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Board Scientifico Gherardo Amadei Chiara Boroni Paolo Antonio Giovannelli (Chairman) Maria Claudia Malizia Franco Poterzio Furio Ravera Maria Scanu 2

Understanding Internet Addiction Today Kimberly Sue Young Psicologa Fondatrice Center for Internet Addiction Professor of Management, St. Bonaventure University, New York, USA The lecture outlines the history and development of Internet Addiction. The presentation reviews the symptoms of Internet Addiction and the consequences most associated with compulsive Internet use. The presentation also reviews the types of Internet addiction and examines the research in the latest trends in treatment for this new and evolving global disorder. Pratiques excessives des jeux vidéo et d Internet: interactions et conduite à tenir Serge Tisseron Psychiatre, Directeur de Recherches à l Université Paris VII Denis Diderot, Paris, France Il n existe pas à ce jour de définition consensuelle de l addiction à l Internet. Aviel Goodman qui a proposé de définir des «addictions sans substance» a d ailleurs d abord proposé de les définir comme un comportement associant la perte du contrôle des impulsions, la compulsion (soulagement) et la poursuite du comportement malgré les conséquences négatives, puis en disant qu un seul de ses deux premiers critères pouvait suffire : soit la perte du contrôle des impulsions, soit la compulsion. En outre, les mots anglais addiction, dépendence, et dependency n ont pas le même sens que «addiction» et «dépendance» en français. Enfin, certains auteurs considèrent que la pratique du jeu vidéo peut rendre dépendant, tandis que d autres disent qu il peut exister une dépendance (ou une addiction) au jeu, mais qu elle ne se développerait que chez des individus dont la réactivité du système nerveux central a déjà été modifiée par des substances toxiques (notamment le tabac) ou à l occasion de troubles psychiques. A ces trois difficultés s ajoute l indispensable distinction entre adolescent et adulte : on ne peut pas employer le même mot pour désigner un système qui se détraque dans l addiction chez l adulte (avec perte du contrôle des impulsions) et un système qui n est pas encore constitué chez l adolescent, le contrôle des impulsions s installant tardivement. Pourtant le jeu pathologique existe, et cette pathologie est un problème de santé publique. Il s accompagne en effet de retentissements graves et durables tel que perturbation du sommeil, trouble du comportement alimentaire, absentéisme et/ou échec scolaire, retrait social, diminution des autres activités. Nous proposons quatre repères: 1. Il faut distinguer entre le jeu excessif non pathologique qui enrichit la vie (parce qu il est de l ordre de la passion) et le jeu excessif pathologique qui appauvrit la vie. Le jeu devient pathologique quand son but n est plus de trouver du plaisir, mais de fuir un déplaisir. 2. Cette fuite peut être liée à un évènement douloureux de la vie personnelle ou familiale, (tel que harcèlement scolaire, séparation des parents, déménagement qui fait perdre brutalement tous les anciens camarades), mais aussi à un trouble psychique débutant, ou encore, et c est le plus souvent le cas, à l angoisse de la crise d adolescence. Le joueur ne joue plus par plaisir, mais pour fuir un déplaisir: le jeu devient un refuge 3. La façon de jouer change quand le jeu devient pathologique : les interactions sensori motrices deviennent exclusives ; le jeu devient une activité mentale compulsive et dissociée. 4. La conduite à tenir associe l entretien familial, la psychothérapie individuelle, les psychothérapies de groupe et la prévention par des campagnes d information incitant les parents à limiter le temps d écran et à encourager les pratiques de création (règle dite du «3-6- 9-12»). 3

The Actual Example and National Policies regarding Internet Addiction in Korea Koh Joung- sam Direttore South Korea's Internet Addiction Counseling Center, South Korea Korea have treated Internet addiction as a national issue and have prepared for it as such since 2002. As widely known, it was a very quick action. It was fast indeed, because contrary to Korea's quick response, foreign experts did not even come close to reaching a conclusion on whether to call problematic Internet use as addiction or not. It is not that Korean experts do not understand their conservative arguments. However, apart from their arguments, we had no other choice but to respond quickly to series of events resulted from Problematic use of withdrawal and tolerance while using the Internet. Consequently, Korean government founded IAPC(Internet Addiction Prevention & Counseling Center), which was the first national institution in the world. Since its founding, the center has promoted very active and diverse projects: developing Internet addiction assessment, the Annual Survey on Internet Addiction, fostering specialized counselors, and developing life- cycle counseling program. Korean government is initiating more diverse projects with much more budget than the beginning. For example, currently eight central government ministries enforce policies regarding Internet addiction. Among those, MSIP(Ministry of Science, ICT and Future Planning) and MCST(Ministry of Culture, Sports and Tourism) focus on solving addiction. That's because Internet addiction is usually ascribed to Internet and game contents. The following are the rest of the projects driven by the government except those mentioned above. - Game Shutdown Policy(a policy preventing adolescents from enjoying Internet game during late night, from midnight to six a.m.), setting up response centers in provincial governments, designing preventive education, preventive campaign, counseling activities(hotline, face to face, group, online, home- visit etc.), and residential treatment program in forest for high- risk group. Recently, huge dependency on Smartphone in daily life has become a pressing issue. Although they seem similar, Smartphone addiction and Internet addiction have different characteristics. Korean Government is coping with each problem by creating proper policies. Fenomeni dissociativi e relazioni web- mediate Federico Tonioni Psichiatra Ricercatore Istituto di Psichiatria, Università Cattolica, Roma Responsabile Centro per la Psicopatologia Web- mediata, Policlinico Gemelli, Roma La correlazione tra fenomeni dissociativi e relazioni web- mediate nasce dalla necessità di separare la dipendenza da internet, intesa come dipendenza patologica comportamentale, da dinamiche disfunzionali più complesse che coinvolgono bambini e adolescenti nativi digitali. Definire gli adolescenti di oggi nativi digitali equivale ad incrementare la fantasia che siano veramente nati in un mondo diverso, dove poi sono cresciuti. E stato definito mondo globale, frutto dell era digitale, un mondo dove le variabili spazio- temporali sono vissute in maniera diversa. I concetti di distanza e vicinanza sono stati stravolti tanto da far sembrare vicino ciò che è concretamente distante e al contrario distante ciò che è potenzialmente vicino. Allo stesso modo si cambia l idea del tempo e di come viene vissuto: il tempo digitale è più intenso e tende a sovrapporsi rendendoci tutti più compulsivi, riduce le attese ma anche la nostra capacità di attendere. 4

Forse questo è inesorabile e muoversi su quel confine sottile che separa l evolutivo dal patologico inevitabilmente confonde, ma sappiamo che la mente nelle sue fondamenta si struttura in dialettica con il mondo esterno, circoscritto in origine all ambiente materno che vediamo progressivamente ampliarsi nel corso della vita. Se accettiamo l assunto di base che il mondo digitale sia diverso nel modo di essere vissuto fuori e quindi rappresentato dentro, dobbiamo considerare anche che il prodotto dell interazione con esso sia passibile di trasformazioni basali, inizialmente silenti, ma destinate a trovare in adolescenza espressioni più manifeste. In un gioco di ruoli o all interno di social network, l identità proposta è un identità incerta, che necessita di conferme, di essere rispecchiata in un ambito più protetto rispetto alle relazioni dal vivo, dove gli spunti emotivi non riescono a diventare esperienze. In questo senso il monitor di un PC o di un I phone funge da barriera contro stimoli emotivi sentiti come eccessivi e come tale può essere usato per crescere o per regredire. E qui che una potenziale evoluzione può diventare una patologia. (Tonioni F, Psicopatologia web- mediata; Springer, 2013) Internet Addiction, umore e tratti di personalità. Evidenze dalla ricerca di base Roberto Truzoli Psicologo Clinico Università degli Studi di Milano Nella comunicazione verranno presentati alcuni studi che indagano le relazioni fra Internet Addiction, umore e tratti di personalità. Una prima ricerca ha esplorato l'impatto immediato dell esposizione a Internet su umore e stati psicologici di persone con e senza dipendenza da Internet. E risultata un associazione fra dipendenza da Internet e depressione, impulsività, e tratti di autismo. Inoltre, i partecipanti con dipendenza da Internet hanno mostrato un pronunciato calo del tono dell umore subito dopo l esposizione a Internet. I risultati suggeriscono che l'impatto negativo immediato dell'esposizione a Internet sull'umore può contribuire a un maggiore riutilizzo di Internet nel tentativo di migliorare il tono dell umore. Uno studio successivo ha valutato se l'impatto immediato dell esposizione a Internet sull'umore di partecipanti con o senza dipendenza da Internet è moderato dal numero di tratti autistici (come misurato dalla Autism Quotient Scale). I partecipanti con dipendenza da Internet hanno mostrato un calo pronunciato del tono dell umore subito dopo l esposizione a Internet, ma questo effetto non è stato mediato dai livelli di tratti di autismo. Un ulteriore studio ha esaminato la relazione tra dipendenza da Internet e tratti di autismo, e valutato il grado in cui ogni relazione può essere mediata da depressione e ansia in comorbidità. Si è evidenziato che l'associazione tra i tratti di autismo e la dipendenza da Internet è mediata da un elevato livello di ansia, tale per cui gli individui con un alto numero di tratti di autismo mostravano meno evidenza di dipendenza da internet se erano associati alti livelli di ansia. I dati suggeriscono che la presenza di ansia in questi individui altera la funzione che svolge il comportamento di navigazione in rete, e rende meno probabile la dipendenza da Internet. Un altra ricerca ha valutato la relazione tra i comportamenti problematici in Internet e tratti di personalità schizotipica. In termini di schizotipia, c'erano associazioni fra impulsività e anedonia e problemi di dipendenza da Internet. Questi risultati replicano lavori precedenti che indicavano che l'impulsività e depressione sono predittivi di dipendenze comportamentali. Infine uno studio ha esplorato l'impatto dell'esposizione a Internet sull impulsività, valutata attraverso la procedura del computerised choice assessment. Dopo l'esposizione a Internet, i partecipanti con dipendenza da Internet hanno evidenziato un maggior numero di scelte impulsive. I dati suggeriscono che questi partecipanti sono a maggior rischio di impegnarsi in comportamenti problematici connessi a scelte impulsive (come gioco d'azzardo e pornografia ) durante l'esposizione alla rete. 5

Bibliografia Romano M, Osborne LA, Truzoli R, Reed P (2013) Differential Psychological Impact of Internet Exposure on Internet Addicts. PLoS ONE 8(2): e55162. M. Romano, L.A. Osborne, R. Truzoli, P. Reed (2013) Ruolo del rinforzo negativo e del temperamento come possibili fattori di sviluppo e mantenimento del comportamento di Internet Addiction. J.a.r.b.a. Journal of Applied Radical Behavior Analysis. Proceedings of the 9 th AARBA International Conference - Clinical and Educational Psychology Track, 1, 94. Association for Advancement of Radical Behavior Analysis: http://www.aarba.eu/pubblicazioni/jarba. Addizione di addictions: il gioco d azzardo su internet Cesare Guerreschi Psicologo Direttore Clinico di S.I.I.Pa.C Onlus, Bolzano Se internet è di per sé una tecnologia capace di indurre dipendenza, la presenza in rete di siti dove è possibile giocare d azzardo unisce la pericolosità di due comportamenti in un fenomeno che dovrebbe destare allarme sociale. Secondo la stima di Federserd, in Italia, circa 800 mila persone al mese giocano on line (fonte: http://www.ansa.it/web/notizie/postit/federserd/2013/10/24/gioco- azzardo- Federserd- ogni- mese- 800- mila- giocano- online_9515123.html), nel 2012 la spesa per il gioco d azzardo on line degli italiani è stata di 749 milioni di euro. Le forme prevalenti di gioco d azzardo sono le scommesse sportive, le slot e il poker e, in particolare intorno a quest ultimo, sono state realizzate delle campagne pubblicitarie particolarmente aggressive con la partecipazione di celebrità dello sport molto popolari come Ronaldo e Totti. Di per sé il gioco d azzardo on- line possiede caratteristiche che facilitano l insorgere della dipendenza. In primo luogo la disponibilità, per cui il giocatore può scommettere senza uscire di casa, a qualsiasi ora del giorno o della notte e nel completo anonimato. Questa caratteristica protegge il giocatore dalla vergogna di perdere in un contesto sociale e lo esclude da un eventuale rete di pari che potrebbero identificare la deriva patologica del comportamento. La possibilità di giocare nell isolamento casalingo rende giochi come il poker maggiormente attrattivi per una platea di giocatori inesperti, diversi studi infatti riportano un alta incidenza di questo gioco d azzardo tra gli studenti (Petry & Weinstock, 2007; Griffiths & Barnes, 2008; Griffiths et al., 2010). E tuttavia da tenere in considerazione come sia stato rilevato che giocatori di texas hold em on line presentino alti livelli di stress correlati proprio al gioco on line, e le sconfitte subite possono indurre un peggioramento di tali livelli portando a sviluppare la patologia (Holey et al., 2012). Un altra pericolosa caratteristica è la smaterializzazione del denaro che de- responsabilizza il giocatore nello spendere grosse somme. Uno studio ha verificato che chi gioca d azzardo su internet ha più probabilità di essere un giocatore problematico rispetto a chi gioca d azzardo senza usare internet. E stato dimostrato, inoltre, che i giocatori telematici spendono più tempo e denaro (Griffiths & Barnes, 2008). In questo senso, andrebbero pensate misure di prevenzione e di intervento specifiche relative a questa nuova forma di dipendenza comportamentale L adolescente immerso nella rete: tra normalità e psicopatologia Matteo Lancini Docente Dipartimento di Psicologia Università Milano- Bicocca Istituto Minotauro, Milano 6

Quale approccio interpretativo utilizzare nella lettura dei comportamenti degli adolescenti odierni, nati e cresciuti all interno di una società dominata dallo sviluppo di strumenti tecnologici? Se il contesto di crescita familiare ha promosso sin dall infanzia l accesso e il consumo digitale, quali criteri possiamo utilizzare per distinguere un uso fisiologico, adeguato della tecnologia, e in particolare della rete, da un consumo patologico, disadattivo in adolescenza? Attraverso i dati di una ricerca che ha coinvolto più di mille adolescenti, si intende presentare una lettura focalizzata sulla relazione tra compiti evolutivi adolescenziali e modalità di utilizzo degli strumenti tecnologici. In particolare, oltre a valutare la prevalenza della dipendenza da internet in un campione adolescenziale italiano, si è voluto indagare il livello di funzionamento e di fragilità dei soggetti patologicamente immersi nella rete e di quelli il cui elevato utilizzo li configura come a rischio dipendenza da internet. Indagine Epidemiologica sull incidenza della Dipendenza da Internet nei CPS, nei SerT e nelle Uonpia della città di Milano Boroni Chiara Tecnico della Riabilitazione Psichiatrica Assistente alla Direzione ESC Team Oggi la ricerca sugli aspetti psicopatologici dell uso di internet rappresenta un ambito di studio interessante che va sviluppandosi sempre più. Tuttavia i fenomeni di abuso- dipendenza da internet, oggetto di studio e di attenzione clinica da poco più di una decina di anni, sono ancora in fase di discussione da parte della comunità scientifica. Questo significa che bisogna procedere nella consapevolezza che ancora molta strada va percorsa in quanto tanti rimangono gli aspetti da approfondire e i nodi critici da affrontare. Anche in Italia si parla sempre di più di dipendenze da Internet spesso con toni all'allarmistici e, solo in alcune realtà, con dati epidemiologici. Per questi motivi abbiamo realizzato, nell estate del 2012, una ricerca finalizzata innanzitutto a verificare l attuale e reale incidenza della Dipendenza da Internet nei CPS, nei SerT e nelle Uonpia della Città di Milano. La ricerca individua come nella realtà dei servizi sanitari milanesi i problemi legati alla Dipendenza da Internet siano ormai diffusi. Da quanto testimoniato dai dati relativi ai questionari compilati dagli operatori delle UONPIA, è possibile prevedere che, tra qualche anno i pazienti (ora adolescenti e quindi in cura presso le UONPIA) avendo accesso ai CPS e ai SerT, andranno ad aumentare l attuale incidenza della problematica anche in questi servizi. Inoltre, il 50% degli operatori delle UONPIA (percentuale più di 3 volte superiore rispetto alla percentuale dei CPS) intervistati ha avuto almeno un paziente che è stato preso in carico con la Dipendenza da Internet come diagnosi principale. Tale dato sembra confermare che attualmente nelle UONPIA il problema della Dipendenza da Internet è più rilevante rispetto all incidenza del medesimo problema nei SerT e nei CPS. Questi dati sembrano voler avvertire le strutture territoriali che sta avvenendo un grande cambiamento: sebbene al momento il problema nei CPS e nei SerT sia ancora di piccole dimensioni, queste strutture sono chiamate a prepararsi ad un suo molto probabile incremento. La necessità di sensibilizzare le strutture territoriali affinché possano accogliere questa nuova problematica nasce anche dal fatto che gli operatori, sebbene dichiarino di aver letto o sentito parlare di Dipendenza da Internet, affermano di sentirsi impreparati a gestire questi nuovi pazienti. 7

Si può presupporre che, qualora attraverso la formazione, gli operatori acquisissero le competenze adeguate a identificare gli aspetti della Dipendenza da Internet, potrebbe aumentare la capacità di individuare il problema e di conseguenza anche l evidenza statistica dell incidenza della problematica. Dunque, se gli operatori venissero sensibilizzati al problema potrebbero far emergere una incidenza maggiore. Pare dunque fondamentale un grande sforzo formativo affinché, attraverso corsi di formazione, finalizzati ad approfondire la problematica, gli operatori possano disporre di adeguate conoscenze per diagnosticare ed intervenire con pazienti che manifestano problemi legati alla Dipendenza da Internet e, in questo modo, le strutture possano ritenersi pronte ad accogliere questi nuovi pazienti. Corsi di aggiornamento potrebbero essere altresì utili agli operatori per meglio definire i fattori di rischio di tale patologia e per fornire loro gli strumenti per la prevenzione e per l individuazione precoce di comportamenti devianti. Sarà inoltre utile un attenzione alla prevenzione primaria sul territorio, rivolta soprattutto alle categorie maggiormente esposte al rischio di sviluppare la Dipendenza al fine di promuovere lo sviluppo delle relazioni di rete e non solo in Rete. Internet addiction, nuove e vecchie dipendenze. Alcune riflessioni sulla formazione del personale sanitario Caterina Adele Viganò*, Chiara Boroni**, Paolo Giovannelli*** *Psichiatra Ricercatore, Università degli Studi di Milano **Tecnico della Riabilitazione Psichiatrica Assistente alla Direzione ESC Team ***Psichiatra, Psicoterapeuta Direttore Clinico ESC Team Docente a.c. Università deglistudi di Milano Jamison nel 2000 descrive bene i rischi della rete, ma già nel 1995 Glodberg parlava di internet addiction disorder, una realtà psicopatologica sempre meno virtuale anche in Italia (Cantelmi et al 1999) oltre che nella regione europea dove stanno emergendo i primi allarmi per l incidenza della dipendenza nei giovanissimi. Ma quanto è informato /formato il personale sanitario dei principali servizi che possono venire in contatto con i casi a rischio e quanto sia pronto a dare una adeguata risposta all utenza è ancora aspetto critico ed oggetto di questo lavoro. Nella prima parte verranno riportati sinteticamente alcuni dati di una ricerca condotta presso servizi milanesi (Centri PsicoSociali, Servizi per età evolutiva e adolescenza NPIA, Servizi Tossicodipendenze) (Boroni C. 2012) per indagare il grado di conoscenza della problematica internet addiction e il tipo di risposte offerte all utenza. L aspetto più critico è che circa la metà degli operatori riferisce di avere scarse competenze per riconoscere, identificare ed intervenire nei casi problematici, pur avendo nella loro utenza spesso incontrato casi di sospetta o certa dipendenza da internet. Più della metà di tutti gli operatori intervistati (58%) hanno avuto fino ad oggi almeno un paziente con problemi legati alla Dipendenza da Internet: 76,7% nelle UONPIA, ad indicare la precoce comparsa della problematica, 48,52% nei CPS, 63,33% degli operatori dei SerT. Negli ultimi anni la formazione primaria (universitaria) e la formazione continua in sanità si sono confrontate con le tematiche delle classiche dipendenze da sostanze psicotrope, anche se da sostanze nuove e con un nuovo target di utenza, poi da altre dipendenze (gambling, sex, shopping per citare i più noti) e solo in poche occasioni ci si è mossi per trattare questa nuova realtà che va veloce tanto quanto le connessioni che usa, ed è pervasiva tanto quanto la rete stessa può permetterle. La psicoterapia di gruppo: una cura efficace per le dipendenze comportamentali Stefano Oliva Psichiatra Casa di Cura Le Betulle, Appiano Gentile (CO) 8

Stefano Oliva Le Dipendenze Comportamentali rappresentano per i ricercatori e i clinici la nuova frontiera con la quale confrontarsi. Essa è ancora in larga parte da scoprire, da analizzare, interpretare e comprendere. Negli ultimi anni, infatti, si è assistito a un drammatico incremento della loro prevalenza e incidenza a livello mondiale, così come gravissime sono risultate le conseguenze delle stesse, tanto sulle persone che ne soffrono, quanto sulle loro famiglie e sulla società nel suo insieme. Inoltre è sempre più frequente osservare casi di polidipendenza comportamentale, nei quali il paziente assomma differenti comportamenti compulsivi, come gioco d'azzardo, gioco online, acquisto di oggetti in maniera compulsiva e utilizzo smodato di videogiochi o Internet. La disponibilità e le occasioni di utilizzo di tali azioni d'altra parte si sono moltiplicate a dismisura e hanno invaso altresì le nostre case e le nostre tasche, attraverso i computer, gli smartphone, i tablets e tutti quegli strumenti che consentono di rimanere sempre connessi e attivi, eliminando ogni limite di tempo e restrizione situazionale. Le neuroscienze, in accordo con le più avanzate ricerche psicologiche e sociologiche, hanno mostrato come tutte le forme di Dipendenza Patologica, comprese quelle senza sostanza, condividano una medesima radice eziologica bio- psico- sociale e una similare alterazione degli schemi psico- comportamentali e psico- emotivi. Anche nelle Dipendenze Comportamentali la psicoterapia di gruppo è risultata essere un trattamento di elezione, in quanto particolarmente efficace nell'aumentare la consapevolezza della disadattività del comportamento compulsivo, nello stimolare la motivazione alla cura, nel riconoscere e gestire la propria impulsività, nell'incrementare le competenze riflessive e nell'imparare nuove strategie di coping. Verrà presentata una pluriennale esperienza di psicoterapia di gruppo con pazienti affetti da differenti Dipendenze Comportamentali e in particolare da Gioco d'azzardo Patologico, Gambling Online e Dipendenza da Internet. Come è cambiato il gioco d azzardo, come sono cambiati i giocatori Mauro Croce Docente University of Applied Sciences of Southern Switzerland Un elemento di straordinario interesse e preoccupazione riguardo ai rischi correlati al gioco d azzardo è relativo all offerta ed alla tipologia di giochi. Se si osserva infatti il quadro delle offerte è facile riscontrare un forte cambiamento sia dal punto di vista della qualità che dal punto di vista della quantità. Sostanzialmente si può rilevare una trasformazione che riguarda diverse aree, ed il quadro che ne emerge indica due forti punti di rischio. Da una parte molte più persone possono incontrare il gioco d azzardo al di fuori dei contesti tradizionalmente deputati al gioco. Dall altro le tipologie di giochi proposti sembrano presentare maggiori rischi di additività. n dettaglio sembra delinearsi questa trasformazione: 9

OFFERTA DI GIOCHI PASSATO PRESENTE FUTURO Sociali: si giocava con altri ed il gioco rispondeva Solitari: i giochi moderni non sono a somma anche a bisogni di socializzazione. zero (ovvero il denaro perso da un giocatore è guadagnato da un altro) ma da parte di una persona contro una organizzazione o una Alta Soglia di accesso: partecipare a determinati giochi richiedeva di accedere a luoghi specifici e delimitati con esclusione ad esempio dei minori e nel caso dei Casinò anche dei residenti o di determinate professioni. Rituali: il giocare faceva parte di un rito collettivo e spesso era limitato e circoscritto a determinate occasioni: la tombola di Natale, la lotteria etc. Lentezza: molti giochi d azzardo avevano la caratteristica di essere lenti. Sospensione: il gioco era disciplinato non solo in determinati luoghi ma anche in determinati orari. macchina. Bassa soglia di accesso: E e sarà sempre più possibile incontrare giochi in luoghi ove ci si reca per altri motivi e con controlli assai più blandi. Consumo: il gioco perde il suo valore e senso di rituale e viene consumato in occasioni diverse e scelte dal soggetto. Velocità: la maggior parte dei nuovi giochi sono molto veloci e non permettono momenti di pausa. Continuità: con determinati giochi, ad esempio quelli via internet, è possibile giocare senza sosta. Complessità: molti giochi d azzardo presentavano elementi di complessità e di agon (Caillois,1957) Contestualizzazione: i giochi (si pensi a molti giochi di carte) erano legati a tradizioni del territorio e le regole venivano spesso tramandate tra generazioni. Riscossione non immediata: la riscossione della vincita talvolta non era immediata. Manualità: i giochi venivano manipolati. Si pensi allo smazzare le carte, al lanciare i dadi, al sorteggiare. Visibilità: ad esempio necessità di registrarsi per entrare in determinati casinò. Semplicità: i giochi sono sempre più semplici e caratterizzati dalla prevalenza di alea. Globalizzazione: i giochi sono sempre più uguali fra di loro e sono appiattite le differenze locali e culturali. Riscossione immediata: la riscossione è immediata e talvolta virtuale. Ciò favorisce la possibilità di continuare a giocare e dimenticare la dimensione del denaro. Tecnologia: si gioca contro una macchina, un sito. L attività fisica spesso, corrisponde e si limita, al cliccare. Invisibilità: il giocatore sempre più può essere soprattutto nel gioco on line non visibile alla collettività ed ai controlli. Questi elementi pongono una serie di interrogativi intorno al quadro che si sta delineando ed alle conseguenti politiche di intervento, di prevenzione e di riduzione dei rischi. In questa prospettiva un area di rischio importante interessa in particolare gli adolescenti i quali rischiano 10

maggiormente di venire a contatto con il gioco d azzardo e con giochi che presentano caratteristiche di forte additività. Notevole appare infatti tra gli studiosi ed i policy makers (Trott & Griffiths, 1991; Frank, 1990; Vitaro et al., 1997) l attenzione ai giovani come luogo di rischio di azzardo patologico. Gli studi interessano sia l individuazione di fattori predittivi l'insorgenza del disturbo sia le strategie volte a valutarne e ridurne i possibili rischi e per strutturare interventi idonei. Ad esempio, ricerche svolte nel Nord America, in Spagna e nel Regno Unito, hanno evidenziato come un range dal 2 all 8% degli adolescenti rispondeai criteri del gioco patologico (Lesieur & Klein, 1987; Fisher, 1993; Gaboury & Ladouceur, 1993; Ladouceur, Dube e Bujold, 1994; Wynne et al., 1996; Becona, 1997; Wood & Griffiths, 1998;). Studi condotti in Canada ed in alcuni stati degli USA hanno rilevato tassi oscillanti tra il 1,5% ed il 5%, e, come principali fattori di rischio, la diffusione del gioco d'azzardo nel gruppo dei pari e la familiarità (Browne & Brown, 1994; Ladouceur et al., 1994a; Lesieur, 1991; Lesieur & Klein, 1987). Uno studio di Westphal & Rush sulla popolazione, indica come il disturbo sia stato riscontrabile nel 4.8% degli intervistati con più di 21 anni e nel 14.4% degli intervistati di età compresa tra i 18 ed i 21 anni (Westphal & Rush, 1996). Maggiore poi sarebbe l incidenza dei maschi, delle minoranze etniche, di giovani con un reddito relativamente elevato (Jacobs, 1989; Shaffer et al., 1994; Wallisch, 1993; Gupta & Derevensky, 1997a). Uno studio canadese (Wiebe et al. 2001) evidenzia come cinque su sei adulti abbiano giocato nell arco di un anno, la maggior parte dei quali (84%) senza presentare problemi e sottolinea come i giovani (18-24 anni) abbiano avuto esperienza di gioco tra il moderato ed il severo con una frequenza quasi doppia a quella della popolazione generale (7%) e coinvolgimento in vari giochi, compreso sorprendentemente. (secondo i ricercatori) il bingo. Le conseguenze principali del gioco problematico tra i giovani sarebbero da ricercare oltre che nell alto dispendio di denaro, nelle assenze da scuola e nei conseguenti scarsi risultati scolastici, nei furti, nella presenza di sintomi di tipo depressivo e negli intenti autosoppressivi (Lesieur & Klein, 1987; Ladouceur & Mireault, 1988; Fisher, 1993; Yeoman & Griffiths, 1996; Gupta & Derevensky, 1997b). E importante poi segnalare l associazione con l uso di sostanze ed altri indicatori di disadattamento psicosociale, in relazione a problemi legati all uso dei videogiochi nelle sale giochi (Jacobs, 1989; Fisher, 1995; Griffiths & Sutherland, 1998). Il quadro complessivo sembrerebbe indicare come gli adolescenti giocatori problematici si ritrovino progressivamente coinvolti in un insieme di comportamenti a rischio, che in varia misura a loro volta influiscono sul loro comportamento generale e sembrano spingere verso l adozione di condotte di rischio, di esclusione sociale, di adesione a modelli astensionistici, delinquenziali o a larvate o vere e proprie forme di addiction. Becona, E. (1997) Pathological Gambling in Spanish Children and Adolescents: An Emerging Problem. Psychological Reports, 81, 275-287. Bland R.C., Newman S.C., Orn H., Stebelsky G. (1993). Epidemiology of Pathological Gambling in Edmonton. Canadian Journal of Psychiatry. 38, 108-112. Browne B.A., Brown, R.I., (1994). Predictors of Lottery Gambling among American College Students J. Soc. Psychol. 134, 339-347. Croce M., (2001), Per una nuova teoria e funzione sociale del gioco d azzardo, in G. Lavanco, Psicologia del gioco d azzardo, McGraw- Hill, Milano. Croce M.,(2001), Vizio, malattia o business? Storia dei paradigmi del gioco d azzardo, in (a cura di) M. Croce, R. Zerbetto, Il gioco & l azzardo. Il fenomeno, la clinica, le possibilità di intervento, Franco Angeli, Milano Croce M., (2002) La diversa additività dei giochi ed i meccanismi psicologici del giocatore, in Personalità/Dipendenze, Vol. 8, III, dicembre, pp. 342-343 Dickerson M.G., Ninchy J. (1988); The Prevalence if axcessive and pathological gambling in Australia; Journal of Gambling Behaviour 4, 135-151. 11

Fisher, S. E. (1993b). Gambling and pathological gambling in adolescents. Journal of Gambling Studies, 9, 3, 277-287. Fisher, S. E. (1995) The amusement arcade as a social space for adolescents. Journal of Adolescence. 18, 71-86. Frank M.L. Underage Gambling in Atlantic City Casinos. Psychological Reports 67, 907-912. (1990) Gaboury, A. & Ladouceur, R. (1993). Preventing pathological gambling among teenagers. Journal of Primary Prevention, 14, 21-28. Griffiths, M. D. & Sutherland, I. (1998). Adolescent gambling and drug use. Journal of community and applied social psychology, in press. Gupta, R. & Derevensky, J. (1997). Depression amongst teenage gamblers. Paper presented at the Tenth International Conference on gambling and Risk Taking, Montreal, June, 1997. Jacobs, D. F. (1989) Illegal and undocumented: A review of teenage gambling and the plight of children of problem gamblers in America. In Howard J. Shaffer,(eds) Sharon Stein, Gambling and Compulsive Gambling: Theory, Research and Practice. (pp249-292) Massachusetts/Toronto: Lexington Books. Ladouceur R. (1991) Prevalence Estimates of Pathological Gambling in Quebec. Canadian Journal of Psychiatry 36, 732-734. Ladouceur R., Boisvert J.M., Pepin M., Loranger M., Sylvain C. (1994)Social cost of pathological gambling. Journal of Gambling Studies 10(4), 399-409. Ladouceur R., Dube D., Bujold A. (1994c) Prevalence of Pathological Gambling and Related Problems among College Students in the Quebec Metropolitan Area. Canadian Journal of Psychiatry, 39, 289-293. Ladouceur, R. & Walker, M. (1996). A cognitive perspective on gambling. In P. Salkovskis (Ed.) Trends in Cognitive and Behavioural Therapies (pp. 89-120) U.K.: John Wiley and Sons. Ladouceur, R., Dube, D. & Bujold, A. (1994) Prevalence of pathological gambling and related problems among college students in the Quebec Metropolitan Area. Canadian Journal of Psychiatry, 39, 289-293. Lesieur H.R. (1991). Compulsive Gambling: documenting the social and economic costs. In: Gambling in Minnesota: an issue for policy makers. Humphrey Institute of Public Affairs, University of Minnesota, Minneapolis. Lesieur H.R., Blume S.B., (1986) Evaluation of patients treated for pathological gambling in a combined alcohol, substance abuse and pathologica gambling treatment unit using the Addiction Severity Index, Br J Addict 1991 Aug;86(8):1017-28; Lesieur H.R., Klein R. (1987). Pathological Gambling Among High School Students. Addictive Behaviours 12: 129-135. Lesieur, H. R. & Klein, R. (1987) Pathological gambling among high school students. Addictive Behavior, 12, 129-135. Lesieur, H.R. (1984). The Chase: Career of the Compulsive Gambler. Cambridge, MA.: Schenkman. N.O.R.C.(National Opinion Research Center at the University of Chicago), (1999) Gambling Impact and Behavior Study Report to the National Gambling Impact Study Commission,April National Impact Study Commission, 1999,Final Report, August. Shaffer, H. J., LaBrie, R. Scanlon, K. M. & Cummings, T. N. (1994) Pathological gambling among adolescents: Massachusettes Gambling Screen (MAGS). Journal of Gambling Studies, 10, 339-362. Trott J.C. & Griffiths M. (1991) Teenage Gambling: a Pilot Study,Psychological Reports 68: 946. Vitaro F., Arsenault L., Tremblay R.E. (1997) Dispositional Predictors of Problem Gambling in Male Adolescents. Am J Psychiatry 154, 1769-1770. Volberg R.A (1994) Prevalence and demographics of pathological gamblers: implication for public health. Am J Public Health 84, 237-241. Volberg R.A Steadman H.J. (1989) Prevalence estimates of pathological gambling in New Jersey and Maryland. Am J Psychiatry 146, 1618-1619. 12

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Etica della misura e tempo cibernetico: riflessioni antropologiche Fabio Gabrielli Preside Facoltà Scienze Umane e Tecnologiche Università L.U.de.S., Lugano, Switzerland Si sta imponendo un nuovo ordine, dettato dalla Tecnica come Volontà di potenza che accresce indefinitamente se stessa, in particolare informatica e biologia, nel segno del controllo e della replica dei meccanismi evolutivi dei viventi. L evoluzione e il potenziamento tecnologici si sono sostituiti a quello naturale, con il rischio, accanto alle evidenti conquiste, di laceranti controfinalità esistenziali. Rispetto a tutte le strutture epistemiche che hanno costellato il nostro stare al mondo, l episteme tecnologica tende a produrre in forme sempre più pervasive quello che Anders chiama dislivello prometeico, cioè l asimmetria tra la capacità di produzione della Tecnica e la nostra possibilità di immaginazione, comprensione, conferimento di senso (Anders, 1956, 1980): già Marx, in Die deutsche Ideologie, 1845-1846, aveva distinto struttura e sovrastruttura, condizioni di produzione e idee dominanti ). In questo contesto, per esempio, le neuroscienze, che costituiscono una delle espressione paradigmatiche della Tecnica, hanno prodotto un profondo ripensamento del soggetto classico, ben oltre le decostruzioni dei ricoeuriani maestri del sospetto, di Foucault, del postmodernismo in genere. Le cogenti chiarificazioni che le neuroscienze hanno prodotto nello studio della mente, comportano anche evidenti problematiche di etica applicata (Garland, 2004; Furman, Downey, Jackson, 2004; Gazzaniga, 2005; Glannon, 2006; Illes, 2006; Levy, 2007; Illes, Sahakian, 2011; Benedikter and Giordano, 2012; Giordano, 2012; Kohls et al., 2013). Le stesse strutture coscienziali dei nativi digitali vanno lette alla luce dei contributi delle neuroscienze, con tutte le ricadute esistenziali che ne conseguono. Al netto di quanto sopra, quali orizzonti etici si possono dischiudere per i giovani che quotidianamente devono gestire il complesso rapporto con il magmatico, iridescente tempo cibernetico? Ritengo che le virtù etiche aristoteliche, in combinazione con il principio spinoziano dell autonomia, delineino nel modo più appropriato una possibile etica cibernetica, poiché il dislivello prometeico andersoniano rende sempre più difficoltosa l esplicazione/applicazione dei principi generali delle etiche prescrittive (deontologiche e teleologiche). Appare, dunque, valido il riferimento alla phronesis aristotelica come misura applicabile a decisioni da prendere caso per caso ( principio regolativo della prassi ) entro, però, un minimo orizzonte etico condiviso: il principio spinoziano dell autonomia (Etica, III, ASS.; IV, P.III), ovvero il comune riconoscimento che ogni uomo può accrescere la propria potenza con quanto più ha la possibilità di porsi come punto di resistenza alla mancanza di riconoscimento del proprio, naturale, conatus sese conservandi. Identità e Gruppalità nell era digitale, tra regressione patologia e trasformazione evolutiva Marco Longo Psicoanalista SPI- IPA e IIPG, Gruppoanalista e Presidente COIRAG Direttore di Psychomedia.it La sempre più rapida e capillare diffusione delle nuove tecnologie di comunicazione sta radicalmente modificando il nostro modo di intendere e persino di vivere i processi di comunicazione, sia a livello individuale, che di gruppo o di comunità, oltre che sociale. Ciò riguarda in particolare le nuove generazioni (i cosiddetti nativi digitali ), che sono completamente immerse nel processo di trasformazione, spesso senza aver alcuna memoria, 14

cognizione e persino interesse rispetto a precedenti modelli di comunicazione (considerati antichi e soprattutto lenti ), come ad esempio la scrittura epistolare e per certi versi lo stesso contatto fisico, non mediato dalla tecnologia. Agli innegabili e innumerevoli vantaggi che scaturiscono dall uso consapevole di tali tecnologie, si aggiungono però, da una parte, una sorta di nuova psicopatologia della vita digitale quotidiana, che comporta un cambiamento nella modalità, nella quantità e soprattutto nella qualità stessa della comunicazione, ma, dall altra, anche nuove manifestazioni più o meno francamente psicopatologiche di abuso, manipolazione, dipendenza, perversione, scissione ecc Tutto questo ci porta a dover in parte ri- considerare e aggiornare anche i nostri modelli e le nostre interpretazioni rispetto ai concetti di identità e gruppalità, nonché rispetto a tutta la sfera simbolica e cognitiva, oltre che comportamentale, che riguarda il rapporto mente- corpo, sia a livello individuale che relazionale. Si richiede dunque un attenta rivisitazione e trasformazione dei nostri modelli, finalizzata ad una più attuale e corretta lettura anche delle richieste e delle aspettative che la nuova situazione individuale e sociale presentano, per ri- modellare in senso creativo e innovativo anche l intervento di cura, di prevenzione e ogni intervento che mira al benessere psico- fisico e relazionale delle persone. Uso In- consapevole di Internet e condotte giovanili devianti Maria Claudia Malizia Psicologa Criminale e Investigativa Membro Esc Team Nell ultimo decennio si è assistito a una massiccia diffusione di Internet e dei nuovi mezzi di comunicazione; le statistiche ci mostrano che tra i maggiori fruitori di queste nuove tecnologie, emergerebbero gli adolescenti che, grazie all utilizzo di questi strumenti, soddisferebbero i bisogni e le esigenze tipiche di questo periodo evolutivo. Il comportamento dell essere umano co- evolve, infatti, con l ambiente esterno e la sua tecnologia. Questo vale nel bene, e dunque diventa facile anche per i più piccoli informarsi, apprendere, esprimersi, socializzare e divertirsi; ma anche nel male. Infatti, chi tiene una condotta contro le regole della società o contro il benessere delle altre persone, può sfruttare la tecnologia come mezzo per raggiungere i propri obiettivi. Troppo spesso i giovani devianti presenterebbero una scarsa percezione del crimine e tenderebbero a non autodefinirsi come trasgressori in quanto la mancanza di omertà da parte di questi giovani (che si vantano delle loro imprese) confermerebbe la scarsa percezione della gravità dei comportamenti dannosi messi in atto attraverso il web. A tale proposito si vuole mettere in evidenza che, se Internet è una risorsa preziosa per crescere, per ampliare la conoscenza e per abbattere le barriere geografiche, se utilizzata in modo inconsapevole e scorretto può trasformarsi in un luogo virtuale pericoloso e rischioso, un generatore di vittime ma anche di giovani devianti. Diventa sempre più importante mettere in luce i motivi che spingono gli adolescenti a trasgredire fino al mettere in atto comportamenti devianti nei confronti degli altri, questo per responsabilizzare i giovani cybernauti ad utilizzare in modo critico questo strumento, sfruttandone le potenzialità, in sicurezza e al riparo da eventuali situazioni pericolose e tentazioni dannose. 15

Essere educatori nell era digitale: cosa è cambiato? Michele Facci Key Account Manager, Responsabile Formazione, Direzione Business Development, Edizioni Centro Studi Erickson, Trento Nell era digitale in cui viviamo, caratterizzata da repentini cambiamenti socio- economici e influenzata dalla velocità in cui si susseguono le innovazioni tecnologiche, parlare di tempo, ascolto e riflessione sembra piuttosto difficile. Si tende a delegare sempre di più la funzione educativa, per assenza di tempo o per un avvilente senso di inadeguatezza nell osservare i propri figli, cosiddetti nativi digitali, e rendersi conto che sono così lontani - nei loro stili di apprendimento, comunicazione e socializzazione - dalla realtà genitoriale. Ma cosa realmente è cambiato? Il modello educativo tradizionale è crollato? Si è instaurato un nuovo modello educativo? A livello cognitivo, le menti dei nostri bambini sono significativamente cambiate? Quale è il ruolo di un educatore oggi? Trascurare l educazione alle emozioni può favorire un abuso delle tecnologie? L'influenza dell apprendimento multitasking internet- mediato sulla rappresentazione delle emozioni e delle relazioni con l'altro: rischi e benefici Gerardo E. Carvelli*, Maria C. Malizia**, Paolo A. Giovannelli*** *Tecnico della Riabilitazione Psichiatrica **Psicologa Criminale e Investigativa Membro ESC Team ***Psichiatra, Psicoterapeuta Direttore Clinico ESC Team Docente a.c. Università degli Studi di Milano Background Negli ultimi anni molti studiosi si sono interessati ai cambiamenti introdotti con l'avvento delle nuove tecnologie multimediali e la larga diffusione delle stesse, prestando particolare attenzione alla fascia di età ad oggi ritenuta più a rischio di sviluppare un uso maladattativo della Rete, l'adolescenza. Tra queste variazioni in molti citano una modificazione nella modalità di apprendimento che, da "narrativa", sarebbe divenuta, nelle generazioni dei così detti nativi digitali (E- Generation), "multitasking". Apprendimento Narrativo: forma di apprendimento lineare, caratterizzata da una trasmissione "verticale" di informazioni, che facilita lo sviluppo di buone pratiche argomentative, capacità di pensiero complesso, attitudini interrogative e riflessive, mobilità sintattica, varietà lessicale e ampiezza di connessioni, abilità nel trovare soluzioni, pensiero critico e capacità immaginative. Esiste un "principio- narrazione" che conduce e alimenta i processi di apprendimento: l'acquisizione di nuove conoscenze è resa possibile dalla prontezza con cui associamo le informazioni in entrata a conoscenze preesistenti e, in tale processo, la memoria individuale diventa un elemento determinante. Questa memoria (che inizia a costituirsi già nel periodo fetale) è strettamente associata alle esperienze relazionali precoci di cura e accoglimento (o di incuria e rifiuto); è dimostrato, infatti, che apprendiamo più facilmente per vie intuitive, mimetiche e preverbali che attraverso processi logico- razionali. Apprendimento Multitasking: forma di apprendimento circolare che prevede una capacità di elaborazione simultanea delle informazioni, memorizzate dapprima nella "memoria a breve termine", detta anche "memoria di lavoro" e, solo con una successiva e differente rielaborazione, saranno "acquisite" nel magazzino della "memoria a lungo termine". L'incremento e la diffusione delle nuove tecnologie, tra cui i sempre più diffusi dispositivi portatili e la fruizione di essi in fase di 16

sviluppo, ha portato a uno stile di apprendimento multitasking e a un nuovo settaggio dei sistemi cognitivi, connotati da una grande reattività "visivo- spaziale" e una maggiore predisposizione al ricercare su fonti ipertestuali e multimediali. Aims Lo scopo di questa ricerca è di indagare come le suddette variazioni abbiano influito sulle rappresentazioni delle emozioni e delle relazioni con l'altro, da parte degli adolescenti oggi. Tali aree (in particolare "temperamento e carattere","attitudine e percezione del rischio", "capacità di autocontrollo" e "modalità relazionali") infatti, sono segnalate dal Dipartimento delle Politiche Antidroga, nel volume "Diagnosi e intervento precoce" (G. Serpelloni et al., 2012), come fattori condizionanti l'uso di sostanze. Si focalizzerà, quindi, l'attenzione sui vantaggi e gli svantaggi di tali sistemi rappresentazionali in fase di sviluppo, al fine di individuare eventuali fattori di rischio e protezione, associati a un accesso precoce alla Rete, nella formazione delle competenze emotive e relazionali. Instruments Le variabili che ci proponiamo di indagare, saranno ricavate dalla somministrazione di un questionario, costituito da 60 items, a risposta multipla. Gli items si focalizzano su 5 aree fondamentali: 1- l'utilizzo quantitativo e qualitativo della Rete; 2- principali fonti e modalità di informazione e apprendimento; 3- l'influenza della Rete nella quotidianità (scuola, famiglia, gruppo dei pari); 4- capacità di mentalizzazione delle emozioni e delle relazione con gli altri; 5- gestione delle emozioni e delle relazioni con gli altri. L'elaborazione del questionario deriva da una riflessione condivisa dall'equipe multidisciplinare dell'"escteam", centro specialistico di diagnosi e cura delle dipendenze da Internet e da precedenti studi effettuati dal team sulla materia. Il test è stato proposto ad un campione di studenti dai 15 ai 19 anni, frequentanti d'istruzione secondaria superiore di Milano e della provincia. Results Dai dati raccolti in tale ricerca è stato possibile scattare una fotografia dello situazione attuale, con particolare attenzione alle modalità di apprendimento multitasking e alle competenze emotivo/relazionali. Si è inoltre cercato di individuare i maggiori fattori di rischio e protezione associati a tale forma di apprendimento. A partire dai risultati emersi si andrà a proporre un intervento di prevenzione specifico sui fattori di rischio riscontrati, indirizzato a parte del campione preso in considerazione, da attuarsi nell'anno accademico 2013/2014. Bibliografia: - "The functional neuroanatomy of multitasking: Combining dual taskingwith a short term memory task" Authors: Deprez S, et al., 2013 - "Diagnosi e intervento precoce" Authors: Serpelloni, et al., 2012 - "Mechanisms of workingmemory disruption by external interference" Authors: ClappWC,et al., 2010 - "Internet e le sue dipendenze. Dal coinvolgimento alla psicopatologia" Authors: Lavenia G., 2012 - "Dipendenze a rischio nelle dinamiche dei new media" Authors:Martucci P., 2011 17

- "Lamente in internet - psicopatologia delle condotte online" Authors: Cantelmi, et al., 2000 - "La comunicazione virtuale: dal computer alle reti telematiche - nuove forme di interazione sociale" Authors: Galimberti, et al., 1997 Teatro terapia e Internet dipendenze Tra schermo virtuale e spazio reale e se giocassimo davvero insieme? Elisabetta Denti Tecnico della Riabilitazione Psichiatrica Teatroterapeuta Come possiamo navigare le acque spesso agitate dell interazione tra nuove tecnologie e nuove forme di dipendenze attraverso l esperienza del gioco e del teatro? Tale proposta consiste in un protocollo d intervento di teatro terapia che utilizza le tecniche teatrali e l esperienza ludica nell ambito della prevenzione e della cura delle dipendenze da videogiochi. Nelle dipendenze da videogiochi la vista e l udito sono i sensi affaticati dall esperienza di gioco consumata di fronte allo schermo del computer. Il corpo e i suoi bisogni fisiologici quali la fame, la sete e il sonno sono spesso trascurati e talvolta addirittura dimenticati nel corso dell esperienza online. L approccio teatro terapeutico nell ambito della presa in carico di queste nuove forme di disagio è considerato in tre punti fondamentali: 1. La valorizzazione dell esperienza visiva 2. Il recupero dell esperienza corporea e sensoriale e 3. La possibilità di esporre la persona protagonista ad un esperienza di gioco condivisa. Nell ambito delle terapie espressive la dimensione della corporeità, attraverso l esercizio della funzione dello sguardo e dell ascolto e la partecipazione del corpo, risulta recuperata e valorizzata. Lo spazio scenico illusorio, elemento sostanziale dell approccio clinico in teatro terapia, costituisce a nostro avviso la corretta mediazione tra lo spazio virtuale dell abuso nell ambito delle dipendenze da internet e lo spazio reale dell esistenza. Il gioco rappresenta così il motore propulsivo dell esperienza educativa e terapeutica attraverso cui l attenzione di una personalità dipendente (spesso non intenzionata ad intraprendere un percorso terapeutico) è attirata e catturata. L attività ludica include così aspetti psicologici, educativi, formativi d importanza fondamentale, poiché stimola la formazione della personalità, l apprendimento delle regole oltre che l interazione e l integrazione sociale. Il gioco permette e incoraggia la mente del paziente a perfezionare abilità mentali quali l immaginazione, la capacità di distinguere e differenziare realtà e finzione, le possibilità di confrontarsi e di comunicare, il riconoscimento delle proprie emozioni e la gestione della responsabilità attraverso l assunzione di un ruolo condiviso. Attraverso di esso la prevenzione e la cura delle dipendenze da videogioco è possibile. 18

L insostenibile concretezza dell essere Paolo Antonio Giovannelli Psichiatra, Psicoterapeuta, Direttore Clinico ESC Team Docente a.c. Università degli Studi di Milano L ingresso nella società delle nuove tecnologie e dei relativi strumenti di connessione sta profondamente trasformando la nostra esperienza umana e sociale. In questi stessi anni, con caratteristiche peculiari per le differenti organizzazioni sociali, si stanno osservando stati e sindromi caratterizzati da isolamento o restrizione sociale. I NEET (Not in Education, Employment or Trainig) sono una categoria socio- economica in crescita che può generare preoccupazione ma che, tuttavia, non ci fornisce alcuna concreta informazione sullo stato di salute psicologica dei suoi membri. Lo Stato di Hikikomori in Giappone e, più in generale, il fenomeno internazionale degli SHUT- IN identificano una condizione di isolamento sociale scelto, perseguito in assenza di una concomitante sindrome psichiatrica classica conclamata. Ma chi sono questi nuovi rinchiusi, questi nuovi isolati sociali? Quanto sono diffusi in Italia ed in Europa? Quale ruolo gioca il Web ed i meccanismi connessi all abuso e dipendenza da Internet? In questa relazione esplorerò lo studio delle dinamiche e dei meccanismi di trasformazione dell esperienza umana, relazionale e sociale, che riguarda in particolar modo i nativi di Internet (generazione a partire da fine degli anni 90 del secolo scorso). Ai nuovi giovani manca sempre di più la dimensione del confronto on- line/off- line che li possa indurre in riflessione critica per contrasto. Discuterò di come si stanno modificando i concetti di reale, di virtuale, di gioco, di immaginazione e d identità. Introdurrò la nuova categoria clinica sperimentale di Immaginario primitivo frustrante. Attraverso le osservazioni sulla realtà e sui rapporti sociali riportate frequentemente dai miei pazienti affetti da Internet Addiction ed isolamento sociale esporrò come queste trasformazioni possano favorire un impoverimento delle capacità di adattamento alla vita, nella sua dimensione concreta, corporea. Dipendenza da Internet. Il nuovo e il già noto Furio Ravera Psichiatra Gruppo Medico Bertolli- Ravera, Milano Casa di Cura Le Betulle, Appiano Gentile (CO) L autore, attraverso la descrizione di un caso clinico, tratta le analogie fra le dipendenze da sostanze, che rappresentano una problematica ben conosciuta e studiata anche con il ricorso alla RMNf, e gli aspetti più caratteristici della dipendenza da Internet, in particolare il gioco, e dai servizi offerti. Sono indagati i profili di personalità che costituisco un fattore premorboso facilitante, il ruolo del sistema di ricompensa e infine le conseguenze sui modelli di attaccamento sollevando un interrogativo sulle conseguenze relazionali che possono essere ipotizzate relativamente all impiego sempre più diffuso dei social network. 19

Segreteria Scientifica: ESC Team Foro Buonaparte 42-20121 Milano Telefono 02.43511600 338.8332457 Email team@escteam.net www.escteam.net 20