Perché Calvino? Attenzione al mondo naturale in tutte le sue manifestazioni (dagli scritti autobiografici a quelli d invenzione) Attenzione alle trasformazioni del paesaggio che seguono le trasformazioni sociali (es. La speculazione edilizia, La nuvola di smog ) Attenzione al ruolo dell umano nella società industriale (Marcovaldo, Gli amori difficili ) Attenzione alla continuità che caratterizza le forme di vita (Le cosmicomiche, Palomar )
Testimonianza autobiografica (1960) «La guerra partigiana si svolgeva negli stessi luoghi che mio padre mi aveva fatto conoscere fin da ragazzo. Così approfondii la mia immedesimazione in quel paesaggio, e vi ebbi la prima scoperta del lancinante mondo umano»
Nesso biografico: sentimento della natura e adolescenza: «in questa età, noi vediamo un fanciullo chiamato incidentalmente Italo Calvino, davanti al mare di Sanremo o immerso nell orto botanico del padre, o fuggitivo per gli innumerevoli sentieri dei monti boschivi. Nel felice, pieno contatto del fanciullo con la natura, nessun pensiero speculativo turba le sue immagini. La natura e il fanciullo sembrano fatti della stessa materia. Il fanciullo è albero, è alga, è pesce, è lepre, è aria, sole, pioggia. Tra sé e il mondo che lo circonda non esiste alcun diaframma: i nomi delle cose sembrano i nomi che la natura ha dato a se stessa» (Bonura, 1974, p. 105).
«sentimento profondo e minuzioso della campagna; dove altri scrittori parlerebbero confusamente di alberi, lui elenca con gusto tutte le specie arboree della sua Liguria, dai limoneti ai contorti fichi, ai ciliegi alle brune fronde, ai teneri cotogni, e i peschi, i mandorli, i giovani peri, i prodighi susini, e sorbi e carrubi e gelsi e noci annosi; e più su l uliveto, e lecci e platani e roveri; ed i pini, i faggi e i castagni, ed il bosco che non ha fine. E dove altri, andando in campagna, o portandovi il protagonista, hanno tutt al più il presentimento d una vita animale, lui ha l occhio sempre ai ghiri, alle vespe, alle gazze, ai lombrichi, alle ghiandaie, alle farfalle, agli scriccioli, ai rampichini, alle rane; e agli scoiattoli, ai cardellini, alle cincie, alle larve che dormono nelle minute gallerie senza fine che corrono entro la scorza di un tronco» (P. Monelli, Scrittori al girarrosto,, Milano, Mondadori, 1964).
Il marxismo spiegato ai gatti (1946) «propendo per una concezione dell uomo come non staccato dal resto della natura, di animale più evoluto in mezzo agli altri animali, e mi sembra che una tale concezione non abbassi l uomo, ma gli dia una responsabilità maggiore, lo impegni a una moralità meno arbitraria, impedisca tante storture»
Le capre di Bikini «Vi siete mai chiesti che cos avranno pensato le capre, a Bikini? E i gatti nelle case bombardate? E i cani in zone di guerra? E i pesci allo scoppio dei siluri? Come avranno giudicato noi uomini in quei momenti, nella loro logica che pure esiste, tanto più elementare, tanto più stavo per dire umana?»
Italo Calvino (1923-85) Pavese lo definisce scoiattolo della penna Prime prove narrative engagées (Il sentiero dei nidi di ragno, Ultimo viene il corvo) il tema dominante è la Resistenza
I registri della scrittura di Calvino: 1. politico-realistico (Il sentiero dei nidi di ragno, Gli amori difficili, La formica argentina, La speculazione edilizia, La nuvola di smog) 2. favolistico (Fiabe italiane, I nostri antenati, Marcovaldo, Cosmicomiche) 3. saggistico-narrativo (Palomar, La collezione di sabbia, Sotto il sole giaguaro, Lezioni americane)
Tematiche calviniane 1. la natura; 2. la guerra; 3. il dopoguerra; 4. la natura in città; 5. il mondo delle macchine
Marcovaldo o le stagioni in città (1963) 20 novelle ogni novella è dedicata a una stagione il ciclo di quattro stagioni si ripete cinque volte stesso protagonista, Marcovaldo stesso schema: osservazione dei fenomeni naturali sullo sfondo della città industriale sogno di ritornare a uno stato di natura delusione
Marcovaldo In mezzo alla città di cemento e asfalto, Marcovaldo va in cerca della Natura. Ma esiste ancora questa Natura? Quella che egli trova è una Natura dispettosa, contraffatta, compromessa con la vita artificiale
Marcovaldo (pubblicazione: 1963, composizione: 1952-63) Malinconia struggente e meteorologica, fatta di foglie che cadono, di pomeriggi troppo pieni di sole e di spifferi improvvisi di gelo; più avanti ancora, un impressione di complessità crescente, di prospettive che si assottigliano e si moltiplicano, una sensazione di vertigine, di vasti spazi bui e profondi che si spalancano sotto i piedi (Scarpa, 151)
Il protagonista Un animo semplice, padre di famiglia, uomo di fatica Un eroe-povero diavolo alla Charlie Chaplin Un uomo di Natura, un buon selvaggio esiliato nella società industriale Viene da un altrove indefinito: è un immigrato
In mezzo alla grande citta, Marcovaldo Scruta il raffiorare delle stagioni nelle vicende atmosferiche e nei minimi segni di una vita animale e vegetale Sogna il ritorno a uno stato di natura Va incontro a un immancabile delusione
Pessimismo o ottimismo? L uomo contemporaneo ha perduto l armonia tra sé e l ambiente in cui vive, e il superamento di questa disarmonia è un compito arduo, le speranze troppo facili e idilliche si rivelano sempre illusorie. Ma l atteggiamento che domina è quello dell ostinazione, della non-rassegnazione
Posizione del libro Nostalgia per un mondo perduto? Critica per la disumanità della civiltà industriale? In realtà la critica alla civiltà industriale si accompagna alla critica di ogni vagheggiamento per un paradiso perduto Critica dell idillio industriale (mito del progresso) e critica dell idillio campestre (mito di un passato idealizzato)
Palomar (1983) Gestazione di quasi otto anni (1975-1983) Raccoglie racconti pubblicati su quotidiani (Il Corriere della Sera, La Repubblica) Fa pendant con un libro di saggi, La collezione di sabbia
Palomar È È il personaggio più scopertamente autobiografico di Calvino È È un osservatore meditabondo, un Marcovaldo ingentilito, non più selvaggio ma culturalmente sensibilizzato allo sguardo riflessivo sul mondo Sta un passo prima del filosofo, un passo dopo la semplice presenza nel mondo A A metà strada tra Leopardi e Buster Keaton
Palomar Dal nome dell osservatorio astronomico, è egli stesso un osservatore, un occhio che riflette senza moralismi Doveva essere affiancato da un alter-ego, il signor Mohole, ma alla fine alcune caratteristiche di questo vengono inglobate in lui La morale di Palomar vs. il moralismo di Mohole
Struttura del libro 27 racconti in tre sezioni: Le vacanze di Palomar Palomar in città I silenzi di Palomar
Struttura del libro Tre aree tematiche e livelli descrittivi dell esperienza: 2. visiva (descrizione) 3. antropologico-culturale (racconto) 4. speculativa (meditazione)
Struttura del libro Tre tipi di spazio: 3. Natura (spiaggia, giardino, cielo) 4. Città (Roma, Parigi) 5. Viaggio (Giappone, Messico) Il tempo è spazializzato, diviene parte della mappa. È lo spazio la dimensione privilegiata
Strategie narrative Osservazione Ascolto Silenzio Ritrarsi dell io Antropomorfismo e non antropocentrismo Prove tecniche di esperienza del non umano
Da un intervista del 1967 Io non sono tra coloro che credono che esista solo il linguaggio, o solo il pensiero umano. [ ] Io credo che esista una realtà e che ci sia un rapporto (seppure sempre parziale) tra la realtà e i segni con cui la rappresentiamo. [ ] Io credo che il mondo esiste indipendentemente dall uomo; il mondo esisteva prima dell uomo ed esisterà dopo, e l uomo è solo un occasione che il mondo ha per organizzare alcune informazioni su se stesso. Quindi la letteratura per me è una serie di tentativi di conoscenza e di classificazione delle informazioni sul mondo, il tutto molto instabile e relativo ma in qualche modo non