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SOMMARIO 1 PREMESSA...1 2 NORMATIVA VIGENTE...3 3 CRITERI GENERALI E APPROCCIO ALL INTERVENTO...5 4 DESCRIZIONE DELLO STATO DI FATTO...6 5 DESCRIZIONE DELL INTERVENTO...9 6 MANUTEZIONE...12 Sommario- I

1 PREMESSA La presente relazione tecnica specialistica è relativa agli interventi sull impianto di pubblica illuminazione facente parte dei lavori compresi nel progetto di recupero del complesso edilizio Ex Pilsen, San Marco, Venezia. L area di intervento si affaccia su Bacino Orseolo, a nord-ovest di piazza San Marco, tra calli Zorzi, Ramo del Selvadego, Frezzaria e fondamenta Orseolo. Si descrivono nel seguito i criteri e le scelte progettuali, correlate da analisi e dimostrazioni di funzionalità. Figura 1. Inquadramento generale dell area dell intervento Figura 2. Foto aerea dell area dell intervento 1/12

Figura 3. Facciata su lato Bacino Orseolo Committente è Mediterraneo Sviluppo srl che intende avviare la ristrutturazione edilizia, l adeguamento funzionale e normativo dell immobile. Architetto è Alberto Torsello, TA srl. Il progetto delle strutture e degli impianti è a cura di Favero&Milan Ingegneria SpA. Si prevede l impiego di tecnologie innovative abbinate all uso di materiali che recuperino le tradizioni del costruire veneziano, con particolare attenzione al consumo energetico ed alla durabilità degli elementi. 2/12

2 NORMATIVA VIGENTE Sono state assunte a base del presente progetto le indicazioni fornite dalle vigenti Norme CEI, tabelle e norme UNI, per una realizzazione degli impianti "a regola d'arte" come prescritto dalla Legge n. 186 del 1 marzo 1968, Legge Regionale 7 agosto 2009, n. 17, ed in particolare: Norme CEI - Comitato Elettrotecnico Italiano - Norma CEI EN 60598-1: Apparecchi di illuminazione - Requisiti generali; - Norma CEI EN 60598-2-3: Apparecchi di illuminazione stradale; - Norma CEI EN 61547: Apparecchiature per illuminazione generale - Prescrizioni di immunità EMC; - Norma CEI 64-7: Impianti elettrici di illuminazione pubblica (1998); - Norma CEI 64-8: Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 100 V in corrente alternata e a 1500 V in corrente continua (2007); - Norma CEI 11-4: Esecuzione delle linee elettriche aeree esterne (1998); - Norma CEI 11-17: Impianti di produzione, trasmissione e distribuzione di energia elettrica -Linee in cavo (2006); - Norma CEI 34-48: Alimentatori per lampade a scarica (1991); - Norma CEI 34-21: Apparecchi d illuminazione (1990); - Norma CEI 34-46: Dispositivi d innesco (1991); - Norma CEI 34-63: Condensatori per circuiti con lampade a scarica (1993); - Norma CEI 70-1: Gradi di protezione degli involucri - Codice IP (1997); - Norma CEI 34-21: Apparecchi di illuminazione - Parte 1: Prescrizioni generali e prove (2005); - Norma CEI 34-33/V1/05: Apparecchi di illuminazione - Parte 2-3: Prescrizioni particolari Apparecchi per l illuminazione stradale; Norme UNI - Ente Italiano di Unificazione - Norma UNI EN 40: Sostegni per l illuminazione: dimensioni e tolleranze; - Norma UNI 11248: Illuminazione stradale (2007); - Norma UNI 12464: Illuminazione posti di lavoro all aperto; - Norma UNI 13201-1: Illuminazione stradale - Parte 1: Selezione delle categorie illuminotecniche (2004); - Norma UNI 13201-2: Illuminazione stradale - Parte 2: Requisiti prestazionali (2004); - Norma UNI 13201-3: Illuminazione stradale - Parte 3: Calcolo delle prestazioni (2004); - Norma UNI 13201-4: Illuminazione stradale - Parte 4: Metodi di misurazione delle prestazioni fotometriche (2004); - Norma UNI 10439: Requisiti illuminotecnici delle strade con traffico motorizzato; - Norma UNI 10819: Requisiti per limitazione dispersione verso l'alto del flusso luminoso; - Tabelle UNI 35023: Cavi per energia isolati con gomma o con materiale termoplastico aventi grado di isolamento non superiore a 4 - Cadute di tensione; - Tabella UNI 35026: Cavi elettrici isolati con materiale elastomerico o termoplastico per tensioni nominali di 1000 V c.a. e 1500 V c.c. - Portate di corrente in regime permanente per posa interrata; - Norma DIN 5044 - Requisiti illuminotecnici delle strade con traffico motorizzato; 3/12

Leggi, Decreti e Circolari - Decreto Ministeriale 14 gennaio 2008: Norme tecniche relative ai "Criteri generali per la verifica di sicurezza delle costruzioni e dei carichi e sovraccarichi"; - Decreto Interministeriale 22 gennaio 2008, n. 37: - "Norme sulla sicurezza degli impianti" - (ex Legge n. 46 del 05.03.1990 - ex D.P.R. n. 447 del 06.12.1991); - Decreto Legislativo 09 aprile 2008, n. 81: - "Attuazione dell'art. 1 della legge 3 agosto 2007, n.123, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro ; - Legge 01 marzo 1968 n. 186: - Disposizioni concernenti la produzione di materiali, apparecchiature, macchinari, installazioni e impianti elettrici ed elettronici; - Legge 18 ottobre 1977 n 791 : - Attuazione della direttiva CEE relativa alle garanzie di sicurezza che deve possedere il materiale elettrico destinato ad essere utilizzato entro alcuni limiti di tensione; - Decreto Legislativo 30 aprile 1992, n. 285 - Nuovo Codice della Strada e successive modifiche (Aggiornamento 1995); - Decreto Ministeriale n. 6792 del 05 novembre 2001: - Norme funzionali e geometriche per la costruzione delle strade - (emanato dal Ministero Infrastrutture e Trasporti); - D.P.R. 495/1992 - Regolamento di esecuzione e di attuazione del Nuovo Codice della Strada; - Decreto Legislativo 360/1993 - Disposizioni correttive ed integrative del Codice della Strada approvato con Decreto Legislativo n. 285 del 30.04.1992; - D.P.R. 503.96 - Norme sull eliminazione delle barriere architettoniche; - Legge n. 10 del 09 gennaio 1991 - Norme per l attuazione del Piano energetico nazionale in materia di uso razionale dell energia, di risparmio energetico e di sviluppo delle fonti rinnovabili di energia; - Decreto Ministeriale 12 aprile 1995 - Supplemento Ordinario n. 77 alla G.U. n. 146 del 24.06.1995 Direttive per la redazione, adozione ed attuazione dei piani urbani del traffico; - Direttiva 83/189/CEE (Allegato II) - Legge 21 giugno 1986, n. 317 - Realizzazione degli impianti a regola d arte ; 4/12

3 CRITERI GENERALI E APPROCCIO ALL INTERVENTO L impianto di illuminazione pubblica per l area deve innanzitutto garantire le condizioni di visibilità per la sicurezza, la scorrevolezza ed il comfort pedonale. Nelle aree con prevalente o esclusivo traffico pedonale è fondamentale assicurare la sicurezza ai cittadini in relazione agli incidenti stradali e agli atti criminosi (scippi, aggressioni, atti vandalici ); consentire ai pedoni il riconoscimento dell ambiente in cui si trovano; realizzare, nelle aree commerciali e nei centri storici le condizioni per cui il pedone possa apprezzare il contesto ambientale/architettonico che lo circonda. Gli obiettivi fondamentali da perseguire nel progetto illuminotecnico delle aree urbane sono: - Integrazione del sistema di illuminazione nel contesto urbano. - Riduzione dell impatto economico, energetico ed ambientale - Sicurezza Stradale L illuminazione dei centri storici deve consentire la corretta visione dell ambiente urbano senza alterare in modo sostanziale la percezione dei vari elementi architettonici di rilievo, andando comunque a stabilire delle gerarchie visive. In generale sono da evitare gli effetti cromatici e i corpi illuminanti dovrebbero essere di minor impatto possibile nel contesto ambientale. Eventuali integrazioni devono essere realizzate tramite l adozione di corpi illuminanti in stile, per una migliore integrazione dell elemento nel contesto storico. L intervento sarà particolarmente sensibili a tematiche di sostenibilità, in particolare per la riduzione dei consumi energetici e dell inquinamento luminoso. Le sorgenti luminose selezionate avranno un efficienza luminosa non inferiore a 100 lm/w e sarà previsto un regolatore di flusso per permettere di ridurre in modo uniforme il livello d illuminazione nelle ore notturne in cui il flusso pedonale si riduce notevolmente, mantenendo costante il valore della luminanza. I corpi selezionati permetteranno inoltre un ottima riduzione dell inquinamento luminoso. La zona d intervento è stata oggetto di diversi sopralluoghi per la valutazione dei parametri d influenza per studiare la presenza di particolari elementi di potenziale rischio. 5/12

4 DESCRIZIONE DELLO STATO DI FATTO L illuminazione pubblica dell ambito risulta, per tratti, insufficiente a soddisfare i requisiti sopra esposti, definendo aree scarsamente illuminante o illuminate in modo inopportuno. Figura 4. Illuminazione pubblica del Bacino Orseolo L estrema particolarità dell ambito, la sua consistenza storica e paesaggistica, la presenza dell acqua, richiedono sensibilità ed attenzione per addentrarsi in aspetti di storicità dell area, intesa sia come ambito urbano del centro storico sia più strettamente connessa alla sistema stesso di illuminazione. Figura 5. Illuminazione pubblica del Bacino Orseolo 6/12

Figura 6. Illuminazione pubblica del Bacino Orseolo Figura 7. Illuminazione pubblica del Calle del Selvadego 7/12

Figura 8. Illuminazione pubblica del Bacino Orseolo Figura 9. Illuminazione pubblica del Bacino Orseolo Come si evince dalle foto, all illuminazione base costituita da lampioni a mensola a sbalzo dagli edifici, si sono nel tempo sovrapposti proiettori integrativi per incrementare il livello di illuminamento altrimenti insufficiente. Le Calli Zorzi, Selvadego e Frezzaria sono invece illuminati anche con lampade in armatura a sospensione su tesate in acciaio. Gli angusti spazi sotto i collegamenti tra gli edifici che scavalcano le Calli, elemento tipico dell architettura urbana veneziana, sono illuminati con plafoni. Si riporta nel seguito planimetria dello stato di fatto con rilievo dei corpi illuminanti presenti. 8/12

5 DESCRIZIONE DELL INTERVENTO In accordo ai principi e agli obiettivi di progetto prima esposti, l intervento è stato calibrato per garantire il massimo rispetto dell identità e conformazione del centro storico e nel contempo il contenimento dei consumi energetici, la riduzione dell inquinamento luminoso e la riduzione dei costi di manutenzione e gestione. A tal fine si prevede di perseguire un miglioramento dell illuminazione tramite la sostituzione dei corpi illuminanti attuali con nuove lampade più efficienti a LED e, ove si riscontri carenza di illuminazione per particolari geometrie dello spazio urbano, l integrazione con nuovi corpi illuminanti realizzati in stile. Inoltre si propone la rimozione dei proiettori aggiuntivi superfetazioni, poco consoni alle caratteristiche storiche dell ambito. L utilizzo delle lampade a LED, che possono essere alloggiate nelle armature pre-esistenti senza particolare complessità, permette numerosi vantaggi quali: - elevato risparmio energetico connesso ad un efficienza luminosa estremamente elevata, fino al 50% rispetto alle soluzioni al sodio; - diminuzione dei costi di gestione in ragione dell incremento della vita utile della lampada fino all 80%; - miglioramento del comfort visivo, grazie alla temperatura del colore e alla resa cromatica che permettono di illuminare in maniera corretta i cromatismi dell architettura storica dell ambito d intervento; - possibilità futura di dimmeraggio del sistema per un ulteriore risparmio energetico fino al 30%; - minor inquinamento luminoso. L utilizzo di questa tecnologia è quindi in accordo ai requisiti del protocollo di certificazione Leed, comportando un minor consumo di energia e determinando un minor inquinamento luminoso. La classificazione della zona di intervento ai fini della categoria illuminotecnica è stata effettuata in conformità alle prescrizioni della norma UNI EV 13201-2: Tipo di strada: F / Strade locali urbane: centri storici (utenti principali: pedoni, non ammessi gli altri utenti) La categoria illuminotecnica risulta essere la CE5/S3 Con riferimento all analisi dei rischi, non risultando particolari situazioni potenzialmente pericolose, si è proceduto alla valutazione dei rischi sulle prescrizioni legate alla categoria di riferimento condizionata dai parametri di influenza suggeriti dalla norma UNI citata. L area è caratterizzata da geometrie complesse, con strade di larghezza variabile, percorsi non lineari ed in prossimità di cigli delle banchine della Laguna. Questo comporta un aumento della complessità del compito visivo (-1). Il rischio di aggressione è medio (-1). Si prevede di utilizzare corpi illuminanti a LED con resa cromatica R> 65 (conforme alla L.R. 17/2009, art. 9) per migliorare la percezione visiva dell architettura del centro storico (+1). Si ritiene quindi di dover adottare una categoria illuminotecnica di progetto CE4. Fissata la categoria di progetto illuminotecnico CE4, si perviene all identificazione dei requisiti prestazionali dell impianto: - Illuminamento medio minimo E=10 lux - Rapporto tra illuminamento minimo ed illuminamento medio Uo= 0,4 9/12

CARATTERISTICHE E SCELTE PROGETTUALI Gli impianti di illuminazione avranno le seguenti caratteristiche: Tipo d impianto: Tensione d alimentazione: Sistema di distribuzione: Caduta di tensione massima ammessa: Classificazione area di progetto: Classe dell area di progetto: Tipo d alimentazione Fattore di manutenzione in derivazione 400/230 V TT 5% UNI 11248 F cavi in linea aerea 0,8 L allacciamento elettrico alle dorsali di alimentazione in linea aerea già esistenti sarà realizzato mediante conduttore in cavo tipo FG70R 2x2mm 2. Le parti metalliche degli impianti elettrici e degli apparecchi utilizzatori saranno protette contro i contatti indiretti. Esse sono normalmente non in tensione ma, per cedimento dell isolamento principale o per altre cause accidentali, possono trovarsi sotto tensione (masse). La protezione sarà attuata con il collegamento di tutte le parti metalliche al conduttore di protezione. Gli apparecchi impiegati ed i cavi saranno invece con doppio isolamento (classe II). I corpi illuminanti 13 e 14 (si veda planimetria allegata) saranno realizzati con armature in sospensione su tesate in acciaio e gonnelle del tutto equivalenti a quelle del corpo 9 esistente su Calle Zorzi. Si procederà ad un rilievo della geometria e delle caratteristiche estetiche del corpo illuminante 9 e ad una riproduzione in stile. Il corpo illuminante 15 sarà invece del tipo a mensola a sbalzo e sarà realizzato sulla base geometria del corpo illuminante 3. Analogamente, il corpo illuminante 16 sarà del tipo a mensola a sbalzo e realizzato in stile sul riferimento dei corpi a mensola presenti sul Bacino Orseolo. I corpi illuminanti saranno dotati di dispositivo automatico di controllo della temperatura interna per una protezione su ogni singolo LED ai picchi di tensione della rete mediante diodo di protezione, equipaggiati con lampade da 1 led per modulo, Ra 80 1735lm, 19W - 4000K (Efficienza > 90 lm/w). Il rendimento totale dell apparecchio è prossimo al 100%. Ogni modulo led sarà equipaggiato con una lente ad alta efficienza 130 x70. I prodotti adoperati saranno in conformità alle norme EN60598 - CEI 34 21 e avranno grado di protezione secondo le norme EN60529. Figura 10. Emissione luminosa del corpo illuminante 10/12

Si riportano nel seguito i render a colori sfalsati del livello di illuminamento orizzontale mantenuto e della luminanza per il Bacino Orseolo in cui si verificano le condizioni Em>15 lux L<1 cd/mq. Figura 11. Render a colori sfalsati Illuminamento orizzontale Figura 12. Render a colori sfalsati Luminanza (si segnala che l alterazione software nel render a colori sfalsati della luminanza è dovuta al bacino idrico) Si riporta nel seguito planimetria con indicazione dei nuovi corpi illuminanti di progetto. 11/12

6 MANUTEZIONE Nella tabella seguente sono riportati i principali interventi di manutenzione programmata. La vita delle lampade riportata è intesa come vita media. Sostituzione delle lampade: Verifica stato collegamento e serraggio dei conduttori Verifica stato e pulizia dell apparecchio illuminante Verifica dell impianto di terra Prova di funzionamento degli interruttori differenziali Verifica stato del quadro elettrico e apparecchiature Controllo dello stato di fissaggio del corpo illuminante Verifica dei puntamenti 8000 h (2 anni solari) 2 anni 2 anni 2 anni 6 mesi 6 mesi 2 anni 2 anni 12/12