Linee guida per la corretta utilizzazione delle metodiche endoscopiche Le linee guida adottate derivano da quelle redatte dall'american Society for Gastrointestinal Endoscopy sulla base di revisione critica della letteratura. Le linee guida si propongono di affrontare nella maniera più completa possibile i vari aspetti clinici configurabili nell'ambito delle malattie digestive; tuttavia l'estrema variabilità delle situazioni cliniche ed ambientali può talora giustificare l'adozione di scelte non previste o difformi dai suggerimenti esposti. Indicazioni generali all'endoscopia digestiva L'endoscopia digestiva (E.D.) è generalmente indicata: se i risultati dell'endoscopia possono influenzare un successivo indirizzo terapeutico; dopo l'insuccesso di un trattamento terapeutico empirico per una patologia digestiva benigna; spesso come prima indagine in alternativa alle indagini radiologiche; nelle situazioni patologiche in cui è contemplato il trattamento endoscopico. L'E.D. generalmente non è indicata: quando i risultati dell'endoscopia non influenzano il successivo indirizzo terapeutico; per il follow up di patologie benigne guarite che non costutiscono condizioni precancerose; L'E.D. è generalmente controindicata: o quando il rischio per la salute o la vita del paziente supera i benefici derivanti dalla procedura; o quando vi sia il sospetto o la certezza della perforazione di un viscere. Indicazioni all'e.g.d.s. diagnostica e terapeutica L'E.G.D.S. è generalmente indicata per valutare: disturbi del tratto gastroenterico superiore (compresa la dispepsia) che persistono nonostante un appropriato ciclo terapeutico; disturbi riferiti al tratto gastroenterico superiore in cui vi siano sintomi o seni suggestivi di una patologia organica grave; disfagia o odinofagia;
sintomi da reflusso gastroesofageo persistenti o ricorrenti nonostante appropriata terapia preliminare; vomito persistente; affezioni a carico di altri organi in cui la patologia gastrointestinale può modificare il trattamento pianificato; poliposi adenomatosa familiare conferma e studio cito istologico delle seguenti lesioni: sospetta lesione neoplastica, ulcera gastrica o esofagea, stenosi od ostruzione del tratto digestivo alto. emorragia gastrointestinale in caso di: sanguinamento recente o in atto, possibilità di trattamento chirurgico, risanguinamento dopo emorragia recente spontaneamente risoltasi, presunta perdita ematica cronica quando la colonscopia sia negativa quando sia richiesta la biopsia di mucosa esofagea, gastrica e duodenale o digiunale o prelievo di succo gastro enterico; lesioni digestive alte dopo ingestione di caustici. L'E.G.D.S. generalmente non è indicata per valutare: sintomatologia di tipo cronico, non ingravescente, atipica per patologie organiche note, e considerata di tipo funzionale, che recede dopo trattamento farmacologico; adenocarcinoma metastatico il cui sito primario sia sconosciuto, quando il risultato dell'endoscopia non modifica il trattamento; reperti radiografici di: ernia iatale da scivolamento asintomatica o non complicata, ulcera del bulbo duodenale non complicata che abbia risposto alla terapia, deformazione asintomatica del bulbo duodenale. L'E.G.D.S. è generalmente controindicata: nelle situazioni che controindicano, in generale, l'esecuzione di una endoscopia digestiva. L'E.G.D.S. periodica è indicata: in pazienti che necessitano di sorveglianza periodica per precancerosi digestive; per il follow up di ulcere esofagee, gastriche o stomali per dimostrarne la guarigione; in pazienti con pregressi polipi adenomatosi gastrici; follow up in pazienti sottoposti a scleroterapia di varici esofagee per evidenziare varici recidive. L'E.G.D.S. periodica generalmente non è indicata per: sorveglianza di patologie benigne guarite come l'esofagite o l'ulcera duodenale;
sorveglianza negli intervalli tra le sedute di dilatazione di stenosi benigne, quando non vi siano modificazioni della sintomatologia. L'E.G.D.S. terapeutica è generalmente indicata: trattamento di sanguinamento da lesioni come ulcere, tumori, malformazioni vascolari vascolari; scleroterapia, legatura elastica od obliterazione di varici esofagee o varici del fondo gastrico; rimozione di corpi estranei; rimozione di lesioni polipoidi; posizionamento di sonde nutrizionali (perorali, PEG ecc.); dilatazione di lesioni stenosanti terapia palliativa di lesioni neoplastiche (laser, elettrocoagulazione, posizionamento di stents, ecc.) Indicazione alla colonscopia diagnostica e terapeutica La colonscopia diagnostica è generalmente indicata nelle seguenti circostanze: valutazione di anomalie del clisma opaco d.c. che sembrino avere una rilevanza clinica, come stenosi, difetti di riempimento ecc.; valutazione di sanguinamento occulto; significative alterazioni dell'alvo; sorveglianza di neoplasie del colon e precancerosi: ricerca di lesioni sincrone in pazienti affetti da neoplasi atrattabile, follow up dopo resezione colica per cancro o polipo neoplastico, pazienti con familiarità significative, malattia infiammatoria cronica del colon soprattutto se la malattia dura da oltre 10 anni; malattia infiammatoria cronica dell'intestino quando la diagnosi di estensione e di attività della malattia può influenzare il trattamento; identificazione intraoperatoria della sede di una lesione che può non essere rilevata attraverso la palpazione o l'esame intraoperatorio del colon La colonscopia diagnostica generalmente non è indicata nelle seguenti circostanze: sindrome del colon irritabile stabile o dolore addominale cronico diarrea acuta a risoluzione spontanea; adenocarcinoma metastatico di cui sia sconosciuto il sito primario, quando il risultato dell'analisi non modifica il trattamento;
follow up di routine per patologia infiammatoria cronica dell'intestino (ad eccezione della sorveglianza del cancro del colon nella RCU); sanguinamento gastrointestinale alto o melena in cui si già dimostrata l'origine digestiva alta. La colonscopia diagnostica è generalmente controindicata nel caso di: colite fulminante; megacolon tossico; situazioni che controindicano, in generale, l'esecuzione di una endoscopia digestiva. La colonscopia terapeutica è generalmente indicata nel caso di: trattamento di sanguinamento da lesioni come anomalie vascolari, ulcerazioni, sito di polipectomia; rimozione di corpo estranei; escissione di polipi del colon; decompressione di megacolon acuto non tossico; trattamenti palliativi di neoplasie stenosanti o sanguinanti; tatuaggio di neoformazione per individuazione intraoperatoria. Indicazioni alla ColangioPancreatografia per via Retrograda Endoscopica (C.P.R.E.) La C.P.R.E. diagnostica è generalmente indicata nella valutazione di: pazienti itterici in cui vi sia sospetto di ostruzione biliare; pazienti non itterici con sospetto di patologia pancreatica o biliare; sospetto clinico di neoplasia maligna pancreatica; pancreatiti ricorrenti ad eziologia sconosciuta; pancreatite cronica e/o pseudocisti con indicazioni al trattamento chirurgico; disfunzione dello sfintere di Oddi mediante manometria. La C.P.R.E. diagnostica generalmente non è indicata nella valutazione di:
dolore addominale di origine ignota in assenza di riscontri obiettivi che suggeriscano una patologia biliare o pancreatica; sospetta calcolosi della colecisti senza evidenza di una patologia della via biliare; patologia maligna pancreatica evidenziata con US o CT, quando il risultato potrebbe influenzare il trattamento. La C.P.R.E. terapeutica è generalmente indicata nei casi di: sfinterotomia endoscopica biliare per: coledocolitiasi, stenosi papillare o disfunzione dell'oddi, facilitare il posizionamento di stents o dilatazioni di stenosi biliari, coledococele, carcinoma ampollare; posizionamento di stent attraverso stenosi benigne, fistole biliari, litiasi biliari postoperatori; dilatazione stenosi biliari posizionamento di drenaggio naso biliare per prevenzione e trattamento di colonagite acuta, decompressione di vie biliari ostruite, trattamento di lesioni postoperatorie delle vie biliari; sfinterotomia endoscopica pancreatica per calcolosi pancreatica, stenosi papillare o disfunzione dell'oddi, carcinoma ampullare; drenaggio transpapillare di cisti pancreatiche; drenaggio transgastrico o transduodenale di cisti pancreatiche.