CONGIUNTURA TREND E INVESTIMENTI NEL SETTORE COSMETICO



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CONGIUNTURA TREND E INVESTIMENTI NEL SETTORE COSMETICO

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NOTA ECONOMICA Ripresa sostenuta dei consumi cosmetici nel 2010 nonostante le tensioni sulle propensioni d acquisto di larghe fasce di consumatori. Diventato ormai un abitudine quotidiana, l uso dei cosmetici non frena nei momenti di congiuntura sfavorevole e riprende dinamicamente ai primi segnali di ripresa dalla crisi. Il consumatore, sempre più informato ed esigente, si libera dai legami della fedeltà di canale e di prezzo e dà origine ad un fenomeno di polarizzazione dei consumi sempre più diffuso. Simmetricamente le imprese dedicano importanti investimenti non solo all innovazione ma anche alla copertura delle nuove nicchie di consumo e ai nuovi mercati. SCENARIO ECONOMICO Nel breve periodo, la caduta delle economie dei paesi industrializzati si interrompe mentre per i paesi emergenti si assiste ad una ripresa più accelerata. Sicuramente si fanno sentire le iniziative e gli interventi di politica economica che i vari governi hanno proposto per contrastare la crisi economica. Purtroppo la crisi della Grecia ha parzialmente rallentato il processo di ripresa nel vecchio continente lasciando margini di incertezza nella prima parte del 2010. Il deterioramento del mercato del lavoro, l indebolimento delle propensioni di consumo, l ampia capacità produttiva rimasta inutilizzata, sono fenomeni che, specie in Europa, condizionano i primi segnali di ripresa e che rappresentano le variabili con cui dovranno fare i conti i governi nel momento che applicheranno gli accordi di controllo sugli scambi finanziari sui cambi. Per l Italia la crescita dell economia evidenzia segni ancora marginali: alla fine del 2009 il Pil era tra i più bassi d Europa. Sta andando meglio il 2010, con un rimbalzo della produzione industriale e la ripresa delle esportazioni per effetto dell aumento della domanda estera e del favorevole cambio euro/dollaro. Le incertezze riguardano ancora le capacità di recupero delle perdite subite durante la recessione in termini di produzione, di reddito e di occupazione, ben sapendo che per ritornare ai livelli pre-crisi ci vorrà almeno un decennio. 3

Nei prossimi 4/5 anni il Pil tornerà a crescere attorno all 1,3% in media per anno, anche se la domanda interna non potrà usufruire del sostegno del settore pubblico per effetto di politiche fiscali espansive quanto dovute. A fronte di segnali di ripresa della spesa delle famiglie si assisterà nel breve termine all incertezza degli investimenti strutturali ancora condizionati da un ampia capacità inutilizzata. Il settore industriale sarà trainante per la ripresa anche se i livelli produttivi sono oggi inferiori del 20% medio rispetto ai periodi pre-crisi. Quadro di sintesi (Previsioni Prometeia) Italia Uem Usa Pil 2010 0,8 0,8 2,7 2011 1,0 1,4 2,4 2012-2014 1,4 1,6 2,7 Inflazione 2010 1,7 1,5 2,4 2011 1,4 1,3 2,7 2012-2014 1,8 1,7 2,8 fonte: Prometeia - Rapporto di Previsione aprile 2010 4

INDUSTRIA Nel 2010 la crescita dei fatturati delle imprese cosmetiche registra dinamiche più sostenute grazie alla buona ripresa delle esportazioni, alla tenuta dei consumi del canale farmacia e del canale erboristeria e all inversione di tendenza nei canali professionali. Più lenta la crescita dei consumi nella grande distribuzione rispetto ai precedenti esercizi. Le rilevazioni relative ai dati preconsuntivi del primo semestre 2010 e alle previsioni per il secondo semestre 2010 confermano in positivo la tenuta registrata nel corso del 2009: a fine anno infatti la crescita dei fatturati delle imprese cosmetiche sarà di oltre tre punti percentuali con un valore superiore agli 8.350 milioni di euro. In controtendenza rispetto all ultimo esercizio, a condizionare positivamente la crescita del comparto saranno soprattutto le esportazioni, previste in crescita per la fine del 2010 di 6,5 punti percentuali con un valore di poco inferiore ai 2.180 milioni di euro. Incide su questa ripresa la generale crescita dei consumi nei paesi esteri che, più dell Italia, avevano sofferto dei contraccolpi della crisi finanziaria dell estate 2008. In crescita, anche se con ritmi un pò meno dinamici, i mercati interni ancora condizionati da tensioni sulle opzioni di acquisto dei consumatori nazionali. 5

Il fatturato delle aziende sul mercato interno a fine 2010 sarà ancora significativo con un valore prossimo ai 6.180 milioni di euro e una crescita di 1,9 punti percentuali. La rilevazione congiunturale del Centro Studi e Cultura d Impresa individua per il primo semestre 2010 una crescita del mercato interno dell 1,8% mentre nella seconda parte dell anno i trend dovrebbero aumentare lievemente, +2,1%. Anche gli andamenti delle esportazioni, +5,4% nel primo semestre 2010 e +6,9% nel secondo semestre 2010, sembrano confermare una seconda parte dell anno più dinamica.. CONSUMI: I CANALI DI DISTRIBUZIONE Le rilevazioni sulle vendite per la prima parte del 2010 e per il secondo semestre 2010 risentono ancora di disomogeneità all interno dei singoli canali anche se la tendenza generalizzata segna dinamiche positive. Oltre alla generalizzata tenuta del mercato, rispetto al 2009, i consumatori confermano una propensione d acquisto sempre molta attenta e differenziata: l obiettivo, da tempo, non è tagliare tutti i costi ma, specie per i cosmetici, spendere al meglio le risorse disponibili, senza rinunciare a un bene ormai entrato nel vissuto e nelle abitudini quotidiane. 6

Il consumatore non può più rinunciare ad un abitudine consolidata nella sfera igiene bellezza - benessere ed è sempre più attento al concetto di value for money. Il mercato dell acconciatura professionale per il 2010 risente più di altri del calo di domanda e dei condizionamenti avvertiti dai frequentatori dei saloni, anche se, dopo un paio di esercizi di segno negativo, si assiste ad una timida ripresa delle vendite. La diminuzione delle presenze nei saloni e il minor fatturato della rivendita condizionano ancora i risultati: +0,6% nel primo semestre 2010, mentre per il secondo semestre 2010 le imprese intervistate registrano una prudenziale situazione di stabilità che rappresenta pur sempre un rimbalzo positivo rispetto alle precedenti stagioni. Il valore del mercato dovrebbe superare nel 2010 i 700 milioni di euro, molto dipenderà dall efficacia di alcune nuove proposte e dal necessario rinnovamento di molti saloni. La vendita rallentata del colore, sostituita solo in parte dall uso di soluzioni domestiche, incide ancora sui valori del canale, mentre si assiste ad una tenuta dei trattamenti curativi. Nella prima parte del 2010 le vendite nei centri estetici, come accade per i saloni di acconciatura, confermano la ripresa dei canali professionali (+1,2%). Per il secondo semestre il mercato segna una ulteriore previsione di crescita, +2%, che dovrà essere verificata alla luce di numerose distonie che ancora caratterizzano il canale. Infatti le valutazioni delle imprese nel corso della rilevazione sono risultate molto diverse: non esiste ancora un profilo ben definito nell identità del canale a causa di situazioni disomogenee nei vari centri e soprattutto nelle nuove realtà che si avvicinano al trattamento di benessere, come le catene con spa e i saloni nelle aree alberghiere. Le incognite sulle frequentazioni, che sono ancora condizionate dalla congiuntura economica, pesano sulle valutazioni di breve e medio termine, così come alcune tensioni sui prezzi e le politiche di importanti player del mercato. Per il 2010 il valore del mercato non supererà i 200 milioni di euro. Il settore cosmetico nel canale erboristeria ha confermato il suo andamento positivo, che dura ormai da diversi esercizi. Secondo le stime Unipro, il 2009 si è chiuso con un aumento dei consumi nazionali del +4,9%, contro un aumento del mercato totale interno del +0,3%. Per il primo semestre del corrente anno le stime 7

sono del +5,8% e le proiezioni a fine anno prevedono un +5,5%, con un valore totale del mercato che dovrebbe toccare i 350 milioni di euro. L'interpretazione più corretta di tale andamento moderatamente positivo si basa sui seguenti fattori: - L attenzione verso i prodotti a caratterizzazione naturale: l erboristeria, che pur non è l'unico canale di vendita per tali prodotti, rappresenta luogo tradizionale, tipico, quasi il simbolo dei cosmetici di derivazione naturale. - Il canale che fino ad ora è stato considerato un pò "vecchio, gestito con sistemi tradizionali" comincia a dare segni di rinnovamento. Alcune vecchie erboristerie hanno chiuso, ma delle nuove si vanno aprendo e vengono gestite da una nuova generazione di operatori. - Si assiste anche ad una certa selezione delle industrie che operano nel canale con un forte dinamismo innovativo dei principali players in termini di prodotti e di istruzione. - Il posizionamento di prezzo"medio" del canale, in un periodo di crisi, ha attirato un segmento marginale di consumatori, che si sono spostati da altri canali. Le vendite di cosmetici in farmacia sembrano confermare trend di domanda positivi ancora più dinamici rispetto al recente passato: nel primo semestre 2010 si registra infatti una crescita del 4,7%; per la seconda parte si confermano previsioni positive (+5,1%) con un valore totale del mercato che a chiusura d esercizio dovrebbe toccare i 1.500 milioni di euro. Benché siano inevitabili le incertezze sull evoluzione dei consumi, come confermato anche da recenti elaborazioni sul percepito dei consumatori, il canale si conferma tra i più soddisfacenti per i bisogni dei consumatori, alla ricerca di servizi di qualità e del soddisfacente rapporto qualità prezzo. Più di altri canali di vendita, le farmacie confermano l attenzione all investimento sul prodotto cosmetico i cui prezzi registrano incrementi inferiori alla media: su questi fenomeni pesa non poco l andamento delle parafarmacie che nel solo periodo gennaio-giugno hanno segnato incrementi di vendita superiori al 10%. Il 30% del cosmetico skin care è ormai venduto in farmacia, percentuali più alte si segnalano per i cosmetici anticellulite, per i solari e i curativi. Le vendite di cosmetici nella grande distribuzione nel periodo più critico hanno sembrato risentire meno delle tensioni sui consumi: la crescita registrata nel 2009 ha superato infatti i due punti percentuali. Nella prima parte del 2010 si è registrato un rallentamento del ritmo di crescita, non superiore allo 0,5% mentre per la 8

seconda parte dell anno si dovrebbe assistere ad una crescita più sostenuta, +1,2%. Se nei mesi precedenti la crescita era stata sostenuta in particolare dal nuovo fenomeno della grande distribuzione specializzata, cioè quelle catene dedicate alla cura delle persone e della casa, nel primo semestre 2010 si assiste alla contrazione di questo canale, condizionato in particolare dalle scarse vendite di solari e creme. Non è più un nuovo fenomeno l aumento delle vendite nei discount che sembrano soddisfare gli atteggiamenti più oculati da parte dei consumatori. Anche nel corso del 2010 le imprese che si rivolgono alla grande distribuzione hanno sviluppato significativi investimenti negli assortimenti e cercato di ottimizzare i posizionamenti dei prezzi con l obiettivo di sostenere la domanda nel canale, che, occorre ricordare, copre oltre il 40% del mercato cosmetico nazionale con un valore che nel 2010 dovrebbe toccare i 3.800 milioni di euro. Nel 2010 l andamento dei consumi nelle profumerie, dopo periodi di significative contrazioni, segna una sensibile ripresa: +0,6% nel periodo gennaio giugno 2010 e un ulteriore crescita dell 1,2% nel secondo semestre 2010. Negli esercizi precedenti si erano registrati incrementi di prezzo sostenuti, con evidenti ripercussioni sui consumi e sul calo dei consumatori; oggi il fenomeno sembra esaurito anche se da molte parti si denuncia il bisogno di una ulteriore programmazione per sostenere la selettività del canale. Il settore, infatti, è sicuramente condizionato da andamenti disomogenei negli oltre 5.000 punti vendita dove in generale si assiste ad una tenuta di consumi di make-up, di creme e dei profumi, meno bene gli andamenti di solari e trattamenti. In profumeria si spende comunque il secondo valore di mercato cosmetico dopo la grande distribuzione con poco meno di 2.300 milioni di euro. Una valutazione particolare meritano le previsioni delle aziende che producono in conto terzi che, per evidenti ragioni, rappresentano una sorta di indicatore anticipato delle future tendenze della domanda finale. Dopo i rallentamenti del 2009, le indicazioni per il primo semestre 2010 segnano una ripresa, +2,5% che si conferma nella seconda parte dell anno, +5%. Le uniche perplessità vengono espresse più per il mercato italiano che non per quello estero, in forte ripresa, per le significative preoccupazioni sui consumi finali che abbassano molto i livelli degli ordinativi, ma soprattutto per la difficoltà di sviluppare programmazioni di medio e lungo periodo. Se è vero che il comparto è ritornato ai livelli precedenti la crisi, pesano ancora sul sentiment degli operatori alcune preoccupazioni come il peso dei costi delle materie 9

prime e dei trasporti, oltre ad una preoccupante affermazione della percentuale dei ritardati pagamenti. In sede di analisi dei canali, pur non potendone misurare i trend per semestri, è significativo ricordare il peso delle vendite porta a porta e corrispondenza che coprono il 3,8% di tutti i consumi cosmetici. Nel 2010 la crescita di questo canale dovrebbe attestarsi sui 6 punti percentuali con un volume di vendita che si approssima ai 460 milioni di euro. L indagine presso gli associati Unipro ha consentito altresì di evidenziare gli aspetti negativi e quelli positivi che caratterizzano lo scenario del comparto cosmetico. Aspetti positivi Consumi consolidati Ritorno investimenti promozione Miglioramento posizionamento di mercato Politiche di fidelizzazione e selezione clientela Recupero marginalità Aspetti negativi Insoluti e ritardo pagamenti e difficoltà recupero crediti Disomogeneità dei prezzi nello stesso canale Ostacoli fiscali e burocratici Incremento costi materie prime e trasporto Difficoltà di pianificazione con la distribuzione 10

DINAMICHE DEL COMPARTO COSMETICO Segnali positivi si manifestano sull occupazione rispetto alla precedente rilevazione. Il 20,3% degli intervistati prevede un aumento, erano solo il 10,7 nella precedente analisi. Aumenta anche lo zoccolo duro, cioè le aziende che segnalano una situazione costante passando da 68,3% a 69,6%. La generalizzata attesa di ripresa incide sicuramente anche sui livelli occupazionali, anche se va sottolineato che nel comparto cosmetico, le tensioni sul mercato del lavoro non sono mai state così drammatiche come in altri settori industriali. 11

Cassa integrazione Anche i rilievi sul ricorso alla CIG sono ulteriormente diminuiti, a conferma di trend occupazionali più che confortanti. Gli investimenti in macchinari e impianti, cioè l espressione della previsione di ampliamento della capacità produttiva, registrano interessanti dinamiche di crescita. La percentuale di coloro che prevedono un incremento passa dal 26,9% di fine 2009 al 40,9%: un risultato ancora più importante se si considerano le condizioni di incertezza che condizionano in questi mesi i settori manifatturieri frenati da manovre di politica economica non ancora efficaci. In sincronia con gli investimenti in ampliamento della capacità produttiva si osserva l incremento degli investimenti in manutenzione, cioè la misura dell ottimizzazione della capacità produttiva e quindi il bisogno delle imprese di garantire la miglior attività produttiva. Infatti la percentuale di coloro che prevedono un aumento passa dal 10,9% al 29,3%, a conferma di attese di domanda in sensibile aumento. 12

Uno degli indicatori più attesi è quello relativo agli investimenti in ricerca e sviluppo, forse l asse caratteristico più rilevante per la competitività delle aziende cosmetiche. Nel primo semestre 2010 la previsione di aumento è segnalata dal 44,2% degli intervistati: un risultato rassicurante anche in considerazione dell assenza totale di indicazioni di diminuzione che nella precedente rilevazione toccava il 5,7% delle aziende. Altrettanto scontato l indicatore relativo agli investimenti in comunicazione: dopo la pesante contrazione del 2009 si attende una ripresa anche se verrà modificato il mix di mezzi pubblicitari. Le previsioni di aumento sono passate dal 12,9% al 45,8% e si sono drasticamente ridotte le previsioni di diminuzione, passate dal 23,2% al 4,5%. L approccio al mercato e la necessità di prevedere azioni mirate di comunicazione è la migliore conferma dell ottimismo degli imprenditori anche se non mancano segnali di incertezza sull entità della ripresa. 13

A completare un quadro di generalizzata fiducia nella ripresa intervengono le previsioni sul grado di utilizzo degli impianti, il vero indicatore della flessibilità produttiva delle imprese cosmetiche. Sono oltre il 44% gli intervistati che denunciano un aumento, erano solo il 10% nella precedente rilevazione. Parallelamente diminuiscono i pessimisti: la diminuzione è segnalata dal 10,8% delle imprese contro il 29,1% della precedente indagine. Un segnale importante viene dalla previsione dei costi di produzione. Se è vero che oltre il 46% degli intervistati prevede un aumento, peraltro naturale in momenti di ripresa economica, è importante sottolineare che coloro che prevedono una contrazione di costi passa dal 6,6% addirittura al 17,7%. E il segnale di un evidente modificazione della struttura dei costi che in molti casi ha portato a nuove modalità di importazione. 14

Lo studio dell incidenza dei prezzi delle materie prime sui costi di produzione sembra confermare una tendenza all incremento della pressione. Le quote di coloro che di fermano al 3% arriva al 61,4%, era il 64,7% nel precedente semestre. Mentre coloro che segnalano una percentuale di oltre il 6% dell incidenza dei prezzi delle materie prime sui costi di produzione passa dall11,8% al 15,9% degli intervistati. 15

Elemento importante nella composizione dei costi dei prodotti cosmetici è il valore dell imballaggio. Come accade da qualche esercizio la plastica e la carta, rispettivamente con il 40,2 e il 34,4% sono gli imballi più utilizzati erodendo importanti quote a vetro, 12,5%, e alluminio, 12,4%. E interessante segnalare che, nel corso di quest ultima rilevazione, le aziende che hanno modificato la composizione del packaging sono state quasi la metà delle intervistate, il 47,4% per l esattezza. 16

A cura di: Unipro Servizi srl Via Accademia 33 20131 Milano 17