Èdifficile individuare una definizione di aggressività



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04 dossier Aggressività canina CANI PERICOLOSI E STRUMENTI DI VALUTAZIONE Negli ultimi anni il problema dell aggressività canina si è imposto seriamente in Italia. Non esistendo ancora parametri oggettivi per la determinazione della pericolosità di un cane, presso il Servizio di Sanità animale dell Asl Milano un gruppo di lavoro ha elaborato uno strumento per la valutazione dell indice di pericolosità dei cani ricoverati presso i canili. Questo protocollo di analisi comportamentale potrebbe rappresentare un mezzo indispensabile per il veterinario che debba decidere quale procedura adottare nella gestione di un cane problematico e, soprattutto, se decretarne la comprovata pericolosità secondo la recente Ordinanza. Èdifficile individuare una definizione di aggressività universalmente applicabile. Tale termine è spesso solo descrittivo, trattandosi di un sintomo clinico, e si applica a un ampia gamma di differenti motivazioni, alcune delle quali pericolose e altre no. In linea generale, l aggressività può essere definita come un comportamento palese o intenzionale manifestato da un individuo per danneggiare o altrimenti provocare uno stimolo nocivo nei confronti di un altro individuo (Moyer, 1968, 1987) o, più semplicemente, come attacco o minaccia di attacco (Francis, 1988), che può essere aggravato da frustrazione o da stimoli ostili (Moyer, 1987). Le attività di caccia, gioco e difesa territoriale possono essere tutte etichettate come forme di aggressività, ma dal punto di vista funzionale sono comportamenti ben differenti. In termini evolutivi, l aggressività svolge una funzione in qualche modo adattativa. Infatti, in condizioni naturali, gli animali che usano l aggressività in modo appropriato si guadagnano l accesso a determinate risorse e hanno maggior successo nel riprodurre i propri geni. In questo senso, il significato di molte forme di aggressività è direttamente collegato alla fitness e quindi al successo riproduttivo, appannaggio dei soggetti, o meglio, dei genotipi più in grado di adattarsi plasticamente alle modificazioni dell habitat (Verga et al., 2001). Nella prospettiva etologico-naturalistica, tra le più importanti motivazioni all aggressione si rileva il concetto di territorialità ovvero la necessità sia di mantenere la distanza individuale ai fini della sopravvivenza del singolo, sia di difendere particolari territori, individuali o di gruppo, nei confronti di intrusi e/o rivali (Verga et al., 2001). Dal punto di vista eziologico l aggressività canina è il risultato di complesse interazioni tra le determinanti biologiche dell individuo (componente genetica, neuronale e ormonale) e una serie di fattori ambientali (stimoli, esperienze, condizionamento, ecc.) che ne regolano l espressione. Si tratta di uno stato interno motivazionale che influenza la predisposizione dell animale a comportarsi aggressivamente, e come tale fa parte del repertorio comportamentale del cane e di ogni altra specie vivente (Overall, 2000). Il comportamento aggressivo può essere una risposta inappropriata in alcuni contesti. Un cane che attacca gli amici del suo proprietario nel momento in cui entrano in casa e lo abbracciano, sta rispondendo in modo inappropriato e fuori dal contesto. Al contrario, può essere definita come appropriata e nel contesto l aggressività del cane che difende i proprietari da rapine, furti o minacce. È importante

05 acquisire consapevolezza che i cani che manifestano aggressività inappropriata e fuori dal contesto non sono maleducati o poco educati, sono clinicamente anormali e devono essere trattati come tali (Overall, 2001). Nelle situazioni in cui il comportamento aggressivo diventa eccessivo o incontrollato, il cane può costituire un pericolo (Dehasse, 2002). Il problema delle morsicature canine rappresenta un costo emozionale e sociale molto elevato, da valutare con grande attenzione, tenendo anche presente che gli episodi di morsicature potrebbero essere almeno in parte evitati e controllati attraverso un azione di prevenzione, che richiede impegno e informazione adeguati da parte di chi adotta il cane e di chi lo fornisce (allevatori, negozianti, operatori di canili, ecc.). Da qualche anno siamo sicuramente in presenza di un fenomeno che ha acquisito grande risonanza mediatica. Negli Stati Uniti si verificano ogni anno 2 milioni di morsicature da parte dei 55 milioni di cani presenti nel 38% delle case (Burroughs et al., 2002). Nel 50-70% dei casi le vittime sono bambini e spesso è responsabile il cane di famiglia o quello del vicino (ossia cani conosciuti dalla vittima). Più di un terzo di questi incidenti si verifica durante l attività quotidiana (spazzolatura, gioco, alimentazione), a conferma del fatto che i cani morsicatori sono spesso i cani familiari in situazioni familiari. Viste le implicazioni emozionali e sociali che comporta, il problema dei cani pericolosi va quindi considerato come un problema di relazione uomo-animale. Cani pericolosi : gli intendimenti del legislatore La pericolosità è la stima del pericolo, del rischio traumatico (psicologico o fisico) per una vittima potenziale. Un cane viene perciò definito pericoloso nel momento in cui, attraverso i suoi comportamenti (aggressione, inseguimento, predazione, ecc.), mette in pericolo l integrità fisica e/o psichica di un essere umano o eventualmente di un altro cane (J. Dehasse, 2006). Il concetto di pericolosità dei cani, non strettamente correlato ad aspetti squisitamente sanitari (ad esempio profilassi della rabbia), emerge per la prima volta nel testo della Legge quadro 14.08.1991, n. 281. Infatti l art. 2 comma 6 prevede che i cani ricoverati nelle strutture di cui al comma 1 dell art. 4 (canili comunali e rifugi) possono essere soppressi in modo esclusivamente eutanasico a opera di medici veterinari, soltanto se gravemente malati, incurabili o di comprovata pericolosità. In merito, se le prime due ipotesi possono essere evidentemente ben correlate a condizioni di compromissione terminale dello stato sanitario degli animali, l ultima fattispecie dev essere invece riferita proprio alla salvaguardia dell interesse prevalente dell uomo, individuato nella sua incolumità fisica. Come sopra ricordato, quindi, anche negli intendimenti del legislatore dev essere considerato aggressivo (e, dunque, pericoloso) il soggetto in grado di costituire un rischio in tal senso. La questione dell aggressività canina si è imposta in Italia, in particolare negli ultimi anni, come problema serio, a seguito di gravi episodi di aggressioni a persone da parte di cani. Ciò ha reso necessaria e urgente, in attesa dell emanazione di una disciplina normativa organica in materia, l adozione di provvedimenti finalizzati alla gestione nell immediato del problema degli animali ritenuti pericolosi per la società. A tale scopo, il Ministero della Salute ha emanato a partire dal 2003 specifiche ordinanze (contingibili e urgenti) contenenti disposizioni cautelari a tutela della salute pubblica. In esse l autorità, nell intento di predisporre un piano di sicurezza, ha voluto anche perseguire l individuazione del cane problematico per l incolumità pubblica, definito, nei testi che si sono susseguiti, con espressioni quali: cane aggressivo, cane potenzialmente pericoloso, cane con aggressività non controllata. Ne sono derivati gli elenchi di razze che, in allegato alle diverse ordinanze, di volta in volta, hanno inteso classificare sistematicamente i soggetti di attitudine mordace o, comunque, temibili. Liste controverse, sulla cui validità e opportunità si è molto discusso, peraltro scomparse nel testo dell ultima reiterazione, nella quale si è, invece, introdotta come nuovo riferimento la nozione di cane impegnativo. È evidente come, in ogni caso, l approccio scelto dal legislatore per la prevenzione e la tutela dell incolumità pubblica abbia lasciato spazi di perplessità (liste che ascrivono natura aggressiva e indole insidiosa a determinate razze di cani, prescindendo dall incidenza di fattori soggettivi) e incertezza (a fronte di una generica criminalizzazione l opinione pubblica tende a dividersi tra atteggiamenti di diffidenza e di sfida; sempre in proposito, appare il caso di sottolineare anche l ampio margine di interpretazione connesso all aggettivo impegnativo, che ugualmente potrà ingenerare nei proprietari timori e preoccupazioni per la detenzione), con la conseguenza di un incremento della popolazione di cani indesiderati. Il numero dei cani definiti o percepiti come pericolosi ricoverati nei canili sanitari e successivamente spostati nei canili rifugio è andato quindi progressivamente aumentando; la loro detenzione comporta difficoltà gestionali notevoli, in quanto anche nei canili rifugio è molto frequentemente necessario detenerli in box singoli, con conseguenze prevedibili in termini di costo e inevitabili in termini di benessere per l animale, che è costretto a vivere in condizioni di isolamento intraspecifico e di ridotti contatti interspecifici. Essendo la possibilità di collocazione presso nuovi proprietari estremamente ridotta, la prospettiva per questi cani è la lungodegenza; potrebbero in tal caso essere ravvisate condizioni insopportabili per le loro caratteristiche etologiche (art. 544-ter Codice penale) e incompatibili con la loro natura (art. 727 Codice penale), che integrerebbero reati previsti dal Codice penale. È sempre più necessario poter individuare il grado di pericolosità dei singoli soggetti, al fine di evitare rischi per l incolumità pubblica, non permettendo l affido o la degenza di cani effettivamente pericolosi, o in contrapposizione al fine di evitare l eutanasia di cani non comprovatamente pericolosi. Esigenza di una valutazione obiettiva della pericolosità Scopo del presente lavoro è la definizione di una metodologia obiettiva di valutazione della pericolosità dei cani ricoverati presso i canili sanitari e rifugio; uno strumento di valutazione da applicare nell ambito di un percorso sistematico di analisi dei casi sia comprovatamente, che solo potenzialmente pericolosi. Disporre di uno schema uniforme di giudizio consente, peraltro, di applicarlo all occorrenza sia a seguito del verificarsi di un episodio sfavorevole, sia per finalità preventive, quale deliberato principio di precauzione atto a evitare il danno anche prima che questo si concretizzi. Ricordiamo, in proposito, che l ultima ordinanza attribuisce ai Servizi veterinari il compito di adottare le idonee misure di prevenzione o di intervento nel caso di rilevazione di rischio potenziale elevato. È evidente che l individuazione di una condizione corrispondente al preciso significato giuridico della comprovata pericolosità è una premessa fondamentale per poter attuare correttamente le previste misure a tutela della incolumità pubblica, fino alla soppressione eutanasica dei soggetti che costituiscono un pericolo per le persone. Occorre, cioè, individuare le basi di un oggettivazione condivisa del concetto, perché questo possa essere recepito e applicato in maniera uniforme. Attualmente non esistono parametri che possano guidare il veterinario nella valutazione della pericolosità di un cane, e dare contemporaneamente una connotazione oggettiva (basata su criteri scientifici) alla sua eventuale decisione di procedere all eutanasia. Il professionista può infatti interpretare la norma in modo eccessivamente estensivo (troppe eutanasie) o restrittivo (poche eutanasie). In entrambi i casi la professionalità del veterinario rischia di decadere. La creazione di parametri applicabili, che possano aiutare il professionista a definire se un cane rientra nella categoria di cane comprovatamene pericoloso, è inderogabilmente necessaria. Tali parametri potranno successivamente essere condivisi con colleghi che siano rappresentativi di diverse realtà, in modo tale da creare modalità operative equivalenti in tutta Italia. Scheda di valutazione dei cani pericolosi Presso il Servizio di Sanità animale dell Asl Milano è stato costituito un gruppo di lavoro formato da: - veterinari ufficiali specializzati in Etologia applicata e benessere animale (Paolo Albasini e Nicola Mascoli); - veterinari ufficiali esperti in materia giuridica (Diana Levi e Rosangela Corti); - docenti dell Università degli studi di Milano, Facoltà di Medicina veterinaria, Dipartimento di Scienze cliniche veterinarie, Sezione di Medicina legale (Paola Fossati) e Dipartimento di Scienze animali (Manuela Michelazzi, Michela Minero, Clara Palestrini);

06 dossier Note alla scheda di valutazione * Per adattamento a canile valutato nei primi 10 giorni si intende: accettazione o rifiuto dell alimento, eventuali sintomi evidenti di stress, quali iperattività o depressione, reazione positiva o negativa verso chi accudisce il soggetto (personale, veterinari, volontari). ** Per patologie dolorose che danno aggressività si intende la presenza di lesioni traumatiche (ad esempio fratture) o patologie particolarmente dolorose (ad esempio otiti), che potrebbero causare manifestazioni di aggressività secondaria. - rappresentanti dell Ordine dei veterinari di Milano e Provincia (Carla Bernasconi); - studenti di Medicina veterinaria (Elisa Fassione). Il gruppo si è riunito periodicamente con lo scopo di elaborare uno strumento per la valutazione dell indice di pericolosità dei cani ricoverati presso canili sanitari o rifugio. Si è quindi proceduto alla stesura di una scheda strutturata individuando i parametri fisici e comportamentali da valutare nei singoli soggetti, e alcuni test e sottotest da applicare per definire le aspettative di reazione. Per ogni parametro/test sono state individuate 3 o 4 classi/categorie di misura alle quali è stato attribuito un punteggio variabile. Esistendo dei fattori di variabilità che possono influire notevolmente sul giudizio, è stato necessario attribuire punteggi specifici sia per parametri fisici, sia per precedenti episodi di morsicatura a uomo o ad altri animali con anamnesi certa. Questo strumento (Scheda di valutazione dei cani pericolosi, vedere tabella sotto) è attualmente in uso presso il presidio veterinario Canile sanitario dell Asl Milano. Nel corso di quest anno si prevede di compilare un numero di schede sufficienti a ottenere una casistica adeguata per la validazione dello strumento dal punto di vista statistico. Conclusioni Un protocollo di osservazione e valutazione dei cani, finalizzato all analisi comportamentale per scopi diagnostici e di classificazione, costituisce uno strumento indispensabile per il veterinario che debba decidere quale procedura adottare nella gestione di un cane problematico e, soprattutto, se decretarne la comprovata pericolosità. Tale intervento professionale comporta una notevole assunzione di responsabilità sia nei confronti dell animale, sia in riferimento agli obiettivi di salvaguardia della popolazione umana. Un professionista competente ed esperto in comportamento animale può, di per sé, costituire una garanzia di base ai fini della correttezza dell analisi e della successiva certificazione, grazie alla sua specifica preparazione e seguendo un preciso protocollo diagnostico. La disponibilità di uno strumento metodologico standardizzato, che consenta un esecuzione tecnicamente convalidata della valutazione dell animale, accrediterebbe ulteriormente gli esiti in modalità formalmente condivisa. La scheda proposta è corredata da specifiche per illustrarne l uso e, su richiesta, è disponibile un supporto audiovisivo in modo da rendere più agevole la comprensione e l esecuzione dei singoli test. L esperienza condotta a Milano e l applicazione degli strumenti illustrati anche in altre realtà territoriali consentirà di avere a disposizione un numero di schede sufficienti per poter quindi realizzare l analisi statistica dei dati raccolti, così da arrivare alla definizione di indici riferimento (valori numerici), in grado di stabilire la pericolosità effettiva del cane e quindi il suo destino. Diana Levi, Paola Fossati, Manuela Michelazzi VETERINARIO DATA PROGRESSIVO ANNO RAZZA SESSO ETÀ PARAMETRI FISICI C O M P O R T A M E N T A L I TIPOLOGIA/TEST Taglia/peso (reattività) Capacità di presa (morso) Spessore mandibolare < 4 cm Adattamento a canile valutato nei primi 10 gg* Patologie dolorose che danno aggressività** Test 1 a. Osservazione segnali di aggressività al primo approccio: veterinario fuori dal box a 30 cm di distanza, in posizione visibile, in piedi, di fronte, braccia lungo il corpo, senza fissare l animale Comportamento aggressivo vs uomo Test 1 b. Osservazione segnali di aggressività al primo approccio: veterinario al centro del box, in piedi, di fronte, braccia lungo il corpo, senza fissare l animale Comportamento aggressivo vs uomo Test 2. Interazione con il veterinario e visita clinica Comportamento aggressivo vs uomo Test 3. Interazione con altri cani: passaggio al guinzaglio davanti ai box (abitati) Postura Movimento SOTTOTEST Mimica facciale (orecchie, bocca, sguardo) Fonesi Aggressività Se presente aggressività: prevedibilità Se presente aggressività: tipo Interazione con il veterinario Postura Movimento Mimica facciale (orecchie, bocca, sguardo) Fonesi Aggressività Se presente aggressività: prevedibilità Se presente aggressività: tipo Interazione con il veterinario Guinzaglio Museruola Sollevamento Contenzione Stazionamento sul tavolo Palpazione Esame otologico Aggressività Se presente aggressività: prevedibilità Se presente aggressività: tipo CLASSI / CATEGORIE Peso (1: < 10 kg; 3: 10-20 kg; 4: 20-40 kg; 2: > 40 kg Morfologia e rapporto mandibolare (1: dolicocefali; 2: brachicefali) + 4 discreto: + 1; scadente: + 2 sì: - 4; no: 0 0: amichevole; 1: neutrale; 2: segnali ambivalenti; 3: tesa; 4: aggressiva 1: avvicinamento positivo; 2: stazionamento/allontanamento; 3: allontanamento aggressivo; 4: avvicinamento aggressivo 1: rilassata; 2: paura/ansia; 3: aggressiva 1: assente; 2: mugolio; 3: abbaio; 4: ringhio 0: no; 1: sì 1: evidente; 2 parziale; 3: assente 1: difensiva; 2 offensiva 60: impossibile 0: amichevole; 1 neutrale; 2: segnali ambivalenti; 3: tesa; 4: aggressiva 1: avvicinamento positivo; 2: stazionamento/allontanamento; 3: allontanamento aggressivo; 4: avvicinamento aggressivo 1: rilassata; 2: paura/ansia; 3: aggressiva 1: assente; 2: mugolio; 3: abbaio; 4: ringhio 0: no; 1: sì 1: evidente; 2 parziale; 3: assente 1: difensiva; 2 offensiva 30: impossibile 1: buona; 2: discreta; 3: difficile 0: no; 1: sì 1: evidente; 2 parziale; 3: assente 1: difensiva; 2 offensiva 1: ricerca contatto positivo; 2: tranquillo/indifferente; 3: agitato/spaventato; 4: reazione aggressiva PUNTI

08 dossier Scheda di valutazione dei cani pericolosi Specifiche per la compilazione Il test dev essere eseguito da un unico esaminatore, con cui il cane non abbia ancora sviluppato un rapporto, sia esso positivo o negativo. Test 1 A: osservazioni fuori dal box L esaminatore resta da solo per 2 minuti davanti al box del soggetto da testare, in posizione visibile e neutra (braccia lungo il corpo), inizialmente accovacciato e poi in piedi, senza guardare il cane negli occhi, a 30 cm di distanza dalla grata. Postura (vedere foto da 1 a 5) Per postura del cane si intende la posizione del corpo e di alcune sue parti in particolare coda e dorso. Movimento Si valuta il movimento del cane rispetto all operatore che lo osserva dall esterno del box. Avvicinamento positivo: il cane si avvicina all osservatore con fare amichevole e con postura rilassata. Stazionamento/allontanamento: il cane rimane fermo nella posizione di origine o tende ad allontanarsi senza dare segni di aggressività rispetto all osservatore. Allontanamento aggressivo: il cane si allontana rispetto all osservatore dando segnali di aggressività (abbaia, ringhia, solleva il pelo, ecc.). Avvicinamento aggressivo: il cane va verso l osservatore in modo aggressivo. Mimica facciale (vedere foto da 6 a 14) Si valutano la posizione delle orecchie, ma anche della bocca e lo sguardo del cane. Fonesi Per fonesi si intendono le vocalizzazioni emesse dal cane in presenza dell operatore. Assente: cane calmo e rilassato o disinteressato. Mugolio o abbaio festoso: segnale di richiesta timida/giocosa di attenzione. Abbaio non festoso: segnale di preoccupazione, minaccia. Ringhio: segnale deciso di aggressività. Prevedibilità aggressione È importante verificare se la persona che interagisce con il cane è in grado di prevenire l aggressione e il morso. Per questo motivo vengono fatte tre distinzioni. Aggressione prevedibile. L aggressione, come ogni altro comportamento, presenta una sequenza costituita da quattro fasi: la fase iniziale di avvertimento/minaccia, la fase di attacco vero e proprio, la fase di interruzione del conflitto e la fase di recupero dell equilibrio. Se questa sequenza non viene rispettata, perché le fasi non si presentano nell ordine indicato o manca una di esse, il comportamento viene ritenuto essere patologico. L aggressione sarà giudicata prevedibile quando il comportamento del cane presenta una fase di minaccia ben evidente e comprensibile, durante la quale ringhia, abbaia e si avvicina o indietreggia, mostra i denti, solleva il pelo sulla schiena, ha una postura rigida e lo sguardo fisso su colui che ha di fronte. In genere queste manifestazioni e posture sono presenti contemporaneamente (ad esempio ringhiare e mostrare i denti, oppure postura rigida, abbaiare e ringhiare, ecc.). Va sottolineato che questa fase di minaccia, oltre ad essere presente, deve precedere chiaramente la fase di attacco. Questo perché, se la minaccia non è contemporanea all attacco, dà la possibilità alla potenziale vittima di capire le intenzioni del cane e di interrompere l interazione prima che il cane passi all azione (morso). Aggressione poco prevedibile: la fase di minaccia, caratterizzata dalla mimica, dalla postura e dalle vocalizzazioni sopra indicate è difficile da individuare, in quanto è quasi contemporanea alla fase di attacco. In questo caso la persona non ha la possibilità di evitare l aggressione. Aggressione imprevedibile: in questo caso il cane non segnala assolutamente le sue intenzioni (non ci sono ringhi, né postura rigida) e parte e attacca la vittima senza alcun preavviso o segnale di avvertimento. È senza dubbio più facile da gestire e trattare un aggressione prevedibile, perché consente alla persona di prevenire ed evitare l attacco e il morso (la persona dovrà però stare molto attenta a interpretare bene quelli che sono i segnali dati dal cane prima di arrivare a mordere). Un altro aspetto che va considerato è che la Postura 1 2 3 1. Postura amichevole. 2. Postura neutrale. 3. Postura ambivalente. 4. Postura tesa. 5. Postura aggressiva. 4 5

10 dossier Orecchie 6. Orecchie in posizione normale. 7. Orecchie portate indietro. 8. Orecchie alzate e tese. Bocca 9. Bocca festosa. 10. Bocca ansiosa. 11. Bocca aggressiva. Sguardo 12. Sguardo diretto non aggressivo. 13. Sguardo distolto. 14. Sguardo diretto minaccioso. prevedibilità o meno dell aggressione dipende anche dalla capacità della vittima di riuscire a interpretarla (un bambino può non essere in grado di capire i segnali di minaccia manifestati dall animale). Tipo aggressione Viene valutato in funzione dei movimenti del cane e della vittima. Vengono distinti due tipi. Aggressione difensiva: il cane reagisce quando la persona va verso di lui. È quindi l aggressione messa in atto da una vittima nei confronti di un soggetto che ritiene essere un pericolo o una minaccia. Ne sono esempio l aggressività da paura, l aggressività da dolore/irritazione, l aggressività materna. Questo tipo di aggressione è più facile da gestire e il rischio è più limitato, in quanto basterà non andare verso il cane. Anche in questo caso, bisognerà tenere conto delle caratteristiche della potenziale vittima (ad esempio, bambino che tende comunque ad avvicinarsi al cane). L aggressione difensiva è accompagnata da mimica e posture che indicano spesso uno stato di paura: orecchie basse e portate indietro, postura bassa, commessura labiale tirata indietro e denti in evidenza, coda abbassata. Il cane cerca spesso di indietreggiare per sfuggire e arriva a mordere nel momento in cui non ha più via di fuga e il pericolo è ormai molto prossimo a lui. Aggressione offensiva: il cane va verso la persona per attaccarla. Viene anche definita come un non provocato tentativo di conquistare delle risorse a spese di un altro soggetto o per rivendicare il controllo di una situazione ed è tipica delle forme di aggressività correlata allo status, aggressività intraspecifica e aggressività predatoria. Questo tipo di aggressione è molto più grave e pericolosa dal punto di vista della gestione e del trattamento. In questo caso il cane presenta postura assertiva: postura alta, orecchie alte, arti rigidi, piloerezione su collo e coda, bocca aperta e denti in evidenza. Test 1 B: osservazioni dentro il box L esaminatore entra nel box del soggetto da testare e inizialmente rimane fermo per 1 minuto al centro del box, in posizione neutra (braccia lungo il corpo), inizialmente accovacciato e poi in piedi, senza fissare il cane negli occhi. Dopo si accosta

12 dossier lentamente al cane, avvicina il guinzaglio provando a posarglielo sulla testa e sul dorso, valutandone la reazione e l accettazione, quindi infila il cappio del guinzaglio al collo del cane senza stringere. Le osservazioni di postura, movimento, mimica facciale, fonesi, prevedibilità aggressione e tipo aggressione sono uguali a quelle previste per il test 1 A (vedi sopra). Test 2: interazioni con il veterinario Nel tragitto verso l ambulatorio, l esaminatore deve fare attenzione a non lasciare alcun potere decisionale al cane, mantenendo la precedenza nei passaggi obbligati. Giunti nell ambulatorio, bisogna permettere al cane di ambientarsi, legando il guinzaglio a un appiglio fisso e osservando nel frattempo il suo comportamento. In seguito si procede a eseguire la visita clinica ed eventualmente le vaccinazioni e l applicazione del microchip. Interazione con il veterinario impossibile Questo è il caso in cui non è possibile proseguire il test dopo l approccio nel box, a causa dell eccessiva reazione aggressiva del cane. Guinzaglio Va tenuto dal primo approccio all interno del box fino alla fine del test; osservare l eventuale difficoltà nell applicazione, il grado di sopportazione del cane ed eventuali reazioni aggressive. - buona = si lascia mettere il guinzaglio tranquillamente; - discreta = cerca di sottrarsi, senza mostrare aggressività; - difficile = mostra segni di aggressività (ad esempio ringhia, mostra i denti); - impossibile (vedere interazione con il veterinario impossibile). Museruola Va applicata nell ambulatorio e tenuta fino alla fine della visita o, se il cane è particolarmente aggressivo, fino al rientro nel box. - buona = si lascia mettere la museruola tranquillamente; - discreta = cerca di sottrarsi, senza mostrare aggressività; - difficile = mostra segni di aggressività (ad esempio ringhia, mostra i denti); Sollevamento Viene eseguito per pesare il cane e metterlo sul tavolo da visita. Se impossibile per l eccessivo peso del cane, considerare la reazione al tentativo di sollevamento. - buona = si lascia sollevare tranquillamente; - discreta = si agita, tenta di sottrarsi senza mostrare aggressività; - difficile = mostra segni di aggressività (ad esempio ringhia, mostra i denti); Contenzione Per contenzione si intende il complesso delle manualità applicate, al fine di consentire la visita clinica dell animale, in particolare per pratiche quali esame otologico, applicazione microchip, vaccinazioni, ecc. - buona = si lascia manipolare tranquillamente senza bisogno di contenzione; - discreta = dev essere contenuto; - difficile = mostra segni di aggressività e dev essere contenuto; Stazionamento sul tavolo Si valuta il comportamento del cane in assenza di contenzione forzata: eventuali tentativi di discesa dal tavolo, ecc. - buona = rimane autonomamente sul tavolo; - discreta = dev essere contenuto (tenta di scendere); - difficile = si agita e mostra segni di aggressività, richiedendo una contenzione decisa; Palpazione Si procede alla palpazione di addome, testicoli, esplorazione linfonodi, ecc. - buona = si lascia manipolare tranquillamente; - discreta = dev essere contenuto; - difficile = mostra segni di aggressività e dev essere contenuto; Esame otologico Si procede all esame sia visivo, che strumentale, del condotto uditivo sia esterno, che interno. - buona = si lascia manipolare tranquillamente; - discreta = dev essere contenuto; - difficile = mostra segni di aggressività e dev essere contenuto; Prevedibilità aggressione e tipo aggressione Le osservazioni di prevedibilità aggressione e tipo aggressione sono uguali a quelle previste per il test 1 A (vedi sopra). Test 3: interazioni con altri cani Prima di riportare il cane nel suo box, l esaminatore lo fa passare, sempre al guinzaglio, davanti ai box abitati da altri cani (sia maschi, che femmine) e ne valuta le reazioni. Ricerca contatto positivo: quando il cane si avvicina agli altri cani con postura e mimica che non evidenziano segnali di aggressività o di paura, bensì desiderio di interagire (ad esempio scodinzola, ha le orecchie abbassate, non abbaia o lo fa in maniera festosa). Tranquillo/indifferente: non appare spaventato, né dà segnali di aggressività, ma non cerca nemmeno un contatto con gli altri cani. Prosegue per la sua strada e sembra essere più interessato da altro (ad esempio odori, rumori, persone). Agitato/spaventato: il cane manifesta comportamenti, posture e mimica riferibili a uno stato di paura (ansima, trema, cerca di scappare, ha la coda fra le gambe, le orecchie tirate indietro e in certi casi ringhia - aggressività da paura). Reazione aggressiva: il cane cerca di scagliarsi contro le altre gabbie, ringhia, abbaia in modo aggressivo, solleva il pelo e manifesta una postura alta. Seconda parte della scheda Il secondo foglio della scheda va compilato nel caso sia nota l anamnesi relativa a precedenti episodi di morsicatura, con lesioni nei confronti di persone o di altri animali (vedere riquadro). In questa seconda parte si prende in considerazione il grado di relazione della vittima con il cane (ad esempio proprietario, estraneo, ecc.), la categoria della vittima (anziano, bambino, disabile, ecc.) e il tipo di lesione provocata dal cane (ematoma, ferita superficiale o grave). Sono inoltre previsti due indici di correzione (se le lesioni riportate dalla vittima hanno una prognosi superiore ai 20 giorni, oppure nel caso gli episodi di morsicatura siano superiori a tre). Diana Levi, Paola Fossati, Manuela Michelazzi, Elisa Fassione Anamnesi nota Nel caso si conosca l anamnesi relativa all episodio di morsicatura che ha coinvolto il cane sottoposto a valutazione, è necessario prendere in considerazione anche i seguenti aspetti. Cane che ha morso da 1 a 3 volte una persona: - relazione della vittima con il cane (proprietario +2; altri 0), - categoria vittima (adulto +1; bambino, anziano, disabile +5), - tipo di lesione (pizzico +1; ematoma +2; ferita superficiale +3; ferita profonda+4). Cane che ha morso da 1 a 3 volte un altro cane o gatto: - categoria vittima (cucciolo +2; maschio vs femmina +2), - tipo di lesione (pizzico +1; ferita superficiale +2; ferita profonda +3; ferite multiple +4). Il punteggio finale risulta dalla somma di quelli di ciascun episodio. Se ci sono stati più di tre episodi di morsicatura a danno di persone o di animali, va aggiunto al punteggio finale anche un indice di correzione pari a +15. Se la morsicatura ha avuto come esito delle lesioni all uomo con prognosi superiore ai 20 giorni oppure la morte di un altro animale, va aggiunto al punteggio totale un indice di correzione di +20.