Sul XIX problema di Hilbert

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Sul XIX problema di Hilbert Lorenzo Brasco 12 Aprile 2019

Cos è un equazione ellittica? Si tratta di un equazione alle derivate parziali, ovvero di un equazione che contiene una funzione incognita u di N variabili e le sue derivate parziali Lineare a coefficienti costanti div (A u) = 0 ovvero N i,j=1 x i con A = (a ij ) matrice simmetrica definita positiva Lineare a coefficienti variabili div (A(x) u) = 0 ovvero N i,j=1 x i ( ) u a ij = 0 x j ( a ij (x) u ) = 0 x j con A(x) = (a ij (x)) matrice simmetrica definita positiva dipendente da x

Più in generale Quasilineare a coefficienti variabili div (F(x, u)) = 0 ovvero N i=1 con F : Ω R N R N campo vettoriale monotono F(x, ξ) F(x, w), ξ w > 0 Osservazione Il caso lineare precedente corrisponde a F(x, ξ) = A(x) ξ che è monotono A è definita positiva x i (f i (x, u)) = 0

Esempi di equazioni ellittiche Sia Ω R 3 un insieme aperto limitato, che rappresenta un conduttore elettrico. Supponiamo che Ω sia immerso in un campo elettrico conservativo, generato da una concentrazione di carica esterna a Ω. 1. Equazione di Laplace Il potenziale elettrico u risolve ovvero u = 0 in Ω N 2 u = 0 i=1 xi 2 Osservazione Si tratta di una equazione ellittica lineare a coefficienti costanti, con matrice dei coefficienti A = Id

Sia Ω R 2 un insieme aperto e limitato. Assegnamo un dato al bordo U e supponiamo di voler trovare una funzione di due variabili che coincida con U su Ω e tale che il suo grafico abbia la superficie minima possibile 2. Equazione delle superfici minime La funzione u cercata risolve ( ) u div = 0 in Ω 1 + u 2 con dato al bordo U su Ω Osservazione Equazione ellittica quasilineare a coefficienti costanti, con z A(z) = 1 + z 2 funzione monotona, in quanto gradiente della funzione convessa 1 + z 2

Consideriamo una superficie con curvatura Gaussiana costante uguale a K. Supponiamo la metrica Riemanniana su questa superficie sia data da (f (x, y)) 2 (dx 2 + dy 2 ) 3. Equazione di Liouville La funzione f, detta fattore conforme, risolve (log f ) = K f 2 ovvero, ponendo u = log f, questa risolve u = K e 2 u Osservazione Equazione ellittica semilineare, la parte principale dell equazione è data ancora dall operatore ellittico a coefficienti costanti

Un osservazione di Hilbert David Hilbert osservò che le equazioni ellittiche negli esempi hanno le seguenti caratteristiche comuni: 1. hanno la forma div ( F ( u)) = 0 o più in generale div ( F ( u)) = h(u) ovvero sono l equazione di Eulero-Lagrange di un problema del tipo min F ( ϕ) dx + condizioni al bordo Ω 2. l elliticità dell equazione si riflette nel fatto che F è monotono, ovvero F è convessa 3. le loro soluzioni sono analitiche

Eulero-Lagrange? Se u è minimo, allora per ogni ϕ a supporto compatto, la funzione di una variabile g(t) = F ( u + t ϕ) dx Ω ammette minimo in t = 0. Dal classico Teorema di Fermat 0 = g (0) = F ( u), ϕ dx Questa è detta equazione di Eulero-Lagrange in forma debole del problema di minimo Supponendo di poter integrare per parti, il minimo u soddisfa div ( F ( u)) ϕ dx = 0 per ogni ϕ ovvero div ( F ( u)) = 0

Formulazione del problema David Hilbert nel 1900 formula il seguente 1 Hilbert XIX Supponiamo che u sia minimo di una Lagrangiana F ( ϕ) dϕ o più in generale F (x, ϕ, ϕ) dx con F tale che: 1. F è una funzione analitica dei suoi argomenti; 2. F è convessa rispetto alla variabile ξ = ϕ; 3. λ Id Dξ 2 F Λ Id, con 0 < λ Λ. Allora u è una funzione analitica 1 Durante il Congresso Internazionale dei Matematici a Parigi

Il punto di partenza Dobbiamo mostrare che se u minimizza min F ( u) dx + condizioni al bordo Ω allora u è analitica. In particolare, dobbiamo dimostrare che u è derivabile con continuità infinite volte Cosa sappiamo su u? In altre parole, quanta regolarità hanno la classe di funzioni tra cui cerchiamo il minimo Il Metodo Diretto nel Calcolo delle Variazioni Usando una variante del Teorema di Weierstrass ( una funzione continua su un chiuso e limitato ammette massimo e minimo ), il minimo u si trova nella classe delle funzioni che hanno derivate prime in senso debole, con quadrato sommabile. Chiamiamo spazio di Sobolev W 1,2 l insieme di queste funzioni

Risultati intermedi I Bernstein (1905) Se u è una soluzione di classe C 3 di allora u è analitica div( F ( u)) = 0 Osservazione Il risultato è notevole, ma siamo ben distanti dall aver risolto Hilbert XIX. Infatti abbiamo detto che la nostra u W 1,2, quindi ha soltanto una derivata, e tra l altro in un senso debole. Per poter applicare il risultato di Bernstein, dobbiamo colmare il divario tra W 1,2 e C 3

Risultati intermedi II Hopf (1929), Schauder (1934) Se u C 0,α, allora u C 1,α Più in generale, se u C k,α, allora u C k+1,α Morrey (1936) Hilbert XIX risolto per N = 2 variabili Osservazione La tecnica di Morrey si basa su una generalizzazione del concetto di mappa conforme e non funziona in più variabili

Risultati intermedi III Shiffman (1947), Stampacchia (1952) Il gradiente u di un minimo u si può a sua volta derivare in senso debole. Inoltre, ogni componente u xk del gradiente risolve in senso debole div(d 2 F ( u) (u xk )) = 0 Questo vuol dire che u xk risolve (in senso debole) una equazione ellittica lineare a coefficienti variabili, con matrice dei coefficienti A = D 2 F ( u) Si osservi che tale matrice A è limitata per l ipotesi λ Id D 2 ξ F Λ Id, con 0 < λ Λ

Il tassello mancante Ad inizio 1955, la situazione su Hilbert XIX è la seguente: 1. se u W 1,2 è minimo, allora u W 1,2 3. dato k N, se u C k,α, allora anche u C k+1,α Il tassello mancante 2. se u W 1,2, allora anche u C 0,α Per Shiffman & Stampacchia, ogni componente u xk del gradiente è soluzione di un equazione ellittica a coefficienti variabili limitati. Quindi possiamo riformulare Il tassello mancante (riformulazione) 2. se v W 1,2 è soluzione debole di div(a(x) u) = 0, allora u C 0,α con 0 < λ A(x) Λ

La soluzione di E. De Giorgi Nell Agosto 1955, Ennio De Giorgi viene a conoscenza di Hilbert XIX grazie a Guido Stampacchia Nell Ottobre 1955, Ennio De Giorgi presenta al Congresso UMI il seguente Teorema [De Giorgi] Sia u W 1,2 una soluzione debole di allora u C 0,α div(a(x) u) = 0, con 0 < λ A(x) Λ Corollario I minimi di una Lagrangiana F ( u) dx, con F analitica, 0 < λ D 2 F Λ Ω sono funzioni analitiche

La soluzione di J. Nash In maniera indipendente, John Nash dimostra lo stesso teorema, in un lavoro completato nel Maggio 1958. Figura: Estratto dal lavoro originale di Nash In realtà, il risultato di Nash è più generale perché valido per equazioni paraboliche. Contiene quindi il Teorema di De Giorgi come caso particolare. Osservazione Le tecniche usate da Nash sono del tutto differenti. Per quanto riguarda le equazioni ellittiche, le sue idee hanno avuto un impatto molto più limitato sugli sviluppi successivi della Teoria della Regolarità.

Il ruolo di J. Moser Poco tempo dopo le dimostrazioni di De Giorgi e Nash, compare il seguente lavoro di J. Moser In esso si dimostra nuovamente il Teorema di De Giorgi-Nash, usando una tecnica iterativa simile a quella di De Giorgi, ma ancora più elegante e per certi versi più semplice. Oggigiorno, la tecniche iterative di De Giorgi & Moser sono lo standard essenziale per studiare problemi di Regolarità Ellittica

Figura: Traduzione in russo dell articolo di De Giorgi (1960, traduzione di S. N. Kruzhkov)