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49 Bollettino di Statistica Il sistema economico della provincia di Napoli nei primi otto mesi del 2010 MONITORAGGIO ECONOMICO Finisce la crisi; non riparte l economia CRIMINALITA E SVILUPPO ECONOMICO IN PROVINCIA DI NAPOLI

Bollettino di Statistica 50 Gruppo di Lavoro Istituto G. Tagliacarne Alessandro Rinaldi, Dirigente Responsabile Area Studi e Ricerche Paolo Cortese, Responsabile osservatori Economici Stefania Vacca, Ricercatrice Simona La Cioppa, Ricercatrice Cristian Mastrofrancesco, Elaborazione dati

51 Bollettino di Statistica 1. Il quadro economico 1.1 Le performance delle imprese napoletane nei primi otto mesi del 2010 Attualmente, le economie locali sembrano ancora risentire delle ripercussioni della fase recessiva, soprattutto a causa della stagnazione della spesa delle famiglie, di un elevato clima di incertezza e della volatilità dei mercati finanziari, fattori che hanno condizionato, inevitabilmente, anche le performance delle imprese della provincia di Napoli. Dall indagine telefonica 1 realizzata a settembre 2010, riguardante l andamento della seconda metà del 2009 ed i primi mesi del 2010 si registra una fase ancora delicata; in ogni caso, una situazione comune a larga parte delle economie locali dato l attuale momento congiunturale. Dai risultati quantitativi relativi all andamento tendenziale dei principali indicatori di performance delle imprese della provincia di Napoli, emerge, infatti, che le variazioni dei primi otto mesi del 2010/2009 mostrano una ulteriore flessione rispetto alle variazioni 2009/2008. In particolare, nei primi otto mesi del 2010, i livelli di produzione e fatturato segnano una contrazione, rispettivamente di -12,5 e -10,4 punti percentuali, rispetto allo stesso periodo del 2009 e seguono una dinamica di progressiva accelerazione delle contrazioni registrate tra il 2008 e il 2009 (rispettivamente 10% e -7,6%). I livelli occupazionali risentono in maniera rilevante del rallentamento dell economia. Infatti, il trend di contrazione del numero di addetti registrato negli anni 2008-2009 (-1,9%) accelera in maniera significativa tra il 2009 e il 2010 (-8,7%), evidenziando le particolari criticità che affliggono il mercato del lavoro provinciale. La dinamica più recente del portafoglio ordini comprova il perdurare delle difficoltà (variazione primi otto mesi 2010/2009-17,1%) che potrebbero, trattandosi di un indicatore in qualche modo anticipatore, caratterizzare il sistema economico locale, almeno nel breve periodo. A fronte di ciò, l analisi della dinamica degli investimenti segnala una certa vivacità del tessuto imprenditoriale locale. Infatti, pur seguendo un trend decrescente, le variazioni 2009/2008 (+0,8%) e dei primi otto mesi del 2010/2009 rimangono in area positiva. I trend rilevati a livello aggregato nei primi otto mesi del 2010/2009 sono, tra l altro, il risultato di andamenti differenti tra i vari settori economici. Il comparto industriale sembra aver risentito in misura maggiore delle ripercussioni della recessione rispetto al terziario, in particolare, a causa della negatività molto accentuata segnata dal settore delle costruzioni in termini di portafoglio ordini (-40%), occupazione (-36,6%), produzione (-33,3%) e fatturato (-33,3%). Il turismo si contraddistingue per variazioni quantitative positive di investimenti (+2,5%) e fatturato (+2,3%), a fronte di un +3,3% di presenze, mentre il commercio segue una variazione del +1% in termini di occupazione. I dati quantitativi sul fatturato disaggregati sulla base della propensione all export e della dimensione delle imprese in termini di numero di addetti suggeriscono, peraltro, un grado di criticità maggiore per le aziende non esportatrici (-5%) e con classe di addetti da 1 a 9 addetti (-22,7%), mentre più avvantaggiate, pur in un contesto di difficoltà, risultano le imprese che svolgono abitualmente attività di export (0%) e con oltre 50 addetti (-1,7%). Difficoltà, tra l altro, evidenti nei dati quantitativi del fatturato delle imprese artigiane che segnano una variazione del -5,1% (non artigiane -2,4%). Passando ad esaminare le previsioni sul consuntivo 2010 dei principali indicatori di performance delle imprese napoletane, emerge, infine, che le variazioni quantitative registrate nel corso del 2010 seguono una dinamica di progressivo rallentamento delle precedenti contrazioni. Infatti, pur seguendo un trend decrescente, le variazioni di produzione (-4,4%), fatturato (-3,5%) e soprattutto di occupazione (-1,2%) segnano 1. Per un approfondimento metodologico si veda l apposita appendice.

Bollettino di Statistica 52 Graf. 1 - Andamento tendenziale dei principali indicatori di performance delle imprese della provincia di Napoli (variazioni quantitative in %)* *Margine operativo dei servizi Fonte: Osservatorio Economico di Napoli (2010) e Nota economica della provincia di Napoli (settembre 2010) riduzioni la cui intensità risulta in decisivo miglioramento. Si tratta, quindi, di una negatività più contenuta che, tuttavia, ad eccezione degli investimenti (+7,3%), si aggiunge a una dinamica già in flessione. Informazioni aggiuntive circa le dinamiche del sistema economico della provincia di Napoli possono essere desunte dai dati qualitativi. In tale contesto, si può osservare innanzitutto la presenza di una ampia quota di intervistati che dichiara di aver osservato una diminuzione nel proprio volume di produzione, fatturato, portafoglio ordini e occupazione, con saldi tra risposte in aumento e risposte in diminuzione negativi. I dati qualitativi relativi all andamento della produzione indicano, a livello aggregato, la presenza di un 68% di dichiarazioni di diminuzione a fronte di un 6% di risposte di aumento. Ciò da luogo ad un saldo negativo di -62 punti percentuali che sottolinea le difficoltà economiche che il tessuto imprenditoriale sta attraversando, sebbene sia presente un 25% di imprese che dichiara stabile le propria produzione. Tra i diversi settori dell economia locale, sono soprattutto il commercio e le costruzioni ad accusare i maggiori problemi in termini di produzione in questi primi otto mesi del 2010 (saldi negativi rispettivamente pari a -66,7% e -65%), seguono l industria manifatturiera (saldo -60%) e il turismo (saldo -55%). Tra le diverse tipologie di imprese considerate nell indagine, si distinguono per peggiore tenuta del volume d affari le imprese con classe di addetti da 1 a 9 (saldo -71,4%), non esportarci (saldo -67,9%) e artigiane (saldo -60%). I risultati relativi al fatturato e al portafoglio ordini confermano sostanzialmente quanto rilevato per la produzione. Il saldo di risposta per il fatturato è pari a -67 punti percentuali (72% di dichiarazioni di diminuzione e 5% di indicazioni di aumento), anche se si deve sottolineare la presenza del 19% degli intervistati che non ha osservato alcuna variazione nel proprio volume d affari. Anche in questo caso si riscontrano maggiori criticità per il settore delle costruzioni (saldo -75%) e del commercio (saldo -73,3%), seguono il settore manifatturiero (saldo -63,3%) ed il turismo (saldo -55%). Inoltre, i dati qualitativi sul fatturato disaggregati per tipologia di impresa confermano una negatività più accentuata relativamente alle imprese di minore dimensioni (classe di addetti da 1 a 9, saldo -76,2%), non esportatrici (saldo -67,9%) e artigiane (saldo -64%). Anche l andamento del portafoglio ordini comprova il perdurare delle difficoltà (saldo -55%). Dall indagine emergono, in particolare, saldi negativi più consistenti per le costruzioni (-70%) e per il commercio (-60%) e, relativamente alle tipologie di imprese, per quelle con classe di addetti da 1 a 9 (-66,7%), non esportatrici (-50%) e artigiane (-48%). Per quanto riguarda il mercato del lavoro, come più volte sottolineato nelle precedenti note di monitoraggio della crisi, i livelli occupazionali hanno risentito in maniera rilevante della fase recessiva, entrando in una spirale negativa in cui la perdita di posti di lavoro, a seguito delle ristrutturazioni dei processi produttivi, ed il

53 Bollettino di Statistica clima di incertezza nei lavoratori/consumatori hanno comportato una riduzione della spesa per consumi che ha a sua volta rallentato la dinamica produttiva. Nel corso dei primi otto mesi del 2010 questo circolo vizioso non sembra essersi allentato e le ricadute occupazionali risultano ancora evidenti in provincia di Napoli. I dati dell indagine, infatti, confermano come nei primi otto mesi del 2010 si siano sperimentate difficoltà occupazionali, con un saldo di risposta negativo (-34%) in corrispondenza del 38% di risposte di diminuzione degli occupati e del 4% di risposte di aumento; ad ogni modo, le indicazioni di stabilità sono pari al 58%. Il settore del commercio evidenzia una relativamente migliore tenuta dei livelli occupazionali, con un saldo di risposta decisamente al di sotto della media provinciale (saldo -16,7%), seguono i comparti del turismo (saldo -25%) e dell industria manifatturiera (saldo -30%). Il settore delle costruzioni appare, invece, quello maggiormente coinvolto dalla contrazione della base occupazionale (saldo -75%). Tra le varie tipologie di imprese, maggiori criticità, in linea con le tendenze delle altre variabili esaminate, riguardano in particolar modo le aziende con classe di addetti da 1 a 9 (saldo -39,7%), seguono quelle di maggiori dimensioni (classe di addetti da 10 a 49 saldo -31,8%), che non svolgono abitualmente attività di export (saldo -28,6%) e artigiane (saldo -28%). Per quanto riguarda poi, in particolare, il settore turistico, dal confronto con la precedente Nota Economica della provincia di Napoli, luglio 2010, il comparto mostra una capacità di ripresa 2. Il trend si riflette anche sul- Graf. 2 - Andamento tendenziale dei principali indicatori di performance delle imprese della provincia di Napoli nei primi otto mesi del 2010 per settore di attività (variazioni qualitative in %)* ** Saldo: ottenuto dalla differenza tra imprese che hanno registrato un aumento e quelle che hanno registrato una diminuzione ** Margine operativo dei servizi 2. Nella Nota Economica della provincia di Napoli, luglio 2010, i saldi del settore turistico tra dichiarazioni di aumento e dichiarazioni di diminuzione della produzione, del fatturato, dell occupazione e del portafoglio ordini erano rispettivamente pari a -90%, -90%, -45% e -80%, i peggiori, tra l altro, rispetto agli altri settori economici.

Bollettino di Statistica 54 l andamento tendenziale delle presenze nel settore. Infatti, a fronte dello 0% di risposte di aumento, del 75% di diminuzione e del 25% di stabilità della precedente indagine, ora il 15% delle imprese registra un aumento delle presenze, mentre il 65% dichiara una diminuzione e il 20% riconosce una assenza di variazioni rilevanti rispetto al periodo precedente. In termini di saldo si passa dal -75% delle precedente indagine al -50% dell attuale. Tab. 1 - Andamento tendenziale delle presenze nel settore turistico della provincia di Napoli nei primi otto mesi del 2010 (variazioni qualitative in %) * Saldo: ottenuto dalla differenza tra imprese che hanno registrato un aumento e quelle che hanno registrato una diminuzione Il rallentamento congiunturale dell economia sembra aver influito sui livelli di investimento degli imprenditori napoletani. Infatti, nel periodo gennaio-agosto 2010, solo il 13% delle aziende ha effettuato investimenti, una percentuale tuttavia in calo rispetto alla media del 16% rilevata nella precedente indagine. Scendendo nel dettaglio settoriale, nell ambito dell industria, sono soprattutto le imprese manifatturiere ad evidenziare un maggiore dinamismo da questo punto di vista (16,7%) rispetto alle costruzioni (5%), mentre nell ambito del terziario si registra una quota più alta di imprese cha ha investito nel turismo (20%) piuttosto che nel commercio (10%). Tra le varie tipologie di imprese, quelle di più grandi dimensioni, sostenute da risultati congiunturali relativamente migliori e da più concrete aspettative di ripresa risultano, infine, tra le varie categorie imprenditoriali considerate, quelle maggiormente attive sul piano degli investimenti (con classe di addetti da 10 a 49, 18,2%); seguono le imprese artigiane (16%), quelle non esportatrici (14,3%) e quelle di più piccole dimensioni in termini di addetti (classe da 1 a 9 12,7%). Tab. 2 Percentuale di imprese che investito nei primi otto mesi del 2010 in provincia di Napoli Le risposte degli imprenditori della provincia in merito ai fattori su cui la recessione ha prodotto effetti negativi in provincia dimostrano come l intero sistema economico locale sia stato interessato dalla crisi. Ad aver risentito maggiormente della fase congiunturale sfavorevole sono, in particolare, i consumi delle famiglie (per il 45% degli intervistati) ed i livelli occupazionali (38%). Ma gli intervistati sottolineano anche, seppur con percentuali leggermente più basse, gli effetti negativi sull indebitamento delle imprese (35%), sui fallimenti/cessazioni di imprese (33%) e sugli investimenti delle imprese (24%). Un numero inferiore di indicazioni riguarda, invece, i consumi/spesa dei turisti (19%). Da un confronto con l indagine condotta a giugno 2010, si confermano come maggiori effetti della crisi sul territorio le problematiche che ricadono sulla struttura socioeconomica della popolazione (consumi delle famiglie 69% e livelli occupazionali 42%), più che aspetti specifici della produzione. Tuttavia, relativamente alla produzione si osserva come, rispetto a giugno 2010, nell indagine di agosto 2010 siano più sentite le problematiche legate all indebitamento e ai fallimenti delle imprese, fattori che più si configurano come risultati finali della crisi economica sul sistema imprenditoriale. Scendendo nel dettaglio settoriale e dal confronto tra le due indagini, si osserva, inoltre, come a giugno tutti i settori riconoscevano come principale effetto della crisi la diminuzione dei consumi delle famiglie, mentre nell indagine di agosto 2010 ben il 65% delle

55 Bollettino di Statistica imprese operanti nelle costruzioni riconoscono come principale fattore su cui la crisi ha prodotto effetti negativi l indebitamento delle imprese. Graf. 3 - Principali fattori su cui la recessione ha prodotto effetti negativi in provincia di Napoli per settore di attività (in %)* * Trattandosi di domanda a risposta multipla il totale delle risposte può essere superiore a 100.