U.E.P.E. Ufficio Esecuzione Penale Esterna Reggio Emilia



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Ministero della Giustizia Dipartimento dell Amministrazione Penitenziaria Provveditorato Regionale dell Amministrazione Penitenziaria dell Emilia Romagna U.E.P.E. Ufficio Esecuzione Penale Esterna Reggio Emilia L U.E.P.E. DI REGGIO EMILIA È COMPETENTE PER I TERRITORI DELLE PROVINCE DI REGGIO EMILIA PARMA PIACENZA Febbraio 2008

U.E.P.E. significa Ufficio di Esecuzione Penale Esterna del Ministero della Giustizia. Siamo un insieme di operatori professionali: dirigente, assistenti sociali, psicologi, operatori amministrativi, contabili, e personale di polizia penitenziaria. Dipendiamo dal Ministero della Giustizia. Su incarico della Magistratura ci occupiamo di coloro che in seguito a una condanna scontano o chiedono di scontare la loro pena all esterno del carcere. Offriamo consulenza agli istituti penitenziari, per contribuire alla conoscenza e al trattamento dei detenuti o internati ed il loro accompagnamento nel percorso di reinserimento attraverso progetti condivisi; Raccogliamo informazioni e valutiamo le situazioni delle persone per facilitare la Magistratura che decide se concedere o modificare le misure alternative alla detenzione. Il nostro compito è quello di facilitare il raccordo tra i servizi e gli organi istituzionali che si occupano delle persone sottoposte a restrizioni penali. Verso chi ci viene affidato svolgiamo sia una funzione di controllo sia una funzione di aiuto durante il periodo della pena. Vogliamo agevolare una reintegrazione sociale fondata sui valori della legalità e responsabilità contribuendo ad evitare la ricaduta nel reato. Crediamo nel valore degli individui. Il nostro compito non è giudicarli, ma aiutarli a riflettere sul reato e sulle sue conseguenze per una possibile riparazione.

I NOSTRI INTERLOCUTORI Provveditorato Regionale A.P. Centri per l'impiego Servizi sociali comunali Prefettura Servizi ASL Provincia, Regione Servizi sociali e?? Altri U.E.P.E. Autorità giudiziarie Magistratura di Sorveglianza Utenti Volontariato U.E.P.E. Forze dell ordine Istituti Penitenziari Famiglie Coop. sociali Avvocati Fornitori Magistratura contabile Comunità di recupero Datori di lavoro Sindacati L orbita più interna individua gli interlocutori decisivi per realizzare il doppio mandato dell U.E.P.E.: contribuire alla sicurezza sociale e aiutare le persone a reinserirsi. Le altre due orbite individuano soggetti con i quali l Ufficio collabora. La maggiore vicinanza al centro del disegno indica la maggiore frequenza di rapporti. L U.E.P.E. collabora soprattutto: con i suoi utenti e le loro famiglie; con l autorità giudiziaria, che chiede informazioni e valutazioni all Ufficio; con gli istituti penitenziari, in particolare la Casa Circondariale di Reggio Emilia, l Ospedale Psichiatrico Giudiziario di Reggio Emilia, la Casa Circondariale di Piacenza, la Casa Circondariale e la Casa di reclusione di Parma, per contribuire alla conoscenza e al trattamento dei detenuti o internati ed il loro accompagnamento nel percorso di reinserimento attraverso progetti condivisi; con le Forze dell ordine, per controllare il corretto svolgimento dell esecuzione penale; con altri servizi del territorio, con esponenti del privato sociale e con volontari per realizzare progetti di reinserimento sociale dei condannati; con altri U.E.P.E. per collaborare al trattamento di persone residenti in altri territori. 1

COSA FACCIAMO E PER CHI L U.E.P.E. lavora con persone in situazioni diverse: Persone con condanna definitiva ma con pena sospesa ovvero agli arresti domiciliari, in attesa dell udienza che deciderà sulle misure alternative che hanno richiesto La persona e i famigliari vengono contattati dall assistente sociale per colloqui sia in ufficio sia a domicilio, anche con lo psicologo. L U.E.P.E. acquisisce alcuni documenti (certificato penale, sentenza, certificati anagrafici, documentazione relativa al lavoro...); se la persona dichiara di lavorare, l Ufficio deve effettuare verifiche che l impegno sia quello che la persona dichiara. L U.E.P.E. contatta altri eventuali servizi del territorio coinvolti nella gestione del caso. L Ufficio consulta anche le Forze dell ordine competenti per il territorio in cui la persona ha il suo domicilio. Al termine di questo lavoro l'u.e.p.e. scrive una relazione al Tribunale di Sorveglianza, che decide se concedere alla persona la misura alternativa richiesta. Persone affidate in prova al servizio sociale anche in relazione allo stato di tossicodipendenza Le persone in queste condizioni hanno delle prescrizioni da rispettare (orari, impegni di lavoro, limiti negli spostamenti, obblighi di cura se hanno per esempio problemi di tossicodipendenza...). L U.E.P.E. le segue attraverso colloqui periodici, verifiche dell attività lavorativa, rapporti con gli altri servizi coinvolti e con le Forze dell Ordine. Se, nell'ambito dell'attività di controllo l'u.e.p.e. rileva che le prescrizioni vengono violate lo segnala al Magistrato di Sorveglianza. Se la violazione è grave quest'ultimo può sospendere la misura alternativa e ordinare il riaccompagnamento in carcere. Entro 30 giorni il Tribunale di Sorveglianza decide se revocare o ripristinare la misura alternativa. L autorità giudiziaria può chiedere all'u.e.p.e. di relazionare sulla situazione. 2

Detenuti semiliberi, che lavorano e vivono all esterno ma passano la notte in carcere Detenuti in art. 21, che cioè lavorano o svolgono attività all esterno, ma passano il resto del tempo in carcere Detenuti domiciliari Detenuti con condanna definitiva, oppure internati in ospedale psichiatrico giudiziario o in case di lavoro o L U.E.P.E. verifica che la persona svolga il lavoro secondo il programma di trattamento approvato dal Magistrato; il datore di lavoro è sempre a conoscenza della situazione giuridica della persona, che non viene retribuita direttamente (il pagamento infatti avviene attraverso il carcere). Periodicamente l U.E.P.E. invia alla Direzione del Carcere una relazione sull andamento della misura. L U.E.P.E. svolge per queste persone soprattutto verifiche dell attività lavorativa e colloqui di sostegno. I detenuti domiciliari scontano la pena presso il proprio domicilio o presso una struttura sanitaria o di accoglienza. A queste persone, che possono uscire di casa solo in certi orari e devono rispettare certe restrizioni nel frequentare altri soggetti, l U.E.P.E. invia una lettera per invitarli a rivolgersi all Ufficio in caso di necessità, spiegando cosa può fare per loro: aiutarli nella conoscenza e nei contatti con i servizi sociali del territorio di residenza, che possano rispondere ai loro eventuali bisogni (casa, sussidi, assistenza domiciliare, lavoro, ecc...). L Ufficio invia al Magistrato relazioni sulla situazione della persona, per permettere una valutazione del caso. Per tutti i detenuti o internati per cui riceve una richiesta di consulenza, l U.E.P.E. avvia una osservazione per il buon esito del trattamento: l assistente sociale incontra il detenuto e gli operatori interni che hanno a che fare con lui (educatori e personale di polizia penitenziaria e può anche interpellare altri operatori (volontari, Ser.T, DSM., mediatori culturali, cappellani del 3

in case di cura e custodia, per cui si chiede all U.E.P.E. una consulenza Persone per le quali il Magistrato di Sorveglianza deve valutare la pericolosità sociale ai fini dell'applicazione delle misure di sicurezza Detenuti che chiedono un permesso premio oppure semiliberi o internati in licenza Persone seguite nel periodo postpenitenziario carcere, insegnanti, ecc); raccoglie informazioni sulle persone cui l interessato può riferirsi fuori dal carcere; se i riferimenti esterni si trovano nel territorio di competenza dell U.E.P.E. di Reggio Emilia, Parma e Piacenza, questo svolge direttamente un indagine socio-famigliare e lavorativa, altrimenti attiva l U.E.P.E. competente per territorio. Svolta l indagine, l Ufficio invia una relazione al carcere dove, per pianificare il trattamento, si tengono periodicamente équipe a cui l assistente sociale partecipa. Quando il Magistrato deve decidere se confermare o meno una misura di sicurezza, (libertà vigilata, espulsione, internamento in Ospedale psichiatrico Giudiziario o in Casa di Cura e Custodia), chiede all U.E.P.E. una relazione, e l Ufficio interpella, oltre all interessato e alla sua famiglia, anche gli altri servizi ed organi istituzionali coinvolti. Per i liberi vigilati l U.E.P.E. svolge compiti di sostegno e di assistenza. Se la licenza o il permesso richiesti prevedono la permanenza della persona sul territorio di competenza dell U.E.P.E. di Reggio Emilia, Parma e Piacenza, questo verifica la disponibilità dei famigliari o di coloro presso cui la persona chiede di recarsi; l Ufficio invia una relazione al carcere o all Ospedale Psichiatrico Giudiziario; viene quindi fissata l équipe che discute quale parere esprimere sul beneficio richiesto. Se il permesso o la licenza si realizzano nel territorio dell U.E.P.E. e il programma di trattamento lo prevede, l Ufficio verifica l andamento del beneficio. Le persone per un congruo periodo dopo la fine della pena possono rivolgersi all Ufficio, che può sostenerle ed aiutarle nell accedere ai servizi del territorio e può offrire loro informazioni su come procedere per la riabilitazione. 4

Persone che chiedono la remissione del debito Persone che chiedono l estinzione della pena pecuniaria a seguito dell'esito positivo dell'affidamento in prova al servizio sociale L Ufficio fornisce consulenza e sostegno alle persone che si trovano in condizioni economiche disagiate e che chiedono al Magistrato di Sorveglianza di non pagare il debito economico relativo alle spese di giustizia e al mantenimento in carcere. In merito a tale richiesta l U.E.P.E. invia al Magistrato di Sorveglianza una relazione, accompagnata dai documenti che attestano la situazione economica della persona. Il Magistrato decide se rimettere o meno il debito. Se la sentenza di condanna prevede anche una pena pecuniaria e la persona si trova in condizioni economiche disagiate, può chiederne l estinzione. Al termine dell affidamento in prova l Ufficio scrive una relazione, corredata dalla dichiarazione I.S.E.E. (indicatore di situazione economica equivalente), nonché da ogni utile elemento sul tenore di vita dell'affidato e la invia al Tribunale di Sorveglianza, che decide in merito. 5

DIRITTI E DOVERI DEGLI UTENTI Diritti Essere trattati come persone, senza pregiudizi sulla condizione personale, famigliare, sessuale, etnica, religiosa Partecipare a definire il programma di trattamento Essere trattati come persone indipendentemente dal reato per cui si è stati condannati Essere informati Ricevere tutte le prestazioni professionali previste dalla legge Veder rispettata la propria privacy Inoltrare eventuali reclami e ricevere risposta Esempi di cose che si fanno per rispettare i diritti degli utenti Gli operatori dell Ufficio si relazionano con rispetto e professionalità nei confronti di qualunque persona, di qualunque condizione sociale e personale Gli operatori ascoltano le esigenze delle persone e le stimolano ad assumersi le loro responsabilità; le persone possono chiedere, motivando, di ridefinire il progetto che le riguarda; i progetti tengono sempre conto dei vincoli stabiliti dalla legge e dei limiti delle risorse Gli operatori si comportano professionalmente adottando con qualunque utente un atteggiamento rispettoso e non giudicante Durante i colloqui gli utenti vengono informati in modo semplice e chiaro sul percorso e i tempi degli interventi che li riguardano; gli utenti vengono informati dei doveri ed i diritti previsti dalle leggi e sulle opportunità esistenti L Ufficio inoltra le istanze delle persone anche quando non le condivide I colloqui sono riservati e gli operatori dell Ufficio rispettano rigorosamente il segreto professionale e d Ufficio Qualunque utente, se pensa che l U.E.P.E. non abbia rispettato i suoi diritti, può scrivere una lettera di reclamo al dirigente, che risponde anche per iscritto 6

Doveri Esempi di comportamenti degli utenti che realizzano i loro doveri Attenersi a tutte le prescrizioni previste dall ordinanza del Magistrato e contenute nel verbale di affidamento Non pretendere di giudicare cosa è importante e cosa non lo è tra le prescrizioni ricevute, che vanno rispettate tutte Richiedere in modo corretto e rispettoso le modifiche alle prescrizioni Motivare con valide ragioni ogni richiesta di cambiamento delle prescrizioni Riparare il danno compiuto nei confronti della collettività Rispettare gli impegni assunti nel programma iniziale o nel corso della misura Capire che il reato rappresenta un danno e una sofferenza; impegnarsi in una attività di volontariato o versare denaro a un associazione benefica riconosciuta Collaborare affinchè l'ufficio possa verificare il rispetto di tali prescrizioni Rispettare il personale dell Ufficio e il lavoro che svolge Essere puntuali, presentarsi agli appuntamenti vestiti in modo decoroso, puliti e sobri Mantenere un comportamento rispettoso delle regole della convivenza civile Evitare azioni che offendono o ledano la dignità e i diritti delle altre persone 7

COME LAVORIAMO E COSA GARANTIAMO Le attività che l U.E.P.E. svolge per gli utenti o insieme a loro sono varie. Ecco le principali. Apertura e cura del fascicolo dell utente Le richieste di consulenza che provengono dal carcere o le richieste di indagini che provengono dall autorità giudiziaria o da altri U.E.P.E. danno origine all apertura di un fascicolo per ogni persona e ad una raccolta di dati e informazioni preliminare ad ogni intervento. Il fascicolo è ordinato cronologicamente o per argomento (con sotto-fascicoli); ogni fascicolo comprende sempre un indice-diario aggiornato; completo in quanto comprende non solo tutti i documenti emessi dagli organi competenti, ma anche le registrazioni sintetiche dei colloqui e degli interventi messi in atto, che consentono di avere una visione complessiva del caso; reperibile in quanto è custodito dall assistente sociale incaricata di trattare il caso. Quando l Ufficio ha concluso le attività previste, l incarico si chiude e il fascicolo è custodito nell'archivio dell'ufficio. L Ufficio è responsabile della protezione dei dati sensibili e della tutela della privacy degli utenti. Interventi individualizzati Ogni intervento ha queste caratteristiche: è attuato sulla base di disposizioni normative (leggi e regolamenti); ha obiettivi concreti e chiari, che vengono stabiliti a partire dalla situazione della persona; è frutto di una interazione con la persona interessata se cambiano le condizioni e le esigenze della persona si possono proporre modifiche all intervento si compiono regolarmente verifiche su come l intervento procede. Colloqui Il colloquio è uno strumento molto importante e molto usato nel lavoro con gli utenti. Durante una indagine quando cioè si raccolgono per l autorità giudiziaria le informazioni su un utente quest ultimo viene incontrato almeno due volte dall assistente sociale dell U.E.P.E.; ulteriori colloqui, anche con lo psicologo sono possibili, a seconda delle esigenze. Durante una misura alternativa, i contatti tra l assistente sociale e l utente ( in Ufficio, in visita domiciliare, in verifica lavorativa, presso i servizi territoriali, ecc.) hanno cadenza almeno quindicinale. 8

I colloqui si svolgono: dopo aver esaminato i documenti raccolti in un tempo sufficiente (mediamente un ora) e senza interruzioni chiarendo sempre gli obiettivi senza giudicare le persone raccogliendo tutte le informazioni utili sulle persone e sulle loro situazioni compilando il diario degli interventi subito dopo, in modo da conservarne memoria. Per facilitare gli utenti che non vivono nella provincia di Reggio Emilia sono state reperite altre sedi d'appoggio dove possono essere svolti i colloqui con l'assistente sociale : a Parma presso un ufficio messo a disposizione dal Comune, a Piacenza presso un ufficio messo a disposizione dalla Provincia o presso il carcere Visite domiciliari Durante una indagine su una persona, l assistente sociale chiede di compiere almeno una visita domiciliare presso la sua famiglia. La visita domiciliare si svolge in un giorno e a un ora concordati con gli interessati in un tempo adeguato (max un ora) chiarendo sempre gli obiettivi con un atteggiamento di rispetto e attenzione Verifiche lavorative Sia durante le indagini sia per verificare l andamento delle misure alternative, l U.E.P.E. compie verifiche sull impegno lavorativo degli utenti. Fa parte delle verifiche lavorative una raccolta preliminare di documenti (visura camerale, contratto di lavoro, buste paga...). Per il resto, le verifiche lavorative si svolgono in modo diverso a seconda delle condizioni delle persone e dell obiettivo da realizzare. Se una persona condannata è in stato di libertà, nel corso dell indagine socio-famigliare che la riguarda, la verifica lavorativa serve a raccogliere elementi sull attività che svolge. Il datore di lavoro o i colleghi possono non sapere che l interessato deve scontare una pena. In questo caso si procede con particolare discrezione. Se una persona è detenuta, la verifica lavorativa serve per chiarire se vi siano possibilità concrete e idonee di lavoro nella misura alternativa che ha chiesto. In questo caso il datore di lavoro sa quali sono le condizioni giuridiche della persona. 9

La verifica lavorativa per l affidato o per il semilibero serve a controllare l effettivo svolgimento dell attività, a monitorare l impegno e il livello di inserimento nel lavoro, ad affrontare eventuali problemi; l assistente sociale può compiere visite sul luogo di lavoro anche senza preavviso. Relazioni per l autorità giudiziaria L U.E.P.E. deve inviare all autorità giudiziaria relazioni sugli utenti di cui si occupa. In particolare, per rispondere alle richieste dell autorità giudiziaria le relazioni che l U.E.P.E. scrive al termine di una indagine contengono sempre questi punti: la storia del soggetto e la ricostruzione del contesto in cui è stato compiuto il reato; i punti di forza e di debolezza della situazione della persona nei vari ambiti di vita: sfera personale, vita famigliare, abitazione, lavoro, studio, situazione sanitaria, relazioni sociali, rapporti con le istituzioni, atteggiamento nei confronti del reato e disponibilità a riparare al danno causato; una valutazione complessiva; un ipotesi di programma di trattamento individuale. L Ufficio si impegna a far pervenire all autorità giudiziaria la relazione con un anticipo di circa dieci giorni rispetto alla data dell udienza in cui si discute e si decide sulla concessione della misura alternativa alla persona. L accordo tra l U.E.P.E. e la Magistratura di Sorveglianza locale, prevede che la richiesta di svolgere una indagine socio-famigliare, giunga all Ufficio almeno tre mesi prima della data dell udienza. Contatti con altri servizi e organi L U.E.P.E. mantiene per gli utenti in carico rapporti anche per iscritto con gli operatori dei servizi socio-sanitari del territorio e con le Forze dell Ordine. Per casi di particolare complessità vi sono verifiche periodiche mediante incontri, cui partecipano tutti gli operatori che si occupano della persona. I Servizi con cui l U.E.P.E. collabora strettamente sono i Ser.T. (servizi tossicodipendenze del territorio). Un protocollo di intesa sui modi di questa collaborazione è in via di definizione nel momento in cui la carta dei servizi viene elaborata. Altri servizi con cui l Ufficio collabora sono i servizi sociali del territorio, i D.S.M. (Dipartimento di salute mentale) i Centri per l impiego, nonché i servizi del terzo settore (Volontariato e Privato Sociale). La metodologia utilizzata è il lavoro di rete. 10

Su segnalazione dell'uepe i Comuni di Parma, Piacenza e Reggio Emilia attivano per alcuni utenti residenti nei loro territori interventi sociali di diversa natura e borse-lavoro. La segnalazione ai Comuni è effettuata presentando un progetto individualizzato. Trasmissione di dati L Ufficio inserisce nel Sistema di Indagine Interforze (S.D.I.) i dati relativi all inizio, alle modificazioni e al termine di ogni affidamento in prova, in modo che le Forze dell ordine conoscano le prescrizioni imposte dal Magistrato alla persona e possano effettuare i controlli di loro competenza. I dati vengono inseriti di norma nello stesso giorno o al più in quello successivo al lavorativo. L Ufficio trasmette inoltre i dati relativi agli utenti all archivio informatico del Ministero della Giustizia. Continuità del trattamento Un operatore assente viene di norma sostituito per garantire la continuità degli interventi. Se l assenza è prolungata il caso viene assegnato ad un nuovo operatore. Se l assenza è breve, i colleghi garantiscono gli interventi urgenti. 11

SE NON SI È SODDISFATTI OSSERVAZIONI, SUGGERIMENTI, RECLAMI Cosa fare se non si è soddisfatti del servizio? A chi è possibile rivolgersi? Ogni persona che sia entrata in contatto con le attività dell UEPE e che non fosse pienamente soddisfatta riguardo ai servizi ed agli interventi offerti e non è soddisfatto delle prime spiegazioni ottenute dagli operatori dell Ufficio, con cui parla e che lo ascoltano, può avanzare segnalazioni o suggerimenti riguardo agli aspetti critici, ed anche sporgere reclamo, se ritiene che si sia verificato un mancato rispetto degli impegni previsti dalla presente carta dei servizi. Capita qualche volta che alcuni protestino per fatti che non sono responsabilità dell Ufficio. In questi casi il personale indirizza l utente all organo competente. Reclami e segnalazioni possono essere presentati inviando alla direzione: in forma scritta, con modulo predisposto e reperibile presso la sede UEPE. La lettera di segnalazione o reclamo può essere inviato: all indirizzo: UEPE via Paradisi 10, 42100 Reggio Emilia al fax 0522-332454, 0522-331587 alla e-mail uepe.reggioemilia@giustizia.it il modulo può infine essere imbucato nella cassetta posta in sala di aspetto. Viene data una risposta? Chi ha esposto il suggerimento o il reclamo riceverà una risposta scritta al massimo entro 30 giorni dalla presentazione della segnalazione. In che modo le segnalazioni vengono prese in considerazione? Le osservazioni ed i reclami, qualunque sia la forma nella quale vengono presentati, verranno considerati con attenzione, ed utilizzati per accrescere la qualità dell offerta. Di fronte alla segnalazione il responsabile dell UEPE si accerta riguardo alla situazione segnalata e adotta i provvedimenti che giudica adatti a migliorare il servizio. 12

IL PERSONALE E LA SUA FORMAZIONE Nel novembre 2007 lavorano l U.E.P.E. di Reggio Emilia- Parma- Piacenza risulta composto da 28 persone: - 1 - dirigente - 1 - capo area dell'esecuzione penale esterna - 1 - capo area della segreteria e affari generali - 18 - assistenti sociali - 2 - psicologhe - 1 - persona con funzioni di centralinista e di filtro e accoglienza - 2 - componenti del Corpo di Polizia Penitenziaria con funzioni di segreteria dell'esecuzione penale - 1 - addetto con funzioni di segreteria dell'esecuzione penale - 1 - componente del Corpo di Polizia Penitenziaria con funzioni di autista e inserimento dati S.D.I. - 1 - componente del corpo di Polizia Penitenziaria con competenze contabili Il dirigente è laureato e specializzato. Oltre metà del personale possiede un titolo di studio superiore a quello richiesto. Hanno infatti conseguito un diploma di laurea la capo area della segreteria e undici assistenti sociali. Due degli addetti agli uffici hanno conseguito diplomi di scuola media superiore non richiesti dal ruolo ricoperto. Gli assistenti sociali hanno seguito un corso successivo all immissione in ruolo, e tredici di loro hanno seguito inoltre un corso di riqualificazione per un passaggio di livello. Periodicamente vengono promossi dall'amministrazione Penitenziaria percorsi formativi e di aggiornamento destinati di volta in volta a tutti gli operatori delle varie aree dell'uepe 13

Quattro storie Gianalberto è un tossicodipendente, ha compiuto un reato, è stato condannato ma non è detenuto. Ha presentato al Tribunale di Sorveglianza un istanza per una misura alternativa alla detenzione. Il Tribunale fissa un udienza per decidere sulla misura alternativa e incarica l U.E.P.E. di svolgere una indagine sulla situazione personale e famigliare di Gianalberto. L assistente sociale incontra lui, i suoi famigliari, il datore di lavoro, i servizi sociali e alla fine l Ufficio scrive per il Tribunale una relazione corredata dal programma terapeutico del Ser.T. (Servizio tossicodipendenze). Il Tribunale di Sorveglianza decide che Gianalberto sia affidato in prova all U.E.P.E. e che debba seguire il programma terapeutico con il Ser.T. Gianalberto ora ha certi obblighi: per esempio deve rispettare gli orari prescritti, attenersi al programma terapeutico, mantenere regolarmente i contatti con l assistente sociale incaricata dell U.E.P.E., la quale periodicamente invia al magistrato relazioni su come stanno andando le cose. Gianalberto rispetta tutte le prescrizioni per tutta la durata della pena che deve scontare. Al termine l Ufficio redige una relazione conclusiva, il Magistrato di Sorveglianza la trasmette al Tribunale, che fissa un udienza in cui stabilisce l esito della prova. Poiché tutto nel caso di Gianalberto è andato bene, la pena viene considerata estinta. Lucio è un detenuto. L U.E.P.E., che collabora con il carcere, viene interpellato per effettuare una indagine socio-famigliare e lavorativa su Lucio, che ha maturato il diritto di chiedere una misura alternativa. Svolta l indagine, l U.E.P.E. invia una relazione al carcere, che fissa una équipe in cui si raccolgono gli elementi da trasmettere al Tribunale di Sorveglianza. Lucio viene affidato in prova dal Tribunale all U.E.P.E. Non rispetta le prescrizioni che gli sono state imposte, anzi commette un reato. Così torna in carcere, il Tribunale di Sorveglianza decide di revocare l affidamento e il periodo che Lucio ha passato in affidamento non gli viene conteggiato come pena espiata. Per tre anni Lucio non potrà più chiedere misure alternative alla detenzione. Angela è straniera, ha dei figli piccoli, deve scontare una pena e il Tribunale di sorveglianza le ha concesso di scontarla in detenzione domiciliare: Angela vive in un campo nomadi e non potrà uscire dal campo. L U.E.P.E. scrive a Angela una lettera in cui la informa che può rivolgersi al servizio in caso di necessità. Angela in effetti si rivolge all Ufficio per ottenere un aiuto economico; l assistente sociale le chiarisce che l U.E.P.E. non distribuisce sussidi, ma segnala la sua situazione ai servizi sociali del Comune in cui si trova il campo nomadi e sostiene Angela nel trovare l aiuto di cui ha bisogno. Mustafa è semilibero: sconta la pena passando la notte in carcere e la giornata sul posto di lavoro. Anche se non ha mai avuto un regolare permesso di soggiorno rimarrà in Italia finché avrà terminato di scontare la sua pena. Su richiesta del carcere, l U.E.P.E. verifica il comportamento di Mustafa sul lavoro: cioè controlla che lavori regolarmente e con impegno e che rispetti le regole del suo impiego. L U.E.P.E. verifica tramite la Questura se Mustafa abbia la possibilità di ottenere un permesso di soggiorno a fine pena; altrimenti, scontata la pena, Mustafa sarà espulso dal territorio italiano. Periodicamente l U.E.P.E. invia alla Direzione del carcere relazioni sull andamento della semilibertà. 14

PERCHÉ QUESTO DOCUMENTO La Carta dei servizi è uno strumento per migliorare la qualità dell offerta. Favorisce l innovazione della cultura organizzativa e orienta a rendere conto dei risultati di ciò che si fa. La qualità di un servizio ha a che fare con la soddisfazione di chi lo riceve e di chi lo eroga. Per l U.E.P.E. ciò significa che bisogna tenere conto delle aspettative di diversi soggetti: l autorità giudiziaria con cui l Ufficio collabora e che si aspetta servizi efficienti; la comunità civile che si aspetta una crescita della sicurezza e percorsi positivi di risocializzazione; gli utenti che possono essere aiutati a reinserirsi positivamente nella società; i colleghi di altri servizi o enti con cui collaboriamo, che si aspettano competenza e capacità; gli operatori stessi che investono professionalmente nel loro lavoro. Questa Carta dei servizi rappresenta un impegno preso con gli interlocutori dell U.E.P.E., che possono misurare ciò che l Ufficio fa anche con il metro di quanto esso dichiara di garantire. Ci auguriamo di contribuire con questa Carta non solo a diffondere una migliore conoscenza di ciò che siamo, di cosa facciamo, di come operiamo, ma a far fiorire le collaborazioni con altri servizi del territorio e con tutti coloro insieme ai quali siamo chiamati a realizzare i nostri compiti. COME È STATO REALIZZATO Formazione Questa prima edizione della Carta dei servizi è stata realizzata attraverso cinque incontri di formazione tenutisi tra -settembre -ottobre 2006 -ed ha visto la partecipazione per l UEPE di Reggio Emilia Antonella Bonini, Rita Costa, Natascia Di Cenzo, Giuseppina Genco, Antonio Limi, Arianna Melegari, Andrea Ratano, Silvia Riccò, Rosetta Riggio, Angela Ruggieri.. La funzione di tutor d'aula è stata svolta da Laura Furlotti. La formazione per l acquisizione dei contenuti riguardanti la scrittura della Carta è stata curata Sergio Quaglia Pares ((Milano) Scrittura collettiva Presso il Provveditorato Regionale dell Amministrazione Penitenziaria di Bologna per l elaborazione di un documento cui guardare per la redazione delle Linee Guida per la qualità e delle Carte di Servizio, si sono svolti otto incontri di un gruppo di lavoro composto da Stefania De Micheli, Anna Ludovico, Leda Marchi, Mariapia Marconi, Francesca Mele, Patrizia Tarozzi, Maria Paola Schiaffelli, Stefani Milvia. La facilitazione del lavoro di gruppo è stata curata da Emilio Vergani. Presso l UEPE di Reggio Emilia per la scrittura della Carta, tra febbraio e maggio 2007 - si sono svolti sei incontri che hanno visto la partecipazione per l UEPE di Reggio Emilia Antonella Bonini, Rita Costa, Natascia Di Cenzo, Giuseppina Genco, Antonio Limi, Arianna Melegari, Andrea Ratano, Silvia Riccò, Rosetta Riggio, Angela Ruggieri. 15

Un incontro di confronto sul lavoro svolto è stato effettuato con il dirigente dell Ufficio dott.ssa Rosaria Furlotti.La facilitazione del lavoro di gruppo è stata curata da Andrea Bortolotti Pares (Milano) Consultazione degli interlocutori prima della pubblicazione La prima edizione di Carta dei Servizi è stata sottoposta a diversi interlocutori : 1)20 utenti dell UEPE di Reggio Emilia mediante questionari somministrati da Gregorio Marti e Stefania De Micheli 2) sei interviste a rappresentanti regionali significativi realizzate da Graziano Maino 3)un focus group di consultazione al quale hanno partecipato circa 30 interlocutori esterni, istituzionali e non, appartenenti a territori di Reggio Emilia Parma Piacenza e un focus group con figure professionali interne all'uepe che non hanno preso parte al lavoro di stesura delle Carta. La facilitazione dei Focus Group è stata curata da Maino Graziano Pares (Milano). Il coordinamento per la scrittura della Carta è stato curato da un gruppo di lavoro composto dalla Dott.ssa Maria Paola Schiaffelli, dirigente dell'ufficio EPE-PRAP e responsabile del progetto,dalla dott.ssa Anna Ludovico, assistente sociale presso l'epe -PRAP dalla dott.ssa Brunilde Serafini Formatore dell'ufficio della Formazione e dal dott.graziano Maino dell'ag.pares. Il progetto, voluto dal Provveditorato Regionale dell'amministrazione Penitenziaria dell'emilia Romagna, è stato ideato dalll'ufficio EPE -PRAP, realizzato in collaborazione tra Ufficio EPE -PRAP e l'ufficio della Formazione del PRAP e l'impegno di tutto il personale coinvolto, è stato sostenuto dall'istituto Superiore di Studi Penitenziari ( Scuola Nazionale per la formazione e l'aggiornamento del personale direttivo e dirigenziale appartenente all'amministrazione Penitenziaria), che ha finanziato sia il progetto G.I.A.N.T. (Gruppo Inter-operativo d Accesso a Networks Territoriali)per la CARTA dei SERVIZI U.E.P.E Regione Emilia Romagna., sia il progetto G.I.A.N.T Bis- Verso il coinvolgimento partecipato degli stakeholder per la CARTA dei SERVIZI U.E.P.E Regione Emilia Romagna. 16

Via Paradisi 10-42100 Reggio Emilia 0522.555543-0522.557711-0522.558855 0522.332454-0522.331587 uepe.reggioemilia@giustizia.it (non ancora funzionante per corrispondenza con gli utenti) INDIRIZZO TELEFONO FAX E-MAIL dal lunedì al sabato ore 9.00-13.00 martedì e giovedì anche ore 15.00-17.00 ORARIO DI RICEVIMENTO ai colloqui presso l Ufficio si viene normalmente convocati dall assistente sociale attraverso una lettera o una telefonata le persone condannate che devono sottoscrivere il verbale di affidamento in prova che dà inizio all esecuzione penale esterna le persone condannate affidate in prova, per i colloqui periodici con l assistente sociale e se previsto con lo psicologo le persone sottoposte a misure di sicurezza non detentive (libertà vigilata) o sanzioni sostitutive (libertà controllata) o a misure alternative (detenzione domiciliare, semilibertà) in quanto l ordinanza o il programma che li riguarda lo prescrive CHI DEVE RIVOLGERSI ALL U.E.P.E. chi è convocato per una indagine di servizio sociale finalizzata alla concessione di misure alternative i famigliari di persone condannate i soggetti che hanno terminato di scontare una pena gli operatori dei servizi socio-sanitari o di altri organismi pubblici o del privato sociale per collaborazioni con l Ufficio i datori di lavoro gli avvocati qualsiasi altra persona lo ritenga utile CHI PUÒ RIVOLGERSI ALL U.E.P.E.

UFFICIO ESECUZIONE PENALE ESTERNA Via Paradisi 10 42100 Reggio Emilia Tel.: 0522.555543-557711 - 558855 Fax: 0522.332454-331587 uepe.reggioemilia@giustizia.it Apertura al pubblico: da lunedì a sabato dalle 9.00 alle 13.00 martedì e giovedì dalle 15.00 alle 17.00 Dalla stazione ferroviaria di Reggio Emilia 10 minuti a piedi: prendere per via Turri, poi a destra in via Sani e quindi la prima a sinistra è via Paradisi 10. L UEPE di Reggio Emilia e i suoi operatori si impegnano ad aggiornare la Carta dei Servizi entro 3 anni Progetto e illustrazioni: Studio grafico Daniela Garibaldi La stampa è stata realizzata all interno della Casa Circondariale di Bologna dalla tipografia Il PROFUMO DELLE PAROLE Stampato a Bologna nel mese di febbraio 2008