dal Dualismo alla Co-Produzione Qualche riflessione



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Transcript:

Le giornate di Bertinoro per l economia civile 10-11 ottobre 2014 dal Dualismo alla Co-Produzione Qualche riflessione Gian Paolo Barbetta Università Cattolica e Fondazione Cariplo 10 ottobre 2014 14/10/2014 1

Il nostro sistema di welfare Le caratteristiche note: - Risarcitorio e non «abilitante» (più trasferimenti che servizi) - Dispersivo e non coordinato (diversi livelli istituzionali non sempre coordinati tra loro, specie a livello locale) - Competitivo e non cooperativo (basato su un malinteso senso del mercato, anche quando il consumatore non è sovrano) 14/10/2014 2

Il nostro sistema di welfare Le conseguenze: - Spreco e insufficienza di risorse - Iniquità nei trattamenti - Poco ruolo (se non esecutivo e subalterno) per le organizzazioni della società civile - Poca innovazione sociale - Poca distinzione di ruoli 14/10/2014 3

Il nostro sistema di welfare Che cosa si può fare? 1. Puntare a una maggior «abilitazione» di quelli che sono considerati solo utenti - Aumentando i servizi e riducendo i trasferimenti - Chiedendo agli utenti (che possono) maggiore ruolo nel disegno del proprio destino - Puntando sui fattori abilitanti (Scuola e Lavoro al centro) 14/10/2014 4

Il nostro sistema di welfare Che cosa si può fare? 2. Immaginare maggiore collaborazione (nell ideazione, implementazione e valutazione degli interventi) tra i soggetti attivi a livello locale: - Identificando insieme bisogni prioritari - Determinando obiettivi specifici - Ideando e attuando interventi - Valutandone l effetto 14/10/2014 5

Il nostro sistema di welfare Che cosa si può fare? 3. Semplificare e razionalizzare i livelli decisionali: - Intervenendo sul numero dei comuni - Vincolando a meccanismi di gestione consortile 14/10/2014 6

Il nostro sistema di welfare UNA SFIDA SOPRA TUTTE La carenza di risorse non deriva solo da inefficienze o carenza di coordinamento Spesso c è un problema di inefficacia le azioni che mettiamo in campo non raggiungono il risultato desiderato (quando questi sono chiari spesso non lo sono) Bisogna fare meglio le politiche 14/10/2014 7

Il nostro sistema di welfare Una sfida sopra tutte Per fare meglio le politiche: - Determinare obiettivi specifici e precisi - Determinare chiari strumenti di intervento, chiarendo la «teoria del cambiamento», i meccanismi che dovrebbero portare al risultato - Valutare rigorosamente l effetto 14/10/2014 8

Per valutare l effetto Spesso si ragiona con INDICATORI, misurandoli PRIMA e DOPO l intervento EFFETTO (IMPATTO) = DOPO - PRIMA Di solito E SBAGLIATO perché: 1) I processi spontanei influenzano le variabili obiettivo 2) Raramente le persone su cui agiamo sono un campione significativo dell universo 14/10/2014 9

Per valutare l effetto PER MISURARE L EFFETTO bisogna ADOTTARE una LOGICA CONTROFFATTUALE. L effetto NON È la differenza tra dopo e prima (o tra destinatari e non destinatari di) un intervento ma la differenza tra ciò che succede dopo l intervento (fattuale) e ciò che sarebbe successo senza l intervento (controfattuale) 14/10/2014 10

Due rischi nel non utilizzare la logica controfattuale: 1) Dinamica spontanea 2) Differenze nelle condizioni di partenza e selection bias 11

Primo esempio: dinamica spontanea1 Intervento: incentivi per la stabilizzazione dei precari 5.000 euro alle imprese che assumono a tempo indeterminato un proprio dipendente a tempo determinato o co.co.pro. Gli incentivi vanno a ruba: in una settimana, 2.000 incentivi assegnati. Quindi 2.000 precari stabilizzati. L assessore dice: Grazie agli incentivi, ci sono 2.000 precari in meno ma 12

Primo esempio 2 I dati dicono soltanto che l EFFETTO degli incentivi può essere qualunque valore tra zero (se sarebbero stati TUTTI assunti ANCHE senza incentivi) e 2.000 (se NESSUNO sarebbe stato assunto senza incentivi). I dati a disposizione non consentono di dire quanti sarebbero gli assunti senza incentivi (il controfattuale), ma dire che nessuno sarebbe assunto è una ipotesi forte. Il fenomeno ha infatti una sua dinamica spontanea. 13

Secondo esempio: selection bias Intervento: sostegno nella ricerca di lavoro I disoccupati che si iscrivono al Centro per l impiego (CPI) ricevono il sostegno (formazione) L iscrizione ai CPI è volontaria I 200 iscritti del 2013 trovano lavoro più rapidamente, quattro mesi prima in media, dei non-iscritti Il solito assessore: la nostra politica riduce di quattro mesi il periodo di disoccupazione, ma 14

Secondo esempio 2 I dati non dicono nulla, perché non siamo sicuri che le condizioni di partenza degli iscritti e dei non-iscritti siano identiche Se, rispetto ai non iscritti, gli iscritti fossero in percentuale maggiore uomini, più giovani e con più alta istruzione, potremmo ancora dire con l assessore che la riduzione del periodo di disoccupazione avviene grazie all azione di sostegno? Oppure dipende anche da genere, età, istruzione e altro? 15

La logica controfattuale Questi ERRORI si possono EVITARE adottando la logica dei risultati potenziali, secondo cui: l EFFETTO di un intervento è la differenza tra quanto si osserva in presenza dell intervento e quanto si sarebbe osservato in sua assenza (il controfattuale). Il «problema fondamentale dell inferenza causale» Holland (1986): l osservabilità di uno soltanto dei risultati potenziali su un generico soggetto a fronte di un intervento Come ovviare al problema? 16

TRE SOLUZIONI POSSIBILI 17

Soluzione 1: 18

Soluzione 2: ESPERIMENTO RANDOMIZZATO CONTROLLATO 1 E la tecnica è tipicamente adottato negli studi clinici. Un insieme di pazienti affetti da una patologia viene suddiviso in due gruppi mediante sorteggio: a un gruppo ( sperimentale ) viene somministrato il nuovo farmaco del quale si vuole saggiare l effetto; all altro (di controllo ) non si somministra nulla (placebo) Se la selezione è randomizzata (casuale), le differenze di partenza tra i due gruppi risultano nulle (sia sulle observable che sulle non-observable) 19

L esperimento randomizzato 2 L effetto MEDIO dell intervento è stimato con la differenza tra i risultati medi ottenuti dai trattati e dai non-trattati Difficoltà nel realizzare esperimenti per ragioni giuridiche, etiche e pratiche: La partecipazione all esperimento non può essere imposta Se ci attendiamo che l intervento abbia effetti positivi, in nome di che cosa escludiamo qualcuno dal beneficiarne? Mancanza di consenso (degli operatori, dell opinione pubblica) Difficoltà pratica di mantenerne l integrità. 20

Soluzione 3: ricostruire il controfattuale in contesti non sperimentali L idea-guida: comparare soggetti comparabili, cioè a dire comparare ai trattati i non-trattati (resi) equivalenti, salvo il fatto che sono nontrattati. Quattro metodi, in relazione alle caratteristiche del pro-cesso di selezione e all informazione disponibile: Selezione nelle variabili osservabili: Abbinamento; Soglia di ammissibilità: Regression Discontinuity Design; Dinamica parallela : Difference-in-Differences; Esperimento naturale : Variabili strumentali. 21

Da noi Nel campo del welfare, in Italia, non facciamo quasi nulla del genere... quindi spesso sprechiamo risorse per interventi inefficaci ma retoricamente li chiamiamo best-pratice (senza sapere se funzionano) spesso una politica è buona se usa tanti input (tanti soldi) non se produce buoni outcome (risultati attesi) 22

Da noi Non confondiamo: 1. la valutazione dell effetto delle politiche CHE SI PUO FARE E DOVREMMO FARE MOLTO DI PIU, con 2. la valutazione dell impatto delle organizzazioni (l indice sintetico di impatto che vorrebbero i finanzieri) CHE secondo me NON SI PUO FARE RIGOROSAMENTE (e non serve a niente) 23

La valutazione controfattuale in Fondazione Cariplo: il caso di Lavoro & PSiche 24

Lavoro&Psiche IL PROBLEMA Le persone con disturbi psichiatrici sono in aumento. In Regione Lombardia sono oltre 130.000 (circa il 25% soffre di disturbi gravi) e presentano difficoltà di accesso e tenuta nel mercato del lavoro. L OBIETTIVO Testare la fattibilità e l efficacia di un modello innovativo di integrazione lavorativa per pazienti psichiatrici gravi (schizofrenico, schizoide, paranoide, borderline e disturbo bipolare). 25

Il modello di intervento 1. Caratterizzato dalla presenza di un Coach professionista che: sulla base di un progetto condiviso con i curanti ha preso in carico per almeno due anni circa 10 pazienti psichiatrici; li ha accompagnati nelle rete dei servizi sociali, assistenziali e di inserimento lavorativo con un approccio personalizzato e multidimensionale; ha attivato strumenti e servizi funzionali a facilitarne l ingresso e la tenuta nel mercato del lavoro e il miglioramento delle condizioni di benessere. 2. Prevede il coinvolgimento della rete territoriale di soggetti (paziente, servizi psichiatrici, servizi sociali e lavorativi, comparto produttivo) che intervengono in più fasi del percorso di reinserimento del paziente in un contesto aziendale. 26

La durata e i partner DURATA: 2008-2009: progettazione partecipata delle linee guida dell intervento e la selezione di 4 OCSM delle Regione Lombardia; 2009-2012: sperimentazione triennale dei progetti pilota (OCSM e Coach); 2013-2014: diffusione dei risultati e del modello sperimentato (comunità scientifica e Regione Lombardia). PARTNER: Progettazione: Direzioni Regionali Salute, Famiglia e Lavoro, Confcooperative, Urasam, Assolombarda, Ala Sacco, Asvaap Realizzazione: Ala Sacco, Tavoli Tecnici degli OCSM di Bergamo, Como, Milano 1 e Sondrio Valutazione: Asvapp, Irs 27

I destinatari I destinatari dell intervento sono stati pazienti psichiatrici in trattamento nei Centri Psico-sociali (CPS) operanti nel territorio degli OCSM selezionati con i seguenti criteri: 1. Diagnosi di disturbo psichico grave: schizofrenia e disturbi correlati, disturbo bipolare e disturbi di personalità gravi (ICD 10: F20, F31, F60.3, F60.1, F60.0) e avere manifestato almeno una volta sintomatologia psicotica; 2. Età compresa tra i 18 e i 50 anni; 3. Rapporto stabile e continuativo con il Servizio Psichiatrico; 4. Compenso psichico da almeno sei mesi e buona compliance alle cure; 5. Nessuna occupazione o tirocinio nei tre mesi precedenti l avvio del progetto; 6. Motivazione e attitudine ad avviare un percorso di integrazione lavorativa. 28

I destinatari ASL Arruolati Controlli Sperimentali Bergamo 83 41 42 Como 80 39 41 Milano 84 42 42 Sondrio 64 32 32 Totale 313 154 157 29

Gli effetti 30

Gli effetti 31

Gli effetti 32

Che cosa si impara? I tirocini 1 33

Che cosa si impara? I tirocini 2 34

Che cosa si impara? I tirocini 3 35

Che cosa si impara? Il lavoro 1 36

Che cosa si impara? Il lavoro 2 37

Che cosa si impara? Il lavoro 3 38

Che cosa è successo? TIROCINI I coach hanno una certa capacità di attivare tirocini Cessato l intervento, i tirocini dei pazienti crollano C è stato un fenomeno imitativo tra chi si occupa dei controlli (contaminazione, una brutta bestia, esito di un «errore» di impostazione dell esperimento) LAVORO I coach contano meno nell attivare al lavoro o forse c è un periodo di attivazione più lungo Il periodo di crisi influenza negativamente 39

Che cosa è successo? TIROCINI I coach hanno una certa capacità di attivare tirocini Cessato l intervento, i tirocini dei pazienti crollano C è stato un fenomeno imitativo tra chi si occupa dei controlli (contaminazione, una brutta bestia, esito di un «errore» di impostazione dell esperimento) LAVORO I coach contano meno nell attivare al lavoro o forse c è un periodo di attivazione più lungo Il periodo di crisi influenza negativamente (anche i controlli!!!) 40

E stato inutile? NO Sapere che un intervento non funziona è utile almeno tanto quanto sapere che funziona Abbiamo appreso molte cose che non avremmo imparato senza sperimentazione Siamo in grado di fornire conoscenza ai decisori, pubblici o privati 41

SCEGLIETE VOI SE ESSERE TRA QUELLI CHE PRESUMONO O TRA QUELLI CHE PROVANO Grazie 42