Abbattimento delle barriere Regione Abruzzo EIE-06-167-PROBIO



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Transcript:

SI2.448457 ABBATTIMENTO DELLE BARRIERE REGIONE ABRUZZO

L'Europa ha una sempre maggiore necessità di promuovere carburanti ecologici ed il progetto PROBIO mira ad incoraggiare l'integrazione tra produzione e consumo nella catena del biodiesel in tutti i Paesi europei ed in particolare nelle 5 aree territoriali partner del progetto: le province di Burgos, Ávila e Huelva (Spagna), la Regione Pomurje (Slovenia) e la (Italia). Questo obiettivo verrà raggiunto tramite una triplice strategia basata sullo sviluppo di iniziative concrete di mercato a livello locale, attività di promozione e formazione con lo scopo di rafforzare i punti deboli della filiera del biodiesel. Anche se esistono già diverse iniziative riguardanti il biodiesel nelle aree partecipanti è importante individuare i punti di debolezza della filiera del biodiesel. Il lavoro dei partner del progetto si sviluppa attraverso un'analisi approfondita del mercato del biodiesel nelle regioni partecipanti. A questo fine la,ha organizzato inizialmente un incontro con i membri del panel control composto da Direzione Agricoltura,, Fox Petroli, Facoltà di Agraria UNITE, ARSSA Abruzzo, ARPA, Confagricoltura Abruzzo, Comunità Montana Medio Sangro, Comune di Pizzoferrato allo scopo di individuare quali fossero gli ostacoli principali alla diffusione del biodiesel nella regione, riscontrando barriere di tipo economico, tecnologico, sociale e soprattutto normativo. A partire da questo risultato si è proceduto alla convocazione di un altro incontro durante il quale sono state discusse e proposte delle soluzioni possibili per superare queste barriere. Di fatto è possibile attuare delle azioni a livello regionale per quanto riguarda le barriere sociali ed anche in parte quelle tecnologiche ed economiche in parte, ma per quanto riguarda le barriere normative l azione dovrebbe essere promossa a livello nazionale tramite appositi provvedimenti legislativi. Ovviamente alcune soluzioni hanno riscontri positivi sull abbattimento sinergico delle diverse barriere, non solo su uno o sull altro aspetto. Qui di seguito vengono esposti i risultati e le proposte elaborate dai membri del panel control per l eliminazione delle barriere riscontrate a livello locale facilitando la promozione e la diffusione del biodiesel in Abruzzo. 2

BARRIERE ECONOMICHE-TECNOLOGICHE Abbattimento delle barriere Uno degli ostacoli tecnici principali alla diffusione del biodiesel è la difficoltà di reperire la materia prima a livello locale. Le piante coltivate a fini energetici per la produzione del biodiesel (girasole, colza, soia ) rappresentano un'attività alternativa realmente buona per lo sviluppo delle zone rurali, ma al momento la maggior parte della materia prima usata dagli impianti per la produzione di biodiesel arriva da altri paesi. E' importante formare gli agricoltori sulle tecniche di coltivazione delle colture energetiche che non sono ancora molto diffuse nelle aree partecipanti. L e limitazioni allo sviluppo nell ambito del settore agricolo regionale si possono riassumere nei seguenti punti: 1) dimensione aziendale medio piccola, 2) localizzazione delle aziende, con superfici a seminativi potenzialmente disponibili per le colture energetiche, ricadente in zone marginali della collina interna e pedemontana, 3) produttività medio-bassa di queste colture. Per quanto riguarda le specie da coltivare la ricerca e lo studio di sistemi colturali idonei alla produzione del biodiesel utilizzabili nella, sia dal punto di vista produttivo e sia per le positive ricadute ambientali scaturenti dall adozione di pratiche agronomiche conservative, individuano il girasole e la colza tra le specie più idonee. Di fatto il girasole è una specie a ciclo primaverile-estivo, caratterizzata da modeste esigenze termiche e da elevata resistenza alle basse temperature nelle prime fasi di sviluppo, da brevità del ciclo biologico, da notevoli capacità di adattamento a condizioni di scarse disponibilità idriche. La superficie agricola a seminativi della risulta sicuramente idonea, per la capacità di adattamento della pianta ai terreni di pianura ed ai fondovalle, oltre che alle aree di media ed alta collina. Anche il profilo tecnico-agronomico rappresenta elementi di forza in quanto coltura miglioratrice da rinnovo, che nell'avvicendamento trova idonea collocazione tra i cereali a paglia microtermi. Infatti, la semina primaverile e il ciclo colturale primaverile-estivo, piuttosto breve, consente un razionale avvicendamento ed una flessibile gestione aziendale. Si 3

potrebbe favorire l agricoltore abruzzese a coltivare il girasole attraverso una mirata comunicazione ed un sostegno finanziario per rendere il sistema produttivo competitivo rispetto ad altri sistemi colturali destinati ad uso alimentare. Attualmente la superficie coltivata è esigua, solo 4.718 Ha, che rappresentano il 3,28% a livello nazionale. La produzione annua è pari a 9.130 tonnellate. Per quanto riguarda la colza, la sua importanza risiede nell elevato contenuto in olio (42-45%) e proteine (20-22%) nei suoi semi. Mediante spremitura e successiva estrazione con solventi, da 100 kg di semi di colza si ottengono 41-42 kg di olio grezzo e 54-56 kg di farina di estrazione. Quest olio è tra i grassi vegetali più utilizzati a scala mondiale tanto che gli scambi commerciali si collocano subito dopo quelli di soia e di palma. La, come del resto tutte le Regioni dell Italia centrale, possono essere considerate vocate alla coltivazione, purché venga assicurato un minimo rifornimento idrico durante la fase di fioritura e l inizio dell ingrossamento delle silique. Come per il girasole anche per il colza si può incentivare l utilizzo ricordando agli agricoltori le capacità di migliorare la fertilità del terreno, in quanto si avvale di buone concimazioni minerali che in gran parte tornano al terreno attraverso i residui colturali. Attualmente la colza è coltivata solo su 3 Ha che rappresentano una percentuale insignificante a livello nazionale. La produzione annua è pari a 2,1 tonnellate. Per recuperare superfici agricole da destinare alla coltivazione dedicata in un ottica di filiera agro-energetica, occorre predisporre un organico programma di sviluppo della filiera produttiva, costituire un organizzazione professionale trasversale rappresentata dai produttori, industriali trasformatori, centri di stoccaggio e distribuzione, rappresentanti dei consumatori. Avviare una sistematica ricognizione delle superfici coltivabili e della propensione dei proprietari a coltivare girasole e colza con garanzia assicurata della commercializzazione del prodotto ed anche attraverso l erogazione di incentivi economico-finanziari e bonus fiscali. Inoltre la produzione di piante oleaginose può essere ulteriormente incentivata, mediante la valorizzazione dei sottoprodotti del processo di esterificazione quali la glicerina che può essere utilizzata nell'industria alimentare per la produzione di sciroppi, bibite, prodotti da forno, conservazione della frutta e degli ortaggi. La glicerina ottenuta dal processo di esterificazione degli olii vegetali contiene elevate quantità di potassio, la cui rimozione può essere effettuata in impianti di rettifica che sono 4

inesistenti sul territorio regionale, con la conseguenza che tutta la glicerina prodotta viene al momento esportata in Cina. Durante la lavorazione di queste piante il 40% del prodotto è olio, il 60% è biomassa che può essere utilizzata per mangimistica o bruciata e quindi un impianto di biomassa annesso potrebbe essere una valida soluzione impiantistica: si può valorizzare la produzione utilizzando il calore proveniente dal trattamento della biomassa per la fase di essiccazione pre-spremitura. Ciò porterebbe anche a dei vantaggi di tipo economico. BARRIERE ECONOMICHE Indubbiamente gli aspetti economici rappresentano un grosso ostacolo da superare. Di fatto le aziende agricole abruzzesi sono poco coinvolte nella produzione di biomasse a fini energetici, sia esse di origine forestale che di produzione vegetale. Tale disinteresse è dovuto alla mancanza di convenienza economica nella coltivazione di colture energetiche rispetto a quelle alimentari, all assenza di programmi regionali finalizzati ad incentivare lo sviluppo dell utilizzo di biomasse per fini energetici ed all assenza sul territorio regionale di tutti gli attori della filiera, in particolare manca, per la filiera del biodiesel, un impianto si estrazione dell olio. Inoltre un altro aspetto sono i vincoli imposti dal Ministero Italiano delle Finanze. I rappresentanti dei produttori di biodiesel hanno puntualizzato che essendoci tanti vincoli amministrativi (particolarmente sui trasporti) le compagnie petrolifere non acquistano quasi più il biodiesel. Oltre alle possibili soluzioni già individuate nel paragrafo precedente, e' necessario promuovere nuove ed innovative iniziative di mercato tra gli enti locali, i produttori, i distributori ed i consumatori. In termini generali se il Ministero dell Agricoltura premia la filiera con degli incentivi il produttore può pagare di più l agricoltore che avrebbe convenienza economica alla coltivazione di colture energetiche. Per rimuovere gli ostacoli economici alla diffusione delle colture bioenergetiche nella nostra regione si propone la predisposizione di un progetto pilota in un area 5

particolarmente vocata, con la finalità di promuovere accordi di filiera e rapporti stabili tra tutti gli attori della filiera. La sostenibilità economica ed ambientale sarà garantita se l intera filiera si svilupperà localmente (dal produttore al consumatore finale). L ARSSA potrebbe essere impegnata nel coordinamento della filiera a partire dalla componente agricola per raggiungere la produzione di biocombustibile necessario per la realizzazione del progetto, e nella realizzazione di attività di ricerca e collaudo con riferimento agli aspetti agricoli. Contemporaneamente per rendere completa questo tipo di filiera, nell ottica di sviluppare e attivare il mercato locale del biodiesel vi è la necessità che ci sia localmente un acquirente che si interfacci con gli imprenditori agricoli ovvero impianto in loco, in tal modo i costi di trasporto verrebbero ridotti. Un altro aspetto potrebbe essere quello offerto dagli emanandi decreti attuativi della Finanziaria 2007 circa l obbligatorietà per le compagnie petrolifere di immettere in consumo nel 2007 l 1% di biocarburante, nel 2008 il 2% fino a raggiungere il 5,75% nel 2010. L ultima bozza prevede l organizzazione di un sistema di certificati di immissione in consumo di biocarburanti che incentiva quelli ottenuti da imprese di filiera. Le industrie petrolifere infatti per avere un certificato dovranno provare di avere acquistato o distribuito 10 gigacalorie di biocarburante svincolato dalla filiera, oppure un quantitativo inferiore pari a 8 gigacalorie di biocarburante derivante da contratto quadro di intesa di filiera. La proposta dovrebbe essere quella di ridurre da 8 a 7 le gigacalorie necessarie per ottenere un certificato. BARRIERE SOCIALI La barriera sociale principale individuata non solo a livello regionale sono i consumatori poiché vi è mancanza di informazioni e di consapevolezza circa l'uso ed il consumo di biodiesel. Non solo, ma anche una disinformazione diffusa circa gli effetti negativi del biodiesel nel motore dei veicoli. In questo senso già il progetto stesso è un modo per superare tale carenza informativa, anche in previsione della mostra itinerante che nei primi mesi del 2008 girerà nelle quattro province abruzzesi promuovendo il Progetto PROBIO ed il Biodiesel in generale tramite apposito materiale cartaceo, grafici, poster etc Verranno date informazioni su cosa è il biodiesel e i vantaggi ambientali derivanti 6

dal suo utilizzo nonché gli altri vantaggi di tipo economico e sociale, verrà spiegato il ciclo produttivo a partire dalle materie prime e verranno chiariti i dubbi inerenti possibili danni ai motori. Inoltre tramite apposito materiale grafico. Sì cercherà cioè di dare una risposta ai dubbi dei possibili consumatori tramite una panoramica chiara e di facile comprensione. Informare e sensibilizzare il consumatore in questo momento contingente, dove l attuale campagna del caro prezzi della pasta e del pane potrebbe far percepire che l utilizzo dei terreni per le piante energetiche non sia una buona opzione in quanto va a discapito della superficie coltivata a cereali. Per quanto concerne la mancanza di formazione di coloro che lavorano nelle stazioni di servizio, allo stato attuale non risulta opportuno promuoverne la formazione dato che ancora non vi sono pompe dedicate e data la facile intercambiabilità degli operai nelle stazioni di servizio. Pertanto questo tipo di barriera potrà essere affrontata tramite apposita formazione quando effettivamente sarà possibile introdurre nei distributori di benzina carburanti ad alta percentuale di biodiesel. Un'altra barriera rilevata è la passività delle case automobilistiche e produttori di veicoli in genere. Di fatto in Italia non vengono fornite garanzie ai consumatori circa l utilizzo di biodiesel nei vari modelli di autoveicoli. Inoltre vi è assenza di informazioni tecniche nei differenti settori della catena automobilistica, pricipalmente in quello della riparazione, della manutenzione e fra i concessionari di auto. Di fatto si pensa scorrettamente che in molti casi i guasti meccanici possano essere attribuiti all'uso di biodiesel. Questa è una barriera che deve essere abbattuta a livello nazionale tramite il coinvolgimento dei grandi produttori di autoveicoli che devono attivarsi sia nel campo dell informazione che della ricerca. A livello regionale ci sono grandi aziende come la Honda e la Sevel che potrebbero essere coinvolte poiché è in progetto un grande centro di ricerca in cui si studieranno innovazioni sui motori. In questo senso questo coinvolgimento può essere anche un modo per superare anche le barriere tecnologiche. 7

BARRIERE NORMATIVE Abbattimento delle barriere In Italia la legge stabilisce che le miscele gasolio-biodiesel con contenuto in biodiesel in misura inferiore o uguale al 5% possono essere avviate al consumo sia presso utenti extra-rete che in rete, mentre le miscele con contenuto in biodiesel superiore al 25% possono essere avviate al consumo solo presso utenti extra-rete.inoltre non è obbligatorio indicare nei distribotuori la presenza di biodiesel nel carburante quando questo è presente in percentuali inferiori al 5%. Di conseguenza, i consumatori non sono informati del fatto che c è una percentuale di biodiesel (5% massimo) nel carburante che acquistano. Per questi motivi non c è alcuna stazione di servizio in Italia che vende il biodiesel tramite una pompa dedicata e che quindi promuove chiaramente il biodiesel. Di conseguenza vi è una mancanza totale di rete e di logistica di distribuzione a livello non solo locale ma nazionale. Questo vincolo quindi può essere superato solo a livello nazionale tramite apposita normativa, di conseguenza questa è una barriera che non è possibile abbattere nell immediato e soprattutto a livello locale. Comunque al fine di creare una forte pressione a livello nazionale che possa sbloccare il sistema autorizzatorio da parte del Ministero delle Finanze potrebbero essere coinvolte anche le associazioni dei consumatori come Adiconsum e Assoconsumatori. Per quanto riguarda il consumo extra rete, per il quale come già detto le percentuali di biodiesel nel carburante possono arrivare al 25%, si potrebbe promuovere l utilizzo del biodiesel nei mezzi pubblici, tramite un accordo ad esempio tra l ARPA e la FOX Petroli. Infatti a facilitare questa opportunità si sottolinea che è presso l impianto Fox di Vasto è già possibile per fare le miscele e quindi vendere il biodiesel. Per quanto riguarda la diffusione nei distributori, in attesa di modifiche alla normativa nazionale si potrebbe promuovere l iniziativa di una pompa di benzina comunale anche dedicata alla promozione del biodiesel già attiva nel Comune di Pizzoferrato, situato sull Appennino Abruzzese. Questa iniziativa prevede la vendita del Biodiesel B25 presso una pompa di benzina i cui clienti sono affiliati ad un club. In questo modo è possibile ovviare al divieto di vendita del biodisel in percentuale superiore al 5%, in vigore in Italia. 8

La Comunità Montana del Medio Sangro vuole sostenere ulteriormente l iniziativa e tentare di creare una filiera della coltivazione agro-energetica. L obiettivo finale è tentare di innestare una via del biodiesel sulla la Valle del Sangro, che servirebbe anche come soluzione al problema dell inquinamento (localmente a Quadri) per l alto afflusso di mezzi pesanti. Suggerisce anche l ipotesi dell utilizzo del il biodiesel nei treni coinvolgendo quindi Trenitalia oppure la creazione di una pompa di biodiesel per autoveicoli annessa ad un centro commerciale totalmente bio con la vendita di prodotti tipici. 9