Epidemiologia delle malattie infettive



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Relazione Sanitaria 2000 Rapporto n. 6 Epidemiologia delle malattie infettive

Riassunto Le misure di frequenza delle malattie infettive risentono in maniera importante del fenomeno della sottonotifica. Rispetto al valore nazionale del 1996 (502 per 100.000), a sua volta sottostimato, i tassi di notifica in Basilicata relativi al 1997, 1998 e 1999 sono rispettivamente: 344, 168 e 216 per 100.000. Tale fenomeno sembra essere diffuso soprattutto nei piccoli centri. Un trend in aumento si osserva nella ASL di Matera: nel 1999 è stato registrato un tasso di notifica superiore a quello nazionale, probabilmente per effetto di una campagna di sensibilizzazione promossa dal Dipartimento di Prevenzione dell Azienda. Relativamente alle vaccinazioni obbligatorie le stime sono invece pari o superiori a quelle nazionali. La percentuale di vaccinati nelle coorti di nascita negli anni 1995-97 è al di sopra dei limiti di copertura ritenuti sufficienti ad impedire la circolazione degli agenti patogeni (Poliomielite, Difterite e Tetano: 98%); tale copertura è inoltre costante nel tempo. Tra le vaccinazioni raccomandate c è da segnalare quella contro la Pertosse: la percentuale di vaccinati è aumentata considerevolmente, passando dal 54,9% per i nati nel 1995 al 77,3% nel 1996, al 88,3% nel 1997, al 96,7% nel 1998. Tale incremento è spiegabile da alcuni fattori: la disponibilità del vaccino anti-pertosse acellulare combinato con l anti-difterite Tetano, l offerta attiva e gratuita del vaccino plurimo combinato (che include anche il vaccino a DNA ricombinante contro l Epatite B per l anno 1998), la disponibilità del vaccino pentavalente nel 1999, la capillare informazione ed educazione sanitaria svolta dai Servizi Vaccinali e dai Pediatri di libera scelta. Rispetto alle priorità definite nell OER, l approfondimento del modulo di epidemiologia delle malattie infettive è orientato soprattutto allo studio dei gruppi ad alto rischio di infezioni (pazienti cronici) in relazione ai contesti di assistenza. Inoltre, le infezioni ospedaliere sono oggetto di un progetto regionale ad hoc in fase di avvio. 263

6.1 Rapporto preliminare sul Sistema Informativo delle Malattie Infettive A cura di E. Moliterni, M.L. Graziano, G. Favilena, E. Polani, T. Russo. Premessa Le malattie infettive rappresentano la prima causa di morte nel mondo. Inoltre, accanto al riemergere di malattie che si ritenevano sconfitte, sono in continuo aumento le nuove infezioni. Il nostro secolo ha visto straordinarie trasformazioni nell epidemiologia delle malattie trasmissibili: vi è stato il passaggio da un epidemiologia infettiva sorretta dalle infezioni della povertà dei contesti di vita (tifo, enteriti, tubercolosi) ad una patologia infettiva moderna associata a stili di vita a più alto rischio (AIDS, epatite B), da iatrogenesi (infezioni ospedaliere), da vita di comunità (tossinfezioni alimentari, patologia respiratoria, ecc.). Queste trasformazioni richiedono un profondo sforzo di rinnovamento culturale per sviluppare la ricerca eziologica ed applicata nel campo delle malattie trasmissibili, oltre ad istituire e monitorare i piani di controllo a livello aziendale. Diventa quindi fondamentale la sorveglianza delle infezioni e l indagine sui focolai epidemici: solo una diversa attenzione verso tali patologie può controllare le nuove emergenze infettive e le infezioni nella loro più vasta accezione. Riconosciuta la necessità di aggiornare e modificare, alla luce delle attuali esigenze di controllo epidemiologico e di integrazione del sistema informativo sanitario nazionale, l elenco delle malattie infettive e diffusive che danno origine a particolari misure di sanità pubblica, il Ministero della Sanità, con D.M. 15.12.1990 concernente: Sistema informativo delle malattie infettive e diffusive, ha modificato il precedente decreto del 5.7.1975, aggiornando il sistema delle acquisizioni delle informazioni finalizzato alla realizzazione di tempestive misure di profilassi. Nel D.M. 15.12.1990 si è proceduto, inoltre, alla classificazione delle malattie infettive e diffusive in cinque classi (Tab. 6.1.1) aggregate sulla base della rilevanza per gravità (in termini di letalità e costo sociale), elevata frequenza, estrema rarità, possibilità di intervento con azioni di profilassi e/o terapia e/o educazione sanitaria, interesse sul piano nazionale ed internazionale. Per ciascuna classe sono state previste diverse modalità di rilevazione da parte delle Aziende Sanitarie Locali e un diverso modulo di segnalazione del singolo caso (Tab. 6.1.2). Questa nuova classificazione è risultata utile ai fini di una ricaduta operativa in relazione alla tempestiva adozione di misure igienico sanitarie nei confronti di particolari malattie infettive. Appare chiaro che alla base del nuovo sistema informativo delle malattie infettive e diffusive assume un ruolo fondamentale la notifica da parte del medico, sia come libero professionista che come medico dipendente, dei casi di malattia accertata o anche solo sospetta. I competenti Servizi di Igiene Pubblica devono a loro volta attuare un sistema di raccolta delle informazioni finalizzato alla realizzazione di tempestive misure di profilassi e far proseguire le informazioni a livello regionale e centrale secondo tempi, vie di trasmissione e modalità diverse in rapporto al tipo e livello di provvedimenti sanitari da attuare. 264

Metodi Allo scopo di ottimizzare i flussi informativi delle malattie infettive e diffusive, dal 1995 l Istituto Superiore di Sanità e il Ministero della Sanità hanno avviato una sperimentazione per informatizzare il flusso informativo delle notifiche di malattie infettive. Nelle Aziende USL è previsto l input dei dati di notifica in un personal computer con apposito software di gestione: mensilmente i dati sono trasmessi al Centro di Coordinamento Regionale ed all Istituto Superiore di Sanità. Questo consente di avere i dati disponibili per Regione entro il trimestre successivo, con un guadagno notevole rispetto ai tre anni di gap temporale dell ISTAT ed ai 12 mesi dei dati aggregati del Ministero della Sanità. Il sistema informativo è denominato SIMI; ad esso la Regione Basilicata ha aderito a partire dalle malattie notificate dall 1.1.1998. I vantaggi dell utilizzo di tale sistema sono molteplici: migliora la qualità e la tempestività dei dati; rende possibili interventi rapidi sul territorio ai fini della prevenzione e del controllo; facilita il ritorno delle informazioni; uniforma l organizzazione e i contenuti del flusso informativo; rende ottenibile un dato unico ed ufficiale per gli organi centrali e le regioni. L Osservatorio Epidemiologico Regionale (OER) ha assorbito le funzioni di Centro Regionale di Coordinamento del Progetto SIMI, ponendole fra i propri compiti programmatici. A livello locale, presso il Servizio di Igiene Pubblica di ciascuna ASL operano i referenti del SIMI, che coordinano il flusso dei dati dalla periferia, svolgono le inchieste epidemiologiche e trasmettono mensilmente le notifiche su supporto magnetico all OER. Questo rapporto fornisce una prima analisi delle notifiche delle malattie infettive e diffusive relative agli anni 1997-1999. A riguardo è stata predisposta una mappatura, comune per comune, delle malattie infettive notificate, soprattutto al fine di individuare le zone dove maggiore è il fenomeno della sottonotifica. Risultati Nelle Tab. 6.1.3-4-5 sono riportati, rispettivamente per l anno 1997, 1998 e 1999, i dati sul numero complessivo di notifiche di malattie infettive con i rispettivi tassi, suddivisi per classe di appartenenza e per ASL. L analisi di tali dati evidenzia il fenomeno della sottonotifica: il tasso di notifica regionale è inferiore a quello nazionale, già di per sé abbastanza basso. Si stima infatti che le notifiche siano dieci volte inferiori alla reale incidenza delle malattie infettive e diffusive. Fra le 5 ASL non vi sono sostanziali differenze; l alto tasso di notifica registrato nella ASL di Potenza nel 1997 si riconduce ad una grossa epidemia di morbillo, malattia nei confronti della quale i medici dimostrano una maggiore sensibilità. Nella ASL di Matera si registra, nel 1999, un più alto tasso di notifica (superiore a quello nazionale), probabilmente come effetto di una campagna di sensibilizzazione promossa dal Dipartimento di Prevenzione. 265

Un dato comune alle 5 ASL è che il fenomeno della sottonotifica è diffuso soprattutto nei piccoli centri della Regione. Tale fenomeno è stato osservato utilizzando come indicatore di sottonotifica il numero di segnalazioni di varicella: una malattia frequente, sicuramente presente su tutto il territorio, non soggetta ad oscillazioni temporali cicliche e ad interventi di prevenzione (vaccinazione). Abbiamo osservato che nella ASL di Matera, ad esempio, le notifiche di varicella sono pervenute prevalentemente dal solo capoluogo. Sulla scorta di tali dati, sembrerebbe che la varicella si sia manifestata nella sola città di Matera, ma ciò non può essere possibile dal momento che tale malattia è stata presente nel territorio in tutti i mesi dell anno. Commento In generale, il sistema informativo ha un grosso limite: esso è legato alla decisione del singolo medico di notificare o meno un caso di malattia; di ciò si deve tenere costantemente conto nelle valutazioni epidemiologiche. E evidente che un qualsiasi rallentamento o blocco nel flusso di informazioni, dal medico notificante al centro di raccolta, modifica in modo sostanziale i dati rilevati. La differenza assume maggiore rilievo per le malattie poco frequenti. Utile è pertanto un analisi per singola malattia con un indicatore di validità da seguire nel tempo. Ogni medico, al di là degli obblighi sanciti dalla legge, deve essere consapevole dell importanza che assume la notifica di una malattia infettiva ai fini di un corretto ed efficace intervento di prevenzione. In questo senso l Osservatorio Epidemiologico Regionale ha come obiettivo lo sviluppo di una cultura epidemiologica fra tutti gli operatori sanitari e, nel caso delle malattie infettive e diffusive, un impegno ad ottimizzare i sistemi che possano garantire e migliorare il flusso informativo delle notifiche. 266

6.2 Vaccinazioni obbligatorie e raccomandate: andamento della copertura del ciclo vaccinale di base nei nuovi nati della Basilicata A cura di T. Russo, E. Moliterni, D. Muscillo, E. Polani, G. Favilena, M.L. Graziano. Premessa La vaccinazione è l intervento di Sanità Pubblica con il miglior profilo costo-efficacia. La somministrazione sistematica di vaccini ogni anno e per molti anni a milioni di persone ha permesso l eradicazione di alcune malattie prevenibili con la vaccinazione, come il Vaiolo. L incidenza di altre malattie, quali Pertosse, Morbillo, Rosolia, Parotite ed Epatite B è diminuita, ma tali malattie non si possono considerare eradicate, perché non si è raggiunta una copertura vaccinale elevata ed uniformemente distribuita in vaste aree geografiche. La disponibilità di nuovi vaccini che assicurano efficacia e sicurezza maggiori ha conferito alla vaccinazione un ruolo fondamentale quale strumento di prevenzione in sanità pubblica, per cui, vaccinare un bambino costituisce un atto di protezione individuale e un azione socialmente utile. Con D.G.R. n.1845 del 28.03.1997, la Regione Basilicata per la prima volta ha affrontato in maniera organica la problematica delle vaccinazioni, sia per rendere omogenea l attività vaccinale obbligatoria in tutta la Regione (per calendario, modalità di somministrazione, ecc.) sia per offrire gratuitamente i vaccini raccomandati per l infanzia, al fine di garantire a tutti i nuovi nati un uniforme diritto alla salute. In particolare, dal febbraio 1998 il vaccino acellulare contro la pertosse combinato con l anatossina difterica e tetanica ed il vaccino combinato contro il morbillo, la rosolia e la parotite sono resi disponibili gratuitamente in tutta la Regione. Questo lavoro mostra l andamento delle vaccinazioni di base per i nuovi nati negli anni 1995-1999. Metodi I dati sulle vaccinazioni effettuate con i vaccini: anti-polio, anti-epatite B, anti-difterite e Tetano, anti-difterite Tetano Pertosse sono stati rilevati dai registri di vaccinazione presenti in tutti i Comuni della Regione Basilicata (Ufficio Sanitario - Centro Vaccinale). I nati nel 1995, 1996, 1997 e 1998 sono stati considerati per la copertura alla terza dose del ciclo vaccinale di base, mentre i nati nel 1999 per la copertura di almeno una dose. E stato utilizzato un modello unico di rilevazione, concordato dal Comitato Tecnico Scientifico per le Politiche Vaccinali, in cui per ogni anno di nascita (1995, 1996, 1997 e 1998) si è riportato il numero dei bambini effettivamente presenti, il numero di quelli con tre somministrazioni di anti- Polio, anti-epatite B, anti-difterite e Tetano e di quelli con tre somministrazioni di anti-difterite, Tetano e Pertosse. Per i nati del 1999, è stato registrato il numero dei bambini effettivamente presenti, quanti hanno effettuato almeno una dose di anti-polio, anti-epatite B, anti-difterite e Tetano e quanti almeno una dose di anti-difterite Tetano e Pertosse. 267

Per il 1999 sono disponibili dati preliminari sulla vaccinazione contro l Haemophilus Influenzae di tipo B (anti HiB) offerta insieme alla anti-polio, anti-epatite B, anti-difterite, Tetano e Pertosse ai nati del secondo semestre. Risultati I dati complessivi della Regione Basilicata nel periodo 1995-1998 (Tab.6.2.1) mostrano come la copertura vaccinale alla terza dose per i vaccini obbligatori in tutte le quattro classi di età è superiore alle stime nazionali, pari al 95% (ICONA ISTISAN 98), di copertura vaccinale per il ciclo di base. Infatti, il 98,1% dei nati nel 1995 ha effettuato di anti-polio e anti-epatite B, il 54,9% ha praticato di anti-difterite Tetano e Pertosse ed il 43,2% di anti-difterite e Tetano che danno complessivamente una copertura totale per la Difto-Tetanica del 98,1%. Simile copertura vaccinale è stata riscontrata nei nati del 1996 e del 1997, dove rispettivamente il 97,2% ed il 97,7 % ha effettuato di anti-polio e anti-epatite B, il 77,3% ed il 88,3 ha effettuato di anti-difterite Tetano e Pertosse, il 19,9% ed il 9,4% di anti-difterite e Tetano. Le Tab. 6.2.2 6.2.6 riportano i dati della copertura vaccinale relativi ad ogni Azienda Sanitaria U.S.L della Regione. La distribuzione della copertura vaccinale si presenta omogenea su tutto il territorio della Basilicata. Commento L attuazione di programmi di vaccinazione estesi e costanti nel tempo permette di interrompere o ridurre la trasmissione di infezioni prevenibili con il vaccino. Per ottenere tale risultato, è indispensabile che la percentuale dei soggetti immunizzati con la vaccinazione sia elevata tanto da non permettere la circolazione degli agenti patogeni nella popolazione. In Basilicata la percentuale di vaccinati nelle coorti di nascita negli anni 1995-98 è al di sopra dei limiti di copertura ritenuti sufficienti ad impedire la circolazione degli agenti patogeni (Poliomielite, Difterite e Tetano). Inoltre tale copertura è costante nel tempo. Differente è la valutazione della copertura per il vaccino anti-pertosse. La percentuale di vaccinati contro la Pertosse è aumentata considerevolmente nelle coorti considerate, passando dal 54,9% per i nati nel 1995 al 77,3% nel 1996, al 88,3% nel 1997, al 96,7% nel 1998. Tale incremento è spiegabile sia con la disponibilità del vaccino anti-pertosse acellulare combinato con l anti-difterite Tetano, che con la capillare informazione ed educazione sanitaria svolta dai Servizi Vaccinali e dai Pediatri di libera scelta. Inoltre l offerta attiva e gratuita del vaccino plurimo combinato, che include anche il vaccino a DNA ricombinante contro l Epatite B per l anno 1998 e la disponibilità del vaccino pentavalente nel 1999, ha ulteriormente migliorato il tasso di copertura vaccinale contro la Pertosse. 268

Pertanto, allo stato attuale esistono ancora coorti di età (nati nel 1995 e 1996) con copertura vaccinale insufficiente e gruppi di popolazione pediatrica (nati prima del 1995) suscettibili di contrarre la malattia e quindi in grado di permettere la circolazione della Bordetella Pertussis, soprattutto tra le classi di età scolarizzate. Consolidando i livelli di copertura già raggiunti per le successive coorti di nascita - ed effettuando altresì la dose di richiamo dopo 3-5 anni dal completamento del ciclo vaccinale di base con vaccino combinato anti-difterite Tetano e Pertosse acellulare - si potrà migliorare il tasso di copertura globale della popolazione in età pediatrica, raggiungendo gli obiettivi delineati dall Ufficio Europeo dell Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). 269

Dati di riferimento nazionali Fonte Ministero della Sanità: Relazione sullo Stato Sanitario del Paese 1992-1996. Sito Web: www.sanita.it/relssp/. Anno 1999. Dati A partire dalla seconda metà degli anni 80 sono stati raggiunti importanti risultati in Italia per quanto riguarda la prevenzione ed il controllo delle malattie infettive. Dal 1984 non sono stati registrati casi di polio paralitica, mentre la difterite è stata praticamente eliminata: 4 casi nel periodo 1990-95. Per il tetano si riscontrano solo alcuni casi fra soggetti adulti o anziani, per lo più donne, non vaccinati o incompletamente vaccinati contro questa malattia. In particolare, le notifiche dei casi di tetano sono passate dalle 88 del 1991 alle 136 del 1995 (oltre il 97% dei casi risultava privo di vaccinazione antitetanica). Le malattie infettive oggetto di vaccinazioni facoltative morbillo, rosolia, parotite, pertosse sono ancora presenti nella popolazione infantile in forma endemica con cicliche fasi epidemiche, a causa degli scarsi livelli di copertura vaccinali tra la popolazione bersaglio. Le coperture vaccinali nei confronti della pertosse raggiungono una media del 40-50%, con percentuali dell 80-90% in alcune aree del Nord (in associazione con DT). Pertanto, il mancato raggiungimento di tassi di copertura accettabili (>80%) spiega una notifica media di 14.000 casi all anno, con picchi di 25-30.000 casi. Le coperture vaccinali nei confronti del morbillo sono simili: media del 50% con punte dell 80-90% in alcune Regioni che hanno attuato campagne di vaccinazione di massa. La notifica media del periodo 1986-1995 è di 32.000 casi di morbillo, con picchi di 90.000 casi. Tali considerazioni possono applicarsi anche a parotite e rosolia, con notifiche di, rispettivamente, 46.000 e 22.000 casi per anno. In seguito alla vaccinazione obbligatoria per i nuovi nati e gli adolescenti dal 1991 e quella raccomandata per le persone a rischio dal 1986, l epatite virale B fa registrare un lento e costante decremento a partire dal 1993. I casi di epatite virale B notificati nel 1995 sono stati 2.553 (1994: 2.733; 1993: 3.344). La classe d età più colpita è quella tra i 15 e 24 anni. La stima di prevalenza dei portatori cronici del virus dell epatite B è pari al 2,5%, con picchi del 5-6% in Regioni ed aree del Centro e del Sud. Il totale cumulativo dei casi di AIDS notificati al Centro del Ministero della Sanità al 30 giugno 1996 è 34.741 (maschi: 79%; bambini: 1,8%). Il tasso di incidenza stimato al 1995 è pari a 10 casi per 100.000 abitanti. L età media è di 32 anni per i maschi e 30 per le femmine; il 60% dei casi riguarda la popolazione tra i 24 e 34 anni. Circa la metà di tutti i casi diagnosticati è registrata in Lombardia, Lazio ed Emilia-Romagna. 270

A partire dai primi anni 90 si assiste ad un moderato incremento del numero di casi di tubercolosi, in parte legato all epidemia di AIDS, in parte a modificazioni del contesto socio-economico. La morbosità per tubercolosi nel 1983 era pari a 4,9 casi per 100.000 abitanti; l incidenza è quindi aumentata di circa il 6% l anno, con oltre 5.200 casi notificati nel 1994 (di cui oltre 3.500 di TBC polmonare). I tassi di notifica sono per il Nord: 10-20 casi per 100.000, per il Centro e la Sardegna: 6-9, per il Sud: meno di 5 per 100.000. Le forme extra-polmonari sono aumentate (soggetti con AIDS, oltre 1.500 casi). Circa i 2/3 di pazienti con TBC sono maschi; la maggiore incidenza si osserva nelle classi d età 25-39 anni e 60-75 anni tra i maschi, 20-35 e 60-80 anni nelle donne; la TCB infantile giovanile è molto rara. Nella metà degli anni 90 la febbre tifoide fa registrare un tasso di meno del 2 per 100.000, inferiore del 50% rispetto al 1985; la frequenza rimane elevata nel Sud e nelle Isole. L epatite A è in diminuzione, con sporadiche manifestazioni epidemiche dovute soprattutto ad abitudini alimentari, quali il consumo di frutti di mare o pesce crudo, particolarmente nelle Regioni meridionali. Ad esempio, su 3.531 casi notificati nel 1992, 1.539 appartenevano alla Puglia. E da ricordare, a riguardo, l episodio di colera osservato in Puglia sul finire del 1994. Dopo un aumento iniziale, dal 1993 i casi di salmonellosi minori sono in decremento (da 23.248 casi del 1992 a 21.359 del 1994) (legati soprattutto al consumo di alimenti a base di uova crude). La brucellosi rimane ancora un problema di sanità pubblica, particolarmente nelle Regioni del Sud e nelle aree maggiormente dedite a pastorizia ed allevamento (casi di brucellosi umana del 1993: 1.119; 1994. 1.314). 271

6.1. Rapporto sulle malattie infettive 6.1. - RAPPORTO PRELIMINARE SUL SISTEMA INFORMATIVO DELLE MALATTIE INFETTIVE Tab. 6.1.1 - Suddivisioni in classi delle malattie infettive e diffusive. CLASSE I^ - CLASSE II^ - CLASSE III^ CLASSE IV^ - CLASSE V^ - Malattie per le quali si chiede segnalazione immediata o perchè soggette al regolamento sanitario internazionale o perchè rivestono particolare interesse: Colera, febbre gialla, febbre ricorrente epidemica, febbri emorragiche virali, peste, poliomielite, tifo esantematico, botulismo, difterite, influenza con isolamento virale, rabbia, tetano, trichinosi. Malattie rilevanti perchë ad elevata frequenza e/o passibili di interventi di controlli: blenorragia, brucellosi, diarree infettive non da salmonelle, epatite virale A, epatite B, epatite virale C, epatite virale non specificata, febbre tifoide, legionellosi, leishmaniosi cutanea e viscerale, leptospirosi, listeriosi, meningite ed encefalite acuta virale, meningite meningococcica, morbillo, parotite, pertosse, rickettsiosi, rosolia, salmonellosi non tifoidee, scarlattina, sifilide, tularemia, varicella. Malattie per le quali sono richieste particolari documentazioni: AIDS, lebbra, malaria, micobatteriosi non tubercolare, tubercolosi. Malattie per le quali alla segnalazione del singolo caso deve seguire quella della Azienda sanitaria solo quando si verificano focolai epidemici: dermatofitosi, infezioni e tossinfezioni di origine alimentare, pediculosi, scabbia Malattie infettive e diffusive notificate all Azienda sanitaria locale e non comprese nelle classi precedenti, zoonosi di cui al D.P.R. 320/54. Tab. 6.1.2 - Modalità di notifica. CLASSE I^ Segnalazione da parte del medico alla A.S.L. entro 12 ore dal sospetto di un caso di malattia; segnalazione immediata dalla A.S.L. alla Regione e da questa al Ministero e all Istituto Superiore di Sanit. CL ASSE II^ Segnalazione alla A.S.L. da parte del medico entro due giorni dall osservazione del caso. invio degli appositi modelli dalla A.S.L. alla Regione e da questa all ISTAT e al Ministero per le vie ordinarie. CLASSE III^ CLASSE IV^ CLASSE V^ Sono previsti flussi informativi particolari e differenziati: per l AIDS si fa riferimento alle circolari del Ministero della Sanit 13.2.1987 n 5 e 13.2.1988 n 14; per la malaria e la lebbra si fa riferimento rispettivamente alla circolare n 32 del 28.11.1989 e alla circolare n 507/G4/3136 del 13.5.1983. Segnalazione da parte del medico alla A.S.L. entro ventiquattro ore; segnalazione dalla A.S.L. alla Regione e da questa al Ministero, all I.S.S., all ISTAT tramite gli appositi modelli. Le Aziende sanitarie devono comunicare annualmente il riepilogo di tali malattie alla Regione e da questa al Ministero per le vie ordinarie. Ove tali malattie assumano le caratteristiche del focolaio epidemico, verranno segnalate con le modalit previste per la classe IV^. 272

6.1. Rapporto sulle malattie infettive Tab. 6.1.3 - Notifiche relative all anno 1997. ASL CLASSE II^ CLASSE III^ CLASSE IV^ TASSI 1 99 // // 101 2 1.342 1 1 599 3 268 // // 407 4 234 9 // 191 5 160 9 2 221 Totale 344 Tab. 6.1.4 - Notifiche relative all anno 1998. ASL CLASSE II^ CLASSE III^ CLASSE IV^ TASSI 1 45 3 1 46 2 419 17 3 187 3 66 3 // 100 4 348 10 // 285 5 150 7 2 207 Totale 168 Tab. 6.1.5 - Notifiche relative all anno 1999. ASL CLASSE II^ CLASSE III^ CLASSE IV^ TASSI 1 56 3 // 56 2 625 7 // 279 3 42 6 // 63 4 665 12 // 545 5 104 9 // 142 Totale 216 NB: i tassi sono calcolati per 100.000 abitanti e si riferiscono alle malattie infettive appartenenti alla classe II^. TASSO DI NOTIFICA DELLA REGIONE BASILICATA PER L ANNO 1997 PER 100.000 ABITANTI : 344 TASSO DI NOTIFICA DELLA REGIONE BASILICATA PER L ANNO 1998 PER 100.000 ABITANTI : 168 TASSO DI NOTIFICA DELLA REGIONE BASILICATA PER L ANNO 1999 PER 100.000 ABITANTI : 216 TASSO DI NOTIFICA NAZIONALE PER L ANNO 1996 PER 100.000 ABITANTI: 502. 273

6.2. Vaccinazioni obbligatorie e raccomandate 6.2. - VACCINAZIONI Tab. 6.2.1 - Copertura vaccinale nella Regione Basilicata per il ciclo vaccinale di base dei nuovi nati 1995-1998 e 1999. Anno di Nascita bambini presenti anti-pv e anti- Anti- DT (%) 1995 5.842 5.734 (98,2) 3.208 (54,9) 2.526 (43,2) 1996 5.629 5.475 (97,3) 4.354 (77,3) 1.121 (19,9) 1997 5.680 5.595 (98,5) 5.061 (89,1) 534 (9,4) 1998 5.549 3.555 (64,1) 3.503 (63,1) 64 (1,2) anti PV e anti- Anti-DTPa (%) 1999* 3.602 3.146 (87,3) 3.140 (87,2) 6 (0,2) Le tabelle da 2 a 6 riportano i dati della copertura vaccinale relativi ad ogni Azienda Sanitaria U.S.L della Regione che mostrano distribuzione omogenea su tutto il territorio della Basilicata. * mancano i dati della ASL 2 di Potenza Tab. 6.2.2 - Azienda Sanitaria U.S.L. 1 Venosa. Anno di nascita Bambini Presenti anti PV e anti- 1995 984 984 (100,0) 454 (46,1) 530 (53,9) 1996 969 962 (99,3) 694 (71,6) 268 (27,7) 1997 952 940 (98,7) 845 (88,8) 95 (10,0) 1998 1.041 997 (95,8) 978 (93,9) 34 (3,3) anti PV e anti- 1999 1.091 942 (86,3) 941 (86,3) 1 (0,1) Tab. 6.2.3 - Azienda Sanitaria U.S.L. 2 Potenza. Anno di nascita Bambini Presenti anti PV e anti- 1995 2.169 2.061 (95,0) 1.159 (53,4) 902 (41,6) 1996 2.073 1.926 (92,9) 1.623 (78,3) 303 (14,6) 1997 2.021 1.958 (96,9) 1.786 (88,4) 172 (8,5) 1998 1.905 1999 anti PV e anti- 274

6.2. Vaccinazioni obbligatorie e raccomandate Tab. 6.2.4 - Azienda Sanitaria U.S.L. 3 Lagonegro. Anno di nascita Bambini Presenti anti PV e anti- 1995 700 700 (100,0) 268 (38,3) 432 (61,7) 1996 669 669 (100,0) 378 (56,5) 291 (43,5) 1997 668 658 (98,5) 544 (81,4) 114 (17,1) 1998 671 649 (96,7) 630 (93,9) 16 (2,4) anti PV e anti- 1999 578 460 (79,6) 456 (78,9) 4 (0,7) Tab. 6.2.5 - Azienda Sanitaria U.S.L. 4 Matera. Anno di nascita Bambini Presenti anti PV e anti- DT (%) 1995 1.150 1.150 (100,0) 947 (82,3) 203 (17,7) 1996 1.066 1.066 (100,0) 999 (93,7) 67 (6,3) 1997 1.252 1.252 (100,0) 1.169 (93,4) 83 (6,6) 1998 1.224 1.224 (100,0) 1.211 (98,9) 13 (1,1) anti PV e anti- 1999 1.274 1.213 (95,2) 1.212 (95,1) 1 (0,1) Tab. 6.2.6 - Azienda Sanitaria U.S.L. 5 - Montalbano Jonico. Anno di nascita Bambini Presenti anti PV e anti- 1995 839 839 (100,0) 380 (45,3) 459 (54.7) 1996 852 852 (100,0) 660 (77,5) 192 (22.5) 1997 787 787 (100,0) 717 (91,1) 70 (8.9) 1998 708 685 (96,8) 684 (96,6) 1 (0.1) anti PV e anti- 1999 659 531 (80,6) 531 (80,6) 0 (0,0) 275