Vincolo esterno e inflazione: lo strano caso di Australia, Nuova Zelanda e Turchia. (di Marco Cavedon, postato il 13/05/2014).

Documenti analoghi
Le 7 Frodi Capitali dell Economia Neoliberista (parte 6 di 7) La competitività. (di Marco Cavedon, postato il ).

Le 7 Frodi Capitali dell Economia Neoliberista (parte 5 di 7) Stato come buon padre di famiglia. (di Marco Cavedon, postato il ).

I principali temi della Macroeconomia

Miglioramento della situazione economica

Blanchard, Macroeconomia, Il Mulino 2009 Capitolo I. Un viaggio intorno al mondo. Capitolo I. Un viaggio intorno al mondo

Crisi economica e manovra di stabilizzazione Quali effetti per l agroalimentare?

Eurozona, l 80% del surplus commerciale è tedesco

IL MERCATO DEI BENI DI CONSUMO: STRATEGIE PER LA CRESCITA. Roma, 14 giugno 2016

Fallimenti macroeconomici del mercato: Inflazione e disoccupazione

L ANDAMENTO DEI PRINCIPALI DATI MACROECONOMICI: ECONOMIA ITALIANA ANCORA IN DIFFICOLTA

Economia Provinciale - Rapporto Terziario. 6.2 Commercio Estero CAMERA DI COMMERCIO

Le sfide della politica economica

Macroeconomia: la visione. Cap.16

Università di Bari Facoltà di Economia ESAME DEL CORSO DI ECONOMIA POLITICA II del (VERSIONE A) COGNOME NOME

Introduzione all Economia Internazionale

Esercitazione di Economia Politica Macroeconomia 4 13 giugno 2008

Questionario: Esercitazione 6.5

Scheda Insegnamento Introduzione all economia 2 (microeconomia 1) Corso di Laurea Magistrale in Giurisprudenza a. a. 2008/09

Esercitazioni per il corso di Storia Economica (00-49)

Disoccupazione e inflazione

Università di Bari Facoltà di Economia ESAME DI ECONOMIA POLITICA II Dell (VERSIONE A) COGNOME NOME MATRICOLA

Le nuove frontiere della pace: l impegno per un economia giusta e solidale

Esercitazioni per il corso di Storia economica (00-49) Parte II 12 maggio 2015

Università di Bari Facoltà di Economia ESAME DEL CORSO DI ECONOMIA POLITICA II del (VERSIONE A) COGNOME NOME

Capitolo 2. Contabilità nazionale

Aggiustamento automatico della bilancia dei pagamenti

FLASH SULL ANDAMENTO CONGIUNTURALE IN CROAZIA NEL 2013 E NEL PRIMO SEMESTRE DEL 2014

Forma finanziaria di una crisi reale. Cagliari, 16 dicembre 2011 Maurizio Donato

PRINCIPALI INDICATORI MACROECONOMICI DELLA ROMANIA NEL 2012

Principi di Economia Progetto To-Be. Marco Di Cintio

WORLD ECONOMIC OUTLOOK 2013 E FISCAL MONITOR DEL FONDO MONETARIO INTERNAZIONALE

Cattedra di Mercati e investimenti finanziari

Dalla microeconomia alla macroeconomia

Principi di Economia Progetto To-Be. Marco Di Cintio

Un continente in crisi? 26 Giugno 2006 Riccardo Faini

Pubblichiamo la prima parte di una ricerca realizzata da Raffaella Pucciarello e Michelina Zampino.

PRINCIPALI INDICATORI MACROECONOMICI DELLA ROMANIA NEL TERZO TRIMESTRE DEL 2013

CONTI NAZIONALI E INDEBITAMENTO DELLE AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE

Università di Bari Facoltà di Economia ESAME DI MACROECONOMIA (VERSIONE A)

Notiziario su prospettive e congiuntura dell economia italiana

Capitolo I. Un viaggio intorno al mondo

Gli squilibri finanziari internazionali

Ambasciata d Italia Zagabria

LA BANDA DELL OLTRE IL 3% Dal trattato di Maastricht al Fiscal Compact: chi sfora e chi no

Università di Bari Facoltà di Economia ESAME DI MACROECONOMIA (VERSIONE A) COGNOME NOME MATRICOLA

Capitolo 21 L inflazione

Lo scenario macroeconomico dell agricoltura italiana nell ultimo decennio

Capitolo 18 Introduzione alla macroeconomia e contabilità nazionale

Università degli Studi dell Insubria Facoltà di Economia Anno Accademico: Corso: MACROECONOMIA

Export agroalimentare: nel 2017 varcata la soglia dei 40 miliardi; ma cresce l importazione di prodotti agricoli

i-x_1-179_imbriani_07.qxp :10 Pagina V Indice

Gianfranco Tosini Responsabile Ufficio Studi Siderweb CONGIUNTURA ECONOMICA E ANDAMENTO DEL COMPARTO TRAFILERIE

RAPPORTO CER Aggiornamenti

Corso di laurea magistrale in Economia e strategie per i mercati internazionali Economia pubblica anno accademico

Agroalimentare Made in Italy: export e import dell Italia con i Paesi BRICS e TICKS

LE PREVISIONI MACROECONOMICHE PER IL 2017

TEORIA MONETARIA MODERNA: UTOPIA O REALE STRUMENTO ECONOMICO DI SVILUPPO?

Università di Bari Facoltà di Economia ESAME DEL CORSO DI ECONOMIA POLITICA II del (VERSIONE A) COGNOME NOME

Indice. Biografi e autori L editore ringrazia Prefazione all edizione americana Prefazione all edizione italiana. 3 1 Introduzione alla macroeconomia

Università di Bari Facoltà di Economia ESAME DI MACROECONOMIA (VERSIONE A) COGNOME NOME MATRICOLA

In un ora rispondere alle dieci domande a risposta multipla, alla domanda a risposta aperta, e risolvere l esercizio.

Sistema Monetario internazionale: dal Gold Standard al Gold Exchange Standard (Gli accordi di Bretton Woods)

DOMANDE a risposta multipla (ogni risposta esatta riceve una valutazione di due; non sono previste penalizzazioni in caso di risposte non corrette)

L andamento del Prodotto interno lordo Variazioni % tendenziali - anno 2013

Rapporto sulle economie del Mediterraneo EDIZIONE 2013

UNGHERIA CONGIUNTURA ECONOMICA E COMMERCIO ESTERO

La congiuntura. internazionale

IL WORLD ECONOMIC OUTLOOK

Aggiustamento automatico (bilancia dei pagamenti)

Cattedra di Economia dei mercati e degli intermediari finanziari. Prof. Domenico Curcio. I mercati azionari: un analisi dei trend più recenti

La congiuntura. internazionale

Centro Studi Confagricoltura

Questionario: Esercitazione 4

Aggiustamento automatico della bilancia dei pagamenti

Sommario. Prefazione xv L autore xxiv

Testi adottati: -Bertocco Giancarlo, La crisi e le responsabilità degli economisti, Francesco Brioschi Editore, Milano, 2015 (GB)

La congiuntura. internazionale

Politica economica: Lezione 28

Matricola Cognome Nome

I ESERCITAZIONE MACROECONOMIA

Fallimenti macroeconomici del mercato

Introduzione all Economia Internazionale

N. 1 GIUGNO 2007 FOCUS ECONOMIA REALE

I redditi delle famiglie

Capitolo 11 La domanda aggregata, II. Mankiw, MACROECONOMIA, Zanichelli editore 2004 Capitolo 11: La domanda aggregata, II 1

SEDE DI PALERMO. Le parole dell economia (alcune)

L AMBIENTE PER L IMPRESA

Economia dello sviluppo Paolo Figini Sviluppo e Crescita: definizioni e concetti, fatti e prospettive

UNIVERSITA DEGLI STUDI DI SASSARI DIPARTIMENTO DI SCIENZE ECONOMICHE E AZIENDALI MACROECONOMIA - Anno accademico , I semestre

La congiuntura. internazionale

OBIETTIVI FORMATIVI PREREQUISITI. Lo studente deve aver superato gli esami di Microeconomia e di Storia Economica PROGRAMMA D ESAME.

Economia politica: MACRO vs. MICRO

Bilancia dei pagamenti della tecnologia dell Italia

Il governo può finanziare il suo disavanzo in due modi alternativi:

1. Esercizio sul modello reddito-spesa (13) Dati del sistema: Trovare i valori di: Risultati Punteggio

Krugman et al., L ESSENZIALE DI ECONOMIA, Zanichelli editore S.p.A. Copyright 2007

PRIMA PARTE: POLITICHE MACROECONOMICHE

Il superciclo è finito?

Capitolo 16. Parte prima: Economia internazionale e globalizzazione. Indice degli argomenti:

Consolidamento e sostegno alla crescita

Transcript:

Vincolo esterno e inflazione: lo strano caso di Australia, Nuova Zelanda e Turchia. (di Marco Cavedon, postato il 13//214). Oggi vi voglio parlare di tre paesi e non di tre paesi qualunque, ma tre stati che le fonti ufficiali dipingono come economie benestanti, due dei quali rientrano a pieno rango tra le economie più avanzate secondo la classifica del Fondo Monetario Internazionale. Come mai sono importanti questi stati? Vi ricordate dell inflazione e delle partite correnti? Ne abbiamo parlato diffusamente qui (http://www.memmtveneto.altervista.org/frodi3.html) e qui (http://www.memmtveneto.altervista.org/frodi6.html). Riassumendo, l economia mainstream dipinge l inflazione come uno dei mali peggiori, come qualcosa che necessariamente mina alla base la solidità di tutti i parametri macroeconomici più importanti, quali l occupazione e il reddito nazionale; mentre la competitività (saldo positivo delle partite correnti) è assolutamente necessaria, in quanto una nazione può sopravvivere di fatto solo facendo sì che un altra soccomba, nella gara globale al ribasso dei prezzi e dei salari reali dei lavoratori al fine di esportare il più possibile beni reali in cambio di beni finanziari. Bene, oggi vedremo come questi tre paesi di cui sopra accennavo, di fatto con le loro serie storiche smontano ancora una volta questi falsi miti, creati ad hoc per spaventare le persone e giustificare le politiche criminali oggi imposte da tutti i governi dell Eurozona (tra cui ovviamente il caso Italia non è da meno, come sovente accade quando si tratta di fare il male e non il bene). Consideriamo in prima istanza l Australia: si tratta di un paese assai ricco di materie prime, un paese quindi fortemente esportatore, ma anche fortemente importatore per quanto riguarda i prodotti finiti: http://it.wikipedia.org/wiki/economia_dell%27australia Come farà mai questo stato ad essere fra le prime economie al mondo? Grazie alle sue materie prime ovviamente; senz altro noi Italia non possiamo pensare di essere uno stato autonomo con una sua moneta, perché non abbiamo materie prime, mentre l Australia ne è ricchissima e campa di surplus commerciali. Bene, ancora una volta facciamo affidamento alle fonti ufficiali e andiamo a vedere se veramente le cose stanno così: 12 Dati Macroeconomici Australia 1 8 6 4 % 2-2 198 199 2 22 24 26 28 21 212-4 -6-8 PIL (prezzi costanti) Disoccupazione (% forza lavoro) Saldo partite correnti () Signore e signori, ho il piacere di presentarvi il caso Australia. A quanto pare il fatto di essere ricchi di materie prime non necessariamente comporta di avere dei surplus col settore estero (vedere linea gialla sopra che rappresenta il saldo delle partite correnti). Ebbene, l Australia dal 198 fino

al 213 ha registrato costantemente forti disavanzi dei suoi pagamenti con l estero (al contrario dell Italia, vedere qui: http://www.memmtveneto.altervista.org/frodi4.html). Nonostante ciò, non sembra affatto che la sua economia ne abbia risentito, con aumenti percentuali annui del PIL sempre ragguardevoli (in media circa 3-4% all anno) e un livello di disoccupazione che solo in due anni superò la soglia del 1%, per poi ridiscendere in maniera pressoché costante e stabilizzarsi ad un livello inferiore al 6% (più o meno la disoccupazione che oggi ha la Germania, che vive di esportazioni). Mah che strano. Come mai tutto ciò? Forse che l aumento del reddito di una nazione non è dovuto solo agli scambi finanziari con l estero, ma anche ad altre entrate, quali ad esempio la spesa pubblica, che non a caso aumentò sempre in maniera costante, mentre il debito pubblico (somma dei deficit annuali di uno stato) subì un impennata proprio a partire dalla crisi finanziaria del 27? Spesa e debito Australia 7 3 6 3 Miliardi dollari 4 3 2 1 198 199 Spesa totale (valuta nazionale) Debito pubblico / PIL 2 22 24 26 28 21 212 Debito pubblico (valuta nazionale) 2 2 1 1 Ma vediamo ora (per levarci ogni dubbio) anche il caso della Nuova Zelanda, paese che al contrario dell Australia è povero di materie prime (esattamente come la sfortunata Italia): http://it.wikipedia.org/wiki/nuova_zelanda#economia.

1 Dati Macroeconomici Nuova Zelanda 1 % 198 199 2 22 24 26 28 21 212 - -1 PIL (prezzi costanti) Disoccupazione (% forza lavoro) Saldo partite correnti () Arghh! Di nuovo un paese con forti deficit nei confronti dell estero ma con altri parametri macroeconomici in regola, uno stato che attualmente ha una disoccupazione pari al 6% (meno della metà rispetto quella nostra, nonostante nel 213 l Italia sia tornata ad avere un surplus nelle partite correnti, dovuto però ahimè al calo dei consumi, quindi anche delle importazioni: http://www.memmtveneto.altervista.org/frodi7.html). Per qualche strano motivo che gli economisti mainstream si guardano bene dall analizzare, qualcosa non quadra. Non sarà forse per merito anche qui di una crescita della spesa dello stato e di un debito pubblico che aumenta in tempo di crisi finanziaria (dal 27 in poi)? Spesa e debito Nuova Zelanda 9 8 Miliardi Dollari 8 7 6 4 3 2 1 198 199 2 22 24 26 28 21 212 Spesa totale (valuta nazionale) Debito pubblico (valuta nazionale) Debito pubblico () 7 6 4 3 2 1

Anche in questo caso, è esattamente ciò che è successo! Per quanto riguarda l altro grande spauracchio, ossia, l inflazione, divertiamoci ulteriormente andando a guardare le serie storiche di un paese non certo tra le economie più avanzate e nemmeno tra i più democratici e rispettosi dei diritti umani e del bene della popolazione, ossia, la Turchia: http://it.wikipedia.org/wiki/turchia#economia Dati Macroeconomici Turchia 2 12 1 1 1 8 Variazione % 6 4 Inflazione (%) 1981-1983 198 1987 1989 1991 1993 199 1997 1999 21 23 2 27 29 211 213 2-1 Disoccupazione PIL prezzi costanti (aumento %) Inflazione Allora, non prendete paura. Ho usato un grafico a doppio asse y al fine di poter analizzare contemporaneamente tutti i dati macroeconomici più rilevanti, ossia, inflazione (asse a destra), disoccupazione e aumento percentuale del PIL (asse a sinistra). Come si evince dai dati sopra, dal 1981 al 22 circa la Turchia ha sempre avuto un inflazione molto elevata (superiore quasi sempre al 4% di aumento annuo). Nonostante ciò, registrò molto spesso aumenti annui del reddito nazionale (PIL) circa pari o superiori al % (con picchi vicini al 1%), mentre la disoccupazione non sembrò risentirne affatto, attestandosi su valori moderati per poi incredibilmente superare le due cifre proprio in corrispondenza del forte abbassamento dell inflazione a partire dal 22. In questo caso dunque il modello della Curva di Phillips sembra dare ragione all economia mainstream, che tuttavia preferisce rispetto all alta inflazione avere più persone che il reddito proprio non lo percepiscono (svalutato o meno che sia). Dove l economia mainstream non ha però ragione è sul parallelismo tra spesa pubblica e aumento dell inflazione:

Spesa e debito Turchia Miliardi Lire 7 6 4 3 2 1 9 8 7 6 4 3 2 1 21 22 23 24 2 26 27 28 29 21 211 212 213 Spesa totale (valuta nazionale) Debito pubblico (valuta nazionale) Debito pubblico () Sia la spesa totale del governo che il debito pubblico (in valori assoluti) sono sempre aumentati, mentre il debito pubblico in rapporto al PIL è pressoché sempre calato, segnale del fatto che ad un aumento della liquidità disponibile sono aumentati in misura maggiore i consumi interni in beni e servizi (e quindi anche il reddito interno aggregato). Come abbiamo più volte ribadito infatti (http://www.memmtveneto.altervista.org/frodi3.html), se ad un aumento dell offerta di moneta aumenta anche la produzione, l inflazione non ne risente e in questo caso è pure calata. Questo articolo è nato da un idea del nostro referente economico Daniele della Bona e da un esempio riportato da Warren Mosler nel corso della riunione con gli attivisti ME-MMT tenutasi a Chianciano domenica 12 gennaio 214 (e trascritta magistralmente da Mario Volpi). Un particolare grazie a tutti. Nota: tutti i grafici di cui sopra sono stati ottenuti mediante elaborazione dei dati ricavati dal sito del Fondo Monetario Internazionale, World Economic Outlook Database: http://www.imf.org/external/index.htm In alcuni casi i dati per gli anni 8 del secolo scorso non sono disponibili.