Il Medio Oriente si scopre progressista Una ricerca dalla University of Michigan Institute for Social Research mette a fuoco la percezione della donna in sette paesi a maggioranza musulmana (Ilaria Orrù) La University of Michigan Institute for Social Research ha condotto uno studio su questioni di genere, rapporti con la tecnologia e il modo in cui viene visto l Occidente in sette importanti paesi a maggioranza musulmana del Medio Oriente (Tunisia, Egitto, Iraq, Libano, Pakistan, Arabia Saudita e Turchia). L obiettivo principale della ricerca è quello di analizzare la situazione della Tunisia, culla della Primavera Araba, mettendola a confronto con gli altri Paesi. Ed è proprio da queste comparazioni che emerge il quadro più interessante su un pugno di nazioni così diverse fra di loro nonostante la lingua e la religione che condividono. La ricerca si basa su un campione di circa 3000 persone per ogni paese (poco più di 2000 in Arabia Saudita), uomini e donne. Le interviste sono state condotte fra gennaio 2011 e giugno 2013, quindi appena dopo lo scoppio della Rivoluzione tunisina detta dei gelsomini, il cui inizio si fa formalmente risalire al 17 dicembre del 2010, giorno in cui il 26enne tunisino Mohamed Bouazizi si diede fuoco per protesta. Cominciamo col dare un occhiata ai risultati sulle questioni di genere. La prima domanda riguarda la poligamia. La maggior parte degli intervistati non è d accordo con questa pratica. L affermazione è accettabile che un uomo abbia più di una moglie trova in disaccordo (o in forte disaccordo) il 70% degli egiziani, il 52% degli iracheni, il 71% dei libanesi, il 75% dei pakistani, il 51% dei sauditi, 81% dei tunisini, e la quasi totalità dei cittadini turchi, il 93%.
Ma il disaccordo diminuisce parecchio con l affermazione: una moglie deve sempre obbedire al marito. La maggior parte degli intervistati, infatti, si dimostra molto conservatrice in tema di autorità maschile all interno della famiglia. Solo il 5% degli egiziani, l 11% degli iracheni, il 38% dei libanesi, l 8% dei pakistani, 21 % dei sauditi, il 22% dei tunisini, e il 30% dei cittadini turchi è in disaccordo, o molto in disaccordo, con questa affermazione (sì, il modo in cui sono stati concepiti i quesiti è un po macchinoso). Anche in Libano il Paese più liberale della regione dopo Israele, come specificato nello studio, la maggior parte degli intervistati continua a credere che la donna debba obbedire al suo sposo. L Egitto, in questo caso, dimostra di essere il paese più conservatore in assoluto, mentre l Arabia Saudita, paese in cui le donne non possono guidare per legge, in questo caso è meno severo rispetto a Egitto, Iraq e Pakistan. Le cose vanno molto meglio quando si parla di donne e politica. In effetti, questa è una costante. Gli intervistati si dimostrano molto più aperti quando si parla dei diritti delle donne nella sfera pubblica piuttosto che in famiglia. E infatti, ecco che l affermazione gli uomini sono leader politici migliori delle donne raccoglie molti più dissensi rispetto alla precedente. In Libano, Turchia e Tunisia quasi la metà degli intervistati non pensa che gli uomini siano leader migliori.
Insomma, una percentuale più alta di intervistati è disposta ad accettare una leadership politica femminile piuttosto che rinunciare all obbedienza della donna in famiglia, si legge nello studio. E l istruzione femminile? La maggior parte degli intervistati non pensa che l educazione universitaria sia più importante per i ragazzi piuttosto che per le ragazze, dando prova di non supportare le differenze di genere in tema di istruzione. Il Paese meno aperto in questo caso è l Arabia Saudita. E le donne, come dovrebbero vestirsi in pubblico? Questa è la domanda dello studio che ha destato più attenzione mediatica, ed è stata ripresa da diversi giornali. L infografica è stata realizzata dal Pew Research Center. L indagine è stata condotta mostrando agli intervistati delle foto delle varie tipologie di vestiario. Dopodiché, è stato chiesto loro quale fosse la maniera più appropriata per una donna di presentarsi in pubblico.
Prima di vedere i dati, cerchiamo di capire le differenze fra i diversi tipi di vestiario in uso nei Paesi musulmani (spiegate bene nello studio), le cui sfumature sono spesso ignorate in Occidente. Il numero 1 è il burqa, il famigerato velo integrale che copre interamente la donna. Non va molto meglio con il numero 2, il niqab, che lascia scoperti solo gli occhi. Il numero 3 è il chador, che lascia libero il viso femminile ma ricopre interamente il corpo. Poi abbiamo l al-amira, al numero 4: viso scoperto e capelli nascosti sotto il velo. Al 5 c è il foulard che copre solo il capo, e al numero 6 niente velo e capelli al vento. Il Libano si è dimostrato il Paese più aperto (precisiamo comunque che il 27% del campione è cristiano), mentre l Arabia Saudita quello più conservatore, seguito a ruota dal Pakistan. Fortunatamente l opzione burqa non ha avuto successo, ed è stata presa in considerazione solo dagli intervistati dell Arabia Saudita, dove ha fatto registrare un 11% di risposte. Secondo la maggior parte degli intervistati il capo perfetto per una donna in pubblico il numero 4. Ma le cose cambiano totalmente con un altra domanda: Le donne dovrebbero essere libere di scegliere come vestirsi? Ancora una volta, a domanda generale, segue risposta più aperta. Mentre paesi come Libano o Turchia rispondono in maniera abbastanza coerente con i dati della precedente infografica, questo non si può dire per l Arabia Saudita, dove il 47% degli intervistati pensa che le donne possano vestirsi come meglio credono, ma il 63% ha indicato come capo ideale il soffocante niqab. L Egitto conferma una tendenza molto conservatrice. Gli egiziani sono diventati più sessisti negli ultimi dieci anni. - ha detto alla CNN
Mansoor Moaddel, uno degli autori dello studio -Sono diventati meno religiosi, meno favorevoli alla Sharia, ma sulle questioni di genere, più conservatori. Moaddel parla poi dell Arabia Saudita. L Arabia Saudita non è così conservatrice come appare - ha detto -, in qualche modo vi è una notevole inclinazione liberale, che potrebbe essere una reazione alla leadership conservatrice. Abbandoniamo le questioni di genere, e passiamo alle domande su tecnologia, politica e religione. Ecco la prima domanda: il paese sarebbe un posto migliore se avesse la tecnologia occidentale? Sì, secondo la stragrande maggioranza degli intervistati. Purtroppo non si indaga sui tipi di tecnologie. Peccato. Sarebbe stata sicuramente interessante qualche domanda sull uso dei social media (Twitter su tutti) durante la Primavera Araba.
Comunque, agli intervistati tunisini è stato chiesto quale fosse per loro il dovere più importante da prendere per il paese. Risultato: il 60%, ha risposto: eccellere nei campi della scienza e della tecnologia, il 20% difendere la libertà di parola delle persone, il 18% applicare la shari a in Tunisia e il 2% recarsi in paesi musulmani occupati per combattere i nemici dell Islam. Politica e religione, si sa, sono temi controversi. Secondo i fondamentalisti, politica e religione non possono essere separati. Ma in tanti non la pensano così, almeno a giudicare dallo studio. Infatti, il 51% degli egiziani, il 69% degli iracheni, l 80% dei libanesi, il 72% dei tunisini, e il 76% dei turchi sono d accordo o molto d accordo con l affermazione: il paese sarebbe un posto migliore se religione e politica fossero separati. La percentuale crolla per i pakistani. Solo il 9% degli intervistati è d accordo. Le percentuali calano fortemente quando viene chiesto: il paese sarebbe un posto migliore se il governo fosse simile ai governi occidentali.
Ma due cose saltano all occhio. come messo in evidenza anche dallo studio. L alta percentuale dell Iraq a favore della politica laica e occidentale può essere vista come una reazione normale, dato che il paese ha visto con i suoi occhi di cosa possono essere capaci gli estremisti islamici. E i pakistani probabilmente vedono la politica dell Occidente in maniera non per forza negativa, mentre l idea della separazione fra politica e religione resta inaccettabile. Finiamo con un inno alla democrazia. La democrazia ha dei problemi, ma è comunque migliore rispetto alle altre forme di governo. è d accordo il 91% degli egiziani, l 86% degli iracheni, l 88% dei libanesi, l 88% dei pakistani, il 76% dei sauditi, il 91% dei tunisini, e il 84% dei turchi. Fonte: http://www.wired.it/attualita/politica/2014/01/15/medio-oriente-donna/