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Anno 4 Prismi 1

Introduzione In questa lezione parleremo di un particolare poliedro detto prisma. Ne daremo una definizione generale e poi soffermeremo la nostra attenzione su alcuni prismi particolari. Al termine della lezione sarai in grado di: descrivere le caratteristiche dei prismi definire il parallelepipedo e il cubo utilizzare le formule relative ai prismi In questa lezione parleremo di un particolare poliedro detto prisma. Ne daremo una definizione generale e poi soffermeremo la nostra attenzione su alcuni prismi particolari. Al termine della lezione sarai pertanto in grado di definire i prismi, definire il parallelepipedo e il cubo e utilizzare le formule relative ai prismi. 2

I prismi Poligono retta non appartenente al piano del poligono prisma indefinito Base Spigolo di base Altezza Si chiama prisma definito, o semplicemente prisma, il poliedro costituito dalla parte di prisma indefinito compresa fra due piani paralleli che lo intersecano. Spigolo laterale Faccia laterale Spigoli laterali perpendicolari ai piani delle basi prisma retto Dati un poligono e una retta non appartenente al piano del poligono, la parte di spazio interna alle strisce di piano individuate dalle rette passanti per vertici consecutivi del poligono, si dice prisma indefinito. Si chiama prisma definito, o semplicemente prisma, il poliedro costituito dalla parte di prisma indefinito compresa fra due piani paralleli che lo intersecano. La distanza tra i due piani paralleli prende il nome di altezza del prisma. Le due sezioni parallele dei piani con il prisma indefinito si chiamano basi. I lati delle basi prendono il nome di spigoli di base. Le superfici laterali del prisma si chiamano facce laterali e i loro lati non comuni con le basi prendono il nome di spigoli laterali. Quando in un prisma gli spigoli laterali sono perpendicolari ai piani delle basi il prisma si dice retto. 3

Il parallelepipedo Un parallelepipedo è un particolare prisma in cui le basi sono parallelogrammi. Proprietà e definizioni: le facce sono parallelogrammi 6 facce, 8 vertici, 12 spigoli facce opposte: senza spigoli comuni spigoli a 4 a 4 uguali e paralleli. In ogni parallelepipedo le facce opposte sono uguali e parallele e le 4 diagonali passano per uno stesso punto che dimezza ciascuna di esse. Parallelepipedo particolare: parallelepipedo rettangolo Le diagonali sono uguali: d 2 2 2 a b c Un parallelepipedo è un particolare prisma in cui le basi sono parallelogrammi. Vediamo alcune proprietà e definizioni riguardanti i parallelepipedi: le facce sono tutte dei parallelogrammi nel parallelepipedo vi sono 6 facce, 8 vertici e 12 spigoli si dicono opposte le facce che non hanno spigoli comuni e infine, gli spigoli del parallelepipedo sono a 4 a 4 uguali e paralleli. Vale, inoltre, il seguente teorema: in ogni parallelepipedo le facce opposte sono uguali e parallele e le 4 diagonali passano per uno stesso punto che dimezza ciascuna di esse. Un particolare tipo di parallelepipedo è il parallelepipedo rettangolo: si chiama parallelepipedo rettangolo un parallelepipedo retto le cui basi sono dei rettangoli. In questo parallelepipedo le diagonali sono uguali e, dette a, b e c le tre dimensioni del 2 2 2 solido, la misura della diagonale è data dalla formula d a b c. 4

Il cubo Si chiama cubo un parallelepipedo rettangolo avente le tre dimensioni uguali. Osservazioni: si tratta di un parallelepipedo retto avente per facce 6 quadrati il lato del quadrato che costituisce le facce si indica con l Studiamo ora un altro particolare parallelepipedo: il cubo. Si chiama cubo un parallelepipedo rettangolo avente le tre dimensioni uguali. Notiamo che questo parallelepipedo è retto e ha per facce 6 quadrati congruenti. Ogni quadrato può essere considerato sia come base che come faccia laterale. 5

Le formule relative ai prismi Prisma: V volume A b area del poligono di base A l superficie laterale A t superficie totale h altezza 2p perimetro di base V=A b h A t =A l +2A b Altezza Prisma retto A l =2p h Passiamo ora allo studio delle formule relative ai prismi. Noi daremo sempre le formule dette dirette e da queste si potranno ricavare semplicemente quelle inverse considerando la formula come un equazione in cui l incognita è l elemento del solido che si vuole conoscere. Specifichiamo subito la notazione che useremo: V è il volume del prisma A b indica l area del poligono di base A l indica la superficie laterale del prisma A t è la superficie totale del solido h rappresenta l altezza 2p indica il perimetro di base. Le prime due formule che consideriamo hanno validità generale per qualsiasi prisma. Il volume si calcola tramite il prodotto dell area di base per l altezza del solido, mentre la superficie totale è data dalla somma della superficie laterale e del doppio dell area di base. Una formula valida solamente per il prisma retto, invece, riguarda il calcolo della superficie laterale: essa è data dal prodotto del perimetro di base per l altezza. 6

Le formule relative ai parallelepipedi c a b Parallelepipedo rettangolo: V volume A b area di base A l superficie laterale A t superficie totale a, b, c dimensioni del parallelepipedo d diagonale V=a b c A b =a b A l =2(a c+b c) A t =2(a c+b c+a b) 2 2 2 d= a b c Analogamente a quanto fatto per il prisma, tratteremo ora le formule relative al parallelepipedo rettangolo. Anche in questo caso specifichiamo la notazione che useremo: V è il volume del parallelepipedo A b indica l area di base A l indica la superficie laterale del prisma A t è la superficie totale del solido a, b e c sono le tre dimensioni del parallelepipedo d è la misura della diagonale, che sono i segmenti congiungente due vertici che non appartengono alla stessa faccia. Il volume del parallelepipedo è dato dal prodotto delle sue tre dimensioni. L area di base, invece, è data dal prodotto delle sole dimensioni della base a e b. Poiché la superficie laterale è costituita da 4 facce a due a due uguali, la sua area si calcola raddoppiando la somma dei prodotti di ciascuna delle due dimensioni di base per l altezza c: A l =2(ac+bc). Analogamente, per la superficie totale, alla formula dell area laterale si dovrà portare una piccola modifica: bisognerà aggiungere il doppio dell area di base. Infine, la misura delle diagonali si calcola applicando due volte il teorema di Pitagora: una prima volta per calcolare la lunghezza d 1 della diagonale del rettangolo di base 2 2 ( d a ), poi sul triangolo rettangolo formato da questa e dall altezza c del 1 b parallelepipedo, ottenendo: d 2 2 2 a b c. 7

Le formule relative ai cubi l Parallelepipedo rettangolo: V volume A b area di base A t superficie totale l lato del cubo d diagonale l l V=l³ A b =l² A t =6l² d=l 3 Le formule si semplificano notevolmente per il cubo. Alla notazione fin qui usata, come già detto in precedenza, aggiungiamo il lato del cubo che si indica con l. Il volume, allora, sarà dato semplicemente dal lato al cubo, l area di base dal lato al quadrato e l area totale, essendo presenti sei quadrati congruenti, sarà data da 6 volte il lato al quadrato. Per la diagonale si dovrà moltiplicare il lato per la radice di 3. 8

Conclusione Solidi dello Spazio Prismi Parallelepipedi Cubi Formule Ricapitoliamo quanto visto in questa lezione su alcuni particolari solidi dello spazio. Abbiamo introdotto il concetto di prisma a partire dal prisma indefinito e abbiamo specificato il particolare caso del prisma retto. Successivamente abbiamo introdotto altri due particolari prismi: il parallelepipedo e il cubo. Infine, per ogni solido studiato, abbiamo definito le formule dirette per il calcolo della misura dei vari elementi costitutivi. 9