APPORT ASSOCIAZIONE ITALIANA PREPARATORI PORTIERI. L importanza del preparatore dei portieri nell aspetto psicologico nelle scuole calcio



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ASSOCIAZIONE ITALIANA PREPARATORI PORTIERI L importanza del preparatore dei portieri nell aspetto psicologico nelle scuole calcio di Matteo Bonavolontà preparatore portieri scuola calcio S.S. Lazio L aspetto psicologico è fondamentale in qualsiasi sport, la mente e la psiche dello sportivo vanno tenute in considerazione in ogni loro sfaccettatura nell ambito dell attività sportive. Nella scuola calcio gli atleti sono opportunamente divisi per fasce di età, iniziando con i più piccoli (età compresa tra i 9 e i 10 anni), si imposta l allenamento soprattutto sulla tecnica di base, per far acquisire ai piccoli atleti quei gesti e quelle posture che saranno la base del loro cammino sportivo. Tutto questo sarà improntato su esercitazioni ludiche cosi che i bambini si alleneranno per raggiungere degli obiettivi ma divertendosi. Ritengo che dovrà essere esaltato essenzialmente il gioco, con lo scopo di formare nei ragazzi una personalità con delle proprie certezze e sicurezze in modo che, una volta calzati i guanti da portiere ed entrati tra i pali non abbandoneranno mai più questo ruolo. Per invogliare ancora di più il bambino, si potranno mettere in palio dei premi settimanali e mensili, ed assegnarli, senza creare troppa competizione, al bambino più bravo e diligente o che vince le varie sfide come tiri dal limiti,esercitazioni a stazioni,o gare di rinvii.

Abbiamo appena parlato degli allenamenti che solitamente constano di due sedute settimanali della durata di circa un ora e trenta l una specifica con il preparatore dei portieri, il tutto finalizzato alla gara. In gara, l aspetto psicologico, in questi primi anni da portiere sarà curato dal preparatore, che solo in questi ultimi anni e non in tutte le società professionistiche è presente. Il ruolo di quest ultimo sarà quello di distendere gli animi degli allievi, di farli sentire a loro agio sia dal punto di vista tecnico che personale,con incoraggiamenti continui e rendendoli consapevoli che l errore è parte integrante di quel periodo di crescita calcistica ed umana. Non tutti i bambini affrontano questo ruolo con la consapevolezza di poter sbagliare e con la capacità di saper affrontare eventuali sconfitte ed errori. Saper far fronte a ciò rappresenterebbe un grande pregio perché, pur essendo un gioco, vi assicuro che già a questa età le pressioni ci sono: dal compagno che è pronto ad accusarti per un goal preso, dai genitori che dagli spalti gridano e sono pronti a puntare il dito anche ad un bambino di dieci anni e, a volte, dagli stessi istruttori che non sanno immedesimarsi nel bambino. Tutto ciò crea un forte disagio. Secondo una mia teoria è giusto spronare il bambino a fare bene ad essere concentrato, riprenderlo e fargli capire gli errori, ma i mezzi che giustificano il fine sono importantissimi,si dovrà improntare il richiamo sullo scherzo,sul gioco e fargli comprendere l errore con il sorriso sulle labbra. Il bambino dovrà imparare divertendosi perché il buon allenatore è colui che trasmette entusiasmo, gioia, fiducia ed ottimismo. Abbiamo parlato di allenamenti, metodologie approcci alla gara come relazionarsi e interagire con i piccoli allievi e poi tanta pazienza,ma questo si sa, sappiamo tutti che con i bambini ci vuole pazienza e passione e c è un sacco di gente che dice di volere bene ai bambini ma solo pochi li ascoltano! Salendo con l età, parliamo dell allievo dagli 11 ai 12 anni, sembrerà minima la differenza di uno-due anni ma solo anagraficamente, perché anche solo sei mesi a quell età sono significativi, passiamo dalla categoria Piccoli amici a quella dei Pulcini ed Esordienti, qui ci sarà molta più competizione sia in allenamento che in gara, i portieri a quest età si sono immedesimati totalmente nel ruolo ed hanno una base posturale e tecnica già abbastanza definita.

Adesso ancor più è fondamentale la figura del preparatore, egli dovrà impostare periodicamente piccoli test, senza creare ansie, per capire se tecnicamente l allievo migliora e i concetti vengono acquisiti, dovrà creare una sana competizione tra loro senza tralasciare l aspetto ludico. In questa fascia, d età soprattutto in gara ci saranno sicuramente molte più pressioni, i risultati cominciano a contare e tutti vogliono tutto e subito, vorrebbero che il portiere fosse in grado di salvare la squadra in qualsiasi situazione negativa e di fare miracoli. Tutte queste pressioni sono controproducenti per l allievo e potrebbero creare traumi che possono inibire l allievo. Finora non abbiamo parlato dei genitori,noi preparatori e istruttori stiamo sul campo con l allievo due ore a seduta, le ore restanti della giornata, tolte quelle in cui sono a scuola, le vivono con i propri genitori, sono loro che formano totalmente il bambino. Il bravo genitore non dovrebbe creare forti pressioni, spesso però troviamo persone che non sono riuscite come avrebbero voluto nel campo calcistico e puntano sul proprio figlio per vedere realizzato questo loro desiderio. Vorrebbero vederlo arrivare in serie A o in serie B (quelli più modesti), lo caricano giornalmente di responsabilità e li scatta un meccanismo tremendo nella mente del bambino cosi che, quando sarà solo tra i pali, sentirà, oltre alla pressione dei compagni di squadra dell allenatore, del pubblico, anche quella del genitore, che sarà pronto a sgridarlo non appena entrerà in macchina durante il ritorno a casa per gli errori commessi. L allievo crescerà meglio con la comprensione da parte del preparatore, dell istruttore o appunto del genitore, è sempre giusto ed opportuno correggerlo non davanti a tutti, presterà molta più attenzione se gli si parlerà tranquillamente in disparte a quattr occhi. Arriviamo poi all allievo di tredici-quattordici anni categorie Giovanissimi e Allievi, a quest età ci si rende conto chi davvero ha la stoffa del portiere. Nelle società professionistiche a quest età gli allievi hanno già superato diverse selezioni e sono già tecnicamente e fisicamente molto pronti e ben definiti, con loro il preparatore potrà alzare i carichi dal punto di vista fisico senza tralasciare l aspetto tecnico e soprattutto psicologico. Il preparatore sarà un vero e proprio modello da emulare, dovrà instaurare con gli allievi una rapporto quasi paterno.

In gara il risultato sarà ancora più importante soprattutto a livello professionistico in cui si affronteranno campionati di livello nazionale, il preparatore dovrà sempre svolgere il riscaldamento pre-gara, dovrà interagire con l allievo rassicurandolo, caricandolo e dandogli le motivazioni giuste per affrontare la gara. In queste categorie, al contrario della scuola calcio, i portieri sono spesso in competizione tra loro e ci sarà un titolare a volte inamovibile e una riserva, qui sarà premura del preparatore svolgere un lavoro soprattutto psicologico sulla riserva, dovrà mettere entrambi i portieri sullo stesso piano e trattarli egualmente, anzi dovrà invogliare il secondo sempre più e facilitare i rapporti tra loro ricordandosi che per diventare grandi conta molto più lo slancio di un sorriso che la forza di un rimprovero. Infine passiamo al portiere adulto o quasi, perché nella fascia d età tra i quindici e i diciasette anni, l allievo è boardline con il mondo degli adulti, anzi se nella vita si diventa maggiorenni a diciotto anni, nel calcio si diventa maggiorenni e responsabili all età di quindici-sedici anni perché questo è un ruolo che comporta maggiori responsabilità. Qui il preparatore come detto in precedenza ma è giusto ribadirlo, deve instaurare un rapporto di fiducia totale, deve essere sempre presente sia in allenamento che in gara e deve essere un vero e proprio punto di riferimento. Il preparatore facilitato dalle proprie esperienze come ex-portiere, che ha già vissuto determinate situazioni e circostanze, dovrà essere molto bravo ad immedesimarsi ed entrare nella mente dell allievo per aiutarlo a superare le difficoltà e le avversità che sono parte integrante di questo ruolo bello e difficile. Ho letto un intervista di Luca Marchegiani nella quale ringrazia i suoi guanti, ai quali deve tanto perché lo hanno fatto crescere come calciatore ma soprattutto come uomo, mi allaccio a questa affermazione perché ritengo che indossando la divisa che distingue il portiere dagli altri giocatori ci si sente liberi, il ruolo del portiere regala questa sensazione ed è una delle cose più belle al mondo, preserviamolo, aiutando ed invogliando i giovani portieri perché sono una razza in via d estinzione.

ESERCITAZIONI PORTIERI CATEGORIE PULCINI ESORDIENTI: ESERCIZIO 1 TEMA: LE DEVIAZIONI L Esercitazione consiste nel parare e con la respinta cercare di indirizzarla e fare goal nelle porte difese dagli altri portieri. Un allievo nella porta, il mister calcia su un lato e l allievo respingendo nel modo corretto lateralmente deve cercare di far goal ai compagni che sono posizionati a difesa delle altre porte alla sua dx e sx. Varianti: Il tiro può essere fatto rasoterra rimbalzato o mezz altezza Si assegnano punteggi a seconda dei goal presi o fatti in modo di impostare l esercizio sempre con la priorità che l allievo impari divertendosi. ESERCIZIO 2: TEMA CURARE LA TECNICA DEL TUFFO, LA PRESA E IL RINVIO SIA CON LE MANI CHE CON I PIEDI Un allievo posizionato in porta riceve il tiro dal mister e solo se riesce a bloccare può effettuare il tiro al compagno posizionato nell altra porta. VARIANTI: il tiro può riceverlo dal mister nelle tre varianti raso,rimbalzo e mezza altezza. Dopo aver bloccato il pallone, può effettuare il tiro sia con i piedi modo rinvio, o con le mani raso terra o rimbalzata radente al terreno. Si possono sistemare anche due porte se si para lato dx può fare goal nella porta posizionata a sx e viceversa, in modo da sollecitare a giocare palla sempre nella posizione diversa da dove si riceve, dove nella maggior parte dei casi è concentrata l azione e la numerica degli avversari, naturalmente le porte verranno distanziate adeguatamente alla modalità di tiro. ESERCIZIO 3 TEMA PSICOCINETICA E TECNICA DEL TUFFO SOTTO IL NASTRO. Il portiere posizionato nella porta in mezzo a 4 conetti di colore diverso il mister chiama il colore del conetto che il portiere dovrà toccare con le mani scattando con passi rapidi e dovrà effettuare parata laterale una volta posizionato in modo corretto sotto il nastro rasoterra. VARIANTI: i conetti colorati potranno essere collocati vicino o lontano dal portiere in modo tale si potrà curare il passo incrociato o ritmata nel caso è in una distanza media. Il portiere effettua una capriola prima di toccare il conetto colorato. n.b. importante aspettare a calciare nel momento in cui il portiere è posizionato e con piedi ben saldi a terra in modo tale da curare bene la tecnica di spinta sotto il nastro anche se ne va a discapito la velocità però a quest età è fondamentale acquisire quelle

nozioni (in questo caso non alzare le gambe dopo il tuffo per non far cadere il nastro) fondamentali per la crescita. Matteo Bonavolontà Scuola calcio S.S. LAZIO