Tempo di risposta di un termometro a mercurio

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Fisica ecnica empo di risposta di un termometro a mercurio Ing. Luciano Pirri - 998 Vogliamo studiare la risposta dinamica di un termometro al mercurio e cioè la rapidità con la quale l'indicazione del termometro segue una temperatura da misurare variabile nel tempo. Scriviamo quindi l'equazione differenziale dell'equipaggio mobile, cioè della colonna di mercurio. Definiamo: = la temperatura da misurare t = la temperatura del bulbo termometrico all'istante generico K = coeff. di trasmissibilità termica S = superficie disperdente m = massa del mercurio C = calore specifico del mercurio La quantità di calore che si trasmette al mercurio nel tempo d è data da: dq = KS( t) d questo calore provoca un aumento di temperatura nel mercurio dq = dove m C è la capacità termica del mercurio. Sostituendo si ottiene: mc mc = KS ( t) d dalla quale, raggruppando, si ottiene ancora: mc KS d + t = ora definiamo la costante di tempo = mc KS Normalmente è di origine sperimentale data la difficoltà nella quantificazione di K ed S. Possiamo quindi riscrivere: d + t = che è un'equazione differenziale lineare a coefficienti costanti del ordine Nell'ultima scritta non varia con il tempo e corrisponde al caso in cui immettiamo il termometro in un ambiente a temperatura costante del quale vogliamo misurarne il valore. In termini matematici corrisponde a dire che la la funzione () è a gradino e cioè per <0 =0 altrimenti vale.

Esempio - Misura di una temperatura costante sec C C L'analisi ci fornisce la soluzione: t e + di cui tracciamo il grafico per 0.,.. Osservando la seguente espressione η( k) tk ( ) possiamo dare la seguente interpretazione fisica della costante di tempo : t Prima interpretazione fisica della costante di tempo 2 0 0 Dopo un tempo la temperatura ha raggiunto il η( ) = 6.22 % del valore finale k.. Dalla tabella a fianco si vede che dopo un tempo pari a volte la costante il termometro misura la temperatura con una precisione maggiore del 99% k = η( k) 2 4 = k 0.62 0.86 0.9 0.982 0.99 = 6 9 2 La stessa forma dell'equazione differenziale ci consente di dare un'altra utile interpretazione fisica della costante di tempo. Come abbiamo visto si tratta di un'equazione lineare del ordine che ora riscriviamo d + t = questa è l'equazione della retta tangente alla t() nell'istante generico dove il coeff. angolare è dato dalla derivata. Derivando la t() otteniamo quindi m() e ( ) che all'istante iniziale vale m 0 quindi la retta per l'origine ha equazione emp + m 0 Questa, dopo un intervallo di tempo pari a fornisce: emp = C

Seconda interpretazione fisica della costante di tempo La costante di tempo può ancora essere definita come: il tempo che sarebbe necessario per raggiungere l'equilibrio termico se la temperatura variasse con legge lineare seguendo l'andamento iniziale. t emp 2 0 0 Conclusioni. Nel caso di segnale a gradino la soluzione analitica è semplice e può essere tranquillamente affrontata cosi come abbiamo fatto. Le cose si complicano abbastanza se nell'ambiente da misurare la varia nel tempo. In questo caso la possibilità di una soluzione analitica dipende dalla forma della () la cui complessità può anche presentare difficoltà insormontabili dal punto di vista analitico. Nei casi concreti inoltre raramente si dispone di una vera funzione (), più frequentemente si dispone di dati sperimentali e quindi la funzione va cercata con opportune interpolazioni. Ammettendo comunque di essere in possesso della () si procede al calcolo numerico dell'equazione differenziale. In questo modo si ottiene una soluzione rapida e con la precisione richiesta per qualunque forma (purché ragionevole) della ().

Esempio precedente con integrazione numerica Vediamo ora come risolvere numericamente l'equazione differenziale per il caso precedente. Per prima cosa definiamo il elemento del vettore t con il valore iniziale t 0 e cioè costante, quindi l'equazione differenziale la riscriviamo come: d + t = Isolando la derivata si ha: D(, t) e t Calcoliamo un numero di punti Np 0 nell'intervallo 0 0 fin S Rkadapt t, 0, fin, Np, D Metodo di Runge-Kutta del 4. Nella matrice S è stivato nella colonna e nella 2 t t Definiamo la funzione cercata interpolando linearmente i dati: S = 0 2 4 6 7 8 9 0 0 0. 2.902 29.482 4..6 6 2.97 7..769 9 4.2 0. 4.47 2 4.72. 4.8 4.899 t linterp S 0, S, i 0.. Np Dal grafico si vede che praticamente la soluzione è esatta, se si vuole maggior precisione si possono aumentare gli Np. t S i 40 2 0 0, S 0 i

Esempio con e variabile nel tempo La pulsazione scelta per l'esempio è ω 0.4 = 0.8 a cui corrisponde una frequenza ed un periodo f ω 2π Periodo f = 0. = 7.4 La funzione è quindi e + sin( ω ) e l'equazione differenziale: D(, t) e t Estendiamo l'indagine fino a fin 4Periodo e cioè con 0,... fin ed Np 40 ponendo t t 0 in si ottiene: S Rkadapt( t, 0, fin, Np, D) t linterp S 0, S, Come si vede dal grafico la misura oscilla con =.697 = 9.98 = mean S max S min S t 40 e 0 0 Inoltre si può verificare che variando la misura del termometro segue la temperatura da misurare con un ritardo e con una riduzione dell'ampiezza che diminuisce con l'aumentare della lentezza dell'oscillazione, ovvero con l'aumentare del periodo. Questa è una considerazione generale: I sistemi del ordine hanno una banda passante molto stretta e quindi non sono idonei a misurare rapide variazioni delle grandezze di ingresso. Ovviamente rapide in relazione alla loro costante di tempo.. data la forma scelta per la e si potrebbe anche risolvere facilmente per via analitica. In questo modo anzi emergerebbero evidenti le riduzioni di ampiezza, gli sfasamenti, ecc.