REG. 16 DETERMINANTI GENETICI E FATTORI MODULATORI NELLE MALATTIE NEURODEGENERATIVE: MODELLI CLINICI E ANIMALI

Documenti analoghi
Lo sviluppo del cancro è un processo complesso che coinvolge parecchi cambiamenti nella stessa cellula staminale. Poiché tutte le cellule staminali

Progetto Memento. Diagnosi precoce della malattia di Alzheimer e mantenimento della autonomia psicofisica

<1%familiare, 99% sporadica Incidenza: 1% tra 65-70anni; 8% > 80anni Durata: variabile (2-20anni) media 4anni

PROGRAMMAZIONE E GESTIONE DI UN PROGETTO DI SERVIZIO SOCIALE

L integrazione dell Operatore Socio Sanitario nel processo assistenziale Ruolo dell O.S.S nell ambito del piano assistenziale

Processi di continuità e contiguità nella presa in carico globale e multifattoriale della persona con autismo

REGIONE DEL VENETO AZIENDA UNITA LOCALE SOCIO SANITARIA N. 6 VICENZA PROVVEDIMENTO DEL DIRIGENTE RESPONSABILE

Progetto IDENTITAS: Formazione agli operatori di Bilancio di Competenze

Espressione di geni specifici per un determinato tumore

DIPARTIMENTO DI SCIENZE E TECNOLOGIE BIOMEDICHE

STUDI SU MATERIALE GENETICO

Il RUOLO DEL MEDICO DI MEDICINA GENERALE NELLA IDENTIFICAZIONE DELLE PERSONE CON SOSPETTA DEMENZA. T. Mandarino (MMG ASL RMA )

Psicopatologia dell anziano. Prof.ssa Elvira Schiavina 02 marzo 2016

PROTOCOLLO D INTESA PER L INSERIMENTO DEI PAZIENTI PSICHIATRICI NELLE RSA e NEI CDI

Educando nelle Province di Bergamo e Brescia

BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE TOSCANA - N. 13 DELIBERAZIONE 22 marzo 2010, n. 363

Esistono tre forme di diabete

LE UNITA VALUTATIVE ALZHEIMER (UVA) DELLA REGIONE MARCHE

Trials clinici. Disegni di studio

LA DIAGNOSI PRENATALE : PRESENTE E FUTURO

BANDO. Premi di Ricerca SIOMMMS per giovani ricercatori

UNITÀ DI APPRENDIMENTO

Ricerca farmacologica priclinica e clinica

La struttura del Rapporto di valutazione. Sara Romiti Gruppo di ricerca Valutazione e Miglioramento

Università degli Studi di Pavia C.so Strada Nuova, 65 - Pavia FULLPRINT

igiene Scienza della salute che si propone il compito di promuovere, conservare e potenziare lo stato di salute di una comunità

NUOVE PROSPETTIVE PER IL RIPRISTINO DELLO SVILUPPO CEREBRALE NELLA SINDROME DI DOWN

MANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 6

Il Direttore della Direzione Regionale Programmazione Sanitaria -Risorse Umane e Sanitarie

WP 4 Approccio socio-assistenziale alle problematiche del paziente oncologico anziano

AIIDA Associazione Italiana per l Infanzia nelle Difficoltà di Apprendimento

Legga le informazioni che seguono e poi risponda alla domanda:

Cosa cambia con i nuovi criteri diagnostici? Dr.ssa Laura Bracco

Dott. Marcello Mazzo Direttore SOC Tossicodipendenze Azienda U.L.S.S. 18 Rovigo

"Ma.Tr.OC: un progetto europeo per studiare la progressione di malignità delle esostosi multiple"

MILD COGNITIVE IMPAIRMENT

NOI E L AUTISMO: GLI INTERVENTI E LA CONTINUITA DI CURA

La Ricerca sul Cervello: Le Risposte alle vostre Domande

Medicina sociale. Prof. Giovanna Tassoni Istituto di Medicina legale Università degli Studi di Macerata

INRCA ISTITUTO DI RICOVERO E CURA A CARATTERE SCIENTIFICO DIREZIONE SCIENTIFICA EVENTO FORMATIVO

Come archiviare i dati per le scienze sociali

ONCOLOGIA OGGI Animali e Uomo Alleati Contro i Tumori

Osservatorio ICT nel NonProfit. Claudio Tancini Novembre 2009

IL CONTRIBUTO DEGLI INFERMIERI ALLA IDEAZIONE DEL PSS REGIONALE

SCELTA DELL APPROCCIO. A corredo delle linee guida per l autovalutazione e il miglioramento

PROGETTO INTEGRATO TARTARUGA IL METODO DI VALUTAZIONE DEI BAMBINI CON DISTURBO AUTISTICO

REGOLAMENTO CONTENENTE I CRITERI PER L EROGAZIONE DEI PREMI DI RISULTATO AL PERSONALE DIPENDENTE

A cura di Giorgio Mezzasalma

Dr. Francesco Rastrelli. 19 gennaio Reti per promuovere gli screening: il ruolo dei Farmacisti

LE BIOTECNOLOGIE APPLICATE ALLA RICERCA FARMACEUTICA LE CONOSCENZE E GLI ORIENTAMENTI DEGLI ITALIANI E DEI GIOVANI

Alternanza scuola lavoro: che cosa significa

Scala fenotipica. Dominante o recessivo? fenotipo. fenotipo. fenotipo A 1 A 1 A 2 A 2 A 1 A 2

PROTOCOLLO DI INTESA E COLLABORAZIONE NELL AMBITO DEI CONTROLLI SUL TERZO SETTORE PREMESSE

Salute e Scienze Sclerosi multipla, SLA, Alzheimer e Parkinson: novità diagnostiche e terapeutiche

Best Practices di sicurezza: Descrizione del progetto (Allegato 1)

La GRID nella Medicina

LIFE SPAN PSYCHOLOGY Prof Anna Pelama7 AA

DISEGNO DI LEGGE. Senato della Repubblica XVI LEGISLATURA N. 496

Carpire il segreto della vita con l informatica Giosuè Lo Bosco Dipartimento di Matematica e Informatica, Università di Palermo, ITALY.

COMPETENZE DIGITALI. Le digital Competence Framework mi permettono di : Esplorare nuovi contesti tecnologici in modo flessibile.

LEGGE PROVINCIALE N. 8 DEL REGIONE TRENTO (Prov.)

Progetto sperimentale VSQ - Valutazione per lo Sviluppo della Qualità delle Scuole

Protocollo d Intesa. tra

Autorità Nazionale Anticorruzione e per la valutazione e la trasparenza delle amministrazioni pubbliche

Psicologia dello Sviluppo

FONDAZIONE CALABRIA - ROMA - EUROPA REGOLAMENTO DI ATTUAZIONE. TITOLO I Norme Generali. Articolo 1-Premessa Generale

Deliverable 5.10 Comunication & Exploitation Plan Piano di comunicazione dei cluster

RELAZIONE PROVE INVALSI 2013 Introduzione

L ICF - Classificazione Internazionale del Funzionamento, della Disabilità e della Salute

UNIVERSITA DEGLI STUDI DI PERUGIA STATUTO DEL CENTRO UNIVERSITARIO DI RICERCA INTERDIPARTIMENTALE SULL ATTIVITÀ MOTORIA (C.U.R.I.A.MO.

PROGETTO REGIONALE MISURAZIONE E VALUTAZIONE DELLE BIBLIOTECHE VENETE

COME SVILUPPARE UN EFFICACE PIANO DI INTERNET MARKETING

VIENE STIPULATO IL SEGUENTE PROTOCOLLO D INTESA

LA GESTIONE DELL ATTIVITÀ FIERISTICA PRESENTAZIONE DEL PROGETTO FIERE A MEDIDA A CURA DELLA CCI - BARCELLONA

PROTOCOLLO D INTESA. Tra. Provincia di Potenza. Ufficio Scolastico Provinciale

I principi di Anffas Onlus sul tema della presa in carico precoce Michele Imperiali comitato tecnico anffas onlus

I FACOLTA DI MEDICINA ED ODONTOIATRIA. Corso di Laurea Infermieristica D. Presidente Prof. Rengo Mario. Tesi di Laurea

Seconda fase di MONITORAGGIO LINEE DI INDIRIZZO sull AFFIDAMENTO FAMILIARE

La famiglia davanti all autismo

La genomica in una prospettiva di Sanità Pubblica Dr.ssa Annamaria Del Sole Medico Dirigente Azienda Ulss 19 Adria

Buone pratiche di sperimentazione clinica negli animali dei medicinali veterinari

Alla c.a. Sindaco/Presidente Segretario Generale Dirigente competente

AUDIT. 2. Processo di valutazione

PROGETTO DI FORMAZIONE A DISTANZA

Nuovo approccio all attività di sorveglianza sanitaria in Azienda. Capo III Sezione I, Art. 25 e Sezione V, Artt D.Lgs. 81/08 e s.m.i.

COME VIENE REALIZZATA UNA RICERCA SPERIMENTALE IN BIOLOGIA MOLECOLARE?

PROTOCOLLO PER L ACCOGLIENZA ALUNNI DIVERSAMENTE ABILI

LINEE DI RICERCA SOSTENUTE DAL 5xMILLE 2013

Scienze motorie SCIENZE MOTORIE

Medicina di famiglia e UVA. Un rapporto complesso da intensificare ovvero Il futuro della continuità assistenziale per le persone affette da demenza

La ricerca empirica in educazione

organizzato da Centro Nazionale Malattie Rare (CNMR) in collaborazione con l Ufficio Relazioni Esterne (URE) ISTITUTO SUPERIORE DI SANITÀ (ISS)

STRUTTURA INTERMEDIA DI RIABILITAZIONE DALLA DISABILITA ACQUISITA

Il corso di laurea in Ottica e Optometria. Dipartimento di Scienze

VSQ. Valutazione per lo Sviluppo della Qualità delle scuole

ATASSIA SPINOCEREBELLARE 17 (SCA17) (OMIM #607136)

La georeferenziazione delle banche dati gli Uffici Giudiziari in Toscana

R e g i o n e L a z i

BANDO. Premi di Ricerca SIOMMMS per giovani ricercatori

SEBASTIANO FILETTI. Dipartimento di Medicina Interna e Specialità Mediche. Università di Roma Sapienza, Roma

Transcript:

REG. 16 DETERMINANTI GENETICI E FATTORI MODULATORI NELLE MALATTIE NEURODEGENERATIVE: MODELLI CLINICI E ANIMALI Responsabile scientifico di progetto AMALIA CECILIA BRUNI Centro Regionale di Neurogenetica AS6 Lamezia Terme U.O.4 Nicola Biagio Mercuri Fondazione Santa Lucia Ministero della Salute Ricerca Finalizzata Art. 12 e 12 bis, D. Lgs. 502/92 Finanziamento 2006

Sezione III: Attività per progetti ELENCO DELLE UNITÀ OPERATIVE COINVOLTE U.O.1 Associazione per la Ricerca Neurogenetica onlus, Lamezia Terme Antonio Laganà U.O.2 Centro Regionale di Neurogenetica, Lamezia Terme Rosanna Colao U.O.3 Istituto Superiore di Sanità, Dipartimento Biologia Cellulare Neuroscienze Reparto malattie degenerative, infiammatorie neurologiche, Roma Annamaria Confaloni U.O.4 Fondazione Santa Lucia, Laboratorio di Neurologia Sperimentale, Roma Nicola Biagio Mercuri DESCRIZIONE DEL PROGETTO Le demenze, malattia di Alzheimer (AD) e Demenza Frontotemporale (FTD) rappresentano una quota rilevante delle malattie neurodegenerative condividendone anche basilari meccanismi patogenetici. Le cause, identificate solo in una scarsa percentuale in mutazioni genetiche dell APP o delle Preseniline [Hardy J (1997) Trends Neurosci 20:154-1592; Price DL et al. (1998) Annu Rev Genet 32:461-493], di tau o progranulina, hanno, tuttavia, permesso di chiarire parte del meccanismo patogenetico e di costruire modelli animali inesistenti in precedenza. Il modello della dominanza mendeliana non si adatta, però, alle demenze ad esordio tardivo, per lo più sporadiche, che vengono considerate malattie complesse causate dall interazione genetico-ambientale. L allele e4 dell Apolipoproteina E (ApoE) è stato accertato come fattore di rischio e modulatore del fenotipo per l AD [Corder EH et al. (1993) Science 261:921-923] e per svariate altre demenze ma certamente non può essere l unico. È, dunque, necessario identificare nuovi fattori di suscettibilità e spiegare l elevata variabilità del quadro clinico relativamente a esordio, durata, progressione e pattern sintomatologici. In questa direzione, spunti interessanti sono rappresentati da proteine che interagiscono tra di loro e sono in grado di svolgere ruoli differenti. Le preseniline, ad esempio, espresse in una notevole varietà di tessuti ed organi, oltre a rivestire un ruolo fondamentale nella processazione della proteina precursore della bamiloide, regolano i segnali intracellulari nello sviluppo, nell omeostasi del Ca2+, nel processo dell apoptosi, nella regolazione del ciclo cellulare. Numerosi studi hanno mostrato che gli SNPs sono le forme più comuni di variazione genetica che si presentano nella sequenza nucleotidica del DNA, ed in grado, talora, di modificare la funzione biologica di una proteina. Uno dei maggiori obiettivi, perseguiti dalla ricerca genetica nell ultimo decennio, è stato quello di legare la presenza degli SNPs al rischio individuale di sviluppare alcune malattie neurodegenerative. Al momento sono stati elaborati ancora un numero esiguo di studi sull interazione tra diversi fattori di rischio, genetici (es. SNP), biochimici (es. colesterolo) e ambientali (es. scolarità) nel predisporre un individuo allo sviluppo di demenza. Obiettivo del presente progetto è delineare uno specifico profilo di rischio per ottenere una maggiore comprensione della complessa 680 2009

REG.16 Determinanti genetici e fattori modulatori nelle malattie neurodegenerative rete di interazioni metaboliche che regolano l insorgenza e l evoluzione della demenza e favorire la possibilità, se non di attuare una vera e propria prevenzione, almeno di poter ritardare l esordio della malattia. Ci si propone, inoltre, di identificare i differenti profili genetici che presentino maggiore efficacia di risposta nell attuale terapia con inibitori dell acetilcolinesterasi (AChE). OBIETTIVI Una delle ragioni della complessità della malattia di Alzheimer è sicuramente la sua natura multifattoriale, attribuibile, oltre alla supposta presenza di più geni causali, anche all interazione con fattori metabolici ed ambientali. È necessario, quindi estendere gli studi alla ricerca di nuovi fattori di suscettibilità capaci, probabilmente, di modulare l insorgenza e la progressione del fenotipo patologico. L AD e la FTD, si prestano molto bene a studi di associazione. È noto che specifiche combinazioni alleliche, quali gli aplotipi H1 e H2 del gene Tau, risultano essere fattori di rischio predisponenti alla malattia in diverse popolazioni. In particolare, l aplotipo H1, sia nella FTD che nell AD, risulta essere associato ad un maggiore rischio di sviluppare la malattia. Per quanto riguarda l AD, inoltre, molti studi hanno evidenziato come SNP rilevati in diversi geni coinvolti nel metabolismo del colesterolo (APOE, Cyp46, ABCA1, ABCA2), nel metabolismo dell Ab (PLAU, GAPD, NCSTN, PEN2, PSEN1(E318G), Fe65, IDE, neprilisina, OLR1) o in altre proteine (PRNP, COX-2, IGF-1 e P66SHC) possano costituire ulteriori fattori di rischio. È stato osservato inoltre che, poiché i fattori genetici sono responsabili della risposta individuale alla terapia farmacologica, i suddetti polimorfismi del DNA potrebbero essere utili per identificare i possibili differenti profili genetici di risposta (positiva o negativa). Questo contribuirebbe non solo alla conoscenza della risposta terapeutica ma permetterebbe l elaborazione di target farmacologici mirati. Studi di farmacogenomica condotti su gruppi ristretti hanno già evidenziato come variazioni di geni quali APOE, PON1, PON2, Cyp46, ChAT, possono modulare gli effetti della risposta agli inibitori di AChE. L obiettivo principale del presente progetto è, dunque, delineare specifici profili di rischio derivanti dall interazione dei fattori genetici e ambientali. In particolare: a) Realizzare studi caso-controllo su soggetti affetti da demenza per stabilire il contributo, indipendente o in associazione, di SNP presenti in diversi geni, in associazione con altri fattori di rischio biochimici e ambientali (es. colesterolo, ipertensione, distiroidismo, diabete, trauma cranico, scolarità etc.) nel costituire un profilo di rischio predisponente alla demenza. b) Verificare, per la popolazione analizzata, l esistenza di un effettiva associazione tra gli SNP considerati ed i fenotipi patologici. c) Studiare se la risposta ai farmaci inibitori dell AChE possa essere modulata da SNP presenti sui geni coinvolti nel metabolismo dei farmaci e correlare la risposta con altre variabili (per es. familiarità). 2009 681

Sezione III: Attività per progetti d) Studiare gli effetti modulatori prodotti dall alterazione del pathway dell amiloide a livello elettrofisiologico e comportamentale, in modelli di animali transgenici in grado di riprodurre alcuni dei principali eventi fisiopatologici caratteristici dell AD. METODOLOGIA Popolazione La popolazione è costituita da soggetti affetti da demenza, in particolare da Malattia di Alzheimer (early e late onset, sporadica e familiare) e da Demenza Frontotemporale (early e late onset, sporadica e familiare). Il processo diagnostico utilizza la valutazione clinico-neurologica, neuroradiologica, i criteri multipli (NINCDS-ADRDA, NINCDS-AIREN, Roman, Lund e Manchester, McKeith), la scala di Hachinsky e la batteria di Caltagirone e Gainotti. Intervento Modello clinico. Sulla coorte verranno effettuate alcune valutazioni di parametri epidemiologici, biochimici e genetici. Nell anamnesi viene rilevata con una check list la presenza di disturbi psichiatrici, ipercolesterolemia, ipertrigliceridemia, ipertensione, cardiopatie, distiroidismo, diabete, trauma cranico. In caso di storia familiare positiva per demenza si procede alla ricostruzione anamnestico-genealogica del pedigree. I soggetti di controllo paragonabili ai pazienti per sesso, età ed area geografica, sono visitati dal punto di vista neurologico, valutati nelle funzioni cognitive con MMSE e sottoposti ad anamnesi per il rilevamento degli stessi fattori di rischio. Ai pazienti arruolati viene richiesto il consenso informato per l adesione allo studio e il prelievo di sangue. I dati demografici sono schedati e informatizzati. Il DNA estratto e raccolto nelle due Banche Biologiche organizzate presso le U.O.1 e 3 verrà impiegato per l analisi molecolare dell APOE, Aplotipi tau, Cyp46, ABCA1, ABCA2, PLAU, GAPD, PRNP (U.O.2), NCSTN, PEN2, PSEN1(E318G), Fe65, IDE, neprilisina, OLR1, P66SHC, COX-2, IGF-1 (U.O.3). Verranno inoltre studiati i livelli dell Ab 42 e Ab40 nel plasma dei pazienti arruolati e relativi controlli (U.O.3). Modello animale. Lo studio sul modello animale verrà espletato dall U.O.4 su modello di topi transgenici TG2576 utilizzando fettine di corteccia e di ippocampo mantenute in soluzione fisiologica. Verranno eseguite alcune registrazioni elettrofisiologiche extracellulare e del patch-clamp, nelle aree cerebrali maggiormente colpite nella malattia di Alzheimer, quali l ippocampo e la corteccia. Tutti i dati verranno raccolti e registrati (U.O.2) e quindi inseriti nel database già esistente presso l U.O.1. Sottoprogetto farmacogenomica Un sottogruppo di pazienti diagnosticati come affetti da AD e in trattamento farmacologico con inibitori dell AChE costituisce una coorte seguita semestralmente presso le U.O.1 e U.O.3; la progressione della patologia è valutata con MMSE, ADL, IADL, NPI. I pazienti saranno sottoposti anche allo studio molecolare degli SNP (PON1, PON2 e ChAT) coinvolti nel metabolismo dei farmaci (U.O.2). Sarà valutata la correlazione tra SNP e risposta farmacologica assieme ad altre variabili (età, scolarità, familiarità, presenza di mutazioni geniche, età 682 2009

REG.16 Determinanti genetici e fattori modulatori nelle malattie neurodegenerative di esordio, durata di malattia prima dell inizio del farmaco, genotipo APOE). Lo studio statistico in entrambi i progetti si avvarrà della regressione logistica multivariata per valutare il contributo, indipendente o in associazione fra loro, dei diversi SNP, e di essi in associazione con i diversi fattori di rischio biochimici e ambientali (U.O.2). Come indicatori per la valutazione saranno considerate le presentazioni dei dati a congressi nazionali e internazionali; e le pubblicazioni su riviste nazionali e internazionali. Il disegno di studio del progetto è caso-controllo e saranno studiati circa 500 soggetti affetti da Malattia di Alzheimer (di cui circa 200 familiari) e circa 120 affetti da Demenza Frontotemporale (di cui 40 familiari). Un centinaio di pazienti sono stati già reclutati grazie a precedenti progetti ministeriali (U.O.1 e 3). Il secondo studio (Sottoprogetto farmacogenomica) è uno studio di correlazione su una coorte, circa 100 pazienti affetti da AD, mutati e non, già in terapia con inibitori dell acetilcolinesterasi. La risposta ai farmaci sarà correlata considerando anche le variabili di cui sopra per identificare i differenti profili genetici che presentino maggiore efficacia di risposta nell attuale terapia con inibitori dell acetilcolinesterasi (AChE). TRASFERIBILITÀ DEI RISULTATI E DEI PRODOTTI Il progetto offre l opportunità di ampliare le conoscenze scientifiche relative ai fattori di rischio delle demenze e al ruolo che varianti del Dna possono giocare sull efficacia dei farmaci inibitori dell AChE. Lo studio potrebbe consentire l identificazione di differenti profili genetici utili per l elaborazione di target farmacologici mirati ad una terapia individuale con conseguente beneficio non solo per i pazienti ma anche per il sistema erogatore. L incremento delle conoscenze, nell ambito delle demenze, consentirà al Sistema Sanitario Nazionale di attuare una programmazione sanitaria più aderente alle necessità del territorio. La trasferibilità dei risultati è da intendersi per i soggetti affetti e le loro famiglie, il SSN, la comunità scientifica nazionale e internazionale, le agenzie regolatorie dell industria farmaceutica e le aziende farmaceutiche. I dati che comunque scaturiranno potranno essere inseriti sul sito dell ISS (www.epicentro.iss.it). I risultati potranno essere trasferiti ad altri ricercatori o ad operatori del SSN, attraverso monografie e note tecniche. I risultati generali che riguardano le patologie, le cause, i meccanismi coinvolti e le implicazioni cliniche saranno oggetto di pubblicazioni su riviste nazionali e internazionali o di comunicazione a congressi. Infine, questo progetto collaborativo, coinvolgendo istituzioni scientifiche di differenti regioni, ma anche un Associazione del terzo settore, testimonia il forte carattere di integrazione della ricerca scientifica e del suo alto valore sociale ed educativo. In quanto tale, esso potrebbe agire come catalizzatore ed essere d ispirazione in futuro per iniziative sanitarie e scientifiche simili. 2009 683

Sezione III: Attività per progetti OUTPUT DEL PROGRAMMA Progress report delle Unità Operative (alla fine del 1-2 anno). Scambio di ricercatori tra le Unità Operative del progetto (1-2 anno). Caratterizzazione dei differenti profili di rischio per demenza (2 anno). Caratterizzazione dei differenti profili di risposta al farmaco (2 anno). Presentazione dei dati preliminari a congressi nazionali e internazionali (1 anno). Presentazione dei dati conclusivi a congressi nazionali e internazionali (2 anno). Workshop sui risultati (2 anno). Pubblicazioni su riviste nazionali e internazionali (1-2 anno). OBIETTIVI INTERMEDI PREVISTI Standardizzazione di protocolli clinico-diagnostici. Screening clinico-genetico di popolazioni a rischio. Implementazione Banca Dati clinica. Implementazione Banca Dati biologica. Si allega il programma dettagliato dell Unità Operativa 4 che fa capo alla Fondazione Santa Lucia. 684 2009

REG.16 Determinanti genetici e fattori modulatori nelle malattie neurodegenerative U.O.4 Laboratorio di Neurologia Sperimentale Nicola Biagio Mercuri Contributo specifico fornito al progetto Il principale obiettivo della nostra U.O. è dedicato alla possibile identificazione di nuovi marker biologici di malattia di Alzheimer (AD) mediante lo studio di un modello sperimentale di AD con un approccio sia elettrofisiologico che comportamentale. Lo scopo di tale ricerca è di accrescere le nostre conoscenze circa i meccanismi cellulari e molecolari che mediano la morte neuronale in questa malattia degenerativa, ed è mirato alla possibile identificazione di nuovi markers biologici di malattia. Infatti, le modalità d azione dei fattori che determinano la predisposizione ad ammalarsi di AD non sono ancora conosciute. Inoltre, non sono ancora pienamente comprese le modificazioni funzionali che possono condurre alla precoce identificazione dei pazienti affetti da questa malattia. Pertanto, verranno condotti esperimenti su preparati, slices, di corteccia cerebrale ed ippocampale prelevati da topi transgenici. Si eseguiranno test comportamentali oltre a registrazioni elettrofisiologiche e microfluorimetriche, nelle aree cerebrali più colpite da tale malattia neurodegenerativa (ippocampo e corteccia). L identificazione di markers di malattia sul modello animale potrebbe risultare utile nel riconoscere simili alterazioni nei soggetti affetti. Metodologia Popolazione oggetto di studio Per il nostro studio utilizzeremo dei topi transgenici Tg2576 che sovra-esprimono il gene umano mutato (mutazione svedese) che codifica per la proteina APP (happswe). A seguito di tale mutazione questi animali mostrano dei livelli elevati di accumulo della proteina b- amiloide nel sistema nervoso centrale. All età di 12 mesi, i topi presentano aggregati b-amiloidi in ippocampo e corteccia (placche) insieme ad alterazioni cognitive da attribuire principalmente ad una disfunzione del lobo temporale mediano. Studio elettrofisiologico Gli esperimenti saranno condotti su preparati di corteccia e di ippocampo. Gli animali saranno anestetizzati e sacrificati per decapitazione, dopodiché il cervello verrà rimosso dal cranio al fine di ottenere fettine dello spessore di 0.25-0.30 mm, mediante un vibratomo. Registrazioni in patch clamp Le fettine verranno messe in una cameretta di perfusione posta sopra ad un microscopio ottico, provvisto di sistema di visualizzazione dei neuroni all infrarosso e videocamera per microfluorimetria. Le registrazioni elettrofisiologiche verranno condotte con la tecnica del patch clamp, in configurazione whole cell, mediante elettrodi di vetro. Le correnti cellulari verranno acquisite mediante un amplificatore Axopatch 1D fil- 2009 685

Sezione III: Attività per progetti trate a 1kHz, digitalizzate. Le misurazioni intracellulari si ottengono dializzando la cellula registrata. Ogni valore di fluorescenza verrà da una regione di interesse comprendente il corpo cellulare del neurone e rapportando le immagini alle 2 lunghezze d onda e corrette per la fluorescenza di background, rilevata da regioni prive di marcante fluorescente. I valori verranno trasformati utilizzando il metodo di Grynkiewicz. Studio comportamentale Il topo transgenico, dall età di 12 mesi, presenta aggregati b-amiloidi in ippocampo e corteccia insieme ad alterazioni cognitive. L esame del comportamento in compiti striato-dipendenti mostra che sviluppa delle risposte riconducibili ad automatismi motori. Il deficit cognitivo di natura dichiarativa, sia nei pazienti AD che nei modelli animali della patologia, è accompagnato da un incremento di memoria procedurale. Sia i processi attenzionali sia le operazioni raggruppate sono mediati dalle regioni pre-limbiche e infra-limbiche. Valuteremo, mediante test comportamentali dipendenti dall ippocampo e dalla corteccia prefrontale mediana, la flessibilità cognitiva e comportamentale in topi transgenici verso i rispettivi controlli. Indicatori valutazione I risultati della ricerca, verranno utilizzati per articoli scientifici da sottoporre a riviste. Tali dati potranno contribuire ad identificare nuovi marcatori precoci di malattia. Disegno dello studio Nella I Fase si effettuano esperimenti di registrazione in modo patch-clamp da neuroni piramidali della corteccia cerebrale e ippocampale di topi transgenici. Nella II, ci confermiamo il correlato elettrofisiologico con i dati comportamentali. Per lo studio comportamentale l animale viene introdotto in una gabbia cubica di plexiglas trasparente con pavimento costituito da una griglia metallica che permette la somministrazione di un lieve shock elettrico. Il giorno seguente l animale viene introdotto nella stessa gabbia ma in assenza di shock. Questo test viene utilizzato per studiare la funzionalità ippocampale. Gli animali con alterazioni delle aree PL/IL sono in grado di formare l associazione contesto-choc ma sono incapaci di estinguerla e viene considerata come un difetto di plasticità comportamentale e, di alterate funzioni esecutive. 686 2009