IMPIANTI I.P.P.C. ATTIVITA DI CONTROLLO PROGRAMMATA ANNO 2009



Documenti analoghi
MODALITÀ ORGANIZZATIVE E PIANIFICAZIONE DELLE VERIFICHE SUGLI IMPIANTI

DECRETO N Del 07/07/2015

Riferimenti normativi

Effettuare gli audit interni

EcoGeo S.r.l. Novità Normative Autorizzazione Allo Scarico Provincia di Parma

REGOLAMENTO PER LA DISCIPLINA DEI CORSI PER MASTER UNIVERSITARI E DEI CORSI DI PERFEZIONAMENTO E DI AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE

CODICE DI COMPORTAMENTO DEI DIPENDENTI DELLA CAMERA DI COMMERCIO DI MANTOVA RELAZIONE ILLUSTRATIVA

PSR CAMPANIA 2007/2013 FONDO FEASR MANUALE OPERATIVO DELLE ATTIVITA DI CONTROLLO DELL AUDIT

SCHEMA DI REGOLAMENTO DI ATTUAZIONE DELL ARTICOLO 23 DELLA LEGGE N

PROTOCOLLO DI INTESA RELATIVO AI RAPPORTI DI COLLABORAZIONE TRA L AUTORITÀ PER L ENERGIA ELETTRICA E IL GAS E LA GUARDIA DI FINANZA

AZIENDA SANITARIA LOCALE TO1 - SC MEDICINA LEGALE - OBITORIO CIVICO

MinisterodelloSviluppoEconomico

BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE TOSCANA - N. 10 DELIBERAZIONE 28 febbraio 2011, n. 104

Autorità Nazionale Anticorruzione e per la valutazione e la trasparenza delle amministrazioni pubbliche

PROCEDURA OPERATIVA INTEGRAZIONE DEL SISTEMA ISPRA -ARPA/APPA NEI PROCESSI DI ADESIONE AD EMAS DELLE ORGANIZZAZIONI INDICE. 1.

DIREZIONE GENERALE AMBIENTE, ENERGIA E SVILUPPO SOSTENIBILE

AREA AMBIENTE AUTORIZZAZIONE UNICA AMBIENTALE

DICHIARAZIONE DI CONFORMITA e DICHIARAZIONE DI RISPONDENZA

L attività di coordinamento delle strutture di Arpa Piemonte per l attuazione dell IPPC e dei controlli integrati

Regolamento comunale per la disciplina dei controlli interni

I SISTEMI DI GESTIONE DELLA SICUREZZA

REGOLAMENTO SUL SISTEMA DEI CONTROLLI INTERNI

Azienda USL n.4 - Nuovo presidio ospedaliero di Prato Prato Ugo Foscolo snc Edoardo Michele Majno

PIANO DI MONITORAGGIO REPORT ANNO 2014 Relazione Tecnica

Azienda Speciale Servizi Comuni REGOLAMENTO DI CONTABILITA DISPOSIZIONI GENERALI. Art.1

REGOLAMENTO PROGETTO METANO

R E G O L A M E N T O C O M U N A L E S U I

CAMPO DI ATTIVITÁ: PREVENZIONE E SICUREZZA AMBIENTI DI LAVORO

1 - QUADRO NORMATIVO: COMPETENZE IN MERITO AL RICONOSCIMENTO DELLA

Comune di Nuoro DISCIPLINARE PER LA FORMAZIONE DELLE RISORSE UMANE. Settore AA.GG. e Personale. Ufficio Formazione

DGR n.59 del 21 GENNAIO 2005

BOLLETTINO UFFICIALE

1 SCOPO E CAMPO DI APPLICAZIONE RIFERIMENTI SIGLE E DEFINIZIONI RESPONSABILITA PROCEDURA...3

RSPP - CARATTERISTICHE

COMUNE DI SALUDECIO REGOLAMENTO COMUNALE SUI CONTROLLI INTERNI

REGOLAMENTO PER L ISTITUZIONE E L APPLICAZIONE DEL SISTEMA DI MISURAZIONE E VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE

Dicembre 2013 ATTUAZIONE DELLA DELIBERA N. 71/2013 SUGLI OBBLIGHI DI TRASPARENZA. Comune di Firenze

REGOLAMENTO SUL TRATTAMENTO DEI DATI PERSONALI

CAPITOLO 20 AGGIORNAMENTO DEL CODICE DI STOCCAGGIO

Sogin - Linee Guida sui cantieri temporanei o mobili

GESTIONE DELLE NON CONFORMITÀ E RECLAMI

ARPA Agenzia Regionale per la Prevenzione e l'ambiente dell'emilia - Romagna * * * Atti amministrativi

Sistema di gestione della Responsabilità Sociale

PO 01 Rev. 0. Azienda S.p.A.

REGOLAMENTO APPLICATIVO PROGETTO BLSD CRI

Regolamento per l introduzione del bilancio unico e dei sistemi di contabilità economico-patrimoniale e analitica.

ATTI AMMINISTRATIVI. Prefettura di Firenze - Protezione dei dati personali

ARPA Agenzia Regionale per la Prevenzione e l'ambiente dell'emilia - Romagna * * * Atti amministrativi

AMMINISTRAZIONE PROVINCIALE DI SIENA REGOLAMENTO RECANTE NORME SUGLI INCARICHI AI DIPENDENTI PROVINCIALI

REGOLAMENTO DI ATENEO PER LA DISCIPLINA DELLE INIZIATIVE E DELLE ATTIVITÀ FORMATIVE

Domande e risposte sulla legge 10/91

COSTITUZIONE DI ASSOCIAZIONE TEMPORANEA DI IMPRESE MEDIANTE CONFERIMENTO DI MANDATO COLLETTIVO SPECIALE CON RAPPRESENTANZA

L AUTORITÀ PER L ENERGIA ELETTRICA E IL GAS

CONVENZIONE. tra. il Soggetto gestore EDILIZIA RESIDENZIALE PUBBLICA della provincia di Lucca (ERP)

PROVINCIA DI UDINE DELIBERAZIONE DEL COMMISSARIO CON I POTERI DEL CONSIGLIO PROVINCIALE DI CUI ALL ART. 42 DEL D.LGS. 267/2000

Regolamento Disciplina dell analisi di impatto della regolamentazione (AIR) e della verifica dell impatto della regolamentazione (VIR)

4.5 CONTROLLO DEI DOCUMENTI E DEI DATI

aggiorna le disposizioni per gli accertamenti documentali sugli impianti di utenza NUOVI (di nuova installazione);

MANUALE DELLA QUALITA Revisione: Sezione 4 SISTEMA DI GESTIONE PER LA QUALITA

SISTEMI DI MISURAZIONE DELLA PERFORMANCE

Regolamento per la gestione delle prestazioni in conto terzi e delle attività assimilate

CONSIGLIO NAZIONALE DELLE RICERCHE

REGOLAMENTO AMMINISTRATIVO DELL ASSOCIAZIONE CASSA NAZIONALE DI PREVIDENZA ED ASSISTENZA A FAVORE DEI RAGIONIERI E PERITI COMMERCIALI

Quadro normativo delle Regioni e Province Autonome sulla VAS LIGURIA. Disciplina della valutazione di impatto ambientale.

B.U. 13 novembre 1998, n. 45, III Suppl. Straord. d.g.r. 2 novembre 1998, n. VI/ Adeguamento della V.I.A. Regionale alle Direttive Comunitarie

SCHEMI LETTERE DI NOTIFICA SCHEMA DI AUTOCERTIFICAZIONE SCHEMI LETTERE DI DESIGNAZIONE SCHEMA LETTERA DI INFORMAZIONE AI LAVORATORI

PROCEDURA DI COORDINAMENTO TRA GESTORI DI RETE AI SENSI DEGLI ARTICOLI 34 E 35 DELL ALLEGATO A ALLA DELIBERA ARG/ELT 99/08 (TICA)

REGOLAMENTO SUGLI OBBLIGHI DI PUBBLICITA E TRASPARENZA RELATIVI ALL ORGANIZZAZIONE DELLA GE.SE.CO. ARZACHENA SRL

Roma,.. Spett.le. Società Cooperativa EDP La Traccia. Recinto II Fiorentini, n Matera (MT)

Modificato con deliberazione C.C. n. 92 del I N D I C E

Azienda Pubblica di Servizi alla Persona Opere Sociali di N.S. di Misericordia Savona

ADEMPIMENTI NORMATIVI PER STABILIMENTI SOGGETTI AGLI OBBLIGHI DELL ART. 8 D.LGS. 334/99 e s.m.i.

CORSO DI FORMAZIONE PER RESPONSABILI ED ADDETTI AL SERVIZIO PREVENZIONE E PROTEZIONE AI SENSI DEL D. LGS. N 81/2008. Modulo A

A cura di Giorgio Mezzasalma

DICHIARAZIONE DI SINTESI per adozione del Documento di Piano

Il panorama normativo: gli obblighi del datore di lavoro ai sensi dell art. 71 comma 8

Con la presente vengono fornite indicazioni ai fini dell autorizzazione all esercizio di detta modalità di gioco.

COMUNE DI ARZERGRANDE (Provincia di Padova) REGOLAMENTO DEI CONTROLLI INTERNI

PROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA L INTEGRITA

4.6 APPROVVIGIONAMENTO

Bollettino Ufficiale n. 26 del 28 / 06 / Deliberazione della Giunta Regionale 11 giugno 2007, n

Il concetto di gestione dei rifiuti

AZIENDA SPECIALE CONSORTILE PER I SERVIZI ALLA PERSONA PROGRAMMA PER LA TRASPARENZA E L INTEGRITA

Manuale del Sistema di Gestione Integrato per la Qualità e l Ambiente INDICE

PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO COMUNITÀ VALLE DI NON

PROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E L INTEGRITA

OGGETTO: "Delibera n. 71/ RApporto sulla Trasparenza relativo all'azienda USL di Bologna: osservazioni".

ORDINE DEGLI INGEGNERI DELLA PROVINCIA DI FOGGIA

Allegato II. La durata ed i contenuti della formazione sono da considerarsi minimi. 3. Soggetti formatori e sistema di accreditamento

DM.9 agosto 2000 LINEE GUIDA PER L ATTUAZIONE DEL SISTEMA DI GESTIONE DELLA SICUREZZA TITOLO I POLITICA DI PREVENZIONE DEGLI INCIDENTI RILEVANTI

INDICAZIONI OPERATIVE PER VALUTARE E PROMUOVERE L ORGANIZZAZIONE AZIENDALE DELLA SICUREZZA

Codice Deontologico. Centro di Coordinamento Nazionale Pile e Accumulatori

Con riferimento all oggetto ed a riscontro delle richieste di chiarimenti pervenute a questa Società si osserva quanto segue.

Associazione Comunità IL GABBIANO ONLUS

DETERMINAZIONE DEL DIRETTORE AREA RISORSE IDRICHE E QUALITÀ DELL ARIA

REGOLAMENTO PER L ORGANIZZAZIONE DELL ATTIVITA DI REPERIBILITA DEI SERVIZI VIABILITA ed EDILIZIA DELLA PROVINCIA DI CHIETI

BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE TOSCANA - N. 2. Allegato A

Uso delle attrezzature di lavoro

Il Ministro dello Sviluppo Economico

Marcatura CE. Controllo di produzione in fabbrica - FPC. Segnaletica stradale. Caratteristiche energetiche prodotti per edilizia

Transcript:

IMPIANTI I.P.P.C. ATTIVITA DI CONTROLLO PROGRAMMATA ANNO 2009 ARPA - Sezione Provinciale di Bologna Servizio Territoriale Unita Operativa IPPC Novembre 2010 Attività di controllo programmata 2009 svolta dagli operatori del Servizio Territoriale Arpa Sezione Provinciale di Bologna. Documento redatto a cura dell U.O. IPPC - Arpa Sezione Provinciale di Bologna. 1

SOMMARIO Gli impianti in possesso di Autorizzazione Integrata Ambientale...3 Programmazione dell attività di controllo 2009...5 Tariffazione dell attività di controllo ARPA...6 Il modello organizzativo...7 La modulistica...8 La visita ispettiva programmata...9 1) preparazione dell ispezione la ceck list...9 2) esecuzione dell ispezione presso l impianto...10 3) stesura del rapporto tecnico ambientale da trasmettere ad Azienda e Autorità Competente.10 Risultati dell attività ispettiva...11 1) la visita ispettiva...11 2) l attività di campionamento...12 Le violazioni...14 2

Gli impianti in possesso di Autorizzazione Integrata Ambientale Sul territorio della Provincia di Bologna gli impianti in possesso di Autorizzazione Integrata Ambientale rilasciata dall Autorità Competente sono risultati essere, alla data del 01.01.09, complessivamente 92, pari a circa il 12% di tutti gli impianti autorizzati nella Regione Emilia Romagna. In figura 1 si riporta la distribuzione degli impianti autorizzati in Provincia di Bologna in funzione della categoria di attività industriale, secondo quanto previsto dal D.Lgs. 152/06 parte II allegato VIII, così come modificato dal D.Lgs 128/10. Figura 1 Provincia di Bologna - Impianti con A.I.A. - anno 2009 Attività energetiche 3 Industria chimica 6 Altre attività 8 Industria dei prodotti minerari 10 Allevamenti 14 Gestione dei rifiuti 19 Produzione e trasformazione dei metalli 32 0 5 10 15 20 25 30 35 Come si può osservare la Provincia di Bologna è caratterizzata dalla significativa presenza di insediamenti industriali che svolgono attività di produzione e trasformazione dei metalli; si tratta in particolare di galvaniche (n.25) e fonderie (n.7), realtà industriali assai spesso diversificate per dimensioni, tipologia di lavorazione e prodotto finito. Numerose sono anche le aziende che operano nelle diverse attività facenti riferimento alla gestione dei rifiuti (n.6 discariche, n.1 inceneritore, n.12 impianti di stoccaggio di rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi), gli allevamenti intensivi di pollame e suini (n.14) e le industrie dei prodotti minerari (n.7 ceramiche e n.3 produzione laterizi). Sono inoltre presenti n.6 industrie chimiche (fabbricazione di prodotti chimici organici ed inorganici di base, produzione di fertilizzanti), realtà produttive caratterizzate da elevata complessità e significativi impatti ambientali, n.3 attività energetiche (n.2 centrali di cogenerazione, n.1 impianto di compressione e trattamento gas naturale) e n.8 attività varie (n.3 alimentari, n.2 3

cartiere, n.1 produzione di cavi e fili isolati, n.1 produzione nastri adesivi, n.1 trattamento di superfici con solventi organici). L atto autorizzativo rilasciato dall Autorità Competente, in Emilia Romagna costituita dalla Provincia territorialmente competente, nella sezione denominata D.3 PIANO DI MONITORAGGIO E CONTROLLO DELL IMPIANTO, oltre a prevedere la tipologia e la frequenza degli autocontrolli da parte del Gestore dello stesso, riporta anche il piano di controlli (visite ispettive e campionamenti) in capo ad ARPA. Di seguito si riporta a titolo di esempio una tabella riassuntiva dell attività di ARPA prevista per un impianto tipo. Tabella 22 - Attività di Arpa Componente o aspetto ambientale interessato Visita di controllo in esercizio Frequenza Tipo di intervento Numero di interventi nel periodo di validità del Piano Annuale Generale 5 Scarichi idrici (scarico S2) Annuale Campionamento annuale degli stessi parametri su cui viene eseguito l autocontrollo; 5 verifica degli autocontrolli Acque sotterranee Annuale verifica degli autocontrolli 5 Emissioni in atmosfera Annuale Verifica annuale degli autocontrolli 5 Triennale Eventuale campionamento triennale dei parametri ritenuti più significativi Rifiuti Annuale Verifica degli autocontrolli e verifica visiva dello stato di usura degli stoccaggi (contenitori, bacini di contenimento, ecc.) Rumore Ogni 5 anni Valutazione della relazione di impatto acustico 5 1 Prelievi idrici Annuale Valutazione degli autocontrolli 5 Materie prime Annuale Valutazione degli autocontrolli 5 Combustibili Annuale Valutazione degli autocontrolli 5 Energia Annuale Valutazione degli autocontrolli 5 Indicatori di performance ambientale Annuale Valutazione degli autocontrolli 5 Fatta eccezione per gli allevamenti, per i quali è stata prevista fin da subito una cadenza biennale della visita ispettiva da parte di ARPA, per tutti gli altri impianti è stata prevista una frequenza di controllo annuale (5 visite ispettive nei 5 anni di validità dell autorizzazione). 4

Programmazione dell attività di controllo 2009 L elevato numero di impianti in possesso di Autorizzazione Integrata Ambientale, nonché la necessità di garantire livelli soddisfacenti relativamente a tutta la restante attività istituzionale in capo al Servizio Territoriale della Sezione Provinciale, ha tuttavia reso improponibile il rispetto di una frequenza di controllo così ravvicinata nel tempo. Si è pertanto ritenuto, in accordo con l Autorità Competente, di individuare per l anno 2009 n.60 impianti da sottoporre alla visita ispettiva ARPA e contestualmente procedere ad una rivisitazione delle autorizzazioni rimodulando la frequenza di controllo delle stesse con una cadenza biennale, ad eccezione delle industrie chimiche e delle discariche per le quali si è mantenuta la frequenza di controllo annuale stante il significativo impatto ambientale rappresentato da queste attività. In figura 2 si riporta la distribuzione degli impianti in possesso di Autorizzazione Integrata Ambientale oggetto di visita ispettiva programmata per l anno 2009. Figura 2 Provincia di Bologna - Impianti con A.I.A. ispezionati - anno 2009 Attività energetiche 2 Altre attività 2 Industria chimica 5 Industria dei prodotti minerari 6 Allevamenti 12 Produzione e trasformazione dei metalli 14 Gestione dei rifiuti 19 0 2 4 6 8 10 12 14 16 18 20 Contestualmente alle visite ispettive l attività programmata sui 60 impianti sopra citati comporta, in ottemperanza ai controlli previsti in capo ad ARPA dai piani di monitoraggio delle rispettive Autorizzazioni Integrate Ambientali, l esecuzione di un intensa campagna di campionamento sulle diverse matrici ambientali. Nello specifico (Figura 3) è stata programmata l esecuzione di n. 186 campioni complessivi, suddivisi in acque reflue industriali, acque superficiali, acque sotterranee, percolato di discarica, emissioni in atmosfera. 5

Figura 3 Campioni programmati - anno 2009 120 100 80 60 40 20 0 Acque sotterranee Acque reflue industriali Percolato discarica Emissioni in atmosfera Acque superficiali Serie1 114 32 15 14 11 Tariffazione dell attività di controllo ARPA Come previsto dal D.Lgs. 152/06, dal D.M. 24 aprile 2008 e da successive delibere regionali, i costi delle visite ispettive programmate e dei campionamenti previsti dall Autorizzazione Integrata Ambientale in capo all ente di controllo (ARPA) sono a carico del Gestore dell impianto. E stato inoltre stabilito che quest ultimo, entro il 30 gennaio, debba provvedere a versare ad ARPA l importo dovuto per i controlli programmati nel corso del medesimo anno. Si viene pertanto a delineare una situazione in cui il Gestore deve effettuare il pagamento della quota economica prevista in anticipo rispetto all esecuzione dell attività da parte dell ente di controllo. Questo comporta che il Gestore, preventivamente informato dall Autorità Competente delle attività di controllo previste presso quel dato impianto nell anno in corso, provveda a determinare la quota economica relativa a tale attività, versando l importo dovuto, entro il termine previsto del 30 gennaio, su un conto corrente ARPA appositamente istituito. Al fine di agevolare la determinazione della tariffa per gli impianti IPCC è stato predisposto un applicativo (modulo di calcolo tariffe AIA) che consente il calcolo delle tariffe per l attività di controllo ARPA e permette la traduzione contabile del dettato normativo; l applicativo, corredato delle relative istruzioni, è reperibile sul sito web di Arpa - Sezione Provinciale di Bologna. Importante in questa fase la collaborazione con il personale del Laboratorio Integrato della Sezione al fine di concordare metodologie e tariffe delle diverse prestazioni analitiche. 6

Nel periodo immediatamente successivo al 30 gennaio si è provveduto, sulla base di riscontri sullo specifico conto corrente ARPA (periodicamente forniti dalla Direzione Tecnica), a verificare l esattezza degli importi versati, provvedendo se necessario (in collaborazione con lo staff Amministrativo della Sezione) ad effettuare le dovute comunicazioni in caso di importi non corretti o mancanti. Per l anno 2009 si segnala che il versamento delle quote previste per i controlli ARPA è stato effettuato da 58 delle 60 aziende programmate. Come previsto dalla normativa vigente in materia si è provveduto a segnalare all Autorità Competente il nominativo delle due aziende inadempienti. Il modello organizzativo La complessità dell attività di controllo prevista per gli impianti in possesso di Autorizzazione Integrata Ambientale, unita alla necessità di garantire uniformità di comportamento su tutto il territorio provinciale nell attività di vigilanza, permettere nel tempo un alternanza degli operatori del Servizio Territoriale coinvolti, facilitare la conoscenza dei diversi processi produttivi, ottimizzare le risorse in relazione anche alla necessità di mantenere standard qualitativi e quantitativi accettabili per quanto concerne le altre attività istituzionali in capo all Agenzia, hanno comportato la predisposizione di uno specifico modello organizzativo caratterizzato da Gruppi interdistrettutali di operatori. Sono stati pertanto individuate squadre composte da 3-4 operatori, appartenenti a diversi Distretti, ad ognuna delle quali è stato assegnato il compito di svolgere l attività di controllo su un determinato numero di impianti appartenenti alla medesima categoria IPPC. Per ogni squadra è stato individuato un referente con il compito di coordinare l azione del gruppo, garantire l esecuzione dei controlli nei tempi previsti e con le modalità stabilite in sede di programmazione delle attività del Servizio Territoriale. Altri compiti assegnati al referente della squadra ispettiva consistono nel coordinare le attività preparatorie per l ispezione, ovvero l analisi dell autorizzazione e della documentazione prodotta dall azienda secondo quanto previsto dall autorizzazione, curare l organizzazione dell ispezione e fungere da interlocutore primario con l azienda durante le fasi della stessa. Complessivamente sono state costituite n.13 squadre interdistrettuali così suddivise: 7

N ATTIVITA SQUADRE GALVANICHE 2 FONDERIE / ZINCATURA 1 CERAMICHE 1 ENERGETICHE 1 LATERIZI 1 DISCARICHE 1 ELIMINAZIONE RIFIUTI 3 ALLEVAMENTI 1 CHIMICHE 1 ALIMENTARI 1 Si precisa che al momento della definizione delle modalità organizzative relative all attività di controllo 2009 non erano ancora presenti, a livello regionale, indirizzi di carattere generale sull argomento. Successivamente in data 29.12.09 è stata prodotta una Circolare della Direzione Tecnica dell Agenzia avente per oggetto Gestione delle ispezioni programmate per la verifica dell Autorizzazione Integrale Ambientale. I contenuti di tale Circolare confermano il modello organizzativo predisposto dalla Sezione Provinciale di Bologna, sia per quanto concerne la costituzione di squadre ispettive che per le modalità operative seguite nelle fasi di preparazione, esecuzione e conclusione dell ispezione. La modulistica La particolarità della visita ispettiva sugli impianti IPPC, la necessità di coordinare l operato dei gruppi sia nella fase preparatoria dell ispezione, che durante l ispezione stessa, nonché nella redazione e trasmissione alla Provincia del Rapporto Tecnico Ambientale conclusivo dell intervento, ha comportato la predisposizione di una specifica modulistica costituita da : - check list ispezione: modulistica da predisporre, sulla base dei contenuti dell Autorizzazione Integrata Ambientale rilasciata all azienda in esame, e da utilizzare come guida all ispezione programmata durante l esecuzione della stessa - verbale ispezione: modulistica da utilizzare al termine di ogni giornata di ispezione per rendicontare in forma generale l attività svolta, lasciandone copia controfirmata all azienda - verbale di ispezione per campionamento non effettuato: modulistica da redigere ogni qual volta non sia stato possibile eseguire il prelievo di campioni; anche in questo caso copia 8

del verbale, controfirmata e riportante le motivazioni che hanno impedito agli operatori ARPA l esecuzione dell attività di campionamento prevista, viene lasciata all azienda - rapporto tecnico ambientale: modulistica da utilizzare per la stesura del rapporto conclusivo sull intervento, comprensivo dei risultati della visita ispettiva e dell esito dei campionamenti effettuati. - modulo campionamenti: modulistica specifica per ogni singola azienda e ogni singola attività di campionamento, da utilizzare al fine di consentire allo sportello Arpa Accettazione Campioni della Sezione Provinciale la corretta individuazione e registrazione dei campioni effettuati nell ambito dell attività di controllo IPPC La visita ispettiva programmata Per ispezione programmata si intende l attività di controllo (visite all impianto e campionamenti) prevista in capo ad ARPA dal Piano di Monitoraggio e Controllo dell Autorizzazione Integrata Ambientale. Non deve essere confusa con l ispezione straordinaria, richiesta dall Autorità Competente a seguito di problemi emersi nel corso delle ispezioni programmate o in caso di rinnovo o riesame dell autorizzazione; per quest ultima non sono previsti oneri economici a carico del Gestore dell impianto. La visita ispettiva è di norma suddivisa nelle seguenti fasi: 1) preparazione dell ispezione predisposizione della ceck list 2) esecuzione dell ispezione presso l impianto 3) stesura del rapporto tecnico ambientale da trasmettere ad Autorità Competente e Azienda 1) preparazione dell ispezione la ceck list La visita ispettiva è preceduta da un adeguata preparazione che vede impegnata la squadra nell analisi di tutta la documentazione amministrativa e tecnica disponibile: documentazione relativa all istruttoria tecnica finalizzata al rilascio dell Autorizzazione, contenuti dell Autorizzazione rilasciata, documentazione storica agli atti del Distretto, eventuali interventi in emergenza ambientale, segnalazioni pervenute, ecc.. In questa fase viene redatta una check list, basata sul piano di controllo previsto in Autorizzazione, che costituirà lo schema operativo da seguire nel corso dell ispezione. La definizione di una buona check list permette di verificare in sede di ispezione tutte le prescrizioni presenti in Autorizzazione, ottimizzare i tempi dell ispezione, organizzare le 9

informazioni acquisite facilitando e velocizzando la redazione del rapporto tecnico ambientale finale. 2) esecuzione dell ispezione presso l impianto Durante l attività ispettiva la squadra ARPA procede a: verificare l ottemperanza alle prescrizioni impiantistiche contenute nell autorizzazione, verificare il rispetto dei limiti di emissione e degli impatti ambientali, anche facendo ricorso a controlli analitici e tecnici se necessari, verificare i pertinenti registri tenuti dal Gestore dell impianto, rilevare la necessità di eventuali adeguamenti gestionali a carico dell Azienda, nonché di misure atte al contenimento delle emissioni, verificare la rispondenza delle misure eseguite in fase di autocontrollo ai contenuti dell autorizzazione. Si procede altresì a verificare il corretto posizionamento, funzionamento, taratura, manutenzione degli strumenti installati dall azienda per il monitoraggio in continuo delle emissioni o finalizzati alla prevenzione delle emissioni stesse, oltre che verificare la regolare trasmissione dei dati, delle informazioni e delle relazioni, cui il Gestore è tenuto nei confronti dell Autorità Competente. L ispezione si presenta quindi come attività complessa, può comprendere anche campionamenti sulle diverse matrici ambientali e non si esaurisce necessariamente in una sola giornata. 3) stesura del rapporto tecnico ambientale da trasmettere ad Azienda e Autorità Competente Al termine dell ispezione, dopo aver acquisito i rapporti di prova dei campionamenti eventualmente effettuati, viene redatto il rapporto tecnico ambientale. Questo documento sintetizza i risultati dell attività di controllo eseguita presso l impianto in esame e contiene i seguenti elementi: - localizzazione dell impianto, legale rappresentante, data del sopralluogo, nominativi delle persone che hanno presenziato alle attività ispettive (compresi i campionamenti) - sintesi degli interventi effettuati - esiti degli eventuali controlli analitici e strumentali - esiti dei controlli documentali - valutazione delle conformità alle prescrizioni autorizzative Qualora nel corso dell attività ispettiva venga riscontrato il mancato rispetto delle prescrizioni contenute in Autorizzazione, la trasmissione del Rapporto Tecnico Ambientale all Autorità Competente è accompagnata da proposta di provvedimenti ai sensi dell art. 29-decies comma 6 del D.Lgs. 152/06 e s.m.i. 10

Risultati dell attività ispettiva La novità rappresentata dalle modalità di controllo previste per gli impianti in possesso di Autorizzazione Integrata Ambientale, la necessità di garantire l esecuzione delle attività previste in quanto già tariffate alle Aziende interessate, l obbligo di dover giustificare l eventuale mancata realizzazione di ispezioni o campionamenti sia all Autorità Competente che alle Aziende stesse (con rimborso dei relativi importi economici fatturati), ha reso indispensabile una programmazione di dettaglio dell attività con certezza dei tempi di esecuzione dei controlli, anche attraverso una continua verifica dello stato di avanzamento lavori. Nel corso dell anno si è quindi provveduto ad effettuare periodici incontri con le squadre incaricate dell esecuzione dei controlli sugli impianti IPPC, verificando lo stato di avanzamento dei lavori ed adottando, qualora necessario, opportune azioni correttive. 1) la visita ispettiva Sulla base di quanto sopra nel corso del 2009 sono state effettuate visite ispettive programmate su 55 dei 60 impianti previsti (figura 4) pari al 91,7% dell attività prevista. Figura 4 Impianti IPPC - Visite ispettive anno 2009 60 50 40 30 20 10 0 Programma Attività svolta Aziende 60 55 A causa di difficoltà dovute alla crisi economica che ha investito tutti i settori produttivi nel corso dell anno, oppure a seguito di importanti lavori di ristrutturazione interna, 5 delle 60 aziende interessate dai controlli ARPA hanno richiesto all Autorità Competente un rinvio della visita ispettiva programmata motivandola con condizioni di fermo attività o attività fortemente 11

ridimensionata e pertanto non significativa al fine di una verifica complessa come quella prevista dal piano di monitoraggio e controllo dell Autorizzazione Integrata Ambientale. Dopo aver verificato la sussistenza di quanto dichiarato si è stabilito, in accordo con l Autorità Competente, di accogliere la richiesta avanzata e di rimandare al 2010 la visita ispettiva programmata nel 2009 presso le 5 aziende interessate. In considerazione di quanto sopra si può pertanto affermare che tutte le visite ispettive sono state realizzate nei tempi e modi previsti dal piano delle attività. 2) l attività di campionamento In figura 5 si riporta il risultato dell attività di campionamento effettuato nel corso dell anno. Figura 5 Impianti IPPC - Campioni - Anno 2009 200 180 160 140 120 100 80 60 40 20 0 Acque sotterranee Acque reflue industriali Percolato discarica Emissioni in atmosfera Acque superficiali TOTALE Programmati 114 32 15 14 11 186 Eseguiti 105 27 15 7 11 165 Complessivamente è stato effettuata l 88,7 % dell attività di campionamento programmata, così suddivisa: Acque superficiali 100,0 % Percolato discarica 100,0 % Acque sotterranee: 92,1 % Acque reflue industriali: 84,4 % Emissioni in atmosfera 50,0 % 12

I campionamenti non effettuati sono così giustificati: Acque sotterranee (n. 9 campioni mancanti) - n. 3 campioni dovevano essere effettuati presso una delle 5 aziende rimandate al 2010 per le ragioni sopra descritte; - n. 3 campioni non sono stati eseguiti in quanto i piezometri sono stati riscontrati più volte privi di acqua (redatto verbale di mancato campionamento in occasione di ogni sopralluogo); - n. 3 campioni non sono stati eseguiti in quanto nel corso dell anno è sopraggiunta una modifica dell A.I.A. che ha eliminato dal piano di monitoraggio e controllo l obbligo di campionare tali piezometri; Acque reflue industriali (n. 5 campioni mancanti) - n. 3 campioni dovevano essere effettuati presso 2 delle 5 aziende rimandate al 2010 per le ragioni sopra descritte; - n. 2 campioni non sono stati eseguiti in quanto gli scarichi sono risultati più volte non attivi (redatto verbale di mancato campionamento in occasione di ogni sopralluogo); Emissioni in atmosfera (n. 7 campioni mancanti) - n. 5 campioni dovevano essere effettuati presso 3 delle 5 aziende rimandate al 2010 per le ragioni sopra descritte; - n. 1 campione non è stato eseguito in quanto l emissione è risultata più volte non attiva (redatto verbale di mancato campionamento in occasione di ogni sopralluogo); - n. 1 campione non è stato eseguito in quanto il punto di prelievo è risultato privo di accesso in sicurezza (redatto verbale di mancato campionamento in occasione di ogni sopralluogo); Anche per quanto riguarda l attività di campionamento si può pertanto affermare che il programma annuale 2009 è stato pienamente rispettato in quanto l attività non svolta trova motivazioni ( sopra specificate) che prescindono dalla volontà degli operatori ARPA. Gli importi economici relativi alle attività non svolte sono stati restituiti alle ditte o, in alternativa e in accordo con le stesse, sono stati stornati dalle tariffe relative ai controlli previsti per l anno 2010. 13

Le violazioni Come già più volte ribadito l Autorizzazione Integrata Ambientale è un atto complesso e per tale motivo deve essere conosciuta e compresa in ogni sua parte. In particolare tutta la Sezione D risulta essere prescrittiva e pertanto vincolante per il Gestore dell impianto. Appare quindi indispensabile la presenza in Azienda di personale a cui sia affidato il compito di conoscere in modo approfondito l atto autorizzativo, modifiche comprese, mantenendo monitorato il rispetto delle prescrizioni, siano esse di tipo gestionale, documentale o relative ad obblighi di comunicazione. Questo anche in considerazione del fatto che ai sensi del D.Lgs. 152/06 e s.m.i. art.29- quattuordecies agli impianti IPPC, dalla data di rilascio dell AIA, non si applicano più le sanzioni previste dalle norme di settore, bensì quanto stabilito dal medesimo articolo che nella maggior parte dei casi prevede l inoltro di una informativa all Autorità Giudiziaria. Per quanto concerne l anno 2009 l attività ispettiva programmata ha messo in evidenza un rilevante numero di violazioni. In particolare per 30 impianti sui 55 complessivamente ispezionati si è provveduto a proporre all Autorità Competente l adozione di specifici provvedimenti amministrativi finalizzati a regolarizzare le inadempienze riscontrate (figura 6). Figura 6 Impianti IPPC - Esito controlli 2009 45,5% 54,5% Impianti a norma Impianti con violazioni Per 27 impianti si è reso necessario inoltrare un informativa all Autorità Giudiziaria. Complessivamente sono risultati 6 (3,6 % del totale) i campionamenti in cui si sono registrati superamenti dei valori limite autorizzati; trattasi di n.5 campioni di acque reflue industriali 14

(pertanto per tale tipologia di scarico i rapporti di prova non conformi sono risultati pari al 18,5%) e n.1 campione di emissioni in atmosfera (14,3% dei campioni effettuati ai camini). Analizzando nello specifico le singole categorie IPPC (Figura 7) si osserva l elevato numero di inottemperanze riscontrate per l industria dei prodotti minerari, l industria chimica, la produzione e trasformazione dei metalli; più contenute, seppur rilevanti, le violazioni relative ad allevamenti e gestione dei rifiuti. Figura 7 Impianti IPPC - Violazioni anno 2009 Industria dei prodotti minerari 100,0 Altre attività Industria chimica Produzione e trasformazione dei metalli Allevamenti Gestione dei rifiuti Attività energetiche 100,0 80,0 80,0 33,0 31,5 0,0 0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100 Dall analisi delle inadempienze riscontrate si è constatato che parte delle violazioni sono risultate essere dovute a fattori riconducibili alla complessità insita nell atto autorizzativo stesso. In alcuni casi, infatti, le autorizzazioni riportavano prescrizioni di carattere generale, pensate per un determinato comparto produttivo, che non necessariamente si ritagliavano su una specifica azienda, ancorchè appartenente a quel medesimo comparto; potevano inoltre essere presenti prescrizioni scritte in coerenza con la norma ma che si prestavano a possibili interpretazioni. In accordo con l Autorità Competente, anche alla luce di tutti gli aggiornamenti tecnici e normativi, è pertanto iniziata nel 2009 una rivisitazione delle Autorizzazioni Integrali Ambientali rilasciate, con particolare riferimento alla Sezione D, e ad una sua parziale riscrittura volta a chiarire aspetti, anche prescrittivi, che hanno dato luogo o possono dare luogo ad interpretazioni diverse contrastanti tra ente di controllo e gestore, nonché eliminare prescrizioni di carattere generale, laddove non necessarie. 15

Il lavoro in questione procederà anche nel corso del 2010 ed interesserà progressivamente tutti gli impianti in possesso di autorizzazione. 16