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Fabio La Fauci e Daniele Sigalot Testo critico Alessandro Riva Mostra a cura di Marco Mottolese Coordinamento mostra Ufficio stampa Officina14 Manuela Cuccuru Design catalogo Really mean Corporation Photocolors Alpha Laugh Stampa del catalogo CSC GRAFICA - ROMA Supported by Tante grazie a: Antonello Viola, Miriam, Bebo, Yolanda, Lara, Umberto, Estefania, el Subcomandante, Leo, Piturro, Lefty, Angelica, Paso Doble, Monica y Andrea, las chicas y los chicos de calle Amistad, Giacomo Nicolodi, Alice Sozzi, David Vecchiato, Tim Small, Chiara Calpini, Chiara Sigalot, Giampaolo Rossi, Simone Casiglia, Fabio Volo
Lo sdoganamento del linguaggio dei comix nell universo dell arte contemporanea ha una lunga storia, che inizia con la Pop (Warhol e Lichtenstein in testa), prosegue con i suoi discendenti diretti, in particolare quelli provenienti dall universo del graffitismo storico dei primi anni Ottanta (Keith Haring, Basquiat, Ronnie Cutrone), per arrivare fino a noi attraverso i diversi repêchage di stampo vuoi più sapientemente intellettuale (Raymond Pettibon), vuoi di taglio espressionista (Kentridge), vuoi strettamente iperpop, nell accezione nipponica del riutilizzo dell iconografia manga della generazione Murakami : tanto che, per dirla con l antropologo francese Marc Augé, che tra i primi ha sottolineato l invasione delle immagini fumettistiche al di fuori del loro ambito specifico, oggi si può ben dire che le orecchie di Topolino siano davvero all ascolto del mondo. Anche in
Italia, in particolare, già fin dai primi anni Novanta, il mondo dell arte ha assistito ad un vero e proprio ritorno di attenzione verso lo stilema fumettistico, tanto da aver fatto parlare ai critici di una vera e propria generazione Disney. Attenzione che ha coinvolto soprattutto gli artisti più giovani i quali, liberatisi dai legacci della tradizione, o dalla seriosità un po manichea dei loro padri e dei loro fratelli maggiori, si sono sentiti finalmente liberi di architettare, in un contesto che si può ricondurre a un clima di concettualismo ironico, le sculture e i quadri più bizzarri e imprevedibili, usando come protagonisti d eccezione i characters dei comix più famosi, da Topolino a Minnie, a Macchia Nera, a Biancaneve, Willy il Coyote o i Puffi, in un orgia di personaggi storpiati, cambiati, deturpati, reinventati. Come se i protagonisti delle nostre letture infantili, liberatisi dai doveri che avevano quando stavano fissi sulla carta, fossero tornati inaspettatamente a popolare i nostri sogni e il nostro immaginario, in un miscuglio di gelida ironia e di trionfo kitsch. La generazione di artisti che sta emergendo in questi primi anni Duemila, tuttavia, rappresenta un ulteriore passo in avanti in questo senso. Intanto, è una generazione che non proviene più dalle Accademie e dall ambito specifico del sistema dell arte, come avveniva con quella degli anni Novanta, bensì, per lo più, dall ambito delle professioni creative (design, architettura, pubblicità), e non avendo più neppure, dunque, quell approccio fondamentalmente concettuale, seppure ironico, che contraddistingueva quella precedente, presenta un atteggiamento maggiormente libero e disincantato, più vicino alla lezione dello street marketing e del linguaggio pubblicitario-televisivo che alla dimensione strettamente artistica. In secondo luogo, va sottolineato come questa generazione,
quando riporta nell ambito artistico lo stilema fumettistico, non lo faccia mai prendendo a prestito i personaggi delle grandi saghe fumettistiche tradizionali, secondo la lezione pop e postpop, ma, al contrario, inventando di sana pianta nuovi characters, con una fisionomia propria, una loro psicologia autonoma e un segno del tutto originale: penso a Murakami con il suo straordinario Mr. Pointy & the Four Guards, e, in Europa, alle fantastiche donnine di Miss Van, o agli stralunati omini dei London Police, o ancora ai buffi animali di Pez, oltre naturalmente alla coppia Sigalot-La Fauci, creatori dei due straordinari personaggi Blue and Joy. Blue and Joy sono, in questo senso, la cartina di tornasole e il picco più significativo di questo nuovo atteggiamento, per lo meno per quanto riguarda l Italia (ma non è una caso che i due strani personaggi stiano avendo grande successo anche all estero, a cominciare dalla Spagna, dove sono stati accolti trionfalmente, per continuare con gli Stati Uniti, dove da poco sono entrati a far parte di un'importante collezione, quella della famiglia Hammer, che possiede, tra l altro l Hammer Museum di Los Angeles che, guarda caso, proprio in questi giorni ha presentato, accanto alle opere dei grandi protagonisti della storia dell arte americana ed europea, anche una mostra di Masters of American Comics, secondo una tradizione di abbattimento delle barriere tra cultura alta e bassa iniziata proprio con la Pop). Sigalot-La Fauci, infatti - non a caso non provenienti dall ambito artistico ma da quello specifico della comunicazione pubblicitaria -, hanno creato - e di conseguenza riportato non solo sulla carta, sulla tela e naturalmente nella rete telematica, ma, come vedremo, anche su ironici e bizzarri prodotti come la carta igienica, scarpe,
skateboard, oltre che le Discouraging Onions of Blue and Joy, e così via - due personaggi dotati di un nome, di una fisionomia, di un loro preciso carattere psicologico (Blue, apparentemente sempre triste, in realtà è felice e amato da tutti, e Joy, sempre felice, che nasconde invece un fondo di irresolubile amarezza), oltre che di una vera e propria saga autonoma (The discouraging Adventures of Blue and Joy), che si sviluppa via via nei libri, ma anche e soprattutto sulle tele. La novità di Blue and Joy, infatti, è proprio nell abbattimento totale di barriere tra gli specifici del linguaggio: la saga di Blue and Joy non riporta sulla tela i personaggi di un fumetto cartaceo, bensì propone, su diversi supporti (da quello dell oggetto-libro, alla dimensione digitale, ai prodotti commerciali fino alla tela), le avventure dei due personaggi. Le storie delle discouraging Adventures of Blue and Joy, dunque, si sviluppano autonomamente ovunque, indipendentemente dalla scelta del supporto: sui libri, nelle mostre, nel merchandising. Quella di Blue and Joy è una scelta apparentemente ludica e divertita, in realtà più che mai radicale: non ci sono più, come avveniva negli anni passati, linguaggi che rimandano uno all altro, ma gli ambiti, i linguaggi, i supporti che si sono definitivamente e irrevocabilmente mescolati. Si può ben dire, allora, che la rivoluzione iniziata con la Pop stia producendo ora i suoi frutti migliori. Alessandro Riva
BLUE 80x100
JOY 80x100
BORN TO PARTY 80x120
THE FUTURE 80x120
ONLY ONCE 70x100
DREAM LESS 80x120
ANOTHER WORLD 80x120
THE BEST DAY OF MY LIFE 80x120
TAO 90x90
100x80 BIG SHOE
100x80
ABOLISH MONDAY 90x115
JOY PIRATE 100x100
SINKING FRIENDSHIP 80x100
OUT OF WISHES 80x100 TEARDROP 80x100
EL AMOR PUEDE MATAR 80x120
DO YOU MIND IF 100x100
LONELY LEFT SHOE
LONELY RIGHT SHOE
the 5 liters teardrop saver
the discouraging flat ball
the heartbreaking kitchen paper
the discouraging rain maker
Fabio La Fauci (Milano, 1977) e Daniele Sigalot (Roma, 1976) lavorano insieme da 6 anni.
E sono un po stanchi.