IMMANuel kant lezioni sul diritto NAturAle (Naturrecht FeyerabeNd) Testo tedesco a fronte A cura di Norbert Hinske e Gianluca Sadun Bordoni BOMPIANI Il PeNsIerO OccIdeNtAle
2010-2014 frommann-holzboog Verlag e.k. Eckhart Holzboog Stuttgart-Bad Cannstatt ISBN 978-88-452-8092-4 2016 Bompiani/RCS Libri S.p.A. Via Angelo Rizzoli 8-20132 Milano Realizzazione editoriale: Vincenzo Cicero - Rometta Marea (ME) I edizione Il Pensiero Occidentale febbraio 2016
Sommario introduzione di Gianluca Sadun Bordoni 7 Nota al testo e alla traduzione 51 ringraziamenti 55 Lista delle abbreviazioni 56 Bibliografia 59 Lezioni sul diritto naturale 65 Note al testo 233 Facsimile di alcune pagine del manoscritto 283 indici 295
Alla memoria di Claudio Cesa
INTRODUZIONE di Gianluca Sadun Bordoni «Se la giustizia scompare, la vita degli uomini sulla terra non ha più alcun valore». (Metafisica dei costumi, AA, VI, 332)
1. Il Naturrecht Feyerabend e il problema delle lezioni kantiane 1.1. Le lezioni di Kant sul diritto naturale, che qui proponiamo al lettore italiano sulla base della nostra edizione critica tedesca 1, posseggono un importanza che va al di là del contributo che esse offrono alla filologia kantiana, favorendo una comprensione migliore del pensiero etico-giuridico di Kant e della sua evoluzione, in un momento in cui tale pensiero è al centro di una rinnovata attenzione. Non c è infatti dubbio che l orizzonte della normatività kantiana (equidistante dall utilitarismo e dall etica metafisico-teologica) sia tornato ad esercitare, ormai da alcuni decenni, un ruolo filosofico di primo piano. Da Rawls e Habermas in poi, questa rinnovata centralità di Kant nel dibattito filosofico-morale e politico è un dato acquisito. Ciò ha determinato anche una rinnovata attenzione agli scritti kantiani, favorendo almeno in alcuni casi una migliore comprensione di essi, specie per quanto riguarda le zone meno esplorate dell immenso lascito kantiano. Si è così destato un interesse nuovo anche per la filosofia morale dell ultimo Kant, contenuta nella Metafisica dei costumi (cioè nella filosofia pura della libertà) 2, il che ha implicato anche una nuova attenzione per la sua filosofia del diritto, da sempre comparativamente negletta, contenuta nella prima parte della Metafisica dei costumi, la dottrina pura del 1 H. Delfosse N. Hinske G. Sadun Bordoni, Kant-Index, Band 30, Teilband I: Einleitung des Naturrechts Feyerabend, Stuttgart 2010; Teilband II: Abhandlung des Naturrecht Feyerabend: Text und Hauptindex, Stuttgart 2014; Teilband III: Abhandlung des Naturrechts Feyerabend: Konkordanz und Sonderindices, Stuttgart 2014. Questa edizione, che per la prima volta presenta un testo critico, rivisto sul manoscritto e con apparato critico, oltre che di questa traduzione italiana, è alla base delle numerose traduzioni in via di pubblicazione. Cfr. infra, la Nota al testo, per maggiori osservazioni di carattere filologico. 2 Cfr. Moral Mrongovius II (XXIX, 599): metafisica dei costumi significa metafisica della libertà, cioè conoscenza delle leggi pure a priori della libertà. Per il rinnovato interesse per la Metafisica dei costumi cfr. A. Trampota O. Sensen J. Timmermann (a cura di), Kant s Tugendlehre. A Comprehensive Commentary, Berlin-Boston 2013 e il saggio di R. Mordacci, Kant-Renaissance. La riscoperta dell etica normativa di Kant, nell edizione della Metafisica dei costumi curata da G. Landolfi Petrone, Milano 2006, pp. 743-798.
10 INTRODUZIONE diritto. Tutto ciò ha favorito il superamento tendenziale del pregiudizio circa il carattere senile degli ultimi scritti, che aveva coinvolto la Rechtslehre sin da Schopenhauer e non era stata superata neppure nel quadro del neokantismo, nella seconda metà dell Ottocento. Ciò ha riproposto l esigenza di una migliore comprensione dell evoluzione del pensiero morale di Kant, secondo la prospettiva generale che fu aperta da Kuno Fischer a metà del XIX secolo 3 e che va estesa progressivamente al complesso del pensiero morale kantiano. Certamente esso non può essere ridotto, pena un suo radicale fraintendimento, agli scritti fondazionali, come la Fondazione della metafisica dei costumi e la Critica della ragion pratica (secondo un approccio tipico del neokantismo). Da tutto ciò anche l inaggirabile necessità di confrontarsi con il lascito manoscritto e con le lezioni kantiane, il che porta talvolta a scontrarsi con i limiti della quarta sezione dell edizione dell Accademia, cioè quella riguardante proprio le lezioni di Kant. La pubblicazione del corso di lezioni di Kant sul diritto naturale, di cui qui presentiamo l edizione italiana, è un chiaro esempio di tutto ciò. Dal punto di vista storiografico, essa sta già contribuendo ad accrescere la nuova attenzione per il pensiero giuridico di Kant e la sua evoluzione, mentre dal punto di vista filologico rappresenta un esempio concreto come vedremo dell inaffidabilità dell edizione dell Accademia 4. Vediamo tuttavia, in primo luogo, di inquadrare le lezioni sul diritto naturale nel più generale problema relativo ai caratteri e al significato delle lezioni nel contesto dell opera kantiana e i problemi filologici che esse sin dall inizio hanno posto. 1.2. Benché Kant abbia svolto, tra il 1767 e il 1788, dodici volte un corso sul diritto naturale, a noi è rimasta, allo stato attuale, una sola trascrizio- 3 Cfr. K. Fischer, Clavis kantiana. Qua via Immanuel Kant philosophiae criticae elementa invenerit, Jena 1858; tr. tedesca a cura di A. Schmitt, Kuno Fischers Clavis Kantiana Einführung und Übersetzung, in H. Busche A. Schmitt (a cura di), Kant als Bezugspunkt philosophischen Denkens, Würzburg 2010, pp. 207-235. Paulsen, nel suo Versuch einer Entwicklungsgeschichte der Kantischen Erkenntnisstheorie, Leipzig 1875, si richiamò espressamente a Fischer, che quindi aprì la via poi percorsa, dopo Paulsen, da Riehl, Benno Erdmann e innumerevoli altri. 4 Nella storiografia kantiana, i due principali tentativi, piuttosto risalenti, di ricostruire specificamente l evoluzione del pensiero giuridico kantiano non poterono riferirsi al Naturrecht Feyerabend e quindi prendere in considerazione l insegnamento kantiano del diritto naturale: il manoscritto non era ancora stato riscoperto quando Christian Ritter scrisse Der Rechtsgedanke Kants nach den frühen Quellen, Frankurt a.m. 1971, mentre W. Busch, in Die Entstehung der kritischen Rechtsphilosophie Kants. 1762-1780, Berlin New York 1979, poté esaminarlo solo limitatamente, quando il suo lavoro era già concluso, com egli stesso informa nella premessa (ivi, p. 3).
1. IL NATuRRECHT FEyERABEND 11 ne manoscritta, relativa al corso tenuto nel semestre estivo del 1784 5. Si tratta però di un anno importante, come vedremo, nell evoluzione della filosofia pratica di Kant, il che attribuisce a questo manoscritto un rilievo del tutto particolare. La trascrizione rimasta porta il nome del possessore, Feyerabend (donde la dizione di Naturrecht Feyerabend, con cui abitualmente ci si riferisce a questo testo) 6. Di un altra trascrizione, di Gentz, abbiamo notizia, ma del manoscritto sono perdute le tracce 7. 5 I corsi certamente svolti da Kant riguardano gli anni 1767, 1769, 1772/73, 1774, 1775, 1777, 1778, 1780, 1782, 1784, 1786 e 1788. Kant teneva, dopo esser diventato professore nel 1770, publice lezioni, cioè corsi istituzionali di metafisica e logica; gli altri corsi (tra cui quelli sul diritto naturale) erano tenuti privatim. I corsi di diritto naturale erano parte di un ciclo di quattro semestri in cui si alternavano corsi di Enciclopedia filosofica, Diritto naturale, Filosofia morale (o Teologia Naturale, nel 1783/4), Fisica e Geografia fisica. La fonte principale è qui E. Arnoldt, Kritische Exkurse im Gebiete der Kantforschung, apparsi originariamente nel 1893 e 1894, e ristampati come volumi 4 e 5 in Id., Gesammelte Schriften, 10 voll., Berlin, 1906-1911, editi a cura di O. Schöndörffer (cfr. in particolare vol. 5, pp. 213-303 e p. 336 per una sinossi dei corsi sul diritto naturale). Sul catalogo dei corsi cfr. M. Oberhausen e R. Pozzo (a cura di) Vorlesungsverzeichnisse der universität Königsberg (1720 1804), 2 voll., Stuttgart 1999, che nell ampia introduzione offrono un importante scorcio sulla storia dell università, che in Germania, a differenza della Francia, fu il centro propulsore dell illuminismo. Sulle ragioni, probabilmente di salute, che indussero Kant a limitare negli ultimi anni la sua attività di docenza ai soli corsi istituzionali, non svolgendo più dunque lezioni sul diritto naturale, cfr. Borowski in L.E. Borowski-R.B. Jachmann-E.A.Ch. Wasianski, La vita di Immanuel Kant, Bari 1969, p. 78 (d ora in poi citato con il solo titolo) e W. Stark, Nachwort a I. Kant, Vorlesung zur Moralphilosophie, Berlin 2004, p. 384. 6 Esso fu pubblicato nel vol. XXVII, 2,2 dell edizione dell Accademia, Berlin 1979 (d ora innanzi, ci riferiamo a questa edizione come di consueto con la sigla: AA, seguita dal numero del volume e delle pagine), a cura di G. Lehmann. Cfr. infra, la Nota al testo, per l analisi dei problemi filologici posti dal manoscritto e dalla trascrizione di Lehmann. Cfr. M. Oberhausen e R. Pozzo (a cura di), Vorlesungsverzeichnisse, cit., vol. 2, p. 500 per l indicazione di questo corso: Ius naturae ad Achenwallium h. VIII ; Achenwall, come vedremo, era l autore del manuale su cui Kant teneva lezione, mentre l orario era appunto dalle otto alle nove, quattro giorni a settimana. Gli altri due giorni, come risulta dal catalogo, Kant teneva lezioni di Geografia fisica, disciplina che lo aveva reso famoso, prima della pubblicazione della Critica della ragione pura, al punto che il ministro Zedlitz pregò Kant di procurargli una copia delle sue lezioni: cfr. la lettera di Zedlitz a Kant del 21 febbraio 1778 (n. 127, AA, X, pp. 222 s.). Si consideri che il Naturrecht Feyerabend è ricco di riferimenti alla geografia: essi intendono anzitutto mostrare quanto diverse siano le visioni del diritto presso i vari popoli, onde una Naturrechtslehre deve necessariamente essere orientata a regole formali. 7 Il catalogo Stargardt dà notizia del seguente manoscritto: Fr. von Gentz, Collegienheft über Kants Rechtslehre (Königsberg 1784) 28 p. folio. Il manoscritto faceva parte di una collezione privata e di esso si sono appunto perdute purtroppo le tracce. L autore, Friedrich von Gentz (1763-1832), fu inizialmente un seguace di Kant e un en-
12 INTRODUZIONE I problemi posti da questa trascrizione manoscritta sono in parte comuni al complesso delle lezioni kantiane. L esigenza di confrontarsi con l imponente lascito manoscritto e delle lezioni è naturalmente al centro della filologia kantiana sin da quando essa assunse veste sistematica, con il progetto dell edizione dell Accademia (tuttora in corso) 8, ma solo in anni più recenti sta raggiungendo criteri di adeguata scientificità anche per ciò che riguarda le lezioni kantiane, e quindi anche l ambito qui per noi rilevante dei corsi relativi alla filosofia pratica 9. Nonostante i particolari protusiasta ammiratore della rivoluzione francese, definita il primo trionfo pratico della filosofia. Tradusse in tedesco le Observations on the French Revolution di Burke, ma senza identificarsi con la critica di questi agli eventi francesi. Gentz assunse in seguito un atteggiamento critico nei confronti di Kant, sin dal 1793, discutendo lo scritto sul Gemeinspruch: cfr. F. v. Gentz, Nachtrag zu dem Räsonnement des Herrn Prof. Kant über das Verhältnis von Theorie und Praxis, Berlinische Monatschrift, (1793). Fu poi autore di uno scritto, Sulla pace perpetua, apparso nel 1800, in cui proseguiva la sua critica a Kant (tr. it. Camerino 1992; il testo tedesco può essere letto nell edizione, a cura di M. Buhr, di Kant, Zum ewigen Frieden. Mit Texten zur Rezeption. 1796-1800, Leipzig 1984, pp. 250-291). Maturato progressivamente il suo distacco dall Illuminismo, acquisì fama come politico conservatore (fu capo del protocollo al Congresso di Vienna). Su questo mi permetto di rinviare al mio L ordine infranto, Torino 2004, pp. 215 ss. Cfr. anche E. Tortarolo, La ragione sulla Sprea. Coscienza storica e cultura politica nell illuminismo berlinese, Bologna 1989, pp. 339 ss. Cfr. anche M. Mori, un eredità incerta. La prima ricezione della Pace perpetua in Germania in Rivista di Storia della filosofia, Suppl. al n. 4/2006, pp. 15 ss. 8 Il promotore dell iniziativa dell edizione completa delle opere kantiane fu come noto Dilthey, che nel 1895 sottopose il progetto all Accademia Prussiana delle Scienze, ponendovi a fondamento l idea di raccogliere di Kant tutta intera l eredità spirituale: gli scritti, le lettere, il lascito manoscritto e, delle lezioni, quanto può essere utile alla comprensione della sua opera ; cfr. il Vorwort di Dilthey al primo volume dell AA, Berlin 1910 2, p. V. Questo criterio avversato da Cohen, all epoca massimo esponente della scuola di Marburgo è quello che concretamente è alla base della quadripartizione dell edizione dell Accademia, che comprende una parte dedicata agli scritti (voll. I-IX), una dedicata alle lettere (voll. X-XIII; i Nachträge nel vol. XXIII), una terza dedicata al lascito manoscritto (voll. XIV-XXIII) e una quarta dedicata alle lezioni (voll. XXIV-XXIX), non ancora compiuta. Dilthey vide la realizzazione solo delle prime due sezioni, e dunque non del lascito manoscritto, per lui così importante. L edizione, a più di un secolo di distanza, non è ancora conclusa. Essa iniziò nel 1900 a cura dell allora Königlich Preußische Akademie der Wissenschaften; dopo varie vicende, a partire dal 2002, l edizione è a cura della Berlin-Brandenburgischen Akademie der Wissenschaften. Per una ricostruzione articolata della prima fase nella storia dell edizione cfr. G. Lehmann, Zur Geschichte der Kantsausgabe. 1896-1955, in Id., Beiträge zur Geschichte und Interpretation der Philosophie Kants, Berlin 1969, pp. 3 ss. Sui limiti dell edizione dell Accademia cfr. N. Hinske, Die Kantausgabe der Preußischen Akademie der Wissenschaften und ihre Probleme, in Il cannocchiale, n. 3, 1990, pp. 229-254. 9 Il progetto concreto dell edizione dei corsi di Kant viene ripreso solo nel secondo dopoguerra, sotto la direzione di Gerhard Lehmann, che dopo aver pubblicato, nel