IL CAPITALE. 1) Domanda di capitale 2) Offerta di capitale



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Transcript:

IL CAPITALE 1) Domanda di capitale 2) Offerta di capitale

CAPITALE FINANZIARIO E CAPITALE REALE Col termine capitale i si può riferire a due concetti differenti Il capitale finanziario è costituito dalla moneta e dalle altre forme di attività cartacea che ne hanno la stessa funzione Il capitale reale è rappresentato dalle attrezzature produttive che generano un flusso di servizi produttivi nel tempo

IL K DELLA FUNZIONE DI PRODUZIONE E IL CAPITALE REALE. Avendo imparato questa fondamentale differenza, il tutto però viene meglio se ragioniamo così: Le imprese hanno bisogno di acquistare capitale reale per produrre. Ma per acquistare capitale reale, devono avere capitale finanziario (tradotto.i macchinari per far funzionare l azienda li pagano in soldi, non in natura.). Quindi dal punto di vista dell impresa, domandare capitale finanziario o capitale reale è la stessa cosa.o meglio, prima domandano il primo al fine di utilizzarlo per acquistare il secondo (che è quello che entra nella funzione di produzione).

LA DOMANDA DI CAPITALE

LA DOMANDA DI CAPITALE REALE La domanda di capitale reale da parte delle imprese è analoga alla domanda di lavoro La regola per un impresa concorrenziale che domanda i servizi del fattore capitale è: VMP K = P MP K = r Se dal lato dell output l impresa opera in un mercato non concorrenziale allora la regola è: MRP K = MR MP K = r In entrambi i casi r è il costo unitario per i servizi del capitale

I CALCOLI CHE GUIDANO L ACQUISTO DI UN BENE CAPITALE Il criterio di scelta per l acquisizione di un bene capitale prevede il calcolo del valore attuale netto (NPV) del flusso dei profitti generati dal bene capitale in oggetto Se si prevede che, per ciascuno dei prossimi N anni, il bene genererà ricavi aggiuntivi per R, che sia necessario un costo di manutenzione pari ad M, e che poi sarà rivenduto al prezzo S al termine di tale periodo, allora il valore attuale netto è pari a: NPV = R M 1+ i + R 1+ M i +... R M 1+ i S 1+ i ( ) ( ) 2 ( ) N ( ) N + +

I CALCOLI CHE GUIDANO L ACQUISTO DI UN BENE CAPITALE Una volta calcolato il NPV, esso va confrontato con il costo d acquisto del bene capitale P K se NPV > P K, allora è profittevole acquistare il bene capitale se NPV < P K, allora non è profittevole acquistare il bene capitale

L OFFERTA DI CAPITALE

Offerta di capitale, tasso di interesse ed equilibrio nel mercato dei fondi prestabili Anche l offerta di capitale deve essere presa in considerazione per la determinazione del tasso di interesse I risparmiatori (ma anche altri operatori economici) offrono i propri risparmi in cambio di una remunerazione rappresentata dal tasso d interesse Dall intersezione della curva di domanda di fondi per l acquisto di beni capitali (e non solo) e della curva di offerta di fondi dei risparmiatori (e di altri operatori), scaturisce il tasso d interesse di mercato

Figura 14-17: Equilibrio nel mercato dei fondi prestabili

Interesse nominale Vs interesse reale Se prestate 100 euro con un tasso nominale del 5%, significa che alla scadenza ci rimborsano 105 euro. Il valore nominale del prestito è quindi 105 euro. Se nel frattempo l inflazione è stata del 5%, in termini reali con i vostri 105 euro nominali potete fare le stesse cose che facevate prima con i 100 euro. Il valore reale del prestito quindi è sempre lo stesso. Tasso di interesse reale= tasso di interesse nominale meno l inflazione (r=i-π)

IMPORTANTE L incontro tra chi offre capitale finanziario (=i risparmiatori) e chi lo domanda (=le imprese, al fine di comprare capitale reale) può avvenire: - in modo indiretto, cioè con la mediazione del sistema bancario - in modo diretto: l impresa si rivolge direttamente ai risparmiatori, emettendo azioni o obbligazioni.

IL MERCATO DELLE AZIONI E DELLE OBBLIGAZIONI Negli USA, il ricorso diretto al mercato dei capitali (azioni e obbligazioni) è il modo principale attraverso cui le imprese si finanziano. In Europa, è ancora centrale il sistema bancario.

LE OBBLIGAZIONI Un obbligazione rappresenta un prestito da parte dell acquirente nei confronti dell impresa. A seconda della scadenza, può essere a breve o a lungo termine (si va dai 90 giorni ai 30 anni). Il prestito obbligazionario più famoso: Il debito pubblico (i risparmiatori prestano soldi allo Stato ricevendo in cambio un titolo obbligazionario: BOT,CCT, BTP). Buoni Ordinari del Tesoro (3 mesi, 6 mesi, 3 anni) Certificati Credito del Tesoro (10 anni) Buoni Tesoro Pluriennali (30 anni)

Come funzionano le obbligazioni? Emittente: S.Cristina Srl Tasso di interesse: i=10% Valore nominale= 10.000 euro Scadenza: 30 anni Cedola: annuale Rating: AA+ Vuol dire che la società S.Cristina Srl si impegna a rimborsare tra 30 anni il valore nominale di 10.000 euro. Nel frattempo però paga una cedola annuale di 1000 euro (il 10% di 10.000 euro), che rappresenta il costoopportunità per il risparmiatore.

Tutto questo se si compra all emissione; cioè al momento in cui l impresa emette l obbligazione, e incassa subito i 10.000 euro (capitale finanziario che utilizza per comprare capitale reale). In questo caso quindi, il prezzo dell obbligazione (cioè il valore a cui viene scambiata) è uguale al suo valore nominale (il valore a cui è stata acquistata) ed è: P=cedola/i

Che succede nel corso del tempo se il tasso di interesse cambia? i=5% A quel punto, le nuove emissioni di obbligazioni (da queste e da altre imprese), su un valore nominale di 10.000 rendono una cedola annuale di 500 euro, e non più di 1.000. Se l obbligazione è quotata, vuol dire che dopo l emissione è scambiata su un mercato: il mercato obbligazionario, adeguatamente regolato. Come in tutti i mercati, se la domanda cresce, il prezzo sale; se scende il prezzo scende( e se l offerta sale, il prezzo scende, se scende, il prezzo sale!)

Dopo la discesa del tasso di interesse, siccome la vecchia obbligazione paga cedole più alte, i risparmiatori sul mercato obbligazionario (quindi non all emissione!) vorranno comprarla. Crescerà la domanda per l obbligazione S.Cristina SRL, e quindi il suo prezzo, che sarà superiore al valore nominale (si dirà che l obbligazione è quotata sopra la pari; convenzionalmente, si assume il valore nominale uguale a 100 per confrontare prezzo corrente con valore nominale).

Quindi esiste una relazione negativa tra tasso di interesse nominale e prezzo dell obbligazione quotata. Se i scende, il prezzo dell obbligazione sul mercato salirà. Se i sale, il prezzo scende. Quindi, tornando al nostro esempio, se avete comprato l obbligazione S.Cristina SRL all emissione, dopo la discesa di i se volete potete venderla sul mercato obbligazionario (il mercato secondario) e guadagnare una plusvalenza.

Nella realtà non esiste un unico tasso di interesse. Il rendimento dell obbligazione è il risultato di tre effetti: - il premio al rischio = devo essere compensato per il rischio che la società S.Cristina SRL fallisca e io perda i miei 10.000 euro. Ecco perché esistono le società di rating, che danno un giudizio sull affidabilità dell impresa che emette l obbligazione - altri due che vedrete in macro e in finanza (rischioliquidità, duration, ecc).

LE AZIONI Un azione rappresenta invece una quota di proprietà dell impresa Possedere un azione, dà diritto a ricevere una quota corrispondente dei profitti dell impresa. In teoria, il prezzo di un azione rappresenta il valore attuale dei profitti futuri che incorpora anche il premio per il rischio Le azioni vengono emesse dalle imprese, e scambiate sul mercato chiamato Borsa Valori. Il prezzo sale se le aspettative di profitto futuro migliorano, il prezzo scende se le aspettativa di profitto futuro peggiorano.

Chi decide di investire in azioni effettua una scelta basandosi non solo sul suo rendimento, ma anche sul rischio Il grafico seguente vi mostra uno dei concetti basilari e più importanti della finanza: la frontiera rischiorendimento Se voglio rendimento maggiore, devo accettare più rischio (=meno sicurezza) E viceversa Il rendimento delle azioni è quindi la somma di: Dividendi + plusvalenze derivanti dalla variazione del prezzo (la quotazione in borsa)

Figura 14-18: Il trade-off tra sicurezza e rendimento atteso

L ipotesi di perfetta efficienza dei mercati finanziari Secondo l ipotesi dei mercati efficienti, per un dato livello di rischio, tutte le informazioni disponibili sui rendimenti presenti e futuri di una impresa sono automaticamente incorporati nel prezzo delle sue azioni. Più in generale quindi, il prezzo dei titoli finanziari riflette i fondamentali di tutto ciò che sta dentro quel titolo finanziario: prospettive di guadagno futuro, solidità, stabilità, default-risk. I prezzi si muovono solo in virtù di queste considerazioni.

La crisi finanziaria del 2008 rimarrà nella storia per aver insegnato al mondo che quest ipotesi non è valida. Attualmente stiamo pagando le conseguenze di quest errore, e lo faremo ancora negli anni a venire.