Documento politico sull unificazione SNS-SNUR



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Transcript:

Documento politico sull unificazione SNS-SNUR Le scelte ed i percorsi Premessa Il 17 luglio 2003 il Direttivo nazionale della Cgil ha deliberato l avvio del percorso per la costituzione di una nuova Federazione, a partire dalla progressiva unificazione di Cgil Scuola e Cgil Università e Ricerca intese come primo nucleo fondativo. La Confederazione intende così, dopo una fase di grande impegno sui temi del sapere, sottolineare il ruolo della conoscenza, come fattore determinante la qualità dell organizzazione sociale ed economica, e di quanti vi operano. Istruzione, università, formazione e ricerca costituiscono il cuore delle politiche di sviluppo necessarie al nostro Paese per competere sul versante della qualità, per garantire coesione sociale ed affermazione dei diritti dei lavoratori, per assicurare un complessivo innalzamento della qualità della vita. A fronte dei grandi e radicali cambiamenti in atto occorre mettere in campo un progetto innovativo negli obiettivi scelti e nelle forme per realizzarlo. La decisione della Confederazione non intende solo mettere in comunicazione settori oggi separati, o che non raggiungiamo. Infatti, da un lato, vuole riconfermare ulteriormente il ruolo della conoscenza per quanto attiene ai diritti ed ai livelli di democrazia e, dall altro, ricostruire il ciclo della conoscenza (quello dell istruzione, del sapere e della ricerca) che ha registrato straordinari cambiamenti in questi anni, e che ne produce altrettanti nel ciclo produttivo, collocandolo in uno scenario europeo. Siamo di fronte ad una scelta squisitamente politica sulla quale vogliamo aprire con questo documento un ampia discussione per condividerne le ragioni fondanti e per valorizzarne la carica fortemente innovativa. Le decisioni del Direttivo nazionale della Cgil La decisione del Direttivo confederale mette in campo un progetto complessivo e riguarda, da un lato, la costituzione di un nuovo sindacato di categoria e, dall altro, il superamento della struttura sperimentale della Federazione Formazione e Ricerca con la costituzione di una struttura confederale dipartimentale titolare delle deleghe inerenti le politiche confederali in tema di formazione, ricerca ed istruzione. Il nuovo sindacato di categoria sarà frutto, inizialmente, della fusione dei due sindacati di categoria Sns e Snur, che nella fase di transizione fino al prossimo Congresso daranno vita ad una Federazione di II livello entro il 2004 a tutti i livelli. Essa convivrà con gli attuali Sindacati di categoria e diventerà completamente operativa come Federazione di I livello, dopo questa prima fase sperimentale, con il prossimo Congresso. La nuova Federazione, come afferma la Delibera approvata, dovrà diventare riferimento organizzativo (oltre che per le lavoratrici ed i lavoratori già organizzati dalla Cgil Scuola e da Cgil Snur) " per il vasto mondo dei lavoratori della formazione professionale e dei nuovi lavori che caratterizzano i settori della formazione e della ricerca. Essa, inoltre, in una prospettiva di rafforzamento della rappresentanza diventerà il punto di riferimento politico e professionale per tutte le figure che caratterizzano il mondo della formazione e della ricerca.". Nessuna intenzione di appiattire le specificità o di annullare le competenze, tanto che fin dalla fase di avvio la nuova Federazione dovrà darsi " modelli operativi capaci di valorizzare le specificità costitutive, il patrimonio rappresentato dalle categorie, e la loro visibilità ai fini di una più efficace capacità di rappresentanza." Il prossimo Congresso sarà chiamato a valutare e verificare compiutamente tutto il percorso. La discussione ed il coinvolgimento Siamo di fronte ad una scelta molto impegnativa ma di straordinaria portata rispetto alla quale è necessario

far partire rapidamente la fase di discussione nell organizzazione, e fuori da essa, evitando che essa si limiti ai soli gruppi dirigenti. Vogliamo illustrare e discutere, con il pieno coinvolgimento della Confederazione ai vari livelli, le ragioni politiche e le novità che sono alla base delle scelte della Cgil e delle nostre categorie. Riteniamo necessario perseguire il coinvolgimento degli organismi dirigenti a tutti i livelli, avviare, contemporaneamente, una campagna di informazione e di discussione con le iscritte e gli iscritti e presentare il progetto a quanti, non iscritti, operano nei settori coinvolti. A Marzo del 2004, dopo questa fase di discussione il più possibile aperta e partecipata, vogliamo assumere le delibere conseguenti. Si apre, quindi, un percorso importante per avviare un lavoro utile a far emergere il valore strategico di questa decisione, avendo tutti la modestia di capire che dovremo amalgamare storie, culture e specificità ma che il risultato finale sarà rappresentato dall arricchimento di ognuno e da una maggiore capacità di rappresentanza della Cgil. Conclusa questa parte della discussione, la Federazione nella sua attività dovrà affrontare le questioni che riguardano l intero sistema della conoscenza, definire un suo progetto ed una sua proposta a partire dalle condizioni di quanti vi operano. Le ragioni politiche delle nostre scelte Conoscenza, persone e diritti Emerge con chiarezza la natura del sapere come diritto di cittadinanza fondamentale: conoscere di più e meglio significa interagire attivamente con la realtà, e dotare le persone dello strumento essenziale per realizzare la propria condizione di cittadino consapevole; e, al tempo stesso, accrescere le possibilità di scegliere e governare la propria vita in tutti i suoi aspetti. Viceversa, un progetto educativo che rinunci al complesso equilibrio tra sapere critico e sapere professionalizzante, che abdichi all idea di estendere l intervento in qualità e quantità, assume esplicitamente il connotato di un progetto di esclusione sociale, di nuova gerarchizzazione della società, e in definitiva di riduzione della democrazia. Padroneggiare la realtà in rapido movimento attraverso un solido sapere critico, fare crescere le proprie abilità umane e professionali, aggiornando i progetti di vita in relazione ai cambiamenti, si dimostra il principale fattore atto a conseguire una condizione di realizzazione della persona. Si ripropone come scelta decisiva la questione di coniugare il controllo dell innovazione con un patrimonio culturale critico che funga da bussola fondamentale; e dunque obiettivo irrinunciabile di un welfare solidale ed equo. L aumento esponenziale delle conoscenze unito ai grandi processi di concentrazione delle informazioni e della loro gestione, al rapido cambiare dei lavori e delle attività conferma un ruolo dell istruzione e della formazione molto più pervasivo che nel passato. Anzi, sulla diffusione e sul controllo delle conoscenze si lega una battaglia decisiva per il livello di democrazia di ogni Paese. Conoscenza e globalizzazione Il nuovo scenario che abbiamo davanti va colto in tutte le sue implicazioni e possibili esiti. Siamo di fronte ad una sfida che contiene grandi opportunità e grandi rischi, a seconda di come le soluzioni verranno declinate. E in atto, non solo in Italia ma sul piano globale, il tentativo di piegare in senso mercantile e privatistico la risorsa collettiva del sapere, di utilizzarla per confermare ed estendere a livello mondiale le gerarchie di potere tra Paesi. L esempio più evidente è dato dagli accordi GATS, che vorrebbero inserire la formazione tra gli ambiti di una crescente privatizzazione del controllo del sapere e della sua trasformazione in merce vendibile, sostituendo il ruolo regolatore degli Stati con l incontrollata discrezionalità del mercato. In questo modo il mercato come regolatore dei diritti e la privatizzazione verrebbero trasferite nel campo della

conoscenza, dell istruzione e dell educazione. Conoscenza e sviluppo economico Nel corso degli anni 90 si è compiutamente realizzato un passaggio di portata strutturale: la transizione ad un modello economico in cui il valore aggiunto delle merci è dato in modo massiccio, e anzi, in molti casi, prevalentemente, dalla quantità di conoscenze in esse incorporate e/o necessarie a produrle. Ciò è stato reso possibile, in particolare, con lo sviluppo impetuoso dell informatica e della microelettronica, divenute piattaforme tecnologiche diffuse in tutte le discipline e settori di attività, ma più in generale con una rapida accelerazione dell innovazione possibile anche grazie ad un incremento diffuso dei livelli di istruzione. La tendenza in atto fa sì che la composizione del valore di un prodotto sia determinata in misura sempre crescente dal contenuto di innovazione, di tecnologia e, dunque, di sapere incorporato. Il fenomeno ha raggiunto oggi un livello tale da aggiungere al valore materiale delle merci un valore immateriale molto consistente, spostando la centralità del processo produttivo dal luogo fisico della produzione all insieme dei processi di produzione e riproduzione delle conoscenze, che diventano il fattore strategico fondamentale della competizione. La produzione e riproduzione di saperi, e tutte le attività collegate, assumono oggi la centralità che avevano negli anni 60-70 la chimica o l industria dell auto come elementi trainanti dello sviluppo. Pertanto, educazione e formazione, ricerca ed innovazione si qualificano come risorse-chiave nella divisione internazionale del lavoro per il successo dei sistemi economici nazionali e continentali. Si potrebbe oggi dire, a pieno titolo, che in questo contesto il sapere costituisce una risorsa in sé e per sé, al di là di una relazione immediata con il suo utilizzo a breve termine. Di fronte a tali dinamiche, i sistemi istituzionali di formazione e ricerca mostrano una crisi evidente che richiede un intervento profondo di trasformazione dei meccanismi di funzionamento e delle stesse scelte di impianto concettuale. Inoltre si rende necessaria una capacità di regolazione politica di alto livello, di comprensione dei processi e definizione degli interventi che è finora assente ed anzi, oggi, drammaticamente negativa. Il lavoro "scomposto" A tale mutamento strutturale dei processi produttivi ed economici corrisponde una ridefinizione della geografia delle funzioni sociali, dei lavori e delle professionalità, anch essa in direzione dell allargamento e della centralità delle funzioni riferite alla conoscenza. A questa centralità non corrisponde però la valorizzazione delle persone e del lavoro svolto. Il lavoro tradizionale si scompone sotto i colpi delle politiche liberiste, generando arcipelaghi di figure diffuse e spesso marginali; le filiere istituzionali di produzione e riproduzione del sapere subiscono attacchi alla libertà, all autonomia e alla loro stessa esistenza. La situazione nel nostro Paese In Italia, è in atto una trasformazione del lavoro, sostanzialmente caratterizzata dal proliferare dell incertezza e dell insicurezza su tutti i fronti: dal lavoro tout-court, al salario, all assistenza, alla previdenza. Il crescere incontrollato di quest area è, al tempo stesso, fonte di malessere sociale e di dumping organizzato che minaccia il lavoro stabile. E un progetto nel quale il lavoro precario diventa la regola e non l eccezione, al quale noi ci opponiamo fermamente. Si aprono scenari di competizione impropria tra i soggetti del lavoro, o, al contrario, di estraniazione ed autoisolamento dei lavoratori precari, che nel lungo termine minacciano i fondamenti stessi della natura solidale del sindacato confederale. L attacco generalizzato alle istituzioni del sapere, sia nella Scuola, sia nell Università, sia nella Ricerca

presenta caratteristiche del tutto omogenee, che ne mettono bene in luce la natura di progetto organico e sistematico: un forte controllo politico ed istituzionale centralizzato, la riduzione degli spazi di libertà ed autonomia, che ne costituiscono la linfa vitale, ed una violenta torsione del sistema in senso strumentale, elitario, autoritario. Strumentale, perché mette l accento su una finalizzazione tutta volta ad un utilizzo immediato e "tecnico" dei saperi; elitario, perché prefigura un abbattimento delle opportunità di cui fanno le spese i più deboli; autoritario, perché contiene la negazione dell autonomia dei sistemi. Un attacco al sistema pubblico di istruzione, ricerca e formazione che transita attraverso gli interventi legislativi ma al tempo stesso, ben più subdolamente, attraverso lo strangolamento finanziario che porterà le istituzioni all impossibilità di svolgere l attività istituzionale, alla lenta paralisi e al conseguente discredito. Anche in questo caso le caratteristiche sono omogenee. Nell ambito della divisione internazionale del lavoro l Italia ha accettato un ruolo subalterno scegliendo di competere sul costo del lavoro e non sulla qualità della produzione. La conseguenza è il ridimensionamento della ricerca stessa ed il condizionamento dello sviluppo attraverso l importazione di brevetti e, quindi, una sostanziale dipendenza dell intero sistema produttivo dalle scelte elaborate dai Paesi esteri. Siamo in presenza di un attacco ai diritti di cittadinanza che mette in gioco condizioni fondamentali per la stessa democrazia. La risposta sta nella capacità di riuscire a connettere strategicamente tutti i versanti senza riprodurre separazioni politiche e culturali che si rivelerebbero, di fronte alla globalità dei processi, troppo anguste. Contemporaneamente sta nella affermazione della natura pubblica dei soggetti che operano nel campo dell istruzione, della formazione e della ricerca. La Confederazione ed il valore strategico delle nostre decisioni Più forte il nostro progetto politico Di fronte a problemi e processi di questa portata è necessario ridefinire il progetto politico della Cgil. Dobbiamo essere in grado di elevare la capacità di elaborazione, di tutela, di rappresentanza di tutte le persone e le figure professionali nuove e diverse che costituiscono l ambito della produzione e riproduzione del sapere. Al tempo stesso occorre realizzare una capacità di intervento a tutto campo sugli assetti istituzionali e funzionali del sistema con un carattere fortemente coerente ed integrato. E ormai evidente come i temi fondamentali che ineriscono alla natura ed al funzionamento dei sistemi di istruzione, formazione, ricerca e innovazione presentino una forte continuità ed interconnessione (non solo, in negativo, sul piano delle organiche controriforme del Governo), che rende necessario un approccio globale. Pertanto, la nascita della nuova Federazione di Categoria rappresenta la volontà concreta di dare corpo a tale percorso. La discussione ed il confronto di questi mesi, che avviamo con il varo di questo documento, devono precisare le condizioni necessarie e le caratteristiche del nuovo sindacato. A chi ci rivolgiamo? Una prima questione riguarda l ambito di intervento della nuova Federazione di II livello. Per essere efficace deve rivolgersi a tutti coloro che a qualsiasi titolo operano nei settori di riferimento; i

lavoratori stabili e quelli precari, ma anche le figure professionali nuove che l evoluzione del mercato del lavoro sta producendo, e che si collocano oggi al di fuori della rappresentanza sindacale: ed insieme coloro che operano nelle filiere del sapere che sono storicamente collocate in altri ambiti contrattuali, ma che svolgono attività di istruzione, formazione, ricerca. Si configura per questa via una Federazione che supera i confini storicamente tracciati di sindacato del settore pubblico, per aprirsi anche al privato, ricostruendo identità separate e basate sulla comune vocazione e missione, che gli assetti organizzativi ed il mercato del lavoro tendono a disgregare. Per fare che cosa? Una seconda questione riguarda gli ambiti di competenza della nuova Federazione. Essa dovrà assumere una piena titolarità sulle politiche di settore, condividendola con la Confederazione, oltre che sugli ambiti contrattuali ed organizzativi, e sviluppare con il Dipartimento di riferimento una dialettica analoga a quella tradizionalmente esistente nel rapporto tra gli altri Dipartimenti confederali e le problematiche e categorie che con essi si rapportano. La ricomposizione in un unico soggetto delle politiche di settore deve consentire non solo di raccordare le scelte contrattuali ed organizzative con le politiche stesse, ma di avvicinare le politiche alla rappresentanza diretta, generando anche un allargamento della partecipazione ed un positivo effetto di implementazione dei percorsi democratici. La rappresentanza Unire per rappresentare di più e meglio deve coniugarsi con la capacità di dare visibilità a tutte le specificità. La rappresentanza dei settori che operano nel vasto campo del sapere richiede di costruire un "luogo" in cui sia permesso a tutti e a ciascuno di essere adeguatamente rappresentato, di trovare visibilità e risposte ai problemi specifici. Ciò deve realizzarsi nel rispetto delle diversità professionali e delle diverse condizioni di vita e di lavoro. Questo richiede una struttura operativa nella quale tutte le forme di rappresentanza ed organizzazione storicamente presenti nei sindacati di origine abbiano voce, abbiano sedi rappresentative e pari dignità, al di là del peso specifico di ognuna. Consulte, esecutivi e coordinamenti, pertanto, rappresentano un patrimonio di elaborazione e di identità che va salvaguardato. E evidente che l obiettivo di rivolgersi anche a soggetti che operano nel privato richiederà di considerare il tema e le forme della rappresentanza come questioni da approfondire ulteriormente. La costruzione della nuova Federazione Le decisioni dei Direttivi di categoriai Direttivi delle due categorie dovranno dare vita concretamente, entro marzo 2004, alla nuova struttura, con la costituzione degli organismi dirigenti a tutti i livelli, che sarà poi definitivamente sancita dal prossimo Congresso che solo può deliberare lo scioglimento dei due attuali sindacati e la costituzione del nuovo soggetto. Il tempo che trascorrerà fino al prossimo Congresso sarà molto importante per l affermazione del progetto politico che è alla base dell operazione. Le regole Il processo di unificazione dovrà dare transitoriamente luogo ad una Federazione di II livello. Essa sarà organizzata sulla base di un proprio Statuto provvisorio che prevederà l attribuzione di competenze, funzioni e le modalità operative della nuova Federazione fino al prossimo Congresso. Nella fase di confronto che precederà i Direttivi di marzo 2004, si dovrà discutere dei compiti e delle funzioni

che saranno affidati ai nuovi organismi così costituiti. A titolo esemplificativo, oltre alle materie relative alla politica generale in tema di istruzione, formazione, università e ricerca, si possono ipotizzare anche le linee generali di contrattazione, la programmazione e lo sviluppo a livello territoriale, la formazione dei quadri dirigenti e delegati RSU, iniziative sulle forme di lavoro precario e sulle politiche di privatizzazione ed esternalizzazione dei servizi. Inoltre, la Federazione inizierà ad associare da subito o coordinare, d intesa con la Confederazione, i lavoratori individuati nella Delibera di Luglio. Il processo di unificazione si baserà sul rispetto dell autonomia rappresentativa. Gli organismi dirigenti Per quanto riguarda gli organismi dirigenti della Federazione si considera necessario prevedere da subito l intreccio degli attuali organismi dirigenti dei due sindacati. Mantenendo operative le strutture esecutive (segreterie) e direttive (direttivi nazionali e territoriali) distinte dei due sindacati, che rimarranno in essere fino al Congresso, gli organismi relativi alla costituenda Federazione saranno emanazione delle attuali strutture. A livello nazionale, la Segreteria di Federazione sarà costituita dalla somma delle due attuali Segreterie nazionali, così come il Direttivo nazionale sarà formato dalla somma dei due attuali Direttivi nazionali. Strutture territoriali Considerato che la situazione di partenza vede un diverso modello organizzativo dei due sindacati promotori, si tratta di determinare quale sia, in attesa del momento congressuale che definirà compiutamente le forme organizzative, il punto di intreccio più idoneo a consentire il raggiungimento dell obiettivo politico dato, nella salvaguardia degli aspetti di democrazia sostanziale e di coinvolgimento dei soggetti interessati. In questa fase la proposta più congrua appare quella di cominciare costruendo strutture a livello regionale come risultato dell unificazione dei Direttivi e delle Segreterie regionali laddove esistenti. Nelle Regioni in cui lo SNUR non ha struttura regionale, i Direttivi provinciali e le Segreterie provinciali costituiranno un coordinamento regionale, nel rispetto dei pluralismi di genere e congressuali, che lavorerà congiuntamente al Direttivo regionale e alla Segreteria regionale SNS. Ulteriori e diversi adattamenti del modello organizzativo potranno essere affrontati nei Direttivi nazionali previsti per marzo, anche in relazione agli obiettivi politico-organizzativi che scaturiranno nel prosieguo della discussione. Consulte ed esecutivi In questi anni l SNS e lo SNUR hanno proceduto alla costituzione di organismi consultivi e propositivi per specifiche figure professionali o per comparti contrattuali. Questo modello va mantenuto e ulteriormente valorizzato. Nel prosieguo del percorso di unificazione si potranno valutare eventuali sinergie tra gli organismi presenti in ognuno dei due sindacati. Risorse e organizzazione I Bilanci preventivi delle due organizzazioni per l anno 2004 dovranno contenere un primo capitolo relativo al finanziamento delle attività che si svilupperanno da qui al Congresso. Nell immediato andranno perseguite tutte quelle soluzioni pratico-organizzative che consentano, da un lato, risparmi di gestione e, dall altro, un miglior funzionamento delle strutture, con particolare riferimento ai temi della comunicazione, dei servizi, dell amministrazione.