L industria biotecnologica italiana e il commercio estero di prodotti biomedicali *



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L industria biotecnologica italiana e il commercio estero di prodotti biomedicali * Nel corso dell ultimo decennio le biotecnologie, ossia l applicazione di principi scientifici, biologici e di ingegneria genetica alla produzione di beni e servizi, hanno conosciuto un evoluzione e una diffusione planetaria. I progressi nella ricerca scientifica, ed in particolare gli studi sul DNA o di biologia molecolare, hanno favorito sia l affermarsi di metodologie produttive innovative sia lo sviluppo di nuovi prodotti e servizi biotecnologici, in settori industriali non solo strettamente attinenti all ambito chimico-farmaceutico. Scopo del presente lavoro è analizzare la proiezione internazionale del segmento in cui le biotecnologie si sono sviluppate - la produzione di beni per la cura della salute - e contribuire al dibattito corrente sulle opportunità commerciali nel settore. Inoltre tenuto conto che l Italia rappresenta uno dei più grandi mercati mondiali in termini di domanda farmaceutica e considerate le sostenute dinamiche di crescita del settore delle biotecnologie per la cura della salute, nel lavoro vengono analizzati il posizionamento sui mercati internazionali dell industria biotecnologica italiana e le dinamiche dei flussi di interscambio, offrendo in tal mondo ulteriori spunti di riflessione. BIOTECNOLOGIE: UN QUADRO DI INSIEME A livello internazionale, le biotecnologie hanno favorito la nascita di segmenti di mercato ad alto potenziale, per la maggior parte ancora inesplorati, caratterizzati da ingenti investimenti in ricerca e sviluppo e da produzioni ad elevato valore aggiunto. Sebbene investito nella sua componente finanziaria dalle turbolenze della crisi economica internazionale, il comparto delle biotecnologie si è mantenuto dinamico, grazie anche alla crescente importanza acquisita da alcune grandi economie di recente industrializzazione. Anche in Europa, le biotecnologie costituiscono un settore in forte espansione, come testimoniato dal crescente peso percentuale dei brevetti dedicati allo sviluppo di queste nuove attività sul totale delle richieste registrate nell area Ocse (figura 1). In particolare, dal 2001 il segmento biotech terapeutico - diagnostico è cresciuto ad un tasso medio annuo del 15 per cento, di due volte superiore a quello della farmaceutica tradizionale (EuropaBio, 2011). In Italia, il settore sembra rafforzarsi in termini di fatturato e maggiormente strutturarsi in termini di filiera, con l intensificarsi dei legami tra aziende, industrie, centri di eccellenza, parchi scientifici e strutture di ricerca. In base agli ultimi dati del rapporto annuale - curato da Ernst&Young, Assobiotec, Farmindustria e ICE - sul sistema delle imprese biotecnologiche italiane, nel 2010 esistevano 375 imprese. L industria italiana appare in larga parte dominata dalle cosiddette red biotech, ossia quelle imprese attive nel settore cura della salute, che rappresentano quasi il 60 per cento del * Redatto da Elisa Sovarino, Area Studi, Ricerche e Statistiche, ICE - Agenzia per la promozione all'estero e l'internazionalizzazione delle imprese italiane (in gestione transitoria ex L. 214/2011) 1

totale. Accanto a queste, l industria conta una nutrita popolazione di imprese che hanno applicato le conoscenze acquisite nei settori di origine a nuovi campi, quali il restauro, lo smaltimento dei rifiuti e l agroalimentare1. Le stesse indagini inoltre evidenziano come l 84 per cento del fatturato complessivo del 2010 sia ascrivibile al segmento biotecnologico terapeutico - diagnostico e come dei 237 prodotti biotecnologico in varie fasi di sviluppo clinico, ben 32 sono frutto delle attività delle imprese farmaceutiche a capitale italiano. Non di poca rilevanza, in un ottica futura, è quindi il numero di prodotti ancora non commercializzati, in quanto al vaglio delle autorità competenti, che si avviano a concludere la sperimentazione clinica. L eccellenza italiana nelle biotecnologie trova riscontro anche nella tendenza di grandi multinazionali della cura della salute all outsourcing e all acquisizione di tecnologie sviluppate da parte delle nostre aziende biotech (Rapporto sulle Biotecnologie in Italia, 2011). Gli ultimi dati sugli investimenti diretti esteri in entrata, evidenziano come il 10% del fatturato totale delle partecipate italiane nel manifatturiero proviene proprio dagli investimenti nella fabbricazione di prodotti farmaceutici di base e preparati (tavola 1). 1 Per ulteriori approfondimenti si rimanda al Rapporto sulle Biotecnologie in Italia, Ernst&Young, Assobiotec, Farmindustria e ICE 2011. 2

Tavola 1- Imprese italiane a partecipazione estera (Numero di addetti, fatturato, valori in milioni di euro e composizioni percentuali) FATTURATO Distribuzione percentuale Valore(a) Addetti Fatturato 2005 2006 2007 2008 2009 2009 tcma(b) 04-09 Attività manifatturiere 2.483 496.092 46,1 45,4 42,8 42,5 39,0 172.246-2,7 Fabbricazione di prodotti farmaceutici di base e di preparati farmaceutici 106 37.340 3,9 3,7 3,5 3,4 3,9 17.440 1,6 Totale (c) 7.788 924.211 398,7 429,8 480,8 501,0 442,1 442,1 3,0 (a) In milioni di euro (b)tasso di crescita medio annuo (c) Miliardi di euro per il fatturato totale Fonte: ICE-REPRINT 2010 ASPETTI METODOLOGICI Caratterizzandosi per un elevato contenuto innovativo e fondandosi sulle attività di ricerca, le biotecnologie hanno creato opportunità di mercato ancora inesplorate. Tale caratteristica tuttavia, unita alla difficoltà di identificazione di un vero e proprio bene finale, non rende agevole la misurazione empirica dell interscambio di prodotti biotecnologici. Ciò che differenzia un prodotto biomedicale dai tradizionali beni per la cura della salute è incorporato nelle peculiari tecnologie di produzione; in aggiunta, il medesimo prodotto può essere destinato ad usi differenti. Ai fini di questa analisi sono state considerate le voci merceologiche più elementari, identificando per tale via un insieme di beni riconducibili al solo comparto biotecnologico della salute. Per poter procedere ad un confronto internazionale sono stati quindi raccolti ed elaborati i dati relativi all interscambio di beni terapeutico diagnostici che, per il tipo di tecnologia impiegata nel processo produttivo, possono essere considerati una proxy della produzione dell industria biotecnologica 2. In particolare è stato analizzato l interscambio internazionale e dell Italia di alcuni prodotti di punta del settore, rappresentanti le aree primarie di utilizzo nel segmento cura della salute ossia la farmaceutica, la diagnostica e i vaccini. Per l analisi dei flussi commerciali di prodotti di origine biotecnologica comunemente utilizzati a fini terapeutici o diagnostici si è fatto 2 Una ulteriore precisazione si rende necessaria e riguarda la definizione di industria biotecnologica. Tenuto conto che i caratteri identificativi di un industria sono al centro di un ampio dibattito e delle posizioni di alcuni studiosi, per cui una definizione adeguata di industria deve fare riferimento simultaneamente al tipo di bisogno soddisfatto dai beni e alle caratteristiche tecnologiche del processo produttivo, nel presente lavoro l industria biotecnologica red viene identificata con quei prodotti (farmaci, terapeutici e diagnostici) che impiegano ormoni, proteine, enzimi, anticorpi e altre sostanze naturali prodotte dall organismo umano o che subiscono processi di trasformazione basati su specifiche tecniche (come la fermentazione, la DNA/RNA o la biologia molecolare), la cui finalità è rispondere a bisogni di profilassi, di diagnosi o cura della persona. 3

riferimento al sottocapitolo HS 3002 del Sistema Armonizzato Preparati per usi terapeutici, profilattici o diagnostici che comprende i prodotti immunologici modificati come tossine, microrganismi, frazioni del sangue e sieri specifici per la produzione di vaccini, trattamenti o test diagnostici. Per l analisi dei flussi commerciali di prodotti farmacologici di origine biotecnologica si è invece fatto riferimento al sottocapitolo HS 2937 Ormoni naturali o riprodotti per sintesi e derivati utilizzati principalmente come ormoni - all interno del quale vengono classificati i prodotti, ottenuti da proteine ricombinanti, come l insulina, e varie tipologie di farmaci tra cui gli antiflogistici, gli antipiretici e gli analgesici. A questi due insiemi di merci ci si riferisce nel corso del presente lavoro come prodotti biotecnologici. Il MERCATO MONDIALE DI PRODOTTI BIOMEDICALI, TERAPEUTICI E DIAGNOSTICI Il commercio mondiale di prodotti biotecnologici per la cura della salute ha fatto registrare, negli ultimi anni, un rilevante incremento. A dominare il mercato sono principalmente i paesi avanzati, per lo più europei (tavola 2). Analizzando in primo luogo i prodotti di origine biotecnologica utilizzati in terapia e in diagnostica, il 60 per cento circa delle esportazioni mondiali si concentra in tre soli paesi: Svizzera, Germania e Stati Uniti. Questi, unitamente a Belgio, Regno Unito e Francia, alimentano anche buona parte della domanda mondiale, con importazioni di poco al di sotto al valore delle esportazioni. Tavola 2- Principali esportatori ed importatori mondiali di Preparati per usi terapeutici, profilattici o diagnostici (Valori in milioni di euro, peso e variazioni percentuali) Esportazioni Importazioni Graduatoria 2008 2009 2010 Quote Var. 2009-2010 Graduatoria 2008 2009 2010 Quote Var. 2009-2010 1 Svizzera 9.420 10.290 12.496 20,9 21,4 1 Germania 7.931 8.961 10.532 19,6 17,5 2 Germania 8.014 9.126 11.650 19,5 27,7 2 Stati Uniti 3.660 4.386 5.948 11,1 35,6 3 Stati Uniti 7.652 9.561 9.709 16,2 1,6 3 Belgio 2.111 3.849 4.870 9,1 26,5 4 Belgio 3.949 6.754 6.607 11,1-2,2 4 Regno Unito 2.183 2.766 3.336 6,2 20,6 5 Irlanda 1.704 3.432 4.283 7,2 24,8 5 Svizzera 2.893 2.584 3.166 5,9 22,5 6 Francia 1.949 2.764 3.530 5,9 27,7 6 Giappone 1.284 1.860 2.750 5,1 47,9 7 Regno Unito 1.746 2.008 2.802 4,7 39,5 7 Italia 2.330 2.628 2.656 4,9 1,1 8 Austria 1.547 1.637 1.666 2,8 1,8 8 Francia 1.407 2.161 2.514 4,7 16,3 9 Danimarca 952 1.056 1.183 2,0 12,1 9 Brasile 931 1.137 1.954 3,6 71,8 10 Italia 832 1.158 1.133 1,9-2,2 10 Canada 1.156 1.381 1.795 3,3 30,0 11 Canada 507 761 988 1,7 29,8 11 Spagna 1.363 1.570 1.607 3,0 2,4 12 Spagna 586 640 672 1,1 4,9 12 Russia 873 819 1.084 2,0 32,4 13 Paesi Bassi 467 975 648 1,1-33,6 13 Austria 768 973 1.061 2,0 9,1 14 Svezia 383 333 332 0,6-0,6 14 Cina 381 572 904 1,7 57,9 15 Giappone 172 213 294 0,5 38,4 15 Messico 658 663 854 1,6 28,8 16 Corea del Sud 159 237 246 0,4 3,7 16 Australia 448 517 627 1,2 21,3 17 Australia 140 150 178 0,3 18,6 17 Turchia 474 490 615 1,1 25,5 18 Singapore 18 20 160 0,3 712,0 18 Svezia 402 514 614 1,1 19,5 19 India 126 164 152 0,3-7,1 19 Paesi Bassi 718 602 595 1,1-1,2 20 Cina 39 62 118 0,2 89,7 20 Corea del Sud 382 450 550 1,0 22,2 Mondo* 41.021 52.114 59.789 14,7 Mondo 36.203 43.573 53.709 23,3 * Il Commercio Mondiale è approssimato, in mancanza di dati ufficiali aggiornati, sommando le esportazioni di 49 paesi (quelli dell'ue 27 più Argentina, Australia, Brasile, Canada, Cile, Cina, Colombia, Corea del Sud, Filippine, Giappone, Hong Kong, Indonesia, Malaysia, Messico, Norvegia, Nuova Zelenda, Perù, Stati Uniti, Sudafrica, Svizzera, Taiwan e Turchia). Fonte: elaborazioni su dati Eurostat e Istituti nazionali di Statistica 4

Anche per quanto concerne i biomedicinali (tavola 3), i primi posti della graduatoria sono presidiati da paesi avanzati, grandi produttori di farmaceutici in cui operano le principali multinazionali del settore. È questo il caso degli Stati Uniti e della Svizzera, ma anche di Francia e Germania. Per entrambe le categorie di prodotto, negli ultimi anni è possibile osservare un marcato aumento dei valori di importazioni ed esportazioni anche per quanto riguarda alcune economie di recente industrializzazione. Cina, Giappone, Singapore e Corea del Sud hanno, infatti, sensibilmente incrementato sia le proprie produzioni, che i propri acquisti tra il 2008 e il 2010. Tavola 3 - Principali esportatori ed importatori mondiali di Ormoni naturali o riprodotti per sintesi e derivati (Valori in milioni di euro, peso e variazioni percentuali) Esportazioni Graduatoria 2008 2009 2010 Quote Var. 2009-2010 Graduatoria 2008 2009 2010 Quote Var. 2009-2010 1 Stati Uniti 1.411 1.591 1.692 20,9 6,3 1 Francia 1.216 1.286 1.805 18,4 40,3 2 Svizzera 906 1.236 1.557 19,2 26,1 2 Belgio 960 1.279 1.735 17,7 35,7 3 Belgio 579 252 734 9,1 191,5 3 Austria 431 872 1.317 13,4 51,0 4 Regno Unito 282 630 662 8,2 5,0 4 Germania 684 797 919 9,4 15,2 5 Irlanda 295 193 532 6,6 175,8 5 Italia 510 579 841 8,6 45,3 6 Svezia 503 464 495 6,1 6,6 6 Stati Uniti 1.198 910 751 7,7-17,5 7 Cina 235 294 388 4,8 31,6 7 Svizzera 469 300 687 7,0 129,4 8 Danimarca 191 259 300 3,7 15,8 8 Irlanda 136 197 378 3,9 92,1 9 Paesi Bassi 250 309 288 3,6-6,8 9 Regno Unito 124 78 272 2,8 246,6 10 Singapore 176 435 263 3,2-39,6 10 Brasile 115 119 180 1,8 51,4 11 Italia 180 182 228 2,8 25,3 11 India 73 99 113 1,1 13,6 12 Germania 238 214 227 2,8 6,2 12 Giappone 93 141 104 1,1-26,2 13 Francia 216 185 185 2,3 0,1 13 Canada 71 71 98 1,0 37,0 14 Austria 47 50 163 2,0 224,5 14 Messico 96 87 78 0,8-9,6 15 Spagna 45 49 63 0,8 29,3 15 Australia 38 44 73 0,7 64,4 16 India 24 35 53 0,6 52,1 16 Spagna 188 576 62 0,6-89,2 17 Argentina 34 38 49 0,6 27,3 17 Paesi Bassi 43 63 56 0,6-11,3 18 Ungheria 34 33 47 0,6 42,6 18 Singapore 39 15 41 0,4 166,1 19 Messico 47 51 38 0,5-26,2 19 Argentina 25 23 32 0,3 37,0 20 Giappone 10 23 28 0,3 18,7 20 Svezia 23 20 29 0,3 40,8 Mondo* 5.768 6.611 8.103 22,6 Mondo 6.762 7.800 9.801 25,7 Fonte: elaborazioni su dati Eurostat e Istituti nazionali di Statistica Importazioni * Il Commercio Mondiale è approssimato, in mancanza di dati ufficiali aggiornati, sommando le esportazioni di 49 paesi (quelli dell'ue 27 più Argentina, Australia, Brasile, Canada, Cile, Cina, Colombia, Corea del Sud, Filippine, Giappone, Hong Kong, Indonesia, Malaysia, Messico, Norvegia, Nuova Zelenda, Perù, Stati Uniti, Sudafrica, Svizzera, Taiwan e Turchia). I valori assoluti dell interscambio vanno letti tuttavia con cautela poiché, anche se in misura minore rispetto ad altre categorie merceologiche, hanno risentito delle turbolenze provocate nel triennio di riferimento dalla crisi economica mondiale. Per tali motivi si è provveduto ad analizzare i flussi commerciali nel periodo 2001-2010, e da questa analisi è emerso uno scenario piuttosto articolato. La Figura 2 consente di valutare congiuntamente tre elementi: la variazione media annuale delle esportazioni dell intero comparto Prodotti farmaceutici di base e preparati (Ateco, CF 21), quella di Ormoni naturali o riprodotti per sintesi e derivati (HS 2937), e la quota di mercato dei principali 5

esportatori mondiali. Ne emerge una chiara immagine del posizionamento di mercato dei paesi prescelti rispetto ai principali concorrenti 3. Nota: La dimensione del cerchio rappresenta il peso medio delle esportazioni del prodotto di un paese sul totale delle esportazioni mondiali dello stesso nel periodo 2001-2010. La colorazione individua i paesi che Fonte: elaborazioni su dati Eurostat e Istituti nazionali di Statistica Nel mercato mondiale dei biofarmaci, solo sei paesi tra i venti maggiori esportatori (tra cui la Cina) hanno registrato negli anni 2001-2010 tassi di crescita medi più elevati rispetto al complesso della produzione farmaceutica mondiale, profilandosi dunque come protagonisti di questo settore. La 3 Due linee tratteggiate (rappresentanti la variazione media annuale mondiale delle esportazioni del comparto CF 21 e del prodotto considerato) dividono il piano del grafico in quattro quadranti, agevolando l individuazione dei mercati più dinamici. Il primo quadrante in alto a destra individua quei paesi che possono dunque definirsi come dinamici, in cui cioè sia le esportazioni del prodotto biotecnologico analizzato che le esportazioni del settore farmaceutico sono cresciute più della media. Mentre il terzo quadrante in basso a sinistra individua quei paesi che evidenziano performance inferiori alla media e dunque maggiormente esposti alla concorrenza. 6

Svizzera e i Paesi Bassi invece mostrano dei tassi di crescita delle esportazioni superiori alla media mondiale nel settore farmaceutico e di poco inferiori al resto dei paesi nei biofarmaci. L Italia, la Francia e la Danimarca, con performance al di sotto della media mondiale sia nella farmaceutica tradizionale che nelle produzioni di biofarmaci, hanno progressivamente perso quote di mercato a vantaggio di altri paesi. Anche il confronto tra i dati relativi alle esportazioni mondiali per il sottocapitolo HS 3002 in termini di variazioni medie annue evidenzia una dinamica differente dei principali esportatori mondiali del prodotto considerato. Il mercato dei prodotti di origine biotecnologica utilizzati in terapia, per la profilassi o per i rilievi diagnostici è dominato da Svizzera, Germania, Canada, Regno Unito e Irlanda, che registrano variazioni maggiori rispetto al tasso di crescita medio annuo del settore farmaceutico e un progressivo incremento della propria quota di mercato. Meno dinamiche appaiono invece l Italia, la Francia, l Austria e la Danimarca che, nonostante registrino incrementi maggiori nelle esportazioni di prodotti ottenuti mediante protocolli biotecnologici rispetto ai tradizionali, nel decennio di riferimento, hanno perso quote di mercato. Nota: La dimensione del cerchio rappresenta il peso medio delle esportazioni del prodotto di un paese sul totale delle esportazioni mondiali dello stesso nel periodo 2001-2010. La colorazione individua i paesi che hanno sperimentato un incremento (verde), una diminuzione (rosso) o una stazionarietà (giallo) della propria quota di mercato. Fonte: elaborazioni su dati Eurostat e Istituti nazionali di Statistica 7

LA PROIEZIONE INTERNAZIONALE DELL INDUSTRIA BIOTECNOLOGICA ITALIANA PER LA CURA DELLA SALUTE L analisi grafica delle dinamiche del mercato dei prodotti red fin qui condotta ha evidenziato scenari fortemente competitivi, di cui il nostro paese sembra pagare le conseguenze in termini di una diminuzione del proprio peso sulla scena internazionale. Il valore delle esportazioni di Preparati terapeutici, diagnostici e farmaci biotecnologici made in Italy è aumentato nel corso del tempo, ma si è comunque mantenuto inferiore rispetto ai valori importati. I dati più recenti indicano il permanere di tale squilibrio, e per quanto riguarda la quota, una progressiva erosione iniziata nel 2002 e acuitasi di recente (tavola 4). Tavola 4 - Biotecnologie per la cura della salute: le esportazioni italiane nel mondo (Pesi e Variazioni percentuali) Classi di prodotto Ormoni natuarali o riprodotti per sintesi e derivati Preparati per usi terapeutici, profilattici o diagnostici Quote di mercato 20012006 2010 Variazione media annua 2001-2010 4,3 3 2,8 2,4 2,8 2,3 1,9 13 Fonte: elaborazioni su dati Eurostat e Istituti nazionali di Statistica Ad eccezione di alcuni specifici prodotti, l industria biotecnologica italiana importa più di quanto esporti, presentando per la maggior parte dei prodotti saldi commerciali negativi (tavola 5). Il saldo normalizzato 4 mostra tuttavia una situazione alquanto eterogenea: se infatti, per particolari tipi di ormoni, maggiormente utilizzati nella produzione di biofarmaci per la cura di alcune malattie rare, endocrine e stati infiammatori, l Italia è importatore netto, minore è invece la dipendenza dalle produzioni estere per quanto concerne i preparati per la produzione di test di laboratorio, diagnostici e vaccini. 4 Il saldo normalizzato è dato dal rapporto percentuale tra il saldo commerciale e la somma di esportazioni ed importazioni. Può assumere un valore massimo pari a +100, nel caso in cui il paese sia esportatore netto di un dato prodotto, ovvero 100, nel caso in cui un paese sia importatore netto. 8

Tavola 5- Interscambio commerciale prodotti Anni 2009-2010 (Valori in milioni di euro e variazioni percentuali) Esportazioni Importazioni Saldi Indice di Grubel Assoluti Normalizzati -Lloyd 2009 2010 Var. 2009 2010 Var. 2009 2010 2009 2010 2009 2010 PRODOTTI - dettaglio HS 2937 Ormoni e proteine ricombinanti Ormoni, prostaglandine, trombossani e leucotrieni, naturali o riprodotti per sintesi e loro derivati 182,3 228,4 25,3 579,0 841,3 45,3-396,7-612,9-52,1-57,3 47,9 42,7 Somatropina e derivati 0,1 0,1-54,4 16,4 2,1-87,0-16,3-2,1-98,5-94,8 1,5 5,2 Ormoni Polipeptidici, Proteici, Glicoproteici e derivati 4,7 2,9-39,5 319,6 359,2 12,4-314,8-356,3-97,1-98,4 2,9 1,6 Estrogeni E Progestinici 29,4 39,2 33,6 12,9 19,6 51,4 16,4 19,6 38,8 33,4 61,2 66,6 Ormoni Della Catecolamina e derivati 1,7 1,4-21,1 1,0 1,1 3,5 0,7 0,3 24,8 11,8 75,2 88,2 Derivati Degli Ammino-Acidi 0,0 0,0 0,0 1,2 1,4 10,9-1,2-1,3-96,1-96,5 3,9 3,5 Prostaglandine, Trombossani, Leucotrieni e derivati 0,2 0,7 214,0 39,6 36,5-7,7-39,4-35,9-99,0-96,5 1,0 3,5 Ormoni Naturali O Riprodotti Per Sintesi e derivati 3,2 3,9 20,9 4,5 3,6-20,3-1,3 0,3-16,6 4,0 83,4 96,0 HS 3002 Preparati per usi terapeutici, profilattici o diagnostici Sieri specifici, altre frazioni del sangue, prodotti immunologici modificati, ottenuti mediante 522,7 547,0 4,6 2.087,8 2.214,5 6,1-1.565,1-1.667,5-60,0-60,4 40,0 39,6 procedimenti biotecnologici Sieri Specifici 1,0 5,2 428,9 620,5 560,3-9,7-619,6-555,1-99,7-98,2 0,3 1,8 Frazioni Del Sangue,Prodotti Immunologici Modificati, Anche Ottenuti Mediante Procedimenti 62,5 76,9 23,1 157,7 205,0 30,0-95,2-128,1-43,2-45,4 56,8 54,6 Biotecnologici, Da Sangue Umano Frazioni del sangue, prodotti immunologici modificati, ottenuti mediante procedimenti 5,3 1,9-63,4 475,8 449,2-5,6-470,5-447,3-97,8-99,1 2,2 0,9 biotecnologici da sangue animale Vaccini per la medicina umana 570,7 506,0-11,3 39,5 52,3 32,5 531,2 453,7 87,1 81,3 12,9 18,7 Vaccini per la medicina veterinaria 39,5 52,2 32,4 52,1 55,3 6,1-12,7-3,1-13,9-2,9 86,1 97,1 Colture di microrganismi (Escl. I Lieviti) 17,8 23,2 29,8 28,0 29,6 5,9-10,1-6,5-22,1-12,3 77,9 87,7 Tossine e prodotti simili 6,8 4,0-40,7 204,8 81,6-60,2-198,0-77,6-93,6-90,6 6,4 9,4 Fonte: elaborazioni su dati Eurostat e Istituti nazionali di Statistica Ulteriori considerazioni possono essere svolte analizzando l indice di Grubel Lloyd che misura l intensità di commercio intra-industriale 5. L elevato livello di dettaglio merceologico a cui si è potuto 5 Per commercio intra-industriale si intendono gli scambi tra due paesi di beni appartenenti allo stesso settore, distinguendo dunque questa forma di commercio dall interscambio di beni appartenenti a settori differenti. L indice di Grubel-Lloyd è l indicatore più utilizzato per l analisi empirica di tali flussi e si esprime come segue: i= prodotto L indice è stato oggetto di riflessione teorica e sono state proposte diverse modifiche per renderlo maggiormente esplicativo mettendone in discussione la capacità predittiva a livello aggregato. Tuttavia, ne viene generalmente riconosciuta la validità al massimo livello di disaggregazione merceologica offerto dalle statistiche disponibili ossia calcolando l indice di Grubel Lloyd a livello di singoli prodotti. Per maggiori approfondimenti si veda: Vona S. Un contributo allo studio del commercio orizzontale: verifiche di alcune ipotesi interpretative, Rassegna economica (1979) e Iapadre L. Come definire e misurare il commercio intra- 9

ricorrere per analizzare l interscambio commerciale italiano consente di individuare quelle produzioni in cui l industria biotecnologica italiana per la cura della salute appare essere maggiormente integrata nella filiera produttiva internazionale. Laddove infatti l indice assume valori prossimi al 100 per cento si è in presenza di un elevato traffico intra-industriale, in corrispondenza del quale il saldo normalizzato assume valori modesti e viceversa, nel caso in cui si sia in presenza di commercio intra-settoriale. Le tavole 6 e 7 descrivono la struttura geografica dell interscambio italiano, individuando i principali paesi verso cui l Italia esporta maggiormente e quelli da cui importa. Attraverso l indice di Grubel Lloyd è possibile individuare con quali paesi l Italia presenta un commercio di natura maggiormente intra-industriale. Tavola 6 - Interscambio commerciale dell'italia per prodotti HS 2937 Anni 2009-2010 (Valori in milioni di euro e variazioni percentuali) Saldo Commerciale Indice di Grubel Lloyd 2008 2009 2010 2008 2009 2010 Partner * 1 Svizzera -286,3-326,0-353,1 26,46 22,32 24,09 2 Belgio -18,8-21,7-175,1 5,54 10,00 1,17 3 Stati Uniti -23,2-42,9-87,0 59,21 52,02 44,08 4 Germania -21,6-27,7-27,9 59,14 50,43 49,63 5 Cina -29,5-29,9-40,7 3,73 5,53 4,02 6 Francia -9,5-8,8-10,8 55,59 54,95 55,66 7 Spagna -4,8 3,3 7,0 72,23 67,83 65,45 8 Singapore -9,5-14,1-16,0 19,90 20,31 3,26 9 Brasile 10,2 13,6 16,3 3,17 3,80 0,00 10 Giappone 6,5 5,8 9,2 4,06 5,92 1,85 11 Messico 2,3 2,3 2,3 68,89 71,43 73,03 12 India 2,8 3,1 6,4 42,21 23,48 23,42 13 Regno Unito 7,2 9,9 6,4 20,08 0,53 19,73 14 Canada 9,5 5,9 6,4 0,23 7,63 14,15 15 Paesi Bassi 1,8 1,9 1,5 69,72 64,97 77,06 16 Corea del Sud 4,5 4,3 5,2 2,70 2,97 0,00 17 Argentina 2,8 3,1 4,6 0 8,76 0 18 Irlanda 3,2 2,8 2,0 1,12 5,14 31,16 19 Turchia 0,18-0,86 2,7 99,9 48 99,9 20 Iran 2,2 2,8 2,7 0 0 0 Mondo -330,0-396,7-612,9 52,13 47,90 42,70 * Graduatoria ordinata in base ai valori in euro dell'interscambio totale dell'italia con il resto del mondo, per il 2010. Fonte: elaborazioni su dati Eurostat industriale: l attualità del contributo di Stefano Vona in Il commercio con l estero e la collocazione internazionale dell economia italiana, Banca d Italia (2003). 10

Osservando i dati relativi alla classe merceologica HS 2937 che comprende Ormoni naturali o riprodotti per sintesi e derivati, in corrispondenza di saldi commerciali negativi consistenti verso gli Stati Uniti, Germania e Francia, l indicatore di commercio industriale oscilla tra il 40 e il 56 per cento, indicando una moderata integrazione dell Italia nella catena produttiva internazionale (presumibilmente orientata alla lavorazione ed esportazione di beni intermedi importati successivamente come prodotti finiti). L indice di Grubel Lloyd dell Italia presenta valori elevati e prossimi al 100 per cento con i seguenti partner: Turchia, Paesi Bassi, Messico e Spagna, verso i quali inoltre il saldo commerciale è positivo. Tavola 7 - Interscambio commerciale dell'italia per prodotti HS 3002 Anni 2009-2010 (Valori in milioni di euro e variazioni percentuali) Partner* Saldo Commerciale Indice di Grubel Lloyd 2008 2009 2010 2008 2009 2010 1 Svizzera -843,4-994,9-976,3 3,36 1,88 1,73 2 Germania -144,7-285,1-262,1 79,84 60,94 63,03 3 Stati Uniti -433,9-401,0-440,2 0,89 1,38 12,06 4 Belgio -93,2-80,8-117,4 58,08 70,25 62,87 5 Francia -37,0-32,0-53,9 73,09 89,19 72,58 6 Paesi Bassi -15,9 61,0 73,8 78,44 63,71 43,03 7 Regno Unito 23,9 5,8-28,0 80,25 95,35 77,66 8 Austria -61,0-72,9-53,5 50,60 49,60 56,76 9 Spagna -21,3 24,0-23,6 78,97 85,37 75,88 10 Corea del Sud 68,7 71,5 90,9 4,73 0,82 0,44 11 Brasile 6,1 20,0 57,9 0,94 0,30 3,71 12 Argentina 2,9 4,1 52,7 0,00 0,00 0,00 13 Danimarca -37,4-46,1-45,7 1,93 1,14 3,73 14 Giappone 0,3-0,4-24,4 11,25 73,77 47,03 15 Taiwan 0,8 18,3 24,2 0,00 0,03 30,84 16 Turchia 5,1 54,5 5,7 0,00 11,20 82,20 17 Svezia 8,5 9,5 5,2 27,35 18,90 73,67 18 Iran 14,3 14,2 16,8 0,00 0,00 0,00 19 Grecia 10,2 27,9 16,0 0,00 0,00 0,00 20 India 10,6 18,1 10,4 31,34 7,56 15,03 Mondo -1.498,1-1.470,1-1.522,8 52,62 61,17 59,80 * Graduatoria ordinata in base ai valori in euro dell'interscambio totale dell'italia con il resto del mondo, per il 2010. Fonte: elaborazioni su dati Eurostat 11

DIREZIONE DEL COMMERCIO INTRAINDUSTRIALE Nonostante l analisi non indichi in maniera inequivocabile la direzione del commercio intraindustriale, è tuttavia possibile ricavarne un primo indizio leggendo congiuntamente le tavole e i grafici, discussi in precedenza, con i valori e il saldo dell interscambio italiano. Osservando ad esempio la classe merceologica HS 2937 e i flussi commerciali con gli Stati Uniti, è possibile notare come il disavanzo commerciale dell Italia si sia progressivamente ampliato negli ultimi anni. I valori dell indice di Grubel Lloyd segnalano un commercio con l Italia di natura prevalentemente intra-industriale, lasciando desumere, alla luce del saldo, che gli Stati Uniti importino preparati e semilavorati riesportando farmaci biotecnologici verso il nostro paese. Per quanto concerne la classe merceologica HS 3002, anche osservando i flussi con la Svizzera si possono svolgere considerazioni simili alle precedenti. La Svizzera infatti ha incrementato, nel periodo 2001-2010, le proprie esportazioni verso il resto del mondo in misura maggiore rispetto alle importazioni. Il saldo commerciale italiano verso la Svizzera, nell ultimo triennio, continua a mantenersi di segno negativo; tuttavia, l incidenza degli scambi intra-industriali tra l Italia e la Svizzera si è relativamente contratta. Rispetto al prodotto considerato dunque l industria svizzera, grande protagonista del mercato del farmaco, probabilmente trova integrazione nella filiera produttiva internazionale come fornitore di principi attivi ed elementi di base, trasformati altrove in vaccini, test diagnostici e prodotti terapeutici. Meritano attenzione inoltre le performance di Regno Unito, Canada, Turchia e Corea del Sud per i quali la crescita di esportazioni e importazioni è stata sostenuta negli ultimi anni e con i quali l interscambio italiano assume sempre più natura intra-industriale. CONCLUSIONI L analisi fin qui condotta mostra come alcuni paesi, detentori nel 2001 di ampie quote di mercato e di evidenti vantaggi competitivi nelle biotecnologie per la cura della salute, sembrano più di recente aver perso quote in favore di altri concorrenti. I consistenti incrementi annuali riportati dal valore dei flussi commerciali di alcune economie di recente industrializzazione indicano infatti come tali economie stiano progressivamente diventando attori sempre più dinamici nell internazionalizzazione commerciale e produttiva del settore biotecnologico. Particolare attenzione merita la Cina, che rappresenta un importante mercato per i prodotti biotecnologici, tanto nella veste di acquirente quanto in quella di produttore. Nel periodo considerato, le contrazioni più marcate si sono registrate nel mercato dei bio-farmaci per la Germania, per la Svizzera e per l Italia, mentre, per quel che concerne i preparati per usi terapeutici, profilattici e diagnostici, negli Stati Uniti, in Belgio, in Francia e in Italia. La perdita di quote di mercato da parte delle esportazioni italiane per entrambi i comparti è legata in gran parte alla forte concorrenza di paesi maggiormente dinamici, ma potrebbe anche essere spiegata dai cospicui disinvestimenti che alcuni paesi, a causa della crisi mondiale, hanno attuato nel settore farmaceutico. Altro fattore esplicativo dei risultati appena esposti attiene alle caratteristiche strutturali del settore in Italia, dominato da una miriade di piccole e medie imprese, 12

fortemente esposte alla concorrenza delle grandi multinazionali e penalizzate dai ridotti investimenti in ricerca e sviluppo. L analisi dei dati relativi all interscambio dell Italia con il resto del mondo delinea un evidenza già nota, in letteratura e negli studi empirici, relativamente al comparto farmaceutico: il settore biotech italiano risente della tendenza alla frammentazione del processo produttivo. In particolare, il nostro paese esporta grandi quantità di fattori produttivi di base, rifornendo i principali mercati mondiali di prodotti intermedi e preparati ad elevato contenuto biotecnologico. Negli ultimi anni la proiezione internazionale del settore ha interessato mercati diversi da quelli tradizionali: tra il 2008 e il 2010 sono aumentati gli scambi commerciali con alcuni paesi periferici del vecchio continente (Irlanda, Paesi Bassi), del medio-oriente (Turchia) e asiatici (India, Cina, Corea del Sud). Per la maggior parte di questi, l analisi evidenzia un commercio di natura intra-industriale in crescita che necessiterebbe di ulteriori approfondimenti. In termini di interscambio, la commercializzazione dei prodotti made in Italy, attualmente in fase di sperimentazione, potrebbe modificare il trend riscontrato finora, consentendo al settore biotecnologico italiano di conquistare un peso maggiore nella catena internazionale del valore. Alla luce di quanto emerso, la competizione (bio)tecnologica internazionale potrebbe essere meglio sostenuta rafforzando le eccellenze che differenziano l Italia dai principali concorrenti. Tra queste, in modo particolare rientrano le economie di rete che l interazione tra centri di ricerca, parchi scientifici e imprese hanno saputo fino ad ora realizzare. 13