THE INTERNATIONAL ASSOCIATION OF LIONS CLUBS



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COM. SOCI OBIETTIVO LIONS: PREVENIRE E CURARE LA LUDOPATIA Il Lions Club Pesaro Host ha dedicato un meeting al tema di studio distrettuale "Il gioco d'azzardo, non giochiamoci il futuro". Alla riunione - 40 partecipanti - erano presenti quali ospiti:, presidente di zona A della III Circoscrizione, il dottor Roberto Marinelli e la signora Ilaria, il leo Alessandro Pucci. Sono pervenuti i saluti del presidente della III Circoscrizione e del coordinatore della comunicazione Gianfranco De Gregorio. Il presidente Vincenzo Paccapelo ha rilevato la diffusione di questa dipendenza, con esiti talora drammatici, meritevole, pertanto, di essere accuratamente presa in esame, per cercare di opporvi rimedio. Saele Giberti, lion del Club di Faenza, responsabile in materia, ha presentato e commentato, in apertura, un breve cortometraggio, della durata di 14 minuti, del regista Cervelli - peraltro, individuato dal nostro Giorgio Ricci - che ha posto in evidenza, in termini duri, la deriva cui porta la ludopatia. L'oratore ha precisato che l'obiettivo dei Lions è di cercare di sensibilizzare la popolazione su questo tema, di collaborare con le Istituzioni pubbliche preposte ad arginare tale dilagante vizio. In Italia, nel 2000, si sono giocati 12 miliardi di euro che sono ascesi a 94 miliardi di euro, nel 2013, più 10 miliardi di euro relativi al mercato clandestino del gioco d'azzardo. Il gioco praticato per via on-line costituisce il 23% del fatturato mondiale. In Europa gli italiani sono nella graduatoria in testa come giocatori, con il 15% di fatturato. Rispetto al mondo, come percentuale di slot-machine, avendone 400.000, siamo secondi, dopo l Australia. Il gioco, nel nostro paese, rappresenta il 3,5% del PIL. I costi sostenuti dal gioco d'azzardo per la pubblicità televisiva figurano al terzo posto - escluso l'ambito alimentare - dopo le macchine e la telefonia. Sono a maggior rischio i giovani. Il nostro scopo è di sollevare la questione, di sensibilizzare la popolazione, non compete a noi la cura perché se una persona è ludopatica, vale a dire, in preda al gioco compulsivo, è necessario ricorrere all'intervento dei Servizi per le tossicodipendenze (Sert) ed all'opera dello psicologo. In Italia vi sono 16 milioni di giocatori, uno su quattro persone, 3 milioni sono giocatori abituali ed 1 milione è costituito da chi è preso in forma patologica dal gioco d'azzardo. Tutte le età sono coinvolte: giovani, adulti, anziani. Gli under 18, pur essendo loro vietato, riescono tramite on-line a giocare perché non esistono controlli. I Lions devono cercare di far opinione, di sensibilizzare gli studenti e gli insegnanti, effettuando incontri nelle scuole, così i cittadini, organizzando Convegni con specialisti del settore. È più difficile coinvolgere quelle persone di mezza età, con un titolo di studio medio basso che sono disoccupati o che al massimo hanno un lavoro a tempo determinato. C'è

COM. SOCI nei giocatori una prevalenza maschile e sono più vulnerabili in entrambi i sessi, coloro che sono single o separati o vedovi. Il giocatore parla spesso con gli amici del gioco, nega di giocare in famiglia, cui, però, sottrae denaro quando può, persiste nel tentativo di recuperare le perdite, impelagandosi sempre di più, rischia di perdere il lavoro se lo ha, di compromettere la propria carriera, d interrompere le relazioni sociali, è, in definitiva, un soggetto debole. In seno all ASL, il Sert è formato da psicologi ed infermieri che hanno il compito di fornire assistenza a questi soggetti. Dal 2013, il giocatore d'azzardo è stato inserito nell'ambito delle tossicodipendenze. Esistono sale da gioco che possono essere tenute aperte per 24 ore, se è presente uno psicologo, secondo una normativa che può ritenersi quanto mai discutibile. D'altro canto, i sindaci hanno facoltà di deliberarne la chiusura ad una certa ora. Dei citati 94 miliardi di euro, ben 14 miliardi di euro sono relativi ai videopoker ed alle slot machine. Solo su questi le Amministrazioni pubbliche hanno facoltà d intervenire perché per il 23% attinente alla via on-line, non si può far niente e tutto il resto è in mano alla Società per azioni italiana che si occupa della gestione di scommesse e di concorso a pronostici (Snai s.p.a) o ad una Società collegata ad essa, perciò, in sostanza, è in mano allo Stato che guadagna con il gioco circa 8 miliardi l'anno, ma, poi, ne spende 5-6 per curare i malati, pertanto l'utile è di circa 3 miliardi. Sara Mengucci, assessore alla solidarietà ed alle politiche sociali del Comune di Pesaro, ha precisato che con il decreto-legge numero 158 del 2012 la ludopatia è stata inserita nell'ambito dei livelli essenziali di assistenza (Lea). Questa malattia è divenuta a tutti gli effetti un intervento sul quale il sistema sanitario nazionale elabora strumenti, progetti e strategie. Considerata l'incidenza di oltre il 2% di questo fenomeno a livello nazionale, è importante sottolineare come non si tratti soltanto di un fenomeno sociale, ma di una vera e propria patologia che deve essere trattata dal punto di vista sanitario. Sono tante le relative situazioni con esito drammatico che si vanno manifestandosi, per cui è indispensabile intraprendere prima possibile un'azione preventiva. Si rende, pertanto, necessaria una politica di promozione e di prevenzione sociale, per eliminare o quantomeno ridurre l'azione terapeutica. Esiste un progetto dotato di un finanziamento regionale, di cui fanno parte gli ambiti sociali, le dipendenze patologiche, quattro cooperative che si sviluppa su due fasi. La prima è un'azione essenzialmente culturale, soprattutto di carattere preventivo, ma finalizzata a far proprio il consumo consapevole, l'etica della responsabilità e del commercio che si basa su alcuni step. Il primo è la ricerca della collaborazione con gli esercenti che sono disponibili a rinunciare ai profitti derivanti dal gioco e si aggregano a questo gruppo di studio e di concertazione. C è, poi, l'istituzione di un tavolo di lavoro, rivolto alla prevenzione ed alla ricerca di questi soggetti

COM. SOCI al fine di fare squadra. In base ad un protocollo operativo, si cerca di comprendere quali possano essere per gli esercenti che rinunciano a questi profitti ludici, gli incentivi a livello fiscale a loro favore e quale possa essere una promozione di questo consumo consapevole, di quest etica commerciale. La seconda azione è rappresentata da un percorso educativo. La ludopatia incide notevolmente sui giovani, quindi, è necessario intervenire nelle Scuole, in particolare, nelle seconde e nelle terze classi superiori. Si tratta di un progetto a livello provinciale di cui fanno parte tutti gli ambiti del territorio numero uno, comprensivo, pertanto, di Pesaro, Mombaroccio, Gradara, Gabicce, Valle Foglia, Monteciccardo, Montelabbate. Si effettuano incontri con gli operatori di prevenzione alla ludopatia, sono previsti pure degli eventi, due a Fano, uno a Pesaro ed uno in Urbino, intitolati "Fate il nostro gioco". Fra gli operatori vi saranno degli esperti matematici per far comprendere ai giovani, al fine di disincentivarli, che le probabilità di vincere sono pressoché nulle. Si punta sulla prevenzione culturale e sulla sensibilizzazione del pubblico. Questa dipendenza, piuttosto sminuita nell'opinione pubblica, non è considerata abitualmente una patologia che, invece, deve essere, in effetti, trattata. I fini sociali ed educativi devono essere simultanei. È da elogiare il Lions per quest iniziativa ed è totale la disponibilità dell'amministrazione pubblica pesarese a collaborare insieme in questa strategia di prevenzione. Roberto Drago, coordinatore d ambiti locali, ha ricordato che negli anni 80 ha lavorato nel campo delle dipendenze. Le persone trattate erano tossicodipendenti, in particolare, eroinomani. I giovani che non si riconoscevano nella società di allora, ambivano sentirsi diversi dagli altri, usando la droga. Negli anni 90, la situazione è cambiata. La sostanza usata è rimasta la medesima, ma si è diversificato lo scopo, non volevano sentirsi fuori, ma dentro la società, stare al passo con i ritmi del nuovo contesto culturale che facevano difficoltà a reggere. Negli anni 2000, si era verificato un nuovo cambiamento. L eroina causa di diffondersi dell AIDS è stata sostituita da sostanze sintetiche usate in precedenza, quali la cocaina, inoltre l'alcol con lo scopo di raggiungere dei traguardi, di migliorare le proprie prestazioni. Era il momento dell'uso del doping nello sport, del viagra nella sessualità. L'alcol, serviva per stare bene insieme e per divertirsi. Attualmente si assiste ad un ulteriore cambiamento, con le nuove dipendenze da Internet, lo shopping compulsivo, il gioco d'azzardo patologico, si hanno nuovi negativi comportamenti. Il mondo delle dipendenze è diventato sempre più normale. Mentre negli anni 80 era facile individuare e definire l anormale, oggi, si fa fatica a considerare questi comportamenti come patologici. Dietro ad essi c'è una grave sofferenza che deve essere trattata da specialisti, psicologi del Dipartimento delle dipendenze patologiche, da gruppi di aiuto. Si deve capire che il lavoro di prevenzione deve essere

COM. SOCI quotidiano. Ultimamente è solito andare nelle Scuole delle terze medie per capire meglio perché nascono qui le dipendenze dal gioco. Si deve rendere consapevoli i ragazzi dell'entusiasmo per la vita che noi adulti conduciamo. Questo è il primo segreto. I giovani vedono che gli adulti non hanno più entusiasmo per la vita, sentono i genitori vecchi che non traggono più piacere per quello che fanno. Si deve, invece, lasciare loro in eredità l'idea, che la vita vale la pena di essere profondamente vissuta perché ha un significato. Sono importanti le testimonianze. Dopo gli interventi di una decina di soci, in cui si sono toccati una serie di temi, dall'importanza dell'amore, allo sviluppo del sistema nervoso centrale, alla riappropriazione di valori, all'ascolto della coscienza, al bullismo, al branco in cui i giovani s inseriscono, alle qualità dello scoutismo, allo Stato che trae guadagni dal gioco d'azzardo, al chiedersi se hanno concretezza e modelli di riferimento i progetti in fieri, ulteriori delucidazioni sono state fornite dagli oratori. La ludopatia è un fenomeno piuttosto recente, quindi, non si può attingere dalle esperienze altrui. Siamo un po' dei pionieri. Si deve agire tenendo presente l'importanza che ha la collettività per evitare situazioni d isolamento, ci si deve avvalere del buon senso e del concetto di prevenzione culturale. È già positivo che si siano riuniti attorno ad un tavolo gli operatori, gli educatori, i tabaccai, i baristi, i rappresentanti delle grandi distribuzioni, i sindacati, che s incominci a riflettere ed ognuno porti la propria visione. Chi fa guadagni li espone e si vede se alcune azioni possono essere condivise. Se già si riuscisse, nel primo anno, ad effettuare una mappatura di quale sia la situazione nel nostro territorio ed a produrre dei protocolli d'intesa con il maggior numero di aderenti, sarebbe un passo avanti. Si deve provare e mediare, se si riuscisse ad evitare di inserire altre slot-machine negli esercizi commerciali sarebbe già un bel risultato. Nelle Scuole, oltre al citato incontro finale con i matematici, è stato ideato un gioco interattivo, della durata di due ore, in cui si sfidano due classi. Lo scopo è di far comprendere le differenze esistenti tra il gioco e il gioco d'azzardo che si differenziano perché solo nel primo esistono: la relazione, l'abilità, la capacità. I primi incontri effettuati hanno avuto buon esito. I gruppi, cui si uniscono i giovani sono importanti, ma oggi, non esistono più i gruppi tutti buoni da un lato e tutti cattivi dall'altro, non è più così, pure nei gruppi definiti buoni vi è qualche elemento deviante. Sta ai genitori fornire quel bagaglio di cultura necessaria ai figli in maniera che sappiano poi discernere in maniera corretta. La domanda che ci viene rivolta è perché in una vita così breve quale abbiamo, non si debba godere fino in fondo. Il gioco d'azzardo è puro godimento. Si deve saper dire di no, ma si deve pure spiegarne il motivo. I figli, oggi, sono troppo amati, compito dei genitori è di amare i propri figli, facendo, però, percepire loro la necessità del limite. La vita deve essere goduta, ma il piacere non è

immediato. I figli devono compiere un percorso che li fa sentire loro stessi. Il presidente di Zona A ha elogiato il nostro Club per quest'iniziativa e si è complimentato con gli oratori. Abitualmente i genitori, i nonni cercano di dare insegnamenti ai figli ed ai nipoti, talora impongono che sia fatto qualcosa e forse si è poco pazienti nell'ascoltare a sufficienza i loro pensieri e le loro ragioni. Si è augurato che ognuno dei presenti possa dare il proprio contributo per affrontare questo specifico obiettivo. Il presidente Paccapelo nelle sue conclusioni, ha ravvisato che non ci si deve limitare ad agire sui giovani, occorre, altresì, intervenire sugli adulti, in particolare, sui disoccupati che più facilmente possono essere irretiti nel gioco d'azzardo e pure per affrontare questa sfida, i Lions sono chiamati ad impegnarsi in un'attività sussidiaria, collaborando con le Istituzioni pubbliche locali. COM. SOCI