SISTEMA TURISTICO MONZA E BRIANZA:ELENCO SOGGETTI COINVOLTI



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DOCUMENTO STRATEGICO DEL PROGRAMMA DI SVILUPPO DEL SISTEMA TURISTICO DI MONZA E BRIANZA Novembre 2009

SISTEMA TURISTICO MONZA E BRIANZA:ELENCO SOGGETTI COINVOLTI PROPONENTI Provincia di Monza e della Brianza Provincia di Milano Settore Turismo Comune di Monza Camera di Commercio di Monza e Brianza PARTECIPANTI Enti Pubblici: 1. Provincia di Monza e della Brianza Direzione Centrale Ambiente; 2. Comune di Monza; 3. Comune di Agrate Brianza; 4. Comune di Arcore; 5. Comune di Brugherio; 6. Comune di Ceriano Laghetto; 7. Comune di Concorezzo; 8. Comune di Desio; 9. Comune di Limbiate; 10. Comune di Macherio; 11. Comune di Seregno; 12. Comune di Sovico; 13. Comune di Varedo; 14. Comune di Vimercate; Privati: 1. Associazione Guidarte; 2. APA Confartigianato Imprese Monza e Brianza 3. Autodromo Nazionale di Monza; 4. Hote Polo Usmate Velate; 5. Oasi Lipu Cesano Maderno; 6. Primavera Srl; 7. Ticonuno. ADERENTI 1. Comune di Cesano Maderno; 2. Comune di Nova Milanese 3. Comune di Mezzago 4. Comune di Sulbiate; 5. Comune di Villasanta;

6. Consorzio Villa Greppi; 7. Italia Nostra Onlus; 8. Parco Valle Lambro 9. Bluwater Srl

Provincia di Monza e Brianza Direttore Coordinamento generale, Progetto Finanze, Programmazione e Controllo, Personale e Organizzazione Giuseppe Valtorta Servizio promozione attività culturali e turistiche per Monza e Brianza Gianpiero Bocca Giulia Prada Alex Tonello Piazza Diaz, 1 Monza Tel. 039.9756741/722 gi.bocca@provincia.mb.it Comune di Monza Dirigente Settore Turismo Eugenio Recalcati Ufficio Turismo e Spettacolo Fernanda Timpani Anna Sala Camera di Commercio di Monza e Brianza Segretario Generale Renato Mattioni Area sviluppo dell'impresa e armonizzazione del mercato Marta Fanciulli Hanno collaborato: Provincia di Milano Direttore Settore Turismo: Maria Pia Benci Servizio Turismo: Monica Giudici, Colette Perna Consulenti per la stesura del progetto: Professor Giancarlo Dall Ara Laura Patti, Sabrina Lo Bartolo

Documento strategico del Programma di Sviluppo del Sistema Turistico di Monza e Brianza. INDICE Introduzione 1 PARTE A - Linee di indirizzo e linee strategiche 3 Capitolo 1: Analisi del contesto socioeconomico delle risorse turistiche e delle opportunità. Analisi dei punti di forza e di debolezza. 4 1.1. Il territorio della Provincia di Monza e Brianza. 5 1.1.1. Hanno scritto 7 1.1.2. Analisi del contesto 11 1.2. Inquadramento economico. 14 1.2.1. La struttura del tessuto produttivo 15 1.2.2. Il ruolo centrale della piccola e media impresa in Brianza 17 1.2.3. I settori chiave dell industria brianzola 19 1.2.4. Lo sviluppo del terziario 20 1.3. Analisi dei flussi turistici 22 1.3.1. Arrivi e Presenze: i Flussi Turistici nei Comuni della 22 Brianza 1.3.2. Flussi Turistici per tipologia di Struttura Ricettiva 33 1.3.3. Flussi Turistici a Monza 43 1.3.4. Una fotografia del settore turistico locale: Analisi della 48 domanda 1.3.5. Analisi dei flussi sull intera area Monza e Brianza 55 1.3.6. Analisi dell offerta 59 1.4. Dati e Cartografia 61 1.5. Attrattori Turistici: mappatura delle risorse del territorio 139 1.5.1. Attrattori storico-culturali 139 1.5.2. Attrattori naturali 140 1.5.3. Attrattori economici 141 1.5.4. Attrattori sportivi 142

1.5.5. Quadro di sintesi 142 1.6. Percezione del turismo da parte delle istituzioni, delle imprese, dei residenti 165 1.6.1. Premesse 165 1.6.2. Interlocutori sul territorio: esiti interviste e indagini effettuate. 166 1.6.3. Analisi della percezione del turismo da parte dei residenti 168 1.6.4. Conclusioni 180 1.7. Analisi della dotazione infrastrutturale di sistema 181 1.7.1. Strutture ricettive 181 1.7.2. Servizi a supporto dello sviluppo turistico 200 Capitolo 2. Obiettivi di sviluppo turistico 211 2.1. Analisi SWOT 212 2.2. Analisi dei mercati di riferimento attuali e potenziali del sistema turistico 215 2.2.1. Potenziale di sviluppo turismo business 215 2.2.2. Potenziale di sviluppo attrattori storico-culturali 219 2.2.3. Potenziale di sviluppo attrattori naturali 226 2.2.4. Potenziale di sviluppo attrattori sportivi 227 2.2.5. Potenziale di sviluppo sistema trasporti 228 2.2.6. Potenziale di sviluppo del Sistema Turistico Monza Brianza 228 2.2.7. Analisi generale dei mercati di riferimento 230 2.3. Obiettivi di sviluppo turistico 241 2.3.1. Analisi di coerenza interna del P.S.T. 245 2.4. Analisi della coerenza esterna del P.S.T. 247 2.4.1. Congruenza del P.S.T. con la programmazione provinciale 247 2.4.2. Congruenza del P.S.T. con la programmazione regionale 262 Capitolo 3. Partenariato e struttura organizzativa 264 3.1. Caratteristiche del partenariato 265 3.1.1. Costituzione del progetto 265 3.1.2. Soggetti aderenti 274 3.2. Struttura organizzativa 282 3.2.1. Aggregazioni territoriali, di filiera e di prodotto 282

3.2.2. Processi decisionali e modalità di funzionamento del sistema turistico 285 3.2.3. Soggetto coordinatore: ruolo e funzioni svolte 286 Capitolo 4. Promozione e commercializzazione dell offerta turistica. 287 4.1. Promozione e commercializzazione dell offerta turistica. 288 4.1.1. Linee strategiche di promozione 288 4.1.2. Immagine coordinata del Sistema Turistico 289 4.1.3. Marchi di riferimento 290 4.2 Consorzi turistici, agenzie, associazioni e servizi che veicolano e commercializzano l offerta. 291 4.2.1 Sistema degli uffici IAT di Monza e Brianza 291 4.2.2 Stampati promozionali e pubblicazioni 293 4.2.3 Commercializzazione dell offerta turistica 295 4.2.4 Circuiti culturali e di promozione territoriale 296 4.2.5 Associazioni di categoria e Società della Camera di Commercio di Monza e Brianza 299 4.3 Standard e linee di indirizzo per qualificazione operatori e sviluppo della cultura dell accoglienza 302 4.3.1 Formazione 302 4.3.2 Innovazione tecnologica 303

INTRODUZIONE I Sistemi Turistici sono contesti turistici omogenei, comprendenti ambiti territoriali appartenenti anche a regioni diverse, caratterizzati dall offerta integrata di beni culturali, ambientali e di attrazioni turistiche, compresi i prodotti tipici dell agricoltura e dell artigianato locale, o dalla presenza diffusa di imprese turistiche singole o associate. Essi devono essere promossi dagli enti locali o da soggetti privati singoli o associati attraverso forme di concertazione con gli enti funzionali, con le associazioni di categoria che concorrono alla formazione dell offerta turistica, nonché con i soggetti pubblici e privati interessati. (LR 135/2001). Il Sistema Turistico Monza e Brianza, ivi delineato, si propone di costituire l organismo ideale che realizza una sorta d integrazione, intesa come uno spazio di relazioni fra ecosistema naturale, ambiente socioeconomico, antropico e culturale, che caratterizza il sistema di vita della Brianza milanese ed ha nell originalità, autenticità e identità, non solo dei luoghi fisici, i suoi elementi fondanti e caratterizzanti, che lo fanno percepire da parte dei visitatori. Esso intende coinvolgere tutte quelle realtà connotate da comuni interessi e da omogeneità di risorse e prodotti ed introdurre un nuovo modo di concepire e gestire il territorio e le sue risorse in funzione anche dello sviluppo del turismo, con un approccio integrato e di rete, superando le frammentazioni attraverso il conferimento ad un unico organismo del ruolo di coordinamento di tutti gli interventi, anche se attuati a livelli e responsabilità differenti, inerenti il ciclo di ideazione, progettazione, gestione, promozione e commercializzazione dell offerta turistica, intesa come mix di beni motivanti per la domanda e di servizi che consentano di fruire di tali beni in un contesto di qualità ed efficienza. In quest ottica, per il funzionamento ottimale del Sistema Monza e Brianza si considera prioritaria la collaborazione o, meglio, la coazione fra gli enti pubblici coinvolti e le imprese private non solo turistiche, all interno di un contesto territoriale, quello brianteo appunto, in cui ogni singolo bene e servizio viene offerto in sinergia con tutti gli altri, e reso fruibile in una logica di rete interconnessa e solidale. Si è inteso comunque predefinire i ruoli al suo interno: dove i soggetti pubblici pianificano e gestiscono il territorio secondo logiche di sviluppo integrato e con una particolare salvaguardia del patrimonio culturale e ambientale, i 1

soggetti privati investono per creare e migliorare servizi e strutture; pubblico e privato interagiscono per attuare un marketing integrato ed efficace che coniughi contestualmente la promozione della destinazione e delle sue risorse con la commercializzazione dei prodotti/servizi. La territorialità di Monza e Brianza si pone così come obiettivo un nuovo approccio, una nuova mentalità da parte di tutti i soggetti della filiera, attraverso la convinzione che la competizione nel turismo non si gioca fra imprese o fra singoli prodotti e servizi, ma fra territorio, aree, destinazione strutturati in sistemi integrati di offerta, fra turismi specializzati secondo logiche di qualità (club di prodotto). Su quest ultimo aspetto, il settore Business e congressuale, individuato fra i principali segmenti turistici dell area, dovrebbe partecipare attivamente alla costituzione del Sistema Turistico Monza e Brianza. In conclusione, con questo rovesciamento del poliedro si pongono al centro della progettazione dello sviluppo turistico non solo le imprese e i servizi, ma soprattutto la qualità del territorio e del suo sistema di vita, tenendo ben presente che il successo delle imprese e delle attività umane che vi risiedono è inscindibilmente legato e conseguente al successo e all immagine qualificante della destinazione Monza e Brianza. 2

PARTE A LINEE DI INDIRIZZO E LINEE STRATEGICHE 3

CAPITOLO 1 ANALISI DEL CONTESTO ECONOMICO, SOCIALE E AMBIENTALE 4

1.1. Il territorio della Provincia di Monza e Brianza La Provincia di Monza e Brianza è stata istituita nel 2004 (Legge 11 giugno 2004, n. 146/G.U. n. 138, 15/06/04), fortemente voluta dai cittadini e dalle Amministrazioni Comunali, che da anni richiedevano il riconoscimento di una specificità propria del territorio. I 50 Comuni che ne fanno parte sono: Agrate Brianza, Aicurzio, Albiate, Arcore, Barlassina, Bellusco, Bernareggio, Besana in Brianza, Biassono, Bovisio Masciago, Briosco, Brugherio, Burago di Molgora, Camparada, Carate Brianza, Carnate, Cavenago di Brianza, Ceriano Laghetto, Cesano Maderno, Cogliate, Concorezzo, Correzzana, Desio, Giussano, Lazzate, Lesmo, Limbiate, Lissone, Macherio, Meda, Mezzago, Misinto, Monza, Muggiò, Nova Milanese, Ornago, Renate, Ronco Briantino, Seregno, Seveso, Sovico, Sulbiate, Triuggio, Usmate Velate, Varedo, Vedano al Lambro, Veduggio con Colzano, Verano Brianza, Villasanta, Vimercate. Anche i comuni di Busnago, Caponago, Cornate d Adda, Lentate sul Seveso e Roncello hanno deliberato l'adesione al nuovo ente, che è stata approvata dal Senato, ma non è stata ancora votata dalla Camera dei Deputati. La legge ha individuato tre soggetti istituzionali a cui è stato affidato il compito di costruire la Provincia di Monza e Brianza e di renderla operativa entro il 2009: la Provincia di Milano, con Gigi Ponti Assessore delegato all Attuazione della Provincia di Monza e Brianza, il Commissario governativo, Luigi Piscopo e l Assemblea dei Sindaci, di cui fanno parte tutti i 50 Sindaci dei comuni della Brianza. A supporto di questi soggetti è stata istituita la Direzione Centrale di Progetto Monza e Brianza che ha finalizzato il suo lavoro alla realizzazione, alla creazione e all avvio di una macchina organizzativa che svolga in modo efficiente ed innovativo le funzioni dell Ente provinciale nei tempi previsti dalla legge, favorendo il più possibile la partecipazione e il coinvolgimento del territorio brianzolo. Fra gli obiettivi fissati dalla relazione previsionale e programmatica, l organizzazione del nuovo ente avrà quale obiettivo mirato la diffusione a rete sul territorio dei servizi offerti,individuando nei circondari il perno dell organizzazione decentrata. A tal fine nella regolamentazione dell Assemblea dei Sindaci sono state individuate le tre aree omogenee (Ovest, Centro, Est) che costituiscono la Brianza. Prima di procedere con l analisi del contesto è importante descrivere il percorso che ha portato all individuazione dei Comuni dell ambito turistico della Provincia di Monza e Brianza. Gli Ambiti Turistici sono stati introdotti dalla Legge 135/2001 e dalla L.R. 15/2007, attraverso cui Regione Lombardia chiede alle Province di definire gli ambiti turistici assegnati dalla Regione stessa a ciascun ente provinciale. Per la Provincia di Milano sono stati riconosciuti 4 ambiti turistici, di cui, proprio su proposta della stessa Provincia di Milano, 1 dedicato alla nuova Provincia di Monza e Brianza. All interno di ogni ambito, Regione Lombardia ha poi individuato i comuni 5

ad attrattività turistica attraverso una classificazione basata sugli indicatori sintetici ICTO (Indice Complesso di Orientamento al Turismo) e IQOT (Indice di Qualità, efficienza e posizionamento dell Offerta Turistica). I Comuni che risultano avere un valore di entrambi gli indicatori superiore al valore mediano regionale, risultano essere individuati ad attrattività turistica. Per la Provincia di Monza e Brianza, sono 22 i Comuni riconosciuti ad attrattività turistica, mentre gli altri 28 non risultano dotati di indici ICTO e IQOT superiori al vaore mediano regionale. Alla luce di ciò la Direzione di Progetto Monza e Brianza ha ritenuto comunque necessario arricchire l elenco regionale, constatando che i Comuni i cui indici di attrattività turistica non superano il valore mediano regionale presentano sia beni culturali sia beni ambientali di rilievo, soprattutto per quanto riguarda le dimore storiche, ville e parchi e che, anche se non dispongono di adeguate strutture ricettive, esse sono presenti nei Comuni confinanti. La decisione di inserire tutti i 50 Comuni nell ambito turistico individuato per la Provincia di Monza e Brianza è emersa anche dalla considerazione che tutte le attività propedeutiche in campo turistico per la nuova Provincia hanno sempre coinvolto e interessato tutti i Comuni della circoscrizione territoriale. Quindi, in seguito al parere favorevole del Commissario Governativo e all approvazione all unanimità di tale proposta da parte dell Assemblea dei Sindaci, la Giunta Provinciale ha deliberato l inclusione di tutti i 50 Comuni della nuova Provincia all interno dell ambito turistico individuato per la Provincia di Monza e Brianza. Si individuano quindi, come appartenenti al Sistema Turistico di Monza e Brianza, tutti i 50 Comuni della nuova Provincia (Agrate Brianza, Aicurzio, Albiate, Arcore, Barlassina, Bellusco, Bernareggio, Besana in Brianza, Biassono, Bovisio Masciago, Briosco, Brugherio, Burago di Molgora, Camparada, Carate Brianza, Carnate, Cavenago di Brianza, Ceriano Laghetto, Cesano Maderno, Cogliate, Concorezzo, Correzzana, Desio, Giussano, Lazzate, Lesmo, Limbiate, Lissone, Macherio, Meda, Mezzago, Misinto, Monza, Muggiò, Nova Milanese, Ornago, Renate, Ronco Briantino, Seregno, Seveso, Sovico, Sulbiate, Triuggio, Usmate Velate, Varedo, Vedano al Lambro, Veduggio con Colzano, Verano Brianza, Villasanta, Vimercate). Si procederà ora con l analisi del contesto economico, sociale, culturale e ambientale di riferimento per avere una fotografia del territorio coinvolto all interno del Sistema e per individuare di conseguenza le risorse turistiche da valorizzare. 6

1.1.1. Hanno scritto le terre sono fertili, grasse, acquose; sono costituite da campi, vigne, selve, che offrono prodotti e redditi modici, ma sicuri Plinio la Brianza è il paese più delizioso di tutta Italia, per la varietà delle sue vedute, per la placidezza dei suoi fiumi, per la moltitudine dei suoi laghi, ed offre il rezzo dei boschi, la verdura dei prati, il mormorio delle acque, e quella felice stravaganza che mette la natura né suoi assortimenti, insomma in questo vaghissimo paese, ovunque si porti lo sguardo, non si scorgono che paesaggi ornati di tutte le grazie campestri, la cui contemplazione produce quei momenti di dolce meditazione che tengono l animo in grato riposo Stendhal ivi ebbe culla Parin; ivi è la tomba di Romagnosi. Sul confine della Brianza, in una valle che discende dal Lario, è il suontuoso recinto con cui i figli di Volta onorano le ceneri del padre. Appiani villeggiava fra què laghi, sicché furono detti sua patria (..). ivi villeggiava Verri con i suoi illustri fratelli, e vi poneva un monumento all amico Frisi, che divise con lui le stolide persecuzioni del cadente pregiudizio (..). ivi Foscolo si rifugiava a confabulare con quella fantastica creatura di Jacopo Annoni e con Zanoia a spargere in quella rustica pace motti frizzanti e ardite dottrine Carlo Cattaneo addio, monti sorgenti dell acque ed elevati al cielo; cime in uguali, note a chi è cresciuto tra voi, e impresse nella sua mente, non meno che lo sia l aspetto dè suoi familiari; torrenti, dè quali distingue lo scroscio, come il suono delle voci domestiche; ville sparse e biancheggianti sul pendio, come branchi di pecore pascenti; addio! Alessandro Manzoni a chi scende dal pendio orientale di Erba s affaccia un prospetto di singolare bellezza; un piano sparso di casali, cascinotti e paesetti, fra cui distingui Bosisio, patria di Appiani e di Parini, ravvivato dalle cerulee acque dei laghi di Pusiano, d Alserio, di Montorfano e d Annone, e circondato a settentrione da altissimi monti, e dalle altre parti da colline lentamente inclinate e coltivate, che contrastano vagamente colle giogaie del Resegone e dè Corni di Canzo Ignazio Cantù tra i due rami del lago, quelli di Como e di Lecco, si stende la Brianza, paese montuoso e fertile, deve la vita è deliziosa, e che gli straniero ignorano quasi totalmente Gabriel Fauré il paesaggio brianzolo è uno dei più belli del mondo e il disprezzatissimo Resegone, dal nome tanto bistrattato, che vuol dire grossa sega, è una delle più belle 7

montagne italiane, ha persino dei sesti gradi. E c è il Cornizzolo, con i Corni di Canzo che nascondono le Grigne. Ma il Resegone mi basta. È proprio una montagna splendida Gianni Brera Merate è una bella borgata (..) con ville ottocentesche dai folti parchi (..) Sono soprattutto queste ville, che appaiono su una collina, non di rado inquadrate in una cornice di cipressi e pini, a dare a questo paesaggio il suo più singolare carattere, che è quello di una nobile malinconia Giovanni Titta Rosa Queste parole, di illustri personaggi, permettono di cogliere alcuni tratti tipici e tipicizzanti di una terra che ancora oggi conserva queste caratteristiche e a cui se ne aggiungono delle altre. Si vedrà dall analisi del contesto e degli attrattori come ancora oggi, attraversando la brianza, se ne colgono le bellezze naturali. Si vedrà come a questa conservazione si affianca poi una connotazione dei luoghi, che deriva dalla storia e dalla vita quotidiana di laboriosi cittadini, e un dinamico sviluppo socio-economico. Carlo Cattaneo, storico e uomo politico lombardo, nel 1836 descrive la Brianza come un piccolo paradiso sparso di colline e laghetti paragonabile per la sua bellezza ai colli Fiesolani e Sorrentini, ovvero i luoghi d Italia più celebri e celebrati del tempo meta irrinunciabile del colto turismo straniero. Sono passati 160 anni da allora e oggi, attraversando questo luogo si ammira un paesaggio diverso. Frutto di quella instancabile operosità umana, che farà dire del brianzolo sempre drè a lavurà, che porta alla realizzazione di una fitta rete di strade, una moltitudine di ville e villette inframmezzate da numerosissime industrie e aziende. Nonostante l industrializzazione, la crescita economica, la densità abitativa, la Brianza e la sua città maggiore, Monza, custodiscono ancora nel proprio seno infinite bellezze naturali e un ricco patrimonio di storia, di pensiero, di iniziativa umana e sociale che merita di essere conosciuto e riscoperto. A metà dell Ottocento un illustre brianzolo, Cesare Cantù, spiegava il territorio della Brianza, delimitandolo fra il Lambro e l Adda, i monti della Valsassina e le ultime ondulazioni delle Prealpi che muoiono a Usmate, descrivendo poi le ricchezze agricole della sua terra dove abbondano vino, bozzoli, legumi e frutta e i cui abitanti si danno all agricoltura, o lavorano sui telai o nelle grandi manifatture di Monza... Una zona, come si accennava e come si racconterà, vocata al duro lavoro dei campi e alla fatica della fabbrica, allora come da secoli. Una Brianza fatta più che di strutture fisiche e geografiche, di operosità umana e di paesaggi creati dalla instancabile mano dell uomo e dal lavoro del contadino, 8

popolati da edifici dove il telaio batte giorno e notte, e dove risuona costante il respiro della fabbrica. Una caratteristica questa che rimane pressoché invariata fino ai giorni nostri: la Brianza è un territorio che si identifica infatti, nella tipica mentalità di chi la abita, in un particolare modo di vivere e di rapportarsi alla gente. E questa mentalità, questa devozione tutta lombarda al lavoro, alla concretezza, alla coerenza ha fatto diventare la Brianza uno dei maggiori poli produttivi del nostro Paese. La proverbiale vocazione imprenditoriale dei suoi abitanti fa parte del modo di essere e di sentirsi brianzoli. Si tratta di persone che hanno come riferimento forti tradizioni e valori comuni, filtrati dalla profonda trasformazione del tessuto sociale e produttivo degli ultimi due secoli che ha visto il contadino divenire prima operaio e poi artigiano, infine imprenditore e capitano d industria. La spinta allo sviluppo e al progresso viene quindi dagli abitanti della Brianza e di Monza, impedendo la colonizzazione economica e culturale del territorio. Sempre la vocazione imprenditoriale dei brianzoli determina una gara verso il miglioramento, per cui gli investimenti e i frutti del lavoro sono rimasti in loco, senza disperdere le forze, con conseguenze molto feconde per l occupazione la quale, a sua volta, ha generato un benessere diffuso a tutti gli strati sociali. Questa appare oggi la Brianza: una delle zone più ricche d Italia, dove il benessere non ha cancellato l attaccamento al territorio e la tradizione tutta locale di operosità e di solidarietà tra vicini. In Brianza non solo la grande industria, ma soprattutto, quella piccola e piccolissima, se non addirittura la struttura artigiana, proseguono una gloriosa storia imprenditoriale, che come abbiamo accennato ha radici antichissime. Infatti, dal Medioevo in poi, almeno, passando per la grande fioritura dell età asburgica che ha consolidato tradizioni produttive importantissime e ormai fortemente radicate la terra brianzola è stata culla di mirabili iniziative a livello regionale e nazionale. Basti ricordare l industria del cappello e del mobile, le manifatture della seta e del cotone, senza trascurare il buon governo dei contadini, che hanno sfamato brianzoli, monzesi e milanesi almeno fino alla prima guerra mondiale, coltivando i gelsi e allevando i bachi da seta i bigatti per alimentare i setifici, filato e torto il cotone a domicilio prima che nascessero le manifatture meccaniche a ciclo completo. È proprio tra questa armonica composizione tra terra e industria, fra campagna e città, che si snoda il millenario rapporto fra la Brianza e quella che potremmo definire la sua capitale, Monza. La città la Modicia romana da piccolo borgo celtico si trova con il resto della Lombardia nell orbita di Roma e viene valorizzata per la sua posizione di nodo strategico delle vie che da Mediolanum portano verso nord, in comunicazione con i centri dell Alta Brianza e con la via Bergomum-Comum, e di lì per le Alpi. Troviamo 9

a Monza sarcofagi e epigrafi, esempi concreti e realistici della sua importanza geografica. Ma con l impero longobardo Monza diventa una capitale europea a tutti gli effetti. Tre sono i suoi talismani : Teodolinda, il Duomo e la Corona Ferrea, veri e proprio numi tutelari, che appunto hanno impresso alla città il suo carattere e il suo destino. Teodorico, re dei Goti, aveva fatto costruire a Monza un palazzo dove trascorrervi l estate perché la zona è fresca e sana, la regina Teodolinda più tardi dedicò a Giovanni Battista la basilica che ha fatto erigere a Monza. Dopo la regina barbara, altri sovrani fecero di Monza sede regale. Imperatori come Federico Barbarossa pensarono addirittura di contrapporla a Milano come città più importante della Lombardia. La Corona Ferrea divenne il simbolo della legittimità al dominio sull Italia, tanto che per oltre un millennio continuò a viaggiare fra Monza e Milano a ogni incoronazione solenne. L ultimo a posarla sul proprio capo fu Napoleone Bonaparte, che nel 1805 si autoincoronò imperatore dei francesi e re d Italia. Il Duomo, bellissimo esempio di architettura tardagotica, arricchito nel XIV secolo da una superba facciata progettata da Matteo da Campione e nel XV secolo da un ciclo di affreschi eseguiti dalla bottega della famiglia Zavattari, raffiguranti momenti della vita della regina Teodolinda, è la degna cornice per il meraviglioso Tesoro di Monza. Il Tesoro, fantastica collezione di ori e argenti, smalti e avori, opere dell arte e della fede accresciute nel tempo con continue donazioni, fu più volte dato in pegno per sanare il bilancio del Comune nei momenti critici, ma sempre riscattato e incrementato grazie all orgoglio e alla generosità dei cittadini monzesi. Monza fu dunque città regale, privilegiata nei secoli successivi anche da Casa Asburgo. Come scrisse nel 1841 lo storico monzese Giuseppe Marimonti nelle sue Memorie storiche della città di Monza Sorsero, portento di magnificenza e d architettura, la reale villa e i giardini.. i quali accrebbero un titolo alla curiosità di non pochi dè forestieri che visitano la bella Milano. Infine, la Villa con il suo magnifico Parco: il quarto talismano monzese. Realizzata in stile neoclassico fra il 1776 e il 1780 per volere di Ferdinando d Asburgo, la Villa è abbellita nel 1805 dal Parco, primo esperimento in Italia di giardino all inglese. La Villa Reale è la prestigiosa sede anche dei Savoia, finché l uccisione di Umberto I decretò il termine della sovrana predilezione e per la Villa e per la città. Monza non aveva però già più bisogno di reali protezioni: da tempo ormai si reggeva sulle proprie forze. Il favore dei sovrani, dunque, e l operosità instancabile dei suoi abitanti risparmiarono quasi sempre a Monza quelle tragedie economiche che per tante città italiane significarono la fame, la disperazione, l emigrazione. Intensa fu anche l opera della Chiesa, fatta di solida pietra conventi, ospedali, 10

convitti e scuole professionali per il popolo e governata da un arciprete secondo solo al vescovo di Milano. Una città fervente di lavoro e di ingegno, solida, laboriosa e positiva. Già agli inizi del Trecento il mercante monzese, come quello milanese, era il personaggio più significativo e veramente centrale della vita cittadina, sia sotto il profilo economico che sociale. Il mercante, ma anche il contadino. La relativa solidità di Monza era riconducibile all equilibrio fra attività agricole e manifatturiere, al rapporto fra il borgo, il contado e le campagne circostanti. In Monza dunque si acquistava, si investiva, si aprivano banche e imprese commerciali, si spedivano all estero dove per estero fino al 1859 si intendevano i numerosi Stati italiani le merci prodotte e se ne compravano di nuove. Nelle sue campagne si aprivano filande, aghifici, cappellifici, cotonifici, piccole strutture artigiane e rivendite di generi alimentari. Di qui un benessere più diffuso che altrove e un flusso costante di merci e denaro. E in Monza abitavano anche quei proprietari terrieri che investivano i loro redditi agricolo in manifatture, in commerci, in banche, occupandosi personalmente della gestione economica e finanziaria, e questo soprattutto dal XVIII secolo in poi, con il buon governo austriaco che incoraggiava l imprenditorialità delle classi dominanti. Chiaramente anche Monza e la Brianza hanno vissuto momenti di povertà, tensioni sociali, agitazioni contadine e operaie. Tutto il patrimonio della modernità passò di qui, portandone conseguenze. Ma non ci fu emigrazione di massa, né banditismo, né proletariato. Contadini, operai, artigiani, imprenditori seppero darsi un organizzazione, un ordine, una coesione solidale, fin dalla seconda metà dell Ottocento. 1.1.2. Analisi del contesto In Brianza molte colline a sud dei laghi di Montorfano, Alserio, Pusiano, Annone e Garlate sono accumuli morenici, che insieme alle depressioni del substrato roccioso, hanno permesso la formazione di questi laghi. Spesso le morene ad anfiteatro generano infatti bacini di raccolta delle acque piovane, determinando ristagni d acqua sempre più consistenti. Si crede che un tempo i laghi di Alserio e Pusiano fossero un solo lago, diviso poi dall accumulo di detriti trasportati dal fiume Lambro. A sud della fascia collinare morenica si estende una vasta area pianeggiante la cui genesi è ancora in parte legata agli effetti delle glaciazioni. Monza e Seregno sorgono infatti su pianure costituite da sedimenti trasportati dalle acque di torrenti originati dall acqua di fusione delle masse glaciali. 11

Il paesaggio brianzolo oltre che dai ghiacciai viene modellato dall erosione carsica. Il carsismo in Brianza si manifesta con forme erosive più o meno accentuate, che vanno da semplici solchi sulle superfici rocciose a vere proprie grotte, a volte di grande estensione, come la Grotta del Buco del Piombo in val Bova presso Erba. Nelle alture intorno al monte Cornizzolo si riconoscono invece campi solcati e doline, ovvero depressioni rocciose di forma cronica e di notevoli dimensioni, simili a quelle che si vedono sul Carso triestino. Nella valle del Nose, presso il monte San Primo, queste tracce sono meno evidenti, poiché i depositi glaciali hanno ricoperto in gran parte le rocce del preesistente sistema carsico. Quando le acque che scorrono nelle grotte riemergono alla superficie si hanno le sorgenti. Il fiume Lambro e i rilievi collinari definiscono un grande triangolo il cui vertice verso sud è costituito dal Parco di Monza. Si è voluto precisare ciò proprio perché si descrive così l unica porzione collinare ricompresa nell area della Provincia di Milano, quella Brianza delle ville extra-urbane della nobiltà milanese: il giardino di Europa descritto dai viaggiatori del Grand Tour in Italia. Confini e rilievi Il territorio della Brianza, condiviso tra le province di Como, Monza e Brianza e Lecco, è delineato a nord dal lago di Como, a ovest dal fiume Seveso, a est dal fiume Adda, mentre a sud si raccorda alla pianura padana. Morfologicamente il territorio brianzolo è costituito da una fascia montuosa nella parte settentrionale e da una fascia collinare digradante nella parte meridionale, che alla fine sbuca nella pianura. La fascia montuosa, definita anche triangolo lariano, fa parte delle Prealpi lombarde, le cui vette maggiori sono il monte San Primo (1685 m) a nord; il monte Palanzone (1438 m) e il monte Boloetto (1236 m) a ovest; a sud i monti Barzaghino e Cornizzolo (1069 e 1240 m); a est i Corni di Canzo (1373 m) e il monte Moregallo (1276 m). Presso Lecco sorge il monte Barro, di 922 metri. Le acque La terra di Brianza è percorsa dai fiumi Adda, Seveso e Lambro. Quest ultimo percorre l area brianzola da nord a sud; nasce infatti dal monte San Primo, alimenta il lago Pusiano, quindi bagna Monza e arriva infine a Milano nelle condizioni di degrado e di quasi estinzione che purtroppo tutti conosciamo. Quanto ai laghi, tralasciando il lago di Como, che non è solo brianzolo, il paesaggio della Brianza è caratterizzato da specchi lacustri creati dalle glaciazioni quaternarie che hanno interessato tutta la fascia centrale della regione. Da ovest, verso est, si susseguono così i laghi di Montorfano, Alserio, Pusiano, Annone e Garlate. 12

Città e paesi La Brianza è una regione fortemente abitata e urbanizzata, una delle zone più popolose e più industrializzate d Italia. Sul suo territorio si contano non meno di 160 comuni con 760.000 abitanti. La densità abitativa, che è di 2.087 abitanti per kmq, è uno dei valori più alti dopo Milano, i comuni della cintura metropolitana e il Rhodense. Le aree con le densità abitative maggiori sono quelle dei Comuni della Brianza Orientale e Occidentale, mentre l area Centrale del Vimercatese presenta tassi di sviluppo meno evidenti. Fra i maggiori vi è naturalmente Monza, la capitale la più vicina al capoluogo lombardo, ma centri come Seregno, Cesano Maderno, Desio, Lissone, Vimercate, Merate, Inverigo, solo per citarne qualcuno, sono anch essi di grande rilievo, non solo economico. Paesi grandi e piccoli e piccolissimi, tutti con la loro storia, le loro ricchezze e quasi sempre le loro bellezze. Tutti sono Brianza, hanno fatto la storia di questo lembo di terra lombarda. Nella storia Immaginando di percorrere le nostre terre, guardandole con gli occhi di uomini antichi: conosceremmo un territorio disseminato di insediamenti di origine celtica, a poco a poco popolati da coloni romani, portatori delle tradizioni e della cultura dell Urbe. Non potremmo constatare però un identità brianzola quale si è costituita nel corso dei secoli, fino a imprimersi nel cuore della nostra gente. Esiste certo la terra, ma non esiste ancora una Brianza esattamente definita: calcata dal piede romano, come tutte le terre di quello che diverrà uno dei più vasti imperi del mondo antico, sarà parte integrante di una complessa e articolata compagine cui immancabilmente offrirà peculiari contributi. La Brianza vive la storia attraverso i galli e i romani. Una Roma che vive ancora nelle antiche pietre. Già Plinio e Stradone celebrarono le ricchezze agricole del territorio lombardo, abbondante di miglio, di frutteti, di boschi di querce che davano ghiande per allevare maiali in quantità. Varrone celebra il vino come maggior prodotto locale e Plinio ricorda che le rape sono dopo il vino e il frumento il terzo frutto della Transpadana. Come si vede, non si fa distinzione fra Padania in generale e territorio brianteo, ma probabilmente i boschi di quercia si trovavano lungo il Lambro, e anche gli antichi Briantei dovevano coltivare ortaggi e granaglie. Né è da escludere che anche in Brianza ci fossero estensioni di terreno a pascolo; sembra anzi che l unica attività manifatturiera diffusa allora fosse la lavorazione della lana, che presuppone ovviamente l allevamento di pecore. Il lungo dominio longobardo in Italia fu un periodo di grande importanza per le vicende di Lombardia e di Monza. Poi con la fine della dinastia carolingia, si apre il periodo nel nome di Berengario, primo re d Italia e grande benefattore di Monza e si chiude nel nome di 13

Ariberto, vescovo di Milano, grande feudatario, strenuo difensore dei privilegi della Chiesa contro le pretese dei laici, re, imperatori o piccoli nobili che fossero. L intera Brianza è oggi disseminata di ruderi, testimonianza dell ampia diffusione dell incastellamento, che a partire dal X secolo per tutta l età feudale interessò l occidente europeo. La vita cristiana nella Padania inizia concretamente con Ambrogio, il santo vescovo patrono di Milano. 1.2. Inquadramento economico L area storicamente identificata come brianza milanese si estende a nord di Milano fino ai confini con le province di Como e Lecco. Nel complesso costituisce un territorio molto diversificato, caratterizzato da un ambiente geomorfologico favorevole, che ha agevolato l insediamento urbano e lo sviluppo di fiorenti attività produttive. Il lento, ma progressivo processo di crescita economica è iniziato a partire dalla prima metà del 700 ed è decollato nel dopoguerra. La caratteristica strutturale del suo sistema produttivo, costituito in prevalenza da imprese di piccole e medie dimensioni altamente dinamiche e flessibili, unita alle indiscutibili capacità imprenditoriali, hanno contribuito a fare della Brianza un area di successo, a elevato grado di industrializzazione e tra le più floride l Italia. Monza è il centro più importante del territorio sotto il profilo demografico e culturale. Per quel che riguarda l aspetto economico, la città non assume una posizione nettamente dominante rispetto all intera area. Essa presenta un reddito per abitante pari a 27.18 milioni annui, un valore secondo solo a Lissone (27.44) anche se più basso di quello relativo al complesso della Provincia di Milano (dati ufficio Iva di Monza, promossi dall Associazione degli Industriali di Monza e della Brianza, da Nomisma, società degli studi economici, e della Camera di Commercio di Milano). La popolazione della Brianza è pari a un quinto dell intera Provincia. Ad essa spetta il primato di area più giovane della Provincia milanese, con un indice di vecchiaia pari a circa metà di quello di Milano. Dopo una fase d intensa crescita demografica iniziata negli anni 60, a partire dall inizio dello scorso decennio si è evidenziata un inversione di tendenza dovuta al calo dell immigrazione e della natalità. Tuttavia, il tasso di crescita della popolazione resta positivo, in contrasto con il continuo regresso demografico che da anni caratterizza l intera Provincia di Milano. L elevato livello di occupazione del territorio ha indubbiamente contribuito all attuale congestione dell area, a causa soprattutto delle importanti carenze del sistema viario esistente. Quest ultimo risulta da tempo inadeguato a far fronte all intenso traffico di attraversamento da e per Milano. Ancora più critico risulta lo stato delle 14

comunicazioni, che da anni attende l attuazione di interventi quali la statale pedemontana per il deflusso dell intenso traffico da nord e la Rho-Monza per garantire più rapidi collegamenti verso est. Il miglioramento della rete di comunicazione rappresenta dunque una delle priorità per un futuro sviluppo equilibrato della Brianza milanese. Le ragioni del successo risiedono nel fattore umano: la presenza di una radicata e solida cultura del lavoro, unita alle ormai proverbiali capacità imprenditoriali della classe dirigente locale che ha fatto del lavoro una vera scuola di vita hanno contribuito a fare della Brianza, fin dall immediato dopo guerra, una delle aree più ricche e avanzate d Italia. Ciò che ancora oggi caratterizza il sistema Brianza è riassumibile in precisi e principali fattori, che sono alla base dello sviluppo industriale e del successo della zona: - notevole diversificazione produttiva, unita all integrazione territoriale e a una forte interdipendenza settoriale; - elevata professionalità e operosità non solo della classe imprenditoriale, ma anche delle maestranze, grazie a una positiva cultura del lavoro, che rappresenta un vero e proprio patrimonio comune; - ampia diffusione delle tecnologie avanzate, anche a livello delle numerose imprese di piccolissime dimensioni, grazie alla forte propensione all accumulazione e all investimento radicata negli imprenditori locali; - profonda conoscenza dei mercati, anche esteri, che associata alla flessibilità delle strutture produttive e organizzative ha favorito il processo di internazionalizzazione delle aziende brianzole; - solida struttura finanziaria delle imprese, che garantisce loro la disponibilità e l accessibilità al credito. 1.2.1. La struttura del tessuto produttivo Tradizionalmente considerata un area ad alto tasso d industrializzazione e a solido sviluppo economico - oltre 56.000 imprese nel 1995 che occupano circa 200.000 addetti. La Brianza rappresenta indubbiamente ancora ai nostri giorni un importante punto di riferimento per l intero sistema economico italiano. La sua struttura produttiva appare fortemente dinamica, aperta al cambiamento e all innovazione tecnologica. Nonostante il rapido sviluppo negli ultimi anni del settore terziario, l area risulta ancora oggi a carattere prevalentemente industriale: il settore secondario incide infatti per circa il 40.7% del numero complessivo delle aziende brianzole con una netta prevalenza del settore metalmeccanico, 15

nonostante la crisi che lo ha colpito negli ultimi anni contro un 34.4% del commercio e un 24.4% dei servizi. Ricordiamo, per contro, la scarsa significatività del settore primario o agricolo rispetto al totale delle imprese operanti sul territorio, meno dell 1%. L elemento peculiare del tessuto produttivo brianzolo, che ha fortemente contribuito al suo successo, è rappresentato dalla sua elevata diversificazione e integrazione settoriale. Contrariamente alla maggioranza delle aree altamente industrializzate diffuse sul territorio nazionale, caratterizzate da un elevata specializzazione, il Sistema Brianza è stato fin dalle origini fondato su una crescente diversificazione interna, che sembra essere stata la risposta più adeguata alla recessione economica dell ultimo decennio. Se da un lato è infatti senza dubbio che la specializzazione ha consentito lo sfruttamento di importanti economie di scala e la riduzione delle inefficienze, dall altro ha inevitabilmente prodotto una forte rigidità nella struttura produttiva. Ciò a reso le imprese poco reattive alla sempre più repentine trasformazioni imposte dalla concorrenza, divenendo pertanto un fattore fortemente penalizzante per lo sviluppo delle aree industriali a produzione specializzata. La scelta della Brianza di impostare il suo modello di sviluppo industriale su una costante diversificazione settoriale ha invece da sempre garantito alle imprese locali un ampia flessibilità strutturale, consentendone il rapido adattamento ai continui mutamenti imposti dai mercati. Questo orientamento si è dimostrato vincente soprattutto in seguito all apertura sui mercati internazionali, dove la flessibilità organizzativa diventa una condizione indispensabile per reggere una forte competitività. La particolare configurazione della struttura produttiva ha inoltre favorito la circolazione orizzontale delle informazioni fra i diversi settori e la diffusione di un consolidato know-how tecnologico. Ciò non esclude l esistenza sul territorio di alcune sub-aree a elevata specializzazione produttiva: basti ricordare il caso di Meda dove si registra la più alta concentrazione di mobilifici di tutto il Paese come pure di Veduggio e Carate, dove viene prodotto oltre il 50% della bulloneria italiana. Queste caratteristiche unite a una solida e radicata tradizione imprenditoriale, hanno fino ad ora permesso alla Brianza di affrontare i profondi mutamenti che hanno caratterizzato gli ultimi decenni con una determinazione e una rapidità del tutto inusuali. Grazie anche alla capacità degli imprenditori brianzoli di anticipare i tempi, il sistema produttivo della zona è sempre riuscito a superare, senza grossi danni, le ricorrenti crisi che hanno duramente colpito l economia nazionale, contenendo le negative conseguenze, sia a livello sociale che occupazionale. 16

1.2.2. Il ruolo centrale della piccola e media impresa in Brianza Indubbiamente uno dei fattori che hanno reso competitivo il Modello Brianza è rappresentato dalla dimensione del suo tessuto produttivo, ancora oggi costituito da una miriade di piccole e medie imprese, PMI, estremamente flessibili e vitali: non dimentichiamo infatti che oltre il 90% delle aziende brianzole hanno meno di 9 addetti e che ben il 38% di esse si configurano come imprese artigiane. La ridotta dimensione del sistema produttivo locale sembra essere confermata dalla forma giuridica prevalente delle imprese brianzole: oltre il 55% è ancora oggi rappresentato da ditte individuali, mentre solo il 18.35% delle imprese è costituito sotto forma di società di capitali, concentrate prevalentemente a Monza, anche se questa forma giuridica è risultata in sensibile crescita negli ultimi anni, soprattutto in alcuni settori tradizionali che, nonostante tutto, restano ancora oggi trainanti meccanico, legno e mobile, tessile e abbigliamento ed edile. L importanza centrale del settore artigiano nel tessuto produttivo brianzolo è confermata dalle cifre ufficiali: a fine 1994, esistevano infatti quasi 22.000 imprese artigiane, diffuse omogeneamente sul territorio. Il tessuto artigiano è fortemente concentrato nell industria manifatturiera, 15.669 imprese a fine 1994. percentuale delle imprese organizzate per settore in Brianza 23% 21% 20% 1 2 3 4 36% Le rilevazioni INPS 1994 hanno censito 20.480 imprese organizzate, cioè con almeno 1 dipendente, pari al 35,1% sul totale delle imprese (Legenda: 1 = commercio; 2 = servizi; 3 = artigianato; 4 =industria) 17

Seguita dai servizi, che incidono per circa il 20% sul totale; decisamente più modesta appare invece la presenza di imprese artigiane nel comparto del commercio. La crisi degli anni 90 ha interessato soprattutto le imprese artigiane. Il 1993 è risultato l anno più critico per questo comparto, con un saldo netto negativo di 609 unità. Questo problema può essere legato a problemi di carattere strutturale delle imprese artigiane, congiuntura che ha peraltro interessato l intero tessuto economico. Colpite dalla recessione le piccole ditte individuali operanti nel settore metalmeccanico: -3% nel biennio 1992-1994. Si registra un sensibile calo delle unità operative anche nell industria del legnomobili che del tessile-abbigliamento, rispettivamente -3,3% e -7,4%. Performance positive al contrario sono state registrate nel comparto del credito e dei servizi, in particolar modo dei servizi assicurativi e finanziari +4,4%. Nonostante i segnali di crisi evidenziati è necessario evidenziare che il dinamismo imprenditoriale del settore artigiano in Brianza resta significativo. Infatti, ancora oggi, la creazione di posti di lavoro in Brianza è opera soprattutto delle numerosissime microimprese, mentre le imprese di maggiori dimensioni oltre 100 addetti hanno fatto registrare negli ultimi anni una sensibile diminuzione dell occupazione interna. Il settore metalmeccanico è ancora una volta quello che ha fatto risentire del calo occupazionale pur restando, come si è già detto, uno dei settori trainanti dell economia brianzola mentre un trend positivo è stato registrato nei settori del commercio e dei servizi, sia alle imprese che ai privati. A ulteriore dimostrazione della vitalità delle imprese artigiane locali, appaiono i dati sul livello di innovazione tecnologica nelle piccole e medie imprese brianzole: la percentuale di aziende innovative risulta decisamente superiore a quella registrata sia a livello regionale che nazionale. Particolarmente rilevante appare l innovazione di processo, che si traduce nell introduzione delle modifiche necessarie per garantire l efficienza del sistema, soprattutto attraverso il costante miglioramento dei processi produttivi esistenti. La fonte primaria dell innovazione risulta l attività interna di ricerca e progettazione, che interessa anche le imprese di piccole dimensioni. È anche vero, come provato da numerosi studi, che le imprese artigiane brianzole sono in genere caratterizzate dall origine familiare e locale, oltre che dalla salda concentrazione del potere decisionale nelle mani dell imprenditore-proprietario, di norma a capo dell azienda. Nonostante la diffusa esistenza di un efficiente assetto organizzativo, è bene ricordare che questo modello di gestione artigiana non è esente da rischi: esso può infatti rappresentare un limite al suo sviluppo, nella misura in cui il titolare diventa l unico depositario delle informazioni, senza alcuna delega di decisioni e di responsabilità. Da qui il ruolo richiesto alle nuove 18

generazioni impegnate nell attività di famiglia di realizzare il passaggio da una gestione artigiana tradizionale a una artigiana evoluta. Il salto qualitativo per lo sviluppo della PMI si realizzerà solo attraverso un graduale e profondo processo di trasformazione dell intera struttura organizzativa: maggiormente aperta verso l ambiente esterno, verso la collaborazione con altre imprese; alla luce della spinta alla globalizzazione dei mercati in cui si trovano ad operare. È vero comunque che alle imprese del mobile e della meccanica di piccole e medie dimensioni si contrappone l impresa elettromeccanica del Vimercatese in molti casi multinazionale. 1.2.3. I settori chiave dell industria brianzola I settori forti della Brianza sono ancora oggi rappresentati dalle attività tradizionali dell area: il settore del legno-mobile e del tessile abbigliamento, cui si sono affiancate, fin dall immediato dopoguerra, le industrie metalmeccaniche. Queste producono principalmente beni strumentali e intermedi, attraverso processi produttivi tecnologici e innovativi. L innovazione sta tanto nella creazione di nuovi prodotti che in quelli già esistenti. All interno del settore meccanico si sviluppano anche altri orientamenti produttivi: attività collegate all elettronica. L industria del mobile rappresenta uno dei cardini del tessuto produttivo della Brianza. La sua diffusione sul territorio risale alla fine del 1870, grazie all opera degli artigiani locali che, oltre a rifornire i rivenditori milanesi di oggetti per l arredamento, si specializzano ben presto nella produzione del mobile d arte. Nel settore del mobile l innovazione svolge un ruolo fondamentale nel processo produttivo, puntando a un prodotto di alta qualità. Un prodotto ad alto contenuto creativo. Già alla fine degli anni 50 l industria del mobile e della lavorazione del legno conquista così una posizione dominante nel sistema produttivo locale, superando il tradizionale settore tessile. Il settore tessile continua comunque ad occupare circa 20.000 addetti, una posizione decisamente dominante nell economia della Brianza. All inizio il tessile si concentra nella parte nord dell area e si caratterizza soprattutto per la produzione di seta. Anche con il consolidarsi della diversificazione settoriale mediante la produzione di cotone, lana, lino, canapa, fibre artificiali e sintetiche, l industria del tessile continua a mantenere la stessa concentrazione geografica. Negli anni 70 il tessile vive le pressioni di una forte concorrenza che porta alla chiusura di numerose imprese. L imprenditoria tessile della Brianza corre comunque al riparo, introducendo nuove tecnologie, la realizzazione di prodotti da collocarsi su un 19