Cer-Cupla: in semipovertà quasi metà dei pensionati

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Gio 25/09/2014 Il Messaggero Pagina 14 Cer-Cupla: in semipovertà quasi metà dei pensionati Il 44% dei pensionati italiani, cioè 7,4 milioni di persone, vive in condizioni di semipovertà, con un assegno pensionistico inferiore a 1.000 euro lordi mensili. È quanto emerge dal rapporto realizzato da Cer (Centro Europa ricerche) e Cupla (Comitato unitario pensionati lavoro autonomo) sul potere d' acquisto delle pensioni, falcidiate dall' aumento delle addizionali locali e dal «mancato recupero del drenaggio fiscale». L' impoverimento dei pensionati - si legge nel rapporto - non è solo un effetto del crescente peso del fisco. Il meccanismo di adeguamento annuale del valore delle pensioni all' inflazione, la cosiddetta indicizzazione, non ha infatti protetto «nè le pensioni di importo basso, nè quelle di importo medio alto». L' area di disagio crescere innanzitutto tra i pensionati più poveri, per il solo effetto del prelievo fiscale, le pensioni più basse hanno subito una perdita del potere d' acquisto del 4%. Inoltre le pensioni più povere si collocano oggi oltre tre punti percentuali al di sotto della soglia di povertà assoluta. Un divario determinatosi «interamente negli ultimi 10 anni». Va anche detto che le pensioni al di sopra dei 1.500 euro non godono più di un recupero pieno dell' inflazione. La perdita che ne consegue rispetto all' andamento dei prezzi al consumo «è consistente, risultando compresa tra il 2 e il 7%». Riproduzione autorizzata licenza Ars PromoPress 2013-2016 Pagina 22 di 68

Gio 25/09/2014 Quotidiano di Sicilia Pagina 24 Aumenta la povertà tra i pensiontai italiani ROMA - Le condizioni di disagio sociale e impoverimento dei pensionati negli ultimi anni si stanno sempre più aggravando a causa della sempre più pesante pressione fiscale e dell' insufficiente adeguamento delle pensioni al costo della vita.l' aumento delle addizionali locali e il mancato recupero del drenaggio fiscale hanno ridotto il potere di acquisto soprattutto per i 7,4 milioni di pensionati, il 44% del totale, che vivono in semipovertà con una pensione inferiore a 1.000 euro lordi mensili. è il quadro che emerge dal rapporto sul potere di acquisto delle pensioni dal titolo "Politiche fiscali, indicizzazione e progressivo impoverimento delle pensioni" realizzato dal Cupla (Comitato unitario pensionati lavoro autonomo) in collaborazione con il Cer - Centro Europa ricerche - presentato oggi. "L' impoverimento dei pensionati - si legge nel rapporto - non è solo un effetto del crescente peso del fisco. Il meccanismo di adeguamento annuale del valore delle pensioni all' inflazione non ha protetto né le pensioni di importo basso, né quelle di importo medio e alto".la proposta del Cupla è quella di adeguare gradualmente i trattamenti minimi di pensione al 40% del reddito medio nazionale, cioè da 500 a 650 euro mensili come ci chiede, del resto, la carta sociale europea. Inoltre, la riduzione del cuneo fiscale prevista per i soli lavoratori dipendenti con retribuzione mensile fino a 1.500 euro, che hanno recuperato 80 euro mensili, deve essere estesa anche ai pensionati a partire dalle fasce più basse di reddito". Infine "per difendere le pensioni, soprattutto quelle più basse, maggiore attenzione deve essere inoltre prestata al meccanismo di indicizzazione". Riproduzione autorizzata licenza Ars PromoPress 2013-2016 Pagina 28 di 68

Gio 25/09/2014 Avvenire Pagina 8 Pensionati, 44% a rischio povertà L' aumento delle addizionali locali e il mancato recupero del drenaggio fiscale hanno ridotto il potere di acquisto soprattutto per i 7,4 milioni di pensionati, il 44% del totale, che vivono in semipovertà con una pensione inferiore a 1.000 euro lordi mensili. È il quadro che emerge dal rapporto sul potere di acquisto delle pensioni dal titolo «Politiche fiscali, indicizzazione e progressivo impoverimento delle pensioni» realizzato dal Cupla (Comitato Unitario pensionati lavoro autonomo) in collaborazione con il Cer Centro Europa ricerche. «L' impoverimento dei pensionati - si legge nel rapporto - non è solo un effetto del crescente peso del fisco. Il meccanismo di adeguamento annuale del valore delle pensioni all' inflazione non ha protetto né le pensioni di importo basso, né quelle di importo medio e alto». La proposta di Cupla è di adeguare gradualmente i trattamenti minimi di pensione al 40% del reddito medio nazionale, cioè da 500 a 650 euro mensili come ci chiede, del resto, la carta sociale europea. Riproduzione autorizzata licenza Ars PromoPress 2013-2016 Pagina 30 di 68

Gio 25/09/2014 La Repubblica Pagina 28 IL PUNTO ROSARIA AMATO. Sotto mille euro quasi la metà dei pensionati e gli adeguamenti arrivano in ritardo Studio Cer-Cupla: le donne più penalizzate. E il fisco mangia il 4 per cento dell' assegno NON sono tutte pensioni d' oro, e neanche d' argento. Il 44 per cento dei pensionati vive in condizioni di semipovertà, con una pensione inferiore a 1000 euro al mese. Una situazione che negli anni si è aggravata, spiega uno studio realizzato dal Cupla (Comitato unitario pensionati lavoro autonomo) con il Cer (Centro Europa ricerche) «a causa della pressione fiscale e dell' insufficiente adeguamento delle pensioni al costo della vita». In realtà, le pensioni italiane non erano un granché neanche prima, dice Sergio Ginebri, professore associato di Economia Politica presso l' Università degli Studi Roma Tre, tra gli autori dello studio: «Soprattutto per le donne spesso si tratta di carriere brevi, con pochi anni di contributi, e le pensioni sono inadeguate». Su queste pensioni già inadeguate si è abbattuto un fisco impietoso: in particolare, dal 2009, «le pensioni basse e mediobasse hanno registrato, al netto del prelievo fiscale, una perdita del potere di acquisto di oltre il quattro per cento». L' indicizzazione, che avrebbe dovuto garantirne la tenuta, non funziona intanto perché viene effettuata con «un ritardo medio di sei mesi» rispetto alla variazione dell' indice. Il recupero dell' inflazione inoltre non è pieno, tranne che per le pensioni molto basse: per esempio una pensione di 17.000 euro annui «ha goduto di indicizzazione piena solo in 5 anni su 17», stabilisce lo studio, analizzando gli anni a partire dal 1995. Infine, anche se l' indicizzazione fosse stata piena, il "paniere" Istat, il vecchio indice "operai e impiegati", valuta il Cer, «riflette poco l' andamento dei beni maggiormente consumati dai pensionati poveri». Meglio sarebbe, suggerisce l' istituto, utilizzare i nuovi indici dei prezzi per classi di spesa delle famiglie, elaborati dall' Istat già da qualche anno, ma finora rimasti solo sulla carta. Siccome la quasi metà dei pensionati rientra pienamente nel "quintile" più povero, il relativo indice andrebbe benissimo, garantendo almeno un recupero effettivo dell' inflazione. RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata licenza Ars PromoPress 2013-2016 Pagina 32 di 68

Gio 25/09/2014 Gazzetta di Reggio Pagina 13 PENSIONI E PRESSIONE FISCALE. Cisl: il 44% dei pensionati vive in semipovertà L' allarme lanciato dal segretario generale Semper sulla base di un rapporto del Cupla. REGGIO EMILIA «Ora è certificato, i pensionati non ce la fanno più. Ancora una volta la conferma di ciò che come sindacato pensionati stiamo denunciando da tempo senza però esser presi con la dovuta considerazione». Con parole esplicite Luciano Semper segretario generale Fnp-Cisl Reggio Emilia, commenta gli ultimi dati del rapporto sul potere di acquisto delle pensioni dal titolo "Politiche fiscali, indicizzazione e progressivo impoverimento delle pensioni" realizzato dal Cupla in collaborazione con il Cer (Centro Europa ricerche), presentato ieri a Roma. «Osservando i dati- continua Semper- compare un quadro di costante e progressivo decadimento del potere di acquisto delle pensioni, con un crescente impatto fiscale dovuto in gran parte all' aumento delle addizionali locali. Inoltre, solo per l' effetto del prelievo fiscale, le pensioni più basse hanno avuto una perdita del potere d' acquisto stimata intorno al 4%. A questo dobbiamo aggiungere il mancato adeguamento delle pensioni al costo della vita e potete ben capire come la situazione si possa essere aggravata negli ultimi anni». Dal quadro presentato emerge come soprattutto i pensionati più poveri siano quelli a pagare in modo più pesante la mancata adeguazione del sistema pensionistico al costo della vita. L' area del disagio sociale si sta ampliando comprendendo fasce di popolazione sempre maggiori, in particolare tra quei 7,4 milioni di pensionati, il 44% del totale, che vivono in semipovertà. «Come sindacato confederale - aggiunge Semper - abbiamo appena presentato una piattaforma per la crescita che prevede interventi mirati nei confronti della situazione di difficoltà che viviamo in questo momento storico. Siamo costretti ad affrontare una crisi che perdura da anni e per questo c' è bisogno di unità tra le categorie, ma anche uno spazio di iniziativa comune tra rappresentanza sociale ed istituzioni, per evitare ciò che vediamo emergere da questo rapporto: una pressione fiscale locale che colpisce in particolare le fasce più povere della popolazione». Riproduzione autorizzata licenza Ars PromoPress 2013-2016 Pagina 34 di 68

Gio 25/09/2014 La Gazzetta del Mezzogiorno (ed. Basilicata) Pagina 43 Pensionati sempre più poveri per Cupla «La situazione di vita dei pensionati in Basilicata è segnata dall' emerg enza povertà: il 28,59% dei lucani sopravvive con 419 euro al mese. E poco cambia anche nel meno affollato scaglione superiore - da 10 a 15mila euro - dove il reddito imponibile medio mensile è di 1.027 euro». È quanto denuncia il coordinamento dei pensionati, Cupla. Riproduzione autorizzata licenza Ars PromoPress 2013-2016 Pagina 36 di 68

Gio 25/09/2014 Libero Pagina 7 Il conto salato dal 1997. Gli scatti congelati ai pensionati sono costati fino a 2.650 euro l' anno nnnmigliaia di euro andati in fumo a causa della mancata indicizzazione e del fisco. Mentre i tecnici di Via XX Settembre ancora studiano il modo per togliere un po' di soldi dalle tasche dei pensionati e a Palazzo Chigi qualcuno pensa di azzoppare definitivamente il secondo pilastro inserendo una parte del Tfr in busta paga, il Cupla (Comitato unitario pensionati lavoratori autonomi) ha affidato all' istituto di ricerca Cer il compito di fare due conti sulla previdenza italiana. I risultati sono impressionanti. Al di là del dato, pur inquietante, secondo cui il 44% dei pensionati vive in una condizione di semipovertà con assegni inferiori ai mille euro, quello che balza agli occhi è la progressiva erosione dei trattamenti previdenziali avvenuta negli ultimi anni. Secondo il rapporto Cupla-Cer presentato ieri dal 1997 al 2013, a causa dei ripetuti interventi sull' indicizzazione degli assegni la perdita media annua del potere d' acquisto per una pensione pari a 4 volte il minimo (la minima è di 495 euro mensili) è stata di 134 euro, a cui corrisponde una decurtazione complessiva cumulata su 16 anni di poco più di due mila euro, per 6 volte il minimo la perdita media è di 702 euro e quella cumulata di circa 11mila euro. Mentre per le pensioni più ricche la perdita media è stata di 2.650 euro e quella cumulata di circa 42mila euro. Passando al trattamento fiscale il rapporto segnala che il periodo 2007-2013 ha risentito in maniera sensibile della quasi assenza di meccanismi correttivi del fiscal drag, con un conseguente aumento del prelievo. Il risultato è che il pensionato "single" con un assegno di 2, 4 e 10 volte il minimo nel periodo ha pagato una maggiore imposta "ingiustificata" pari rispettivamente a 756, 1.143 e 2.216 euro. Per il pensionato "coniugato" le perdite stimate corrispondono a 1.044, 1.403 e 2.526 euro. Considerando l' effetto combinato di tasse e indicizzazione il potere di acquisto nel 2013 è minore di oltre 2mila euro rispetto al 2003 nel caso delle pensioni pari a 10 volte il trattamento minimo. Per le pensioni medio-alte si ha una perdita cumulata di circa 1.700 euro. Per gli importi medio-bassi il taglio a fine periodo è tra i 300 e i 500 euro. Per evitare di scivolare nel baratro, Cupla chiede al governo di adeguare gradualmente i trattamenti minimi di pensione al 40% del reddito medio nazionale, cioè da 500 a 650 euro mensili, e di estendere gli 80 euro anche ai pensionati. Misure che dovranno necessariamente essere accompagnate ad una ridefinizione più efficace del meccanismo di indicizzazione. S.IAC.Il conto salato dal 1997 Gli scatti congelati ai pensionati sono costati fino a 2.650 euro l' anno. Riproduzione autorizzata licenza Ars PromoPress 2013-2016 Pagina 38 di 68

Mer 24/09/2014 Agi Pagina 35 Pensionati, quasi la meta' vive in semipoverta' (AGI) - Roma, 24 set. - Le condizioni di disagio sociale e impoverimento dei pensionati negli ultimi anni si stanno sempre piu' aggravando a causa della pressione fiscale e dell' insufficiente adeguamento delle pensioni al costo della vita. L' aumento delle addizionali locali e il mancato recupero del drenaggio fiscale hanno ridotto il potere di acquisto soprattutto per i 7,4 milioni di pensionati, il 44% del totale, che vivono in semipoverta' con una pensione inferiore a 1.000 euro lordi mensili. Questo il quadro che emerge dal rapporto sul potere di acquisto delle pensioni dal titolo "Politiche fiscali, indicizzazione e progressivo impoverimento delle pensioni" realizzato dal Cupla in collaborazione con il Cer - Centro Europa ricerche - presentato oggi al Teatro Quirino di Roma. Riproduzione autorizzata licenza Ars PromoPress 2013-2016 Pagina 42 di 68

Mer 24/09/2014 Adnkronos Pagina 35 Allarme anziani, la metà vivono in condizioni di semi povertà Le condizioni di disagio sociale e impoverimento dei pensionati negli ultimi anni si stanno sempre più aggravando a causa della pressione fiscale e dell' insufficiente adeguamento delle pensioni al costo della vita. L' aumento delle addizionali locali e il mancato recupero del drenaggio fiscale hanno ridotto il potere di acquisto soprattutto per i 7,4 milioni di pensionati, il 44% del totale, che vivono in semipovertà con una pensione inferiore a 1.000 euro lordi mensili. E' il quadro che emerge dal rapporto sul potere di acquisto delle pensioni dal titolo "Politiche fiscali, indicizzazione e progressivo impoverimento delle pensioni" realizzato dal Cupla (Comitato Unitario pensionati lavoro autonomo) in collaborazione con il Cer - Centro Europa ricerche - presentato oggi. "L' impoverimento dei pensionati - si legge nel rapporto - non è solo un effetto del crescente peso del fisco. Il meccanismo di adeguamento annuale del valore delle pensioni all' inflazione non ha protetto né le pensioni di importo basso, né quelle di importo medio e alto". La proposta di Cupla è di adeguare gradualmente i trattamenti minimi di pensione al 40% del reddito medio nazionale, cioè da 500 a 650 euro mensili come ci chiede, del resto, la carta sociale europea. Inoltre, la riduzione del cuneo fiscale prevista per i soli lavoratori dipendenti con retribuzione mensile fino a 1.500 euro, che hanno recuperato 80 euro mensili, deve essere estesa anche ai pensionati a partire dalle fasce più basse di reddito". Infine "per difendere le pensioni, soprattutto quelle più basse, maggiore attenzione deve essere inoltre prestata al meccanismo di indicizzazione". Riproduzione autorizzata licenza Ars PromoPress 2013-2016 Pagina 44 di 68

Mer 24/09/2014 Borsa Italiana Pagina 35 Pensionati sempre più poveri, lo assicura CUPLA (Teleborsa) - Peggiorano sempre più le condizioni di disagio sociale e impoverimento dei pensionati, a causa non solo della pressione fiscale ma anche dell' insufficiente adeguamento delle pensioni al costo della vita. A sostenerlo CUPLA - Comitato Unitario Pensionati Lavoro Autonomo in un rapporto sul potere di acquisto delle pensioni realizzato in collaborazione con il Cer, dal quale emerge che l' aumento delle addizionali locali e il mancato recupero del drenaggio fiscale hanno ridotto il potere di acquisto soprattutto per i 7,4 milioni di pensionati, il 44% del totale, che vivono in semipovertà con una pensione inferiore a 1.000 euro lordi mensili. A soffrire maggiormente sono i pensionati più poveri: per il solo effetto del prelievo fiscale, le pensioni più basse hanno subito una perdita del potere d' acquisto del 4%. Inoltre, le pensioni più povere si collocano oggi oltre tre punti percentuali al di sotto della soglia di povertà assoluta. Il periodo più nero è stato tra il 2010-2013, ossia nel pieno della crisi economica, anche se il futuro non sembra essere roseo, visto che le misure introdotte con la legge finanziaria 2014 accentueranno ulteriormente la perdita di valore delle pensioni. A fronte di questi numeri, CUPLA a nome degli oltre cinque milioni di pensionati rappresentati, fa una serie di proposte al Governo. In primo luogo di adeguare gradualmente i trattamenti minimi di pensione al 40% del reddito medio nazionale, cioè da 500 a 650 euro mensili come ci chiede, del resto, la carta sociale europea e poi di estendere la riduzione del cuneo fiscale anche ai pensionati e non solo ai lavoratori dipendenti con retribuzione mensile fino a 1.500 euro. Infine il CUPLA "chiede a governo e amministrazioni locali di prevedere detrazioni ai fini del pagamento della TASI - Tassa sui Servizi Indivisibili - per gli anziani che abitano soli nella casa di proprietà ed abbiano redditi al di sotto del doppio del trattamento minimo (13.000 euro) se singoli o del triplo del trattamento minimo (19.500 euro) se in coppia, e di escludere dall' imposta gli anziani non autosufficienti o ricoverati in case di riposo". Riproduzione autorizzata licenza Ars PromoPress 2013-2016 Pagina 46 di 68

Mer 24/09/2014 Wall Street Italia Pagina 35 Cer-cupla: 44% Dei Pensionati Vive In Condizioni Di Semipoverta' Si e' ridotto il potere d' acquisto di 7,4 milioni di pensionati (ASCA) - Roma, 24 set 2014 - Le condizioni di disagio sociale e impoverimento dei pensionati negli ultimi anni si stanno sempre piu' aggravando a causa della pressione fiscale e dell' insufficiente adeguamento delle pensioni al costo della vita. L' aumento delle addizionali locali e il mancato recupero del drenaggio fiscale hanno ridotto il potere di acquisto soprattutto per i 7,4 milioni di pensionati, il 44% del totale, che vivono in semipoverta' con una pensione inferiore a 1.000 euro lordi mensili. Questo in sintesi il quadro che emerge dal rapporto sul potere di acquisto delle pensioni dal titolo "Politiche fiscali, indicizzazione e progressivo impoverimento delle pensioni" realizzato dal Cupla (Comitato unitario pensionati lavoro autonomo) in collaborazione con il Cer. L' impoverimento dei pensionati - si legge nel rapporto supportato da un' analisi che tiene conto dei mutamenti delle regole di indicizzazione delle pensioni dalla riforma Dini (1995) ad oggi - non e' solo un effetto del crescente peso del fisco. Il meccanismo di adeguamento annuale del valore delle pensioni all' inflazione non ha protetto ne' le pensioni di importo basso, ne' quelle di importo medio e alto.(segue) Riproduzione autorizzata licenza Ars PromoPress 2013-2016 Pagina 50 di 68

Mer 24/09/2014 Wall Street Italia Pagina 35 Cer-Cupla: 44% dei pensionati vive in condizioni di semipovertà -3- Roma, 24 set. (TMNews) - La riduzione del cuneo fiscale prevista per i soli lavoratori dipendenti con retribuzione mensile fino a 1.500 euro, che hanno recuperato 80 euro mensili, deve essere estesa anche ai pensionati a partire dalle fasce più basse di reddito. Il Cupla ritiene che limitare l' intervento ai soli lavoratori dipendenti sia una misura ingiusta e non in linea con l' obiettivo dichiarato dall' Esecutivo di sostegno sociale e di rilancio dei consumi. Peraltro ciò allargherebbe la forbice già esistente tra lavoratori e pensionati sulla quota di reddito esentata da tassazione (no tax area). Ecco perché il Cupla ritiene che per ristabilire un minimo di equità e giustizia sociale non sia più differibile l' ampliamento della no tax area ad almeno 13.000 euro (importo pari a due volte quello del trattamento minimo annuo delle pensioni Inps). Infine il Cupla "chiede a governo e amministrazioni locali di prevedere detrazioni ai fini del pagamento della Tasi per gli anziani che abitano soli nella casa di proprietà ed abbiano redditi al di sotto del doppio del trattamento minimo (13.000 euro) se singoli o del triplo del trattamento minimo (19.500 euro) se in coppia, e di escludere dall' imposta gli anziani non autosufficienti o ricoverati in case di riposo". Riproduzione autorizzata licenza Ars PromoPress 2013-2016 Pagina 52 di 68

Mer 24/09/2014 Wall Street Italia Pagina 35 Cer-Cupla: 44% dei pensionati vive in condizioni di semipovertà Si è ridotto il potere d' acquisto di 7,4 milioni di pensionati. Roma, 24 set. (TMNews) - Le condizioni di disagio sociale e impoverimento dei pensionati negli ultimi anni si stanno sempre più aggravando a causa della pressione fiscale e dell' insufficiente adeguamento delle pensioni al costo della vita. L' aumento delle addizionali locali e il mancato recupero del drenaggio fiscale hanno ridotto il potere di acquisto soprattutto per i 7,4 milioni di pensionati, il 44% del totale, che vivono in semipovertà con una pensione inferiore a 1.000 euro lordi mensili. Questo in sintesi il quadro che emerge dal rapporto sul potere di acquisto delle pensioni dal titolo "Politiche fiscali, indicizzazione e progressivo impoverimento delle pensioni" realizzato dal Cupla (Comitato unitario pensionati lavoro autonomo) in collaborazione con il Cer. L' impoverimento dei pensionati - si legge nel rapporto supportato da un' analisi che tiene conto dei mutamenti delle regole di indicizzazione delle pensioni dalla riforma Dini (1995) ad oggi - non è solo un effetto del crescente peso del fisco. Il meccanismo di adeguamento annuale del valore delle pensioni all' inflazione non ha protetto né le pensioni di importo basso, né quelle di importo medio e alto.(segue) Riproduzione autorizzata licenza Ars PromoPress 2013-2016 Pagina 56 di 68

Mer 24/09/2014 Borsa Italiana Pagina 35 Previdenza: Cupla-Cer, 44% pensionati vive in condizioni di semi poverta' -4- (Il Sole 24 Ore Radiocor) - Roma, 24 set - Il Cupla ritiene che limitare l' intervento sulle pensioni ai soli lavoratori dipendenti sia una misura ingiusta e non in linea con l' obiettivo dichiarato dall' Esecutivo di sostegno sociale e di rilancio dei consumi. Peraltro, sottolinea la nota, cio' allargherebbe la forbice gia' esistente tra lavoratori e pensionati sulla quota di reddito esentata da tassazione (no tax area). Ecco perche' il Comitato dei pensionati da lavoro autonomo ritiene che per ristabilire un minimo di equita' e giustizia sociale non sia piu' differibile l' ampliamento della no tax area ad almeno 13mila euro (importo pari a due volte quello del trattamento minimo annuo delle pensioni Inps). Il Culpa chiede infine a Governo e Amministrazioni locali di prevedere detrazioni ai fini del pagamento della Tasi per gli anziani che abitano soli nella casa di proprieta' ed abbiano redditi al di sotto del doppio del trattamento minimo (13mila euro) se singoli o del triplo del trattamento minimo (19.500 euro) se in coppia, e di escludere dall' imposta gli anziani non autosufficienti o ricoverati in case di riposo. com-red (RADIOCOR) 24-09-14 12:39:57 (0282) 5 NNNN. Riproduzione autorizzata licenza Ars PromoPress 2013-2016 Pagina 58 di 68

Mer 24/09/2014 TGCom Pagina 35 Sotto i mille euro 44% pensionati Cer-Cupla: 7,4 mln in semipovertà. - Il 44% dei pensionati, cioè 7,4 milioni di persone, vivono in condizioni di semipovertà, con un assegno pensionistico inferiore a mille euro lordi mensili. E' quanto emerge dal rapporto realizzato da Cer (Centro Europa ricerche) e Cupla (Comitato unitario pensionati lavoro autonomo) sul potere d' acquisto delle pensioni, falcidiate dall' aumento delle addizionali locali e dal "mancato recupero del drenaggio fiscale". Riproduzione autorizzata licenza Ars PromoPress 2013-2016 Pagina 60 di 68

Mer 24/09/2014 Borsa Italiana Pagina 35 Previdenza: Cupla-Cer, 44% pensionati vive in condizioni di semi poverta' 7,1 mln quelli con una pensione sotto i 1.000 euro al mese (Il Sole 24 Ore Radiocor) - Roma, 24 set - "Le condizioni di disagio sociale e impoverimento dei pensionati negli ultimi anni si stanno sempre piu' aggravando a causa della pressione fiscale e dell' insufficiente adeguamento delle pensioni al costo della vita. L' aumento delle addizionali locali e il mancato recupero del drenaggio fiscale hanno ridotto il potere di acquisto soprattutto per i 7,4 milioni di pensionati, il 44% del totale, che vivono in semipoverta' con una pensione inferiore a 1.000 euro lordi mensili" Questo, in sintesi, il quadro che emerge dal rapporto sul potere di acquisto delle pensioni dal titolo 'Politiche fiscali, indicizzazione e progressivo impoverimento delle pensioni' realizzato dal Cupla in collaborazione con il Cer - Centro Europa ricerche, presentato oggi a Roma. com-red (RADIOCOR) 24-09-14 12:21:31 (0266) 5 NNNN. Riproduzione autorizzata licenza Ars PromoPress 2013-2016 Pagina 62 di 68

Mer 24/09/2014 Agi Pagina 35 Il disagio dei pensionati: 44% vive in condizioni di semipoverta' (AGI) - Roma, 24 set. - Le condizioni di disagio sociale e impoverimento dei pensionati negli ultimi anni si stanno sempre piu' aggravando a causa della pressione fiscale e dell' insufficiente adeguamento delle pensioni al costo della vita. L' aumento delle addizionali locali e il mancato recupero del drenaggio fiscale hanno ridotto il potere di acquisto soprattutto per i 7,4 milioni di pensionati, il 44% del totale, che vivono in semipoverta' con una pensione inferiore a 1.000 euro lordi mensili. Questo il quadro che emerge dal rapporto sul potere di acquisto delle pensioni dal titolo "Politiche fiscali, indicizzazione e progressivo impoverimento delle pensioni" realizzato dal Cupla in collaborazione con il Cer - Centro Europa ricerche - presentato oggi al Teatro Quirino di Roma. L' impoverimento dei pensionati - si legge nel rapporto supportato da una approfondita analisi che tiene conto dei mutamenti delle regole di indicizzazione delle pensioni dalla riforma Dini (1995) ad oggi - non e' solo un effetto del crescente peso del fisco. Il meccanismo di adeguamento annuale del valore delle pensioni all' inflazione non ha protetto ne' le pensioni di importo basso, ne' quelle di importo medio e alto. L' area del disagio cresce innanzitutto tra i pensionati piu' poveri, per il solo effetto del prelievo fiscale, le pensioni piu' basse hanno subito una perdita del potere d' acquisto del 4%. Inoltre, le pensioni piu' povere si collocano oggi oltre tre punti percentuali al di sotto della soglia di poverta' assoluta. Un divario determinatosi interamente negli ultimi dieci anni. Le pensioni al di sopra dei 1.500 euro non godono piu' di un recupero pieno dell' inflazione. La perdita che ne consegue rispetto all' andamento dei prezzi al consumo e' consistente, risultando compresa fra il 2 e il 7%. Il ridimensionamento del potere d' acquisto e' stato particolarmente pronunciato nel 2010-2013, ossia nel pieno della crisi economica. In futuro, le misure introdotte con la legge finanziaria 2014 accentueranno ulteriormente la perdita di valore delle pensioni. A fronte di tale situazione, le soluzioni che il Cupla propone al Governo a nome degli oltre cinque milioni di pensionati rappresentati, sono chiare e della massima urgenza. In primo luogo la proposta Cupla e' di adeguare gradualmente i trattamenti minimi di pensione al 40% del reddito medio nazionale, cioe' da 500 a 650 euro mensili come ci chiede, del resto, la carta sociale europea. Per difendere le pensioni, soprattutto quelle piu' basse, maggiore attenzione deve essere inoltre prestata al meccanismo di indicizzazione. L' aumento di costo dei servizi sanitari, delle case di cura, delle spese di accesso al servizio sanitario nazionale colpiscono i pensionati in misura maggiore che non il resto della popolazione. Queste voci dovrebbero trovare un maggiore riconoscimento nel sistema di adeguamento delle pensioni. La riduzione del cuneo fiscale prevista per i soli lavoratori dipendenti con retribuzione mensile fino a 1.500 euro, che hanno recuperato 80 euro mensili, deve essere estesa anche ai pensionati a partire dalle fasce piu' basse di reddito. Il Cupla ritiene che limitare l' intervento ai soli lavoratori dipendenti sia una misura ingiusta e non in linea con l' obiettivo dichiarato dall' Esecutivo di sostegno sociale e di rilancio dei consumi. Peraltro cio' allargherebbe la forbice gia' esistente tra lavoratori e pensionati sulla quota di reddito esentata da tassazione (no tax area). Ecco perche' il Cupla afferma che per ristabilire un minimo di equita' e giustizia sociale non sia piu' differibile l' ampliamento della no tax area ad almeno 13.000 euro (importo pari a due volte quello del trattamento minimo annuo delle pensioni Inps). Infine, il Cupla chiede a Governo e Amministrazioni locali di prevedere detrazioni ai fini del pagamento della Tasi per gli anziani che abitano soli nella casa di proprieta' ed abbiano redditi al di sotto del doppio del trattamento minimo (13.000 euro) se singoli o del triplo del trattamento minimo (19.500 euro) se in coppia, e di escludere dall' imposta gli anziani non autosufficienti o ricoverati in case di riposo. (AGI). Riproduzione autorizzata licenza Ars PromoPress 2013-2016 Pagina 64 di 68

Mer 24/09/2014 Ansa Pagina 35 Pensioni: Cer-Cupla, 44% pensionati in semipovertà In 7,4 milioni vivono con meno di 1.000 euro al mese. Il 44% dei pensionati, cioè 7,4 milioni di persone, vivono in condizioni di semipovertà, con un assegno pensionistico inferiore a 1.000 euro lordi mensili. E' quanto emerge dal rapporto realizzato da Cer (Centro Europa ricerche) e Cupla (Comitato unitario pensionati lavoro autonomo) sul potere d' acquisto delle pensioni, falcidiate dall' aumento delle addizionali locali e dal "mancato recupero del drenaggio fiscale". Riproduzione autorizzata licenza Ars PromoPress 2013-2016 Pagina 66 di 68

Mer 24/09/2014 Il Velino Pagina 35 Economia. Rapporto Cer-Cupla: 44% pensionati vive in condizioni di semi povertà "L' Italia non rispetta la Carta sociale europea" Le condizioni di disagio sociale e impoverimento dei pensionati negli ultimi anni si stanno sempre più aggravando a causa della pressione fiscale e dell' insufficiente adeguamento delle pensioni al costo della vita. L' aumento delle addizionali locali e il mancato recupero del drenaggio fiscale hanno ridotto il potere di acquisto soprattutto per i 7,4 milioni di pensionati, il 44% del totale, che vivono in semipovertà con una pensione inferiore a 1.000 euro lordi mensili. Questo in estrema sintesi il quadro che emerge dal rapporto sul potere di acquisto delle pensioni dal titolo "Politiche fiscali, indicizzazione e progressivo impoverimento delle pensioni" realizzato dal CUPLA in collaborazione con il CER - Centro Europa ricerche - presentato oggi al Teatro Quirino di Roma. L' impoverimento dei pensionati - si legge nel rapporto supportato da una approfondita analisi che tiene conto dei mutamenti delle regole di indicizzazione delle pensioni dalla riforma Dini (1995) ad oggi - non è solo un effetto del crescente peso del fisco. Il meccanismo di adeguamento annuale del valore delle pensioni all' inflazione non ha protetto né le pensioni di importo basso, né quelle di importo medio e alto. L' area del disagio cresce innanzitutto tra i pensionati più poveri, per il solo effetto del prelievo fiscale, le pensioni più basse hanno subìto una perdita del potere d' acquisto del 4%. Inoltre, le pensioni più povere si collocano oggi oltre tre punti percentuali al di sotto della soglia di povertà assoluta. Un divario determinatosi interamente negli ultimi dieci anni. Le pensioni al di sopra dei 1.500 euro non godono più di un recupero pieno dell' inflazione. La perdita che ne consegue rispetto all' andamento dei prezzi al consumo è consistente, risultando compresa fra il 2 e il 7%. Il ridimensionamento del potere d' acquisto è stato particolarmente pronunciato nel 2010-2013, ossia nel pieno della crisi economica. In futuro, le misure introdotte con la legge finanziaria 2014 accentueranno ulteriormente la perdita di valore delle pensioni. A fronte di tale situazione, dettagliatamente delineata nel rapporto, le soluzioni che il CUPLA propone al Governo a nome degli oltre cinque milioni di pensionati rappresentati, sono chiare e della massima urgenza. In primo luogo la proposta CUPLA è di adeguare gradualmente i trattamenti minimi di pensione al 40% del reddito medio nazionale, cioè da 500 a 650 euro mensili come ci chiede, del resto, la carta sociale europea. Per difendere le pensioni, soprattutto quelle più basse, maggiore attenzione deve essere inoltre prestata al meccanismo di indicizzazione. L' aumento di costo dei servizi sanitari, delle case di cura, delle spese di accesso al servizio sanitario nazionale colpiscono i pensionati in misura maggiore che non il resto della popolazione. Queste voci dovrebbero trovare un maggiore riconoscimento nel sistema di adeguamento delle pensioni. La riduzione del cuneo fiscale prevista per i soli lavoratori dipendenti con retribuzione mensile fino a 1.500 euro, che hanno recuperato 80 euro mensili, deve essere estesa anche ai pensionati a partire dalle fasce più basse di reddito. Il CUPLA ritiene che limitare l' intervento ai soli lavoratori dipendenti sia una misura ingiusta e non in linea con l' obiettivo dichiarato dall' Esecutivo di sostegno sociale e di rilancio dei consumi. Peraltro ciò allargherebbe la forbice già esistente tra lavoratori e pensionati sulla quota di reddito esentata da tassazione (no tax area). Ecco perché il CUPLA ritiene che per ristabilire un minimo di equità e giustizia sociale non sia più differibile l' ampliamento della no tax area ad almeno 13.000 euro (importo pari a due volte quello del trattamento minimo annuo delle pensioni Inps). Infine il CUPLA chiede a Governo e Amministrazioni locali di prevedere detrazioni ai fini del pagamento della Tasi per gli anziani che abitano soli nella casa di proprietà ed abbiano redditi al di sotto del doppio del trattamento minimo (13.000 euro) se singoli o del triplo del trattamento minimo (19.500 euro) se in coppia, e di escludere dall' imposta gli anziani non autosufficienti o ricoverati in case di riposo. Riproduzione autorizzata licenza Ars PromoPress 2013-2016 Pagina 68 di 68