INDICE 7.1 7.2 8.1 8.1.1 8.1.2 8.2 8.2.1 8.2.2 8.3 8.3.1 8.3.1 a 8.3.1 b 8.3.2 8.3.2 a 8.3.2 b 8.4 8.4.1 8.4.1 a 8.4.1 b



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INDICE 1. PREMESSA pag. 4 2. OBIETTIVI.. pag. 4 3. DEFINIZIONI. pag. 5 4. CAMPO DI APPLICAZIONE. pag. 6 5. RISORSE UMANE E RESPONSABILITÀ.. pag. 6 6. STRUMENTI PER ENDOSCOPIA pag. 7 7. AREE STRUTTURALI. pag. 7 7.1 Sala endoscopica pag. 7 7.2 Locali per il ricondizionamento. pag. 8 8. FASI PER IL RICONDIZIONAMENTO DEGLI STRUMENTI ENDOSCOPICI..pag. 8 8.1 Disconnessione e decontaminazione.. pag. 9 8.1.1 Descrizione della procedura... pag. 9 8.1.2 Materiale occorrente. pag.11 8.2 Lavaggio pag.11 8.2.1 Lavaggio manuale. pag.11 8.2.2 Materiale occorrente..pag.12 8.3 Disinfezione di alto livello pag.13 8.3.1 Disinfezione manuale di alto livello con glutaraldeide (GTA) al 2% o ortoftalaldeide 0,55% pag.13 8.3.1 a Descrizione della procedura.. pag.14 8.3.1 b Stoccaggio pag.15 8.3.2 Lavaggio/disinfezione ad alto livello meccanica (con macchina lavaendoscopi). pag.15 8.3.2 a Descrizione della procedura..pag.15 8.3.2 b Stoccaggio pag.16 8.4 Sterilizzazione...pag.17 8.4.1 Sterilizzazione con acido peracetico pag.17 8.4.1 a Descrizione della procedura...pag.17 8.4.1 b Stoccaggio.. pag.18 2

8.4.2 Sterilizzazione con vapore saturo sotto pressione.pag.19 8.4.2 a Descrizione della procedura.pag.19 8.4.2 b Stoccaggio e durata della sterilità..pag.20 8.4.3 Sterilizzazione con ossido di etilene (Et.O.)..pag.21 8.4.3 a Descrizione della procedura..pag.21 8.4.3 b Stoccaggio e durata della sterilità.. pag.21 9. SCELTA DEL METODO PER IL TRATTAMENTO DEGLI ENDOSCOPI PRESSO L AZIENDA OSPEDALIERA S.CAMILLO-FORLANINI.pag.22 10. CONTROLLI pag.23 10.1 Disinfezione alto livello.. pag.23 10.2 Sterilizzazione acido peracetico in lavaendoscopi..pag.23 10.3 Sterilizzazione vapore. pag.26 10.4 Sterilizzazione Et.O... pag.27 11. TENUTA DELLA DOCUMENTAZIONE. pag.28 11.1 Registrazione degli interventi pag.28 11.2 Conservazione della documentazione pag.28 12. BIBLIOGRAFIA pag.29 3

1. PREMESSA Negli anni le procedure endoscopiche e microinvasive hanno registrato un progressivo incremento in termini di numero e di complessità, con l inserimento delle tecniche endoscopiche in settori come la chirurgia e branche specialistiche come l urologia, l ortopedia e l otorinolaringoiatria. Gli strumenti e le attrezzature per lo più riutilizzabili e gli accessori quando multiuso, pongono all Igiene Ospedaliera molteplici e variate problematiche di sicurezza sia per il paziente che per l operatore sanitario. I principali rischi che si evidenziano sono di tipo infettivo, di tipo chimico e di tipo elettrico a tutela dei quali risulta ineludibile l esplicazione di modalità operative integrate e condivise tra gli operatori che intervengono a vario titolo sul ciclo di ricondizionamento degli strumenti dopo l uso. 2. OBIETTIVI OBIETTIVI GENERALI - Prevenire l insorgenza di infezioni ospedaliere. - Standardizzare la corretta modalità di esecuzione delle procedure di disinfezione e sterilizzazione. - Condividere tra operatori sanitari la corretta modalità di esecuzione delle procedure di disinfezione e sterilizzazione. - Garantire la disinfezione ad alto livello / sterilizzazione degli strumenti. OBIETTIVO SPECIFICO Allontanare i microrganismi presenti sullo strumento in tempi stretti ed adeguati, mediante l uso di sostanze chimiche e/o metodi fisici, utilizzando regole di comprovata efficacia, integrate tra i vari professionisti e condivise tra i medesimi. 4

3. DEFINIZIONI Decontaminazione: rimozione della maggior parte dei microrganismi presenti sugli oggetti, superfici, ecc. mediante l uso di soluzione disinfettante, da effettuare prima di procedere alle operazioni di detersione. Detersione: rimozione accurata, manuale o mediante apparecchiature, del materiale organico e dei germi, tramite l uso di acqua, azione meccanica e sostanze tensioattive e/o enzimatiche. Disinfezione: eliminazione dagli oggetti inanimati di molti, o tutti i microrganismi patogeni ad eccezione delle spore. E distinta in alto, medio e basso livello 1. Alto livello: inattivazione di tutti i batteri, i virus; inattiva solo un numero limitato di spore. 2. Medio livello: inattivazione di forme vegetative di tutti i batteri, della gran parte dei virus e dei funghi, il micobatterio tubercolare, ma non le spore. 3. Basso livello: inattivazione della maggioranza di batteri, alcuni virus e funghi ma non i micobatteri e le spore. Sterilizzazione: si intende il processo di completa eliminazione di tutte le forme di vita microbica e di tutte le spore. Sterilità: condizione in cui la sopravvivenza di un microrganismo è altamente improbabile (probabilità teorica della presenza di un microrganismo vitale sul dispositivo stesso uguale a minore di 1X 10 6 UNI EN 556). Sterilizzato: oggetto sottoposto all azione di un agente sterilizzante. Sterile: oggetto sottoposto all azione di un agente sterilizzante e mantenuto sterile fino al momento del suo impiego. 5

4. CAMPO DI APPLICAZIONE Tutte le aree assistenziali dove viene eseguita attività di endoscopia a scopo diagnostico e/o terapeutico. MICROORGANISMI (in ordine di crescente ingravescenza-indicativo) Virus intermedi o lipofilici (HIV, HBV, HCV, Herpes) Batteri in forma vegetativa Funghi Virus piccoli o non lipofilici (poliovirus) Micobatteri (terrae, tubercolosis) Spore batteriche e fungine 5. RISORSE UMANE E RESPONSABILITA Le responsabilità nell ambito delle rispettive funzioni professionali sono attribuite al personale infermieristico e al medico utilizzatore. L infermiere ha la responsabilità dell esecuzione di decontaminazione, pulizia e disinfezione delle attrezzature. Il Coordinatore Infermieristico dell unità operativa ha responsabilità della verifica sulla corretta applicazione della procedura. Il medico che utilizza l endoscopio, prima dell esecuzione dell esame è tenuto a controllare che lo strumento sia visibilmente trattato e/o confezionato. ATTIVITA Disconnessione e decontaminazione Lavaggio Disinfezione manuale Trattamento con lavaendoscopi Stoccaggio Verifica corretta applicazione procedura Riutilizzo endoscopio Infermiere R R R R R Coordinatore Infermieristico R Medico R 6

6. STRUMENTI PER ENDOSCOPIA Gli strumenti endoscopici utilizzati in Azienda sono i seguenti: Fibroendoscopi flessibili Endoscopi rigidi Laparoscopi Fibrolaringoscopi Classificazione secondo E.H. Spaulding (1968) CRITICO SEMICRITICO Trattasi di oggetti o strumenti che vengono introdotti in tessuti, lumi o cavità dell organismo normalmente sterili (es.: strumentario chirurgico, cateteri, artroscopi, laparoscopi, ecc.) DEVE ESSERE EFFETTUATA LA STERILIZZAZIONE Trattasi di oggetti e strumenti che entrano in contatto con mucose integre non sterili, non interrompendo la continuità (es.: gastroscopio, rettoscopio, coloscopio,ecc.) PUÒ ESSERE SUFFICIENTE UNA DISINFEZIONE DI ALTO LIVELLO Laparoscopi Laringoscopio Tutti gli endoscopi se usati sul campo operatorio Pinze bioptiche Broncoscopio Gastroscopio Cistoscopio Sonda trans-esofagea N.B.: uno strumento semicritico può divenire critico se il paziente è esso stesso critico 7. 7. AREE STRUTTURALI 7.1. SALA ENDOSCOPICA Trattasi dell area in cui viene effettuato l esame endoscopico. Le superfici utilizzate (ripiani e lettino endoscopico) devono essere pulite e disinfettate tra un esame e l altro. La sanificazione deve essere effettuata con acqua e detergente. La disinfezione deve essere effettuata con ipoclorito di sodio o polifenoli. 7

E necessario ridurre al minino la presenza di persone nelle sale endoscopiche al fine di ottenere un reale ed efficace abbassamento della carica microbica ambientale. 7.2 LOCALI PER IL RICONDIZIONAMENTO La zona in cui si conduce il ricondizionamento dello strumento endoscopico deve essere diversa da quella in cui si effettua l esame endoscopico stesso e dal deposito materiali. L area in cui si conduce il trattamento di ricondizionamento deve essere rigorosamente distinta in una zona sporca (decontaminazione e lavaggio dello strumento) ed una zona pulita (disinfezione e/o sterilizzazione dello strumento). 8. FASI PER IL RICONDIZIONAMENTO DEGLI STRUMENTI ENDOSCOPICI a) Disconnessione dello strumento b) Controllo dello strumento c) Decontaminazione d) Smontaggio dello strumento e) Pulizia e risciacquo f) Disinfezione con GTA o sterilizzazione con acido peracetico g) Asciugatura h) Confezionamento i) Stoccaggio Altre metodiche che possono essere utilizzate per la sterilizzazione degli endoscopi sono: Vapore saturo sotto pressione Ossido di etilene (Et.O.) queste permettono il mantenimento della sterilità ottenuta grazie ad un accurata asciugatura e un idoneo confezionamento effettuato prima di subire il processo di sterilizzazione. 8

8.1 DISCONNESSIONE E DECONTAMINAZIONE La decontaminazione è una misura di sicurezza di tipo collettivo e deve essere effettuata prima del lavaggio mediante immersione in idoneo mezzo come previsto dal D.Lgs n.626/94 e ancor prima in base al Decreto del Ministero della Sanità del 28 settembre 1990, art. 2 che stabiliva: I presidi riutilizzabili devono, dopo l uso, essere immediatamente immersi in un disinfettante chimico di riconosciuta efficacia sull HIV prima delle operazioni di smontaggio o pulizia da effettuare come preparazione per la sterilizzazione. 8.1.1 Descrizione della procedura 1. Indossare i dispositivi di protezione individuale. 2. Immediatamente dopo l esecuzione dell esame endoscopico, quando lo strumento è ancora collegato alla torre endoscopica, al fine di rimuovere i residui organici dai canali bioptici dello strumento, procedere al lavaggio mediante aspirazione e insufflazione di acqua e detergente enzimatico. 3. Staccare lo strumento dalla torre endoscopica, decontaminare esternamente lo strumento con una garza imbibita di alcool a 70. 4. Trasportare lo strumento ed il materiale multiuso correlato dall area di utilizzo all area di trattamento (area sporca) con l ausilio di contenitori in modo tale da evitare l eventuale contatto con personale o dell ambiente circostante. 5. Separare immediatamente le parti riutilizzabili dai presidi monouso subito dopo l esecuzione dell esame/intervento. Le parti monouso verranno immediatamente allontanate nei contenitori dei rifiuti sanitari pericolosi a rischio infettivo. 6. Controllare lo strumento: prima di effettuare la pulizia dell endoscopio verificare, mediante ispezione visiva, che non abbia subito danni durante l utilizzo e procedere al test di tenuta se lo strumento deve essere avviato a disinfezione di alto livello manuale o meccanica quando la lavaendoscopi non prevede tale test. In caso di 9

rottura, lesione o malfunzionamento di qualche componente dello strumento, inviarlo in riparazione. 7. Immergere gli strumenti in una soluzione disinfettante a base di polifenoli alla concentrazione di 0,4% per 30 minuti oppure di 1% per 10 minuti. La soluzione deve essere allestita al momento dell utilizzo, onde evitare contaminazioni. 8. Rimuovere le valvole di aspirazione, insufflazione e del canale bioptico, inserire i vari adattatori previsti dalla casa costruttrice ed irrorare con il disinfettante i canali operativi e non. 9. Risciacquare con acqua corrente ed avviare al lavaggio / disinfezione / sterilizzazione. N.B. 1. E tassativo che materiali le cui caratteristiche tecniche impongono uno smontaggio o manipolazione, debbano essere sottoposti a decontaminazione chimica manuale prima di qualsiasi manipolazione. 2. Gli strumenti vanno trattati tempestivamente dopo l uso in quanto se vengono lasciati asciutti per un lungo periodo, i residui possono seccarsi nello strumento determinando incrostazioni fino all occlusione del lume e danno agli strumenti stessi. 3. Se gli strumenti vengono lasciati immersi in liquidi per un lungo periodo, le guarnizioni dello strumento possono deteriorarsi. 4. Gli strumenti non vanno mai immersi in soluzione fisiologica. 5. Gli strumenti devono essere avviati al lavaggio entro e non oltre un ora dalla decontaminazione. 6. Il lavaggio deve sempre essere effettuato con acqua fredda. 10

8.1.2 MATERIALE OCCORRENTE DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE o Guanti monouso in gomma o Camice o Mascherina con visiera o Occhiali protettivi o Grembiule impermeabile DETERGENTI E DISINFETTANTI o Detergente enzimatico o Alcool a 70 o Soluzione a base di polifenoli ALTRI MATERIALI o Telini sterili e materiali di consumo o Contenitori rifiuti sanitari pericolosi a rischio infettivo 8.2 LAVAGGIO Il lavaggio ha lo scopo di rimuovere i residui di sostanze organiche e inorganiche ed i microrganismi. Il risultato di una buona azione di detersione porta ad una riduzione quali-quantitativa della contaminazione microbica (bioburden), che è il prerequisito per il successo della disinfezione e della sterilizzazione dello strumento. 8.2.1 Lavaggio manuale 1. Indossare i dispositivi di protezione individuale. 2. Immergere per il tempo previsto tutte le parti smontate in una soluzione detergente a base enzimatica rispettando rigorosamente le indicazioni del fabbricante relative a concentrazione, temperatura e tempo d azione. 3. Pulire il canale bioptico con specifico scovolino passando per tre volte all interno e pulendo ogni volta lo scovolino prima di reinserirlo nel canale. 4. Irrorare i canali con acqua e detergente enzimatico utilizzando una siringa da 50cc adeguata per garantire un buon flusso per 10 15 secondi, ciò al fine di eliminare eventuali residui biologici refluiti all interno; se disponibile, collegare l eventuale raccordo ad Y fornito dalla casa 11

produttrice (ricordare che questo è multiuso e deve essere trattato come l endoscopio). 5. Spazzolare puntale e sbocco dei canali. 6. Qualora si rendesse necessario, per pulire le cavità, utilizzare una pistola apposita, spazzole e filo metallico. 7. Detergere ogni valvola; 8. Passare con una garza imbevuta di detergente enzimatico sullo strumento nella sua parte esterna; 9. Eseguire le precedenti manovre, fino a che i residui siano stati completamente rimossi. 10. Risciacquare tutti i canali, l endoscopio, le valvole ed ogni parte smontabile dello strumento con abbondante acqua corrente per rimuovere ogni traccia di detergente come descritto al punto 4. 11. Utilizzare per le operazioni di risciacquo l acqua deionizzata (distillata) ogniqualvolta la casa produttrice dello strumento lo raccomandi. 12. Lasciare sgocciolare tutti i componenti onde evitare diluizioni successive del disinfettante. 13. Pulire impugnatura e manopole non immergibili con alcool 70 ed asciugare con un panno. 8.2.2 MATERIALE OCCORRENTE DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE o Guanti monouso in gomma o Camice o Mascherina con visiera o Occhiali protettivi o Grembiule impermeabile DETERGENTI E DISINFETTANTI o Detergente enzimatico o Alcool a 70 ALTRI MATERIALI o Scovolino e raccordo dei canali operativi o Telini puliti e materiali di consumo 12

8.3 DISINFEZIONE DI ALTO LIVELLO La disinfezione di alto livello è il processo minimo richiesto per gli strumenti semicritici. Garantisce la possibilità di riutilizzo dello strumento in tempi stretti. Può essere compiuta preferibilmente utilizzando il disinfettante con macchine lavaendoscopi automatiche, oppure anche manualmente mediante immersione degli strumenti in un recipiente ampio contenente una soluzione disinfettante idonea. La disinfezione di alto livello in Azienda viene effettuata con GTA alcalina. Il ciclo di disinfezione dello strumento può avvenire con metodo: a) manuale; b) meccanico. 8.3.1 Disinfezione manuale di alto livello con glutaraldeide (GTA) al 2% o ortoftalaldeide 0,55% La procedura di disinfezione manuale con GTA al 2% o ortoftalaldeide allo 0,55%, deve essere eseguita sotto cappa chimica aspirante dotata di filtri, dopo aver effettuato la decontaminazione e la pulizia dell endoscopio come sopra descritto. La GTA prima dell utilizzo deve essere attivata, tramite l aggiunta di un tampone e di un tensioattivo per raggiungere un ph di 7.5-8.5.; la soluzione rimarrà stabile per circa 14 giorni, (al termine di tale periodo deve essere smaltita considerandola un rifiuto tossico). La ortoftaraldeide allo 0,55% non richiede attivazione e la soluzione è pronta all uso; la soluzione, una volta posta nella vasca di lavaggio, può essere utilizzata per 14 giorni. 13

8.3.1 a Descrizione della procedura 1. Indossare i dispositivi di protezione individuale: facciale filtrante dotato di filtro al carbone attivo, che sia di classe almeno FFP1, (conforme al 89/686/CEE secondo il DL.vo 475/1992) occhiali protettivi con ripari laterali, visiera facciale trasparente, guanti monouso in vinile (o doppio paio in lattice), camice idrorepellente, grembiule impermeabile, cuffia, calzature chiuse e soprascarpe. 2. Immergere l endoscopio, le valvole, gli accessori, in una soluzione di GTA alcalina attivata al 2% o ortoftalaldeide allo 0,55%. Lo strumento deve essere posto in posizione inclinata in modo che le bolle di aria, presenti nelle cavità, fuoriescano per garantire un trattamento su tutta la superficie. 3. Riempire con la soluzione disinfettante i canali operativi. 4. Chiudere il recipiente con coperchio a tenuta e lasciare immersi gli strumenti per un tempo minimo di immersione di 20 minuti per l inattivazione di tutte le forme vegetative. Per quanto riguarda il broncoscopio è necessario un tempo minimo di immersione di 30 minuti al fine di inattivare il Mycobacterium tubercolosis. Al termine del tempo di immersione 1. Indossare guanti sterili 2. Risciacquare abbondantemente ed accuratamente con soluzione sterile, sia le parti esterne che i canali operativi, sia le valvole, sia gli accessori; 3. Asciugare i canali interni irrigandoli con alcool 70 aspirare o insufflare aria compressa, tamponare l endoscopio esternamente con una garza o un telino sterili che non lasci residui di fibre. L asciugatura con alcool ed aria compressa deve essere praticata dopo l impiego su ciascun paziente al fine di evitare la proliferazione di microrganismi nei canali dell endoscopio. 4. Rimontare l endoscopio utilizzando telini sterili per non contaminare lo strumento e procedere al riutilizzo o allo stoccaggio. 14

8.3.1 b Stoccaggio Se l endoscopio non viene immediatamente riutilizzato è necessario procedere alla corretta conservazione dello strumento negli appositi armadi, in posizione verticale, dopo aver provveduto all instillazione di alcool a 70 nei canali interni. In caso di impossibilità di riporlo nell apposito armadio, confezionare lo strumento avvolgendolo in un telino sterile, inserendolo in una busta chiusa e riporlo all interno di un armadio chiuso. In caso di trasporto per utilizzo in altra unità operativa lo strumento deve essere avvolto in telino sterile, inserito in una doppia busta e poi riposto nella apposita valigia. Dopo l utilizzo lo strumento sporco va inserito nella stessa busta usata per il trasporto iniziale, posizionato nella valigia e trasportato fino all area per il trattamento degli endoscopi. 8.3.2 Lavaggio/disinfezione ad alto livello meccanica (con macchina lavaendoscopi) In azienda esistono macchine lavaendoscopi che utilizzano GTA per la disinfezione di alto livello. 8.3.2 a Descrizione della procedura Da eseguire solo dopo aver effettuato la decontaminazione dell endoscopio come descritto al punto 8.1. 1. Indossare i dispositivi di protezione individuale 2. Utilizzare solo disinfettanti appositamente indicati dal produttore della macchina lavaendoscopi e compatibili con gli strumenti endoscopici. 3. Posizionare lo strumento nell apposito cestello/vaschetta. Raccordare i canali operativi alla macchina lavaendoscopi secondo le istruzioni riportate nel manuale d uso. 4. Mettere nel cestello gli accessori e le valvole. 15

5. Assicurarsi che tutti gli strumenti siano ben fissati alla vaschetta, che non si tocchino l uno con l altro, che sia favorito il risciacquo. 6. Aprire i morsi degli strumenti manuali. 7. Scegliere, ove la macchina lo consenta, un programma ottimizzato per il trattamento degli endoscopi ricordando di non utilizzare temperature alte per il ciclo di prelavaggio e lavaggio poiché le alte temperature causano una denaturazione delle proteine e dei residui, che inibiscono la pulizia effettiva. 8. Se la macchina lo prevede procedere sempre al ciclo di asciugatura. Al termine del ciclo di trattamento 1. Indossare guanti sterili 2. Asciugare (se la macchina non prevede il ciclo di asciugatura) i canali interni irrigandoli con alcool 70 aspirare o insufflare aria compressa, tamponare l endoscopio esternamente con una garza o un telino sterile che non lasci residui di fibre. L asciugatura con aria compressa deve essere praticata dopo il trattamento dello strumento per ciascun paziente al fine di evitare la proliferazione di microrganismi nei canali dell endoscopio. 3. Rimontare l endoscopio utilizzando telini sterili per non contaminare lo strumento e procedere al riutilizzo o allo stoccaggio. 8.3.2 b Stoccaggio Se l endoscopio non viene immediatamente riutilizzato è necessario procedere alla corretta conservazione dello strumento negli appositi armadi, in posizione verticale, dopo aver provveduto all instillazione di alcool a 70 nei canali interni. In caso di impossibilità di riporlo nell apposito armadio, confezionare lo strumento avvolgendolo in un telino sterile, inserendolo in una busta chiusa e riporlo all interno di un armadio chiuso. In caso di trasporto per utilizzo in altra unità operativa lo strumento deve essere avvolto in telino sterile, inserito in una doppia busta e poi riposto nella apposita valigia. Dopo l utilizzo lo strumento sporco va inserito nella stessa 16

busta usata per il trasporto iniziale, posizionato nella valigia e trasportato fino all area per il trattamento degli endoscopi. 8.4 STERILIZZAZIONE Un processo di sterilizzazione deve essere obbligatoriamente eseguito per gli strumenti considerati critici (es.: pinze bioptiche, valvole e laparoscopi), ed è consigliabile anche per gli strumenti semicritici. In Azienda per gli endoscopi si utilizzano i seguenti metodi di sterilizzazione: a) acido peracetico; b) vapore saturo sotto pressione; c) ossido di etilene. 8.4.1 Sterilizzazione con acido peracetico E un sistema automatico che si avvale necessariamente di una macchina lavaendoscopi e che utilizza una miscela tamponata di acido peracetico a temperature di esercizio comprese tra 50 C e 55 C. Garantisce la possibilità di riutilizzo dello strumento in tempi stretti. In Azienda esistono diverse macchine lavaendoscopi che utilizzano questo mezzo di sterilizzazione; nella gestione del sistema è necessario attenersi scrupolosamente a quanto indicato dal fabbricante. 8.4.1 a Descrizione della procedura Da eseguire solo dopo aver effettuato la decontaminazione dell endoscopio come descritto al punto 8.1. 1. Indossare i dispositivi di protezione individuale con particolare attenzione per i dispositivi per la protezione degli occhi. 2. Utilizzare solo disinfettanti appositamente indicati dal produttore della macchina lavaendoscopi e compatibili con gli strumenti endoscopici. 17

3. Posizionare lo strumento nell apposito cestello/vaschetta. Raccordare i canali operativi alla macchina lavaendoscopi secondo le istruzioni riportate nel manuale d uso. 4. Mettere nel cestello gli accessori e le valvole. 5. Assicurarsi che gli strumenti siano ben fissati alla vaschetta. 6. Scegliere un programma ottimizzato per il trattamento degli endoscopi ricordando di non utilizzare temperature alte per il ciclo di prelavaggio e lavaggio poiché le alte temperature causano una denaturazione delle proteine e dei residui, che inibiscono la pulizia effettiva. Se la macchina lo prevede procedere sempre al ciclo di asciugatura. Al termine del ciclo di trattamento 1. Indossare guanti sterili. 2. Asciugare (se la macchina non prevede il ciclo di asciugatura) i canali interni irrigandoli con alcool 70 aspirare o insufflare aria compressa, tamponare l endoscopio esternamente con una garza o un telino sterili che non lasci residui di fibre. L asciugatura con aria compressa deve essere praticata dopo il trattamento dello strumento per ciascun paziente al fine di evitare la proliferazione di microrganismi nei canali dell endoscopio. 3. Rimontare l endoscopio utilizzando telini sterili per non contaminare lo strumento e procedere al riutilizzo o allo stoccaggio. 8.4.1 b Stoccaggio Lo strumento trattato con questa metodica raggiunge il requisito di sterilità, ma non lo conserva nel tempo. Se l endoscopio non viene immediatamente riutilizzato è necessario procedere alla corretta conservazione dello strumento negli appositi armadi, in posizione verticale, dopo aver provveduto all instillazione di alcool a 70 nei canali interni. 18

In caso di impossibilità di riporlo nell apposito armadio, confezionare lo strumento avvolgendolo in un telino sterile, inserendolo in una busta chiusa e riporlo all interno di un armadio chiuso. In caso di trasporto per utilizzo in altra unità operativa lo strumento deve essere avvolto in telino sterile, inserito in una doppia busta e poi riposto nella apposita valigia. Dopo l utilizzo lo strumento sporco va inserito nella stessa busta usata per il trasporto iniziale, posizionato nella valigia e trasportato fino all area per il trattamento degli endoscopi. 8.4.2 Sterilizzazione con vapore saturo sotto pressione Questo metodo di sterilizzazione, che utilizza il vapore saturo sotto pressione (alle temperature di esercizio di 121 o 134 C), è considerato il metodo di elezione per tutti gli strumenti e gli accessori costruiti in modo da non venire danneggiati dal calore e dall umidità (es.: broncoscopio rigido, laparoscopio, strumenti per toracoscopia, pinze bioptiche). Non possono essere trattati con questo metodo gli strumenti costituiti da materiale termolabile. Ha il vantaggio della efficacia, rapidità, facilità, atossicità e basso costo; deve essere sempre utilizzato quando è possibile. 8.4.2.a Descrizione della procedura 1. Decontaminare l endoscopio procedendo come descritto al punto 8.1 2. Lavare l endoscopio procedendo come descritto al punto 8.2. 3. Asciugare i canali interni, aspirando o insufflando aria e tamponare l endoscopio esternamente con una garza o un telino sterili che non lasci residui di fibre. L asciugatura è una fase fondamentale poiché residui di acqua o umidità sullo strumentario possono compromettere l azione dell agente sterilizzante. 4. Rimontare l endoscopio utilizzando telini sterili per non contaminare lo strumento. Confezionamento 19

Il corretto confezionamento dell endoscopio è indispensabile per mantenere il requisito di sterilità, oltre a permettere una buona penetrazione dell agente sterilizzante. Le eventuali parti acuminate devono essere sempre protette per evitare che l integrità della confezione venga alterata invalidando il requisito di sterilità. I materiali più comunemente usati per il confezionamento sono: fogli in carta fogli in TNT (tessuto non tessuto) o polipropilene accoppiato carta polipropilene containers con filtri a valvola. Tutte le confezioni in polipropilene devono essere chiuse mediante termosaldatura, elemento fondamentale che impedisce la contaminazione e che garantisce il mantenimento del requisito di sterilità nel tempo. I dati relativi alla data di confezionamento e alla unità operativa di provenienza non devono essere scritte direttamente sul pacco con penna ad inchiostro, ma impostati e stampati dalla termosaldatrice stessa o apposti su etichetta adesiva. 8.4.2.b Stoccaggio e durata della sterilità L endoscopio sterile deve essere conservato in ambienti chiusi e puliti, il cui accesso deve essere limitato a poche persone, il locale adibito a deposito non deve essere in una zona di passaggio continuo o contiguo a locali sporchi. Il deposito in armadi chiusi è da considerarsi il più idoneo per la protezione da polveri e fonti di luce e di calore. Le mani degli operatori che manipolano confezioni sterili devono essere pulite e asciutte. Le confezioni venute a contatto con materiale sporco, cadute a terra, accidentalmente bagnate o lacerate devono essere considerate non sterili e nuovamente sottoposte a ciclo di sterilizzazione. La durata della sterilità dipende da due variabili essenziali: corretto confezionamento 20

adeguata conservazione in appositi spazi; quando queste vengono rispettate, la durata varia secondo il tipo di confezionamento effettuato (vedi tabella). Tipologia confezionamento Durata della sterilità 1 Fogli in carta 28 30 gg se ben conservati 2 Fogli in TNT/polipropilene 30 gg se ben conservati 3 Accoppiato carta polipropilene 30 gg in busta singola 60 gg in busta doppia 4 Containers a filtri o a valvole 30 gg se ben conservati 8.4.3 Sterilizzazione con ossido di etilene (Et.O.) E un sistema che si avvale di autoclavi a gas Et.O.; data l infiammabilità ed esplosività del gas, le autoclavi utilizzate in questo tipo di sterilizzazione devono essere installate in locali adibiti esclusivamente a tale impiego, l utilizzo è regolamentato dalla Circolare Ministero della Sanità n.56/1983 e riservato ad operatori in possesso di specifica abilitazione,. In questa Azienda la sterilizzazione ad Et.O. è stata affidata a ditta appaltatrice. L indicazione di questo tipo di sterilizzazione è rappresentata dalla possibilità di sterilizzare materiali termolabili; è necessario considerare sempre che il tempo medio di riconsegna dello strumento è di 48 ore dal momento dell invio. 8.4.3.a Descrizione della procedura Procedere come descritto al punto 8.4.2.a 8.4.3.b Stoccaggio e durata della sterilità Procedere come descritto al punto 8.4.2.b 21

9. SCELTA del METODO per il trattamento degli endoscopi presso l Azienda S.Camillo-Forlanini STRUMENTO Broncoscopio Gastroscopio Cistoscopio METODO DA UTILIZZARE Disinfezione alto livello Sterilizzazione GTA Ac. Peracetico 30 minuti GTA 20 minuti GTA 20 minuti Et.O. Ac. Peracetico Et.O. Ac. Peracetico Et.O. Artroscopio NO Vapore s.s.p. Isteroscopio NO Ac. Peracetico Et.O. Laparoscopio NO Vapore s.s.p. Et.O. Fibrolaringoscopio NO Ac. Peracetico Et.O Laringoscopio NO Vapore s.s.p. Et.O. Ogni endoscopio Vapore s.s.p. utilizzato nel NO Et.O. campo operatorio Leggenda GTA: glutaraldeide Et.O.: ossido di etilene s.s.p.: saturo sotto pressione (autoclave a vapore) 22