RAFFORZAMENTO DEL PROCESSO PARTECIPATIVO PER LA S³ SARDEGNA



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RAFFORZAMENTO DEL PROCESSO PARTECIPATIVO PER LA S³ SARDEGNA 1 FOCUS GROUP CON I RAPPRESENTANTI DELL'AREA DI SPECIALIZZAZIONE Bioedilizia (Bioeconomia) 3 novembre 2015 Centro Regionale di Programmazione, Sala senior PREMESSA E CONTESTO DI RIFERIMENTO L'intervento si propone di rafforzare il processo partecipativo di ascolto e confronto sui temichiave della S³ (Smart Specialisation Strategy) della Regione Sardegna. L obiettivo è quello di stimolare il coinvolgimento e la partecipazione del mondo delle imprese, della ricerca e delle Università, nella definizione di quelle linee strategiche già individuate finora attraverso una "prospettiva condivisa al 2020" e di un "progetto comune". Il documento S³ allegato al POR FESR 2014-2020 approvato dalla commissione europea influenza l Asse I e l Asse IV del documento di programmazione. Partendo dalle sei aree di specializzazione, individuate in una prima fase di coinvolgimento degli attori interessati, si vogliono individuare in questa seconda fase le aree di intervento specifiche e mirate che possono essere oggetto dell investimento, le reali potenzialità e gli ostacoli che l attore pubblico può provare a rimuovere attraverso la programmazione dei fondi strutturali. L incontro ha come obiettivo principale quello di porre le basi per uno spunto di riflessione in merito alla tematica in oggetto rispetto alla strategia S³ della Regione Sardegna e di riflettere su quelle che sono le possibili prospettive di sviluppo in un ottica integrata tra le diverse realtà che, a vario titolo, sono coinvolte nel settore di riferimento. Il settore Bioedilizia si inserisce all interno di un contesto più ampio che viene ricompreso all interno della Bioeconomia e va ad inglobarsi con le Reti Intelligenti e la Chimica Verde. Per un migliore e più funzionale sviluppo della strategia si è deciso di dividere il primo incontro mantenendo solo una tematica a confronto. Seguirà una seconda giornata di lavori per unire le tre tematiche.

METODOLOGIA E PARTECIPANTI Il presente documento illustra le principali risultanze dell incontro con i rappresentanti del settore Bioedilizia L incontro si configura come un primo momento di riflessione, finalizzato all esplorazione del tema in oggetto, all individuazione di eventuali nodi problematici e alla definizione degli obiettivi e opportunità da condividere con gli altri soggetti coinvolti nelle attività. La metodologia adottata è stata quella qualitativa del focus group, propria della ricerca sociale e utilizzata per la comprensione di determinati argomenti attraverso il coinvolgimento di un gruppo ristretto e qualificato di attori interessati al tema, chiamati a dialogare alla presenza di un moderatore. L attività ha visto la partecipazione, oltre ai rappresentanti dell amministrazione regionale, di attori pubblici e privati, selezionati su indicazione del Centro Regionale di Programmazione tra gli stakeholder interessati.

PARTECIPANTI N. NOME E COGNOME ORGANIZZAZIONE 1 ALBERTO MARIANI UNIVERSITA DI SASSARI 2 FRANCESCO TROIS SARDEGNA MARMI 3 STEFANIA BELLUCCI LATERIZI IMPREDIL S.R.L. 4 ALESSIO FARCI FLUORSID 5 MADDALENA ACHENZA UNIVERSITA' DI CAGLIARI - DICAAR 6 ANTONELLO SANNA UNIVERSITA' DI CAGLIARI - DICAAR 7 CINZIA SANNA SARDEGNA PRODUCE VERDE UDITORI REGIONALI N. NOME E COGNOME STRUTTURA 1 Alessandro Caredda Referente S3 (CRP) 2 Graziella Pisu AdG POR FESR (CRP) 3 Marina Masala Referente per la Regione sulla tematica Bioedilizia (Sardegna Ricerche) 4 Marco Naseddu Referente sostegno imprese (CRP) 5 6 7 SUPPORTO TECNICO N. NOME E COGNOME RUOLO STRUTTURA 1 Luigi Mocci Facilitatore Primaidea Srl 2 Enrico Mura Assistente e verbalizzatore Primaidea Srl Per agevolare e condurre la discussione, il focus group è stato strutturato in brevi fasi, studiate con l obiettivo di creare una trama composta da diversi stimoli, come si evince dallo schema che segue.

FASI Presentazione dell'iniziativa a cura di un rappresentante del CRP Illustrazione della metodologia a cura del facilitatore Autopresentazione dei partecipanti Primo stimolo VANTAGGI COMPETITIVI Quali sono i vantaggi di usare materiali naturali e sostenibili rispetto alle tecnologie costruttive tradizionali? Secondo stimolo TECNOLOGIE Quali sono quelle tecnologie di edilizia non convenzionale in grado di garantire maggiori opportunità alle nostre aziende di prodotti e servizi per la Bioedilizia? Terzo stimolo INNOVAZIONE Che innovazioni sono state introdotte? E con quali risultati? Quali sono necessarie per rendere più attuabile un utilizzo dei materiali sardi e naturali per la costruzione e la ristrutturazione nell edilizia pubblica e privata? Quarto stimolo RICERCA Quale ruolo per pubblico e privato e quali forme di collaborazione tra le imprese e la ricerca pubblica e privata? Come sostenere la filiera dell edilizia sostenibile, che va dal progettista al muratore? Quinto stimolo PROGETTI Quali sono i progetti cantierabili e quali a lungo respiro per vedere le soluzioni più innovatrici e sostenibili applicate alle costruzioni e nell efficientamento energetico degli edifici? TEMPISTICA 5 minuti 5 minuti

Ai partecipanti è stato da prima esposto l obiettivo della giornata di lavoro, in particolare il responsabile per la strategia S3, Dott. Caredda, ha sollecitato la discussione su livelli operativi, anche sottolineando il fatto che la strategia per labioedilizia presenta già delle eccellenze. I partecipanti, dopo una breve presentazione, sono stati dunque invitati a esporre la propria visione in merito a ciascuno stimolo. In questo modo è stato possibile enucleare punti di forza e criticità della Bioedilizia in Sardegna riassunte poi in una serie di parole chiave utili per individuare potenzialità e prospettive di intervento. PRINCIPALI PUNTI DI ATTENZIONE RISCONTRATI E PAROLE CHIAVE Partendo da una riflessione sulla bioeconomia si è chiesto di analizzare la situazione della tematica Bioedilizia in Sardegna e sul ruolo dei diversi attori pubblici e privati, il gruppo di lavoro individua e condivide i seguenti punti. Vantaggi competitivi Le potenzialità per la Sardegna arrivano dal completamento della filiera corta che garantirebbe sostenibilità e risparmio. Il risparmio non solo sarebbe economico ma anche in termini ambientali con una importante riduzione nella produzione di CO2. Si deve tendere verso l utilizzo degli scarti di lavorazione che, con lo sviluppo di tecnologie innovative, renderebbero il prodotto come innovativo, sostenibile ed efficiente. Soprattutto in campo edilizio i nuovi prodotti, derivanti da sottoprodotti industriali possono diventare di eccellenza per dare qualità alle nuove costruzioni. Favorirebbe questo sviluppo e vantaggi competitivi arrivare a una certificazione del prodotto attraverso le linee del Life Cycle Assessment (LCA) per l'attuazione di una Politica Integrata dei Prodotti. Tecnologia sfruttabile Le tecnologie devono andare incontro al recupero dei materiali. Si deve puntare alle nuove tecnologie per completare la filiera soprattutto in campo edile. Ma da questo punto di vista una parte importante la svolgono i costruttori che sono ancora molto restii a modificare le lavorazioni tradizionali. Soprattutto nel restauro degli edifici le tecnologie possono dare una

grossa mano ma sempre se abbinate alle esigenze dei costruttori. Pubblico e privato devono potersi incontrare e dialogare affinché si vada verso la stessa direzione. L innovazione Sull innovazione nel settore della bioedilizia ci sono molti margini di azione ed è proprio necessario un ciclo continuo di innovazione. L innovazione deve tendere sempre più verso un utilizzo di materiali a Km 0 riducendo al minimo l inquinamento. In particolare una delle innovazioni sono le stampanti 3D applicate a cemento, argille, materiali plastici ecc. In quest ultimo caso avremmo materiali molto leggeri e con notevoli proprietà meccaniche. Per il consolidamento dei vecchi edifici esiste una tecnologia che non è ancora stata applicata, questa è la polimerizzazione frontale. Si possono fare infiltrazioni di un materiale polimerico che poi si solidifica una volta introdotto. Anche con gli scarti del marmo si possono utilizzare tecnologie che permettono di iniettarli nelle infiltrazioni nel terreno, e sono a energia zero perché serve solo l innesco. Dagli scarti del marmo possiamo ricavare dei nuovi marmettoni molto performanti. La Governance di successo Sarebbe utile creare un laboratorio diffuso/luogo d incontro tra pubblico e privato. Devono essere compresi tutti gli attori della filiera, dalla Regione Sardegna sino ad arrivare alle scuole edili. Bisogna creare delle linee guida da tenere in considerazione nelle scelte importanti. Per esempio si devono favorire i criteri ambientali minimi (CAM) per l edilizia che stanno per essere pubblicati dal governo. Servono a dare un supporto a chi fa le gare d appalto per avere una base di partenza e iniziare a inserire i criteri stessi nei capitolati pubblici. Sono state fatte due sperimentazioni in Sardegna sull introduzione dei criteri. Serve uno sforzo delle amministrazioni da questo punto di vista e serve molta attenzione.

Le raccomandazioni Sono emerse alcuni punti d attenzione che non dovrebbero mai mancare nelle scelte relative alla Bioedilizia: - Attivare indagini di mercato legate al GPP (Green Public Procurement) nell ottica di un recepimento specifico per l Edilizia sarda dei CAM (Criteri Ambientali Minimi), in corso di approvazione ministeriale. - Approvazione di un nuovo Prezziario Regionale dei Lavori pubblici. - Riconoscere come prioritario il rinnovamento edile, finalizzato al rilancio dei materiali sardi per la Bioedilizia attraverso la ricerca, l innovazione di prodotto e la certificazione di performance e analisi LCA (Life CycleAssessment). Formazione Serve una formazione di altissimo livello più puntuale.e importante creare programmi di Formazione in tecniche di edilizia sostenibile non convenzionale in collegamento con l Assessorato regionale al Lavoro, come nel caso del progetto EDILI-Costruire opportunità di reimpiego e riqualificazione nell edilizia in Sardegna, con la Cassa Edile Sassari, ANIEM ect. Serve inoltre molta INFORMAZIONE. Progetti cantierabili e a lungo respiro -i sostituti del cemento sono un aspetto da introdurre subito. Scarti di lavorazioni, anche di origine vegetale, materiali presenti nelle cave dismesse e lapidei locali; - utilizzo degli scarti lapidei; - iniziare a pensare a realizzare un tipo di laterizio più performante degli attuali con utilizzo di scarti o materiali nuovi; - progetti pilota con utilizzo solo di scarti o sottoprodotti industriali per il recupero delle coste; - definizione di una filiera di qualità per il recupero del patrimonio costruito. Serve un prodotto competitivo frutto di processi meccanizzati; - riciclo, filiera corta, materiali locali e naturali;

- integrazione edilizia degli assetti e delle strutture delle energie rinnovabili (es città o edilizia sostenibile); - laboratorio diffuso e integrato tra organismi pubblici e privati nel quale si cerca di ricostruire la filiera; - criteri ambientali minimi per l orientamento della spesa pubblica; - recupero di edifici storici mediante forme di sperimentazione anche attraverso utilizzo dei criteri ambientali minimi. CONSIDERAZIONI FINALI La bioedilizia presenta molteplici potenzialità che possono essere favorite attraverso l inserimento nella filiera di tutti gli attori (soprattutto i costruttori). La tecnologia deve essere a servizio delle innovazioni continue. La creazione di un polo/laboratorio diffuso potrebbe aiutare questo processo. Il prossimo passo consiste dunque nel comprendere concretamente come declinare le traiettorie tecnologiche per arrivare a una maggiore focalizzazione sulle nicchie di mercato. Altro punto da approfondire nel prossimo incontro sarà quello di capire quanto le Reti Intelligenti possano supportare lo sviluppo delle altre tematiche all interno della Bioeconomia.