Impresa: momento d'oro per Dileo, scelto come simbolo della Murgia



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TESTATA: ALTAMURGIA.IT DATA: 17 novembre 2013 Impresa: momento d'oro per Dileo, scelto come simbolo della Murgia L'imprenditore altamurano Pietro Dileo, titolare dell'omonima e storica azienda alimentare con sede a Matera, è stato scelto per rappresentare l'imprenditoria pugliese virtuosa nell'incontro che venerdì pomeriggio si è tenuto a Bari, nel salone degli Affreschi dell Ateneo di Bari, per l appuntamento organizzato dal Corriere della Sera "Italie. La tenacia del Sud". Un confronto con rappresentanti del mondo istituzionale, dell economia, dell accademia e del sapere, moderato dal direttore del Corriere della Sera Ferruccio De Bortoli. All iniziativa hanno preso parte il presidente della Regione Puglia Nichi Vendola, il rettore dell università Antonio Uricchio, il presidente di Confindustria Bari e Bat Michele Vinci, l imprenditore Pietro Di Leo, amministratore unico della Di Leo Pietro Spa, l amministratore di Aeroporti di Puglia Giuseppe Acierno e la presidente dell ARTI (Agenzia regionale tecnologia e innovazione) Eva Milella e lo stesso Dileo. Nel suo intervento, Dileo ha sottolineato l alleanza tra impresa e cultura ed ha esaltato il territorio di appartenenza: la Murgia. Ne ha decantato il grande dinamismo imprenditoriale. «Il territorio murgiano ha spiegato Pietro Dileo- vanta una classe imprenditoriale tenace, che è riuscita a far nascere e crescere piccole e medie imprese che da artigianali sono diventate via via industriali. Nel confronto con le multinazionali, i marchi locali non sono destinati a ridimensionarsi o sparire; al contrario, in questo momento di crisi che coinvolge anche il settore alimentare, c è una riscoperta di prodotti tipici legati al territorio e che ne raccontano la cultura; il cibo quindi è sempre più cultura e non solo consumo». «Forti di questa convinzione ha concluso Dileo - abbiamo voluto raccontare la nostra storia, cercando di trasmettere i nostri valori e la nostra cultura. Lo abbiamo fatto attivando una alleanza strategica tra

cultura e fare impresa, una sinergia che rende distintivi in tempi in cui la crescita delle imprese passa attraverso la capacità di distinguersi nel mercato e di generare fiducia nei clienti. Ne è nato un cineracconto, una vera e propria narrazione che racconta, tra il vero e il fantastico, la storia dei biscotti Dileo per cercare, con i nostri consumatori, un rapporto più intimo, più profondo che va oltre lo scaffale del supermercato».

TESTATA: SCOOPSQUARE.COM DATA: 17 novembre 2013 Impresa: momento d'oro per Dileo, scelto come simbolo della Murgia L'imprenditore altamurano Pietro Dileo, titolare dell'omonima e storica azienda alimentare con sede a Matera, è stato scelto per rappresentare l'imprenditoria pugliese virtuosa nell'incontro che venerdì pomeriggio si è tenuto a Bari, nel salone degli Affreschi dell Ateneo di Bari, per l appuntamento organizzato dal Corriere della Sera "Italie. La tenacia del Sud". Un confronto con rappresentanti del mondo istituzionale, dell economia, dell accademia e del sapere, moderato dal direttore del Corriere della Sera Ferruccio De Bortoli. All iniziativa hanno preso parte il presidente della Regione Puglia Nichi Vendola, il rettore dell università Antonio Uricchio, il presidente di Confindustria Bari e Bat Michele Vinci, l imprenditore Pietro Di Leo, amministratore unico della Di Leo Pietro Spa, l amministratore di Aeroporti di Puglia Giuseppe Acierno e la presidente dell ARTI (Agenzia regionale tecnologia e innovazione) Eva Milella e lo stesso Dileo. Nel suo intervento, Dileo ha sottolineato l alleanza tra impresa e cultura ed ha esaltato il territorio di appartenenza: la Murgia. Ne ha decantato il grande dinamismo imprenditoriale. «Il territorio murgiano ha spiegato Pietro Dileo- vanta una classe imprenditoriale tenace, che è riuscita a far nascere e crescere piccole e medie imprese che da artigianali sono diventate via via industriali. Nel confronto con le multinazionali, i marchi locali non sono destinati a ridimensionarsi o sparire; al contrario, in questo momento di crisi che coinvolge anche il settore alimentare, c è una riscoperta di prodotti tipici legati al territorio e che ne raccontano la cultura; il cibo quindi è sempre più cultura e non solo consumo». «Forti di questa convinzione ha concluso Dileo - abbiamo voluto raccontare la nostra storia, cercando di trasmettere i nostri valori e la nostra cultura. Lo abbiamo fatto attivando una alleanza strategica tra cultura e fare impresa, una sinergia che rende distintivi in tempi in cui la crescita delle imprese passa attraverso la capacità di distinguersi nel mercato e di generare fiducia nei clienti. Ne è nato un cineracconto, una vera e propria narrazione che racconta, tra il vero e il fantastico, la storia dei biscotti Dileo per cercare, con i nostri consumatori, un rapporto più intimo, più profondo che va oltre lo scaffale del supermercato».

TESTATA: PUGLIALIVE.NET DATA: 15 novembre 2013 Italie. La tenacia del Sud : a Bari l appuntamento del Corriere della Sera. La Puglia, regione innovativa e tenace, potrebbe rappresentare un modello per l Italia. A rappresentare la categoria degli imprenditori l altamurano Pietro Di Leo Si è tenuto ieri pomeriggio, nel salone degli Affreschi dell Ateneo di Bari l appuntamento organizzato dal Corriere della Sera Italie. La tenacia del Sud, un confronto con rappresentanti del mondo istituzionale, dell economia, dell accademia e del sapere moderato dal direttore del Corriere della Sera Ferruccio De Bortoli. All iniziativa hanno preso parte il presidente della Regione Puglia Nichi Vendola, il rettore dell università Antonio Uricchio, il presidente di Confindustria Bari e Bat Michele Vinci, l imprenditore Pietro Di Leo, amministratore unico della Di Leo Pietro Spa, l amministratore di Aeroporti di Puglia Giuseppe Acierno e la presidente dell ARTI (Agenzia regionale tecnologia e innovazione) Eva Milella. A rappresentare la categoria degli imprenditori pugliesi Pietro Di Leo, amministratore unico della Di Leo Pietro Spa - azienda nata ad Altamura, in provincia di Bari, nel 1860 con sede a Matera, impegnata nella produzione e commercializzazione di prodotti da forno che, nel suo intervento, ha sottolineato l alleanza tra impresa e cultura. «Il territorio murgiano ha spiegato Pietro Di Leo- vanta una classe imprenditoriale tenace, che è riuscita a far nascere e crescere piccole e medie imprese che da artigianali sono diventate via via industriali. Nel confronto con le multinazionali, i marchi locali non sono destinati a ridimensionarsi o sparire; al contrario, in questo momento di crisi che coinvolge anche il settore alimentare, c è una riscoperta di prodotti tipici legati al territorio e che ne raccontano la cultura; il cibo quindi è sempre più cultura e non solo consumo». «Forti di questa convinzione ha concluso Di Leo - abbiamo voluto raccontare la nostra storia, cercando di trasmettere i nostri valori e la nostra cultura. Lo abbiamo fatto attivando una alleanza strategica tra cultura e fare impresa, una sinergia che rende distintivi in tempi in cui la crescita delle imprese passa attraverso la capacità di distinguersi nel mercato e di generare fiducia nei clienti. Ne è nato un cineracconto, una vera e propria narrazione che racconta, tra il vero e il fantastico, la storia dei biscotti Di Leo per cercare, con i nostri consumatori, un rapporto più intimo, più profondo che va oltre lo scaffale del supermercato».

TESTATA: CORRIERE.IT DATA: 14 novembre 2013 IL BISCOTTIFICIO DI ALTAMURA «Siamo moderni con arti antiche» Di Leo, paste con la tecnica del «taglio-filo» C era una volta un bel forno ad Altamura che nella seconda metà dell 800 cuoceva il pane preparato in casa dai suoi concittadini. Era il forno di Francesco Di Leo, che le testimonianze dell epoca descrivono come una persona mai ferma e ricca di idee. Pietro Di Leo, titolare dell omonimo biscottificioun secolo e mezzo dopo, la quarta generazione della famiglia Di Leo rende sicuramente orgoglioso l antenato: la Di Leo Pietro spa, guidata dal pronipote Pietro, è un piccolo gioiello dell industria dolciaria meridionale. In pratica è stato perfezionato il lavoro portato avanti prima dal figlio minore di Francesco (Pietro che cominciò a produrre e vendere il suo pane negli anni 30 del secolo scorso) e poi dai fratelli Domenico e Vitantonio che fecero la scelta decisiva. Addio al pane di Altamura per dedicarsi ai prodotti tipici artigianali quali i popolarissimi taralli, i biscotti da latte e i dolcetti per le feste. «Grande intuizione anche perché in breve tempo la nuova attività li costrinse a realizzare una nuova sede per iniziare una produzione industriale, quella attuale in Contrada Iesce è nata negli anni 90 proprio grazie al successo della loro idea» spiega l amministratore unico della società materna. La Di Leo Pietro spa ha raggiunto i 35 dipendenti e i 13 milioni di euro come fatturato, ma non sono i numeri l ossessione del titolare. Alcuni dei biscotti lavorati con tecniche artigianali Se la si può definire «fissa», è quella della qualità realizzata secondo una filosofia, solo in apparenza scontata: i vantaggi delle più moderne tecnologie sono sfruttati per non togliere il «tocco» artigianale al prodotto, spesso ereditato dall antica tradizione. «Prima fra tutte continua Pietro Di Leo quella del taglio filo che si basa su un impasto più denso, colato nella forma come avverrebbe con una siringa da pasticceria. Questo conferisce al nostro biscotto una maggiore porosità e ruvidezza e lo rende più inzuppabile e quindi più gustoso». Le cinque linee di produzione dello stabilimento completamente automatizzate e con una capacità produttiva annua di 180 mila quintali operano su una superficie

coperta di 18mila mq, mentre l area complessiva dell azienda raggiunge i 100 mila metri quadri Una decina le linee di prodotti. Non bastasse, si è lavorato per ottenere (con successo) le certificazioni UNI EN ISO 9001 per il sistema di qualità e UNI EN ISO 14001 per la gestione ambientale. Inoltre Di Leo è tra i pochi biscottifici in Italia ( e tra i primi in Meridione) ad aver conquistato con il massimo punteggio la certificazione alimentare inglese BRC, che è fondamentale per il consumatore anglosassone. Già perché l obiettivo è quello di allargare il mercato anche oltrefrontiera e non limitarsi a possedere una buona quota nel Sud e in Italia, ovviamente pensando al peso notevole dei competitor. «Mi piace l idea di crescere soprattutto nei Paesi del Nord Europa, dove si apprezza più che da noi il concetto di alimentazione moderna e del biologico vero. Noi ci crediamo visto che utilizziamo materia prima di grande livello e curiamo i processi produttivi tanto da avere una linea chiamata Se mi mangi vivi sano, davvero in linea con il concetto». Certo, tutto parte dalla competitività che non è facile se lavori lontano dai mercati più ampi e remunerativi. Ma Di Leo non è tipo che si piange addosso, anzi. «Il segreto del buon andamento è legato strettamente a quello del territorio in cui si opera. Ecco perché ci vogliono le infrastrutture adeguate, una burocrazia corretta ma rapida, un personale che crede nel progetto. Sennò non si va da nessuna parte». Per fortuna, in queste zone (come in altre del Paese) c è la netta sensazione che i giovani abbiano riscoperto il valore dell agroalimentare e lo vedano finalmente come occasione unica di trovare una professione in alternativa a una grande industria in seria difficoltà e all impiego pubblico. «Se non credono loro nel vino, nell olio e nel food in generale, chi dovrebbe? conclude Di Leo hanno avuto la fortuna di crescere in un area ricchissima di prodotti d eccellenza, ma noi abbiamo il dovere di tramandare loro il mestiere. Le generazioni future sicuramente troveranno il sistema per realizzare le cose meglio di noi ma non potrebbero riuscirci senza una scuola quotidiana. Per noi Di Leo è una regola di lavoro e vita». IL SIMBOLO La basilica di Santa Maria Assunta (o duomo di Altamura) ha una facciata con due alti campanili a tre ordini; da notare anche il rosone del 300 mentre il portale quattrocentesco è racchiuso in un protiro sporgente sostenuto da due colonne poggiate su due leoni