Dott.ssa Caterina Fucili Psicologo Psicoterapeuta Fano e Pesaro

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Transcript:

Tutte le cose sono belle, e lo diventano ancora di più quando non abbiamo paura di conoscerle e provarle. L esperienza è la vita con le ali. (K. Gibran) Dott.ssa Caterina Fucili L APPROCCIO COGNITIVO A ORIENTAMENTO COSTRUTTIVISTA ED EVOLUTIVO Questa strategia terapeutica ha come presupposto fondamentale la concezione che non esiste una realtà oggettiva, universale e pertanto uguale per tutti, ma che esistono tante realtà così quanti possono esserne gli osservatori. Con ciò s intende che ognuno di noi attribuisce un significato personale a ciò che lo circonda, utilizzando modalità specifiche con cui si rappresenta il mondo e ricorda le esperienze della vita passata. La conoscenza personale prende forma in relazione al tipo e alla qualità delle relazioni che si sono strutturate nel corso dello sviluppo fino a diventare una caratteristica stabile della personalità. L obiettivo dell intervento diventa dunque facilitare la comprensione: individuare e flessibilizzare gli schemi con cui vengono elaborati gli eventi e si entra in relazione con l altro, prendere contatto e riconoscere le emozioni dolorose, in modo da trovare strategie utili per gestirle nel modo più funzionale e adattivo. Ognuno di noi ha uno specifico modo di interagire: ed è proprio in quest ambito che sperimentiamo le più grandi espressioni di benessere o di dolore. STILE DI RELAZIONE ASSERTIVO Scambiandosi i loro pensieri, gli uomini comunicano come nei baci e gli abbracci; chi accoglie un pensiero non riceve qualcosa, ma qualcuno. (H. Von Hofmannsthal) Il Training dell assertività fa parte delle terapie che hanno l obbiettivo di ricostruire una migliore percezione e una più chiara capacità espressiva dei propri bisogni, desideri, pensieri e stati emotivi. Inoltre punta a rendere più efficace l utilizzo delle risorse ambientali come fonte di vissuti positivi e ad aprire l interscambio tra l individuo e il mondo che lo circonda affinché si possa crescere in libertà. Il termine assertività deriva dall inglese to assert che all origine significava mettere uno schiavo in libertà. Quando si parla di assertività ci si riferisce alla capacità di esprimere in maniera diretta (comportamento fermo, messaggio chiaro e non ambiguo), coerente (comportamento uniforme: parole gesti e sentimenti comunicano la stessa cosa), appropriata (comportamento interattivo disponibile all ascolto ed alla comprensione

delle idee e dei sentimenti degli altri, privo di reazioni che possono negare il diritto dell altro di esprimersi) pensieri, bisogni, sentimenti, esigenze o diritti. Assertività significa vivere con serenità i rapporti con gli altri con l equilibrio di chi non subisce e non aggredisce, con un atteggiamento fermo ma non rigido, comprensivo ma non debole; sostenere la propria integrità e dignità e allo stesso tempo incoraggiare ed accettare questo comportamento negli altri, nella valorizzazione delle proprie e altrui risorse. Significa saper comunicare in modo onesto e spontaneo, senza troppe riserve mentali e paure, non essere imbrigliati da sentimenti di inferiorità e neppure compiacersi narcisisticamente di se stessi. Un individuo è assertivo quando in un contesto di relazione riesce ad avere ben chiaro cosa desidera (il suo obiettivo); agisce per ottenerlo ma rispetta i bisogni degli altri; non si sente in colpa o prova imbarazzo; mantiene una buona opinione di sé anche nel caso gli sia difficile o impossibile perseguire ciò che vorrebbe. Assertività non significa quindi soltanto saper esprimere il proprio punto di vista, avere la faccia tosta di manifestare un dissenso, parlare in pubblico, rimandare indietro un piatto se non corrisponde a quello ordinato o dire no (benché questi siano tutti comportamenti che di solito sono sottesi da uno stile relazionale assertivo). Assertività non significa nemmeno soltanto sentirsi a proprio agio in mezzo alla gente, parlare in pubblico senza grossi timori, non vergognarsi delle proprie idee e caratteristiche (sebbene queste siano emozioni solitamente associate allo stile assertivo). Ampliando la definizione di assertività, è possibile descriverla anche come possibilità di: essere chiari con se stessi sulle proprie necessità, desideri, punti di vista, anche se questo a volte costa fatica, fa male e richiede di rivedere anche in modo drastico relazioni importanti; essere disponibili a rischiare nella relazione, a mettersi in gioco manifestando le proprie esigenze con chiarezza, consapevoli delle conseguenze; avere fiducia in se stessi e nelle proprie capacità di dare un contributo alla relazione, ma anche fiducia negli altri e nella loro capacità di avere un ruolo positivo e costruttivo; riconoscere agli altri il diritto di essere se stessi nella relazione, di manifestarsi al sui interno e di perseguire i propri obiettivi; essere disponibili a gestire in modo costruttivo e positivo le divergenze di opinioni, passioni, desideri, cioè a trasformare le diversità in risorse più che in vincoli. Lo stile assertivo comporta numerosi vantaggi a breve e lungo termine. Accresce l autostima, rende più energici e motivati, fa sentire protagonisti, compresi e apprezzati. Permette di rispettare gli altri e aiutarli a essere se stessi, a instaurare rapporti di fiducia in cui c è coerenza e disponibilità all ascolto, comprensione, ricerca di soluzioni condivise. Le relazioni sono più ricche, autentiche e pie

La persona che ha uno stile di relazione passivo mostra difficoltà ad esprimersi e tende a nascondere il proprio pensiero e le proprie emozioni, positive o negative che siano. Questo di solito accade perché prova imbarazzo, tensione, ansia, colpa, o perché teme che gli altri ne approfittino, la prendano in giro, la giudichino male. I presupposti che determinano uno stile passivo possono essere rintracciati nel riconoscere all altro diritti che non si riconoscono a se stessi; nel ritenere che i bisogni dell altro siano sempre e tutti più importanti dei propri; nella convinzione che l altro possa contribuire positivamente alla situazione, mentre non viene riconosciuta a sé tale capacità. In generale, quindi, per passività si intende un comportamento orientato a non difendere i propri diritti, comportandosi in un modo che induce gli altri a violarli o ad approfittarsi della situazione; non esprimere bisogni, opinioni, desideri, stati d animo, ricorrendo a scuse, diffidenza o autosvalutazione. Spesso questo comportamento viene messo in atto perché si spera di ottenere determinate conseguenze, soprattutto a breve termine: evitare a tutti i costi un conflitto, ridurre l ansia da esposizione, rimandare le decisioni, non affrontare i problemi, far piacere agli altri e ottenere un consenso sociale per la propria remissività e disponibilità. Se questi risultati possono momentaneamente placare la tensione, a lungo andare logorano l individuo e la relazione. La persona non raggiunge i propri obiettivi e si scopre insoddisfatta di sé e del suo rapporto con gli altri. Il ripetersi di episodi di comportamenti passivi produce una ulteriore riduzione dell autostima e del senso di autoefficacia; viene avvertita la spiacevole sensazione di trovarsi sempre in balia degli altri, sfruttati, di non essere autonomi ed in grado di prendere alcuna iniziativa, di non saper affrontare gli eventi. C è insoddisfazione, rabbia, frustrazione, che possono portare a scoppi improvvisi di collera, passando dunque a un comportamento aggressivo. Così, il disagio interpersonale aumenta, si sviluppano sensi di colpa e si torna all atteggiamento abituale. L interlocutore può sentire il rapporto come poco sincero e leale, può provare il disagio di dover sempre indovinare cosa possa pensare l altro, di dover scegliere e parlare anche per lui, di dover fronteggiare chiusure ingiustificate o scoppi di rabbia. Lo stile passivo generalmente suscita commiserazione, atteggiamenti protettivi o sfruttamento. La passività è spesso associata alla dipendenza dal giudizio altrui, al bisogno d approvazione e alla paura delle critiche. Questo porta a gravi disfunzioni nei rapporti interpersonali, vissuti con estrema ansia. L ansia sociale è lo stato di disagio soggettivo che si instaura in una persona quando è esposta all interazione sociale. Per le persone passive essere osservate assume il significato di essere valutate, criticate, giudicate. Chi ha una bassa autostima teme che gli altri possano capire le sue presunte carenze, e ha paura di perdere il loro affetto, la loro benevolenza, la loro stima. Dott.ssa Caterina Fucili STILE DI RELAZIONE PASSIVO

E importante capire che non si possono accontentare tutti e che è necessario accontentarsi di accontentare se stessi, perché questo è un diritto irrinunciabile. Temere di essere giudicati negativamente dagli altri equivale a volerli sempre soddisfare. Chi spende il suo tempo a preoccuparsi di cosa pensano gli altri perde ogni buona occasione che gli si presenta di fronte per affermare se stesso. STILE DI RELAZIONE AGGRESSIVO La persona in cui prevale uno stile aggressivo riesce spesso a realizzare i suoi desideri, ma poiché lo fa a spese degli altri, rovina il suo rapporto con loro; infatti, cerca frequentemente di risolvere le situazioni con violenza (verbale, fisica, emotiva), mettendo a disagio e ferendo gli altri. La persona aggressiva lascia poco spazio agli altri, si impone, non ammette di aver torto; così facendo non rispetta i bisogni dell interlocutore e tuttavia non manifesta neppure i propri, oppure lo fa in modo socialmente poco accettabile. E come se questo stile nascesse o dall impulso, sull onda di una forte reazione emotiva. Alla base dei comportamenti aggressivi sta una lettura particolare di quanto si verifica nella realtà esterna dell individuo. Ad esempio considerare i propri diritti più importanti di quelli degli altri e pensare di averne alcuni che sono invece negati alle altre persone. Bisogni, pensieri, desideri, emozioni sono vissuti come migliori o più validi nella convinzione che l altro non sia in grado di fornire un contributo significativo alla situazione e alla relazione. Come per lo stile passivo, ci sono conseguenze a breve e a lungo termine. Nell immediato l individuo può provare sensazioni di potere e controllo, ricevere possibili apprezzamenti per la determinazione a ottenere ciò che vuole. A distanza di tempo, però, può trovarsi solo e isolato e vivere un forte senso di colpa e di vergogna. Questo accade soprattutto se il comportamento aggressivo è nato da precedenti situazioni di passività che hanno portato allo scoppio di rabbia. Le relazioni sono spesso caratterizzate da tensione, sfiducia, diffidenza reciproca. L interlocutore si sente in difficoltà e inizia ad evitare l individuo aggressivo o usarlo quando gli fa comodo avere un caterpillar e non esporsi di persona, ma prova stress nella maggior parte delle interazioni con lui.

PERCHE FREQUENTARE UN TRAINING ASSERTIVO Dott.ssa Caterina Fucili Ti capita di provare disagio nei rapporti con gli altri? O di non sentirti libero di esprimerti? Ti sembra di avere una vita dominata dai devo? Vorresti sempre apparire perfetto agli altri? Tendi a criticare molto i tuoi comportamenti? Sai imporre una tua idea? Sai chiedere? Sai dire no alle richieste degli altri? Ti succede spesso di perdere la pazienza e arrabbiarti molto? Accetti l opinione di un altro senza farti innervosire? Preferisci evitare certe situazioni sociali piuttosto che viverle con ansia?. Nella conduzione del Training di assertività ci si avvale di un ampio repertorio di tecniche che consentono di ritagliare un intervento su misura. Vengono utilizzate strategie comportamentali finalizzate a implementare atteggiamenti più funzionali e adattivi. L obiettivo è individuare i punti di forza, per imparare a valorizzarli, e i propri limiti, per conoscerli e padroneggiarli. I limiti diventano allora opportunità di cambiamento del modo con cui ci si relaziona agli altri, occasioni per vivere i rapporti in modo più spontaneo e soddisfacente. Avere un comportamento assertivo e possedere uno stile comunicativo efficace ha indubbi risvolti positivi sia sul piano personale sia su quello interpersonale perché incrementa il senso di efficacia. Non solo i grandi oratori e le personalità pubbliche, ma tutti noi siamo quotidianamente chiamati a prendere la parola in situazioni che richiedono coerenza di pensiero e forza espressiva. Esprimersi con chiarezza e convinzione è una capacità che qualsiasi persona, dotata di normale intelligenza e armata di buona volontà, è in grado di acquisire e sviluppare.

Alla luce di quanto è stato detto fin ora, l assertività può essere considerata come il punto di mezzo lungo un continuum, ai cui poli troviamo passività e aggressività, due facce della stessa medaglia, la disistima di sé. E difficile che una persona sia solamente passiva, aggressiva o assertiva. Tuttavia uno di questi stili tende ad affermarsi e prevalere sugli altri, ed è importante capire quale. In alcune circostanze il miglior comportamento da mettere in atto può avere caratteristiche passive, oppure connotazioni molto ferme e addirittura violente. Ma deve sempre trattarsi di un comportamento scelto, non automatico e dettato da una emozione così forte e ingestibile che non consente alternative o da una mancanza di abilità che permette una sola e obbligata risposta. Se ci si rende conto che le reazioni alle situazioni sono controllabili, il senso di efficacia aumenta, così come l autostima e la consapevolezza di avere in mano il controllo della propria vita. Molto spesso si ha l impressione che siano le situazioni esterne che ci fanno sentire in un certo modo e che ci costringono a comportarci in una certa maniera. Volendo diminuire il disagio sperimentato nelle situazioni sociali e imparare a emettere comportamenti assertivi, è necessario innanzi tutto effettuare una operazione elicottero, una manovra con cui si acquisisce una visione dall alto dei propri problemi relazionali. La visione dall alto comporta nello stesso tempo il distacco e la consapevolezza. Il lavoro del terapeuta consiste nel favorire la riformulazione interna, mettendo a fuoco l esperienza soggettiva che filtra l evento esterno e gli attribuisce un significato. Lo stile relazionale non assertivo non rappresenta una caratteristica peculiare e unica di una certa patologia, ma può essere comune a molte persone con difficoltà emotive o meno. Il training assertivo viene realizzato con lo scopo di allargare il repertorio comportamentale rompendo gli automatismi e avviando un cambiamento verso una migliore gestione delle relazioni sociali. Dott.ssa Caterina Fucili

CAMBIARE E POSSIBILE I PRIMI PASSI DEL CAMBIAMENTO Il Training di assertività mira ad aprire la strada ad un cambiamento tramite la psicoeducazione, gli esercizi guidati e l autoosservazione. Ogni partecipante del gruppo sarà aiutato a capire il suo stile relazionale prevalente e a prefiggersi degli obiettivi per sperimentare l assertività. Il gruppo, adeguatamente guidato (da regole di condotta e dai conduttori), assume un ruolo fondamentale perché funge da palestra e da specchio : osserva e rimanda il modo con cui ognuno guarda le cose che gli accadono stimolando nuovi punti di vista e comportamenti differenti. Ogni comportamento assertivo, poi, guadagna sempre risposte incoraggianti dagl altri; questo feedback positivo porta ad una maggiore autostima che sfocia in ulteriore assertività. In un ciclo che, una volta avviato, continua da sé. RICONOSCERE I PROPRI DIRITTI Io solo ho il diritto di giudicare il mio comportamento, i miei pensieri e le mie emozioni. Ho il diritto di non offrire ragioni e scuse per giustificare il mio comportamento i miei pensieri e le mie emozioni. Ho il diritto di valutare e decidere se devo assumermi la responsabilità di trovare soluzioni ai problemi degli altri. Ho il diritto di sbagliare, di fare errori, di non essere perfetto. Ho il diritto di cambiare idea. Ho il diritto di dire: "Non so". Ho il diritto di dire: "Non capisco", "Non m'importa". Ho il diritto di essere (a volte) illogico nel prendere decisioni. Ho il diritto di essere indipendente dall approvazione degli altri, dai loro desideri, dalle loro aspettative. Ho il diritto di pormi delle priorità e degli obiettivi personali. Ho il diritto di essere preso sul serio, di decidere cosa fare del mio corpo, del mio tempo e dei miei spazi. Ho il diritto di difendermi, di arrabbiarmi, di essere ascoltato, di chiedere aiuto. Ho il diritto di dire " no senza sentirmi in colpa. ROMPERE I CIRCOLI VIZIOSI In ognuno di noi convivono i tre stili comportamentali. Tuttavia uno di questi può affermarsi e prevalere sugli altri ed è importante capire quale. In alcune circostanze il miglior comportamento da mettere in atto può avere caratteristiche passive, o connotazioni molto ferme e addirittura violente. Ma si deve sempre trattare di un comportamento SCELTO, non automatico e dettato da una emozione così forte da non consentire alternative o da una mancanza di abilità che permette una sola obbligata risposta.

IL CICLO DELL ANASSERTIVITA Il comportamento verso gli altri, di auto-diniego o abuso, ha come reazione irritazione, evitamento, scarsa considerazione. Questa reazione conferma la bassa autostima. E il ciclo si ripete. Ma il ciclo può anche essere capovolto diventando una sequenza positiva: un comportamento auto-valorizzante, guadagna infatti più risposte positive da parte degli altri e questo feedback porta ad una stima cresciuta del valore personale, che sfocia in ulteriore assertività. Se ci rendiamo conto che le nostre reazioni alle situazioni sono controllabili, il nostro senso di efficacia aumenta, così come l autostima e la consapevolezza di avere in mano il controllo della nostra vita. AUTO-OSSERVARSI L Obiettivo è acquisire maggiore consapevolezza del proprio stile relazionale e comunicativo e avviare un cambiamento verso una migliore gestione delle relazioni sociali. L autoosservazione consiste nel registrare la propria esperienza interna nelle situazioni individuate come critiche. Comprendere pensieri automatici, assunzioni, credenze di base, sensazioni fisiche e stati emotivi che dirottano il comportamento in modo inconsapevole. «La mente che si apre ad una nuova idea non torna mai alla dimensione precedente. (A. Einstein)