La Casetta Coop. sociale S.c.r.l. Via Besenghi 27 34143 Trieste Codice fiscale Partita I.v.a.: 00867540320



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Via Besenghi 27 Tel. 040300300 La Casetta Coop. sociale S.c.r.l. Via Besenghi 27 34143 Trieste Codice fiscale Partita I.v.a.: 00867540320 PROGETTO PEDAGOGICO ASILO NIDO LA CASETTA 2013/14 DESCRIZIONE DELLA STRUTTURA Organizzazione degli spazi interni L organizzazione degli spazi costituisce un prerequisito di fondamentale importanza per il corretto svolgimento dell esperienza educativa. Lo spazio dove i bambini vengono accolti deve innanzitutto garantire ai bambini stabilità e contenimento. Fermo restando questi aspetti, è altrettanto importante che l organizzazione dello spazio possa essere modificata. Questo permette sia di poter lavorare in sottogruppi di bambini con i quali svolgere attività più specifiche, sia di poter adeguare lo spazio in funzione dell evolversi delle competenze e bisogni de bambini stessi. Nella metodologia pedagogica del nido è molto importante poter lavorare con gruppi piccoli(sottogruppi) di bambini di pari età ed è altrettanto importante che ciascuno di questi gruppi possa avere uno spazio di riferimento nel quale venire accolto, riconoscersi, stabilire rapporti costanti. Da sempre affiancata all asilo nido c è la scuola dell infanzia. Tale collocazione auspicata anche nelle nuove proposte ministeriali, permette ai bambini di compiere un percorso educativo nei primi fondamentali 5 anni di vita, caratterizzato da continuità di metodo, di relazioni e di spazi. Nella specificità dell anno scolastico in corso abbiamo previsto la suddivisione in due gruppi: Piccoli: 13-23 Medio - Grandi: 20 36 Per quanto riguarda il gruppo medio-grandi abbiamo voluto dare particolare attenzione a due aspetti: prediligere il mantenimento nel 1

corso del tempo, sia della figura dell educatrice di riferimento, sia del rapporto numerico tra educatore e bambino, che è 1 a 7. Organizzazione degli spazi Le sezioni comprendono più ambienti siti al pian terreno dello stabile che verranno usati in maniera multifunzionale, un servizio igienico e un locale per lo sporzionamento dei pasti situato al secondo piano. 1) Stanze per il riposo dove vengono sistemati i materassini/brandine con un mobile apposito per contenere lenzuola e copertine. 2) Stanze di attività formative che sono anche le stanze di riferimento per i due gruppi di bambini di differente età: 13-23 23-36 mesi. Tutte le stanze sono attrezzate con un angolo morbido, i tavoli per giocare e mangiare, angoli per il gioco simbolico e mobili contenitori per il materiale didattico. 3) Stanze di movimento. Non sono riservate solo a questo tipo di funzione, ma vengono utilizzate anche per l accoglimento mattutino e l uscita pomeridiana. E presente un atrezzatura per i giochi di movimento e un angolo morbido per il relax postattività. In una delle stanze è prevista l uscita per i diversamente abili. 4) Servizio igienico con lavandini tazze e fasciatoio. Tutte le stanze sono comunque state pensate nel senso di una multifunzionalità che dia la possibilità di essere molto flessibili per qualsiasi modificazione, anche là dove si dovesse prevedere l inserimento di bambini diversamente abili. Organizzazione degli spazi comuni Lo spogliatoio dei bambini è separato, ma comunicante, con quello della scuola dell infanzia, questo al fine di facilitare l arrivo delle mamme con figli di differente età. Lo spogliatoio è attrezzato con appendini e scafetti dove possono essere riposti vestiti e scarpe dei bambini. Stanza ufficio, al piano superiore, dove vengono accolti i genitori per i colloqui e dove verranno fatte le riunioni con il personale educativo. Oltre agli ambienti elencati, il personale ha a disposizione, al secondo piano, lo spogliatoio e i servizi igienici. Al pian terreno è dislocato il servizio igienico per i disabili. 2

Organizzazione spazi esterni La struttura è dotata di un ampio giardino. Essendo il giardino in uso sia ai bambini del nido che a quelli della materna gli spazi saranno divisi e comunque le uscite saranno decise e programmate in maniera tale che non ci sia alcuna interferenza tra le attività dei diversi gruppi. L ampiezza dello spazio ha permesso di poterlo suddividere e organizzare in spazi-gioco diversi con la creazione di zone di gioco contenute, protette e non dispersive sicuramente più adatte a bambini in età da nido. Le zone sono così suddivise: 1. zona libera, prato, destinata ai giochi di movimento e di gruppo e dove vengono sistemati anche piccoli scivoli ed altre piccole strutture in cui poter entrare, nascondersi, arrampicarsi. 2. in un altra zona è predisposta la sabbia per attività di manipolazione e travasi. Nel giardino è presente una piccola edificio in muratura con patio annesso che funge da magazzino per il materiale. Organizzazione del personale L organizzazione del personale intesa come aspetto sistemico del servizio è parte integrante di un progetto che porti alla costruzione di un metodo educativo condiviso, scandito da relazioni e sequenze che facilitino e salvaguardino la qualità del servizio. Nel nido La Casetta ci sono molte famiglie che usufruiscono del servizio part-time con l uscita alle ore 13.30, famiglie che usufruiscono del tempo prolungato con uscita entro le ore 16.00 e pochissime famiglie che richiedono l estensione dell orario di frequenza fino alle ore 17.30. Questa suddivisione delle richieste fa sì che anche i turni degli operatori possono essere diversificati; in particolar modo non esiste la necessità di garantire la presenza di tutto il personale nelle ore pomeridiane e soprattutto nelle ore serali (uscita ore 17.30). Ovviamente gli educatori devono garantire la loro presenza, contestualmente non possono essere superate le ore lavorative previste dal contratto nazionale che comunque devono tener conto anche delle ore dedicate alla formazione Tutto il personale educativo coinvolto sarà in possesso dei requisiti personali e professionali necessari: titoli di studio e formazione previsti dalla nuova Legge Regionale, attitudini personali specifiche e motivazioni importanti, interesse nel perseguire con rigore il raggiungimento di un ottimo grado di professionalità. Gli educatori formano un gruppo stabile di lavoro che parteciperà alla formazione e alla supervisione previste. 3

Sopranumerare minimamente il personale in servizio per rispettarne la qualità può d altro canto, in caso di assenza di un educatore per periodi minimi, consentirci di rinunciare alla sostituzione. Poter contare su un gruppo coeso e costante, con figure di riferimento che non mutano è senz altro un dato di qualità notevole. Il turn-over molto basso è una garanzia per la costanza dei rapporti tra i bambini e le educatrici. Particolarmente per i bambini piccoli è veramente molto complicato essere accolti alla mattina da educatrici che non conoscono. Anche per gli stessi genitori tutto ciò può risultare più faticoso. E parte integrante del progetto far sì che i bambini abbiano delle figure di riferimento ben designate che quotidianamente possano accoglierli nella struttura. Ciò è cosa importante anche per gli stessi genitori che a questi referenti potranno fare quotidianamente riferimento sia per le brevi comunicazioni che per le relazioni più importanti. Oltre all orario di servizio con i bambini sono previste, per il personale educativo, 2 ore settimanali di supervisione, di formazione professionale o da dedicare alle riunioni o ai colloqui con i genitori. OBIETTIVI RIGUARDANTI I BAMBINI L inserimento Innanzitutto bisogna poter distinguere due momenti nel cosiddetto periodo di inserimento che sono ben distinti e la cui durata è veramente molto diversa. Il primo momento è quello del distacco progressivo dalla madre ed è proprio quello che viene comunemente chiamato periodo di inserimento. Sono i giorni nei quali madre e bambino frequentano il nido assieme, e nei quali poi gradatamente il bambino accetta assenze materne progressivamente più lunghe. Il secondo invece riguarda più specificamente l inserimento del bambino ed inizia sin dai primi giorni di frequenza, ma trova la parte più importante del suo percorso solo successivamente, quando il bambino, superato il primo distacco dalla madre, frequenta il nido con continuità e si inserisce in tutte le sue relazioni. Questo secondo periodo ha una durata decisamente più lunga del primo, si protrae infatti per più mesi ed ha come protagonista principale il bambino solo distaccato dalla madre. Usualmente, per iniziare il periodo di distacco, le educatrici richiedono la presenza della mamma. Talvolta ci possono essere dei problemi di lavoro o di organizzazione in generale che rendono difficile soddisfare 4

questa richiesta ma le motivazioni a superare queste difficoltà sono veramente molto importanti. Salvo in casi particolarmente speciali, è la mamma la figura primaria di attaccamento del bambino piccolo ed è dalla mamma che quello stesso bambino gradualmente si distaccherà. E un percorso che la coppia madre-bambino intraprende assieme come assieme quella stessa coppia ha fatto il percorso di attaccamento. Da una relazione a due, l ingresso al nido, spinge madre e bambino ad allargare il proprio contesto relazionale e ad aprirsi ad un terzo interlocutore, l educatrice. Ecco così che ognuno dei partecipanti a questo nuovo contesto relazionale ha la possibilità di vedere di fronte a sé gli altri due in relazione tra loro. L educatrice ha di fronte a sé la coppia madre-bambino e può, con le proprie capacità professionali e la propria sensibilità, osservare la relazione della coppia e ricavarne moltissime informazioni sul tipo di legame, le loro abitudini relazionali e i loro scambi affettivi. Tanto più attenta sarà questa osservazione, maggiori saranno le conoscenze utili che l educatrice potrà ottenere per poter essere veramente in comprensione con il bambino una volta che la mamma se ne sarà andata. Il bambino ha di fronte a sé la mamma che interagisce con l educatrice. Il bambino vede e soprattutto sente il tipo di relazione che si instaura tra le due donne. Tanto più gli scambi tra l educatrice e la madre sono intensi e si basano sulla ricerca di fiducia (da parte della madre) e comprensione (da parte dell educatrice) tanto più il bambino farà propri questi due sentimenti che lo aiuteranno nel percorso del distacco. La madre ha di fronte a sé l educatrice che inizia gli scambi relazionali con il suo bambino. La madre osserva l educatrice nel percorso di conoscenza del proprio figlio, verifica le sue capacità professionale, può osservarne la sensibilità nell approccio e se la visione di questa relazione è positiva, solidifica la propria fiducia nell ambiente educativo contribuendo anch essa a renderlo consono al percorso educativo. Passerà al proprio figlio queste sensazioni positive proprio nel momento del distacco connotando l ambiente educativo come rassicurante ed affettuoso e l educatrice come colei alla quale affidare con sufficiente serenità il proprio bimbo. Vista la complessità è la ricchezza delle relazioni in gioco, il percorso di conoscenza e di distacco viene personalizzato per ogni singola coppia madre-bambino sia nei tempi che nelle modalità. L esperienza comunque ci suggerisce che il distacco dalla mamma di un bambino piccolo normalmente avviene in non meno di due settimane di frequenza continuata. Il che significa che alla fine della 5

seconda settimana di frequenza il bambino può eventualmente restare con l educatrice al nido in assenza della mamma per la sola frequenza mattutina. Il discorso degli scambi relazionali qui introdotto è molto importante perché è la base sulla quale si giustificano due scelte educative che sono presenti in questo progetto. La prima scelta è quella che riguarda l educatrice di riferimento. Nel periodo del distacco è una sola educatrice che si occupa del bambino nuovo e che si occupa evidentemente di instaurare tutta la rete di relazioni, necessarie al suo accoglimento. All interno della stanza ci può essere più di una educatrice, ma una sola fa da referente nella prima fase. La seconda scelta altrettanto dipendente dal discorso relazionale è quella sull ambiente di riferimento. Una è l educatrice che accoglie il bambino nuovo e uno solo e sempre quello è l ambiente che lo accoglie in questa prima fase. La stanza con i suoi mobili, le sue strutture, i suoi giochi deve mantenere, giorno dopo giorno sempre la stessa sembianza affinché per il bambino possa costituire un altro punto di riferimento. La giornata educativa La giornata del bambino al nido procede con modalità e ritmi quotidiani che si ripetono costantemente. Ogni giorno i tempi e i luoghi del procedere sono gli stessi. Anche questa è una modalità per fornire al bambino piccolo la prevedibilità degli avvenimenti. Attraverso la sensazioni di pensare ad avvenimenti e relazioni che risultino prevedibili e sicuri, lo steso bambino acuisce sicurezza e fiducia nell ambiente che lo accoglie. Le educatrici sono le garanti della costanza e della prevedibilità. Al tempo stesso sono anche coloro che con la dovuta sensibilità, in questo continuum quotidiano, inseriscono gradatamente gli elementi di novità necessari all evoluzione di ogni singolo bambino. La giornata procede attraverso questi momenti: Accoglimento Tra le ore 7.30 e le ore 9.15 i bambini vengono accompagnati dai genitori nelle proprie stanze di riferimento e affidati alle educatrici. E il momento del distacco dal genitore quindi un momento molto particolare dal punto di vista emotivo. Devono essere previsti tempi e modalità adeguate e spesso non restringibili in ferree regole, che permettano a tutti i partecipanti alla relazione una reciproca comprensione. 6

In particolar modo un ambiente sereno e un educatrice disponibile ed accogliente devono favorire l accettazione del distacco del bambino dal genitore, ma anche quella del genitore dal bambino. Quando tutti bimbi sono presenti e riuniti nei propri gruppi con le proprie educatrici, condividono il cibo. Merenda E il primo momento nel quale i gruppi sono completamente composti. Mangiare assieme è una modalità relazionale importante e ricca di aspetti stimolanti. Le educatrici si siedono a tavola con i bambini, gli aiutano, interagiscono ed esse stesse mangiano con loro. Tempi delle attività Le ore centrali della mattinata nel nido sono dedicate a quelle che impropriamente vengono definite attività. I bambini attraverso relazioni, emozioni, sensazioni, giochi, creazioni, crescono. E compito delle educatrici rilevare per ogni bambino i momenti individuali di crescita in modo da fornire lo stimolo, il materiale, le modalità più adeguate per favorire lo sviluppo in ogni età di crescita e rispondere ai bisogni dei singoli bambini. E questo il momento della giornata nel quale sono concentrate le modalità educative più specifiche del nido: la manipolazione, il disegno e la pittura, la drammatizzazione, il corpo e il movimento, il gioco simbolico, il suono-ritmo-musica-canto, il racconto, i libri, gli animali, le costruzioni, ecc. Pulizia dei bambini Intendiamo con questo sottotitolo quello che impropriamente è definito il momento del cambio. Prendersi cura di un bambino significa prendersi anche cura della pulizia del suo corpo. Ciò è strettamente subordinato all età dei bambini. Quando i bambini sono piccoli e non possiedono il controllo sfinterico, il cambio avviene ogni qualvolta se ne presenti la necessità ed è un momento di grande intimità relazionale con l educatore, fonte sicuramente di approfondimenti di conoscenza e di spunti per il lavoro successivo. Quando i bambini sono più grandi e autonomi nella comprensione delle necessità fisiologiche si possono anche prevedere dei momenti programmati per andare in bagno. Il raggiungimento del controllo sfinterico è, per ogni bambino, l obiettivo di un percorso individuale di crescita che la famiglia e gli educatori facilitano e favoriscono in stretta collaborazione in particolare in prossimità del secondo anno. Il pranzo Il momento del pranzo in un progetto educativo così immaginato, è il secondo momento nel quale ogni gruppo di bambini si riunisce nella propria stanza di riferimento. Come durante la merenda, i bambini e gli educatori condividono il pasto e ne fanno un momento relazionale importante. 7

Mangiare in comunità e mangiare da soli sono anch essi obiettivi di percorsi individuali di crescita. Attraverso modalità condivise l educatrice ha la possibilità di approfondire la conoscenza del bambino e quindi di offrigli le migliori opportunità evolutive. Il sonno Dopo il pranzo, i bambini vanno a riposare negli spazi appositamente allestiti. Nell organizzazione della giornata, soprattutto del gruppo dei più piccoli, bisogna tener presente che i bambini possono aver la necessità di riposare anche durante la mattinata. Dormire lontano da casa e non nel proprio lettino è un momento delicato. Solo dopo un buon periodo di frequenza è possibile per il bambino accettare serenamente questo momento e goderne assieme agli altri compagni. Le educatrici accompagnano i bambini e ne favoriscono il riposo rispettandone le modalità domestiche. Al risveglio, i gruppi si ricompongono gradatamente e ancora una volta il condividere il cibo durante la merenda pomeridiana è il momento per riallacciare le relazioni e riprendere il contatto con la realtà. L uscita Alla fine della giornata i bambini si ricongiungono con i genitori. Le educatrici, assieme ai bambini del proprio gruppo, attendono i genitori nelle stanze. Esse favoriscono il ricongiungimento attraverso modalità di gioco e atteggiamenti che rispettino le emotività e le fatiche sia dei bambini che dei loro genitori. I due momenti dell accoglimento e dell uscita sono quelli nei quali genitori ed educatori si scambiano le informazioni quotidiane. Seppur brevi sono momenti di grande pregnanza emotiva dai quali ciascuno dei partecipanti, oltre alle informazioni, può ricavarne un arricchimento. Sono in particolare gli adulti che si relazionano (educatore e genitore) e attraverso le loro modalità di relazione, conoscono, capiscono ed aiutano i bambini nei passaggi tra i due ambienti educativi: la casa e il nido. OBIETTIVI RIGUARDANTI LE FAMIGLIE L instaurarsi di una buona relazione tra gli adulti che si occupano della crescita e dell educazione del bambino (genitore/educatore), costituisce il primo presupposto per un buon inserimento all asilo nido. La buona relazione è il risultato di azioni favorite dagli educatori che iniziano prima dell arrivo del bambino al nido e dell inizio del suo inserimento. Per preparare questo momento sono previsti colloqui individuali per ogni famiglia frequentante da svolgersi con gli educatori di riferimento ed il coordinatore. Inoltre è prevista successivamente una riunione introduttiva collettiva di tutte le famiglie nella quale verranno approfonditi in particolar modo i temi e le richieste di comune interesse. 8

Come già spiegato, un momento di relazione molto importante con le famiglie è l inserimento. Durante il suo svolgimento gli educatori consegneranno alle famiglie un elaborato nel quale ciascun genitore potrà raccontare i momenti salienti della vita del bambino. Questo documento diventerà il patrimonio di comune conoscenza in aiuto agli educatori per poter svolgere al meglio la propria funzione. Durante l anno sono previsti momenti di incontro collettivi: feste per bambini e famiglie (genitori, fratelli, sorelle, nonni ecc.) e riunioni a tema su argomenti pedagogici inerenti la crescita dei bambini e relativi ai bisogni e agli interessi delle famiglie rilevati dalle educatrici e dalla coordinatrice nel corso della stagione. Orientativamente le feste sono programmate in prossimità delle feste natalizie, in occasione del Carnevale e a chiusura d anno. Per quanto riguarda le riunioni, il coordinatore ne promuoverà il tema in stretta collaborazione con gli educatori ed anche prendendo spunto dalle osservazioni delle famiglie rilevate durante le quotidiane comunicazioni. In occasione delle riunioni collettive verranno date ai genitori tutte le informazioni sulle varie attività del nido. Inoltre, su indicazione degli educatori, è prevista in alcune giornate, la presenza dei genitori al nido per pranzare assieme ai bambini o la possibilità per le mamme di rientrare a giocare con i bambini anche dopo il periodo di inserimento. Anche in questo caso le date verranno concordate tra educatrici e famiglia e comunque non in prossimità di nuovi inserimenti. E prevista una riunione annuale nel mese di gennaio, riservata ai genitori dei bambini che l anno seguente verranno accolti alla scuola dell infanzia per promuovere l orientamento e le modalità di continuità educativa. Delle riunioni tenute verrà fato un verbale con i contenuti. Le date degli incontri verranno di volta in volta esposte all albo con ampio anticipo e comunicate a voce ad ogni singola famiglia. Il coordinatore, assieme all educatrice di riferimento, promuove inoltre momenti di sostegno alla genitorialità attraverso colloqui di approfondimento che ogni famiglia potrà richiedere durante tutto l arco dell anno. Questi colloqui sono anche un momento di verifica sulla qualità dell intero servizio e forniscono le indicazioni per le eventuali modifiche. Per tutti i genitori è a disposizione inoltre il servizio di consulenza psicopedagogica sia per adulti che per i bambini. OBIETTIVI RIGUARDANTI IL PERSONALE 9

Al personale coinvolto nel progetto verranno proposte le modalità formative professionali che sono da sempre attivate per tutti gli educatori dei nidi del nostro Consorzio. Tutti gli educatori parteciperanno ai due momenti fondamentali che costruiscono e mantengono la professionalità del gruppo: la formazione permanente e la supervisione permanente. Queste due modalità professionali saranno attivate un mese prima dell inizio del servizio e si estenderanno per tutta la sua durata in maniera continuativa, con cadenza prefissata. Formazione permanente Gli educatori si riuniscono assieme al coordinatore ogni 2 settimane in una riunione di 2 ore. In essa il coordinatore attiva, sostiene e verifica le modalità pedagogico-educative del lavoro con i bambini e con le famiglie. Gli educatori collaborano a questo percorso con contributi individuali che devono essere messi a disposizione dell intero gruppo. Supervisione permanente Il coordinatore e gli educatori si ritrovano ogni 2 settimane in una riunione di 2 ore alla quale partecipa un supervisore esterno che verifica ulteriormente sia il lavoro quotidiano del gruppo con bambini e famiglie, sia le relazioni interne al gruppo stesso degli operatori, le modalità di comunicazione e la maturazione globale del gruppo degli educatori. L equilibrio, la serenità e la consapevolezza degli adulti che partecipano al gruppo sono l obiettivo indispensabile per ottenere la professionalità nell intero servizio e per tutte le famiglie. Gli educatori verranno coinvolti inoltre nelle iniziative di formazione professionale che collettivamente la cooperativa attiva durante l anno (es. week-end formativi su temi specifici). Nel caso di inserimento di bambini diversamente abili o con problematiche particolari, durante il percorso formativo verranno previsti per gli operatori degli approfondimenti di queste tematiche. Inoltre potranno venir attivati tutti i contatti in rete (servizi sociali, assistenza psicologica, azienda sanitaria, tribunale, ecc.) che fossero auspicabili per il miglior sostegno nel percorso evolutivo del bambino e della famiglia. A seconda delle difficoltà e delle problematiche del caso affrontato si valuterà la necessità di abbassare il rapporto numerico educatore/bambino per garantire la miglior gestione del gruppo e il mglior accudimento del bambino in difficoltà. Di tutte queste modalità di appoggio se ne occupa il coordinatore della struttura, attivando rapporti di collegamento e collaborazione con strutture territoriali(servizi socio-assistenziali, servizi sanitari o di aiuto psicologico). 10

Nel momento di passaggio dei bambini alla scuola dell infanzia, là dove ce ne sia l esigenza o venga esplicitamente richiesto, verranno promossi incontri tra le educatrici del nido e quelle delle scuole dell infanzia interessate. La continuità educativa viene altresì promossa all interno della nostra struttura promuovendo scambi informativi tra gli educatori del nido quelli della scuola dell infanzia durante tutta la stagione scolastica. Le modalità dettagliate e le procedure dei progetti educativi del nido sono riportati nel manuale della Qualità nella Lista di Riscontro del Progetto Educativo redatta per l anno in corso con la specifica della divisione dei gruppi e delle attività. I MODELLI TEORICI E LE METODOLOGIE DI RIFERIMENTO In questi anni di lavoro e di formazione si sono approfonditi gli studi di tutti quegli autori, sia di inizio secolo che modernissimi, che hanno esplorato le possibilità in ambito educativo della teoria psicoanalitica. Quando si cita tale teoria si fa riferimento in primo luogo all contributo determinante che essa ha dato nell ambito della psicologia dell età evolutiva. E la centralità dei processi evolutivi in età precoce per la comprensione della personalità. In secondo luogo si fa riferimento al fatto che la teoria psicoanalitica ha posto al centro dei suoi interessi l essere umano e i suoi processi storici di evoluzione e involuzione, sia come individuo singolo portatore di una storia, sia come individuo sociale. Inserito in un contesto significativo e determinante per la sua stessa evoluzione ed esistenza. A questo proposito si pone l attenzione e studio sui primi legami umani, quelli che cominciano dal primo giorno di vita di ciascuno e che normalmente si svolgono all interno delle case, nelle famiglie, in particolare tra genitori e figli. I bambini che arrivano al nido piccolissimi sono permeati da queste esperienze precoci, presupposto dlle loo successive evoluzioni, e gli educatori che li accolgono, devono essere altamente consapevoli di questi processi relazionali. Numerosi autori che hanno allargato ed approfondito la teoria psicoanalitica ci hanno fornito un a grosso contributo per lo sviluppo di queste tematiche. Un terzo aspetto che la teoria di riferimento,che abbiamo scelto ci ha consegnato è il metodo,sia di lavoro con i bambini e con le famiglie, sia di formazione e supervisione degli educatori. 11

Ascolto, osservazione ed elaborazione sono le modalità chiave attraverso cui si sviluppa tutto il lavoro quotidiano. Sono modalità complesse che vanno attivate e costantemente promosse solo con il costante supporto della formazione e della supervisione. Ognuno di noi, quindi, può essere portato per questo lavoro, avere buona predisposizione alle relazioni umane e all ascolto, ma questo non è assolutamente sufficiente a garantire la bontà e la professionalità Lo studio costante, il lavoro sulla propria autocoscienza e la crescita di una stessa coscienza all interno del gruppo di lavoro sono i tre aspetti che il metodo stesso promuove e persegue. Alcuni autori che hanno particolarmente suscitato il nostro interesse sono: tra quelli di inizio secolo scorso il caposcuola Sigmund Freud e la figlia Anna;Susan Isaac e la sua esperienza incredibilmente fertile di idee e modalità innovative per l educazione con l esperienza della scuola Malting House di Cambridge; la scuola psicoanalitica di Mosca; a seguire Bettelheim,Winnicott; Mahler, Bowlby,Klein,Erikson,Cramerius. I metodi osservativi e le modalità di formazione e supervisione del Centro Tavistock di Psicologia Infantile di Londra e che è un riferimento anche per i contributi dei suoi insegnanti che hanno pubblicato parecchi testi. In particolare per quel che riguarda il metodo osservativo, gli educatori usano quello che Ester Bick, fondatrice del Centro, ha definito dell osservazione partecipata, che è stato codificato e sperimentato a lungo anche per le istituzioni educative ed in particolare per gli asili nido. Tra gli autori più recenti ai quali facciamo riferimento nel nostro lavoro Silvia Vegetti Finzi sentiamo molto vicina a noi, inoltre Giovanni Bollea, D, Stern, D. Vallino, Anna Oliviero Ferraris, M. Noziglia,masal Pas Bagdadi e molti altri che continuano a riflettere sui momenti fondanti i percorsi di crescita in particola modo in questo nostro attuale momento storico e sociale. LA PROGETTAZIONE CIRCOLARE 12

Dalla descrizione dei modelli torici e delle scelte operative del gruppo di lavoro derivano anche quelle che sono le modalità di progettazione all interno del nostro sistema. Parliamo di una progettualità circolare alla cui base stanno gli educatori, le loro competenze, conoscenze e percorsi formativi. Questo significa che non viene preconfezionato un percorso annuale per i bambini e le famiglie basato su laboratori o progetti specifici parziali, ma si accolgono bambini e famiglie e partendo dalla loro singolarità si costruisce e si monitora in itinere un percorso educativo originale ed adeguato sia individuale che per piccoli gruppi, calato nella situazione contingente e adatto ai singoli percorsi evolutivi intervenienti. I mezzi per attuare un programma evidentemente costantemente in itinere, così semplice nel enunciazione, ma molto complesso nell attuazione, sono: - La presenza di un coordinatore pedagogico nella struttura che promuova e monitori con attenzione tutti i passaggi del percorso e garantisca appoggio e comprensione agli educatori e alle famiglie. La circolarità che il coordinatore garantisce è quella riguardante le competenze, le informazioni e la verifica della salute e del benessere dell intero progetto. - La formazione permanente degli educatori che permette che le scelte educative, di gioco e di relazione di tutti i bambini vengano monitorate in itinere durante tutto l anno di lavoro attivando dunque un percorso educativo individuale per ogni frequentante. Annualmente vengono fatte delle scelte sui contenuti della formazione tali da garantire che gli argomenti più urgenti o importanti in un determinato periodo vengano affrontati, sviluppati e approfonditi.( si trova riscontro di queste scelte nel prospetto della formazione all interno della documentazione sulla Qualità). - La supervisione all interno del gruppo di lavoro (compreso anche il coordinatore) che invece pone la sua attenzione massima sulle relazioni interne tra gli operatori. Un lavoro pensato costantemente in itinere obbliga gli educatori ad un grande impegno professionale, ma anche e soprattutto emotivo e personale. La supervisione è il luogo e il tempo che gli educatori dedicano a se stessi per confrontarsi, pensare, progettare, ma anche rigenerarsi. Questa modalità è stata scelta affinchè gli educatori possano avere durante la giornata con i bambini e le famiglie, disponibilità e sufficienti spazi interni per la comprensione, l accoglienza e l ascolto. 13

Progettualità circolare significa dunque accettare di ricominciare da capo ogni giorno rimettendo in gioco se stesi, ma anche essere fortemente ancorati ad un metodo e a solide competenze che permettono di svolgere il lavoro con flessibilità e sensibilità. 14