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Testi analizzati

Rvf 1 Ampiezza del periodo e snodarsi del pensiero nelle due quartine (periodare di tipo ciceroniano) Allocuzione ai lettori con proposizioni dipendenti: 1 quartina: al vocativo iniziale seguono proposizioni secondarie incidentali (ch ascoltate ondd io nudriva quand era in parte ) 2 quartina: indugio sul vario stile e poi altro inciso (ove sia chi ) e infine la proposizione principale. Caratteristica di Petrarca è l armonia: la rima non spicca

vv. 1-3 a minore (ritmo rallentato; v. 4 a maiore (maggiori accenti e senso di movimento). 2 quartina: ultimo verso più accentuato, a maiore con forte cesura evidenziata dal troncamento Ma (v. 9) segna il trapasso; 2 vv. a maiore, il 3 a minore più intenso (allitterazione) 2 terzina: allitterazione (vaneggiar vergogna) e polisindeto rallentano il discorso; ultimo verso come intima verità disvelata (endecasillabo a maiore: il secondo emistichio è la chiusa di tutto il sonetto)

Rvf 90 Contrasto tra apparenza e realtà, tra realtà esterna e realtà psicologica, tra passato e presente. ( Dante, Tanto gentile, dove c è solo adorazione) Ampliarsi del periodo di quartina in quartina. Apertura con endecasillabo a maiore accentato sul primo verbo (Erano), incontro di accenti (capei d oro), con oro in rilievo da cesura, ausiliare separato dal participio (aprono e chiudono il verso) v.2: relativa che indugia sui capelli

Vv. 1-2 a maiore; vv. 3-4 a minore. Prima i capelli, ora gli occhi con improvviso ritorno al presente nell inciso. Nelle quartine alternanza di rime consonantiche (sparsi scarsi farsi arsi) e vocaliche con imperfetto (avolgea ardea parea avea) Terzine: meditazione più intima. Endecasillabo a maiore. Ultimo verso incontro di accenti (6-7) e parole accentate tutte sulla a.

Rvf 292 Sonetto in morte Contrasto tra quartine, in cui c è la rievocazione, e le terzine, in cui c è la constatazione funerea Quartine: si susseguono i soggetti (uniti per polisindeto) che richiamano proposizioni relative. 1 verso: rilievo su occhi (accento 1 sillaba); endecasillabo a maiore (come anche il 2 ). v.3: inciso che rallenta il ritmo Nel primo distico c è Laura; nel secondo il poeta. 2 quartina: evocazione con asindeto. v. 5: accento di 2-4 ; incontro di accenti in or puro

v. 6: spicca la parola tronca lampeggiar (come singolar nel v. 4); accenti di 4-7-10 vv. 7-8: relativa e, infine, la principale Terzine: et io pur vivo (endecasillabo a minore) stacco drammatico con quanto precede; poi coppia mi doglio e sdegno vv. 10-11: inciso sul ricordo di Laura; poi ritorno sulla propria condizione (endecasillabo a minore). Terzina finale: contrasto con le quartine, ogni verso sta a sé. Ultimo verso a maiore, con cesura dopo mia.

Rvf 16 v. 1: inizio con verbo (accento 1 ); endecasillabo a maiore, pausa dopo vecchierel (tronca), segue coppia (canuto e bianco) v. 2: endecasillabo a minore (rallentamento) v.3: tutto precipita verso la famigliuola v. 4: endecasillabo a maiore, ma ricco di accenti (che vede il caro padre venir manco); insolito incontro di 9-10 V. 5: endecasillabo a maiore, gravato da accento su 4 sentimento di fatica v. 7: endecasillabo a minore; verso mosso (accenti 1-3-4; cesura e due troncamenti)

v. 8: endecasillabo a minore non più rotto v. 9: accento su 4 e 7 (anziché 8 ). v. 10: endecasillabo a maiore (accenti 3-6, parallelismo) v. 11: endecasillabo a maiore (accenti più frequenti, 3 parole tronche: ch ancor lassù nel ciel vedere spera ansietà) Terzina finale: accenti appena accennati; indugio con dieresi su disiata (v. 14)

Canzoni Petrarca è il grande poeta della canzone, poiché in essa è stato appagato quel suo senso dell ampiezza e della modulazione del periodo (Fubini) 2 canzoni sono un ritorno all antico. Rvf 206: gioco su tre rime (nelle canzoni provenzali c erano le stesse rime); Rvf. 29: le rime si rimandano di stanza in stanza

Rvf 206 Insistenza per quattro stanze sulla stessa parola (alternativamente il discorso inizia con S i l dissi mai e con S i l dissi), il S i l dissi torna anche nei vv. 3-5. 5 stanza: forte trapasso con Ma, seguito da inciso in forma negativa (s io nol dissi). L inciso diventa proposizione principale nella 6 stanza (I nol dissi già mai) Commiato: il poeta non si rivolge alla canzone, ma ribadisce il pensiero fondamentale

Stanze brevi: fronte divisa in 2 piedi (di 2 vv. ciascuno) ABBA; nella sirma dopo 1 endecasillabo ci sono 3 settenari, chiude 1 endecasillabo (che rima col verso-chiave e con il 1 ). Coppie petrarchesche (del cui senza l quale; pochi e rei; paura e gelosia; più feroce e più bella) 2 stanza: rime con stesso ordine; le coppie si intensificano 3 stanza: stesse rime ma nuovo ordine 4 stanza: stesso ordine di rime della precedente

5 stanza: cambio ancora di ordine e ritorno l primo movimento 6 stanza: stesso ordine di rime della precedente. Solite coppie Congedo: rapida chiusa che riprende le rime della sirma

Rvf 29 Canzone provenzale. Non c è divisione tra fronte e sirma. I versi non rimano tra di loro, ma le rime si rimandano di stanza in stanza. 1 v: endecasillabo ampio; tocchi di colore ben staccati 2 v: settenario (discorso alleggerito) Lentezza della stanza: ogni verso spicca; rima rilevata con nessi consonantici Giro sintattico: forti e continui enjambements (rari in Petrarca) Ogni stanza è un periodo in sé concluso. Ultimo verso delle stanze è settenario. Commiato rapido: due versi.

Rvf 129 Fronte di due piedi (3 versi ciascuno) simmetrici: alla fine del primo piede un punto; alla fine della fronte un punto e virgola. Verso chiave = settenario Dopo dura pausa segnata anche dalla rima In chiusura 2 endecasillabi a rima baciata v 1: parallelismo di immagini e parallelismo sintattico; verso a maiore (il troncamento rafforza l accento) prolessi: il periodo inizia col complemento v. 2: variazione; endecas. a minore (il troncamento rafforza l accento; il soggetto Amor segue il verbo)

Nei primi 3 vv. parallelismo di accenti sull 8 2 piede: parallelismo nei primi 2 vv. (Se se) Il verbo singolare siede regge più soggetti: il poeta enuclea nelle linee essenziali il paesaggio che poi svilupperà nelle altre stanze. Sirma: ritmo più rilevato dai 2 settenari e dalle 2 rime baciate. Antitesi a coppie: ride- piange; temes assecura; turba- rasserena) Segue un endecasillabo disteso (v. 11)

La grandezza (e novità di Petrarca) è che ogni stanza chiama l altra. La costruzione con prolessi e la forte pausa a metà del verso 2 si ripete anche nelle stanze seguenti: Per alti monti e per selve aspre trovo / qualche riposo (2 stanza); Ove porge ombra un pino alto od un colle, / talor m arresto (3 stanza; qui con variatio: proposizione = complemento). 4 stanza: soggetto in primo piano (Io) 5 stanza: andamento iniziale con prolessi ma senza pausa a metà del verso 2. Il poeta è al culmine della meditazione e la prolessi si moltiplica.

2 stanza: ripresa e approfondimento del pensiero della precedente. Là c era il generico monte, qui gli alti monti e le selve aspre. Mentre la prima stanza iniziava con endec. a maiore, qui si inizia con uno a minore (più lento). Da notare il cambio di posizione della parola Amore (rispetto alla prima stanza). 4 stanza: enjambement nei versi finali (nelle stanze precedenti invece il distico finale era a sé). 5 stanza: ritorno del concetto di monte (c è la parola montagna)