RETE ECOLOGICA: RER REP REC e il ruolo dei PLIS giovedì 11 dicembre 2014 // Centro Studi PIM - Villa Scheibler
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Principali riferimenti normativi LR 86/83 Piano generale delle aree regionali protette, come modificata dalla LR 12/11 Nuova organizzazione degli enti gestori delle aree regionali protette DelGR n 8/8515 Modalità per l'attuazione della Rete Ecologica Regionale in raccordo con la programmazione territoriale degli Enti locali - Allegato "Rete ecologica regionale e programmazione territoriale degli enti locali" [26/11/2008] DelGR n 8/10962 Rete ecologica regionale: approvazione degli elaborati finali comprensivi del settore Alpi e Prealpi [30/12/2009] DelGR n 8/10415 Dai Parchi alla Rete Ecologica Regionale [28/10/2009] DelGR n 9/999 Approvazione degli indirizzi e orientamenti per la pianificazione locale in riferimento a EXPO 2015 nell ottica della sostenibilità [15/12/2010] 3
LR 86/83 Piano generale delle aree regionali protette, come modificata dalla LR 12/11 LR 12/11 Nuova organizzazione degli enti gestori delle aree regionali protette e modifiche alle leggi regionali 30 novembre 1983, n 86 (Piano generale delle aree regionali protette) e 16 luglio 2007, n 16 (Testo unico delle leggi regionali in materia di istituzione dei parchi) modifica la LR 86/83 introducendo l art. 3-ter che definisce puntualmente la Rete Ecologica Regionale. 4
LR 12/11, art. 6 (Modifiche alla legge regionale 86/ 1983) 1. Per il raggiungimento delle finalità di cui all articolo 1, comma 2, alla l.r. 86/1983 sono apportate le seguenti modifiche: a) dopo l articolo 3-bis è inserito il seguente: «Art. 3-ter (Rete ecologica regionale) 1. La Rete ecologica regionale (RER) è costituita dalle aree di cui all articolo 2 e dalle aree, con valenza ecologica, di collegamento tra le medesime che, sebbene esterne alle aree protette regionali e ai siti della Rete Natura 2000, per la loro struttura lineare e continua o il loro ruolo di collegamento ecologico, sono funzionali alla distribuzione geografica, allo scambio genetico di specie vegetali e animali e alla conservazione di popolazioni vitali ed è individuata nel piano territoriale regionale (PTR). 2. La Giunta regionale formula criteri per la gestione e la manutenzione della RER, in modo da garantire il mantenimento della biodiversità, anche prevedendo idonee forme di compensazione. 3. Le province controllano, in sede di verifica di compatibilità dei piani di governo del territorio (PGT) e delle loro varianti, l applicazione dei criteri di cui al comma 2 e, tenendo conto della strategicità degli elementi della RER nello specifico contesto in esame, possono introdurre prescrizioni vincolanti. 4. La RER è definita nei piani territoriali regionali d area, nei piani territoriali di coordinamento provinciali, nei piani di governo del territorio comunali e nei piani territoriali dei parchi.»; 5
La RER è costituita dalle aree protette regionali (art. 2) e dalle aree, con valenza ecologica, di collegamento tra le medesime che, per la loro struttura lineare e continua o il loro ruolo di collegamento ecologico, sono funzionali alla distribuzione geografica, allo scambio genetico di specie vegetali e animali e alla conservazione di popolazioni vitali ed è individuata nel PTR. Le Province controllano, in sede di verifica di compatibilità dei PGT e delle loro varianti, l applicazione dei criteri per la gestione e la manutenzione della RER e, tenendo conto della strategicità degli elementi della RER nello specifico contesto in esame, possono introdurre prescrizioni vincolanti. 6
DelGR n 8/8515 Modalità per l'attuazione della Rete Ecologica Regionale in raccordo con la programmazione territoriale degli Enti locali [26/11/2008] Approva la RER relativa alla Pianura Padana e all Oltrepò Pavese, ossia il contesto più problematico. La RER, infrastruttura prioritaria del PTR, costituisce strumento orientativo per la pianificazione regionale e locale. La RER, e i criteri per la sua implementazione, si propongono di fornire al PTR, oltre al quadro delle sensibilità prioritarie naturalistiche esistenti, un disegno degli elementi portanti dell ecosistema di riferimento per la valutazione di punti di forza e debolezza, di opportunità e minacce presenti sul territorio regionale. 7
Le prospettive di sinergia e coerenza vengono attuate attraverso gli strumenti programmatici per il governo coordinato del territorio definiti dalla LR 12/05, sui tre livelli di scala, oltre che con gli strumenti tecnico-amministrativi che producono valutazioni di ordine ambientale (VAS, VIA, Valutazioni di Incidenza). Compito della RER è coadiuvare il PTR a svolgere una funzione di indirizzo per PTCP e PGT e di per piani e programmi regionali di settore, secondo esigenze di riequilibrio ecologico. L allegato "Rete Ecologica Regionale" illustra la struttura della Rete e degli elementi che la costituiscono, rimandando alle schede descrittive e alle tavole dei 99 settori in scala 1:25.000, in cui è suddivisa l'area di pianura, rimandando l'ambito montano a un successivo approfondimento. 8
DelGR n 8/10962 Rete ecologica regionale: approvazione degli elaborati finali comprensivi del settore Alpi e Prealpi [30/12/2009] Approva il disegno definitivo della RER, aggiungendo l area alpina e prealpina con schede descrittive e tavole dei 66 settori interessati. 9
DelGR n 8/10415 Dai Parchi alla Rete Ecologica Regionale [28/10/2009] Nell ottica di costruire e valorizzare la Rete, ha i seguenti obiettivi: realizzare alcuni tra i principali corridoi ecologici di connessione tra le aree prioritarie per la biodiversità; potenziare la qualità degli habitat e della valenza ecologica delle aree prioritarie coincidenti con le aree protette e promuovere le funzioni ecosistemiche da queste svolte; considerare la valenza polifunzionale della Rete, che potrà così garantire anche funzioni paesistiche, fruitive e ricreative. 10
DelGR n 9/999 Approvazione degli indirizzi e orientamenti per la pianificazione locale in riferimento a EXPO 2015 nell ottica della sostenibilità [15/12/2010] Individua i temi rilevanti della pianificazione locale connessi a Expo, indicando indirizzi e orientamenti per la pianificazione nell ottica della sostenibilità e che costituiscono un riferimento operativo anche per gli ambiti non direttamente interessati all evento. La rete ecologica è considerata quadro conoscitivo e programmatico prioritario nell ambito della valutazione delle scelte di trasformazione degli spazi liberi. 11
Il PTR indica infatti che «è necessario conservare la continuità della RER e che qualora a seguito delle valutazioni complessive del piano, si determini una rottura del sistema, il DdP deve indicare espressamente le misure di mitigazione da prevedere, con particolare attenzione all inserimento paesistico, e modalità compensative aggiuntive che devono essere attivate congiuntamente alla realizzazione dell intervento e finalizzate al rafforzamento e al recupero del valore naturalistico ed ecologico all interno del territorio comunale, con particolare attenzione alla realizzazione dei corridoi ecologici previsti dal Piano dei Servizi del PGT». 12
Particolare attenzione deve riguardare il territorio agricolo e, in particolare il territorio periurbano che costituisce un filtro fra la città e la campagna. Per il territorio edificato, caratterizzato da una minore valenza naturalistica e da una maggiore frammentazione ecologica, la rete deve essere costituita dall insieme degli spazi aperti destinati a usi pubblici e privati, caratterizzati al loro interno da differenti valori ecologici, presenti o potenziali, distinguendo fra nodi e corridoi ecologici. 13
I nodi ecologici urbani (esistenti o di progetto) coincidono con le parti di città che presentano un valore ecologico, generalmente potenziale, e costituiscono le ultime propaggini degli spazi aperti, con i principali elementi del verde pubblico e privato (parchi e giardini pubblici e d uso pubblico, verde d arredo, parchi e giardini privati) e con le aree agricole intercluse e di frangia, orti, aree sportive, attrezzature e servizi a uso pubblico. Una funzione rilevante è poi assegnata agli elementi vegetazionali diffusi e ai suoli non impermeabilizzati che contribuiscono alla riduzione dell inquinamento atmosferico e termico della città e che vanno possibilmente ampliati e migliorati. 14
I corridoi ecologici urbani sono elementi lineari, naturali e seminaturali, con andamento e ampiezza variabili (siepi e filari alberati, fasce arboreo-arbustive, corsi d acqua, canali di bonifica, prati lineari, scarpate rinverdite...), caratterizzati da una specifica valenza ecologica o che potrebbero assumerla a seguito di idonee azioni di riqualificazione. Tali corridoi costituiscono veicoli di naturalità in aree prive di tali prerogative. 15
Indirizzi e orientamenti in contesti urbanizzati: progettare parchi e giardini secondo criteri naturalistici (diversificazione ambienti, riduzione elementi artificiali, controllo illuminazione notturna, recinzioni costituite da specie arbustive ); prevedere l impianto di alberi e siepi lungo le strade e i percorsi ciclabili, utilizzando specie autoctone e caduche in modo da permettere l ombreggiamento estivo e l irraggiamento invernale; prevedere che le aree di compensazione degli impatti siano realizzate prioritariamente in funzione del progetto di rete ecologica locale; negli interventi per nuove realizzazioni o riqualificazioni orientare la sistemazione degli spazi aperti al fine di favorire la continuità delle aree verdi; nelle nuove trasformazioni incentivare la presenza di quote significative di vegetazione, adottando tetti verdi, dotazione arborea/arbustiva, recinzioni verdi o semipermeabili, superfici permeabili in profondità, ecc.; 16
salvaguardare i varchi tra gli insediamenti esistenti, e previsti, in modo da garantire il contenimento dei processi conurbativi; valorizzare in senso ecologico le fasce contermini ai corridoi della mobilità e tecnologici, prevedendo barriere antirumore a valenza multipla; riqualificare i corsi d acqua, inserendoli in un progetto di valorizzazione; interconnettere le aree libere, anche residuali, private e pubbliche, all interno del territorio urbanizzato in modo da valorizzare il sistema del verde urbano; individuare i corridoi ecologici e un sistema organico del verde (pubblico e privato) di connessione tra spazi aperti ed edificati, verificando i rapporti di frangia e disincentivando la frammentazione del territorio urbanizzato; mantenere la vegetazione esistente in occasione del recupero di aree dismesse e/o abbandonate. 17
"Rete ecologica regionale e programmazione territoriale degli enti locali" [Allegato DelGR n 8/8515] Fornisce le indicazioni per la composizione e la salvaguardia delle Reti nell'ambito dell'attività di pianificazione, sviluppando i presupposti indicati nella DelGR n 8/6415 (27/12/2007) Criteri per l interconnessione della Rete Ecologica Regionale con gli strumenti di programmazione territoriale, individuandone obiettivi specifici, criteri generali ed elaborati tecnici. Possono contribuire concretamente alle finalità di sviluppo sostenibile, in un ottica di rete ecologica polivalente, i seguenti campi di governo prioritari: Rete Natura 2000; aree protette; agricoltura e foreste; fauna; acque e difesa del suolo; infrastrutture; paesaggio. 18
Obiettivi specifici della REP fornire un quadro integrato delle sensibilità naturalistiche esistenti e uno scenario ecosistemico di riferimento per la valutazione di punti di forza e debolezza, di opportunità e minacce presenti sul territorio, localizzazione di interventi potenzialmente critici (poli produttivi sovracomunali, poli funzionali, poli commerciali, attività estrattive, smaltimento dei rifiuti, viabilità extraurbana); fornire strumenti per valutare l assegnazione di contributi per il miglioramento naturalistico degli ecomosaici (es. agricoltura, caccia e pesca), per valutare i processi di VAS, per esprimere parere in procedure regionali; fornire alla pianificazione comunale un quadro di riferimento per le scelte localizzative e le eventuali decisioni compensative. 19
Elaborati della REP Schema di Rete Ecologica Provinciale (1:100.000) a utilizzare ai fini della fase di orientamento del Piano e della prima Conferenza di Valutazione della VAS; Carta di progetto (1:25.000) da utilizzare nella fase di adozione del Piano; programma di attuazione, in cui specificare le categorie di azioni previste, anche in relazione alle previsioni delle varie politiche concorrenti (agricoltura, attività estrattive ecc.). 20
I contenuti del progetto di Rete Ecologica Comunale La REC trova la sue condizioni di realizzazione nel PGT. Il DdP (LR 12/05 art. 8), in quanto strumento strategico e strutturale, determina gli obiettivi complessivi di sviluppo quantitativo, definisce il quadro ricognitivo e programmatico di riferimento per lo sviluppo economico e sociale, anche sulla base della RER primaria. Il PdS (LR 12/05 art. 9) individua i corridoi ecologici di scala comunale, fornisce un quadro integrato delle sensibilità naturalistiche esistenti e uno scenario ecosistemico di riferimento per la valutazione di punti di forza e debolezza, di opportunità e minacce, oltre a suggerire la localizzazione degli ambiti di trasformazione in aree poco impattanti con gli ecosistemi deputati agli equilibri ambientali, in modo tale che il Piano nasca già compatibile con le sensibilità ambientali presenti. 21
La realizzazione di un progetto di REC deve prevedere: il recepimento delle indicazioni di livello regionale e provinciale, nonché il loro adattamento alla scala comunale; il riconoscimento degli ambiti e degli habitat di valore (presenti e di progetto) che dovrà essere sottoposto a un regime di tutela o comunque a una destinazione d uso dei suoli finalizzata a garantirne la conservazione e la corretta trasformazione anche sotto il profilo della funzionalità dell ecosistema; la definizione delle concrete azioni per attuare del progetto della rete ecologica, la loro localizzazione, le soluzioni che ne consentono la realizzazione (acquisizione delle aree o accordi mirati con i proprietari), la quantificazione dei costi; la precisazione degli strumenti per garantirne la sostenibilità economica (introducendo meccanismi di perequazione, compensazione, possibili forme di convezioni per la realizzazione di interventi). 22
Obiettivi specifici della REC fornire un quadro delle sensibilità naturalistiche e uno scenario di riferimento per la valutazione di punti di forza e debolezza, di opportunità e minacce; fornire indicazioni per la localizzazione degli ambiti di trasformazione in aree poco impattanti con gli ecosistemi; fornire alle Pianificazione attuativa comunale e intercomunale un quadro dei condizionamenti di tipo naturalistico ed ecosistemico, nonché delle opportunità di individuare azioni ambientalmente compatibili; fornire indicazioni per l individuazione di aree su cui realizzare eventuali compensazioni di valenza ambientale; fornire alle autorità impegnate nei processi di VAS provinciali uno strumento coerente per gli scenari ambientali di medio periodo da assumere come riferimento per le valutazioni; fornire agli uffici responsabili delle procedure di VIA uno strumento per le valutazioni sui progetti e di indirizzo motivato delle azioni compensative. 23
Azioni di carattere generale verifica di adeguatezza del quadro conoscitivo esistente, ed eventualmente un suo completamente ai fini di un governo efficace degli ecosistemi di pertinenza comunale; definizione di un assetto ecosistemico complessivo soddisfacente sul medio periodo; definizione di regole per il mantenimento della connettività lungo i corridoi ecologici della REC; definizione di regole per il mantenimento dei tassi di naturalità entro le aree prioritarie per la biodiversità a livello regionale; realizzazione di nuove dotazioni di unità polivalenti di interesse per la biodiversità e come servizio ecosistemico, attraverso cui potenziare o ricostruire i corridoi ecologici previsti, e densificare quelle esistenti all interno dei gangli del sistema. 24
Elaborati della REC Schema di Rete Ecologica Comunale che consenta il raffronto con l ecosistema e le reti ecologiche di area vasta (1:25.000), a supporto del Documento di Piano; lo Schema potrà anche essere parte del Rapporto Ambientale di VAS e dovrà rendere conto delle relazioni con i Comuni contermini; Carta della Rete Ecologica Comunale a un sufficiente dettaglio (1:10.000), a supporto del Piano delle Regole e del Piano dei Servizi. 25
Voci di legenda della Carta della REC Attinte alle voci di legenda indicate per la REP, integrandole con altre di più specifica pertinenza per la realtà locale, come: ulteriori aree tutelate (parchi locali, aree destinate a verde dal PGT) nodi della rete (gangli secondari da consolidare o ricostruire) corridoi e connessioni ecologiche di interesse locale zone di riqualificazione ecologica (progetti locali di rinaturazione, previsioni agroambientali locali di interesse ecosistemico, aree di frangia urbana su cui attivare politiche polivalenti di riassetto ecologico e paesaggistico aree di supporto (aree agricole di valenza ambientale a supporto della rete ecologica) elementi di criticità per la rete ecologica (varchi insediativi a rischio per la connettività ecologica). 26
La Carta della REC Costituisce strumento del Piano dei Servizi, fornendo gli elementi per poter governare in modo ecosostenibile le frange urbane e il territorio rurale, per la costruzione dei corridoi ecologici locali, per individuare i siti entro cui collocare unità ecosistemiche polivalenti in grado di operare nei seguenti campi: individuazione di siti per la biodiversità e/o per azioni locali di educazione ambientale; produzione di energia rinnovabile da biomasse inserita in micro-filiere locali; autodepurazione delle acque mediante ecosistemi-filtro; miglioramento dei microclimi associati alle aree residenziali; contenimento delle masse d aria inquinate da traffico; recupero polivalente di aree degradate (cave, discariche, cantieri). 27
La realizzazione del progetto di REC avverrà anche attraverso le azioni previste nel DdP, principalmente in relazione all attuazione degli Ambiti di Trasformazione, e le azioni previste nel PdR per l attuazione di interventi: l acquisizione di aree necessarie all attuazione della rete ecologica; il condizionamento dei progetti di trasformazione al fine di garantire la continuità degli spazi liberi residui e la massima connessione con gli elementi della REC; forme di compensazione ecologica preventiva o contestuale, legate al consumo di suolo nelle aree di trasformazione attualmente agricole; forme di compensazione ecologica diretta da realizzare da parte dei proprietari in relazione alle caratteristiche progettuali degli interventi; utilizzo del Fondo regionale Aree Verdi; misure di mitigazione, da attivare congiuntamente alla realizzazione degli interventi di trasformazione, finalizzate al rafforzamento e al recupero del valore naturalistico ed ecologico all interno del territorio. 28
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Centro Studi PIM Centro Studi per la Programmazione Intercomunale dell'area Metropolitana via Felice Orsini, 21 [Villa Scheibler] 20157 Milano e-mail: segreteria@pim.mi.it Sito: http://www.pim.mi.it Referente per l organizzazione generale Ing. Paola Pozzi paola.pozzi@pim.mi.it