La ludoterapia in ospedale



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Ass. Sale in Zucca Onlus La ludoterapia in ospedale Ludoterapia, statistiche interventi, testimonianze letterarie. 97619625 Ass. Sale in Zucca Onlus Sede operativa: V. Trapani, 20 Rm Tel./Fax. 06 Mob. 338.4641765 392.7167958

Ludoterapia in ospedale Il gioco è il mezzo principale di comunicazione che il bambino usa nei rapporti con gli altri, giocare è il lavoro dei bambini (Anna Freud). Winnicott scrive che il gioco è esso stesso una terapia e fare in modo che bambini siano messi in condizione di giocare di per sé è una psicoterapia che ha applicazione immediata ed universale. I bambini che entrano in ospedale vivono un esperienza emotivamente complessa e critica data dalla malattia e dall'allontanamento dalla famiglia, da casa, dalla scuola, in sintesi dal quotidiano. Il contesto ospedaliero, in quanto ambiente estraneo in cui vigono ritmi e regole speciali (con le limitazioni di movimento connesse) e dove le pratiche mediche ed infermieristiche sono in primo piano, mette in crisi il delicato equilibrio legato al processo di crescita del bambino. Il bambino che vive l'esperienza dell'ospedalizzazione è quindi un soggetto a rischio che ha bisogno di essere sostenuto a 360. Da qui deriva la necessità di un approccio globale in cui vengono presi in considerazione sia gli aspetti fisici della malattia sia quelli emotivi, psicologici e relazionali. Diversi studi hanno ampiamente dimostrato che l'attività ludica può aiutare il bambino ad affrontare l'esperienza dell'ospedalizzazione. Il gioco in ospedale non è concepito esclusivamente come attività piacevole e divertente, che fa passare del tempo al bambino e alleggerisce i genitori, ma come un vero proprio strumento di cura nel senso più ampio del termine. Il gioco, adattato per essere sviluppato nella specifica realtà ospedaliera, permette al bambino di dare voce alle proprie rappresentazioni, pensieri, paure connesse sia all evento malattia sia all ospedalizzazione. Con queste caratteristiche il gioco assume valenza terapeutiche e diviene ludoterapia. La figura del ludoterapeuta deve quindi essere formata sia nelle tecniche di intervento sia negli aspetti psicologici ed educativi del gioco. Senza un adeguata formazione non potrebbe svolgere il suo ruolo di mediatore emotivo. Il ludoterapeuta deve essere in grado di giocare con i bambini e con tutte le emozioni e i temi che i piccoli degenti hanno bisogno di esprimere: in ospedale molto spesso sono in primo piano la paura, il dolore, l attesa, l imprevisto. L accoglienza delle emozioni, il loro ascolto e la loro trasformazione in attività di gioco differenzia l approccio ludoterapeutico dagli altri tipi di intervento di intrattenimento in ospedale, che pure sono contemplabili e utili per il bambino. Il ludoterapeuta mette in primo piano i bisogni espressivi dei piccoli degenti senza rinunciare al divertimento ed è quindi pronto a giocare con tutte le emozioni che possono emergere nel qui ed ora dell incontro. Questo modus operandi permette al ludoterapeuta di creare un clima in cui le

emozioni possono essere elaborate: il gioco (tramite il teatro, l affabulazione, la pittura, il disegno, la musica, etc), di gestire l ansia e dare sfogo agli eventuali sentimenti aggressivi e rabbiosi, sperimentando la condivisione e la non pericolosità delle proprie emozioni. La ludoterapia diventa quindi lo spazio per dare voce al sentire in un ambiente protetto, che facilita l'elaborazione creativa delle esperienze. La ludoterapia in ospedale è di grande aiuto per il bambino a patto che vi sia una persona che sappia come utilizzare al meglio le varie tecniche di gioco e sia consapevole dei risvolti psicologici del proprio operare. Lo scopo della ludoterapia è quello di valorizzare le risorse del bambino, stimolandolo a creare ; così da rafforzare la sua autostima e permettere inoltre l espressione delle capacità cognitive, emotive, relazionali e prassiche non compromesse dalla malattia. Indirettamente, l intervento ludoterapico facilita la relazione bambino e genitori. I genitori molto spesso, con la malattia e l ospedalizzazione, dimenticano che il loro bambino è capace di giocare e creare. Nelle sale giochi o nella stanza di degenza il genitore può assistere ed eventualmente partecipare al gioco riscoprendo un aspetto della relazione con il proprio figlio che era andata in secondo piano. L'intento principale della ludoterapia è di sostenere il bambino per migliorare le sue strategie di adattamento e portare all'interno del contesto ospedaliero un momento di quotidiana normalità: si può giocare. In sintesi la ludoterapia contribuisce in maniera sostanziale all umanizzazione delle cure ospedaliere. Ludoterapia in Oncologia pediatrica Un giovane essere vivente svolge attività acquisite da poco, che possono sembrare preparativi per la vita da adulto: il divertimento però sta nell esercizio della funzione appena acquisita. Può essere una funzione mentale o fisica. Per esempio, un ragazzo eschimese può passare tutta la giornata a schioccare una piccola frusta-giocattolo che il padre gli ha costruito. Per il padre costruirgliela è stato un gioco, perché non l ha costruita come qualcosa di necessario per la propria vita. Per il ragazzo è un gioco usarla. Quando sarà cresciuto, quella frusta che ora è lunga solo i metro e mezzo, avrà un raggio di oltre dieci metri, e un impugnatura di circa 60 centimetri: ci vorrà molta abilità per poterla usare. E in più una frusta può essere pericolosa: usata con la massima forza può bucare un bidone di lamiera, ma, se non la si sa usare, ci si può accidentalmente rovinare un occhio. Sembra che il ragazzo si stia preparando per la vita futura, ma per il momento si sta soprattutto divertendo. Non c è in lui finalità immediata. Non ha ricevuto pressioni da parte dei genitori. Bateson G., Questo è un gioco, Cortina Editore, pag. 156 Il contesto dell oncologia pediatrica risulta essere caratterizzato da regole mediche, infermieristiche ancora più rigide di altri reparti pediatrici; regole necessarie per l espletamento delle pratiche mediche e per arginare i rischi dell immunodepressione cui vengono sottoposti i bambini durante le cure. In questo contesto la proposta ludica, così come descritta da Bateson, può diventare un

strumento di prevenzione secondaria del disagio psicologico dando al bambino strumenti per aumentare i fattori di resilienza. Per descrivere le attività ludoterapiche in ambiente oncologico che l associazione svolge ci rifacciamo a quanto già scritto dalla dott.ssa Rubbini Paglia in un articolo apparso in Psicobiettivo del 2007: Nel contesto della lungodegenza in oncologia pediatrica diviene ancor più importante che l attività del gioco assuma una valenza terapeutica tale da coadiuvare l intervento delle diverse figure professionale coinvolte nella gestione della malattia. In tal senso, riteniamo opportuno evidenziare le finalità della ludoterapia quale risorsa specifica nell attività di supporto psicologico all interno di un progetto mirato che vede coinvolta l intera équipe: - garantire, con attività integrate, una continuità nello stile di vita del bambino; - offrire uno spazio di accoglienza alle emozioni ed ai vissuti legati alla malattia e al ricovero; - cogliere, nel rispetto dei tempi e delle modalità proprie del bambino, i messaggi (non solo verbali) che egli vuole trasmettere; Nella proposta delle diverse attività, bisogna, tuttavia, tenere conto dei limiti imposti dall iter terapeutico e dai deficit permanenti o transitori (astenia, paresi, cecità, immunodeficienza ecc.) indotti dalla patologia e dal trattamento stesso. Dalla nostra esperienza emerge che la ludoterapia è uno strumento efficace non solo nell individuazione dei vissuti emotivi del bambino ma anche nell osservazione della sua relazione con le figure di accudimento. Ad un vissuto di forte ansia da parte della figura materna, ad esempio, può associarsi la tendenza del bambino a proteggere la madre da ulteriori emozioni negative, quali la paura o la rabbia; il gioco rappresenta, in tal senso, la modalità attraverso cui diviene possibile, per il bambino, esprimere tali vissuti. Nel gioco, infatti, il bambino può far fluire liberamente tutte le emozioni che la malattia attiva nel corso del tempo. Molto efficace è il meccanismo della "proiezione" messo in opera brillantemente nella "drammatizzazione", tecnica privilegiata nella ludoterapia. Il bambino, proiettando su altri (animali, burattini, personaggi interpretati, ecc.) i sentimenti contrastanti e proibiti che generano il conflitto, se ne libera. Ed ancora, nel gioco psicodrammatico convergono e si intersecano due campi, il campo immaginario ed il campo ludico: l'immaginario si materializza per qualche istante e il gioco lo fa apparire e scomparire. Certamente lo psicodramma (Moreno, 1947) apre una scena in cui, attraverso il cambio di ruolo, si può rientrare senza alcun rischio nelle parti scisse del Sé avvertendole, in questo modo,meno minacciose ed inaccettabili.

Bibliografia di riferimento Barbara M. Sourkes, Il tempo tra le braccia, Cortina, Milano 1999 Bateson, G. (1996) Questo è un gioco. Perché non si può mai dire a qualcuno: «Gioca!», Milano, Raffaello Cortina Editore Blake Susan and Paulsen Karen, Therapeutic Intervention With Terminally Ill Children: A Review, Professional Psychology, October 1981, vol. 12, 5, pp. 655-663 Castellazzi V. L. (2000), Quando il bambino gioca. Diagnosi e psicoterapia. LSA, Roma Gamba, A. (1998), Il disegno e la narrativa del bambino malato di tumore. In R. Saccomani (a cura di), Tutti Bravi. Psicologia e clinica del bambino malato di tumore, Milano, Raffaello Cortina Rubbini Paglia P., Menenti B., Il gioco e il disegno spontaneo come risorsa terapeutica in oncologia pediatrica, Psicobiettivo, 2007, fasc.3. Winnicott D. (1939), Aggressività e sue radici. Tr. it., in Winnicott D., Il bambino deprivato. Raffaello Cortina, Milano, 1986 Winnicott D. (1942), Perchè i bambini giocano. Tr. It., in Winnicott D., Il bambino e il mondo esterno. Giunti-Barbera, Firenze, 1973

Statistiche degli interventi di Ludoterapia Policlinico Umberto I di Roma Reparto di Ematologia Pediatrica e Day Hospital Presenza degli operatori dell Associazione: 2 interventi settimanali in reparto di due ore Ogni mese gli operatori dell realizzano in media 30 interventi di ludoterapia incontrando i bambini ricoverati all interno del reparto di Ematologia Pediatrica lungo il loro percorso di degenza, che spesso si protrae per mesi e, a volte, per più di un anno. In un anno gli operatori dell realizzano 360 interventi di ludoterapia con i bambini. Policlinico A. Gemelli Di Roma Reparto di Oncologia Pediatrica Presenza degli operatori dell Associazione: 2 interventi settimanali in reparto della durata due ore. Ogni mese gli operatori dell realizzano in media 30 interventi di ludoterapia incontrando i bambini ricoverati all interno del reparto do Oncologia Pediatrica lungo il loro percorso di degenza, che si protrae, anche in questo caso, per mesi e, a volte, anche per più di un anno. In un anno gli operatori dell realizzano in media 360 interventi di ludoterapia con i piccoli degenti. Policlinico A. Gemelli Reparto di Neurochirurgia Infantile Presenza degli operatori dell Associazione: 2 interventi settimanali in reparto di due ore. Ogni mese gli operatori dell realizzano in media 30 interventi di ludoterapia con bambini ricoverati all interno del reparto.

In un anno gli operatori dell realizzano circa 360 interventi di ludoterapia con bambini. Laddove richiesto l associazione si è resa disponibile a seguire i bambini per tutto il loro percorso di malattia, a domicilio, come in altri reparti ospedalieri. Questo è il caso di Nina bambina conosciuta al reparto di Ematologia Pediatrica del Pol. Umberto I e che si è trovata a subire, dopo una lunghissima degenza nel suddetto reparto, una ospedalizzazione presso il reparto di terapia intensiva del Pol. Gemelli, alla fine della quale si è spenta. Una delle nostre operatrici, che in questo caso ha prestato il suo lavoro in qualità di volontaria, ha voluto ricordare gli incontri con Nina in occasione del concorso artistico-letterario Il Volo di Pegaso: raccontare le malattie rare.