TRATTAMENTO DELL'IPOPARATIROIDISMO CRONICO NEL PAZIENTE ADULTO. LINEE GUIDA DELLA SOCIETÀ EUROPEA DI ENDOCRINOLOGIA

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TRATTAMENTO DELL'IPOPARATIROIDISMO CRONICO NEL PAZIENTE ADULTO. LINEE GUIDA DELLA SOCIETÀ EUROPEA DI ENDOCRINOLOGIA nr. 23 ottobre 2015 Responsabile Editoriale Renato Cozzi PREMESSE Al congresso della Società Europea di Endocrinologia a Dublino sono state presentate le linee guida (LG) sul trattamento dell'ipoparatiroidismo cronico dell'adulto (IpoPHT) (1). Le LG, stilate in accordo con il metodo GRADE (Grading of Recommendations Assessment, Development and Evaluation), forniscono raccomandazioni o suggerimenti per la gestione clinica dei pazienti con IpoPHT, secondo un approccio sistematico per classificare l'evidenza. Prima di riassumerne i contenuti, vanno premesse alcune considerazioni metodologiche. Gli estensori delle LG sottolineano come l evidenza della letteratura sull IpoPHT sia scarsa; sono stati selezionati solo 16 lavori (su oltre 1100 esaminati) perché consideravano, almeno in parte, outcome ritenuti essenziali: mortalità, qualità di vita, livelli sierici e urinari di calcio, incidenza di ipercalcemia, nefrocalcinosi o nefrolitiasi e sintomi correlati, sintomi neuro-muscolari (crampi, tetania o convulsioni), eventi cardio-vascolari maggiori, disabilità. Tra questi, solo uno comprendeva più di 100 pazienti e gli unici studi randomizzati controllati riguardavano il trattamento con PTH ricombinante, non prescrivibile in Europa. Un solo studio (con follow-up medio di 24 settimane) riportava dati sulla mortalità; in altri 2 erano riportati dati sulla qualità di vita, mentre nessuno studio riportava dati su disabilità ed eventi cardio-vascolari; anche le tipiche manifestazioni cliniche dell IpoPHT (crampi, tetania, nefrolitiasi e/o nefropatia) e i livelli sierici e urinari di calcio erano descritti in maniera inadeguata, tanto da non consentire di stabilire relazioni con le manifestazioni cliniche. La forza delle indicazioni (raccomandazioni o suggerimenti) è stata pertanto basata, a detta degli autori, principalmente su come i pazienti vengono trattati nella pratica clinica in piccole serie di casi e sull esperienza clinica degli autori delle LG. DIAGNOSI La diagnosi di IpoPHT va presa in considerazione in pazienti con ipocalcemia e livelli inappropriatamente bassi di PTH. È una patologia rara (prevalenza stimata nella popolazione generale: 24/100.000 pazienti) che peggiora la qualità di vita. E stata riconosciuta malattia orfana dalla Commissione Europea non solo per la rarità ma anche perché la terapia sostitutiva non prevede la somministrazione esogena dell ormone mancante. È principalmente di origine iatrogena post-chirurgica (2-8% dei pazienti tiroidectomizzati, più frequente in caso di completamento di tiroidectomia e di linfadenectomia del comparto centrale). Tabella 1 Cause genetiche di IpoPHT Ipoparatiroidismo isolato Mutazione di: GCM2 PTH CASR (ADH) GNA 11 Sindromi comprendenti ipoparatiroidismo Mutazioni e delezioni in: AIRE (poliendocrinopatia autoimmune tipo 1) cromosoma 22q (sindrome di DiGeorge) TBCE (s. di Snajad-Sakati/Kenny-Caffey tipo 1) FAM111A (s. di Kenny-Caffey tipo 2) DNA mitocondriale Alessandro Piovesan (apiovesan@cittadellasalute.to.it) Endocrinologia Oncologica, AO Città della Salute e della Scienza, Torino 1/5

Nel 30-60% dei pazienti tiroidectomizzati l ipocalcemia insorge nelle prime 24 ore: fattori predisponenti sono il morbo di Basedow, l ipercalcemia grave, la giovane età e il sesso femminile. Il 60-70% delle ipocalcemie si risolve spontaneamente in 4-6 settimane (ipocalcemia transitoria), con ripresa della funzione paratiroidea. Il 15-25% dei pazienti persistentemente ipocalcemici (ipocalcemia protratta) andrà incontro a IpoPHT. Le cause non chirurgiche (autoimmuni, causate da mutazioni del gene AIRE o congenite - vedi tabella 1) sono circa il 10% del totale degli IpoPHT. Le LG suggeriscono, in questi casi, di eseguire test genetici e screening nei familiari. SCOPI DEL TRATTAMENTO Sono il controllo dei sintomi dell ipocalcemia e il miglioramento della qualità di vita attraverso la terapia cosiddetta convenzionale e/o, se necessario, sostitutiva con PTH esogeno. A tale proposito, nelle LG sono formulati prevalentemente suggerimenti: controllare i sintomi clinici mantenendo, quando possibile, la calcemia nel range inferiore di norma; ridurre il rischio di litiasi renale mantenendo l'escrezione urinaria di calcio < 300 mg/24h negli uomini e < 250 mg/24h nelle donne; ridurre il rischio di calcificazioni extra-scheletriche (nefrocalcinosi o cataratta) mantenendo la fosforemia nella norma e il prodotto calcio*fosforo < 4.4 (se espressi in mmol/l) o < 55 (se espressi in mg/dl); mantenere nel range di normalità i livelli sierici di Mg++, visto il suo ruolo nella secrezione del PTH da parte delle cellule paratiroidee; ottenere livelli di 25OH-vitD > 20 ng/ml, per non pregiudicare l'attivazione della 25OH-vitD attraverso l'idrossilazione extra-renale non PTH-dipendente. Vengono invece raccomandate: la personalizzazione della terapia, avendo come obiettivo una buona qualità di vita e il benessere soggettivo (è considerato inappropriato il trattamento che pregiudichi la qualità di vita del paziente pur di ottenere la normalizzazione dei parametrici ematochimici); un adeguata informazione al paziente sulle complicanze dell IpoPHT, sulle interferenze sulla terapia dell IpoPHT da parte di altri farmaci (diuretici tiazidici, diuretici dell ansa, glucocorticoidi, inibitori del riassorbimento osseo, prazolici, citostatici, leucovirina, digitalici) o patologie intercorrenti (diarrea, alterazioni dell equilibrio acido-base, immobilizzazione) e l educazione del paziente a riconoscere i sintomi di ipo- e iper-calcemia e le comorbilità associate all IpoPHT (tab 2-3). Tabella 2 Sintomi di ipo/ipercalcemia Ipocalcemia Overlap Ipercalcemia SNC Depressione, irritabilità, Confusione o Astenia, cefalea, sonnolenza, perdita di crisi epilettiche disorientamento memoria, ridotta concentrazione Neuro-muscolari Parestesie acrali, spasmi, contratture, crampi Astenia muscolare Cardio-vascolari Sintomi da scompenso Tachicardia o Ipertensione cardiaco bradicardia Gastro-intestinali Crampi addominali Anoressia, nausea/vomito, dolore addominale, stipsi Renali - Poliuria, secchezza delle fauci Respiratori Dispnea, rantoli, laringospasmo - 2/5

Renali Immunologiche Neuro-psichiatriche Muscolo-scheletriche Cardio-vascolari SNC Oculari Tabella 3 Comorbilità Litiasi renale e riduzione della funzione renale Facilità alle infezioni Malattie neuro-psichiatriche, crisi epilettiche, depressione, ridotta qualità di vita Rigidità muscolare, dolore, fratture omero prossimale Cardiopatia ischemica Calcificazioni intra-cerebrali, a carico dei nuclei della base Cataratta TERAPIA il trattamento viene: raccomandato in tutti i pazienti con IpoPHT sintomatico e/o calcemia (corretta per albuminemia) < 2 mmol/l (8 mg/dl) o calcio ionizzato < 1 mmol/l; suggerito nei pazienti con IpoPHT asintomatico e calcemia > 2 mmol/l (8 mg/dl) o calcio ionizzato > 1 mmol/l ma minore del limite inferiore di norma. Il trattamento prevede un adeguato introito alimentare di calcio, l impiego di sali di calcio e metaboliti attivi della vitamina D a posologia tale da ottenere livelli di calcio adeguati, in assenza di sintomi. Il fabbisogno giornaliero di calcio è circa di 800-1000 mg. Il calcio è contenuto in molti alimenti, ma le principali fonti sono il latte e i suoi derivati. Altra importante fonte di calcio alimentare sono le acque minerali, in particolare quelle contenenti > 300 mg/l di calcio. La posologia dei sali di calcio, in media, va da 800 a 2000 mg/die. Viene suggerito di frazionarne la somministrazione, visto che il trasporto intestinale è saturato da 500 mg e dosi superiori non sono assorbite. I sali di calcio più comunemente impiegati per os sono il carbonato e il citrato. Il calcio carbonato, formulazione più utilizzata, richiede per il suo assorbimento un ambiente acido e viene suggerito di assumerlo ai pasti. Il calcio citrato può essere impiegato nei casi di acloridria, in corso di trattamento con prazolici o se il paziente preferisce assumere il calcio lontano dai pasti. Si raccomanda l impiego dei metaboliti attivi della vitamina D, più maneggevoli e a ridotto rischio d iperdosaggio. Solo nei casi di indisponibilità/intolleranza ai metaboliti attivi della vitamina D viene raccomandato l impiego del solo colecalciferolo (tab 4). In questi ultimi casi, le dosi elevate di vitamina D nativa (fino a 100 volte più alte che nei soggetti euparatiroidei) rispecchiano la ridotta conversione a calcitriolo per ridotta stimolazione da parte del PTH. Tabella 4 Farmaci Farmaco Dose Insorgenza di azione (gg) Termine dell azione (gg) Calcitriolo 0.25-0.5 µg x 1 o 2/die 1-2 2-3 [1,25(OH) 2 D3] Alfa-calcidiolo 0.5-4 µg x 1/die 1-2 5-7 (1α(OH)D3) Didrotachisterolo 0.3-1 mg x 1/die 4-7 7-21 Ergocalciferolo o Colecalciferolo 25.000-200.000 UI/die 10-14 14-75 Viene raccomandato l impiego di 400-800 UI/die di vitamina D anche in corso di terapia con metaboliti attivi della vitamina D. L ampio range di dosaggio delle terapie riflette la variabilità di risposta da paziente a paziente in base alla gravità dell IpoPHT; pertanto è necessario uno stretto monitoraggio. 3/5

La somministrazione orale di calcio e vitamina D non corregge il ridotto riassorbimento renale del calcio, aspetto caratteristico dell IpoPHT. Pertanto, deve essere monitorata attentamente l escrezione di calcio urinario: in caso di ipercalciuria, vengono suggeriti riduzione dell apporto di calcio, dieta povera di sodio e impiego di diuretici tiazidici (eventualmente associati con l amiloride per ridurre il rischio di ipokaliemia e ipomagnesiemia). In caso di litiasi renale, è raccomandato di valutare la natura dei calcoli e trattarli secondo le LG specifiche. In caso di iperfosfatemia e/o di prodotto calcio-fosfato elevato, viene suggerito di modificare la dieta o adeguare la terapia con calcio e vitamina D (il calcio chela il fosfato a livello intestinale, riducendone l assorbimento, ma non è chiaro se l incremento nella posologia del calcio riduca la fosforemia). Spesso in pazienti affetti da IpoPHT sono riportati bassi livelli di magnesiemia. L ipomagnesiemia lieve asintomatica può essere trattata con sali di magnesio per os. Qualora i sali di magnesio fossero mal tollerati, si può fare ricorso all amiloride per la sua azione magnesio-risparmiatrice. Un ipomagnesiemia più grave dovrebbe essere trattata mediante somministrazione parenterale di magnesio (0.5 mmol di Mg++/kg in 500 ml di soluzione fisiologica, per via ev ogni 6 h). L impiego di PTH o analoghi del PTH non è raccomandato quale terapia di prima scelta per il trattamento dell IpoPHT. Dati promettenti sulla possibile riduzione nella posologia di calcio e calcitriolo in corso di trattamento con PTH o PTH analoghi, vanno confermati in studi con adeguato follow-up che abbiano come end-point la qualità di vita o le complicanze d organo e che consentano di chiarire i dubbi sulla sicurezza. L FDA ha recentemente approvato il PTH intatto (Natpara Shire) per il trattamento dell IpoPHT, sebbene con una black-box per il possibile aumentato rischio di osteosarcoma. Il farmaco è attualmente in corso di revisione da parte dell EMA. MONITORAGGIO DEL TRATTAMENTO (figura) Viene raccomandato il periodico controllo di calcio corretto per albumina o ionizzato, fosforo, magnesio e creatinina (egfr), oltre alla valutazione di sintomi da iper- o ipocalcemia ogni 3-6 mesi. In caso di modificazioni nella terapia, è raccomandato il monitoraggio settimanale o quindicinale dei valori di calcemia. La frequenza dei controlli potrà essere maggiore in caso di iper- o ipocalcemia severa. Vengono suggerite la determinazione della calciuria 24 h a cadenza annuale o biennale e una valutazione clinica annuale. In caso di sintomi o nefrolitiasi, viene raccomandato l imaging renale. Sono sconsigliate periodiche misurazioni della BMD con DEXA. 4/5

CONDIZIONI PARTICOLARI Nei pazienti con ADH (ipocalcemia autosomica dominante) in terapia con calcio e metaboliti attivi della vitamina D è raccomandato il monitoraggio frequente, visti i maggiori rischi di ipercalciuria e litiasi renale. In gravidanza e durante l allattamento viene suggerito di proseguire la terapia con calcio e metaboliti attivi della vitamina D in maniera analoga alle donne non in gravidanza, malgrado il segnalato maggior rischio di ipercalcemia. Viene suggerito di controllare ogni 2-3 settimane i livelli di calcio ionizzato, mirando a ottenere livelli nel range inferiore di norma. Viene raccomandato di informare i neonatologi/pediatri della condizione di IpoPHT della partoriente all atto del parto, per porre attenzione al monitoraggio delle condizioni del neonato ed eventualmente trattare adeguatamente i sintomi da ipocalcemia. BIBLIOGRAFIA 1. Bollerslev J, Rejnmark L, Marcocci C, et al. European Society of Endocrinology Clinical Guideline: treatment of chronic hypoparathyroidism in adults. Eur J Endocrinol 2015, 173: G1-20. 2. Autori vari. Ipoparatiroidismo. Endowiki. 3. Hendy GN, Cole DEC, Bastepe M. Hypoarathyroidism and pseudohypoparathyroidism. Endotext. 5/5