La geo-economia, la logistica e la tecnologia Massimo DEANDREIS Direttore Generale Roma, 23 Ottobre 2013
Ancora poco sta cambiando la crescita si «affaccia» nel 2014 La crescita mondiale dovrebbe rimanere sui livelli del 2012, sostenuta da emergenti e Stati Uniti. Nel 2014 si prevede un tasso del 3,6%. La ripresa dell Eurozona avverrà più tardi. Si deve aspettare il 2014 ma con tassi ancora poco significativi. 2009 2010 2011 2012 2013 2014 Stati Uniti -3,1 2,4 1,8 2,2 1,6 2,6 Giappone -5,5 4,7-0,6 2,0 2,0 1,2 Area Euro -4,4 2,0 1,4-0,6-0,4 1,0 - Germania -5,1 4,0 3,1 0,9 0,5 1,4 - Francia -3,1 1,7 1,7 0,0 0,2 1,0 - Italia -5,5 1,7 0,4-2,4-1,8 0,7 America Latina -1,5 6,1 4,6 3,0 3,4 3,9 Cina 9,2 10,4 9,3 7,8 7,6 7,3 India 5,0 11,2 7,7 4,0 3,8 5,1 Crescita Mondiale -0,6 5,2 4,0 3,2 2,9 3,6 Fonte: elaborazioni su dati IMF 2
In questo quadro economico quali sono i problemi sul tappeto? Stati Uniti d America: attuale quadro politico instabile sui temi della finanza pubblica federale shutdown e innalzamento del public debt ceiling - che possono incidere sulle prospettive di crescita a brevemedio termine. Giappone: nuova politica di crescita, che vuole invertire decenni di stagnazione, attraverso una forte spinta monetaria per far aumentare inflazione e favorire investimenti e nuova liquidità. Crisi Eurozona non ancora risolta: Rimane ancora forte la richiesta da parte dei paesi «guida» di una rigidità verso le periferie nel fare i «compiti a casa» e quindi mantenimento di un «euro» forte. Guerra valutaria: è di fatto in corso una vera e propria lotta per la svalutazione delle monete di riferimento quali il dollaro e lo yen, a scapito della competitività dell area Euro. Instabilità politica: permane in Europa e soprattutto in Italia un quadro di grave debolezza nell ambito della governance pubblica, connesso a una perdurante instabilità politica interna. 3
In Italia, e nel Mezzogiorno la crisi ha quindi colpito duramente Tra il 2007 e il 2012, il Mezzogiorno ha perso il 9,5% del PIL (circa 33,4 miliardi di euro). Nel Mezzogiorno aumenta l incidenza delle famiglie povere, il numero delle imprese cessate mentre si riducono gli occupati. Solo le esportazioni hanno più che recuperato i valori del 2007. 8 6 4 2 0-2 -4-6 -8-10 -12 Andamento delle principali variabili economiche e sociali dal 2007 in poi -9,5-6,9 3,7 4,7 1,6 1,2 Pil Famiglie povere Imprese cessate Export Occupazione Mezzogiorno Italia 2,2 6,4-9,7-3,6 4
affondando le sue «radici» in uno «spread» di produttività Nel Mezzogiorno, il valore della produttività del lavoro è di 39,7 mila euro rispetto al dato nazionale di 46,0 mila euro. 47,0 46,0 Produttività (valore aggiunto per unità di lavoro) 46,0 45,0 44,0 45,4 43,0 42,0 41,0 40,0 39,0 38,8 39,7 38,0 37,0 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 Mezzogiorno Italia Fonte: SRM su ISTAT e Svimez. 5
La «crisi» sembra avere una sua «forza» ci si aspetta una ripresa Nel Mezzogiorno solo a partire dal 2014 5,0 4,0 Andamento PIL (var % annua) 3,0 2,0 1,0 0,0-1,0 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015-2,0-3,0-4,0-5,0-6,0 European Union Italia Mezzogiorno Fonte: SRM su FMI, ISTAT, PROMETEIA Ripresa che è ancora troppo debole e vede un gap di crescita tra il Nord ed il Sud. Vanno individuate azioni per ribaltare questi scenari. 6
Da dove può arrivare la ripresa? La domanda estera si conferma elemento centrale per la crescita L export continuerà a sostenere la nostra economia, e ad aumentare a ritmi elevati anche rispetto al periodo precedente. 5,0% 4,5% Export (var medie annue %) 4,3% 4,0% 3,8% 3,5% 3,0% 2,5% 2,0% 2,0% 1,5% 1,0% 0,8% 0,5% 0,0% Var Media annua 2008-12 Var Media annua 2013-16 Mezzogiorno Fonte: Istat, Prometeia Nel Mezzogiorno le importazioni avranno un ritmo ancora limitato a causa della debole dinamica della domanda interna, mentre in Italia ci sono tenui segnali di miglioramento. Italia 7
Distretti e reti: pochi ma presenti anche al Sud I distretti nel Mezzogiorno sono soltanto 25 (pari al 18% del totale), ma sono molto attivi sui mercati esteri. 3,90% Export (no oil) % change 1 sem. 2013 /2012) 11,50% 0,40% Export Districts Italy Export Districts South Total Export Italy Total Export South -3,80% Nel Mezzogiorno vi sono 192 contratti di rete su 792 in Italia, il 24,3% del totale Il Sud vanta la presenza di 719 imprese in rete su 4.091 in Italia, il 17,5% del totale; esse realizzano un fatturato maggiore delle imprese non in rete. Manufacturing Businesses - Total Turnover 12,1% (% change 2011-2009) 25,0% Businesses not in Network Businesses in Network since 2011 8
Dunque non dimentichiamo che esiste un Mezzogiorno che innova e produce AAA: i settori export oriented a maggiore impatto Aeronautico Valore Aggiunto (mil ) Fatturato (mil ) Export (mil ) N. addetti Mezzogiorno 852,4 2.372 1.423 13.000 Peso su Italia 31,4 33% 26,9% 40% Automotive Valore Aggiunto (mil ) Fatturato (mil ) Export (mil ) N. addetti Mezzogiorno 1.885 13.361 4.280 27.084 Peso su Italia 25% 24,8% 17,1% 16,1% Fonte Srm, Un Sud che Innova e Produce vol. I e II Agroindustria Valore Aggiunto (mil ) Fatturato (mil ) Export (mil ) N. addetti Mezzogiorno 15.938 21.000 5.674 143.254 Peso su Italia 30% 16,5% 17,8% 29,5% 9
La propensione all export: Si evidenzia un Mezzogiorno ancora presente nel mercato globale I paesi in cui esporta il Mezzogiorno sono 208 su 228 (91%). In oltre 50 paesi il Mezzogiorno presenta una specializzazione maggiore del dato nazionale. 10
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Interscambio con l Area Med: Italia al 2 posto. Al 2012 l Italia registra un interscambio di 61 mld con l Area Med; dopo una lieve contrazione nel 2013, esso crescerà a 62,7 mld nel 2015. In forte crescita il ruolo della Cina (50,6 mld al 2012; 10 volte il valore del 2001). bn 80 70 60 50 40 30 20 41,0 33,0 29,5 66,0 61,0 55,2 50,6 47,8 36,8 Expected values 77,4 U.S. 71,4 GERMANY 71,0 CHINA 62,7 ITALY 54,4 46,6 FRANCE GCC 10 0 6,6 5,0 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 ITALY FRANCE CHINA UNITED STATES GERMANY GCC Fonte: Osservatorio MED - SRM 12
. Circa la metà degli scambi tra Italia e Area Med è fatta di prodotti non energetici L interscambio non-oil tra Italia e Area Med vale 30,9 mld al 2012, previsto in crescita a 35,3 mld nel 2015. La Cina (al 2012, 41,2 mld ) raggiungerà quasi gli USA e la Germania negli scambi di prodotti non energetici con l Area Med. bn 70 60 50 40 37,0 30 24,1 24,7 20 19,3 10 0 4,8 Fonte: Osservatorio MED - SRM 51,7 46,6 41,9 36,9 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 30,9 29,6 Expected values 60,4 GERMANY 59,3 U.S. 58,2 CHINA FRANCE 42,0 39,2 GCC 35,3 ITALY ITALY FRANCE CHINA UNITED STATES GERMANY GCC 13
Mezzogiorno seconda macroregione per interscambio Al 2012 il Mezzogiorno registra un interscambio di 16,1 mld con l Area Med, seconda macroarea dietro il Nord Ovest (17,8 mld ). I valori persi nel 2011 (-21,9% sul 2010) sono stati ampiamente recuperati nel 2012 (+45% sul 2011). 25 Mld 20 15 10 5 Nord Ovest: 17,8 Mezzogiorno: 16,1 Regioni non specificate: 10,0 Nord Est: 9,8 Centro: 7,3 0 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 Nord Ovest Nord Est Centro Mezzogiorno Regioni non specificate Fonte: Osservatorio MED - SRM 14
Fonte: Osservatorio MED - SRM e più orientato al Mediterraneo L Area Med, in termini di interscambio, ha per il Mezzogiorno «un valore quasi triplo» rispetto al resto del Paese (15,5% contro il 5,5% del Centro-Nord). 18 16 14 12 10 8 6 4 2 0 Interscambio con Area Med / Totale Interscambio anno 2012 - valori % 15,5 Mezzogiorno Centro-Nord Italia 5,5 7,9 15
Milioni di euro i Porti e la Logistica sono i driver verso il Med Il nostro Paese realizza un terzo del suo interscambio totale con la modalità marittima; se consideriamo il Mezzogiorno il dato sale al 63%. Se consideriamo gli scambi con la sola area MED possiamo osservare che il 76% delle merci in valore viaggia via mare (1 sem. 2013). Il 37,3% delle relazioni internazionali marittime del Mezzogiorno avviene con il Nord Africa e il Medio Oriente. 7.000 6.000 5.000 20,6% 19,6% 17,7% 22,1% 4.000 12,2% 3.000 2.000 7,7% 1.000 0 Paesi europei non Ue Medio Oriente Africa settentrionale UE 28 Asia orientale Altro Fonte: SRM su Coeweb, 2013 16
quindi puntare sul sistema logistico è una scelta da fare I porti del Mezzogiorno hanno assunto un ruolo importante movimentando nel 2012 oltre 220 milioni di tonnellate di merci, il 48% del totale del Paese. Considerando i container gli scali del Mezzogiorno hanno movimentato circa 4,4 milioni di teus, il 46% dell Italia. Il Mezzogiorno vanta la presenza di oltre 45mila imprese del settore. In Campania, Sicilia e Puglia è concentrato il 70,5% delle aziende del Sud Italia. Nord Ovest 45.135 28% Distribuzione territoriale delle imprese Centro 34.162 21% Mezzogiorno 45.685 29% Campania 13.927 30,5% Puglia 8.365 18,3% * Dati al 31/12/2012 Fonte: SRM su Unioncamere Nord Est 35.268 22% Altre 13.484 29,5% Sicilia 9.909 21,7% 17
La competitività della nostra logistica è ancora bassa 5 Logistics performance Index (LPI) 4 3 4,13 4,03 4,02 3,85 3,7 3,67 3,51 3,17 3,03 2 1 (+1) 4 (-3) 5 (-1) 12 (+5) 20 (+5) 24 (-2) 27 (+12) 41 (+20) 50 1 0 Fonte: SRM su World Bank, 2013 L Italia è al 24 posto nel ranking mondiale per performance logistica sulla base del Logistics Performance Index (LPI) elaborato dalla World Bank. Le maggiori criticità riguardano le procedure doganali (27 posizione); il miglior rank (18 ) per il nostro Paese è sul parametro della puntualità delle spedizioni. La World Bank stima che le criticità logistiche individuate comportano per le imprese italiane un attesa di 19 giorni per esportare e/o 17 giorni per importare un container rispetto ad una media UE di 11 giorni. 18
ed i competitors guadagnano terreno Pireo 12% Tanger Med 8% Malta 11% Cagliari 3% 8% 4% 9% 0% 20% Gioia Tauro 11% 2012 16% 2005 10% Port Said 15% Valencia 19% 8% 4% 20% Damietta 3% Taranto 1% Algeciras 17% Il Mediterraneo può rappresentare una grande opportunità per la nostra logistica ma i competitors sono molto «aggressivi». Tra il 2005 e il 2012 i porti hub della sponda Sud del Mediterraneo hanno incrementato la propria quota di mercato dal 18% al 27%. 19
Energia altro elemento per la competitività del Paese Il Mezzogiorno è la miniera delle fonti rinnovabili: se consideriamo il Solare e l Eolico, il 60% della potenza del Paese è generata da impianti localizzati nel Mezzogiorno. Il Geotermico è una delle nuove grandi potenzialità dell area meridionale. La Basilicata rappresenta il 74% della produzione italiana di Petrolio ed è previsto che per il 2015 copra il 14% del fabbisogno nazionale. Molti Paesi dell area MED hanno previsto la realizzazione di importanti progetti di investimento ad esempio Desertec - associati a ingenti programmi finanziari per lo sviluppo di Fotovoltaico ed Eolico. Il Mezzogiorno è la «sponda naturale» di questa progettualità. attualmente nessuno di questi vantaggi si trasferisce concretamente in un minor costo per le imprese che pagano l energia il 18% in più rispetto la media europea. 20
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I fattori a livello internazionale che possono avere conseguenze sull economia del Mezzogiorno Un nuovo quadro di riferimento commerciale internazionale La possibile realizzazione di un area di libero scambio (TTIP) tra Stati Uniti ed Unione Europea comporterebbe, secondo stime, un aumento del PIL pro-capite italiano intorno al 3%. (Inoltre, il tasso di disoccupazione si ridurrebbe in Italia dello 0,57% e i posti di lavoro aumenterebbero nel breve di almeno 100/200mila unità). Un nuovo «framework» energetico La shale revolution sta trasformando l'industria statunitense da importatore a esportatore netto di idrocarburi rendendola «autonoma». Tale pratica può ridisegnare la mappa geopolitica del mondo, ridimensiona il peso della Russia, del Medioriente e cambiare anche gli equilibri in Europa ed in Italia. L America può peraltro diventare un nuovo polo mondiale di investimenti. 22
Le 12 tecnologie «disruptive» che possono cambiare il quadro di riferimento e gli equilibri competitivi destinate a trasformare l economia mondiale entro il 2025. Tecnologie già esistenti che sono: in rapida crescita, hanno un ambito di riferimento ampio, hanno un valore economico significativo ed un impatto sulla vita delle persone «sconvolgente». Di queste tecnologie «dirompenti», 6 potranno probabilmente avere un grande impatto per l economia meridionale: 6 Tecnologie Esempi Prodotti e gruppi interessati Internet delle Cose Veicoli autonomi e quasi autonomi Genomica di prossima generazione Sistemi di stoccaggio dell'energia Stampa 3D Fonte: McKinsey Global Institute trilioni di dollari Tracciabilità di prodotti agricoli e industriali, Sanità on line, gestione intelligente della sicurezza, Trasporti e Logistica, Domotica, ecc. 36,0 Gestione autonoma o semi-autonoma di veicoli civili e militari: automobili, TIR, aeroplani, treni ecc. 4,2 Nuovi sistemi di cura per gravi malattie tipo cancro o cardiovascolari con riduzione delle morti annuali e dei costi di cura e sociali 7,6 Aiuto allo sviluppo delle energie alternative. Nuova gestione delle motorizzazioni dei veicoli; smart grid; potenzialità di fornire energie a popolazioni senza elettricità 2,6 Nuovi design; riduzione costi prototipi; apertura mercati globali per PMI; riduzione barriere all'ingresso su mercati di maggiori dimensioni; riduzione dei rifiuti di lavorazione manifatturiera, ecc. 12,7 Nanomateriali tipo il Grafene, utili per nuovi display e batterie più efficienti, Materiali Avanzati celle solari. Nuovi materiali per l'aeronautica e Automotive con innovative caratteristiche fisiche e chimiche. Nanoparticelle in Farmaceutica, ecc. 1,6 Totale impatto economico Pil e consumi 64,7 23
ed il Mezzogiorno può (e deve) partecipare al cambiamento Il Mezzogiorno ha nel suo tessuto produttivo, settori portanti e di grande impatto economico che possono beneficiare di alcune delle nuove tecnologie. Settori che già oggi rappresentano nel loro complesso circa il 25% dell attuale valore aggiunto territoriale Aeronautico e Automotive Turismo Agroalimentare 3D Printing Autonomous Vehicles Economia del mare Logistica Energie Alternative Biofarmaceutico Nextgeneration Genomics Energy storage Internet of Things Advanced Material In questo scenario, l impatto sull economia meridionale è stimata al 2025 in circa 10 miliardi medi annui di $ di crescita del Pil 24
ed essere in grado di «afferrare» le nuove occasioni che si affacceranno nel prossimo futuro. Le nuove tecnologie ed i nuovi equilibri geo-economici potranno quindi garantire una crescita significativa nel prossimo decennio. A livello mondiale l impatto economico di si stima nell ordine di circa 150 trilioni di dollari fino al 2025, tra «nuovo» PIL, aumento dei consumi e maggiore produttività E quale può essere nel medio periodo - in questo scenario - il possibile impatto per l economia meridionale? Si stima una crescita «aggiuntiva» media annua di 1,5%-2% rispetto allo scenario di base (in termini assoluti cioè circa 5/6 miliardi di euro di Pil aggiuntivo) 3,0 Tassi crescita Pil Mezzogiorno 2,0 1,0 0,0-1,0 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017-2,0-3,0-4,0-5,0-6,0 Scenario con impatto Scenario base Fonte: Ns Stime su dati McKinsey Global Institute 25
Conclusioni e proposte: è l ora delle scelte Si intravedono segnali di lieve ripresa per il Paese, seppur il Mezzogiorno continui a soffrire di più: dal 2014 sono attesi i primi segnali positivi anche per il Sud; L export continua a trainare l economia e diventa quindi ancora più importante il sostegno e lo stimolo alle politiche di internazionalizzazione e di «rete»; Di conseguenza vanno dirottate le strategie di crescita verso quei settori che stanno ancora «spingendo» sull acceleratore: le 3 «A» sono tra questi; Il Mediterraneo è centrale per lo sviluppo della nostra economia ed al riguardo uno degli asset primari da potenziare sia in chiave internazionalizzazione che in chiave MED è rappresentato dalla portualità e dalla logistica; Puntare sulle infrastrutture marittime deve quindi essere una scelta precisa e da perseguire con urgenza specie per il Mezzogiorno che già dispone di un grande patrimonio logistico; Altro valore su cui intervenire è quello della valorizzazione del nostro potenziale energetico, specialmente sulle rinnovabili. 26