COME COMPORTARSI E RAPPORTARSI CON ALLIEVI E GIOCATORI DURANTE LE LEZIONI E GLI ALLENAMENTI.



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COMECOMPORTARSIERAPPORTARSICONALLIEVIEGIOCATORI DURANTELELEZIONIEGLIALLENAMENTI. CONSIGLIESUGGERIMENTI Siribadisce,comedettoinaltreoccasioniquandosièparlatodimetodologia,il concettodifondamentaleimportanzacheè:nondilungarsitroppodurantele spiegazioni,soprattuttoconipiùgiovani,pernoncreareconfusione,noia edistrazione(farenonparlare). Bisognafareinmodochegliallievimantenganounbuongradodiattenzione. COMEFARE: L Allenatore quando spiega deve avere sempre gli allievi di fronte; tutti devonovedereepoterascoltare. L Allenatore deve parlare non urlare Se si genera confusione bisogna interromperelaspiegazioneedattenderechecisiasilenzio. Se qualche giocatore è disattento fare in modo di renderlo partecipe alla lezione, catturando la sua attenzione chiedendogli ad esempio di cosa si stia parlando, oppure lanciare la palla in direzione di chi è distratto in modochelaprenda. Sedurantelafasedigiocounallievoèpococoncentratoefatroppierrori sbagliando cose facili lo si inviterà ad una maggiore concentrazione per non compromettere l attività di tutta la squadra. Se questo non bastasse, comespessoaccade,losifaràusciredalgiocoeglisiproporrannoesercizi

in forma più analitica in base alle carenze evidenziate. In caso lavorasse maleanchedasololosiinviteràaraccogliereipallonioamettersi,come ultima soluzione, seduto. Tutta la squadra dovrà capire che è meglio giocare in uno in meno piuttosto di avere inserito un giocatore che disturba il buon andamento dell allenamento o delle lezioni. In questo modosievitanotroppeinterruzionieinutilitensioni.tuttoquestosenza mai umiliare o spaventare l allievo. Si cercherà di coinvolgerlo successivamentesenzacompromettereirapportioporloincondizionidi abbandonarel attività. Ricordiamoci che gli adolescenti spesso hanno problemi di non facile soluzione, momenti delicati che sono tipici e che si possono definire normali per la loro età, anche se non di facile comprensione, ma soprattuttodidifficileaccettazionedapartenostra. Un allenatore, un insegnante, un educatore deve tener sempre presente chesesivuoleessererispettatibisognarispettare,chesesivuoleessere ascoltati, bisogna anche dimostrare di sapere ascoltare, altrimenti s incontrerannogrossedifficoltàduranteilpropriocammino. Dobbiamo sempre ricordarci che rappresentiamo una figura molto importante per i nostri allievi e quindi noi per primi dobbiamo dare l esempio. Non possiamo pretendere puntualità, correttezza, concentrazione se arriviamo spesso in palestra in ritardo, tesi, senza trovaremaiiltempodimetterciintutaescaricareletensioniaccumulate sullavorooinfamigliasuinostriragazzi.

E chiaro che questo a volte succede, siamo uomini e non robot, anche conscidelfattocheèsemprepiùdifficilerapportarsiconigiovani. Sequestodovessesuccedereabitualmenteforseèilcasodichiedersise siamoveramenteadattiperfarequestolavoro. Durante lo svolgimento delle nostre attività ci sono dei momenti dove sembrachenonriescaniente,chetuttovadastorto. E qui dove non bisogna perdere la pazienza, la motivazione e saper intervenirenelmodopiùappropriato. Come la qualità di un allievo o di un giocatore la si valuta sulla base di come riesce ad uscire da certe situazioni, così anche noi, allenatoriinsegnanti, siamo più o meno bravi in base a come riusciamo a gestire questiparticolarimomenti. Personalmente, anche se probabilmente questo è successo a tutti, non ritengo giusto interrompere la lezione o mandare a casa i giocatori o la squadraquandolecosenonvannoinuncertomodo,omeglio,nelmodo chel allenatoresieraprefissato. Qualora dovesse accadere questo, secondo il mio parere, l allenatoreinsegnanteha persounapartitaconlasuasquadraoconlaclasse. Alcunisuggerimenti: Sdrammatizzare certe situazioni facendo una pausa; cambiare tipo di esercitazione o i contenuti di questa (renderli più semplici); chiedere anche ai ragazzi cosa secondo loro non va in quel tipo di esercizio facendo in modo di renderli partecipi al processo di apprendimento(insegnare, non addestrare). Dimostrare che le loro osservazioni sono state oggetto di riflessione e, se il caso, a volte anche se non sembra esserlo, ammettere di aver sbagliato nel proporre quel tipo di lavoro motivando perchè ad esempio si

pensava fossero stati raggiunti certi obiettivi, mentre in realtà questononèavvenuto. Se un ragazzo non riesce ad eseguire un certo esercizio, meglio cambiare il tipo di lavoro rendendolo ad esempio più semplice oppure,incerticasi,convieneproporglieneunopiùcongenialeper farsicheacquistipiùfiducianeisuoimezzi. Una volta insegnate le basi, nel nostro caso i fondamentali, fare in modo che durante le esercitazioni gli allievi imparino ad uscire da soli da certe situazioni. Esempio, nella fase di gioco far ripetere, anche più volte, la stessa azione in caso di errore, sia a livello individuale che a livello di squadra, dando anche le indicazioni del caso per delle eventuali correzioni, soffermandosi in particolare suglierroripiùcomuni. Il comportamento, l atteggiamento dei nostri allievi deve essere sempre oggetto di riflessione. Spesso ci trasmettono dei messaggi, degli stati d animo attraverso il movimento, facendoci capire che sotto la tuta, dietro il loro sguardo, c è una persona con emozioni, sentimenti, problemi che non sempre sanno manifestare o esprimereconleparole. Ai giovani piace quando l allenatore insegnante dialoga con loro mettendosi sullo stesso livello, senza far pesare il ruolo, cercando anchedicoinvolgerechihaproblemiintalesenso,mettendolialoro agioinmododarenderliparteattivadelgruppo.

Quando s interviene per riprendere un allievo sia sul piano comportamentale che didattico, bisogna ricordare che usando dei toni forti con ragazzi che presentano un carattere timido ed introverso, spesso si ottiene l effetto contrario, allontanandoli semprepiùdainostriintenti. Bisogna invece essere fermi e irreprensibili con gli allievi che cercano di mettersi in evidenza, i cosiddetti ragazzi dal carattere forte e/o esuberante, per fare in modo che questa loro caratteristica non vada a scapito del gruppo ma venga indirizzata/incanalata per ottenere effetti positivi o quantomeno ridimensionatapernoncomprometterel andamentodellelezionio degliallenamenti. E moltoimportantegratificaregliallieviperiprogressievidenziati, soprattuttochihacompiutogrossisforziperottenerli. Lavorandoinquestadirezioneedinsintoniaconglialtrieducatori che intervengono sul gruppo, si possono ottenere dei significativi miglioramenti sul piano umano e in parallelo anche sul piano sportivo(uomini/atleti). Tutto quanto suggerito non è comunque di facile attuazione ed appunto per questo, a mio parere, diventa sempre più indispensabile la presenza di esperti nel settore formativoeducativo durante la formazione e gli aggiornamenti di insegnanti edallenatori. ILARIOBONANDI