Corpi e anime L esperienza della malattia nel vissuto dei pazienti Campobasso, 5 maggio 2009 Mario Melazzini NEMO (NeuroMuscular Omnicentre) IRCCS Fondazione S.Maugeri AISLA ONLUS
SLA Fritz Kahn 1888-1968
a fine febbraio il ricovero in un ospedale non attrezzato per ammalati sla.. si trova tuttora nel reparto di rianimazione noi familiari possiamo entrare solo dalle 13,30 alle 14,00 e alla sera dalle 19,30 alle 20,00 lo hanno sottoposto ad un intervento per farlo respirare meglio quel foro praticatogli per ora non da i risultati dovuti la nutrizione viene fatta con flebo dovrebbero fargli un ulteriore intervento perché il cibo con flebo non va più bene hanno tentato una operazione di cui non ricordo il nome ma ho firmato un foglio dove autorizzo l'intervento è uscito dalla sala operatoria senza averla fatta.. mi sono chiesta cosa si può fare per aiutarlo se sapevo che le sue condizioni si sarebbero ridotte ad una sofferenza ulteriore a dir poco insopportabile non lo avrei neppure portato in ospedale in quelle condizioni meglio morire e chi mi viene a dire che con questa malattia si può convivere bene io vi dico provatela (solo per un giorno)
mia madre si chiama E. C. ed è stata tracheostomizzata all'ospedale di circa 9 anni fa,fino a pochi tempo fa veniva un infermiere che a pagamento faceva il cambio,poi non è voluto venire più ed quindi anche questo compito,insieme a tutto il resto tocca a noi,non ho problemi a cambiare il catere...a mettere una flebo ma una cannula è veramente troppo... io sono un medico...un giovane medico ed è per questo che nessuno viene...sono uno psichiatra e non un anestesita e tra l'altro mia madre è tutto per me...il coinvolgimento emotivo è estremo...sono terrorizzata e non trovo nessuna risposta...abbandonata da sempre a lottare con una malattia mostruosa...sola...ho portato avanti i miei studi con mille difficoltà...e solo lo sguardo,il sorriso di mia madre che mi hanno dato la forza di lottare...ma adesso è veramente troppo...mia madre ha il diritto di vivere con dignità la sua malattia e non può morire di negligenza e perchè io non sono capace di cambiare una cannula... Ci hanno abbandonati dopo la tracheostomia come se avessimo la peste...ci hanno detto che è un compito nostro...oppure ci sono le case di cura...mia madre ha il diritto di vivere con la sua famiglia...nella sua casa con i suoi cari... Grazie di cuore...io farò tutto quello che mi ha consigliato. La abbraccio Forte. Liberina"
Sono ammalata di SLA, tracheostomizzata, nutrita con una PEG. Ho perso la voce. Vivo una situazione di grande drammaticità. Ricevo un'assistenza domiciliare di 24 ore, dovrei essere considerata privilegiata, vivo semplicemente una realtà di inferno, da quando ho perso la parola sono diventatata prigioniera dei miei assistenti. Privatamente ho tre badanti che non parlano italiano, nessuna persona di famiglia e sono completamente sola. C'è qualche amico che mi viene a trovare sporadicamente. Prima ne avevo molti di piu', la perdita della parola ha spaventato anche loro. Continuamente penso a una possbile soluzione che possa liberarmi da un vissuto così faticoso. Non sono pronta per l'eutanasia, però questa vita è semplice sopravvivenza. Ho perso qualsiasi forma di libertà, sono completamente in balia degli umori degli assistenti e dei loro tempi. Succede che mi lascino per ore senza rivogermi una parola, rifiutando qualsiasi forma di comunicazione. Riesco ancora a uscire per un po' fuori casa, ma anche quest'unica forma di vita viene messa continuamente in discussione perché gli assistenti chiedono un regolare permesso che li tuteli. Il fatto più doloroso è quello di non potere più scegliere, né persone, né cose, né situazioni, né alcuna forma di piacere. Mi viene negata qualsiasi forma di gentilezza e comprensione. Qualisasi forma di malessere o di dolore fisico viene interpretata come una sorta di capriccio, i rimproveri e gli strilli non finiscono più. Sono disperata a tal punto da pensare di volere scrivere una lettera a qualche giornale che voglia aprire un dibattito sui temi della malattia e dei diritti degli ammalati, che non vengono più considerati persone. Questa malattia è orribile, ma con un po' più di umanità, e senza questa solitudine accecante potrebbe essere meno dolorosa. Con tanti saluti e molto affetto
Craig Venter 2007
domanda
Health = QOL? Patient-reported outcome: single dimension and multi-dimension Measures of symptoms, Health-related quality of life (HRQL), health status, adherence to treatment, satisfaction with treatment, etc. Health, is a state of complete physical, mental, and social wellbeing and not merely the absence of disease
Dignity and the essence of medicine: the A, B, C, and D of dignity conserving care Kindness, humanity, and respect the core values of medical professionalism are too often being overlooked in the time pressured culture of modern health care, and the A B C D of dignity conserving care can reinstate them. Harvey Max Chochinov BMJ 2007;335:184-187
abile nell arte del curare e familiare con le risorse del corpo che sia sincero e non abbia negli occhi altro che la salute del paziente che sia scrupoloso e ne prenda la responsabilità Erasmo da Rotterdam (XVI sec.)
Modelli di relazione medico-paziente Era paternalistica Era dell autonomia Era della parsimonia Mark Siegler Mark Siegler (Center for Clinical Ethics, Chicago). The Progression of medicine. From physician paternalism to patient autonomy to bureaucratic parsimony. Arch Intern Med 1985; 145: 713.
L' interesse primario! La società non può permettere che l equilibrio fra i diritti individuali e il progresso scientifico venga determinato unicamente dalla comunità scientifica. [Belmont Report, 1978] "L interesse e il bene dell essere umano devono prevalere sul solo interesse delle società o della scienza." [Convenzione di Oviedo, 1997, art. 2]
Rapporto medico-paziente-società La vulnerabilità indotta dalla malattia nel paziente aumenta la sua dipendenza dagli altri e dal curante. Il rapporto terapeutico non è astratto, ma avviene in contesti socioculturali e familiari specifici. Il rapporto medico-paziente-società è al tempo stesso una relazione contrattuale e una relazione di aiuto asimmetrica e dinamica, basata su fiducia e scambi di verità reciproci. Pellegrino. Altruism and self interest. JAMA 1989. Surbone and Lowenstein. Asymmetry. J Clin Ethics, 2003
Difficoltà nel rivelare la verità ai malati oncologici Implicazioni metaforiche del termine cancro Complessità della diagnosi e gravità della prognosi Vulnerabilità dovuta a sintomi fisici e psicologici Rischio di isolamento, discriminazione e stigma sociale Complessità dei trattamenti e potenziali gravi tossicità Necessità di numerosi rapporti paziente-medico Barriere individuali e culturali alla comunicazione Surbone A. Lancet Oncol, 2006
3.9 Il dolore e la sofferenza nei percorsi di cura Vanno attivati gli interventi volti a promuovere l umanizzazione delle cure, nella consapevolezza che il fulcro del Servizio Sanitario è rappresentato dalla persona malata, nella garanzia del rispetto della sua dignità, identità e autonomia. Piano Sanitario Nazionale 2006 2008
Umanizzare il sistema sanitario significa entrare sempre più nell ottica di una cura della persona che non si riduca solamente a terapia, ma che si apra a un più esteso ed ampio prendersi cura della persona.
Criticità nell assistenza Comunicazione inadeguata della diagnosi Informazione inadeguata sulla malattia Assenza di presa in carico Assenza di sostegno psicologico al nucleo familiare
Impotenza del mutismo Presunzione arrogante delle parole certe e definitive Compito del medico:il coraggio della parola umile
Gestione del disagio emozionale Impatto delle informazioni sulla malattia Bisogni del malato La quotidianità con i problemi della malattia Vergogna Dipendenza Necessità di parlare di se stessi Necessità di essere ascoltati
L impostazione di una corretta relazione medicopaziente L informazione da fornire al paziente ed ai familiari Il decision-making nelle fasi più avanzate
Presa in carico Come aiutare? Dignity and the eye of the beholder (H.M.Chocinov,JCO 2004)
Lo sguardo della scienza Lo sguardo dei genitori
Simultaneous care DIAGNOSI CURA PROGRESSIONE MORTE terapia Prolungamento della vita Fase terminale lutto TERAPIA DI SUPPORTO
Simultaneous care Hospice Ospitalità assistita: giornaliera, temporanea, definitiva Pazienti con sintomatologia complessa, non gestibile a domicilio Periodo di sollievo temporaneo per la famiglia Paziente solo SIMULTANEOUS CARE Assistenza Domiciliare Preferita dai pazienti Ideale per lo stretto legame con la propria abitazione, luogo dei ricordi e delle relazioni Ruolo attivo dei familiari Costi ridotti NeMo Presa in carico Continuità di cure ospedale-territorio Presenza di vari specialisti
Di fronte al dolore qui nessuno è fuggito Siamo stati aiutati ad avere meno paura Avete medicato le ferite visibili e quelle invisibili Questo è stato difendere la vita e generare speranza Si può dimenticare il degrado del proprio corpo se lo sguardo degli altri è carico di tenerezza
La speranza è il sentimento confortante che proviamo quando scorgiamo con l occhio della mente il cammino che può condurci a una condizione migliore. Anatomia della speranza, J.Groopman
The Red Devil: To Hell with Cancer and Back. A cure implies forever, and with cancer that has spread, no doctor can promise that. She wasn t making any promises. She was alluding to the new treatments coming down the pike, giving a nod of hope. She was telling me, most important, that we were looking in the same direction. Kathy Rich, diagnosed with breast ca in 1993, is alive with metastatic disease
Oggi non è l'accanimento terapeutico che deve spaventare, ma l'accanimento con cui si cerca di censurare, la domanda di senso all'esperienza dell'uomo che, emerge irriducibile nella malattia. Mario Melazzini
Regione Molise Programma Regionale di interventi per la non autosufficienza Assegno di cura per persone allettate affette da patologie totalmente invalidanti:sclerosi Laterale Amiotrofica, Distrofia Muscolare, Sclerosi Multipla, Soggetti in stato vegetativo: sostegno economico dell importo massimo di 400,00 ad integrazione dell assegno di accompagnamento, erogato in favore di un familiare maggiorenne stabilmente convivente, che quotidianamente svolge attività di aiuto alla persona disabile anche mediante l ausilio di assistenti familiari, assunti con regolare contratto di lavoro, o cooperative sociali con l acquisto di prestazioni assistenziali..