopra della soglia di rilevabilità (0,002 mg/l) e comunque lontanissime dal valore guida per le acque potabili di 0,1 mg/l. Un solo campione dei quattro prelevati nel pozzo n. 9, in località Tiezzo di Azzano Decimo, ha dato un valore anomalo di 0,813 mg/l. Il boro è risultato presente in 19 dei 127 campioni sui quali è stata eseguita tale ricerca. I valori più elevati con un massimo di 0,220 mg/l sono stati rinvenuti nel pozzo n. 119 di Sacile, risultato già caratterizzato da numerosi altri parametri anomali. Tutti gli altri valori sono inferiori a 0,2 mg/l e quindi lontani dal valore guida per le acque potabili di 1 mg/l. Il bario è presente in 142 dei 180 campioni esaminati ma solo nei pozzi n. 18 di Brugnera e n.119 di Sacile viene superato il valore guida per le acque potabili di 0,1 mg/l in tutti 8 i campioni esaminati nelle 4 serie di prelevamenti. Si ritiene di poter segnalare una certa corrispondenza tra la presenza geopedologica di ferro e la contemporanea relativamente elevata concentrazione di bario. Aspetti microbiologici delle acque M) La salvaguardia della salute pubblica è il motivo principale per cui si effettuano i controlli microbiologici delle acque. Occorre valutare la contaminazione fecale dei corpi idrici poiché nelle acque possono essere presenti microrganismi capaci di provocare infezioni e malattie. I controlli più idonei sono quelli che riguardano la rilevazione di quegli organismi capaci di indurre stati patologici ma le analisi dirette dei microrganismi patogeni pongono diverse difficoltà, tra cui il fatto che essi sono presenti nelle acque in concentrazioni piuttosto basse e con modalità di intermittenza. Inoltre le analisi per la loro rilevazione possono essere lunghe e complesse. Per questi motivi sono stati introdotti gli indicatori di contaminazione fecale e, come indicatori, sono stati accettati nella maggior parte dei Paesi, batteri come i coliformi totali, i coliformi fecali, gli streptococchi fecali. Gli indicatori batterici non sempre sono giudicati idonei a valutare l efficienza del trattamento delle acque nei confronti dell abbattimento della carica virale, poiché virus enterici possono essere presenti in acque potabili nelle quali i coliformi sono assenti. La presenza nelle acque destinate al consumo umano di virus e batteriofagi è sicuramente da associare ad una situazione igienica critica e anche la sola evidenziazione di batteriofagi è indice di inquinamento virale dato che questi due gruppi di microrganismi hanno caratteristiche fisiche B O O K S E I 24