NOME Nome Cognome TIPOLOGIA TEST Intest Flora + CENTRO SPIRELAB
DESCRIZIONE DEL TEST Con i termini di funghi e miceti si va ad indicare un vasto insieme di organismi, anche molto diversi tra loro, i quali sono largamente diffusi in tutto l'ambiente che ci circonda. Focalizzandoci sui miceti di nostro interesse, si prende in considerazione quella serie di organismi di grande interesse per il settore alimentare e che, in un'alimentazione variegata come quella mediterranea, sono protagonisti fondamentali nei processi di produzione alimentare (basti pensare alle filiere di fabbricazione di formaggi ed insaccati. Esistono però anche molte specie di organismi appartenenti a questo regno che hanno effetti nocivi sulla nostra alimentazione, e di conseguenza sulla nostra salute. Questi ultimi possono essere in grado di andare ad alterare la salubrità di tanti prodotti di origine animale e vegetale, mentre altri ancora sono in grado di andare a produrre importanti quantità di tossine che possono accumularsi negli alimenti in cui crescono e quindi andare a rappresentare un pericolo per l'individuo che li ingerisce con la propria dieta. Andando nello specifico, le muffe, che sono un preciso sottoinsieme di miceti, sono in grado di stabilirsi sulla superficie di molti alimenti, penetrando al loro interno grazie al propagarsi di appendici chiamate ife fungine. Le condizioni necessarie ad un grande sviluppo di questi organismi sono rappresentate da un ambiente acido ed un'abbondante presenza di zuccheri, come testimonia l'estrema facilità di trovare muffe su prodotti quali marmellate e gelatine, alimenti in cui è presente un'elevata quantità di zuccheri. Altre specie di muffe sono tipicamente presenti sulla pelle di alcuni insaccati (primo tra tutti il salame), nei quali svolgono un ruolo fondamentale nella maturazione, intervenendo a vari livelli come regolatori del grado di umidità e di acidità, andando così ad influire notevolmente sulla formazione del gusto finale del prodotto. È molto importante specificare che all'interno dell'organismo umano la presenza di miceti è pressoché costante e non sempre è causa di squilibri o patologie, tant'è vero che è possibile trovare piccole particelle fungine anche all'interno di individui nelle primissime fasi di età, trasmessi attraverso la placenta dalle madri ai figli. I problemi iniziano quando l'equilibrio tra il nostro corpo e questi organismi viene ad alterarsi, a causa di eventi anche molto diversi tra loro (dieta errata, inquinamento dell'aria, conservanti, coloranti, concimi artificiali, abuso di farmaci, ecc.). Naturalmente, squilibri dovuti alla dieta sono molto frequenti in quanto nella nostra alimentazione abbiamo spesso un'alta percentuale di prodotti ricchi di zuccheri e proteine, ideali terreni di sviluppo per la popolazione fungina già presente nell'organismo. MICRORGANISMI ANALIZZATI Questo squilibrio viene definito disbiosi, ed è una situazione da correggere assieme alle cause che l'hanno creata, in quanto molte forme fungine sono pericolose per la normale flora intestinale, che può venire ad essere fortemente alterata, andando a porre sotto stress anche il sistema immunitario e tutti i processi ad esso collegati. 1. Aspergillus niger 2. Aspergillus fumigatus 3. Penicillium notatum 4. Penicillium mix 5. Mucor racemosus 6. Mucor mix 7. Rhizopus nigricans 8. Lievito naturale 9. Saccharomyces cerevisiae 10. Saccharomyces pastorianus 11. Candida albicans 12. Candida tropicalis + Nella seconda parte del test, attraverso un piccolo campione di urina, è possibile andare ad indagare i livelli di due metaboliti: L'INDACANO E LO SCATOLO Queste due molecole sono originate dal metabolismo del triptofano. I livelli di queste due sostanze sono in grado di apportare informazioni fondamentali sull'eventuale tipo di disbiosi in corso. *0001840815001* 0001840815001
27/08/2015 Nome Cognome 25% LOW 50% MEDIUM 75% HIGHT 100% MICRORGANISMI Miceti Aspergillus fumigatus 54% Aspergillus niger 87% Candida albicans 15% Candida tropicalis 10% Lievito naturale 32% Mucor mix 2% Mucor racemosus 6% Penicillium mix 12% Penicillium notatum 8% Rhizopus nigricans 11% Sacch. cerevisiae 83% Sacch. pastorianus 66% INDACANO Disbiosi Assente: 0-20 Disbiosi Moderata: 20-40 Disbiosi Grave: 40-200 DISBIOSI ASSENTE Valore normale: 0-20 mg/l Valore moderato: 20-40 mg/l Valore elevato: 40-200 mg/l 20 mg/l SCATOLO Disbiosi Assente: 0-10 Disbiosi Moderata: 10-40 Disbiosi Grave: 40-200 DISBIOSI MODERATA Valore normale: 0-10 mg/l Valore moderato: 20-40 mg/l Valore elevato: 40-200 mg/l 15 mg/l *0001840815001* 0001840815001
ASPERGILLI Questo genere di miceti viene spesso utilizzato a livello industriale per la produzione di acido citrico, attraverso processi fermentativi che hanno via via sostituito il processo di estrazione di questo composto dagli agrumi. L'acido citrico così ottenuto viene utilizzato come: - aromatizzante, acidificante ed antiossidante in tantissimi prodotti dell'industria alimentare; conservante ed aromatizzante nell'industria farmaceutica; additivo in alcuni detersivi in sostituzione dei fosfati. Esiste un ampio spettro di infezioni da Aspergillus, da quelle locali a quelle diffuse, che nell'insieme vengono definite aspergillosi, avendo come bersaglio quasi tutti gli apparati e gli organi del corpo umano. Da questa premessa si può intuire facilmente che nei casi di reattività (con valori superiori al 25%), è necessario evitare l'assunzione di cibi o sostanze in cui l'acido citrico di produzione industriale è presente. Alcune muffe del genere Aspergillus sono abbondanti nel materiale organico in decomposizione e per questo è spesso consigliabile una pulizia del frigorifero accurata e periodica, o l'utilizzo di deumidificatori da utilizzare in ambienti particolarmente umidi, al fine di mantenere l'umidità al di sotto del 50%. Una particolare specie di Aspergillus è quella chiamata Aspergillus niger, una muffa che può trovarsi tipicamente in alimenti come semi, frutta secca, spezie e tè, soprattutto se in cattivo stato di conservazione. Per questo motivo è sempre valido il consiglio di non consumare alimenti nel caso in cui presentino alterazioni del colore o tracce di muffa sulla superficie. Il patogeno più comune di questo genere è l'aspergillus fumigatus, che può essere presente nel fieno, nel grano, nei vegetali in decomposizione e nelle feci avicole. Esso sfrutta la via aerea come mezzo di diffusione, motivo per il quale le principali infezioni da Aspergillus fumigatus colpiscono i seni paranasali, gli occhi ed i polmoni. Esso è inoltre un organismo ubiquitario per il nostro corpo, ovvero è normalmente presente in piccole quantità controllate al nostro interno, e ciò rende difficile distinguere tra la normale presenza ed eventuali infezioni. PENICILLIUM Il genere Penicillium è un noto genere di muffe, ben noto fin dagli inizi del secolo scorso, che può trovarsi su agrumi o altri vegetali, in particolar modo sul pomodoro, o sulle superfici degli insaccati, ma anche nelle imbottiture tessili, su oggetti di cuoio ed altri materiali di rivestimento. Per questa sua nota diffusione è bene lavare adeguatamente gli alimenti sospetti con amuchina o bicarbonato, in quanto il semplice lavaggio in acqua corrente non è in grado di eliminare completamente questa muffa. È inoltre necessario che la frutta e la verdura siano mantenute in frigorifero separate dagli altri alimenti, così da evitare il rischio di una loro diretta contaminazione. Inoltre, alcune specie di questa muffa vengono utilizzate nelle fasi di produzione di diversi formaggi, tra cui il camembert, il brie, il gorgonzola e il roquefort. Una delle specie più note appartenenti a questa famiglia di miceti è il Penicillium notatum, utilizzato nella preparazione delle penicilline e di antibiotici a largo impiego contro le infezioni causate da batteri Gram-positivi.
MUCOR Il Mucor è un genere di muffe rinvenute comunemente sulla superficie del suolo o delle piante, nei vegetali in decomposizione o nei prodotti da forno non correttamente conservati (tipicamente la muffa del pane). Alcune specie sono in grado di sopravvivere anche a condizioni estreme, come ad esempio una temperatura di 310 C, rendendole ospiti ostici da eliminare. Tuttavia, altre specie si sono rivelate utili anche nella produzione di formaggi e trovano applicazione nell'industria casearia. Una delle specie più diffuse è costituita dal Mucor racemosus, patogeno presente tipicamente sui prodotti di origine vegetale, che si associa frequentemente a patologie del sistema circolatorio grazie alla sua capacità di fissare calcio sulle placche di aterosclerosi e di rendere iperviscoso il sangue. RHIZOPUS Il genere Rhizopus, ed in particolare la specie Rhizopus nigricans, è un genere di fungo comunemente noto come muffa del pane. I substrati su cui è solito crescere sono infatti vecchie derrate alimentari mal conservate, terreni con composti biologici in decomposizione (foglie cadute, aghi di pino, ecc.), fragole conservate a freddo, frutta umida o bagnata, ed anche escrementi di volatili selvatici. Esiste il rilevante rischio di contatto con questo fungo soprattutto per coloro che per motivi professionali sono esposti al contatto con derrate alimentari (es. fragole, pesche, ciliegie, mais ed arachidi) stoccate in magazzini o movimentate durante le fasi di vendita. Esso è responsabile di infezioni opportunistiche e reazioni di ipersensibilità, come sintomi di asma e polmonite da ipersensibilità in soggetti sensibilizzati, ed è un importante allergene assunto attraverso le vie respiratorie. SACCHAROMYCES I Saccharomyces comprendono per lo più vari tipi di lieviti, organismi unicellulari appartenenti al regno dei funghi, comprendenti i microrganismi responsabili del tipo più comune di fermentazione. Essi sono infatti utilizzati in campo alimentare fin dall'antichità: basti pensare all'origine della produzione del vino e della birra, prodotti che derivano dall'azione fermentativa di alcuni noti tipi di lieviti. Questa diffusione e questo ampio utilizzo li ha resi estremamente importanti in ambito scientifico, tanto da essere divenuti i microrganismi eucarioti più intensamente studiati in tutta la biologia cellulare e molecolare, rendendoli un vero e proprio modello biologico.
Uno dei lieviti più diffusi ed utilizzati in campo alimentare è sicuramente il Saccharomyces cerevisiae, noto anche come lievito di birra, responsabile della fermentazione alcolica che porta proprio alla produzione di vino e birra, ma anche utilizzato in altri processi molto comuni, quali ad esempio la lievitazione del pane e di altri prodotti da forno. Un altro prodotto molto comune, strettamente legato ai Saccharomyces, è il lievito naturale, chiamato anche comunemente pasta madre, lievito acido, lievito madre o crescente. Esso consiste in un impasto di farina ed acqua, acidificato da un complesso di lieviti e batteri lattici (tra cui il ceppo del lievito di birra, anche se in quantità minore, motivo per cui una reattività al lievito di birra non sempre si accompagna ad una intolleranza al lievito naturale e viceversa), in grado di avviare la fermentazione degli impasti per prodotti della panetteria e della pasticceria. A causa dei tempi di lavorazione più lunghi, gli enzimi che partecipano al processo di lievitazione lo rendono più sano e digeribile, aumentandone al tempo stesso la durata di conservazione. Merita una menzione anche un terzo tipo di lievito, chiamato Saccharomyces pastorianus, in grado di svolgere i propri processi anche a basse temperature. Esso viene usato comunemente nella produzione di birre di tipo lager. Non è accertato come i lieviti possano causare o peggiorare le infezioni da Candida albicans, ma è bene evitare i lieviti in presenza di funghi e muffe. CANDIDE La Candida albicans è un fungo appartenente alla famiglia dei Saccaromiceti. Normalmente si trova nel cavo orale, nel tratto gastrointestinale, nella vagina, e solitamente ciò non comporta alcun rischio per le persone sane. Se però le difese naturali dell'organismo sono indebolite, ad esempio a causa di particolari condizioni (stress, diabete, abuso di alcolici, forte uso di antibiotici, ecc.), ecco come alcuni di questi organismi possono colonizzare le mucose e danneggiarle. Se si dovesse rilevare un'importante presenza di IgG contro la Candida, si potrebbe essere in presenza di un'infezione più o meno grave, con il sistema immunitario impegnato a contrastarla. Come già precisato, la Candida è un parassita appartenente alla famiglia dei miceti, ed è responsabile di un nutrito gruppo di patologie che va sotto il generico nome di candidosi. La candida è nota perché si presenta spesso come affezione vaginale, del cavo orale (mughetto) e della pelle (chiazze che compaiono con l'esposizione solare), ed a volte viene riconosciuta come causa di uretriti. Chi soffre di candidosi vaginale sa che con la medicina convenzionale è difficile sradicarla, e che in genere è recidivante, ovvero tende a ripresentarsi. Una colonizzazione da Candida può determinare una maggiore suscettibilità ad allergie e dolori reumatici, ma anche danni alla barriera intestinale, con conseguente alterazione della flora batterica a causa della propria competizione nell'utilizzo dei nutrienti. Questa azione porta ad un aumento della permeabilità intestinale e di conseguenza un aumento nella probabilità di sviluppare intolleranze alimentari importanti. In particolare, con il consumo di alimenti contenenti carboidrati si possono instaurare processi fermentativi in grado di produrre gas e dolori addominali. Risulta dunque chiaro che la Candida può rappresentare un importante attacco al sistema immunitario, aprendo la via a molte forme patologiche. Nel caso in cui si sia in presenza di una reattività alle Candide, è necessario seguire alcuni accorgimenti nutrizionali, riducendo al minimo i seguenti cibi per almeno 2 o 3 mesi, in modo tale da limitare la propria diffusione: - prodotti lievitati con qualunque tipologia di lievito: - prodotti a base di farina di frumento, soprattutto raffinata (pane, pizza, cracker, torte, biscotti, ecc.); - latte, latticini, latte di soia, latte di mandorle, latte di riso, ecc.; - gelati, dessert e dolciumi di tutti i tipi; - cibi in scatola o comunque conservati; - succhi di frutta in scatola o in lattina. Riflettendo inoltre sulle funzioni dell'intestino e della pelle si capisce bene come la candida possa provocare intolleranze alimentari, e, a causa della stretta relazione tra intestino, sistema immunitario, sistema endocrino e sistema nervoso, giungere a sviluppare sintomi quali depressione, sindrome premestruale, alopecia, insonnia, impotenza, patologie digestive, allergie, dermatiti, diabete, malattie autoimmuni, ecc.
INDACANO E SCATOLO Parlando di disbiosi intestinale è bene soffermarsi sulla definizione delle caratteristiche delle due principali forme di disbiosi alle quali può andare incontro il nostro organismo, ovvero la disbiosi fermentativa e quella putrefattiva. Si è già definito il termine disbiosi come uno squilibrio qualitativo/quantitativo di specie batteriche che sovvertono il normale equilibrio della flora intestinale. L'intestino, si popola di batteri che producendo cataboliti attraverso processi di fermentazione o di putrefazione, provocano disturbi quali stipsi, diarrea, malassorbimento dei nutrienti, meteorismo, dolori addominali, infezioni delle vie urinarie, prostatiti, cefalee, foruncolosi, dermatiti, colon irritabile, ecc. Se i microrganismi che sostengono la disbiosi sono saccarolitici (ad esempio in una dieta ricca di dolciumi e carboidrati complessi) si esprime una DISBIOSI FERMENTATIVA, con proliferazione di microrganismi soprattutto a livello dell'intestino tenue, e problemi di meteorismo addominale, flatulenza, feci a carattere acido, ecc. Al contrario, se la dieta è prevalentemente a base di carne o di grassi animali e scarsa di fibre, si mostra una DISBIOSI PUTREFATTIVA, con un ph fecale molto più basico di quello fisiologico e con una ricca popolazione di microrganismi disbiotici situati nel tratto dell'intestino crasso, i quali sono in grado di portare problemi quali foruncolosi, alitosi, cefalea, malessere, stanchezza cronica, insonnia, cardiopatie e stipsi, ecc. Fortunatamente esistono due parametri, valutati per l'appunto dell'intest FLORA PLUS, che possono essere analizzati per indicare se si è in presenza di disbiosi fermentativa o di disbiosi putrefattiva. Questa è un'informazione fondamentale per andare poi a decidere quale percorso terapeutico è opportuno seguire. Nello specifico caso di disbiosi, ad esempio, l'assunzione di fermenti lattici o di fibre potrebbe andare a peggiorare ulteriormente il quadro clinico del paziente. Tali parametri sono ottenuti attraverso la misurazione di due metaboliti, ovvero l'indacano e lo Scatolo, che vengono rilevati in un campione di urina, e che derivano dai processi batterici di trasformazione di uno specifico aminoacido assunto con la nostra dieta, il triptofano. Ne deriva che una percentuale elevata di indacano è in grado di esprimere la presenza di una disbiosi fermentativa a carico dell'intestino tenue. Viceversa, un alto valore di scatolo segnala la presenza di una disbiosi di tipo putrefattivo a carico dell'intestino crasso.