PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO ORDINE PROVINCIALE DEI MEDICI CHIRURGHI E DEGLI ODONTOIATRI 2 Corso triennale di Formazione Specifica in Medicina Generale Triennio 2006-2009 - RIASSUNTO DELLA TESI - DOTT.SSA KATRIN APPOLONI PERCEZIONE E QUANTIFICAZIONE DEL CONSUMO ALCOLICO IN MEDICINA GENERALE: UN INDAGINE IN VAL DI NON Relatore: Dott. Giovanni Widmann
INDICE 1. INTRODUZIONE... pag. 1 2. OBIETTIVI... pag. 4 3. MATERIALI E METODI... pag. 11 4. RISULTATI... 4.1 Caratteristiche dei pazienti paretecipanti allo studio... 4.2 Analisi dei dati... pag. 13 pag. 13 pag. 14 5. DISCUSSIONE... pag. 16 6. CONCLUSIONI... pag. 17 7. BIBLIOGRAFIA... pag. 18 8 APPENDICE... pag. 20
INTRODUZIONE In Italia esiste una radicata tradizione culturale che vede il consumo di bevande alcoliche, in particolare di vino, come una consuetudine alimentare diffusa. Si stima che più di 25.000 morti ogni anno siano da attribuire all'eccessivo uso di alcol. Secondo tale stima la mortalità alcolcorrelata rappresenta in Italia il 6,23% del totale di tutte le morti maschili e il 2,45% del totale di tutte le morti femminili nella popolazione superiore ai 20 anni. La sospensione o la riduzione del consumo portano rispettivamente alla prevenzione o riduzione degli effetti causati dall'uso di bevande alcoliche. L'Organizzazione Mondiale della Sanità (O.M.S.) in merito ai problemi alcolcorrelati ha da tempo evidenziato la necessità di promuovere interventi preventivi rivolti alla popolazione. Anche a livello nazionale le politiche sanitarie hanno recepito queste indicazioni. Per una promozione sanitaria efficace a livello locale sono necessarie informazioni pertinenti e tempestive. E' in quest'ottica che si inserisce come ruolo importante e cruciale il Medico di Medicina Generale. OBIETTIVI L'obiettivo di questo lavoro è l'identificazione rapida delle persone che si caratterizzano per consumi pericolosi o con danni e dipendenza da alcol, tramite l'utilizzo di un test: AUDIT C (alcohol Use Disorder Identification Test Consumption). Durante il tirocinio presso il tutor dott. Giovanni Widmann, medico di medicina generale, è stato somministrato il questionario AUDIT-C nel contesto dell'anamnesi che viene svolta nel corso dell'attività ambulatoriale nei giorni di lunedì', martedì, giovedì e venerdì per un periodo consecutivo di circa 2 mesi, ad ogni terzo, quinto e ottavo paziente del giorno che accede sia per problemi attivi, sia per motivi 1
burocratici quali impegnative, prescrizioni, etc... I pazienti accedono agli ambulatori previo appuntamento telefonico dato dalla segretraria nella giornata precedente. Sono stati volutamente esclusi dallo studio i pazienti che per urgenze si sono recati negli ambulatori senza appuntamento ma non gli accessi impropri. Prima di leggere le tre domande del questionario ad ogni persona è stato spiegato che per unità alcolica si intende una singola bevanda alcolica contenente 12 grammi di alcol, ovvero un bicchiere di vino, 300 c.c. di birra od un bicchierino di superalcolico. Il questionario è stato somministrato con le stesse modalità anche durante l'ambulatorio del dott. Renzo Menapace e del dott. Livio Dolzani per un periodo di circa un mese. RISULTATI Caratteristiche dei pazienti paretecipanti allo studio. L'AUDIT C è stato somministrato a 278 utenti degli ambulatori del dott. G.Widmann, dott. R.Menapace e dott. L.Dolzani a 122 maschi e a 156 femmine. Nessuna tra le persone, a cui in maniera casuale veniva chiesto di rispondere alle domande del questionario, si è rifiutata. Le femmine rappresentano il 56,1% del campione totale, tale percentuale rispecchia anche il numero totale più elevato delle femmine rispetto ai maschi fra gli utenti degli ambulatori. L'età media dei pazienti partecipanti allo studio è di 60,5 anni con un'età minima dei partecipanti di 19 anni ed una massima di 91 anni. Il valore della Moda è 78 anni, il 25% dei soggetti ha 48 anni, il 75% ha 75 anni. Analisi dei dati I positivi all'audit-c sono 164, 95 uomini e 69 donne, che rappresentano il 59% del totale. Tale numerosità indica la prevalenza di persone con consumi pericolosi, danno o dipendenza in atto nel campione. 2
DISCUSSIONE Gli astemi risultano essere il 12,6% del totale, con una netta prevalenza femminile. Il 59% degli intervistati è risultato avere un consumo alcolico a rischio. Abbiamo confrontato i dati raccolti con quelli ottenuti durante la settimana di formazione dei medici di medicina generale nel novembre 2007 a Trento. Durante questo studio 15 medici hanno somministrato il questionario AUDIT-C a 221 assistiti. Il questionario è stato somministrato direttamente dai medici al quinto paziente del giorno che accedeva all ambulatorio per problemi attivi. Nel 2007 il 45% dei soggetti è risultato positivo al test contro il 59% di positività emersa dai nostri dati. Bisogna tenere conto che l età media dei partecipanti all indagine nel 2007 era 52 anni con un valore mediano 53, nel 2009 è 60,5 anni con un valore mediano di 64. Visto che il consumo a rischio aumenta con l età questo è uno dei fattori che potrebbe spiegare la percentuale di positività più alta. Un altra differenza tra i due studi è la modalità di somministrazione del questionario, nel 2007 da parte dello stasso medico, nel 2009 da parte di una tirocinante. Da entrambe gli studi si evince che il consumo alcolico a rischio risulta più frequente tra gli uomini e aumenta con l età. CONCLUSIONI Da numerosi studi emerge che l'approccio preventivo svolto dal medico di medicina generale può influire in modo determinante nel modificare le conoscenze, le abitudini ed i comportamenti della popolazione rispetto agli stili di vita legati alla salute. Il Medico di Medicina Generale può svolgere due ruoli fondamental. Nella prevenzione primaria, concentrarsi sulla fascia di popolazione il cui consumo di alcol non è a rischio ma che può beneficiare di una maggiore informazione e consapevolezza sui rischi che tale comportamento determina. Nella prevenzione secondaria, l identificazione precoce dei cosiddetti bevitori a rischio", coloro che presentano un consumo di alcol che per quantità, frequenza, modalità di assunzione 3
può comportare un rischio per la loro e altrui salute. Una sinergia di forze e di interventi diventa indispensabile quando si parla di problemi legati al consumo di bevande alcoliche, in quanto tali comportamenti sono talmente radicati nella tradizione culturale e sociale da richiedere la collaborazione di più soggetti, istituzioni, operatori socio-sanitari e della salute in genere, figure chiave appartenenti alla comunità, per ottenere risultati significativi e cambiamenti duraturi. 4
BIBLIOGRAFIA (1) Legge quadro in materia di alcol e di problemi alcolcorrelati. IV Relazione del Ministro della Salute al Parlamento sulla attuazione della legge 30/3/2001 n. 125. Pubblicata sulla G.U. n. 90 del 18 aprile 2001. (2) Ministero della Salute. Piano Sanitario Nazionale 2003-2005. Disponibile all indirizzo:http://www.ministerosalute.it/resources/static/psn/documenti/psn_2003-2005.pdf (3) Institute of Alcohol Studies in London EU Public Health Programme Report: Alcohol in Europe. Disponibile all'indirizzo: http:/ec.europa.eu/healtheu/neuws_alcoholineuropeen.htm. (4) Abitudini di consumo alcolico nelle ASL partecipanti al sistema di sorveglianza Passi (2007) Ben Notiziario ISS Volume 21 numero 4. Aprile 2008, ISSN 0394-9305. (5) Bartoli G., Scafato E., Patussi V.,Russo R.,Il ruolo del Medico di Medicina Generale nella prevenzione dei problemi alcolcorrelati. Gli strumenti per l'identificazione precoce e l'intervento breve nei confronti del bere a rischio.abstract in Alcologia Vol.14, pp109-117,2002. (6) Studio PASSI, Risultati dell'indagine in provincia di Trento. Disponibile all'indirizzo: http:/www.epicentro.iss.it/passi/pdf/passi TN-05.pdf (7) Struzzo P., De Faccio S., Moscatelli E., Scafato E., Identificazione precoce dei bevitori a rischio in Assistenza Primaria in Italia: adattamento del questionario AUDIT e verifica dell'efficacia dell'uso dello short-audit test nel contesto nazionale. Bollettino per le farmacodipendenze e l'alcolismo Vol.29-1-2/2006. (8) Hodgson R., Alwyn T., John B.: The fast alcohol screening test, Alcohol and Alcoholism, 37: 61-66,2002. (9) SaunderJB., Aasland OG.,Barbor TF., de la Fuente JR., Grant M.,Development of the Alcohol Use Disorders Identification test (AUDIT):WHO collaborative project on early detection of person with harmful alcohol consumpion-ii.addiction 5
1993;88:791-804. (10) Patussi V.,Bartoli G., Focardi F., Ragazzo E., Marcomini F., Muscas F., Russo R., Zuccaro P., e Scafato E. L'integrazione delle attività di prevenzione alcolcorrelata nei settimg di medicina generale: l'esperienza ed i risultati del progetto WHO Drink-less in Italia. Bollettino per le Farmacodipendenze e l'alcolismo 2003;4,17-25. 6