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Ferdinando Milanetti Impianti idroelettrici di Tivoli Gli impianti che hanno permesso il primo trasporto, a lunga distanza, dell energia elettica nel mondo (4 luglio 1892 4 luglio 2012)

Copyright MMXII ARACNE editrice S.r.l. www.aracneeditrice.it info@aracneeditrice.it via Raffaele Garofalo, 133/A B 00173 Roma (06) 93781065 isbn 978 88 548 4905 1 I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica, di riproduzione e di adattamento anche parziale, con qualsiasi mezzo, sono riservati per tutti i Paesi. Non sono assolutamente consentite le fotocopie senza il permesso scritto dell Editore. I edizione: giugno 2012

Indice 7 Prefazione di Gianmarco Margaritora 9 Prefazione di Fulvio Giuliani Cairoli 13 Presentazione di Ferdinando Milanetti 15 Capitolo I Impianti elettrici della Società anglo romana 29 Capitolo II Generalità 39 Capitolo III Cenni storici 83 Capitolo IV Schema degli impianti 87 Capitolo V Descrizione sommaria degli impianti 93 Capitolo VI Ripartizione dell acqua dal fiume Aniene 129 Capitolo VII Dati caratteristici degli impianti 143 Capitolo VIII Le opere dell impianto di Arci 5

201 Capitolo IX Le opere dell impianto di Vesta 239 Capitolo X Le opere dell impianto di Mecenate 259 Capitolo XI Le opere dell impianto di Vescovali 291 Capitolo XII Le opere dell impianto di San Giovanni 405 Capitolo XIII Ditte costruttrici 411 Capitolo XIV Note riassuntive di proprietà 413 Capitolo XV Costituzione del Consorzio Idroelettrico dell Aniene (C.I.A.) 415 Capitolo XVI Diritti e concessioni di acque 421 Bibliografia 427 Ringraziamenti

Prefazione Il pensiero scientifico oggi ha sempre più bisogno di riflettere sulle nostre radici, che molte volte si perdono nella rincorsa alla rapida evoluzione tecnologica. Il Lavoro di Milanetti ci riporta all Aniene, Fiume legato alla storia delle acque di Roma. Infatti in età repubblicana a e poi imperiale le acque: dell Anio Vetus nel 272 a. Ch. n. (quinarie 4.398); dell Acqua Marcia nel 146 a. Ch. n. (quinarie 4.690); dell Acqua Claudia nel 38 p. Ch. n. (quinarie 4.607); dell Anio Novus nel 52 p. Ch. n. (quinarie 4.738) erano addotte a Roma dai quattro acquedotti di maggiore portata dell epoca; in totale adducevano secondo Frontino 18.433 quinarie ~ 9 mc/sec. I Romani erano giustamente orgogliosi di queste loro opere: Plinio il vecchio scriveva che l acqua Marcia donata alla città di Roma, fra tanti altri premi divini, è la più famosa del mondo per freschezza e salubrità. Oggi il nuovo acquedotto Marcio è in grado di addurre ~ 5,6 mc/sec. La storia qui trattata, si riferisce sempre all acqua dell Aniene, ma al solo utilizzo del salto energetico disponibile per la produzione di energia elettrica. Tale produzione nel 1892 era affidata quasi totalmente agli Impianti idroelettrici e dall impianto del basso Aniene viene realizzato il primo trasporto a lunga distanza dell energia elettrica nel mondo, da Tivoli a Roma, con una linea di 26 km alla tensione di 5.000 V monofase. L interesse di quegli storici avvenimenti appare chiaro, e meritevole, aver approfondito lo sviluppo di quegli impianti antesignani, fino alla trasformazione radicale subita grazie alla applicazione di nuove tecnologie: sia mediante la automazione attraverso il controllo a distanza, sia con il miglioramento dei rendimenti di produzione, dovuti all attuazione di una ristrutturazione completa delle Centrali di produzione. Da notare ancora, che il comando a distanza di detti impianti ha fatto si che le portate del Fiume Aniene vengano oggi regolate per tutta l asta, in modo da controllarne il deflusso, sia in magra (minimi vitali), che in piena. La lettura di questo testo è quindi indispensabile substratum culturale 7

8 Indice per tutti coloro, che a qualunque titolo, vorranno occuparsi di uno degli affluenti Principi del Sacro Fiume. Gianmarco Margaritora Università di Roma La Sapienza

Prefazione C è da chiedersi perché un archeologo, anzi più precisamente uno studioso di edilizia antica, intervenga nella presentazione di un testo che, pur nella profilatura storica della sua organizzazione, resta pur sempre un opera prevalentemente tecnica e di una tecnologia che nulla ha a che vedere con le strutture antiche. Eppure la ragione c è. A Tivoli fu costruito uno dei più grandi monumenti della Romanità, ancora in sostanza sconosciuto: il Santuario di Ercole Vincitore. Esso ebbe una caratteristica speciale: pur essendo discosto dall Aniene e collocato ad una quota sensibilmente più alta del punto in cui il fiume gli scorre più vicino, la sua storia fu e rimase indissolubilmente legata all Aniene. Infatti, gli antichi vi derivarono un capace acquedotto, La Forma, che alimentò il complesso dalla fondazione nell ambito del II sec. a.c., fino al 1994. La conformazione e posizione del santuario, la disponibilità idrica unitamente alla presenza di grandi e numerosi vani solidamente costruiti fecero del complesso un punto di elezione per l insediamento industriale. Già nel 1612 la Camera Apostolica vi impiantò una fabbrica d armi che, sotto Paolo V, produsse 12.000 armature per fanti per l armeria di Castel Sant Angelo, 5.000 per quella di Palazzo Vaticano, e altrettante per le armerie di Ravenna e Ancona. A questo vanno aggiunti 80 pezzi di artiglieria. Da questo momento la vocazione industriale del luogo è segnata: nello stesso secolo fu trasferita qui una polveriera. Nel 1795 Pio VI tentò un nuovo impianto di fabbrica d armi e nel 1802 Luciano Bonaparte, rilevato il complesso, lo trasformò in fonderia per cannoni. Dopo il 1815 si impiantò uno stabilimento per la produzione della canapa e lino, pompe antincendio, utensili di ferro fuso, seghe idrauliche, torni a legno ed a metallo, macchine per fare viti di ferro, ecc. Nel 1846 la conduzione di questa ferriera passò alla Società Romana delle Miniere e sue Lavorazioni di Ferro. 9

10 Gli impianti idroelettrici di Tivoli In questo momento la fabbrica «si compone di 49 ambienti tra i quali stanzoni grandissimi, contiene in tutto 73 macchine lavorate nello stabilimento da artisti fatti venire espressamente di Francia. La principale macchina è il cilindro della forza di 60 cavalli che lavora il ferro cilindrato scaldato col forno a riverbero in cui vi sono impiegati 12 uomini». Nel 1884 La Società per le Forze Idrauliche inizia una serie di acquisti a fini speculativi lungo tutto il costone settentrionale della città dove sboccano i canali antichi derivati dall Aniene; in questa operazione il punto di forza è proprio il santuario di Ercole vincitore e la società acquisisce anche la sottostante Polveriera, erede della seicentesca salnitriera pontificia. È a partire da questo momento che iniziano le modifiche sostanziali alle strutture antiche per mezzo di un serie di opere che, dovendo obbedire alle leggi idrauliche per convogliare le acque nella sottostante centrale della Vecchia Officina e, subito dopo, in quella dell Acquoria, spesso prescindono dalla tessitura originaria. Così il santuario, fino ad allora sostanzialmente omogeneo anche se diviso tra proprietari e funzioni differenti, fu fisicamente spaccato in due dal canale Canevari (1885 86) destinato nelle intenzioni del progettista a raccogliere tutta l acqua dei canali del costone nord di Tivoli ed a convogliarle nella centrale da costruirsi all Acquoria. Questo canale, ancor oggi esistente, determinò in seguito l impianto del bacino di Mecenate (proprio sulla cella del tempio di Ercole), che raccoglieva le acque di Villa d Este, quelle di rifiuto delle industrie e, all occorrenza, quelle della centrale di Vesta. Grazie a questi lavori in cui il santuario di Ercole fu profondamente coinvolto Tivoli, il 26 agosto 1886, fu la prima città d Italia ad avere l illuminazione pubblica ad energia elettrica. Nel 1887 la Società per le Forze Idrauliche si consocia con la Società Anglo Romana con l intenzione di trasferire energia idraulica a Roma. Nel 1889 le vecchie Cascatelle di Mecenate che precipitavano dalle costruzioni del santuario d Ercole erano scomparse perché la loro acqua era stata immessa in condotta forzata per l officina dell Acquoria che si andava costruendo ed il 4 luglio 1892 l energia elettrica arrivò da Tivoli a Roma attraverso il primo impianto eseguito al mondo per il trasporto di un ingente forza a rilevante distanza per distribuzione d energia elettrica ad una grande rete. In seguito la parte dello stabilimento insediata nei resti antichi passò ad uso di cartiera (Cartiera Mecenate) fino al riscatto da parte del Demanio, che ebbe luogo a partire dagli anni 50 del secolo scorso.

Prefazione 11 Questo, in breve, il quadro che lega il più grande santuario antico d Italia allo sfruttamento delle forse idrauliche che, come si vede, tra la fine dell Ottocento ed il primo trentennio del Novecento ebbe un procedere convulso e legato anche a veri e propri record nazionali e internazionali. È questa anche la ragione dell intervento di un archeologo nella presentazione dell opera di Ferdinando Milanetti. Il santuario d Ercole è dunque un complesso, che, nato con il doppio aspetto religioso e commerciale (date le caratteristiche della divinità cui era dedicato), vi rimase sempre legato fino a diventare un tutto inscindibile tra strutture antiche e apprestamenti tecnico industriali. Per questa ragione non è possibile studiarlo e comprenderlo senza studiare e comprendere tutti i fatti e le trasformazioni che vi avvennero all interno e che, partendo dalle strutture antiche ma sempre di più legate allo sfruttamento delle forze idrauliche, trasformarono il tutto in un esempio unico al mondo. Questa parte del lavoro, però, quella in altre parole di ricostruire tutti gli interventi più strettamente legati allo sfruttamento industriale delle forze idrauliche, è la più difficile per due ordini di motivi: il reperimento della documentazione tecnica ed il suo ordinamento in un quadro logico e funzionale che solo la preparazione di un tecnico poteva portare avanti. Il lavoro dell ing. Ferdinando Milanetti, che raccoglie ed inquadra in un asciutto profilo storico la documentazione completa e aggiornata relativa a tutti gli impianti idroelettrici tiburtini, diventa così un elemento fondamentale anche per lo studio del Santuario d Ercole Vincitore risolvendo di un colpo tutta questa serie di difficoltà che per un archeologo sarebbero insormontabili. È grazie ad esso che sarà possibile non solo capire molti particolari costruttivi anomali per un archeologo ma intenderne anche le ricadute sulle strutture antiche in modo da poter risalire all assetto strutturale dell antico Santuario d Ercole Vincitore. Cairoli Fulvio Giuliani Ordinario di Rilievo e Analisi Tecnica dei Monumenti Antichi Università di Roma La Sapienza

Presentazione Il fiume Aniene, le cui acque sono da millenni una delle più importanti fonti di approvvigionamento idrico di Roma, ha offerto ed offre risorse idrauliche, naturalistiche, panoramiche, archeologiche, storiche ed artistiche di grande interesse. Il valore di questo patrimonio naturale e culturale è però poco conosciuto, mentre, a causa della dissennata urbanizzazione, il fiume è oggi noto soprattutto come principale fonte di inquinamento del Tevere 1. Pertanto, in occasione dell anno mondiale dell acqua (2003) indetto dall ONU e della giornata mondiale dell acqua, 23 marzo 2011, si vuole qui di seguito descrivere gli Impianti Idroelettrici che hanno permesso, proprio con l utilizzo della forza idraulica generata dall acqua del fiume Aniene ai fini industriali, il primo trasporto a lunga distanza dell energia elettrica nel mondo, da Tivoli a Roma, con una linea di 26 km alla tensione di 5.000 V monofase. La produzione di energia elettrica nel periodo in questione (1892) era affidata quasi totalmente agli Impianti idroelettrici e, pertanto, anche se limitatamente al bacino imbrifero del basso fiume Aniene, viene riportata la descrizione delle difficoltà incontrate nell epoca e la capacità dell imprenditoria italiana nel superarle. Inoltre, con la istituzione dell Ente Nazionale per l Energia Elettrica (ENEL) Legge n.1643 del 6 dicembre 1963, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana il 12 dicembre 1962 ed il trasferimento ad esso delle Imprese private esercenti le industrie elettriche, tra queste, con D.P.R. n.664 del 18 marzo 1965, il Consorzio Idroelettrico dell Aniene (C.I.A.) proprietario degli Impianti di Tivoli, gli impianti in questione, da allora ad oggi, hanno subito una trasformazione radicale grazie alla applicazione di nuove tecnologie,sia mediante la automazione attraverso il controllo a distanza, sia il miglioramento dei rendimenti di produzione 1. Note tratte dalla presentazione delle giornate di studio per il fiume Aniene dell Associazione Idrotecnica Italiana nell anno 1994. 13

14 Gli impianti idroelettrici di Tivoli dovuti all attuazione di una ristrutturazione completa delle Centrali di produzione. Ed ancora, il comando a distanza di detti impianti ha fatto si che le portate del Fiume Aniene vengano oggi regolate per tutta l asta in modo da controllarne gli effetti che una volta potevano essere devastanti per gli agricoltori e la popolazione limitrofa in merito alle esondazioni di questo. Questo volume, vuole essere testimonianza e di un utile consultazione a quanti desidereranno conoscere meglio e più a fondo gli impianti in questione. Ferdinando Milanetti Membro della Commissione Strutture Ordine degli Ingegneri di Roma