UNIFE Psicologia Clinica Chiara Baiamonte LE FAMIGLIE OMOGENITORIALI Relazioni familiari e Co- genitoriaità
FAMIGLIE: un costrutto al plurale il termine famiglia rimanda alla casa, nella sua etimologia, non rimanda ad una dimensione biologica ma relazionale. ampiezza semantica che sottende una concezione legata alle funzioni più che alla rigida strutturazione di ruoli tra consanguinei Necessità di affermazione di una visione pluralista che restituisca dignità alle differenze in cui si esplicano le diverse modalità di fare famiglia oggi
La cultura delle differenze applicata allo studio delle dinamiche familiari costituisce l esito di un percorso di riflessione critica che passa attraverso: - L affermazione della depatologizzazione della diversità; - L individuazione dei punti di forza delle famiglie a struttura differente da quella nucleare tradizionale; - La sottolineatura delle specificità di forme familiari diverse
Genitorialità Funzione dell'essere umano autonoma e processuale pre-esistente all'atto di concepire. È la risultante delle funzioni di cura che un adulto rivolge a colui di cui si occupa È strettamente legata all'esperienza del figlio e alle rappresentazioni genitoriali È autonoma da:. generatività. coniugalità. condivisione spazi. orientamento sessuale CARATTERISTICHE - provvedere all'altro - garantire protezione e cura - entrare in risonanza affettiva - garantire regolazione - dare limiti - prevedere il raggiungimento di tappe evolutive
OMOGENITORIALITA Genitorialità esercitata dalle persone omosessuali. E una realtà ampiamente esistente nella pluralità delle costellazioni familiari presenti nella società attuale. In Italia, secondo l indagine MoDiDi, nel 2005 il 17,7% degli uomini gay e il 20,5% delle donne lesbiche con più di 40 anni, ha almeno un figlio. In tutte le fasce d età, il 5% degli uomini gay e il 4,9% delle donne lesbiche del campione dichiara di avere almeno un figlio.
OMOGENITORIALITA In tutte le fasce d età, il 5% degli uomini gay e il 4,9% delle donne lesbiche del campione dichiara di avere almeno un figlio. Secondo i dati statistici nazionali italiani ed europei, circa il 5% della popolazione adulta italiana ha un orientamento omo-bisessuale e gli omosessuali italiani sono circa 5 milioni. Se ne evince che ci siano in Italia circa 250.000 persone omosessuali con almeno un figlio. Nel nostro Paese, sempre nel 2005, sono stati stimati circa 100000 minori che vivono con almeno un genitore omosessuale, la maggior parte nati all interno di relazioni eterosessuali precedenti.
OMOGENITORIALITA Nel 2005 si è formata inoltre Famiglie Arcobaleno, una associazione di genitori omosessuali a livello nazionale che si occupa di omogenitorialità, e che ha nel suo statuto l obiettivo del confronto e del dialogo con le istituzioni. L'Associazione conta circa un migliaio di iscritti, di cui circa la metà ha figli, ed un altra metà è costituita da aspiranti genitori.
OMOGENITORIALITA Benché il numero di famiglie omogenitoriali sia dunque sostanzioso, in Italia queste famiglie non sono riconosciute a livello formale e legislativo; si tratta pertanto di un ossimoro alquanto bizzarro, una realtà esistente e presente nel territorio nazionale, ma allo stesso tempo inesistente dal punto di vista dei diritti civili.
Stereotipi nei confronti di famiglie omogenitoriali L'idea che una persona omosessuale possa essere un buon genitore incontra molte resistenze, e per alcuni non è neppure pensabile. Le obiezioni più frequenti: I figli devono avere una mamma e un papà! Una coppia omosessuale che desidera un figlio non ha fatto i conti con i limiti imposti dalla natura Lesbiche e gay non sono in grado di crescere un figlio Il figlio di due gay avrà un sacco di problemi e lo prenderanno tutti in giro! Una lesbica non ha istinto materno Le relazioni omosessuali sono meno stabili di quelle eterosessuali e non offrono garanzia di continuità familiare I figli di omosessuali hanno più problemi psicologici di quelli di eterosessuali I figli di persone omosessuali diventano omosessuali
Contesti clinici con persone gay e lesbiche: contenuti rispetto alla genitorialità Senso di impotenza rispetto alle difficoltà di avere figli Rabbia per le discriminazioni subite Timore di non ricevere supporto dalla comunità lgbt Senso di inadeguatezza ad essere genitore in quanto omosessuale Paura di non dare al bambino un ambiente familiare «normale» Senso di colpa per dare al bambino «un problema in più, quello di vere due genitori omosessuali» Competizione e/o rivalità con il partner su chi è il genitore più importante Gelosia, invidia e/o insicurezza nei confronti del partner che è genitore biologico
FAMIGLIE OMOGENITORIALI Famiglie omogenitoriali di prima costituzione famiglie in cui i figli nascono all interno di un progetto di coppia omosessuale Famiglie omogenitoriali di seconda costituzione famiglie ricostituite da precedenti relazione eterosessuali, dove sono stati concepiti i figli
Famiglie omogenitoriali di prima costituzione SPECIFICITA Progetto di genitorialità nato da coppia con genitori omossessuali o da single Procreazione raggiunta tramite tecniche di fecondazione o procreazione assistita (inseminazione o fivet con donatore, per le donne; GPA con portatrice e donatrice, per gli uomini) Co- genitore non riconosciuto dallo stato italiano
Famiglie omogenitoriali di seconda costituzione SPECIFICITA Famiglie ricostituite da precedenti relazione eterosessuale Figli avuti da precedente relazione eterosessuale Fronteggiamento della comunicazione con i figli (e nella società) Separazione e Affidamento dei figli
La negazione dell esistenza: assenza di diritti DIRITTI NEGATI IN ITALIA Matrimonio o unione civile (neppure nel caso di matrimoni contratti all estero Sentenza Cass. 4184/2012) Adozione, neppure nel caso di procedure riconosciute all estero Genitorialità sociale, neppure nel caso di situazioni riconosciute e certificate all estero La conseguenza: negazione del legame familiare. Per l ordinamento italiano la famiglia omogenitoriale non esiste.
La negazione dell esistenza: assenza di diritti Al co-genitore sono negati: - di prendere decisioni sanitarie e per vaccinazioni - permessi parentali - assegni familiari - ritiro dei figli da scuola - partecipazione agli organismi scolastici con diritto di voto -continuità affettiva con il minore in caso di separazione dal o di morte del genitore biologico - dovere di mantenimento - dovere di assistenza
La negazione dell esistenza: assenza di diritti Ai figli viene negato il diritto: - a essere mantenuti, assistiti, educati, istruiti dal genitore non biologico - ad avere garantita una continuità affettiva in caso perdesse il genitore legale in caso di separazione della coppia genitoriale o di morte del genitore biologico - acquisire la parentela da parte della co-mamma - di essere erede del co-genitore e dei suoi parenti, se non per testamento e solo sulla disponibile, ma con differente trattamento tributario rispetto ai figli
Le ricerche La ricerca internazionale sulle famiglie omogenitoriali, nel corso degli anni, si è ampiamente concentrata su tre filoni di ricerca, che essenzialmente ripercorrevano e riproducevano i pregiudizi culturali ancorati a queste famiglie : Le competenze genitoriali (I genitori omosessuali sono dei buoni genitori?) Il funzionamento familiare (Le famiglie omogenitoriali funzionano bene?) Lo sviluppo psicologico dei bambini figli di genitori omosessuali (I bambini figli di genitori omosessuali stanno bene?)
Le ricerche Buona parte delle obiezioni e dei pregiudizi più frequenti inerenti la genitorialità omosessuale viene condensata nel concetto è contro l interesse del bambino ma proprio l A.P.A. (American Psychoanalytic Association) ha sottolineato come sia interesse del bambino sviluppare un attaccamento verso genitori coinvolti, competenti e capaci di cure e responsabilità educative e che la valutazione di queste qualità genitoriali dovrebbe essere determinata senza pregiudizi rispetto all orientamento sessuale
Le ricerche L Associazione Italiana di Psicologia sottolinea la ricerca psicologica ha messo in evidenza che ciò che è importante per il benessere dei bambini è la qualità dell ambiente familiare che i genitori forniscono loro, indipendentemente dal fatto che essi siano conviventi, separati, risposati, single, dello stesso sesso (2011).
AIP, 2011 L Associazione Italiana di Psicologia ricorda che le affermazioni secondo cui i bambini, per crescere bene, avrebbero bisogno di una madre e di un padre, non trovano riscontro nella ricerca internazionale sul rapporto fra relazioni familiari e sviluppo psicosociale degli individui. I risultati delle ricerche psicologiche hanno da tempo documentato come il benessere psico-sociale dei membri dei gruppi familiari non sia tanto legato alla forma che il gruppo assume, quanto alla qualità dei processi e delle dinamiche relazionali che si attualizzano al suo interno. Ovvero: non sono né il numero né il genere dei genitori - adottivi o no che siano - a garantire di per sé le condizioni di sviluppo migliori per i bambini, bensì la loro capacità di assumere questi ruoli e le responsabilità educative che ne deriva
La ricerca psicologica ha messo in evidenza che ciò che è importante per il benessere dei bambini è la qualità dell ambiente familiare che i genitori forniscono loro, indipendentemente dal fatto che essi siano conviventi, separati, risposati, single, dello stesso sesso. I bambini hanno bisogno di adulti in grado di garantire loro cura e protezione, insegnare il senso del limite, favorire tanto l esperienza dell appartenenza quanto quella dell autonomia, negoziare conflitti e divergenze, superare incertezze e paure, sviluppare competenze emotive e sociali. L Associazione Italiana di Psicologia invita i responsabili delle istituzioni politiche, sociali e religiose del nostro paese a tenere in considerazione i risultati che la ricerca scientifica ha prodotto sui temi in discussione.
Omogenitorialità Evidenze scientifiche Canadian Departement of Justice (2006): nessuna differenza nello sviluppo delle abilità sociali dei figli Golombok: nessuna differenza sul benessere fisico, mentale, problemi emozionali, o uso di sostanze nei figli Vanfraussen et al. (2003), Perry et al. (2004), e Wainright (2006): la qualità dei rapporti genitori-figli è positiva Golombock (2004): nessuna influenza sull'identità di genere, di ruolo, e sull'orientamento sessuale Patterson (2004, 2008): nessuna differenza su variabili di adattamento personale, familiare, scolastico
UNA RICERCA ITALIANA PER OSSERVARE LE RELAZIONI ED INTERAZIONI TRIADICHE NELLE FAMIGLIE OMOGENITORIALI Partecipanti 16 famiglie omogenitoriali appartenenti ad Associazione Famiglie Arcobaleno 15 sono lesbo-genitoriali e una con genitori gay. Delle 15 famiglie lesbo- genitoriali l età media della madre biologica è di 41,6 anni (ds =3,39), mentre l età media della madre sociale è di 42,73 anni (ds = 5,09). Della singola famiglia con genitori gay i padri hanno un età rispettivamente di 49 e 51 anni. Per tutte le famiglie lo status socioprofessionale è medio-alto. 11 famiglie hanno un solo figlio, 5 maschi e 6 femmine, con un età media di 46 mesi. Le restanti 5 famiglie hanno due figli di cui: - 2 una coppia di gemelli (una due femmine di 6 anni e l atra un maschio e una femmina di 3 anni e 9 mesi) ; - 3 famiglie una coppia di fratelli (femmina di 6 anni e maschio di 4; maschio 7 anni e femmina 5 e 11mesi; due femmina rispettivamente di 4 anni e 3 mesi e 1 anno e 7 mesi ). Tutte le 11 famiglie con un solo figlio sono costituite da una coppia lesbo-genitoriale.
La funzione cogenitoriale (coparenting) Grado di coordinazione e sostegno reciproco con cui gli adulti svolgono la funzione genitoriale in ottica interattivo costruttivista, ovvero al grado di accordo e reciprocità che i partner riescono a raggiungere nell affrontare le proprie responsabilità genitoriali nei confronti dei figli (D Amore, Simonelli, Miscioscia, 2013)
Lo strumento LTP Tutte 16 le famiglie sono state sottoposte alla procedura del Lausanne Trilogue Play (LTP, Fivaz-Depeursinge e Corboz- Warnery, 1999) per l osservazione della qualità delle interazioni triadiche familiari. Per ciascuna di queste osservazioni è stato applicato lo schema di codifica del Family Alliance Assessment Scale, Version 6.3 (FAAS; Favez et al., 2010). Lo strumento è costituito da 15 scale che osservano 7 dimensioni interattive: Partecipazione, Organizzazione dei ruoli, Focalizzazione, Calore e contatto affettivo, Errori di comunicazione e loro risoluzione, Coordinazione cogenitoriale ed infine Coinvolgimento del bambino. Le scale sono valutate nelle categorie «Appropriato» con un punteggio di 2, «Moderato» con un punteggio di 1 o «Inappropriato» con un punteggio di 0.
LTP. La procedura Corboz-Warnery, Fivaz-Depeursinge et al., 1993 Parte 1 Un genitore gioca con il bambino mentre l altro resta in posizione di terzo Parte 2 I due genitori si invertono i ruoli Parte 3 Entrambi i genitori giocano con il bambino Parte 4 I genitori interagiscono tra loro, mentre il bambino resta in posizione di terzo
DIMENSIONI VARIABILI OSSERVATIVE Appropriato Moderato Inappropriato Postura del corpo + Sguardo SRUTTURA Partecipazione Organizzazione dei Ruoli Inclusione dei partner Implicazione nel proprio Ruolo Struttura + Tempo Co-costruzione Focalizzazione Inquadramento genitoriale Coordinazione genitoriale Sostegno e Cooperazione Conflitti e Interferenze ASPETTI DINAMICI Coinvolgimento del Bambino Comunicazione Auto-regolazione Errori di Comunicazione Errori e risoluzione nelle attività Condivise e loro risoluzione Errori nel cambio di contesto Calore e Contatto Affettivo Calore familiare Validazione stati affettivi Autenticità
Risultati Qualità delle dinamiche interattive triadiche nelle famglie omogenitoriali (N=16) La qualità delle dinamiche interattive triadiche nelle famiglie omogenitoriali del gruppo studiato risulta complessivamente adeguata e funzionale. I valori dei punteggi medi globali di ciascuna delle 15 scale (FASS; Favez et al, 2010) riporta punteggi medio-alti riconducibili, per il sistema di codifica, a comportamenti Appropriati d interazione famigliare.
Andamento delle variabili della dimensione Partecipazione nelle 4 parti del gioco Le due variabili che la costituiscono (Postura-sguardo e Inclusione dei partner) mantengono nelle diverse 4 parti del gioco un andamento stabile entro livelli alti di punteggio. Questo indica come complessivamente le famiglie riescano ad adottare in tutte le parti della procedura un contesto d interazione che favorisca la realizzazione del compito. 2 1,8 1,6 1,4 Partecipazione 1,2 1 Posture e sguardi Inclusione dei partner 0,8 0,6 0,4 0,2 0 1 PARTE 2 PARTE 3 PARTE 4 PARTE
Andamento delle variabili della dimensione Organizzazione dei ruoli nelle 4 parti del gioco Per la dimensione dell Organizzazione dei ruoli si osserva come la variabile implicazione del ruolo subisce un lieve incremento nella terza parte mentre la variabile struttura e tempi rimane stabile nel corso delle 4 parti del gioco. Sembrerebbe che i partner riescano ad organizzare adeguatamente il compito in relazione alla consegna data creando complessivamente contesto adeguato per la riuscita dell attività indicata. 2 1,8 1,6 1,4 1,2 1 0,8 0,6 0,4 0,2 0 Organizzazione 1 PARTE 2 PARTE 3 PARTE 4 PARTE Implicazione dei ruoli Struttura e tempi
Andamento delle variabili della dimensione Focalizzazione nelle 4 parti del gioco Andamento più o meno stabile. Nello specifico, nella 4 parte si osserva per ciò che concerne la variabile co-costruzione un leggero incremento dei punteggi mentre nella variabile Inquadramento un leggero decremento. Complessivamente quindi la capacità delle famiglie di elaborare un attività comune è buona come l attitudine dei genitori di offrire una cornice delle stimolazioni adatte alle capacità del bambino. 2 1,8 1,6 1,4 1,2 1 0,8 0,6 0,4 0,2 0 Focalizzazione 1 PARTE 2 PARTE 3 PARTE 4 PARTE Co-costruzione Inquadramentro
Andamento delle variabili della dimensione Calore e contatto affettivo nelle 4 parti del gioco Tutte le 3 variabili coinvolte segue un andamento più o meno simile entro valori medio alti ( Vedi grafico n 4). Complessivamente quindi la tonalità affettiva globale delle interazioni familiari è armonica, ossia i partner durante il gioco sono connessi emotivamente tra loro e si scambiano degli affetti che sono congruenti con la situazione che hanno vissuto 2,5 Calore familiare 2 1,5 1 Calore famigliare Validazione Autenticità 0,5 0 1 PARTE 2 PARTE 3 PARTE 4 PARTE
Andamento delle variabili della dimensione Errori di comunicazione e loro risoluzione nelle 4 parti del gioco Si osserva per le due variabili un andamento nelle 4 parti complessivamente stabile entro punteggi medio alti. Gli errori interattivi, inevitabilmente presenti nel corso di una interazione, vengono complessivamente riparati. 2 1,8 1,6 1,4 1,2 Errori di comunicazione e loro risoluzione 1 0,8 Errori e risoluzioni nelle attività condivise Errori nel cambiamento di contesto 0,6 0,4 0,2 0 1 PARTE 2 PARTE 3 PARTE 4 PARTE
Andamento delle variabili della dimensione Coordinazione cogenitoriale nelle 4 parti del gioco Per ciò che concerne la dimensione Coordinazione cogenitoriale le coppie afferenti alla ricerca sanno cooperare e sostenersi reciprocamente complessivamente in tutte e quattro le parti della procedura(grafico n.6), mantenendo punteggi medio alti nei comportamenti di sostegno e cooperazione (1-2). Nella terza parte del gioco, si osserva come la variabile sostegno e cooperazione subisca un leggero decremento mentre la variabile conflitto un leggero incremento.
Andamento delle variabili della dimensione Coinvolgimento del bambino nelle 4 parti del gioco Si osserva un leggero decremento di entrambe le variabili osservate (Competenze e Autoregolazione) nella 4 parte del gioco. 2,5 Coinvolgimento del bambino 2 1,5 1 Competenze del bambino Autoregolazione del bambino 0,5 0 1 PARTE 2 PARTE 3 PARTE 4 PARTE
Conclusioni I risultati ottenuti sottolineano che la qualità delle interazioni triadiche familiari non è influenzata dalla composizione familiare. In accordo con lo studio di Liegi (D Amore, 2013) i risultati confermano l ipotesi iniziale secondo cui non esistono differenze significative per quanto riguarda la qualità dell alleanza cogenitoriale e familiare tra le famiglie omogenitoriali e quelle eterogenitoriali. Emerge la capacità della procedura LTP di discriminare su base interattiva differenti tipologie di famiglie, con particolare riferimento a quelle in cui un genitore manifesta una sintomatologia clinica. Diversamente, le famiglie omogenitoriali appaiono caratterizzate da un livello di interazione triadica simile a quelle eterogenitoriali.
Conclusioni D altro lato, la comparazione effettuata tra le famiglie omogenitoriali studiate e il gruppo clinico di Favez e colleghi (2010) relativo a famiglie con madri che presentano caratteristiche depressive nel post partum ha consentito di evidenziare la presenza di numerose differenze significative tra il gruppo di famiglie studiato e quello clinico: undici variabili sulle quindici del sistema di codifica evidenziano differenze, con un andamento che vede punteggi più elevati nel gruppo delle famiglie omogenitoriali rispetto a quelle appartenenti al gruppo clinico. Dato che in qualche modo conferma che le differenze vanno nella direzione di una maggiore funzionalità della qualità delle interazioni familiari del gruppo omogenitoriale rispetto al campione clinico considerato. E particolare sottolineare che lo stesso risultato è stato riscontrato tra il confronto delle coppie lesbo-genitoriali di Liegi e il gruppo Clinico di Losanna.
Conclusioni In conclusione, la ricerca effettuata conferma i risultati documentati in letteratura e consente di ampliare il numero degli studi condotti sulle famiglie omogenitoriali con la procedura Ltp, offrendo un ampliamento del campione impiegato per eventuali future meta analisi. Una esperienza interessante, fuori contesto di ricerca, è l impiego di alcuni video filmati (per i quali è richiesto e raccolto apposito consenso) a fini didattici e formativi. Non va sottaciuto lo stupore che ancora accompagna la visione dei filmati da parte di studenti, insegnanti ed educatori. Il contesto italiano ha ancora necessità di familiarizzare con la realtà delle famiglie omogenitoriali e, se da un lato ciò sottolinea ancora una volta l esistenza di forti pregiudizi, dall altro ci spinge a non sottovalutare l impegno che ogni contesto sociale ed educativo dovrebbe impiegare nella socializzazione della conoscenza sulle pluralità familiari e sui costrutti di genere, orientamento sessuale, famiglia e genitorialità.
Necessità formative Le esperienze di ricerche e focus group sui temi dell orientamento sessuale e dell omogenitorialità e i corsi di formazione poi attivati in varie sedi (Bologna, Ferrara, Venezia) con educatori ed insegnanti, hanno messo in luce la rilevanza di alcune esigenze formative: quali possono essere gli interventi formativi che facilitano i processi di conoscenza/educazione riducendo paradigmi stereotipizzanti e stigmatizzanti? Quali sono gli strumenti da adottare? E quali sono i criteri cui fare riferimento?
Una formazione/supervisione che voglia affrontare adeguatamente la complessità degli aspetti legati alla omogenitorialità, all identità di genere e all orientamento sessuale deve porsi specifici obiettivi metodologico-operativi orientati a fornire conoscenze relative: al costrutto di genitorialità come funzione autonoma, dinamica e processuale dell essere umano, alle funzioni genitoriali, all indipendenza dell esercizio delle funzioni dall orientamento sessuale dei genitori e dalla configurazione della struttura familiare; alla realtà delle famiglie omogenitoriali in Italia e nel mondo con particolare attenzione alla conoscenze sui diritti negati in Italia e riconosciuti in altri paesi e a ciò che questo comporta nell ambito della protezione ai figli, nella realizzazione della famiglia e nella complessità di perseguire il progetto di generatività e di genitorialità;
ai principali costrutti cui è necessario fare riferimento nel momento in cui si affronta il tema dell identità di genere per l acquisizione di un approccio decostruttivo (delle correlazioni illusorie) alle questioni fondamentali inerenti la teoria della differenza sessuale/di genere/di orientamento, con particolare riferimento all epistemologia contemporanea sul genere, sull identità, sull orientamento sessuale, in modo da acquisire competenze relative alle identità/realtà LGBT ad una cultura dell inclusività e della valorizzazione delle differenze come presupposto concettuale per la messa in discussione del concetto di naturalità/ovvietà della sessualità, pervenendo alla consapevolezza che lo stigma sociale in tema di sessualità differenti è il prodotto del non riconoscimento culturale/politico/ideologico e della non inclusione all interno del simbolico di forme alternative di sessualità e di orientamento sessuale;