Carlo Zaza La logica del giallo. Analisi dei meccanismi logici della letteratura giallistica



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I NUOVI CRITICI 8

I NUOVI CRITICI La collana intende ospitare le opere di critici esordienti, non accademici, che si esercitano quotidianamente nella lettura di opere letterarie e poetiche sia italiane che straniere, nell analisi cinematografica di film noti e meno noti, nell interpretazione delle opere d arte del presente e del passato, nell attenta fruizione di opere teatrali sia sperimentali che classiche. Una critica di chi legge, interpreta e decifra giorno dopo giorno, con gli occhi ben aperti sul mondo.

Carlo Zaza La logica del giallo Analisi dei meccanismi logici della letteratura giallistica

Copyright MMXIV ARACNE editrice S.r.l. www.aracneeditrice.it info@aracneeditrice.it via Raffaele Garofalo, 133/A B 00173 Roma (06) 93781065 ISBN 978-88-548-6816-8 I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica, di riproduzione e di adattamento anche parziale, con qualsiasi mezzo, sono riservati per tutti i Paesi. Non sono assolutamente consentite le fotocopie senza il permesso scritto dell Editore. I edizione: gennaio 2014

A Wilma che finalmente potrà leggere questo libro (e scoprire che l assassino non è mai il maggiordomo)

Indice 11 Introduzione 15 Capitolo I Elementi di logica probatoria 1.1. I ragionamenti inferenziali: deduzione, induzione, abduzione, 15 1.2. Il sillogismo ipotetico condizionale, 21 1.3. La massima di esperienza, 30 1.4. L indizio, 33 1.5. L inferenza indiziaria e la conclusione del ragionamento abduttivo, 38 1.6. La testimonianza e le prove similari, 49 1.7. Il mestiere dell investigatore: osservazione, ipotesi, visione logica, 55. 69 Capitolo II Sherlock Holmes e la logica della coerenza 85 Capitolo III Auguste Dupin e la logica della raffigurazione 99 Capitolo IV Padre Brown e la logica della semplificazione 111 Capitolo V Hercule Poirot e la logica della persuasività 139 Capitolo VI Miss Marple e la logica della completezza 155 Capitolo VII Philo Vance e la logica della distinzione 191 Capitolo VIII Nero Wolfe e la logica della sequenzialità 211 Capitolo IX Il commissario Maigret e la logica della contestualizzazione 9

10 Indice 223 Capitolo X Il commissario Montalbano e la logica della connessione 245 Capitolo XI Elijah Baley e la logica della circostanzialità 253 Bibliografia

Introduzione Quando, alcuni anni or sono, affrontai una trattazione tecnico giuridica sulla logica della prova nel processo penale, 1 mi trovai ad approfondire alcuni aspetti del pensiero del filosofo statunitense Charles Sanders Peirce sul procedimento logico abduttivo, che, come si vedrà nel seguito, ha rilievo fondamentale in un indagine riguardante fatti criminosi. Nel far ciò, mi imbattei in un divertente aneddoto, all apparenza autobiografico, che Peirce pubblicò su una rivista con il titolo Guessing (Indovinare), e citò successivamente ad esemplificazione delle dinamiche di un argomentazione abduttiva. 2 Si trattava in effetti, pur nella peculiarità delle sue caratteristiche, di un piccolo racconto giallo. L autore narrava infatti di come, nel corso di un viaggio su un battello fluviale, avesse constatato la sparizione dalla propria cabina di un orologio al quale egli era particolarmente affezionato; e da quel punto esponeva lo sviluppo di un indagine condotta personalmente partendo dall immaginare (da cui il titolo del racconto) che responsabile del furto fosse stato uno dei componenti dell equipaggio del battello, e dall intuizione che uno di essi in particolare fosse il principale sospettato. La storia, che non è qui il caso di riproporre per esteso, si concludeva felicemente con il ritrovamento dell oggetto rubato e la conferma della prima ipotesi formulata dall autore. Se ora vi accenno è perché, trovandomi allora a commentare a fini di ricerca giuridica un testo di quel genere, pensai che sarebbe stato interessante verificare se ed in quale misura gli schemi logici della ricerca della prova in un processo penale, o quanto meno quelli che reputavo e tuttora reputo essere tali, possano essere applicati a dei veri e propri racconti gialli; ovvero, da altro punto di vista, se ed in quale misura i personaggi letterari, che di tali racconti sono protagonisti in quanto investigatori, ragionino secondo procedimenti riconducibili a questi schemi. 1. C. ZAZA, Il ragionevole dubbio nella logica della prova penale, Giuffré, Milano 2008. 2. C.S. PEIRCE, Opere, Bompiani, Milano 2003, 1005. 11

12 Introduzione Quanto seguirà tenta di realizzare questo progetto. Si tratterà per l appunto dell esame, nella prospettiva della loro riferibilità a determinate metodologie in tema di prova penale, di una serie di trame di letteratura giallistica, tratte da racconti o romanzi più o meno noti, ma che comunque ho ritenuto rappresentativi della materia. Questa nozione di rappresentatività richiede un doveroso chiarimento. Ho appena detto che uno dei modi di porre la questione consiste nel guardarla dal punto di vista dell investigatore protagonista del racconto. Ora aggiungerei che, in una dimensione letteraria e non più esclusivamente giuridica, questa è probabilmente la prospettiva più adeguata. La personalità dell investigatore, sia pure come oggetto di creazione fantastica, assume inevitabilmente un ruolo centrale nella struttura narrativa del racconto. Più che la soluzione oggettiva del caso, è il modo in cui l investigatore ha ragionato per risolverlo che finisce per attrarre l attenzione del lettore; o quanto meno di un lettore interessato non superficialmente al momentaneo intrattenimento offerto dalla narrazione, ma alla comprensione dei meccanismi che conducono al suo esito, quale ritengo possa essere il lettore modello 3 di questo libro. Ne segue che la mia personale, e come tale sicuramente opinabile scelta di racconti gialli considerati rappresentativi ai fini di questa ricerca, si traduce di fatto in una scelta di personaggi investigativi. A questi personaggi saranno pertanto intitolati i capitoli della trattazione; e di ciascuno di essi saranno esaminati uno o, talvolta, più racconti, selezionati come casi da sottoporre ad analisi. Si tratta di un analisi che tuttavia verrà condotta, per quanto detto pocanzi, con riferimento a schemi tipici della logica probatoria del processo penale. Questa, in altre parole, non vuole essere solo la ricerca di metodologie da individuare nel ragionamento investigativo di determinati personaggi della letteratura giallistica; ma anche la verifica della corrispondenza ideale, e delle forme di manifestazione pratica, che tale ragionamento presenta rispetto alla logica probatoria. Ed allora l indagine sui singoli casi letterari (un indagine sull indagine, per così dire) dovrà necessariamente essere preceduta da una sia pur sintetica esposizione di taluni principi fondamentali di questa particolare logica e, cosa non priva di importanza, delle relative nozioni terminologiche. 3. Nel senso inteso da U. ECO, Lector in fabula, Bompiani, Milano 1979, come il lettore tipo a cui l autore ritiene di rivolgersi quale destinatario ideale del proprio messaggio.

Introduzione 13 Esamineremo, in particolare: le argomentazioni inferenziali note come deduzione e induzione, frequentemente nominate nella letteratura giallistica ma, altrettanto frequentemente, utilizzate in modo non conforme a quello che la logica propriamente intende quale loro significato, nonché l ulteriore procedimento argomentativo chiamato abduzione, viceversa raramente menzionato ed invece, come si vedrà, fondamentale nella logica probatoria come nelle stesse metodologie degli investigatori letterari; i collegamenti di queste nozioni con lo schema logico del sillogismo, notando in particolare come una particolare configurazione di questo schema, ossia quello del sillogismo ipotetico nella forma condizionale, possa essere ritenuta tipica del ragionamento probatorio ed investigativo; il legame concreto fra i fatti costituenti termini iniziali e finali del sillogismo condizionale e, di conseguenza, dell argomentazione deduttiva e soprattutto di quella abduttiva, che verrà identificato nella cosiddetta massima di esperienza ; quell elemento, particolarmente ricorrente nella terminologia giallistica, rappresentato dall indizio, nella più nota accezione di dato materiale utile all indagine ma anche in quella, meno conosciuta ma di rilievo centrale nella logica investigativa, di fatto costituente punto di partenza necessario per molte argomentazioni abduttive; il significato che in questo contesto assumono la testimonianza e, più in generale, le informazioni provenienti da persone che hanno assistito o, per meglio dire, affermano di aver assistito ai fatti; infine, i criteri fondamentali dell attività dell investigatore e, in questo ambito, il ruolo dell ipotesi, il rapporto della stessa con gli aspetti fin qui elencati, la sua insopprimibile funzione ma, anche, i rischi indotti da un suo uso non attentamente ponderato. In tutto questo, non ci affideremo unicamente ad un esposizione direttamente esplicativa di nozioni provenienti dalla teoria della prova penale. Talvolta sarà data la parola a qualcuno di quegli investigatori che saranno poi protagonisti dell analisi dei casi letterari; qualcuno, in particolare, che sia propenso a concedersi occasionalmente una pausa dall indagine in corso per soffermarsi a teorizzare ad un livello più astratto sulle proprie esperienze. È, questo, un atteggiamento in cui Sherlock Holmes indulge con particolare frequenza; ma si avrà modo di vedere come anche altri personaggi si lascino andare per le vie della concettualizzazione, sia pure con minore assiduità.

14 La logica del giallo Superata questa necessaria fase preliminare della nostra ricerca, avremo a disposizione gli strumenti per navigare nelle storie ma, soprattutto, nei retroscena mentali che caratterizzano le avventure investigative prescelte. Il percorso, per ciascuna di esse, sarà tendenzialmente il medesimo. Seguiremo ogni storia sintetizzandone gli sviluppi narrativi, ma fermandoci a commentarne i passaggi nei quali determinate conclusioni vengono tratte dagli elementi di fatto raccolti, e ad illustrare i processi logici per mezzo dei quali ciò si sarà realizzato, avvalendoci delle nozioni di base che avremo precedentemente acquisito. In questo, ci affideremo per lo più alla personale tempistica dell investigatore nell illuminarci, in dati momenti della vicenda, sui risultati raggiunti e sui procedimenti ricostruttivi con i quali li avrà conseguiti; e pazienteremo se, come spesso avviene, questi momenti si concentreranno verso la conclusione della narrazione, quando l investigatore riepilogherà la svolgimento e gli esiti dell indagine al suo alter ego (come il dottor Watson per Sherlock Holmes, o il silente compagno d avventure di Philo Vance) o agli altri personaggi della storia. A volte, invece, dovremo compiere delle brevi incursioni nella mente dell investigatore per rendere espliciti certi passaggi logici che a lui saranno sembrato ovvi, ma che è bene viceversa rendere chiari per la migliore comprensione delle affermazioni successive.

Capitolo I Elementi di logica probatoria 1.1. I ragionamenti inferenziali: deduzione, induzione, abduzione L inferenza è il procedimento logico mediante il quale, essendo a conoscenza di un fatto, siamo in grado di dimostrare, in base a quest ultimo, l esistenza di un fatto diverso, del quale non abbiamo diretta cognizione; dal primo fatto, che definiremo di qui in poi come fatto noto, noi inferiamo l esistenza del secondo, ossia del fatto ignoto. In questa fase iniziale del nostro discorso, parliamo di fatti in un senso molto ampio. La nozione comune di fatto ci porterebbe ad intendere un accadimento particolare e specifico, gradito, come può essere l incontro occasionale con un amico, o sgradito, come un infortunio nel corso di una determinata attività. Qui, invece, ci riferiamo per ora a fatti della vita di portata anche generale, come l attribuzione di una qualità ad una pluralità indifferenziata di soggetti; significato che qualifica come fatto, per esempio, quello rappresentato da un espressione verbale molto utilizzata a titolo dimostrativo dai logici antichi, come «tutti gli uomini sono mortali». Fatto, in questa accezione, è tutto ciò che può essere descritto da una proposizione ; intendendosi come tale una composizione verbale di termini, ad uno dei quali, posto come soggetto, vengono associate determinate proprietà o determinate azioni. Dal punto di vista sostanziale, una proposizione si distingue anche per un ulteriore caratteristica; l avere cioè senso chiedersi se essa sia vera o falsa. L ordine o la preghiera, pur essendo un espressione verbale, non sono proposizioni; dire che un ordine o una preghiera sia vera o falsa è evidentemente privo di senso. Dove invece un interrogativo del genere può essere sensatamente posto, allora vi è una proposizione; e vi è di conseguenza, nel significato esteso che abbiamo attribuito al concetto, un fatto che dalla proposizione è rappresentato. 15

16 La logica del giallo Un primo ragionamento inferenziale è la deduzione. In questo caso, il fatto ignoto viene individuato come un implicazione necessaria del fatto noto; un fatto, cioè, la cui verificazione è inevitabile in presenza del fatto noto, per essere ricompreso in quest ultimo. Riprendiamo, per esempio, la classica proposizione pocanzi citata, per la quale «tutti gli uomini sono mortali»; implicazione necessaria di essa è che ciascun appartenente al genere umano, singolarmente individuato, è mortale. L osservazione può sembrare tanto ovvia da risultare banale. E in un certo senso la deduzione in quanto tale lo è, proprio perché porta ad accertare fatti già impliciti nel fatto noto, e che di conseguenza sono ignoti fino ad un certo punto; sono fatti, diciamo, potenzialmente noti, che diventano effettivamente noti a seguito di un procedimento che, più che scoprirli, li evidenzia, così come, per usare una semplice metafora, un oggetto al momento non visibile, in quanto posto in un luogo buio, viene illuminato da un riflettore. Finché l oggetto è all oscuro, la sua esistenza può tuttavia non essere certa o evidente per tutti; la sua illuminazione non è pertanto necessariamente superflua o inutile. E, in questo senso, superflua o inutile non è neppure la deduzione, che rende chiari e visibili fatti che, pur astrattamente conoscibili, non lo sono in concreto per tutti ed in tutte le situazioni. Se poi operiamo una prima, rapida incursione in ambiente giallistico, possiamo renderci conto di come in questo campo il procedimento deduttivo possa essere ancor meno ovvio. Poniamo che un investigatore sia certo che una determinata persona sia entrata in una certa stanza, e ritenga utile, per la sua indagine, accertare se e quali oggetti presenti in quella stanza tale persona abbia maneggiato. Ipotizzando che il soggetto abbia toccato qualcosa, l investigatore ne trarrà un implicazione necessaria; su tali oggetti, cioè, lo stesso avrà lasciato impronte digitali (tralasciamo naturalmente, per semplicità di discorso, l esistenza di materiali non recettivi delle impronte). Ed a questo punto l investigatore verificherà la presenza di eventuali impronte del soggetto su oggetti posti nella stanza. In questo caso, non si parte da un fatto noto, ma piuttosto da un fatto ipotetico, ovvero ipotizzato come certo (l aver il soggetto maneggiato oggetti collocati nella stanza), e se ne inferiscono fatti consequenziali (il rilascio di impronte sugli oggetti) allo scopo di verificarne poi direttamente l esistenza con altri mezzi. Questo tipo di deduzione è fondamentale nell attività investigativa, in quanto premessa per

I. Elementi di logica probatoria 17 individuare come utili determinate indagini. In questo senso, la deduzione non accerta direttamente fatti ignoti; ma consente di scoprire le vie utili per accertarli, il che è altrettanto importante. L induzione è un procedimento che parte da un presupposto decisamente diverso da quello della deduzione. In questo caso, ad essere noti sono due fatti, o per meglio dire lo è la loro contestuale ricorrenza. In altre parole, si osserva la regolare compresenza di due fatti; e da questa ripetuta osservazione si inferisce che fra quei fatti esiste una stabile connessione, tanto che uno di essi non può verificarsi se non si verifica anche l altro. Il risultato dell induzione è un fatto di carattere più generale e complesso, che si traduce nella proposizione per la quale, in presenza di un fatto specifico, se ne realizzerà anche un altro. Questo risultato, come si vedrà anche inseguito, assume la consistenza di una regola ; la quale stabilisce per l appunto il legame necessario fra il primo ed il secondo fatto, e quindi la certezza della sussistenza del secondo una volta che sia accertata quella del primo. L induzione, in quanto sorretta da una rigorosa osservazione e dalla verifica della costante riproposizione della compresenza dei fatti a seguito della riproduzione di determinate condizioni ambientali, è alla base del metodo scientifico sperimentale; ed in questo caso la regola diviene una legge scientifica, che altro non è che una regola particolarmente qualificata. Qualsiasi legge scientifica, ed a maggior ragione qualsiasi regola individuata a seguito di induzione, è peraltro soggetta alla possibilità della falsificazione ; 1 è sufficiente, cioè, che in un solo caso l esperimento o l osservazione diano risultati diversi per rendere inattendibile la legge o la regola. Rispetto alla deduzione, l induzione si colloca in una posizione, per così dire, propedeutica. La deduzione, come abbiamo visto, trae dalla certezza in ordine all esistenza di un fatto quella della sussistenza di un fatto ulteriore in quanto necessariamente implicato nel primo. Tanto presuppone che, oltre ad essere certo il fatto implicante, sia certo altresì il rapporto di implicazione fra quest ultimo ed il fatto ignoto. Ebbene, questo rapporto altro non è che l oggetto di una regola, per la quale l esistenza del primo fatto comporta necessaria- 1. Concetto particolarmente sviluppato da K. POPPER; di questo autore si veda, fra le altre opere sull argomento, I due problemi fondamentali della teoria della conoscenza, Il Saggiatore, Milano 1987.

18 La logica del giallo mente l esistenza del secondo; regola che a sua volta non potrà che essere il risultato di un procedimento induttivo. Vedremo più avanti quale sia l origine di questo procedimento induttivo e dell osservazione che ne è alla base, soprattutto laddove la regola non abbia le caratteristiche di una legge scientifica (nel qual caso la provenienza della regola è evidente). In questa fase, nella quale ci limitiamo ad una sommaria descrizione definitoria dei processi inferenziali, è sufficiente precisare che nella logica probatoria l induzione è un fenomeno in qualche modo presupposto, i risultati del quale sono utilizzati come base di altre operazioni ricostruttive. Abduzione ; è, questo, un termine poco noto o, forse, addirittura ignoto nella conoscenza comune. Eppure, si tratta di un concetto che nel campo che ci interessa ha una rilevanza fondamentale. Vediamo cosa ne pensa un esperto del settore come Sherlock Holmes, nel momento in cui si trova ad affrontare uno dei tanti misteri che gli vengono sottoposti. 2 Per risolvere un problema di questo genere, la cosa essenziale è riuscire a ragionare a ritroso. Una capacità molto utile e molto facile, ma che in genere non viene messa in pratica. Nei problemi quotidiani della vita è più utile ragionare guardando avanti, e così l altro sistema viene trascurato. Per una persona capace di un ragionamento analitico, ce ne sono cinquanta capaci di un ragionamento sintetico... La maggior parte delle persone, se gli descrivete una successione di eventi, vi diranno quali sono i risultati. Infatti possono accomunare quegli eventi nella loro mente, e da essi dedurre che accadrà qualcosa. Esistono però altre persone, poche, che, se gli raccontate un risultato, sono in grado di evolvere dalla loro consapevolezza interiore i vari passi che hanno condotto a quel risultato. Questo è ciò che intendo parlando di ragionamento regressivo o analitico. Holmes non parla di espressamente di abduzione. Ma, se sostituiamo ragionamento abduttivo a ragionamento regressivo o analitico, e fatto implicato a risultato, otteniamo una perfetta descrizione dell inferenza abduttiva. Anche in questo caso, ciò che contraddistingue il procedimento è il dato di partenza; che qui non è, come per la deduzione, il fatto implicante da cui traiamo quello implicato, ma il fatto implicato dal quale risaliamo al fatto implicante. L abduzione si 2. A. CONAN DOYLE, Uno studio in rosso, in Tutto Sherlock Holmes, Newton Compton, Roma 2010, 85.

I. Elementi di logica probatoria 19 svolge in senso opposto a quello dell inferenza deduttiva; a ragione, quindi, Holmes la descrive come un procedere a ritroso. Il nostro investigatore precisa questa sua definizione come il risalire da un risultato all evento, o alla serie di eventi, che l abbiano provocato; in tal modo collocando il ragionamento descritto nell ambito di un rapporto fra causa ed effetto. Ed è innegabile che nella maggior parte dei casi la connessione fra più fatti, rilevante a fini investigativi, sia di natura causale. In un rapporto di questo genere, ponendo come noto un fatto che sappiamo di regola essere causa di determinati effetti, possiamo dedurre questi ultimi come conseguenze necessarie o possibili, a seconda del contenuto della regola, del fatto noto. Ma se ad essere noto è l effetto, possiamo ragionare, per l appunto, a ritroso, ipotizzandone le cause possibili o necessarie (l aver anteposto questa volta la dimensione della possibilità a quella della necessità non è casuale; si vedrà più avanti come ciò rifletta la diversa natura del procedimento abduttivo rispetto a quello deduttivo). Il discorso vale tuttavia per qualsiasi rapporto, non necessariamente di natura causale, che intercorra fra due fatti, uno dei quali implichi l altro. Ci limitiamo per ora a parlare genericamente di una rapporto di implicazione, accontentandoci momentaneamente della pur approssimativa idea che di esso ci è suggerita dalla nozione testuale, e riservandoci di tornare più avanti sull argomento per meglio chiarire il significato concreto dell espressione. Ora possiamo dire, in via di definizione provvisoria, che l abduzione è il procedimento mediante il quale, essendo noto un fatto che di regola costituisce implicazione di un altro fatto, desumiamo da esso l esistenza di quest ultimo fatto, ossia del fatto implicante. L abduzione ha, dal punto di vista terminologico, uno strano destino; quello di essere di solito nominata diversamente, da taluni come deduzione, da altri come induzione. Al primo partito appartiene per esempio Sherlock Holmes, che definisce l investigazione come «scienza della deduzione e dell analisi». 3 Auguste Dupin, l investigatore nato dalla penna di Edgar Allan Poe, è da questo punto di vista meno ideologicamente schierato; ed a proposito della sua tecni- 3. A. CONAN DOYLE, Uno studio in rosso, in Tutto Sherlock Holmes, Newton Compton, Roma 2010, 20.

20 La logica del giallo ca di indagine parla sia di induzione 4 che di deduzione. 5 Entrambi in realtà ragionano normalmente mediante abduzioni; e questo non solo e non tanto per una scelta metodologica, quanto piuttosto per necessità. L investigatore ha infatti a sua disposizione, come inizialmente certi, fatti che si rivelano utili in quanto implicazioni dei fatti che occorre accertare, o di fatti che possono condurre a questi ultimi; ragionare a ritroso, nel senso che abbiamo chiarito come il risalire dall implicato all implicante, costituisce dunque per lui la migliore o, spesso, l unica via percorribile per giungere a quelli che abbiamo definito come fatti ignoti. Holmes però, come abbiamo visto, definisce l investigazione anche come «scienza dell analisi»; e poco prima lo abbiamo sentito nominare il ragionamento dell investigatore come «analitico o regressivo». Abbiamo fatto cenno nell introduzione alla rilevanza del contributo di Charles Sanders Peirce alla teoria dell abduzione; ebbene, proprio Peirce indica, quale sinonimo dello stesso concetto, il termine di retroduzione, che ne pone in rilievo il significato del risalire da un dato noto successivo ad altro ignoto precedente. Al di là dell evidente assonanza letterale fra la retroduzione di Peirce e il ragionamento regressivo di Holmes, è chiaro come anche nella sostanza si faccia riferimento, nelle due diverse prospettive, alla stessa realtà; quella, per l appunto, dell abduzione. Quest ultima, per la verità, ha diverse manifestazioni; che si esprimono nella differenza dei fatti che attraverso l inferenza abduttiva si ricercano. Peirce è interessato soprattutto a come, da determinati fenomeni, si possano disvelare abduttivamente leggi scientifiche generali, delle quali quei fenomeni siano manifestazioni; Holmes, da investigatore, si occupa invece della scoperta di fatti specifici come quelli osservati, i quali tuttavia implicano questi ultimi. 6 In questa seconda prospettiva l abduzione, proprio per essere diretta all accertamento di fatti determinati, presenta indubbiamente punti di contatto con la deduzione; e questo spiega perché Holmes e, talvolta, Dupin utilizzino questo termine. Il riferimento all induzione si giustifica invece, in primo luogo, 4. E.A. POE, I delitti della via Morgue, in Racconti, Fratelli Fabbri, Milano 1969, 38. 5. Ivi, 15. 6. Questi profili di convergenza per certi aspetti e di difformità per altri nei punti di vista di Holmes (o meglio, per il suo tramite, di Conan Doyle) e di Peirce sono segnalati da M. BONFANTINI nell introduzione al secondo volume di PEIRCE, op. cit., 297.