C) RIASSUNTO NON TECNICO, DATI DI SINTESI DEL PROGETTO E INDIVIDUAZIONE DELLA PROCEDURA DI ISTRUTTORIA



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C) RIASSUNTO NON TECNICO, DATI DI SINTESI DEL PROGETTO E INDIVIDUAZIONE DELLA PROCEDURA DI ISTRUTTORIA C.1. DESCRIZIONE DEL PROGETTO C.1.1. CARATTERISTICHE FISICHE DELL INSIEME DEL PROGETTO ED ESIGENZE DI UTILIZZAZIONE DEL SUOLO DURANTE LE FASI DI COSTRUZIONE E DI FUNZIONAMENTO Il progetto nella soluzione qui proposta è il risultato di analisi di più alternative (vedi punto 2). L intervento si inserisce all interno di un area denominata Val Cavargna che dal punto di vista amministrativo comprende i Comuni di Cavargna, S. Nazzaro, S. Bartolomeo e Cusino con una superficie territoriale di Ha 4.912. Un comprensorio confinante con la Svizzera, la Val Albano e la Val Senagra. Le vette che delimitano tali confini sono la Garzirola m. 21.16, il Pizzo di Gino m.2.245, la Cima Pianchetta, il monte Tabor ed il monte Pidaggia. L impianto interessa in detta area, e in particolare in un tratto di 1,65 Km del torrente Cuccio in Comune di San Nazzaro Val Cavargna. L impianto è idroelettrico ad acqua fluente: si intende per questo un insieme di manufatti civili (Presa, Condotta di derivazione e Centrale) e opere elettromeccaniche (paratoie, turbine, generatori e quadri), che consentono di derivare l acqua del torrente Cuccio, secondo la disponibilità naturale del torrente stesso variabile nel corso del tempo e senza invasi, e utilizzarne l energia sul tratto derivato e su un salto di 109,5 m. Le opere sono assicurate contro le piene e le erosioni, in quanto interrate in fasce stabili di versante a lato alveo; laddove si è in alveo, o in adiacenza ad esso, i manufatti saranno protetti con massi d alveo legati fra loro con funi di acciaio. Le opere sono state localizzate anche per minimizzare i tagli di piante per realizzare le piste di accesso ai manufatti. Il rilascio di acqua alla Presa avviene attraverso la scala di risalita dei pesci ed è maggiore di quanto suggerito dalla Regione (80 l/s > 55 l/s) e questo è per garantire la continuità idrica superficiale del rilascio anche in un breve tratto di 100 m, prima della immissione del rio Savoggia, in cui l alveo ha depositi alluvionali. La Presa consiste in una traversa stabile in c.a. rialzata di 2,5 m dal fondo dell alveo, posizionata a valle del ponte sul Cuccio della Strada Provinciale n. 10 che collega San Nazzaro a Cavargna, con captazione dell acqua laterale e in sponda sinistra. La Presa è a valle del punto di chiusura del bacino imbrifero, individuato dalla stretta gola rocciosa su cui è impostato il ponte della strada. Dopo la captazione laterale attraverso un breve canale di raccordo, l acqua confluirà in un vascone seminterrato dove sedimenterà i suoi materiali più grossi, per poi entrare in condotta forzata. La Presa sarà provvista di vasca di scala di risalita dei pesci, sgrigliatore e paratoie. La Presa sarà facilmente accessibile da una pista di accesso che scende dalla strada provinciale. La condotta di derivazione sarà sempre interrata, in acciaio protetto contro la corrosione, del diametro medio 0,9 m e lunga 1,6 Km. 1

Lungo tutto il percorso della condotta forzata saranno interrati a fianco di essa anche due cavidotti di 120 mm, per permettere il collegamento fra Presa e Centrale di cavi di tensione e fibre ottiche per la gestione dei livelli e dei macchinari e per i collegamenti via modem ai computer remoti. I passaggi attraverso l alveo verranno realizzati, in corrispondenza di emergenze rocciose, senza modificare il profilo d alveo, proteggendo la condotta con un contro-tubo da 1.200 mm di diametro, a sua volta gettato in cemento armato e questo ultimo protetto verso valle da una nervatura in c.a. ben incassata sul fondo e sui lati; il tutto sarà ricoperto da massi di protezione fra loro legati con funi di acciaio. La Centrale misurerà in pianta 12 m x 8 m e sarà interrata, con una rampa di accesso dal piano di campagna alla sala macchine a 716 m s.m. posta fra due muri di contenimento del terreno rivestiti in sasso. La quota nominale di restituzione è 714 m s.m.. La Centrale sarà collegata alla cabina di media tensione di San Nazzaro, distante 400 m. Il cavo seguirà il percorso dei due sentieri che uniscono Centrale e Forni Vecchi a San Nazzaro. Si prevede una potenza installata di targa di 1.500 kw, e un producibile annuo di 5 milioni di kwora. L impianto sarà completamente automatizzato, e sarà gestito da due addetti locali. CALCESTRUZZI E CEMENTI ARMATI Si prevedono delle opere in cemento armato per 965 m3, di cui: Presa (tot. 380 m3) Guadi (tot. 445 m3 - due sul Cuccio e l attraversamento del Savoggia) Centrale (tot. 140 m3) USO DEL SUOLO Per quanto riguarda l uso del suolo in fase di costruzione si prevede: Presa: 20 L x 1 B x 1 H = 20 m3 per la traversa in alveo, di scavo in roccia su alveo e a lato alveo; 25 L x 6 B x 3 H = 450 m3 per il sedimentatore, di scavo in misto terreno e roccia a lato alveo; 50 L x 3,5 B = 175 m2 per la pista di accesso, di superficie sterrata e disboscata. Condotta forzata: pista larga 3,5 m con taglio piante su una larghezza di 5 m; inoltre si rettificherà una pista esistente che si stacca dalla strada provinciale in corrispondenza del rio Savoggia, e che ora è inaccessibile per la ecessiva inclinazione. scavo (2+1)x2/2 = 3 m3/m x 1.600 m L = 4.800 m3; re-interro 3 m3/m x 1,25 (aumento volume dello scavato) = 3,75 m3/m x 1.600 m = 6.000 m3. Centrale: scavo fabbricato: scavo canale restituzione: re-interro: ((20 + 10) x 6 : 2) m2 trasversali x 15 m L = 90 x 15 = 1.350 m3 20 L x 3 B x 4 H = 240 m3 (1.350 + 240) x 1,25 = 2.000 m3 In fase di funzionamento dell impianto, non ci sarà uso del suolo, se non l utilizzo e il mantenimento delle piste di accesso; in Centrale inoltre si potrà accedere a piedi grazie al sentiero esistente che collega Forni Vecchi a San Nazzaro. 2

C.1.2. DESCRIZIONE DEI PROCESSI PRODUTTIVI Il torrente ha una energia che scarica ruscellando da monte verso valle fra masso e masso, fra ciottolo e ciottolo, fra le sponde e gli arbusti dell alveo; è l energia gravitazionale dell acqua del torrente, che si esaurisce nello sbocco sull alveo del fiume più grande in cui si immette il torrente. Nello specifico in 1,6 Km il torrente salta per 110 m, e la produzione di elettricità può farsi permettendo all acqua di percorrere 1,6 km in una tubazione liscia e in tal modo conservare il 95% della propria energia per scaricarla tutta in un momento solo in fondo al tratto sulle pale della turbina idraulica. La turbina gira sotto la spinta dell acqua ed è collegata ad un generatore che, sul principio dell anello di Pacinotti, permette la trasformazione dell energia meccanica della turbina in energia elettrica continua e poi alternata. Dopo avere fatto girare la turbina, l acqua ritorna al torrente senza alcuna alterazione chimica e fisica. C.1.3. DESCRIZIONE DELLA TECNICA PRESCELTA Il campo di valori derivabili delle portate in Val Cavargna (si parla di centinaia di litri al secondo, non di metri cubi al secondo) e la necessità di produrre un quantitativo apprezzabile di energia (qualche milione di chilowattora ogni anno) determinano la ricerca di un salto idrico dell ordine perlomeno delle decine di metri. OPERE CIVILI Lo studio per le opere civili porta a individuare un tratto sicuro (nel senso che le piene non portano via i manufatti) di 1,6 km con un salto di 110 m, e con interventi contenuti (una presa, la derivazione, la Centrale, le opere accessorie). La Presa e la Centrale sono interventi puntiformi e quindi hanno un impatto localizzato e facilmente minimizzabile. La derivazione è un intervento nastriforme e quindi su esso devono essere concentrati gli sforzi per trovare soluzioni. La soluzione della condotta forzata che unisce direttamente la Presa alla Centrale comporta volumi di scavo e movimentazione terra senz altro minori delle altre soluzioni (canale a pelo libero e galleria, ammesso sempre che queste siano tecnicamente fattibili, con le stratificazioni rocciose e le pendenze presenti in zona, o con le acque sorgive e di falda). Nel caso in progetto per esempio per ognuna delle tre ipotesi (sempre ammesso che siano tecnicamente e ambientalmente tutte fattibili) si avrebbe un costo per il canale a pelo libero pari al doppio del costo della condotta forzata, ed un costo per la galleria pari a quasi quattro volte il costo della condotta forzata. Di fatto la scelta della condotta forzata comporta: minor uso del suolo, lavorazioni più piccole, non interferenza del traffico di camion e mezzi di cantiere con il traffico viario fra gli abitati, minor costo, minor impatto. 3

OPERE ELETTROMECCANICHE TURBINE IIl campo di portate (fino a 1.400 l/s) e il salto disponibile (110 m) impongono la scelta di una turbina Pelton. A sua volta la Pel ton può essere regolata con 1, 2, 3, 4 e anche 5 spine. La massima portata viene quindi slittata in 1, 2, 3, 4, 5 parti eguali, quante sono le spine. Più sono le spine e meglio si può regolare la potenza fra le portate massime e quelle di magra. D altra parte all aumentare delle spine aumentano le problematiche della regolazione ed automazione dell impianto e aumentano i rischi di intasamento delle spine con rami, foglie, materiale minuto non trattenuto dalle griglie alla presa. Quindi per una soluzione equilibrata, lo scrivente ipotizza al momento 3, 4 spine al massimo. Il campo delle portate porta ad escludere al momento l installazione di due Pelton accoppiate. In tal modo, una Pelton con massimo 4 spine, i costi impianto complessivi risultano contenuti (30% in meno che con due macchine, minori spese di automazione e controllo, dimensioni meno ingombranti del fabbricato Centrale). GENERATORI, TRAFO, QUADRI Oramai la tecnologia si è consolidata con generatori sincroni, trasformatori 380/15000, trasformatori ausiliari, quadri, console, PLC, PC e modem, UPS e batterie tampone. Non ci sono alternative di rilievo ai fini dello Studio di Impatto Ambientale. SGRIGLIATORE Alla Presa si installerà uno sgrigliatore, che pulirà la griglia da rami, foglie e quanto altro trasportato dal torrente. Lo sgrigliatore sarà equipaggiato con un cassone dove si alloggerà il materiale tolto dal torrente, per essere inviato alla discarica o in contenitori per compost. C.1.4. RESIDUI ED EMISSIONI Notoriamente la produzione di elettricità con l acqua non produce emissioni di CO2 in atmosfera, e questa è una grande qualità della produzione idroelettrica. L acqua dopo essere stata turbinata e restituita al torrente conserva intatte tutte le sue caratteristiche chimiche e fisiche. Non ci saranno scorie o residui di sorta. La Centrale è interrata, e le misurazioni del rumore in situazioni del tutto simili ( Centrale di Maccagno sul lago Maggiore in provincia di Varese, a fianco del torrente Giona) portano a massimo 60 dba a 10 metri di distanza dal fabbricato. Valore del tutto accettabile, vieppiù in assenza di residenti nelle vicinanze. Il rumore della Centrale in funzione sarà percettibile a circa 30 metri 50 di distanza a seconda della presenza e direzione di vento. Il rumore di fondo che coprirà comunque quello minore della turbina, sarà quello dell acqua stessa residua che scorre nel vicino alveo o che ritorna in esso attraverso il canale di restituzione. 4

C.1.5. RELAZIONI FRA IL PROGETTO E GLI STRUMENTI DI PROGRAMMAZIONE E DI PIANIFICAZIONE VIGENTI A seguito del Decreto Bersani (D.L. n. 79 del 16 marzo 1999) e all'avviamento della liberalizzazione del mercato elettrico nazionale, Il Comune di San Nazzaro Val Cavargna, a cui abbiamo proposto l iniziativa, ha dimostrato interesse per il progetto, e per l interesse sovra comunale alla ottimizzazione e sviluppo delle fonti rinnovabili, e per l interesse comunale stesso rapportato ai benefici economici derivanti dall'esercizio dello stesso. L Italia è membro della UE ed ha sottoscritto gli impegni di Kyoto e di Johannesburg per la riduzione delle emissioni in atmosfera di CO2 e per l incentivazione degli impianti di produzione elettrica da fonti rinnovabili. Impegno già preso precedentemente con le Leggi 382/81, 9/91 e 10/91. Il progetto non insiste su aree naturali protette e rientra nella categoria 7.d) Allegato B del D.P.R. 12 aprile 1996, attuazione delle disposizioni in materia di impatto ambientale e cioè: derivazione ed opere connesse di acque superficiali che prevedono derivazioni superiori a 200 litri al minuto secondo L autorità competente ha analizzato la documentazione progettuale in proprie mani e ha ritenuto che le caratteristiche del progetto richiedono lo svolgimento della procedura di VIA (Art. 1, comma 6 D.P.R. 12 aprile 1996), con la richiesta alla ditta proponente di fornire ed integrare in modo esaustivo le informazioni avute in Fase preliminare di Verifica. Si applica quindi ora la procedura prevista dall Art. 5 del D.P.R. 12 aprile 1996, e quindi le informazioni da fornire o integrare si conformano al quadro informativo richiesto nell art. 6 e nell Allegato C del D.P.R. 12 aprile 1996. La presente Relazione è impostata in modo da essere presentata ed utilizzata da tutti gli Enti e le Parti coinvolte nel Progetto e nel suo Iter Istruttorio; contiene essa tutti gli elementi necessari a detto Iter, e richiesti a partire dal TU delle Acque (R.D. 1775/33) fino alla Delibera della Giunta Regionale Lombarda n. 7/2604 del 11 dicembre 2000 (e Leggi/Decreti dalla stessa richiamati). Tutte le opere di progetto sono situate ben al di sotto dei 1.200 m s.m. (fra 823,5 m s.m. e 714,0 m s.m.), e quindi non insistono in aree di particolare interesse ambientale paesistico o in ambiti di elevata naturalità. Insistono comunque nella fascia di 150 metri a fianco del torrente, protetta dalla legge Galasso. Per quanto riguarda l uso del suolo e del sottosuolo il progetto tiene conto della Cartografia geoambientale della Regione Lombardia: - carta geomorfologica - carta litologica - carta delle unità geoambientali - carta del degrado ambientale - carta dell uso del suolo ad orientamento vegetazionale - carta delle attitudini all uso produttivo del suolo - carta della capacità d uso del suolo - carta delle rilevanze naturalistiche e paesaggistiche E ancora, di estremo interesse è risultato lo strumento della Carta della zonizzazione del rischio in adempimento alla Legge Regionale 267/98 (Regione Lombardia anno 2000). 5

Altro strumento di pianificazione cui ci si è riferiti è il Piano Territoriale Paesistico Regionale PTPR - (Ed. speciale 6 agosto 2001 BURL n. 32). Del Comune di San Nazzaro Val Cavargna abbiamo visionato i loro atti di Pianificazione Urbanistica. Per quanto riguarda la quantità delle acque ci si è riferiti alla Carta delle precipitazioni medie, minime e massime annue del territorio alpino lombardo (1891 1990) Regione Lombardia Servizio Geologico e Riassetto del Territorio. Per quanto riguarda la qualità e l uso delle acque si è fatto riferimento alla Carta delle vocazioni ittiche e piano per la destinazione e l uso delle acque pubbliche della Provincia di Como stato di fatto e linee programmatiche (art. 11 L.R. 26 maggio 1982, n. 25 e successive modifiche). C.2. ALTERNATIVE L intervento è stato posto nel solo tratto ritenuto sicuro e stabile, sia per quanto riguarda la sicurezza nel tempo dei manufatti, sia per quanto riguarda l accessibilità agli stessi in ogni situazione metereologica in fase di esercizio. Non si è posta a monte la Presa, per due motivi: 1) l area a monte è fortemente esposta alle alluvioni e al trasporto di materiale alluvionale 2) 2/3 dell acqua superficiale a monte del ponte sparisce in subalveo, per poi risalire in corrispondenza del ponte sul Cuccio della SP 10, laddove c è un emergenza rocciosa (gneiss). Non si posiziona la Centrale più a valle (anche se questa era stata posizionata in una prima fase più a valle, ma è stato successivamente ufficializzato un arretramento verso monte, con riduzione di 15 metri di salto), perché a valle le sponde d alveo non sono stabili, non garantiscono la sicurezza nel tempo dei manufatti, e la spesa per rendere stabili queste sponde annullerebbe l economicità del progetto. Per quanto riguarda il sedimentatore a lato Presa, la sponda sinistra risulta inoltre più stabile di quella destra (studio geologico in fase di SIA) e meno esposta all erosione del torrente Cuccio e anche di un piccolo impluvio che sta in fianco destro a ridosso del ponte sul Cuccio della SP 10. Il tracciato della condotta è stato individuato dando priorità ai suggerimenti dello studio geologico, in quanto è fondamentale posare la condotta in tratti stabili e protetti da piene ed erosioni del torrente. Questa priorità ha portato a decidere di stare sempre in sponda orografica sinistra, tranne che per un breve tratto di 250 metri a valle del rio Savoggia (in tale tratto la sponda opposta, è molto ripida, non presenta garanzie di stabilità, ed è esposta all erosione al piede del torrente). 6

C.3. ANALISI DELLA QUALITA AMBIENTALE POPOLAZIONE Da un punto di vista globale, ogni uomo trae godimento da una produzione idroelettrica che, se prodotta da fonti convenzionali, emetterebbe in atmosfera per lo meno 0,4 kg CO2 per ogni kwora elettrico prodotto. La ricaduta nel territorio italiano si traduce in termini di minor tropicalizzazione del clima e minori alluvioni, e quindi meno danni e costi di riparazione e prevenzione per la collettività. Da un punto di vista locale, il progetto nella sua soluzione qui proposta, non porta a impatti di rilievo sulla popolazione: impatti negativi: In fase di esercizio, la sottrazione dell acqua è compensata da un rilascio adeguato alla Presa attraverso la scala di risalita dei pesci, e rinforzato dai torrenti Savoggia e Molino. Il concessionario inoltre si farà carico del ripopolamento annuale di pesci nel tratto d alveo derivato. impatti positivi: In fase di cantiere, ci sarà inevitabilmente un coinvolgimento di maestranze locali. In fase di esercizio, si impegneranno due maestranze locali per la manutenzione ordinaria dell impianto. Il Comune avrà i benefici economici indotti dalla messa a disposizione di terreni e piste di propria pertinenza e dai canoni previsti per i Comuni rivieraschi. Inoltre le vie di accesso ai manufatti saranno oggetto di manutenzione e permetteranno la fruibilità del tratto, oggi problematica. FAUNA In fase di cantiere e di getti in alveo (Presa e guadi), provvisoriamente si by passerà l acqua del torrente con ture e tubi, in modo da evitare il mescolamento del calcestruzzo con l acqua. Il tracciato della condotta è tale da non interessare il torrente (salvo che nei due guadi) e quindi le lavorazioni in fase di cantiere non arrecheranno disturbo alla fauna ittica. In fase di esercizio, il rilascio alla Presa, sostenuto dai rii Savoggia e Molino, e la presenza di una facies rocciosa e a cascata, garantiscono il proseguo della vita dei pesci. Il bersaglio Fauna implica comunque nel tempo un monitoraggio e una verifica degli effetti indotti, da farsi con il concorso del concessionario e dei funzionari dei settori competenti (Caccia e Pesca, Forestale, Comunità Montana, ). FLORA La vegetazione nel tratto interessato dai lavori non comprende un numero rilevante di piante a medio - grande fusto, o di particolare pregio (cfr.: relazione particolareggiata). In fase di cantiere si prevede un taglio di alberi (circa 100 fra frassini e noccioli con diametro circa 20 cm) comunque nei primi 400 m di tracciato della condotta a partire dalla Presa presso il ponte sul Cuccio della SP 10, fino al rio Savoggia, per una larghezza di 4,5 m. Dal rio Savoggia a Forni Vecchi non ci sono alberi e il taglio sarà limitato a piante di sottobosco e riparali. Da Forni Vecchi alla Centrale si prevede un taglio di circa 60 alberi (sempre frassini e noccioli con diametro circa 20 cm) a fianco dell esistente sentiero del ferro. 7

La legna sarà tagliata, ordinata e accatastata a margine pista in fascine per il ritiro da parte dei locali. SUOLO In fase di cantiere si prevedono lavorazioni sul suolo per scavare e movimentare terra e massi, per un volume di circa 7.000 m3 su un tracciato lungo 1.650 m, per una incidenza di 4,2 m3/m. Il volume è modesto e permette di spalmare l eccesso fra scavi e re-interri lungo il tracciato stesso, senza necessità di invio di materiali a discariche autorizzate e conseguenti interferenze della viabilità sulla SP 10. ACQUA In fase di cantiere e di getti in alveo (Presa e guadi), come scritto alla voce fauna, provvisoriamente si by passerà l acqua del torrente con ture e tubi, in modo da evitare il mescolamento del calcestruzzo con l acqua. In fase di esercizio ci sarà un effettivo impatto negativo per l elemento acqua non fine a se stesso (chimicamente e fisicamente l acqua derivata e turbinata non subisce modifiche) ma inserito nel sistema dell alveo del torrente. La mitigazione naturale sta nel rilascio garantito alla Presa (80 l/s) negli apporti lungo il tracciato dei rii Savoggia e Molino, e nella conformazione stessa, rocciosa e con facies a cascate dell alveo, che permette una buona riossigenazione dell acqua restante. ARIA E FATTORI CLIMATICI In fase di esercizio si avrà sul bersaglio aria un impatto positivo. La produzione di energia idroelettrica permetterà infatti di evitare l emissione in atmosfera di 0,4 kg CO2 per ogni kwh prodotto (se prodotto con fonti convenzionali: carbone, gas, ), per un totale di 5 milioni di chilowattora previsti di produzione annua x 0,4 kg = 2.000 tonnellate di CO2 evitate in atmosfera. Come sopra scritto, per la POPOLAZIONE, la ricaduta nel territorio italiano si traduce in termini di minor tropicalizzazione del clima e minori alluvioni, e quindi meno danni e costi di riparazione e prevenzione per la collettività. BENI MATERIALI, PATRIMONIO ARCHITETTONICO E ARCHEOLOGICO Non ci sono impatti né in fase di cantiere, né di esercizio. Il borgo di Forni Vecchi non viene toccato dal cantiere della condotta che si posiziona ben distante e a valle dei ruderi. PAESAGGIO Il progetto è inserito in un tratto di fondo valle inciso e del tutto nascosto alla visuale e dei percorsii viari normali e delle strade panoramiche. La strada panoramica citata dalla Regione in fase di Verifica, è sita al di là del crinale interessato del progetto, e la sua visuale non comprende il tratto interessato dai lavori. Di fatto in fase di cantiere e di esercizio non ci saranno impatti visivi dai percorsi viari della valle. 8

C.4. EFFETTI RILEVANTI POSITIVI E NEGATIVI Il progetto non comporta effetti rilevanti in fase di cantiere, ovviamente tenendo conto delle attenzioni e delle mitigazioni da porre in fase di costruzione (di cui al paragrafo seguente). Il progetto comporta due effetti rilevanti positivi in fase di esercizio, e cioè: 1) l utilizzo dell acqua risorsa naturale e rinnovabile, invece di fonti termiche convenzionali; 2) l evitata emissione in atmosfera di 2.000 tonnellate/anno di CO2, che sarebbero necessarie a fronte di una produzione equivalente di 5 milioni di chilowattora con centrali termiche convenzionali. Il progetto comporta un effetto rilevante negativo in fase di esercizio, dovuto sostanzialmente alla sottrazione di una non irrilevante % dell acqua ad un tratto d alveo di poco meno di 2 km, e per la qualcosa si devono adottare in fase di progetto misure di mitigazione e di monitoraggio (di cui al paragrafo seguente). C.5. MITIGAZIONI E COMPENSAZIONI C.5.1. FASE DI CANTIERE Per quanto riguarda gli impatti in fase di cantiere, questi come detto non sono rilevanti, un po per come sono state progettate e posizionate le opere stesse, un po per le attenzioni e mitigazioni che fanno parte integrante del progetto e non sono più vissute come un di più. Analizzando le varie fasi di lavorazione e le diverse opere da eseguire, listiamo di seguito le mitigazioni adottate: Piste di accesso Formazione della nuova pista di accesso dalla SP 10 alla Presa e nella risistemazione della esistente pista che si stacca dalla SP 10 nei pressi del rio Savoggia. Si utilizzerà un escavatore da circa 175 200 quintali, con cingoli o anche gommato e si porranno le dovute attenzioni a utilizzare Diesel, olii e lubrificanti della macchina operatrice, in modo sicuro provvedendo a dei contenitori sotto i bidoni in caso di perdite dai bidoni o in fase di travaso fra i bidoni e la macchina stessa. I bidoni stessi dovranno essere posti in aree recintate e protette. Per la Presa si prevede lo slargo stesso in zona sedimentatore. Per l accesso al rio Santicolo già esiste uno slargo, dove è posizionato un cassone per la raccolta differenziata di rifiuti, e che ha spazio a sufficienza per permettere l alloggiamento di una piccola area di cantiere (10 m x 10 m). Nei periodi secchi si provvederà a bagnare le piste per evitare il sollevamento di polvere, utilizzando manichette da 1-2 pollici con prese volanti sul Cuccio e sul Savoggia. Lavori in alveo Presa, guadi, i tratti di scogliera di protezione delle sponde d alveo, lo sbocco del canale di restituzione). Saranno fatti in periodi di magra (in genere l inverno). L escavatore realizzerà delle piste provvisorie in fianco e alla base dell alveo, deviando l acqua a fianco, sempre impiegando il materiale alluvionale dell alveo stesso. 9

Per la realizzazione della Presa provvederà a realizzare una tura (argine provvisorio) con il materiale d alveo tale da incanalare l acqua in una tubazione provvisoria del diametro 1,2 m e by passare in tal modo la sezione di imposta della traversa e della presa a lato. In tal modo si lavorerà all asciutto e il calcestruzzo in fase di getto non si mischierà all acqua del torrente. Ma anche in questo caso è difficile capire dove finisce la buona progettazione e dove iniziano le implementazioni per mitigare i lavori. Una vera mitigazione è per esempio la scelta di non realizzare scogliere intasate di calcestruzzo, ma di legarle con fune di acciaio e chiodi. In tal modo si riduce di molto il rischio di inquinare l acqua del torrente con cemento, e si hanno effetti positivi in fase di esercizio dell impianto (di cui si tratta in apposito seguente paragrafo). Scavi e movimentazione terra Anche in tal caso le mitigazioni sono concetti insiti nella stessa progettazione. Per esempio per molti è mitigazione, l interramento della condotta forzata, cosa nella fattispecie del progetto prevista ovunque per 1.500 m su 1.600 m di percorso (tratto in roccia fra le progressive + 100 e +200). I lavori di scavo riguardano 7.000 m3 di terreno scavato, rimaneggiato, re-interrato. Abbiamo visto come questi interessano in minima parte l opera di Presa (circa 650 m3), in modo più rilevante il fabbricato della Centrale ed i canale di restituzione (circa 1.600 m3), ed infine circa 4.800 m3 spalmati lungo i 1.600 m di lunghezza della condotta da interrare fra Presa e Centrale, pari a 3 m3/m lineare di condotta. Anche per queste lavorazioni si prevedono le misure adottate per le macchine operatrici in fase di realizzazione delle piste di cantiere (controllo nell utilizzazione del diesel e degli olii delle macchine e bagnatura delle aree per evitare il sollevamento di polveri). Per la Presa il materiale potrà essere accumulato provvisoriamente a fianco alveo in destra orografica e a valle del sedimentatore, stante la disponibilità di uno slargo naturale sempre in sinistra orografica, di circa 30 L m x 15 m B. Per la condotta forzata i 3 m3 per metro lineare saranno posti a margine pista e in spazi ampi presenti lungo tutto il tracciato (salvo che in un tratto roccioso di circa 100 m, fra la progressiva 100 e 200, dove si prevede di ancorare la condotta alla base scavata in roccia) ed ove si lavorerà con un ragno di punta, non avendo spazio a lato. Il materiale, dopo avere posato la condotta e i cavidotti, sarà re-interrato tutto, e l esubero di 1,75 m3/ml sarà facilmente spalmato sulla larghezza della pista e a lato di essa (1,75 m3/m : 3,5 5 m = 0,3 0,5 m spessore/ m lineare. Particolare cura si avrà nello scavo della zona Centrale e canale di restituzione. Lo scavo dovrà procedere a gradoni successivi in costa da monte verso valle, con scarpate da 1:2 a 1:1, e con il successivo intervento di protezione naturalistica per ogni scarpata. Il materiale di scavo dovrà essere caricato dall escavatore su un ribaltabile da 6 8 m3 a doppia trazione e portato 100 200 metri a monte della briglia esistente sopra la Centrale. 10

Infatti in tal modo si può rialzare la quota della pista del ferro che è depressa di 1-1,5 metri per circa 100 metri rispetto alla quota della spalla, e sotto cui si posiziona la condotta forzata. Poiché la condotta sarà ricoperta da circa 1 metro di terreno, si avrà in tal modo la possibilità di ricollocare poco a monte della Centrale circa 100 L x (1-1,5 +1) H x 3,5 B = 850 m3 di materiale di scavo proveniente dalla zona Centrale. Questo volume corrisponde al volume di ingombro della Centrale, una volta fatti tutti i re-interri attorno ad essa. Calcestruzzi e cementi armati Si prevedono opere in cemento armato per 960 m3 fra Presa, sedimentatore, guadi e Centrale. Si opterà per il confezionamento del calcestruzzo a piè d opera, mediante approvvigionamento da cava di mistone e di sacchi in cemento. Questo eviterà di intralciare ed appesantire il traffico viario della SP, con Betoniere provenienti dal fondo valle (si abbisognerebbe di circa 150 200 viaggi più altrettanti per il ritorno). Con una produzione media di 5 m3 al giorno si hanno tempi di getto (comprensivi di casseratura ed armatura) di: 4 mesi per la Presa 5 mesi per i guadi 4 mesi per la Centrale Valori che sono compatibili con lavorazioni fatte da un 10 12 uomini circa suddivisi in tre squadre. C.5.2. FASE DI ESERCIZIO In fase di esercizio, più che mitigazioni (opere fatte in fase di cantiere), si faranno interventi di manutenzione sulle vie di accesso, e di conseguente controllo nel tratto di territorio interessato dal progetto. Le portate affluenti e derivate saranno monitorate mediante il livello ottico installato alla Presa. Si provvederà annualmente alla semina della ittiofauna con modalità da concordare con i settori competenti (Caccia e Pesca, Forestale, Comunità Montana, ). Ing. Roberto Meneghini 11