Lo Stage all estero. Australia - Tunisia



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Ministero dell Istruzione, dell Università e della Ricerca Programma Operativo Nazionale Ricerca Scientifica, Sviluppo Tecnologico, Alta Formazione 2000-2006 Asse III Misura 4/A Azione III.4/A Lo Stage all estero Australia - Tunisia Gli allievi del Master MAFIV MASTER MANAGEMENT DELLA FILIERA VITIVINICOLA Palermo, Gennaio 2005

Indice Presentazione pag. 3 Stage in Australia 7 - Valini Wines 9 - Casella Wines 69 - Vasse Felix 119 - Bimbadgen Estate 155 - Pizzini Wines 177 - Galli Estate 205 Stage in Tunisia 229 - SMVDA Domaine Neferis 231 2

Presentazione La formazione di professionalità, immediatamente spendibile nel campo operativo, richiede oltre ad una robusta preparazione teorico-metodologica, una solida conoscenza-esperienza diretta e personale dell impresa, del comparto, del sistema, a livello regionale, nazionale ed internazionale, in cui si vuole operare professionalmente. Nel progetto del Master-Management della Filiera vitivinicola, una parte cospicua è stata dedicata ad acquisire questa conoscenza-esperienza diretta e personale; infatti il tempo impegnato in attività formative operative è stato ben il 42%, ed in quest ambito ben il 25% è stato dedicato a stage presso imprese vitivinicole ed enologiche siciliane, del resto d Italia, estere. L obiettivo dichiarato è quello di far conoscere dall interno le imprese che operano sul mercato internazionale; far vivere agli allievi l esperienza di lavoro nei diversi aspetti e nelle diverse attività dell impresa; verificare, nel contatto diretto con i dirigenti, le maestranze, i soggetti e gli operatori esterni all impresa, gli standard professionali richiesti dall operatività dell impresa sul mercato internazionale. In particolare lo stage svolto presso imprese estere operanti sul mercato internazionale, in specie quando possono costituire temibili competitors per le imprese italiane, diventa notevolmente importante al fine di conoscere le strategie produttive, commerciali, organizzative e di marketing e gli assetti societari. Tale conoscenza acquisita con l esperienza operativa dall interno dell impresa costituisce elemento professionale e tecnico scientifico di notevole vantaggio per l impresa, il comparto, il sistema vitivinicolo della Sicilia, e non solo. Il percorso formativo degli allievi nell esperienza operativa presso le imprese è stato guidato ed assistito da tutor, tecnici e dirigenti della stessa impresa ed ha riguardato le attività, l organizzazione, la struttura dei processi nei diversi reparti: coltivazione dei vigneti e vendemmia, cantina, area commerciale, area amministrativa, area di marketing. Non è stato né semplice, né facile organizzare gli stages, in special modo per quelli da svolgere in imprese estere. In quest ultimo caso alle difficoltà di natura organizzativa, di rapporti fra istituzione formativa ed impresa si aggiungevano quelle della lingua. Le difficoltà tuttavia sono state alla fine superate e gli stages in Sicilia (con il contributo fattivo dell Assovini), nel resto d Italia ed all estero si sono svolti con grande profitto per gli allievi e con grande e reciproca soddisfazione per le imprese ospitanti e per l Associazione Temporanea d Impresa ISAS e CORERAS. Per lo stage all estero, la scelta quasi obbligata per il coordinamento scientifico del Master è stata: da una parte per un paese nel campo vitivinicolo oggi all avanguardia della tecnologia e dalla organizzazione, l Australia; dall altra parte 3

per un paese in via di sviluppo, dove la Sicilia proprio nel campo vitivinicolo potrebbe trovare interessanti opportunità, la Tunisia. Per l organizzazione degli stages è stata preziosa, efficiente e competente la consulenza e la collaborazione per l Australia dell ICE-Sicilia, nelle persone del Dott. Giorgio Ciaccio, già direttore, e della Dott.ssa Ines Aronadio, attuale direttore della sede siciliana, per la Tunisia del Dott. Maurizio Miccichè, Presidente della Casa Vinicola Calatrasi (S. Cipirello PA). In Australia, encomiabile è stata la collaborazione e la consulenza del Dott. Matteo Picariello, direttore dell ICE di Sidney, e della Dott.ssa Liana Arena sua collaboratrice, e l assistenza ad alcuni allievi da parte del responsabile ICE a Perth Dott. Enrico Pennaccini. Le imprese australiane dove sono stati svolti gli stages dagli allievi, con l assistenza dei relativi tutors, sono le seguenti: - Valini Wines, Nedlands Western Australia; tutor: Cath Oates (Wine Making, Contract wine making facilities, Bottling, Laboratory analysis, Cellar door operation, General tastings and Viticulture), Chris Melville (Market Structure, Taxation, Exporting and Importing, Label Regulations, Wine Marketing and Distribution); allievi: G. Barrile, G. Becchina, A.M. Ganci, T. Occhipinti. - Casella Wines, Yenda New South Wales Australia; tutor: Helen Williams (Humane Resouces), John Quarisa (Senior Wine maker), Philip Casella (Pubblic Relations), Marcello Casella (Viticulture), John Casella (General Manager); allievi: M. Buscemi, G. Longo, D. Rera. - Vasse Felix Winery, Cowaramup Western Australia; tutor: Bruce Pearse (Operations Manager), Clive Otto (Senior Winemaker), David Dowien (Winemaker), Julian Ryan (Vineyard Superior); Allievi: F. Bellomo, L. Ciulla. - Bimbadgen Estate, Pokolbin New South Wales Australia; tutor: Jane Turner (Assistent Winemaker); allievi: T. Brancato, A. Corte. - Pizzini Wines, Whitfield Victoria Australia; tutor: Fred Pizzini (General Manager), Katrina Pizzini (Pubblic Relations); allievi: D. Consagra, C. Lobue. - Galli Estate Winery,Rockbank Victoria Australia; tutor: Graham Stenberg (General Manager); allievi: V. Madonia, R. Natalello. 4

L impresa tunisina dove è stato svolto lo stage è la SMVDA Domaine Neferis, comune di Grombalia, provincia di Nabeul, Tunisia; tutor: Samia Ben Alì (Enologa), Moammed Alì Dridi (Agronomo), Hamida Dachroni (Agente commerciale), Charbel Yaghi (Project Manager); allievi: A. Alessi, B. Margagliotta, S. Puglia, S. Sortino. Gli allievi avevano il compito durante lo stage di redigere un diario di bordo con la descrizione delle esperienze vissute e delle attività aziendali ed alla fine dello stage di realizzare un report per descrivere ed analizzare le attività, le strutture, l organizzazione dell impresa, il comparto ed il sistema in cui l impresa si trova ad operare. I report realizzati sugli stages all estero sono stati dal coordinamento scientifico del Master meritevoli di una diffusa conoscenza presso le imprese, il comparto, il sistema vitivinicolo siciliano perché possono essere utili per spunti di riflessione alle imprese ed alle istituzioni pubbliche, amministrative e politiche, sulla organizzazione, sulla professionalità e sulla capacità innovativa da una parte su un paese, l Australia, che negli ultimi anni sta assurgendo a figura di produttore e temibile competitore dei paesi tradizionali produttori (fra questi Italia, e dunque la Sicilia) sui mercati internazionali, europei ed extraeuropei, dall altra parte su un paese, la Tunisia, che negli ultimi anni, anche sulla spinta della politica euromediterranea dell Unione Europea, ha intrapreso la strada dello sviluppo economico, avvalendosi della partnership di imprese dei paesi comunitari, anche nel campo della vitivinicoltura. I report che qui sono riportati, per quanto attiene l Australia costituiscono, nonostante le inevitabili ripetizioni ed in qualche caso anche pareri contrastanti o non condivisibili, le tessere di un mosaico che rappresenta bene uno spaccato conoscitivo significativo della razionalità e della cultura tecnico professionale dell ambiente e del sistema vitivinicolo australiano; per quanto riguarda la Tunisia il report evidenzia che nonostante le inevitabili difficoltà ambientali per la vitivinicoltura siciliana può rappresentare una opportunità imprenditoriale interessante, prima che nel paese si espanda e si affermi ulteriormente la presenza tedesca e francese. Il Coordinatore Scientifico del Master Prof. Antonino Bacarella 5

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Stage in Australia 7

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Valini Wines 9

La Valini Wines è una società di marketing e di distribuzione di vini che ha sede a Nedland (Perth) nel Western Australia. La società è costituita da un team di giovani esperti nel campo del marketing e della distribuzione. Attualmente la società si occupa dell esportazione e della distribuzione in ambito locale dei vini di alcune aziende dei territori vitivinicoli dello Swan Valley e di Margaret River con riferimento esclusivo al canale Ho.Re.Ca. Ha recentemente stipulato un accordo di commercializzazione per il Pinot Grigio dal Friuli in Australia e Paesi limitrofi. La Valini accoglie un vasto assortimento di prodotti, il loro obiettivo specifico è promuovere i vini del Western Australia e importare prodotti tipici europei. Giacomo Barrile, Gaspare Becchina, Angela Maria Ganci e Tatiana Occhipinti hanno svolto lo stage presso la Valini Wines sita in Australia nello stato del West Australia, nel comprensorio del Margareth River, nel periodo compreso tra l 8 e il 25 novembre 2004. 10

INDICE GENERALE 1. IL SETTORE VITIVINICOLO IN AUSTRALIA 1.1INTRODUZIONE 1.2 IL MERCATO VINICOLO 1.3 CANALI DI DISTRIBUZIONE E LICENZE 1.4 TASSAZIONE 1.5 PROBLEMATICHE RELATIVE AGLI ACCORDI INTERNAZIONALI 1.6 NORMATIVA A TUTELA DEL CONSUMATORE 1.7 NORMATIVA IN MATERIA DI ETICHETTATURA 2. LA VITICOLTURA A MARGARET RIVER 2.1 LA STORIA 2.2 IL SETTORE VITIVINICOLO 2.3 LA VITICOLTURA 2.4 METODOLOGIE ENOLOGICHE 2.5 SICUREZZA E SOSTENIBILITÀ 3. LE AZIENDE VISITATE AZIENDA PORTAVINE AZIENDA BRIAROSE ESTATE AZIENDA EVANS & TATE AZIENDA VASSE FELIX AZIENDA ARLEWOOD AZIENDA XANADU AZIENDA PICARDY AZIENDA FLYING FISH AZIENDA BROOKWOOD ESTATE 4. THE SUNDAY TIMES MARGARET RIVER WINE REGION FESTIVAL 5. CONSIDERAZIONI FINALI 6. BIBLIOGRAFIA 11

12

1. IL SETTORE VITIVINICOLO IN AUSTRALIA 1 1.1 Introduzione L Australia pur essendo ancora un piccolo produttore (in termini di produzione totale) è diventata in pochi anni uno dei più importanti paesi vinicoli al mondo. Un terreno e un clima favorevole, forti investimenti in know how (nuove tecniche di refrigerazione ecc. ) e meccanizzazione hanno permesso di ottenere vini di qualità (caratterizzati da forti aromi di agrumi e freschezza) che stanno conquistando i mercati internazionali. La produzione vinicola e fortemente omologata e caratterizzata da pochi vitigni. La produzione e concentrata in grandi aziende di proprietà di società multinazionali, che utilizzano elevati mezzi finanziari per la commercializzazione dei prodotti. I produttori australiani si organizzano spesso in holding che incorporano le aziende più piccole al fine di diminuire i prezzi e massimizzare i risultati della pubblicità. Il mercato vinicolo australiano é caratterizzato dalla presenza di quattro grandi industrie e da una moltitudine di piccole aziende. A differenza di quanto avvenuto dieci anni fa, quando si é assistito ad una progressiva concentrazione del settore a seguito di numerosissime fusioni aziendali, oggi sempre nuovi produttori di piccole dimensioni stanno entrando sul mercato. L edizione del 2002 del Wine Industry Directory ha stilato circa 1500 produttori di vino oltre ai quattro principali, con un incremento del 10.1% rispetto alle precedente edizione. La stragrande maggioranza dei nuovi produttori (il 74.4%) é rappresentata da piccole aziende che producono meno di 100 tonnellate di uva. L industria del vino é comunque dominata da quattro grandi società, quotate in borsa: Southcorp Wines (che detiene circa il 29% di quota di mercato), BRL Hardy (15%), l Orlando Wyndham (11%) e la Beringer Blass (20%). Queste aziende producono circa l 80,6% dell intero settore e realizzano da sole l 85% dell export. Nel 2001 l Australia si é classificata settima tra i maggiori paesi produttori di vino seguendo Francia, Italia, Spagna, USA, Argentina e Cina. Con circa 1.1 miliardi di litri, l Australia produce oggi circa il 3,8% della produzione totale mondiale. 1 Fonte: Nota di mercato realizzata in occasione dell iniziativa promozionale ICE Borsa Vini Australia 2003 (Sydney e Melbourne, 1 ~ 5 dicembre 2003). ICE Perth Western Australia 13

Nel 2000 l Australia si classificò quinta nel mondo in termini di volume di esportazioni dietro l Italia (al primo posto con 1,6 milioni di litri), Francia (1,5 milioni di litri), Spagna (0,8 milioni di litri) e Cile (0,4 milioni di litri). L Australia, esportando 338.931.000 litri di vino, ha raggiunto nel 2000 un livello pari al 5% nell ambito del commercio mondiale di tale settore. Dal 1992 al 2001 il valore delle esportazioni di vino australiano é cresciuto da AUD$263m a AUD$1.929m, con un incremento del 633%, nettamente superiore all incremento registrato in volume, pari al 327%. Fig. 1: Il grafico indica l andamento in valore delle esportazioni. Fonte: Nota di Mercato ICE anno 2003 14

1.2 Il mercato vinicolo Il boom legato al giro d affari del settore vinicolo australiano viene fatto risalire a partire dagli anni Ottanta. In tali anni le vendite di vino australiano, legate prevalentemente alle esportazioni, aumentarono del 6% Per quanto riguarda la situazione attuale, l industria vinicola rappresenta in Australia circa lo 0,17 del PIL. Wine and grape industry Variaz % 2001 00/01 Area coltivata a vigneti (ha) 130,599 18.10 Produzione totale d'uva (t) 1,546,010 17.90 Totale uva pigiata (t) 1,423,950 24.30 Produzione totale di vino (milioni di l) 1,053 27.70 Vendite di vino nel mercato interno (mil di l) 385 4.20 Valore delle vendite interne di vino (AUD$ mil) 1,831 5.60 Esportazioni di vino australiano (milioni di l) 338 18.70 Importazioni di vino (milioni di l) 13-34.90 Fig.2: Dati generali sull industria vitivinicola australiana. Fonte: Nota di Mercato ICE 2003. I cinque principali mercati di sbocco delle esportazioni australiane sono stati, in termini di volume, la Gran Bretagna (202 milioni di litri), gli Stati Uniti (95 milioni di litri), la Nuova Zelanda (25 milioni di litri), il Canada (19 milioni di litri) e la Germania (12 milioni di litri). A seguire vi sono poi l Irlanda, l Olanda, il Giappone, la Svizzera e Singapore. Nel 2001 tali paesi hanno consumato AUD$ 1,8 miliardi (ossia il 92%) del totale delle esportazioni australiane. Tradizionalmente la Gran Bretagna é stato il maggiore destinatario delle esportazioni australiane. Negli ultimi anni, tuttavia, si sta affacciando un nuovo grande mercato per i prodotti australiani: gli Stati Uniti. Il volume delle importazioni di vino in Australia é diminuito del 19% nel 2002, ma il valore è aumentato considerevolmente (+41%) raggiungendo nel 2002 74 milioni di USD. Il prezzo medio per litro dei vini importati dall Australia é stato nel 2002 di AUD$ 7.96 considerevolmente più alto rispetto a quello delle esportazioni di vino australiano. Tradizionalmente, i principali paesi dai quali l Australia importa sono la Francia e l Italia. 15

Il 2003 conferma il trend positivo delle importazioni che segnano +39% (61 milioni di USD), ma l Italia sebbene abbia avuto un incremento in valore vede diminuire la propria quota dal 16 al 13%, come risulta dalla seguente tabella. Australian Jan-Sep 2002 Jan-Sep 2003 Imports Value % Share Value % Share Fig.3: Importazioni australiane di vino. Fonte: Nota di Mercato ICE 2003. % Change World 43.96 100.00 61.32 100.00 39.54 1 France 19.07 43.38 26.68 43.51 39.91 2 New Zealand 12.39 28.18 18.77 30.61 51.49 3 Italy 7.06 16.06 8.09 13.19 14.59 4 Australia 1.14 2.59 1.53 2.50 34.21 (Re-Imports) 5 Spain 0.82 1.87 1.31 2.14 59.76 6 United States 0.50 1.14 1.29 2.10 158.00 Da sottolineare vi é, inoltre, il grande incremento delle importazioni australiane dalla Nuova Zelanda, che ha superato l Italia quale secondo paese esportatore. 1.3 Canali di distribuzione e licenze In Australia é richiesta un apposita licenza per vendere bevande alcoliche (che non possono essere quindi vendute nei negozi alimentari o nei supermercati come in Italia), di cui devono essere provvisti sia l importatore, che il grossista, che il dettagliante. Il ruolo dell importatore è in genere svolto da aziende importatrici specializzate o dai grandi gruppi d acquisto, che stanno recentemente crescendo di importanza e che generalmente richiedono alle imprese di stipulare contratti di esclusiva per tutto il territorio. I principali canali commerciali utilizzati nel mercato australiano per la vendita di vino sia locale che importato sono: Licensed wine and spirits merchants : rientrano in questa categoria i grossisti e gli importatori/distributori; Department Stores : si tratta di buyers diretti (tra questi i gruppi: Coles Myer di Melbourne, Liquorland Vintage Cellars e David Jones di Sydney); Liquor Stores denominati anche bottle shops : si tratta di piccoli negozi articolati in catene distributive e specializzati nella vendita al dettaglio di vini e liquori che spesso sono ubicati in grandi centri commerciali; 16

Hotels, pubs, restaurant and clubs: si tratta di esercizi pubblici nei quali é consentita la vendita di vini ed alcolici entro determinati orari. Il governo Australiano è molto severo e ottenere la licenza di vendita dell alcol è burocraticamente molto lungo e costoso. Esistono due tipi di licenze: On premises license: vendita e consumo del prodotto nel locale (ristorant, club); Off premises license: vendita senza consumo del prodotto nel locale (supermercati, liquor stores); Un hotel può avere entrambe le licenze. Un altra licenza presente in Australia è la licenza BYO, ma per ottenerla la prassi burocratica è più semplice, perché la BYO è una licenza che consente al cliente di un ristorante o locale, di portare con se la propria bottiglia di vino, quindi la responsabilità ricade sul cliente e non sul venditore. I liquor store hanno una vasta scelta di vini e di prezzi. Questi ultimi sono solitamente contenuti in quanto i proprietari basano i loro profitti non su un elevato guadagno per singola bottiglia, ma sulla più elevata quantità di prodotto venduto. I liquore stores sono maggiormente assortiti di vini economici, anche di qualità medio-bassa, invece, nei ristoranti è maggiormente ricercato il vino di alta qualità. La legge Australiana non prevede l obbligo della licenza per l importazione di vino destinato al consumo. Una cantina che vuole vendere il proprio prodotto all estero necessita di una licenza di esportazione. L esportazione di vino dall Australia richiede un accurato controllo sul vino e sulla bottiglia finita. Controlli severi sono fatti sull etichetta del vino che deve indicare tutto ciò che la legge della nazione di destinazione del prodotto prevede. 17

1.4 Tassazione Il mercato australiano é liberalizzato a tutte le merci con alcune restrizioni di carattere sanitario per prodotti alimentari freschi ed in legno. Non ci sono, infatti, significative barriere all entrata per l industria vinicola dal momento che le forme di protezione come le tariffe doganali sulle importazioni sono cadute nel 1988. L industria é soggetta ad una tassazione nella forma di imposte sulla licenza per la vendita di alcolici che però riguarda essenzialmente i distributori e i dettaglianti. La GST (l IVA locale pari al 10%) si applica, a partire dal 1 Luglio 2000, a tutte le forniture di beni e servizi forniti da un impresa. Sono previste, tuttavia, alcune eccezioni; il vino che viene offerto in degustazione, per esempio, non é soggetto alla GTS anche se rimane soggetto alla tassazione WET. La WET (Wine Equalisation Tax) si applica a partire dal 1 luglio 2000 a tutte le transazioni di vino tassabili a meno che non si possano applicare delle eccezioni. La WET, che e pari al 29% del prezzo lordo, ed è applicata solo a chi effettua l operazione di vendita; ha sostituito la Wholesale Tax che era del 41%. Anche se un produttore di vino vende il suo vino direttamente a un ristorante o a un albergo / liquor store ecc. il WET tax deve essere dichiarata e pagata. Una volta dichiarata questa tassa, il governo ne rimborserà la somma. Le principali transazioni tassabili sono rappresentate da: vendite all ingrosso, vendite al dettaglio (nel caso non vi sia stata una tassazione sulla precedente vendita all ingrosso) e da importazioni. Le principali eccezioni sono, invece, rappresentate da forniture che sono anche esenti da GST, e da merci importate che siano già state tassate durante la fase di sdoganamento. Inoltre le importazioni prevedono il pagamento di una tassa addizionale pari al 5% (Duty Tax). 1.5 Problematiche relative agli accordi internazionali. Fra Australia ed Unione Europea sussiste oggi un grande problema delle regole. Nonostante l accordo con l UE, entrato in vigore nel 1994 2, numerose sono le questioni ancora aperte e le accuse reciproche. 2 Vedi sito internet: http://europa.eu.int/comm/trade/issues/bilateral/countries/australia/docs/wine_agr.pdf 18

Da parte europea ed italiana si contesta all Australia un eccessiva deregolamentazione del settore che permette, per esempio, l utilizzo di trucioli di quercia quale pratica (non indicata in etichetta) sostitutiva all invecchiamento nelle tradizionali botti di rovere. Tale pratica e' vietata nella Unione Europea, che si e' rivolta al WTO (World Trade Organization) affinche' intervenga contro le esportazioni del vino australiano "truciolato". In molti vedono quindi nei tannini artificiali, nelle chips (trucioli), ecc. il vero pericolo dell offensiva australiana. Secondo gli australiani l UE protegge il proprio mercato attraverso sussidi ai produttori e barriere non doganali (la contesa proprietà delle espressioni superiore, vintage e riserva). Il Governo australiano non paga sussidi ai produttori ma offre, attraverso Austrade (l ICE australiano) sostegno e incentivi alle aziende esportatrici. Secondo l opinione di alcuni esperti australiani tuttavia (vd. Intervista al mensile Gambero Rosso Aprile 2003) il problema della salinità crescente del suolo, e la forte spesa pubblica per contenere il problema, non rende l Australia esente da forme indirette di sussidi. Il forte incremento produttivo e la necessità di irrigare sempre più i terreni (situazione aggravata dalla siccità) stanno infatti creando gravi problemi di salinità del suolo ai produttori. La legislazione australiana non riconosce ancora denominazioni chiare e precise, la legge prevede che un vino debba essere composto per l 80% dalla qualità di uva indicata in etichetta. Se è presente l indicazione geografica di provenienza (e lo e sempre più), almeno l 80% del vino dovrà provenire da quella zona (100% se e presente la denominazione certified appellation wine ). La legge non consente l aggiunta di zuccheri per alzare la gradazione alcolica, è però consentito addizionare al mosto degli acidi. Oggi la quasi totalità dei vini rossi vengono acidificati con la motivazione di renderli stabili nel tempo (a scapito della qualità degli stessi). Ma la questione più dibattuta riguarda forse l utilizzo del nome dei vitigni. In Australia si trovano sempre più prodotti commercializzati con le denominazioni italiane: Dolcetto, Barbera, Nebbiolo, Sangiovese. Recentemente un produttore australiano ha messo in vendita un Cabernet Sauvignon Merlot del 1999 con il nome Moda Amarone, ottenuto «usando il metodo Amarone che ha origine nella regione Valpolicella vicino al Lago di Garda nel Nord Italia». Nella zona di Margaret River (WA) diversi produttori hanno piantato Nebbiolo; nel Sud Australia, ad Adelaide Hills, e nello Stato di Victoria, presso King Valley, si trovano tanti piccoli alcuni ottimi produttori (molti di origine italiana) che producono Barbera e Sangiovese. 19

1.6 Normativa a tutela del consumatore Le normative a tutela del consumatore relative al settore vinicolo sono piuttosto severe in Australia. In tutti i locali vengono posti in essere severi controlli per accertare l età dei clienti. Non é, infatti, consentito ai minori di 18 anni entrare in pubs e locali e consumare alcolici. Il consumo di questi ultimi é, inoltre, vietato al di fuori di hotels, pubs, ristoranti e clubs. Severe normative del codice stradale sono previste in relazione al consumo di alcool. Per chi possiede una open driven licence non é consentito guidare se si supera lo 0.05 di percentuale di alcool nel sangue. 1.7 Normativa in materia di etichettatura In Australia, sebbene non esista un ente che registra o approva le etichette, vige una normativa che ne regola la compilazione Food Standards, che stabilisce in particolare l obbligo di apporre in etichetta alcuni essenziali elementi: 1. nome del prodotto (es. Vino o Shiraz o Rosso Dry) 2. volume (es. 750 ml) 3. contenuto in alcol (es. 12.5%) 4. standard drinks (es. Approx. 7.4) 5. eventuali sostanze aggiunte (che possono provocare reazioni nocive all uomo) 6. nome e indirizzo (es. abz/via/città/stato) 7. paese di provenienza (es. prodotto in Australia) In Australia ci sono leggi che tutelano l abuso dell alcol, ciò avviene attraverso l uso dell indicazione sulla etichetta dello Standard Drink. Standard drink è una bevanda che contiene massimo 10 grammi di etanolo, a 20 C. Una bottiglia da 750 ml con vino a gradazione alcolica pari a 12,5 gradi dovrà quindi venire etichettata come segue: CONTAINS APPROXIMATELY 7.4 STANDARD DRINKS. Dal dicembre del 1995 è stato introdotto l obbligo di introdurre questo valore, approssimato, che si calcola moltiplicando il volume (litri) per il vol/alcolico per il peso specifico dell etanolo. Sulla bottiglia il governo Australiano chiede l indicazione dello Standard drink per qualsiasi tipo di vino, sia da tavola che per i liquori, al fine di stabilire il margine di sicurezza per il numero di bicchieri da poter bere in media, specialmente per chi deve guidare. 20

La varietà e l annata di produzione (come anche la zona di provenienza) possono essere inseriti solo se la bottiglia contiene vino per l 85% composto rispettivamente da quel vitigno o da uve vinificate in una determinata annata. Per quanto riguarda la zona di provenienza in Australia è stata creata la Geographical Indication (GI) che è una descrizione ufficiale delle zone, regioni e sub-regioni vinicole australiane. Questa legge è entrata in vigore nel 1993 per salvaguardare il consumatore nel momento in cui il vino australiano è stato oggetto di un boom nell export, ed ha dovuto assoggettarsi ad alcune regole internazionali. Lo scopo di questa descrizione è di salvaguardare l uso del nome regionale, limitandone l uso a quei vini realizzati per l 85% con uve coltivate in quell area. Per l importazione del vino si deve inoltre indicare sull etichetta: Nome di chi importa il vino (imported by) Nome del distributore (name of distributor) 21

Fig. 4: Cartina delle zone vinicole australiane 22

In Australia ci sono nove macroaree 3 : 1. Western Australia 2. South Australia 3. Queensland 4. Victoria 5. Northern Territory 6. Australian Capital Territory 7. New South Wales 8. Tasmania 9. South Eastern Australia All interno di queste è possibile individuare regioni (South West Australia) e subregioni (Margaret River). In Australia quattro sono le regioni di maggiore importanza vitivinicola per la produzione di vino di alta qualità: 1. Hunter Valley New South Wales per le varietà Semillon e Sirah; 2. Mornington Peninsula Victoria per Chardonnay e Pinot Noir; 3. Clare Valley South Australia per il Riesling; 4. Margaret River Western Australia per Chardonnay e Cabernet Sauvignon. L 80% del vino prodotto in tutto il continente appartiene alla fascia AUD$8-12 a bottiglia, del restante 20% la maggior parte è costituita da vini che superano i AUD$16 a bottiglia, di cui le quattro suddette regioni realizzano da sole il 10% della produzione. 3 Dato del Wine Industry Directory- The Australian end New Zealand, pag. 25, Edizione 2003 23

2. LA VITICOLTURA A MARGARET RIVER 2.1 La Storia Nella regione del Western Australia i tre principali poli vitivinicoli sono Swan Valley, Forest Hill e Margaret River. Inizialmente l unica zona coltivata a vite era Swan Valley. Nel 1965 Bill Jamieson ha realizzato un progetto sul quale rifletteva da tanto tempo impiantando, per conto del WA Government, alcuni ettari di vigneto sperimentale nella zona di Forest Hill. Si trattava di una terra vergine, che è stata bonificata con cura allo scopo di introdurre nella zona (oggi notevole polo vitivinicolo circondato da una regione del vino in continua crescita) la coltivazione di vigneti. Dopo due anni l impianto si è dimostrato un fallimento, l innesto non era riuscito, ma B. Jamieson ci ha riprovato, e con l aiuto di Jack e Dorham Mann (due enologi di Swan Valley) ha realizzato nel 1970 la prima produzione di Cabernet Sauvignon e Riesling. Nel 1967, Tom Cullity, traendo forza dall iniziativa di B. Jamieson, ha piantato il primo vigneto a Vasse Felix (nella zona di Margaret River). Questo può definirsi l inizio della storia del vino a Margaret River. Inizialmente le varietà impiantate erano esclusivamente Risling, Cabernet Sauvignon e Sirah, provenienti da Swan Valley, infatti, per timore della fillossera e di altre malattie, non venivano importate piante ne da oltre oceano ne da altre regioni australiane. Poi sono state introdotte nuove varietà certificate dal CSIRO, un Istituto Governativo di Ricerca Agronomica, il quale dopo due anni di quarantena, introduceva sul mercato piante certificate virus-free. 2.2 Il settore vitivinicolo Margaret River è divenuta oggi un area di fama internazionale per la produzione di vini di alta qualità nel mondo. Il 40% dei vini prodotti in questa regione appartiene alla fascia di AUD$16-20 ed il restante 60% supera i AUD$20 a bottiglia. Le caratteristiche della sua produzione derivano dalla posizione geografica di questa regione. L area di Margaret River è investita dalle fresche brezze di due Oceani, Indiano e del Sud, che la circondano su tre lati e influenzano notevolmente le note caratteriali delle varietà coltivate nella regione. Si realizzano così vini apprezzati e venduti in tutto il mondo, la cui concorrenza incute preoccupazione ai paesi che hanno fatto la storia della viticoltura nel mondo. 24

In questa regione, così come in tutta l Australia, non si effettua distillazione delle fecce, le stesse sono consegnate ad un azienda che si occupa di fare il compostaggio trasformandole in concimi organici, poiché non vi è un mercato di sbocco per i distillati. Oggi le varietà più coltivate a Margaret River sono: Cabernet Sauvignon, Semillon, Syrah, Sauvignon Blanc e Chardonnay; inoltre in minore quantità è presente il Merlot, il Sangiovese, il Malbec, il Verdello, il Reasling, ed altre. I produttori oggi presenti sono oltre 100 e gli ettari piantati 4.094. Su una lunghezza di circa 100 Km, da Dunsborough ad Augusta, sono oggi presenti la maggior parte dei produttori (72) che durante tutto l anno aprono le loro cantine ai visitatori. 25

Fig.5: Mappa della sub-regione di Margaret River 26

In particolare, lungo Caves Rd si trovano le cantine storiche della Regione, fra le quali Vasse Felix, che realizzano vini pregiati che hanno ottenuto diversi riconoscimenti. Dal 1999 ad oggi, a Margaret River, la produzione è passata da 13.041 tonnellate (62% bianco, 38% rosso) a 26.178 tonnellate (43% bianco, 57% rosso). Il blend di maggiore rilievo a Margaret River è realizzato con il 60% di Semillon (di cui il 10-30% invecchiato in barriques per almeno 9 mesi) e il 40% di Sauvignon Blanc. Vista l importanza che sta assumendo in quest area la produzione vitivinicola la terra nuda ha un costo di AUD$ 10.000 ad acro (un acro è pari a 4000 mq), mentre la presenza di vigneti fa lievitare il suo costo da AUD$25.000 a AUD$30.000 ad acro a seconda delle caratteristiche degli stessi. Ogni azienda appartiene ad un unico proprietario, è realizzata in un unico appezzamento di terreno, anche molto esteso, dove in genere il proprietario risiede per essere costantemente presente nella gestione. Una realtà che colpisce è come spesso la proprietà di molte aziende sia nelle mani di gente facoltosa, che ha fatto della produzione del vino un culto ed un hobby, e garantisce alla produzione un sostegno finanziario non indifferente, che facilita la gestione e permette di investire in qualità, non influendo sul rapporto qualità/prezzo. Un lampante esempio di questo tipo è l azienda Vasse Felix, di cui è proprietaria la donna più ricca d Australia, in cui è stato possibile riscontrare una quasi nulla variazione dei prezzi negli ultimi anni, pur con un continuo miglioramento qualitativo. Non mancano tuttavia le eccezioni di alcuni grandi produttori come Evans e Tate e Xanadu che hanno vigneti sparsi in diversi territori, scelti in base alla loro maggiore vocazione produttiva. Infatti, in tutta l Australia non esistono forme di associazioni tra produttori, gli stessi se hanno vigneti di piccoli dimensioni si rivolgono alle grandi cantine come Evans & Tate e Flying Fish, stipulando contratti per la trasformazione delle uve (il cui costo si aggira intorno ai AUD$1000 a tonnellata), o vendono le loro uve ad altri produttori. Anche l imbottigliamento nella maggior parte dei casi è realizzato stipulando dei contratti con aziende di imbottigliamento; infatti, poche sono le aziende che hanno una catena di imbottigliamento. Attualmente a Margaret River esistono due aziende di imbottigliamento, la Vinline che realizza con un impianto mobile circa il 5% del vino imbottigliato, e la Portavinintegrated wine service, di proprietà della Evans & Tate, che imbottiglia circa il 90%. 27

In tutta l Australia oltre all uso dei tappi in sughero, per i vini di alta qualità, e dei tappi in silicone, anche se utilizzati in poca quantità, è molto diffuso l uso dei tappi stelvin (a vite). In particolare, nella regione di Margaret River abbiamo verificato la quasi totale assenza dei tappi in silicone, generalmente poco apprezzati. Di contro si sta diffondendo un opinione molto positiva sui tappi a vite. È stato verificato il positivo esito sul vino in seguito all uso di questa tipologia di tappo, infatti, sebbene non consenta la micro ossigenazione garantita dal tappo in sughero, che favorisce una lenta maturazione del prodotto, è rispetto a questo un tappo inerte, che non influenza le caratteristiche organolettiche del vino, e consente di eliminare il rischio del famoso sentore di tappo. Fino a qualche anno fa questa tipologia di tappo era associata ad un prodotto di medio-bassa qualità, ma oggi tutti gli operatori del settore stanno lavorando per educare il consumatore affinché comprenda la positività di questo tipo di tappo, e lo elevi a tappo degno di un cru. L obiettivo è, infatti, una totale sostituzione di tutte le tipologie di tappo con questo, economico, pratico e riciclabile. 28

2.3 La viticoltura Nel West Australia più del 50% delle viti impiantate sono franche di piede, mentre la restante parte è costituita da piante innestate, questa scelta è giustificata dal fatto che queste ultime hanno un costo superiore rispetto alle prime e che in questa zona non sono presenti problemi di fillossera e quindi non vi è la necessità di rendere resistente la pianta tramite l innesto. Fig.6: esempio di vigneto nella sub-regione di Margaret River. I suoli della regione hanno una struttura poco fertile; al di sotto di uno-due metri di profondità il suolo diventa pietroso creando problemi per lo sviluppo radicale della pianta, che è ostacolato, nella fase di esplorazione degli strati più profondi del terreno, e quindi nel reperimento di fonti nutritive. Dopo i due metri il suolo è costituita da uno strato argilloso cui segue la roccia. Questa composizione comporta la necessità di monitorare costantemente il suolo, sia per ciò che concerne la presenza di sostanze nutritive sia per il tasso di umidità. Durante il corso dell anno sono effettuate due analisi, una nel mese di maggio, durante il periodo di dormienza della pianta, per verificare il livello di sostanze presenti nel terreno e procedere ad una concimazione minerale; e una nel mese di dicembre, quando la pianta è in piena attività vegetativa, al fine di individuare la carenza di qualche elemento nutritivo, procedendo poi con la ferti-irrigazione. Il suolo ha una tessitura molto compatta il che induce i produttori, nella fase pre-impianto del vigneto ad effettuare una scarificatura limitata alla fascia di terreno 29

che ospiterà le piante, al fine di evitare di rimuovere terreno ricco di scheletro, e di contenere i costi. Fig.7: Operazione di scarificatura Fonte: A Guide to Growing Winegrapes in Australia II ediz.di Davidson Fig.8: Esempio di terreno dopo le operazioni di scarificatura pre impianto Fonte: A Guide to Growing Winegrapes in Australia II. ediz.di Davidson 30

Il sesto di impianto prescelto in genere dalle aziende (considerando questa situazione pedologica) è pari a tre metri fra le file e ad un metro e mezzo nell interfila, per un totale di circa 2.250 piante per ettaro. Ciò per consentire alle piante di avere maggiore disponibilità di terreno e quindi di sostanze nutritive evitando fenomeni di competizione radicale, favorire una maggiore irradiazione solare evitando ombreggiamenti e favorire una maggiore circolazione dell aria riducendo il sorgere di alcune fisiopatologie. La forma di allevamento adottata è la controspalliera, con la contemporanea presenza di pali di legno e di alluminio. I pali di testata hanno un altezza di 3 metri e sono calati nel terreno ad una profondità di 1,2 metri, i pali rompitratta hanno un altezza di 2,4 metri e sprofondano nel terreno ad per 0,6 metri. Il palo di legno oltre ad essere utilizzato come testata viene messo ogni tre pali di alluminio, per tutta la lunghezza del filare, ed inoltre il palo di testata è rafforzato da un ulteriore palo di legno per rendere più solido l ancoraggio al terreno. Fig.9: Esempio di struttura portante con pali in legno La distanza fra i pali intermedi è di sei metri, spazio in cui sono collocate quattro piante. Sono presenti sei fili dal basso verso l alto, uno a 10-15 cm. da terra utilizzato per l impianto di irrigazione (questa breve distanza dal terreno è possibile in quanto non sono effettuate lavorazioni meccaniche sotto la fila), uno portante a 100 cm. da terra per sostenere il capo a frutto e due doppie coppie (distanziate circa 30 e 60 cm dal capo a frutto) per il condizionamento della parete vegetativa. 31

Fig.10: Schema di struttura portante di vigneto Fonte: A Guide to Growing Winegrapes in Australia II ediz. di Davidson La parete vegetativa inizia a svilupparsi a 100 cm dal suolo ed è mantenuta a 120/130 cm di altezza, con due successivi condizionamenti i cui tempi dipendono dalla varietà e dalla fase fenologica. Ogni qualvolta la vegetazione supera circa i 40 cm ad di sopra della struttura portante, è eliminata attraverso la cimatura meccanica (topping). In prevalenza sono utilizzati due sistemi di potatura, Cane pruning e Spur pruning. Il sistema di potatura cane pruning è adottato per le varietà con bassa fertilità delle gemme basali e per coltivazioni di tipo intensivo. Si tratta di un sistema di potatura assimilabile al nostro Guyot, ma di tipo bilaterale, in quanto ogni anno si provvede al rinnovo del capo a frutto. Fig.11: Schema di cane pruning con quattro capi a frutto Fonte: A Guide to Growing Winegrapes in Australia II ediz.di Davidson 32

Essendo un sistema difficilmente meccanizzabile prevale come sistema di potatura lo spur pruning che è il nostro cordone speronato, allevato anch esso in modo bilaterale. Il sistema di gestione del doppio cordone è quello tradizionalmente utilizzato nei vigneti più vecchi, destinati alla produzione di vini di alta qualità, allo scopo di riequilibrare la produzione che nella pianta con il tempo si riduce. I due sistemi di potatura possono essere tenuti in modo bilaterale semplice o doppio. Figg.12-13: Schema di spur pruning bilaterale semplice e doppio Fonte: A Guide to Growing Winegrapes in Australia II ediz.di Davidson Le operazioni colturali effettuate durante un ciclo produttivo sono costituite da superficiali scarificature (due-tre durante l anno), falciature periodiche delle infestanti nell interfila, con inizio nei mesi di ottobre-novembre, e controllo delle infestanti sulla fila con l uso di prodotti chimici, ed inoltre semina di leguminose nel mese di maggio per fornire al terreno azoto e sostanze organiche. Fig.14: Operazione di sfalcio nell interfilare Fonte: A Guide to Growing Winegrapes in Australia II ediz. di Davidson 33

La maggior parte delle operazioni colturali avvengono in genere meccanicamente, partendo dall operazione di scarificatura nella fase di impianto del vigneto, alla potatura, al controllo delle erbe infestanti sulla fila e nell interfila, al controllo delle patologie, alle concimazioni pre e post impianto, sino alla vendemmia. La raccolta, infatti, sin dal 1971 4, è effettuata meccanicamente fatta eccezione per alcuni vigneti destinati a realizzare vini di alta qualità, come ad esempio lo Xanadu Semillon realizzato con uve raccolte manualmente, che costituisce oggi per importanza il primo vino da varietà Semillon prodotto nella regione di Margaret River. La messa a dimora delle piante avviene generalmente in modo manuale, così come le operazioni di potatura verde (attuate nel mese di novembre lasciando due-tre germogli per ogni sperone). Il numero di irrigazioni e il volume di acqua da fornire al terreno sono gestiti tramite un accurato sistema di controllo, di cui quasi tutte le aziende sono dotate, che sonda a tre diverse profondità il livello di umidità. Questa operazione è eseguita contemporaneamente ad un controllo visivo del vigore della pianta. Figg.15-16: Sistema di controllo della percentuale di umidità del suolo e di alcuni elementi nutritivi (Azienda Arlewood) La zona che va più attenzionata è quella compresa tra zero e sessanta cm di profondità, area in cui si sviluppa l apparato radicale, che va mantenuta costantemente umida. Questo monitoraggio inizia generalmente i primi di novembre con controlli bisettimanali sino alla vendemmia; se la temperatura si alza notevolmente i controlli vengono effettuati giornalmente. 4 Vedi Evolution of the Modern Australian Wine Industry di Bryce RanKine pagg.22-23 34

L irrigazione generalmente non viene spinta oltre la seconda settimana prima della raccolta. La concimazione è effettuata in due periodi: - in inverno con le piante in fase di dormienza, interrando i concimi, e portando a livello il più possibile ottimale gli elementi nutritivi (in questo periodo sono utilizzati: azoto ammoniacale e nitrico, fosforo, potassio, magnesio, zolfo, rame, zingo, manganese), le cui quantità risultano essere variabili in base al risultato delle analisi e delle differenti varietà. - in estate, con le piante in piena attività vegetativa, si provvede dopo avere effettuato una seconda analisi, all apporto di elementi carenti con l ausilio della fertiirrigazione. Fig.17: Sistema per la gestione e il controllo della fertirrigazione (Azienda Briarose Estate) La regione di Margaret River è soggetta ad alcuni problemi fitosanitari causati da agenti fungini ed entomofagi: 1. Powdery Mildew Oidio - (fungo) 2. Downy Mildew Peronospera - (fungo) 3. Botrytis Cinerea Muffa grigia - (fungo) 4. Garden Weevil - (coleottero) Ogni quindici giorni, dal mese di ottobre fino alla vendemmia, sono effettuati trattamenti di copertura con zolfo ramato in soluzione bagnabile (3Kg/ha) per proteggere dagli attacchi fungini. Ed inoltre per combattere il coleottero si effettua un trattamento sul fusto con un insetticida. Si aggiungono ai problemi fitosanitari tre problematiche che affliggono la viticoltura in tutta la regione, il vento, gli uccelli ed i canguri. 35

Vista la posizione geografica infatti la regione, che si sviluppa lungo la costa oceanica, è battuta da forti venti che, nei vigneti siti sulle coste meridionali, rompono i germogli se la parete fogliare non è condizionata correttamente, e costringono i produttori a particolari accorgimenti per rendere la struttura più solida (per esempio la presenza del doppio palo in testata di legno). Inoltre la regione è popolata da una varietà di uccelli (Silverei) che sono ghiotti degli acini di uva maturi, il che costringe i produttori a dover sostenere un costo aggiuntivo per eseguire un operazione di copertura del vigneto prima dell invaiatura sino alla vendemmia. Fig.18: Esempio di sistema di copertura di vigneto I vigneti sono predisposti per questa operazione con la presenza di pali di legno lungo il filare, con un altezza superiore a quella dei pali rompitratta, per sostenere i teloni, che sono applicati meccanicamente con l ausilio degli operai che manualmente completano la stesura. L altra problematica, cioè la presenza dei canguri, animali originari dell Australia, è legata al fatto che questi marsupiali si spostano saltando e se entrano all interno dei vigneti possono rompere o danneggiare la struttura, e mangiare i germogli teneri delle piante, ciò rende utile aggiungere agli altri costi quello necessario per mettere in opera una recinzione attorno a tutto il vigneto. 36

2.4 Metodologie enologiche Una particolare caratteristica dell enologia australiana è la vinificazione delle uve provenienti da singoli appezzamenti di terreno, dando così risalto all elemento vigneto che a seconda della diversa zona trasferisce all uva e quindi al vino differenti impronte organolettiche. In Australia la cura delle uve è considerata fondamento per la qualità del vino, al punto che già nella fase di progettazione delle strutture si pone attenzione a realizzare sistemi che aggrediscano il meno possibile le qualità organolettiche del prodotto. A conferma di questo in tutte le cantine visitate le strutture sono realizzate, sfruttando il principio della gravità, su diversi livelli, utilizzando il meno possibile pompe per i trasferimenti del prodotto, in particolare dopo la fase di fermentazione. Figg.19-20: Fermentino (Azienda Flying Fish) 37

Questa fotografia illustra l importanza data all uso della gravità, infatti questa struttura era presente in tutte le cantine visitate. La struttura metallica sostiene una batteria di fermentini con base troncoconica, dotati di portella di scarico con meccanismo di apertura a fasi alterne, collegati a gruppi di due ad un unica uscita, al di sotto del quale viene posizionata la pressa alla fine della macerazione, consentendo uno svuotamento in tempi brevissimi degli stessi. Tutti i fermentini hanno una capacità massima di 30 tonnellate cadauno. Nella maggior parte delle cantine visitate erano presenti vinificatori orizzontali, rotativi, con la parte finale tronco conica, utilizzati per la macerazione dei rossi, che hanno la caratteristica di favorire un maggiore contatto delle bucce con il mosto. Fig.19: Vinificatori orizzontali, rotativi (Azienda Evans & Tate) Una pratica molto in uso è l aggiunta di ghiaccio secco (CO 2 ) ogni qualvolta si effettuano travasi, colmature o trasferimenti di vino, allo scopo di fare fuoriuscire l O 2 dal recipiente ed evitare alterazioni del prodotto. In Australia il contatto fra il vino e il legno non avviene esclusivamente attraverso il noto uso delle barriques, ma è consentito anche l utilizzo di chips (trucioli di legno) e di staves (doghe di legno). 38

Fig.20: Trucioli di legno. I tre sistemi di cessione di tannini del legno hanno costi ed usi differenti; l uso degli stessi dipende dall obiettivo enologico finale. I chips hanno un costo di AUD$10 al Kg e sono utilizzati per la produzione di vini commerciali; per i rossi vengono inseriti nella vasca durante la fermentazione o dopo la fermentazione per due settimane, nella quantità di 1gr/lt, per i bianchi 0,5 gr/lt solo durante la fase della fermentazione. Gli staves si immergono all interno delle vasche per 8-12 mesi effettuando periodicamente delle micro-ossigenazioni della massa, e sono utilizzati per la produzione di vini di fascia media (AUD$10-15). Le barriques sono utilizzate per i vini di alta qualità, vista la notevole incidenza di costo che hanno sul prodotto, dovuta al loro prezzo (che varia dai AUD$600 ai AUD$1200 a seconda della loro provenienza e della qualità del legno) e al più lungo periodo di permanenza del vino nelle stesse (anche fino a 24 mesi). Fig.21: Bariccaia (Azienda Vasse Felix). 39

A Margaret River, nella maggior parte dei casi, lo Chardonnay e il Semillon sono realizzati con l 85% di prodotto maturato in legno francese (il 50% in barriques di primo passaggio e il 50% di un anno) e per il 15% di vino in vasca; Il Sauvignon Blanc è realizzato con il 5-30% di vino maturato in legno francese (l 80% in barriques di un anno e il 20% di due anni); Il Cabernet e il Syrah sono realizzati con vino maturato in legno francese per l 80%, il 10% americano e il 10% ungherese (le botti sono per il 30% di primo passaggio, 30% di un anno, 30% di due anni e 10% di tre anni). 40

2.5 Sicurezza e sostenibilità Come evidenziato dalle foto, nelle aziende australiane si ha il massimo rispetto delle norme di sicurezza in tutti gli ambienti della cantina. Figg.22-23-24-25: Doccia di sicurezza in caso di contaminazione con materiali tossici; distributore di tappi per le orecchie da utilizzare durante l imbottigliamento; giubboni e caschi di sicurezza. Inoltre tutte le operazioni svolte in cantina sono eseguite in base a precise istruzioni operative e sono documentate dalla compilazione della relativa modulistica. 41

La cultura e la filosofia delle Australian Wine Industries è sempre stata quella di puntare verso l eccellenza del risparmio energetico e della customer satisfaction. Nel 1992 è stato stipulato un accordo fra il Governo australiano e le aziende, per portare avanti una strategia di sviluppo ecologico sostenibile, con l obiettivo di lasciare alle generazioni future un mondo più pulito e vivibile. Le aziende si sono poste come obiettivi il minimo uso delle risorse, la realizzazione di una minima quantità di rifiuti, la soddisfazione dei consumatori e della comunità nella quale sono inserite e una costante verifica della propria performance. Questa filosofia è fortemente radicata nella regione di Margaret River in cui prodotto, processo, qualità e sostenibilità oggi vivono in simbiosi; ma purtroppo non sempre è stato così. La regione di Margaret river è una delle destinazioni turistiche predilette, e una delle aree viticole più prolifiche dello stato. Sfortunatamente, questo sviluppo regionale e la sua associata popolarità è giunto a caro prezzo. Oggi la regione si impatta con le cicatrici di 150 anni di sviluppo, agricolo, industriale, residenziale e ricreativo. Questo significa che l ecologia dell area è degradata a livelli così bassi che sta destando preoccupazioni a tutta la comunità. Per salvaguardare l area e non aggravare le condizioni ambientali, è stata creata un associazione costituita da gruppi locali, che si sono posti l obiettivo di dar vita ad un piano di azione per la salvaguardia della regione. Il Gruppo Evans & Tate ha affiancato questa associazione nella realizzazione di numerosi progetti per la salvaguardia dell ambiente, con sostegni economici e con la realizzazione di un vino Shore-Haven, in vendita presso il Visitor Center di Margaret River. Parte del ricavato della vendita di questo vino sarà destinato direttamente al fondo Margaret River Action Plan. 5 5 Articolo The Margaret River Action Plan pubblicato sul mensile Scoop Traveller 42