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1. Siti monitorati dal 2008 1.1 Sant'Olcese (GE) 1.1.1 Dati generali Il centro abitato di Sant Olcese è fondato in un area che denota una particolare fragilità geologica per cause lito-strutturali e quindi una elevata sensibilità al dissesto: è infatti interessato da una serie di frane con stile di attività di tipo complesso con il contributo di movimenti di scorrimento e colamento. Si tratta di frane che interessano sempre spessori ridotti di materiale, fino a un massimo di 10-15 m circa e che verosimilmente presentano, compatibilmente con lo stato delle lesioni sui manufatti e nel terreno, velocità di movimento lente. Il nucleo centrale del paese, nei pressi della chiesa, è interessato da una frana che ha ripreso, rimobilizzandola, parte della frana in roccia ( Atlante dei Centri Abitati Instabili della Liguria - CNR). Il dissesto è localizzato lungo il contatto tettonico che separa le torbiditi dell Unità di Ronco dalle Argilliti di Montoggio dell Unità Antola (Fig.1), ed è stato oggetto di monitoraggio dal 2008 al 2017 con gli inclinometri SOLS1 e SOLS2, realizzati alla fine del 2007 dalla Ditta Citiemme nell ambito del progetto Approfondimento delle conoscenze relative agli aspetti geologici e idrogeologici dei fenomeni franosi in aree tipo per la definizione di linee guida nella pianificazione territoriale lotto N.5 località Chiesa. Al fine di proseguire il monitoraggio del versante, non più misurabile mediante gli inclinometri sopra indicati in quanto soggetti a deformazione e rottura definitiva nel 2017, la strumentazione inclinometrica è stata integrata ad ottobre 2018 da 4 nuovi sondaggi attrezzati a inclinometro e piezometro (denominati SOLS3 e SOLS3P, SOLS4 e SOLS4P) nell ambito del PROGETTO POR FESR-5-5.1.4-0000002 - SVILUPPO DEL SISTEMA DI PREVENZIONE REGIONALE PER IL RISCHIO IDROGEOLOGICO E IDRAULICO, eseguiti dalla ditta M3D. I sondaggi SOLS3 e SOLS4 sono attrezzati con sonde inclinometriche fisse rispettivamente ad una profondità di 6.5 e 12.5. Nel corso del 2019 verranno installate due sonde freatimetriche fisse nei piezometri SOLS3P e in SOLS4P. La strumentazione inclinometrica è collocata alla testata del corpo di frana (Fig.2), identificato come segue nel Progetto IFFI: Inclinometri: SOLS1 (ex) e SOLS2 (ex); SOLS3 e SOLS4 Tipo Stato Colamento rapido Attivo/riattivato/sospeso Identificativo 0100009000 Area [mq] 94948 9

Di seguito si riassume l attività di monitoraggio del 2018. Data Attività Strumentazione Sistema di misura 08/08/2018 Ispezione televisiva con telecamera da foro, sonda testimone. Rottura inclinometro deformato alla quota di taglio, non più leggibile. 12/10/2018 Verifica della funzionalità mediante sonda pilota e lettura di zero ogni 0,5 m sulle guide A1/A2/A3/A4 Inclinometro: SOLS1 Inclinometri SOLS3, SOLS4 Piezometri SOLS3P e SOLS4P sonda servoaccelerometrica biassiale S091260 25/10/2018 Installazione sonde fisse inclinometriche Inclinometri SOLS3, SOLS4 Sonde SIM IN935-HL 11/12/2018 Primo scarico dati automatici sonde inclinometriche SOLS3 e SOLS4 Sonde SIM IN935-HL Tab. 1 - Misure effettuate nel 2018 nel sito di Sant Olcese Fig. 1 - Stralcio Carta Geologica Regionale (rif.carg) sc.1:10.000 10

Fig. 2 - Localizzazione degli inclinometri SOLS1, SOLS2 (rotti) e SOLS3 e SOLS4 (di nuova installazione) e dei piezometri SOLS3P e SOLS4P all interno del corpo di frana. 11

1.1.2 Analisi dei dati inclinometrici Inclinometro SOLS1 (25 m) parte alta della frana Nel corso della campagna di misure del 2017 è stata riscontrata, alla profondità in cui l inclinometro è soggetto alla deformazione, una certa difficoltà nel fare scorrere la sonda inclinometrica oltre il punto critico e la tubazione inclinometrica sembrava al limite della rottura. Infatti, nel corso del 2018 non è stato possibile eseguire la lettura dell inclinometro che, a causa della forte deformazione, risulta non più utilizzabile. Il riscontro della rottura è avvenuto il 08/08/2018 mediante utilizzo di telecamera da foro (Fig.5). L' elaborazione differenziale integrale ha evidenziato nel periodo di osservazione 2008-2017 una progressione del movimento discontinua con riattivazioni e stasi stagionali per uno spostamento complessivo di 175 mm lungo la direzione azimutale S, secondo l assetto del versante (Figg.3 e 4). Dall elaborazione locale si può osservare lo scorrimento lungo il piano di taglio principale che genera uno spostamento massimo di 85 mm, all interno di una fascia di dislocazione tra -5 e -7 m (picco a -6 m). L incremento misurato nel periodo 2013-2015 (il più elevato dal 2008), che segue una alternanza di pause generalmente estive e riattivazioni, evidenzia un netto cambiamento nelle modalità di deformazione del versante con una velocità decisamente superiore. Il periodo successivo mostra una diminuzione della velocità e un riallineamento con il trend complessivo della deformazione fino alla rottura dello strumento. 12

Fig. 3 - Grafici relativi all elaborazione differenziale integrale (risultante degli spostamenti) e all elaborazione differenziale locale (spostamenti locali) dell inclinometro SOLS1 13

Fig. 4 - Grafico relativo all elaborazione differenziale integrale (diagramma polare della deviazione) dell inclinometro SOLS1 14

Fig. 5 - La tubazione SOLS1 è risultata deformata tanto da non consentire la discesa della sonda pilota. 15

Inclinometro SOLS2 (25 m)- parte alta della frana Dal 2015 non è stato più possibile eseguire la lettura dell inclinometro che, a causa della forte deformazione, risulta non più utilizzabile. Il riscontro della rottura è avvenuto il 26/10/2015 mediante utilizzo di telecamera da foro (Fig.8). L'elaborazione differenziale integrale dell ultima lettura (novembre 2013-ottobre 2014) ha evidenziato una progressione del movimento pari a 78 mm con uno spostamento globale di 170 mm dal 2008 e una direzione azimutale verso S-SE, coerentemente con la morfologia del versante (Figg. 6 e 7). Infatti, come per l inclinometro SOLS1, nel corso del 2014 si era assistito ad una notevole progressione dello spostamento, la più elevata dal 2008, che seguiva una serie di pause e riattivazioni nei vari periodi dell anno. Dall elaborazione locale si può osservare che lo scorrimento in atto lungo il piano di taglio, comprendente una fascia di dislocazione di 3 m tra -12 e -15 m, ha raggiunto valori totali pari a 50 mm alla profondità di circa 13 m. In conclusione, dall ultimo rilevamento del 2015 si è assistito ad un ulteriore incremento che a portato alla rottura dell inclinometro per uno spostamento totale superiore a 170 mm. Fig. 6 - Grafici relativi all elaborazione differenziale integrale (risultante degli spostamenti) e all elaborazione differenziale locale (spostamenti locali) dell inclinometro SOLS2 16

Fig. 7 - Grafico relativo all elaborazione differenziale integrale (diagramma polare della deviazione) dell inclinometro SOLS2 17

Fig. 8 - La tubazione SOLS2 è risultata deformata da uno schiacciamento che non consentire la discesa della sonda pilota. La successiva verifica con l ispezione televisiva ha permesso di identificare, con estrema fatica per la torbidità dell acqua, la rottura alla quota di 13m circa. 18

Inclinometro SOLS3 (20 m) parte alta della frana Nel corso del 2018 è stata effettuata in data 12/10/2018 la lettura di zero dell inclinometro SOLS3 (Fig.9). L inclinometro è dotato di una sonda fissa, posta a profondità di 6.50 m (piano di taglio evidenziato dalla cinematica rilevata da SOLS1) e in data 11/12/18 è stato eseguito lo scarico automatico dei dati (Fig.10) che coprono il periodo 26/10/2018 11/12/2018 con registrazione dei movimenti a cadenza giornaliera. Dopo due mesi di osservazione non si rilevano incrementi sostanziali. Fig. 9 - Lettura di zero dell inclinometro SOLS3 19

Fig. 10 - Dati scaricati in data 11/12/18 dalla sonda a 6.5 m posta nell inclinometro SOLS3 20

Inclinometro SOLS4 (20 m) parte alta della frana Nel corso del 2018 è stata effettuata in data 12/10/2018 la lettura di zero dell inclinometro SOLS4 (Fig.11). L inclinometro è dotato di una sonda inclinometrica fissa che rileva gli spostamenti ad una profondità di 12.5 m (piano di taglio evidenziato dalla cinematica rilevata da SOLS2). In data 11/12/18 è stato eseguito lo scarico automatico dei dati che coprono il periodo 26/10/2018 11/12/2018 con registrazione dei movimenti a cadenza giornaliera. L'elaborazione differenziale integrale ha evidenziato una progressione del movimento pari a circa 1.5 cm nell intero periodo misurato, con una particolare accelerazione pari a 5 mm/4 gg (Fig.12). Fig. 11 - Lettura di zero dell inclinometro SOLS4 21

Fig. 12 - Dati scaricati in data 11/12/18 dalla sonda a 12.5 m posta nell inclinometro SOLS4 22

1.1.3 Conclusioni Il dissesto del pendio di Sant Olcese interessa una zona in cui avviene il contatto tettonico tra le Unità Antola e Ronco: tale situazione ha determinato uno scadimento della qualità geomeccanica dei materiali coinvolti nello scivolamento della coltre detritica sul substrato argilloso/marnoso. Nel corso degli anni, il sito è stato sottoposto a diverse campagne di indagini, tese inquadrare i movimenti rilevati all interno di un quadro generale, comprensivo di informazioni geostratigrafiche e geomeccaniche. La tempistica dei movimenti è stata poi correlata con le informazioni pluviometriche desunte dalla rete OMIRL. In primo luogo, è stata effettuata, nel 2007, una campagna geognostica con cui si sono eseguiti i sondaggi SOLS1 e SOLS2, attrezzati a inclinometro. Tale campagna ha permesso di caratterizzare la frana nelle sue componenti principali. In particolare il sondaggio SOLS2, eseguito a carotaggio continuo fino alla profondità di 25 m, ha individuato una coltre franosa contenente livelli rocciosi brecciati per uno spessore di 6-7 m che sormonta un livello roccioso molto foliato e cataclasato a litologia argillosa fino a 13-14 m, passante più in profondità a un basamento con caratteristiche litotecniche migliori (Fig.13). Livello stratigrafico in cui si materializza la superficie di scorrimento Fig. 13 - Colonne stratigrafie di SOLS2 interessate dalla superficie di scorrimento (13.5m) Le proprietà litologiche e strutturali degli argilloscisti, unite alla relativa superficialità della falda, hanno favorito l innesco dello scivolamento lungo la superficie di taglio che a monte coincide esattamente con il contatto coltre detritica-basamento roccioso, mentre più a valle risulta maggiormente approfondita nel bedrock. Infatti l elaborazione dei dati inclinometrici ha consentito di individuare una prima zona di deformazione, localizzata alla profondità tra -5 e 7 m (SOLS1), e un secondo livello di deformazione alla profondità tra -12 e -15 m, evidente nell inclinometro posto a quota inferiore (SOLS2). Le evidenze dei dati fanno ritenere che le deformazioni possano far parte di 23

un unico piano di scivolamento, inclinato verso valle con direzione azimutale S-SW lungo la linea di massima pendenza che assume nell areale circostante il dissesto in direzione N un forte incremento (Figg.14 e 15). Fig.14 - Direzione di movimento dell area in frana che si sviluppa in prossimità dell abitato di Sant Olcese Fig.15 - DTM dell orografia del territorio di Sant Olcese: si osserva l elevata acclività con la presenza di incisioni vallive che accentuano il contrasto di quota 24

Nel luglio 2011, il versante in frana ove sono posizionati gli inclinometri è stato indagato con una prospezione geofisica al fine di verificare lo spessore della coltre in movimento (Fig.16). L indagine sismica invertita con tecnica tomografica è stata eseguita con uno stendimento strumentato di 45 metri e spaziatura intergeofonica pari a 3 metri, due energizzazioni esterne per ciascuna estremità e 3 energizzazioni all interno della linea. Con questa geometria si è raggiunta una profondità di indagine pari a circa 15 metri. L indagine sismica ha evidenziato la presenza del substrato litoide inclinato verso valle sormontato da circa 10 metri di coltre detritica. All interno della coltre è evidenziata la presenza di un elemento più rigido con una V p maggiore di quella circostante. L elaborazione ha inoltre verificato come il bedrock stabile sia presente a profondità maggiori da nord verso sud: ciò risulta coerente con quanto individuato dagli inclinometri circa la presenza del piano di scorrimento principale, contatto tra la coltre sovrastante e il basamento roccioso stabile, che risulta inclinato da monte verso valle (si approfondisce da -6 m a -13 m) e che coinvolge nel movimento anche un primo livello roccioso cataclastico. Infine i bassi valori superficiali della velocità sismica per uno spessore entro 4 m costituirebbero un primo strato insaturo, indicando quindi la presenza di una falda relativamente in superficie e presente in modo continuo. Fig. 16 -Sezione sismica tomografica del pendio in frana: si osserva il basamento roccioso stabile (giallo) che affonda da 6 m di profondità in prossimità di SOLS1 (a destra) fino a 12m di profondità i prossimità di SOLS2 (a sinistra). Nell ottobre 2018, nell ambito del PROGETTO POR FESR-5-5.1.4-0000002 - SVILUPPO DEL SISTEMA DI PREVENZIONE REGIONALE PER IL RISCHIO IDROGEOLOGICO E IDRAULICO, sono stati realizzati 4 sondaggi a distruzione di nucleo per l installazione di 2 25

piezometri (SOLS3P e SOLS4P) spinti rispettivamente fino alla profondità 15.00 e 10.00 m e 2 inclinometri spinti fino alla profondità 20.00 m (SOLS3 e SOLS4). Dall analisi dei cuttings di SOLS3 è stata ricostruita una stratigrafia così composta: fino a 0.50 m terreno vegetale, da 0.50 a 6.50 m è presente una coltre detritica, seguita dal substrato roccioso alterato fino ad una profondità di 9.00 m. Al di sotto e fino a fondo foro è presente il substrato roccioso argillitico (Fig.17). Fig. 17 -Stratigrafia ricostruita dai cuttings per i sondaggi SOLS3 e SOLS4. Dall analisi dei cuttings di SOLS4 è stata ricostruita una stratigrafia così composta: fino a 0.50 m terreno vegetale, da 0.50 a 9.00 m è presente una coltre detritica, seguita dal substrato roccioso alterato fino ad una profondità di 11.50 m. Al di sotto e fino a fondo foro è presente il substrato roccioso argillitico (Fig.17). Durante l esecuzione della perforazione è stata inoltre richiesta l esecuzione di alcune prove Standard Penetration Test; tale prova consente di determinare la resistenza che un terreno offre alla penetrazione dinamica di un campionatore infisso a partire dal fondo di un foro di sondaggio. 26

L attrezzatura utilizzata per l esecuzione della prova S.P.T. è stata quella di dimensioni standard (Raccomandazioni A.G.I. per la programmazione e l esecuzione delle indagini geotecniche, 1977). I campioni prelevati alle profondità di 3, 6 e 9 m mediante campionatore Raymond, debitamente sigillati ed etichettati sono stati portati al Laboratorio RINA Consulting GET Srl di Genova per essere sottoposti alle seguenti prove di laboratorio: Analisi granulometriche complete per vagliatura per via umida e sedimentazione aerometrica Prova di laboratorio per la quantificazione dei limiti di Atterberg Prova di laboratorio per la quantificazione del contenuto d'acqua dei campioni prelevati per la misura di densità in sito Le prove geotecniche sono finalizzate alla caratterizzazione della coltre franosa nella parte più superficiale fino a -9 m di profondità, livello stratigrafico in cui si riscontra il piano di scivolamento della frana di S, Olcese. Considerando la stratigrafia ricostruita dai cuttings si evince che i campioni C1 e C2 sono relativi alla coltre detritica superficiale, mentre il campione C3 si trova al contatto fra coltre di alterazione e substrato roccioso. Di seguito si propongono le curve granulometriche dei materiali alle profondità di 3, 6 e 9 m e i risultati delle prove di laboratorio (Figg.18, 19 e 20). Fig. 18 - Curva granulometrica e definizione dello stato fisico-geotecnico del campione C1 a -3m di profondità. Fig. 19 - Curva granulometrica e definizione dello stato fisico-geotecnico del campione C2 a -6m di profondità. 27

Fig. 20 - Curva granulometrica e definizione dello stato fisico-geotecnico del campione C3 a -9m di profondità. Dall analisi della curva granulometrica per i tre campioni, si evince la preponderanza soprattutto per C2 e C3 della porzione incoerente (non risulta infatti che ci sia una porzione <0.075 mm, quindi non è stata eseguita la determinazione tramite sedimentazione). Per quel che concerne il contenuto naturale di acqua, esso è maggiore nel campione C1 (quello più superficiale), l unico ad avere una curva granulometrica che esprime una buona gradazione. L analisi dei limiti di Atterberg ha evidenziato una plasticità molto scarsa e la propensione comune al materiale che costituisce tutti i campioni ad esprimere un comportamento fragile, quindi non plastico-reologico. Sulla base dei valori dei Limiti di Atterberg e del contenuto naturale di acqua è stato calcolato anche l indice di consistenza (IC), così definito: Campione Indice di consistenza C1 I C = 1.80 C2 I C =1.98 C3 I C =2.07 28

Il valore dell indice di consistenza è indicativo di un materiale a comportamento solido (I c >1). Pertanto, il materiale è caratterizzato a livello geotecnico soltanto con i parametri tipici dei materiali incoerenti (angolo di attrito, densità relativa, modulo di Young, modulo edometrico, modulo dinamico di taglio), ritenendo trascurabile l effetto della coesione (Fig. 21). La tabella che segue riassume i parametri geotecnici deducibili da questo tipo di prove mediante correlazioni matematiche ampiamente testate e utilizzate, che sono state poi mediate fra loro. Angolo di attrito (gradi sessagesimali) Densità relativa (in percentuale) Modulo di Young (espresso in kg/cm 2 ) Modulo edometrico (espresso in kg/cm 2 ) Modulo dinamico di taglio (espresso in t/m 3 ) Inoltre è stato stimato da fonti bibliografiche il peso di volume (t/m 3 ) relativo alle tre unità stratigrafiche individuate. Strato Peso di volume Angolo di attrito Densità relativa Modulo di Young Modulo edometrico Modulo dinamico di taglio A 1.8 26,9 43.72 839.83 75.28 4057.89 B 1.9 26,9 54.42 1063.87 135.12 8257.51 C 2.1 33,2 70.67 1367.80 217.40 13521.76 Fig. 21- parametri geotecnici per la coltre franosa di Sant Olcese, In sintesi l Indice di plasticità della coltre franosa, costituita da ghiaia limosa con sabbia, classifica il materiale come poco plastico, anche a profondità superiori al livello stratigrafico in cui si verifica lo scorrimento della frana: la coltre franosa è caratterizzata quindi dal solo angolo di resistenza al taglio per quanto riguarda la stabilità, essendo praticamente assente la componente argillosa, in grado di incrementare le forze di resistenza con la coesione interna. Inoltre la prova per definire i Limiti di plasticità e di liquidità mostra come sia necessario un quantitativo di acqua 29

modesto per attivare in modo plastico o fluido il materiale, nonostante al momento del campionamento la quantità di acqua naturale fosse ben al di sotto del limite di plasticità. In sostanza alla profondità di 9 m, che corrisponde alla zona critica per quanto riguarda il piano di scivolamento, il materiale sarebbe soggetto sempre o quasi a condizioni di saturazione ed essendo il limite di liquidità così basso, il versante si troverebbe sempre in condizioni di attività. Le deformazioni sono il risultato di un movimento che fino ad oggi è avvenuto per scivolamento lungo un piano di taglio localizzato tra -6 m e -13 m di profondità e che coincide circa con il tetto del basamento roccioso (Fig.22). Fig.22 - Sezione della frana di Sant Olcese Il trend di spostamento della frana nel periodo 2008-2017 ha raggiunto valori globali pari a 120 mm e 170 mm in direzione S con una velocità media di circa 15 mm/anno (18 mm a valle e 13 mm a monte). Di particolare rilevanza appare la notevole accelerazione che il versante ha subito nel biennio 2013-2015: la lettura del 2014 ha fatto osservare un incremento nella zona di monte pari a 55 mm/anno e nella zona di valle pari a 78 mm/anno con valori complessivi. La velocità media della frana di Sant Olcese, quindi, sulla base di questi dati ha subito un notevole incremento arrivando a circa 24 mm/anno (28 mm/anno nella zona di valle e 20 mm a monte). La lettura del novembre 2015 ha fatto registrare un ulteriore incremento del movimento franoso nella zona di monte mentre nella zona di valle si è registrata la rottura dell inclinometro. Negli anni 2016 e 2017 si è assistito ad ulteriori incrementi nella zona di monte, meno importanti rispetto ai precedenti, complessivamente pari a circa 20 mm, che hanno comportato una sostanziale decelerazione del fenomeno e un riallineamento del movimento complessivo al trend di spostamento le condizioni cinematiche non sono mutate e pertanto il fenomeno franoso rimane 30

classificato come scorrimento attivo. Il cinematismo della frana si sviluppa attraverso una pulsazione stagionale (Fig. 23) con incrementi e stasi che comprendono sempre i mesi estivi e un possibile allargamento ai mesi primaverili o autunnali con la conseguenza che le riattivazioni autunno-invernali possono subire anticipazioni o posticipazioni. Inoltre si deve considerare che le stasi stagionali estive osservabili dal 2008 al 2011 non sono più visibili nel 2012 e 2013 in cui si registra una progressione costante della deformazione senza che si rilevi alcuna pausa negli spostamenti. Confrontando il cinematismo nei due inclinometri si può osservare come il periodo iniziale (febbraio 2008-marzo 2010) sia stato caratterizzato da un andamento della deformazione concorde nei due inclinometri, mentre dal 2011 si è visto un progressivo aumento della velocità nella zona di valle rispetto a quella di monte, per arrivare a una situazione di rottura del pendio evidente nelle ultime letture 2014 e 2015 con un vistoso aumento dei valori della deformazione. Negli anni successivi 2016 e 2017 si assiste ad una decelerazione del fenomeno. Fig. 23 - Velocità delle deformazioni Nel 2018, con la messa in opera delle sonde automatiche in SOLS3 e SOLS4 (perforati in prossimità di, rispettivamente, SOLS1 e SOLS2) si rileva una sostanziale immobilità della sonda a - 6.5 m (SOLS3) e, invece, un movimento in quella posta a -12.5 m (SOLS4). Ulteriori letture permetteranno di chiarire la dinamica del movimento (scarico automatico dei dati che coprono il periodo 26/10/2018 11/12/2018 con registrazione dei movimenti a cadenza giornaliera). 31

Per quello che riguarda il ruolo dell acqua sotterranea nella movimentazione della frana, i dati relativi si riferiscono alle misure effettuate durante l esecuzione dei sondaggi: la falda è stata intercettata intorno a -4.5 m a monte, ove è stato messo in opera l inclinometro SOLS1 mentre più a valle nel foro di SOLS2 intorno a -6.2 m. Tenendo in considerazione tali valori, sono state effettuate in contemporanea con i cicli di letture inclinometriche le misure freatimetriche nei tubi sopra indicati, che hanno mostrato una certa coerenza con le misure eseguite durante l esecuzione dei sondaggi. Dato che le letture freatimetriche eseguite negli inclinometri non sono da ritenere affidabili (trattandosi di tubi ciechi cementati a fondo foro e quindi non adatti per il monitoraggio della falda), sono stati messi in opera due piezometri (SOLS3P e SOLS4P), da attrezzare con sonde freatimetriche automatiche. La lettura eseguita in data 12/10/2018 ha individuato la superficie di falda rispettivamente a - 3.79 m nella zona di monte (SOLS3P) e -7.93 m nella zona di valle (SOLS4P), entrambe al di sopra della superficie di scivolamento: ne segue che Il sottosuolo ove sono localizzate le deformazioni risulta essere sempre saturo e questa situazione si ripresenta sempre nell arco dell anno. Il rapporto tra eventi meteorici e movimenti del versante dal 2008 al 2017 è descritto nei grafici seguenti (Figg. 24, 25 e 26): - anno 2008: cumulate mensili ed eventi estremi di non particolare intensità distribuite nell anno e pulsazione della frana con spostamenti e stasi collegati agli eventi meteorici; - anno 2009: pulsazione della frana con spostamenti ancora limitati e stasi prolungate a buona parte dell anno, che risulta soggetto a piogge di normale intensità nei mesi invernaliprimaverili mentre in autunno si registra un novembre anomalo con una cumulata di 579 mm ed eventi estremi con fenomeni meteorici di 238 mm/2gg; - anno 2010: continua la pulsazione della frana con spostamenti invernali e autunnali e stasi estive in funzione di eventi piovosi, che risultano particolarmente prolungati e intensi nell autunno con un massimo pluviometrico nel mese di ottobre pari a 206 mm/1g, determinato dalla perturbazione che ha causato l evento alluvionale di Sestri Ponente (4 ottobre); - anno 2011: normale attività della frana in funzione di precipitazioni normali per tutto l anno, che termina con l anomalia del mese di novembre con una cumulata pari a 619 mm di pioggia di cui 466 mm caduti nell arco di una giornata. Tale situazione ha risentito dell evento alluvionale di Genova (4 novembre 2011 - Rio Fereggiano), senza però causare alcun incremento sostanziale nel corpo di frana; - anno 2012: l anno è caratterizzato da precipitazioni modeste (solo in autunno si verificano fenomeni degni di nota) con una bassa attività della frana che produce limitati spostamenti; - anno 2013: incrementi continui degli spostamenti nel corso dell anno che non risulta abbondante di precipitazioni, ad eccezione del periodo autunnale in cui si verifica una 32

cumulata mensile nel mese di dicembre pari a 405 mm e una serie di 6 giorni con 365 mm di pioggia; - anno 2014: l attività della frana subisce un notevole aumento con il maggior spostamento in risposta agli eventi precipitativi prolungati e intensi, localizzati nel mesi invernali e autunnali. Il periodo dicembre 2013 - febbraio 2014 è stato caratterizzato da valori superiori a 1300 mm e i mesi di ottobre - novembre 2014 con quantitativi pari a 1218 mm di pioggia. L anno ha nuovamente visto un evento alluvionale per quanto riguarda il torrente Bisagno e Rio Fereggiano e in relazione a questo evento anche la stazione meteo di Sant Olcese ha registrato più di 500 mm di pioggia caduti in 2 giorni (9 e 10 ottobre); - anni 2015, 2016 e 2017: nonostante gli anni si caratterizzino per valori modesti di precipitazione, la rottura del pendio prosegue con valori elevati nel 2015, per poi decelerare nel 2016 e 2017. Da segnalare il giorno del 13 settembre 2015 che ha fatto registrare un evento quasi alluvionale del Bisagno con 163 mm di pioggia caduti in circa 4 ore. - anno 2018: si caratterizza come un anno abbastanza piovoso, in particolar modo si segnalano oltre 321 mm/3gg giorni (27-29 ottobre), che hanno determinato uno spostamento di 1.5 cm (5 mm/4gg) registrato dalla sonda automatica in SOLS4. Ad oggi, quindi, l influenza degli eventi meteorici sul versante sembra alta, e comunque sarebbe una concausa importante al dissesto unitamente alle scadenti qualità geomeccaniche del substrato, alla presenza di una falda a circa 3 m dalla superficie e alla elevata acclività del pendio in forte contrasto di quota con l incisione valliva. L installazione delle sonde automatiche ha permesso un confronto con le pluviometrie su base giornaliera e l analisi dei primi dati sembrerebbe confermare quanto affermato sopra: in particolare lo spostamento di 5 mm/4gg sembra essere avvenuto in prossimità di un picco giornaliero di 75 mm di pioggia (10/11/2018). Tuttavia, rimane da valutare il ruolo del periodo piovoso immediatamente precedente, caratterizzato da 321 mm/3gg (27-29 ottobre 2018), che potrebbe aver caricato il versante con un conseguente spostamento ritardato nel tempo. Nel corso del 2019 scaricando altri dati si potrà chiarire il cinematismo della frana. 33

Fig. 24 Andamento pluviometrico mensile, eventi pluviometrici estremi 1-5gg (stazione VICOMORASSO) e letture inclinometriche SOLS2 periodo 2008-2014 (rottura inclinometro). Fig. 25 Andamento pluviometrico mensile, eventi pluviometrici estremi 1-5gg (stazione VICOMORASSO) e letture inclinometriche SOLS1 periodo 2008-2018 (rottura inclinometro) 34

Fig. 26 Andamento pluviometrico giornaliero (stazione VICOMORASSO) e letture inclinometriche automatiche SOLS3 e SOLS4 periodo ottobre- dicembre 2018. La stima dei contributi di ricarica alle acque sotterranee (cfr. Allegato 1) mostra, da una prima analisi dei dati disponibili (periodo gennaio 2008 dicembre 2016), molteplici contributi indicativamente tra i 400 e 500 mm piuttosto ben distribuiti nel tempo tra l autunno 2009 e l autunno 2014. Dal 2015 si hanno episodi di minore entità (tra i 100 ed i 200 mm per episodio) sempre piuttosto ben distribuiti nel tempo. La deformazione attiva del fenomeno franoso, registrata in profondità dagli inclinometri, ha determinato in superficie una morfologia in subsidenza nella zona di monte mentre nella zona ove è posizionato l inclinometro SOLS2 è visibile un rigonfiamento del terreno con evidenti irregolarità. Il dissesto in atto è reso ancora più evidente dal crollo di una sezione del muretto a secco presente a monte di SOLS1 (Fig.27), rilevato durante l effettuazione della lettura del 25 novembre 2011. Lo scorrimento della coltre superficiale verosimilmente si sarebbe verificata a seguito dell evento alluvionale del 5 novembre 2011 che ha colpito Sant Olcese e Genova. 35

Fig. 27 - La zona di monte della frana e la posizione di SOLS1 con il piano campagna in subsidenza prima del crollo (a sinistra) e dopo l evento alluvionale. Un ulteriore segno superficiale del dissesto in atto è stato osservato in data 11/12/2019, in concomitanza dello scarico dei dati automatici: infatti immediatamente a valle di SOLS4 si è verificato un notevole incremento della deformazione con taglio del versante e sviluppo di fratture di trazione anche a valle nella zona degli interventi idraulici. Le dimensioni della rottura del pendio sono notevoli e si possono riassumere in circa 50 m di lunghezza della frattura di trazione trasversale allo sviluppo del versante, uno sviluppo longitudinale di difficile quantificazione per la presenza di tagli in vari punti della zona denudata dalla cantierizzazione, un rigetto della frattura di circa 1 m e apertura di circa 10-30 cm (Fig. 28). Fig. 28 - La zona a valle di SOLS4 sviluppa una frattura di trazione di circa 50 m di lunghezza. 36

I dati interferometrici (desunti dal sito Ambiente in Liguria della Regione Liguria) evidenziano nel periodo 1992-2001 (dati ERS) e nel periodo 2003-2009 (dati ENVISAT) una sostanziale stabilità degli edifici attorno al perimetro della frana con una velocità media annua intorno al millimetro. Peraltro si deve evidenziare la presenza di un PS, localizzato attorno al perimetro della frana in oggetto e selezionato con dati ERS nel periodo 1992-2001, che mostra un movimento superiore a 6 mm/anno. Tale dato, anche in considerazione del fatto che il PS si trova al limite con la zona in deformazione e quindi soggetto ai movimenti in senso limitato, si può considerare in modo concorde con quanto rilevato dalle letture inclinometriche che hanno fatto osservare una velocità del pendio di 10-15mm/anno nel periodo 2008-2013, mentre negli anni 2014-2015 si è registrata una impennata dei valori arrivando complessivamente ad una media di 24 mm/anno. Nel corso del 2017 e 2018 si è osservata nuovamente una velocità pari a circa 10 mm/anno, con un riallineamento ai periodo 2008-2013. 37