Dislessia amica. Progetto nazionale di formazione e di ricerca-azione per l inclusione scolastica degli alunni con DSA



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Dislessia amica Progetto nazionale di formazione e di ricerca-azione per l inclusione scolastica degli alunni con DSA Associazione Italiana Dislessia, Fondazione Telecom Italia, Ministero dell Istruzione, Università e Ricerca Dislessia amica rappresenta un opportunità finalizzata ad avviare un cantiere altamente innovativo che potrà consentire, attraverso approfondimenti teorici e soprattutto pratiche riflessive, di approdare ad un curriculum realmente inclusivo. Il modello di lavoro è quello della formazione e di ricerca-azione, che comprende attività di: - informazione: indispensabile per avviare un percorso fondato su una conoscenza completa di tutti gli aspetti che dovranno essere affrontati sul piano clinico, culturale e normativo; - formazione: che ha lo scopo di approfondire in chiave operativa ed organizzativa le centralità del progetto che si intendono realizzare; - ricerca: che dovrà essere intesa come spazio laboratoriale di una scuola che si prefigge l obiettivo di modificare stili, comportamenti e prassi professionali degli insegnanti. In particolare, la ricerca sarà incentrata sul miglioramento delle pratiche ordinarie del far scuola. La dislessia, come altre forme di diversità funzionale, deve essere intesa come l occasione per raggiungere la condizione di speciale normalità attraverso cui i bisogni di ciascuno accrescono la possibilità di crescita di tutti; - monitoraggio: il progetto, essendo un cantiere in progress, è imperniato su forme sistematiche e tempestive di accompagnamento tali da evitare tempi morti, inconcludenze e altre situazioni di stallo che finirebbero per disorientare e demotivare i docenti coinvolti; - documentazione: la documentazione costituisce il pezzo pregiato del progetto e ha il duplice scopo di costruire, da un lato, la memoria dell attività svolta dai diversi gruppi facilitando le attività di confronto e di contraddittorio e dall altro di gettare le basi della trasferibilità di quanto realizzato in altri contesti istituzionali. Il modello del progetto si connota come un Laboratorio professionale di formazione e ricerca che assegna alle scuole coinvolte un ruolo di ricerca attiva con ricadute immediate nelle pratiche didattiche degli insegnanti direttamente coinvolti. Ricercatori e insegnanti

sono responsabili della riuscita del progetto a cominciare dalla fase iniziale d ella pianificazione per giungere a quella finale della valutazione e della comunicazione. Ognuna delle scuole coinvolte nel progetto Dislessia amica costituirà un gruppo di 20-25 insegnanti (si intende coinvolgere 5 classi per Istituto con relativo gruppo docente) disposti a sostenere e condividere, nell arco di un biennio, le azioni, gli impegni, i compiti supplementari impliciti in ogni progetto di miglioramento. Ogni gruppo sarà coordinato da un insegnante-referente per i DSA designato dal dirigente scolastico, con il compito di sovraintendere alle attività di formazione-ricerca e di riferire ai rispettivi collegi lo stato di avanzamento dei lavori, facendo sì che lo sviluppo del progetto abbia ricadute nelle pratiche didattiche anche da parte degli insegnanti non direttamente implicati nel percorso progettuale. Il docente referente sarà responsabile della divisione dei compiti all interno del gruppo in modo da assicurare un organizzazione efficiente delle attività, individuando figure di supporto e di segretariato, di documentalista, con l eventualità di interagire a distanza con esperti per attività di confronto e di consulenza. Il gruppo dovrà gradualmente, ma anche speditamente, costituirsi come comunità professionale, capace di mettere al centro degli impegni reciproci l arricchimento delle prassi didattiche con particolare riferimento alla gestione della classe con particolare riferimento all arricchimento metodologico, all uso delle tecnologie informatiche, all innovazione organizzativa e ad una corretta pianificazione degli impegni richiesti agli alunni (verifiche scritte, colloqui orali). Il percorso di sperimentazione, che durerà tutto un intero anno scolastico, prevede le seguenti fasi: 1) Presentazione del progetto: evento rivolto al Dirigente Scolastico, al Referente per i DSA, ai Coordinatori delle classi coinvolte nel Progetto ed al presidente del Consiglio di Istituto. (Ore totali evento 4, di cui 3 di formazione ed 1 di ricerca-azione) a cura dei formatori scuola AID e del Presidente della Sezione AID. In questa occasione verrà presentato il documento di adesione al Progetto, che gli organi scolastici competenti dovranno poi firmare e consegnare al Presidente della Sezione AID. In seguito verrà stilato e firmato il Protocollo di intesa tra AID e l Istituzione scolastica coinvolta. 2) Formazione in presenza rivolta ai genitori delle scuole coinvolte. (Ore totali evento 4, di cui 3 di formazione ed 1 di ricerca-azione) a cura dei formatori scuola AID. In questa occasione verrà presentato il questionario di gradimento rivolto a genitori e alunni. 3) Primo seminario formativo in blended (attraverso Piattaforma AID-FTI) rivolto al Referente per i DSA e ai Coordinatori delle classi coinvolte nel progetto. Argomento: Competenze organizzative e gestionali della Scuola. (Ore totali evento 4, di cui 3 di formazione ed 1 di ricerca-azione)

4) Secondo seminario formativo in blended (attraverso Piattaforma AID-FTI) rivolto al Referente per i DSA e ai Coordinatori delle classi coinvolte nel progetto. Argomento: Dalla Diagnosi al PDP. (Ore totali evento 4, di cui 3 di formazione ed 1 di ricerca-azione) 5) Supervisione fase iniziale (4 ore, a cura dei formatori-scuola AID). Verrà consegnato un questionario di gradimento per il Dirigente Scolastico e il corpo docente della Scuola. 6) Terzo seminario formativo in blended (attraverso Piattaforma AID-FTI) rivolto al Referente per i DSA e ai Coordinatori delle classi coinvolte nel progetto. Argomento: Strategie metodologiche e didattiche inclusive. (Ore totali evento 4, di cui 3 di formazione ed 1 di ricerca-azione) 7) Supervisione fase finale (4 ore, a cura dei formatori scuola AID). Presa visione dei questionari compilati dai genitori, alunni, Dirigente scolastico e corpo docente. 8) Elaborazione dati (attraverso Piattaforma AID-FTI) e stesura delle linee guida 9) Seminario nazionale e presentazione delle Linee giuda (settembre 2016). In questa occasione verrà istituito il primo Albo delle Scuole Amiche della Dislessia di cui faranno parte le Istituzioni scolastiche partecipanti a questa fase di sperimentazione del Progetto. Inoltre verranno consegnati gli attestati di partecipazione agli insegnati coinvolti direttamente nel progetto di formazione e di ricerca-azione. Gli schemi d azione della ricerca Le scuole aderenti al progetto avranno una certa discrezionalità nella scelta dei percorsi di ricerca da attivare. In ogni caso, oltre all approccio metodologico sopra descritto, dovranno essere rispettati una serie di suggerimenti coerenti con le finalità del progetto medesimo. In particolare, sulla scorta dei bisogni più frequentemente espressi in questi anni in relazione alle problematiche vissute dagli alunni con DSA, si evidenziano diverse ed importanti tematiche, che possiamo suddividere in due livelli di azione, tra di loro interscambiabili A) Competenze organizzative e gestionali della Scuola Una Scuola Amica della Dislessia deve soddisfare i seguenti principi: propensione all innovazione (nuove impostazioni metodologiche ) presenza di progettualità (non solo elenco di strategie generiche didattica o valutazione, ma una efficace pianificazione didattica, metodologica e valutativa)

presenza di impostazione di strategie di documentazione di buone prassi da diffondere inclusione di tutti gli studenti (non realizzazione di semplici laboratori dislessia con attività di recupero, addirittura in orario extrascolastico!) richiesta di coinvolgimento del corpo docente Inoltre la sua operatività deve tenere conto di azioni indispensabili per una vera e durature inclusione scolastica. Presenza esplicita nel POF di un protocollo di accoglienza per gli alunni e studenti con certificazione diagnostica di DSA. Azioni per la rilevazione precoce delle situazioni riconducibili a rischio di DSA (continuità con progetti di identificazione precoce, come quelli attivati da AID : progetto SCO.le.DI; APRICO;LA SCUOLA FABENE A TUTTI...) Azioni per l osservazione sistematica per l identificazione delle prestazioni atipiche (griglie osservative del precursori critici dell apprendimento nella scuola dell infanzia; griglia osservativa per il monitoraggio del processo di acquisizione della scrittura, della lettura e del calcolo nella scuola primaria; griglia osservativa per la rilevazione di prestazioni atipiche nella scuola secondaria di primo e secondo grado;) Progetti di sensibilizzazione sulla tematica DSA rivolti alle famiglie (incontri di sensibilizzazione nel passaggio tra segmenti scolastici diversi) Iter procedurale dopo la diagnosi per la realizzazione del PDP (documentazione di buone prassi per rendere operativo il raccordo con la famiglia per la stesura del PDP ; presenza di strumenti osservativi per coinvolgere le famiglie, come questionari- colloqui per far emergere i punti di forza e di fragilità degli studenti ascoltando la voce dei genitori...; questionari o percorsi didattici, che puntano sulla narrazione per far emergere la voce degli studenti e del proprio modo di apprendere; pianificazione di azioni per il monitoraggio dell efficacia del PDP;) Modelli di realizzazione dell orientamento nel passaggio tra segmenti scolastici diversi (quali sono le comunicazioni nel passaggio degli alunni e degli studenti tra ordini diversi di scuola; quali indicazioni di percorso sono forniti alle famiglie dopo la scuola secondaria di primo grado;) Attivazione intra-scolastica e/o extra-scolastica di laboratori didattici di potenziamento (laboratori linguistico-fonologici; laboratori sul metodo di studio; laboratori per sviluppare la competenza compensativa sull uso delle tecnologie; laboratori per i genitori) Percorsi di ricerca-azione innovativi sull inclusione e progetti di riflessione sulle metodologie e sulla didattica per l'apprendimento; Formazione effettuata da enti accreditati sulla tematica DSA realizzata dall I.S ed impegno collettivo del corpo docente Grado di integrazione tra metodologie didattiche e innovazione tecnologica informatica (elemento di inclusione per tutta la classe).

Applicazione nella pratica didattica e valutativa (compiti poli-risolvibili a diversi livelli di complessità) delle nuove impostazioni metodologiche, in accordo con gli orientamenti presenti nelle linee guida 2011 B) L ambiente classe e la realizzazione del PDP Una classe Amica della Dislessia deve soddisfare i seguenti principi: - completa ed esaustiva conoscenza degli aspetti di natura clinica, giuridica ed educativa delle caratteristiche del disturbo specifico d apprendimento; - corresponsabilità educativa e gestionale dell intero consiglio di classe o del gruppo docente nella progettazione e realizzazione del Piano Didattico Personalizzato; - promozione della classe come comunità di apprendimento, tramite l utilizzo di didattiche cooperative e collaborative tese ad evitare che le l insegnamento sia affidato esclusivamente a modalità trasmissive ed espositive; - elevata padronanza degli aspetti collegati alla valutazione degli apprendimenti degli alunni con DSA, incentrata in particolare sulle funzioni e alle modalità insite nella valutazione personalizzata; - positivi rapporti tra scuola e famiglia, tramite la condivisione di un patto educativo incentrato su reciproche responsabilità e sul desiderio di un sincero ed autentico incontro, che metta al centro del comune impegno il bene dell alunno e del figlio. Le azioni sopradescritte dovranno inscriversi in una scuola capace di condividere una serie di livelli essenziali di qualità di una reale inclusione educativa sia degli alunni con particolari disturbi dell apprendimento, sia degli allievi che non presentano specifiche difficoltà. In questo senso, le scuole aderenti al progetto Dislessia amica faranno riferimento ad una leadership educativa del dirigente scolastico e delle figure del management intermedio: collaboratori, referente-i degli studenti con DSA, staff di gestione dell istituto, docenti coordinatori di classe, personale ATA ( assistenti, collaboratori scolastici). Le scuole del progetto dovranno quindi aver già sviluppato un elevata consapevolezza educativa e buone esperienze in materia di inclusione scolastica. Nel nostro sistema d'istruzione, il perno della vita della scuola è rappresentato dalla gestione della classe, ambiente nel quale si promuovono relazioni amicali, acquisizione di regole, passione per lo studio, rapporti con adulti, coltivazione di interessi, di attitudini, conoscenze, competenze. La finalità generale è quella di costruire un sistema curante nel quale tutti gli attori della più ampia comunità sociale, nell ambito delle rispettive peculiarità e competenze, promuovano ed assicurino i presupposti affinchè il

cittadino, che vive una situazione di difficoltà, possa trovare i supporti necessari per rimuovere ostacoli e barriere. Tra i diversi obiettivi che Dislessia Amica si pone, tre sono irrinunciabili. Il primo obiettivo è quello di costruire il team dei docenti (scuola dell'infanzia e primaria) e il consiglio di classe (secondaria di 1 e 2 grado) come gruppo professionale. Una comunità professionale si riconosce dalla capacità di ascolto dei diversi punti di vista, di sintesi di tale diversità, di azione in tempi adeguati. Gli adulti intesi come comunità professionale sono la condizione indispensabile per perseguire il secondo obiettivo di una scuola inclusiva: la classe come gruppo. Gli alunni sono una risorsa straordinaria in un progetto inclusivo di scuola, ma devono essere educati a sostenersi reciprocamente, a lavorare insieme, a vivere un senso di appartenenza vero, sincero senza infingimenti o logiche prevaricatorie. Il terzo obiettivo costituisce l'integrazione dei primi due: il duplice legame di fedeltà che deve intercorrere tra insegnanti e studenti ( la dimensione relazionale) e tra questi ultimi e gli ambiti del sapere (la dimensione dello studio). L obiettivo finale di questa fase sperimentale è che, al completamento del percorso, ogni istituzione scolastica partecipante, in seguito alla formazione e alle azioni di ricercaazione intraprese, ottenga risultati maggiori in gran parte delle suddette azioni, rispondendo così positivamente ai requisiti richiesti, anche e soprattutto a quelli in partenza non posseduti (indice di miglioramento)